Alla scoperta della Terra dei Maharaja

Diario del nostro viaggio nell'India del nord: New Delhi, Rajasthan e Uttar Pradesh, con una puntatina a Mosca
Scritto da: Fe Ba
alla scoperta della terra dei maharaja
Partenza il: 15/08/2018
Ritorno il: 04/09/2018
Viaggiatori: 2
Spesa: 2000 €
Con una punta di timore per un viaggio che tutti ci hanno preannunciato non facile, io e il mio partner abbiamo deciso di organizzare il nostro primo viaggio in India focalizzandoci sul nord: principalmente il Rajasthan, Agra (per l’immancabile Taj Mahal) e la mistica Varanasi.

La pianificazione è cominciata ben un anno prima quando abbiamo iniziato a reperire le prime informazioni e a buttare giù le prime idee per l’itinerario. A ottobre abbiamo acquistato i biglietti aerei con Aeroflot da Bologna a Delhi (costo circa 1.000 euro in due). A convincerci hanno contribuito il prezzo conveniente, gli orari interessanti e, soprattutto, la possibilità di sfruttare lo scalo a Mosca per visitare la città trascorrendovi un’intera giornata. Quindi l’annosa decisione: come muoverci in loco? Driver o treni?

Per sfruttare al meglio il tempo a nostra disposizione abbiamo escluso di effettuare tutti gli spostamenti in treno o aereo, però volevamo pur vivere l’esperienza delle ferrovie indiane… per cui abbiamo optato per una via di mezzo: driver per la prima parte del viaggio (fino ad Agra) e spostamenti in autonomia (treni ed aereo) per la seconda.

La scelta del driver non sembrava semplice, tante le proposte ed i contatti, ma alla fine la scelta è ricaduta sull’agenzia indiana Welcome India Travel di Prabhu Singh Palawat alla quale si era già affidata una nostra amica. Mai scelta fu più azzeccata. Massima gentilezza e disponibilità, itinerario interamente deciso da noi, prezzo più conveniente di tutti gli altri ed assoluta chiarezza ci hanno colpito fin da subito. Il titolare dell’agenzia si è addirittura offerto di provvedere direttamente all’acquisto dei nostri biglietti dei treni tra Agra e Varanasi senza alcun sovrapprezzo. E una volta arrivati in India le ottime impressioni sono state confermate, anche grazie al driver ai quali il titolare dell’agenzia ci ha affidati: Mahaveer Singh. Risolto questo incombente, scelti anche gli hotel e ottenuti i visti non restava che partire!

GIORNI 1 E 2: BOLOGNA – DELHI

Partenza alle 10.30 arrivo verso le 3.30 di notte. Transfer dall’aeroporto all’hotel organizzato da quest’ultimo (e incluso nel prezzo della stanza). Qualche ora di sonno e poi via in giro per la città in compagnia di un tuk tuk driver che per 500 rupie ci ha scarrozzati per tutta la città. Infine cena sul rooftop in un ristornate nel Main Bazar. Il primo impatto con Delhi è stato uno shock: umidità alle stelle, traffico infernale, caos, mucche per strada, venditori insistenti ed urlanti. Ma poi ci saremmo abituati…

P.S. il Red Fort è tappa obbligata, ma sinceramente considerando le meravigliose fortezze che poi abbiamo visto in giro mi sentirei di non consigliarne particolarmente la visita… la maggior parte delle strutture interne sono chiuse e comunque resta ben poco del vecchio forte. Decisamente non un granché.

GIORNI 3 E 4: MANDAWA E BIKANER

Alle 8.30 puntuale abbiamo trovato ad aspettarci il driver Mahaveer Sing, nostro compagno di viaggio ed angelo custode per gli 11 giorni a venire. La vista della sua Suzuki bianca, comoda, spaziosa, pulita e con l’aria condizionata a palla ha subito fugato il nostro primo timore, quello di affrontare migliaia di km di viaggio a bordo di un rottame. Non appena usciti dal traffico assordante di Delhi, anche il secondo dubbio è stato fugato: spostandoci con un driver riusciremo ad assaporare la vera India?

Ebbene, abbiamo percorso un’infinità di km attraversando cittadine e paesini di ogni specie, fermandoci ogni tanto per comprare un cartoccio con del cibo da strada o delle immancabili patatine, sorseggiando del masala chai (una scoperta) e vedendo scorrere davanti a noi la vita dei loro abitanti. Meraviglioso. Mandawa è una cittadina molto piccola, ma con delle graziosissime Haveli coloratissime da vedere.

Il giorno dopo ci siamo diretti verso Bikaner sostando dapprima al Junagarh Fort, molto bello da visitare, quindi al Tempio dei topi che è esattamente ciò che sembra: un tempio in cui vengono venerati i topi che scorazzano in assoluta tranquillità e si abbeverano nelle ciotole di latte appositamente predisposte. Sul tempio abbiamo avuto pareri discordanti: al mio partner è piaciuto, per me è stato decisamente “troppo”. Arrivati a Bikaner abbiamo deciso di rilassarci nella carinissima Haveli (Udai Niwas) prenotata. Abbiamo anche optato per trascorrere la serata a cena con i proprietari della struttura che cucinano su richiesta per gli ospiti (350 rupie a testa per il menù vegetariano). Piacevolissima serata ed ottima cena. Struttura assolutamente consigliata.

