Indonesia vera

Questo è il nostro secondo viaggio in Indonesia. L’anno scorso siamo stati a Bali e in Java Centrale. Quest’anno siamo arrivati in Indonesia dopo 10 giorni di vacanza in Malaysia (vedi altro racconto). Ovviamente anche per l’Indonesia ci siamo organizzati in completa autonomia, grazie anche alle nostre amiche indonesiane, che ci hanno dato...
Scritto da: dabr70
indonesia vera
Partenza il: 11/08/2006
Ritorno il: 21/08/2006
Viaggiatori: in coppia
Spesa: 3500 €
Questo è il nostro secondo viaggio in Indonesia. L’anno scorso siamo stati a Bali e in Java Centrale. Quest’anno siamo arrivati in Indonesia dopo 10 giorni di vacanza in Malaysia (vedi altro racconto). Ovviamente anche per l’Indonesia ci siamo organizzati in completa autonomia, grazie anche alle nostre amiche indonesiane, che ci hanno dato buoni consigli. Ma la nostra esperienza ci porta a dire che è possibile viaggiare completamente alla giornata, scegliendo mezzi di trasporto ed alberghi giorno dopo giorno. C’è anche da dire che siamo stati avvantaggiati nel nostro viaggio dalla conoscenza di base della lingua indonesia, il bahasa Indonesia, lingua apparentemente incomprensibile, ma in realtà molto facile e divertente.

Jakarta, il grande “durian” Città enorme, sconfinata, piatta, contraddittoria, ma sicuramente affascinante e da vedere. Racchiude tutti i volti dell’Indonesia, la ricchezza e la povertà, la modernità e l’antico, la luce ed il buio, lo splendore e la sporcizia, gli odori intensi delle città, la moltitudine di gente ovunque, il caos delle strade, il mix di religioni e di razze.

Il traffico della città è bestiale, soprattutto lungo la strada tra l’aeroporto ed il centro. Ma quale è poi il centro di Jakarta? Noi abbiamo la fortuna di avere una amica a Jakarta, la simpaticissima Sonia, che per tre giorni ci ha fatto da guida, così appena arrivati (in aereo da Kuala Lumpur)… tour serale in auto verso le grandi strade del centro, il Monas – monumento nazionale, la immensa piazza Merdeka. Come al solito tanta gente dappertutto, warung ovunque e kaki lima colorati e poi bus, mikrolet, angkot, motorini, auto, biciclette. Due ore per raggiungere la rinomata zona di Kemang ove si trova il nostro albergo. E’ una zona “internazionale”, abitata e frequentata dagli stranieri residenti a Jakarta. Il giorno dopo infatti abbiamo passeggiato per Kemang: ristoranti non-indonesiani, librerie eleganti, negozi con prezzi a livello europeo. Sonia ci ha poi portato al Taman Mini Indonesia Indah, parco “Indonesia in miniatura”, dedicato alle tante regioni dell’Indonesia. Abbiamo visitato qualcuna delle regioni: Sumatra con le case ed i costumi dei banyak, poi le regioni del Kalimantan, il Sulawesi con le case dei toraja, Bali con i templi indù. Peccato aver avuto poco tempo: alle 17 il parco chiude. Ci siamo allora tuffati in un grande centro commerciale, il Pasaraya Grande. Come è? … Grande, enorme, con due piani dedicati al batik ed artigianato vario. Gli oggetti batik sono bellissimi, i tessuti, la carta batik, le camicie, le magliette. I prezzi sono buoni, ma ci dicono che a Solo, a Yogjakarta o a Semarang troveremo le stesse cose a prezzi più bassi. Poi andiamo a prendere altre due amiche e così stipati in macchina in 6 andiamo a cena in un locale in un altro centro commerciale. Ormai conosciamo il cibo Indonesia, per cui sappiamo che cosa scegliere anche se qua ci sono davvero tanti piatti diversi. Anche qui è un brulicare di persone, giovani soprattutto, tanti e tanti ovunque. Dopo un giro in questo CC, Sonia ci riaccompagna al nostro hotel il Grand Kemang; l’albergo è molto bello, forse un po’ freddo e asettico, ma basta scendere in strada per cambiare atmosfera. Il giorno dopo le gentilissima Sonia ci accompagna alla stazione Gambir, la principale di Jakarta, da dove alle 9.15 parte il nostro treno “executif” Argo Bromo Anggrek per Semarang. Questo treno è considerato il più lussuoso dell’Indonesia; dal nostro punto di vista è un vecchio treno, un po’ sporchino, con i vetri mezzi rotti e opachi. Dentro però i sedili sono comodi, l’aria condizionata funziona e più tardi ci viene anche servito un pasto sul vassoio, oltre che tè, caffè e altro. La periferia di Jakarta vista dal treno è desolante: schiere di bambini lungo le scarpate dei binari e lungo i canali di scolo, baracche di legno e lamiera affastellate, ovunque carretti che vendono cibo e bevande. Via via che ci si allontana inizia la campagna, le coltivazioni di riso e di altri cereali. Il viaggio è comunque piacevole e divertente. Il treno arriva a Semarang con circa un’ora di ritardo, verso le 15.30. A Semarang ci sentiamo un po’ come a casa nostra, essendoci stati anche la scorsa estate. In taxi pieni di bagagli ci avviamo verso il “nostro” Hotel Horison”, situato sulla Simpang Lima, la piazza nuova principale di Semarang. Il caldo è quello solito, l’odore forte pure, i becak ovunque, motorini, auto… Semarang non è una città turistica ma è caratteristica proprio per la sua normalità, per la sua “indonesianità”. In fondo ufficialmente ci vivono quasi 3 milioni di abitanti, terza città dell’Indonesia. Da vedere quindi la zona del vecchio mercato Johar Pasar, con i vicini edifici in stile olandese lungo i canali i vecchi magazzini e la Gerejia Blenduk, chiesa protestante. In becak potrete farvi portare attraverso i vicoli della “città cinese”. Interessante anche il vecchio edificio coloniale Langwan Sevu, le “mille porte”, situato presso la rotatoria di Tuguh Muda. Sconsigliamo invece la visita al porto, veramente disastrato. Per lo shopping, in Simpang Lima, tre centri commerciali collegati da passaggi e scale mobili: il Ciputra Mall, sicuramente il più elegante, poi il Matahari ed il Plasa Simpang Lima. Ottimi acquisti di abbigliamento al Ramayana, al Pasar Johar e di tutto al mercatino serale di venerdi e sabato in Simpang Lima. Come l’anno scorso, anche quest’anno abbiamo vissuto la grande festa nazionale dell’indipendenza (Merdeka) del 17 agosto qua a Semarang, assistendo alla parata militare in Simpang Lima e vivendo in pieno l’atmosfera di festa in tutta la città. Abbiamo anche comprato bandiera e bandierine.

Ultimo giorno ancora a Jakarta. In auto con Sonia siamo arrivati nella zona nord della città, la chinatown Glodok e l’antica città olandese, Kota. In realtà non c’è molto da vedere e può essere sufficiente un giro in auto. Per rilassarsi un po’ noi abbiamo fatto una passeggiata nella Merdeka Square ovvero il grande parco cittadino attorno al Monas, sempre pieno di gente, soprattutto la domenica. Da vedere anche la Grande Moschea, che, dicono, sia la più grande del sud-est asiatico Suggerimenti e consigli Armatevi di tanta pazienza per affrontare il traffico di Jakarta: in taxi o in auto passerete delle ore per gli spostamenti. Quindi cercate di afferrare la città anche da questo punto di vista. Calcolate quindi bene i tempi per l’arrivo in aeroporto o ad un appuntamento.

Per noi occidentali i posti migliori per mangiare restano i ristoranti dei centri commerciali; sono sì più cari rispetto al resto, ma i prezzi per noi sono sempre bassissimi e c’è la garanzia di un minimo di igiene.

Per gli spostamenti interni l’aereo può essere convenientissimo con le compagnie minori (Merpati, Lion Air e tante altre). Informatevi presso le agenzie turistiche locali.

A Jakarta per arrivare in centro o in hotel dall’aeroporto esistono diverse compagnie di taxi e macchine a noleggio con autista; fatevi fare un’offerta prima di scegliere la soluzione migliore.

La cosa migliore per un viaggio in Indonesia sarebbe arrivare con la valigia vuota e farsi qui il guardaroba estivo: magliette a volontà a partire da 1 euro, pantaloni lunghi e al ginocchio a poco più di 1 euro e poi cappelli, calze, scarpe sportive, sandali, tutto convenientissimo e molte firme contraffatte, ma i tessuti sono ottimi.

Per quanto riguarda le malattie tropicali, non lasciatevi suggestionare: a meno che non andiate in regioni interne o nelle giungle, la situazione è tranquilla e non sono necessarie le vaccinazioni antimalariche, antitifica, ecc… E’ importante comunque, come d’altronde in tutta l’Asia, bere solo da bottiglie di acqua confezionata o bibite imbottigliate. Il ghiaccio è sicuro solo negli alberghi e nei ristoranti dei centri commerciali e comunque in quelli migliori. Evitate di mangiare dai vari carrettini sulle strade (kaki lima); neppure tutti gli indonesiani mangiano in questi posti in quanto l’igiene è veramente nulla.

Se avete domande o curiosità… Scriveteci.



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