GIORNI 5 E 6: KHURI VILLAGE E JAISALMER

Partenza verso il Villaggio Khuri per la cammellata nel deserto al tramonto con tanto di cena e notte sotto le stelle. Anche questo interamente organizzato dal titolare dell’agenzia.

Esperienza splendida. La passeggiata con il cammello, guardare il tramonto tra le dune ed addormentarsi sotto alle stelle nel bel mezzo del deserto… serve aggiungere altro?

Il giorno dopo via verso Jaisalmer, la città dorata. Il caldo qui ci ha un po’ provati, ma siamo riusciti stoicamente a resistere e ad affrontare la visita dello splendido forte e dei templi che vi sono custoditi. Fantastico. Abbiamo invece desistito dall’intento di vedere entrambe le Haveli cittadine con annessi musei, soffermandoci solo nella Patwon Ki, bella ma lasciata decisamente all’incuria, peccato. Infine, dopo un po’ di riposo, tramonto presso il Bada Bagh per ammirare le colonne dorate del cenotafio.

GIORNI 7 E 8: JODHPUR

Abbiamo deciso di fermarci due giorni nella blu city anche detta Sun City, dove però il sole non ha mai fatto capolino. Il primo giorno siamo giunti nel pomeriggio ed abbiamo deciso di passeggiare nella old city. Il secondo abbiamo visitato il Mehrangarh Fort: una meraviglia… sorge su un’altura ed essendo stato costruito con la medesima pietra della montagna, sembra una propaggine della stessa… capolavoro. Quindi è stata la volta della bellissima Jaswant Thada. Nulla di che, invece, l’Ummaid Bhawan Palace, non accessibile se non per la parte in cui vi si trova un museo dal ben poco rilevante contenuto. Il nostro consiglio? Passate oltre. La sera, siamo stati gentilmente invitati a cena dalla cognata di Prabhu perché i figli che erano in visita in città avevano piacere di conoscerci. Non sto scherzando. Abbiamo avuto l’opportunità di essere ospiti di una famiglia indiana che ci ha trattato con tutti gli onori e ci ha fatto sentire come a casa. Come se già ciò non fosse abbastanza, quattro meravigliose matrone e la dolce figlia di Prabhu mi hanno fatto indossare dei loro abiti tipici facendomi sentire una principessa indiana (più precisamente una Maharani) per una sera…

GIORNI 9 E 10: PUSHKAR

I successivi due giorni li abbiamo trascorsi nel relax di Pushkar, graziosa e tranquilla cittadina sul lago, ritenuta sacra perché nata dalla volontà di Brahma che creò il lago facendovi cadere un fiore di loto. Perfetta per ritemprarmi dal violento raffreddamento che mi ha colto e per fare acquisti: venditori non assillanti come in altre città, ottimi prezzi e tanta scelta.

GIORNI 11 E 12: JAIPUR

Archiviati il raffreddore e la “questione” souvenir, ci siamo quindi diretti a Jaipur, la città rosa. Grazioso il City Palace, ma le stanze più belle sono sicuramente quelle che si trovano nell’ala del palazzo in cui vive ancora oggi il Maharajà, accessibili ad un prezzo davvero esorbitante: 3000 rupie a testa (per intenderci quasi 40 euro). Noi abbiamo desistito.

A tal proposito, in India esistono due diversi prezzi di ingresso per le attrazioni turistiche: uno per gli indiani (bassissimo) ed uno per i turisti, decisamente più alto, talvolta davvero troppo. Negli ultimi anni questi prezzi sonno talvolta più che raddoppiati come abbiamo potuto appurare confrontandoli con quelli segnalati nella nostra Lonely Planet del 2016.

Davvero bello l’Amber Fort, molto turistica la salita sugli elefanti che noi abbiamo fatto… carina ma niente di che, soprattutto ci ha infastidito l’insistenza dei conducenti per ottenere continue ed ulteriori mance, anche solo per scattarci una foto… La vista dall’Amber Fort è spettacolare e passeggiarvi all’interno è stato un vero piacere.

Splendida la vista anche dal vicino Jaigarh Fort. Incredibile il passaggio dal deserto di pochi giorni prima alla distesa verde del distretto di Jaipur.

GIORNI 13 E 14: AGRA

Nella strada verso Agra ci siamo fermati al Monkey Temple. Divertenti le scimmie che si avvicinano per mangiare, anche se con un paio di loro ho avuto i miei battibecchi che si sono tradotti in una tirata di capelli (i miei) da parte loro J

Molto bello il tempio con la sua decadenza e la sua collocazione incastonata tra le montagne, da non perdere. Bella anche Fatehpur Sikri, così come il suggestivo pozzo di Abhaneri. L’unica pecca per noi a Fatehpur è stata l’indescrivibile insistenza di venditori e guide, ad un certo punto abbiamo mollato la visita perché veramente esausti e sopraffatti.

D’altronde, anche questa è l’India. A tal proposito, bisogna farci il callo… noi siamo stranieri e ricchi per cui veniamo irrimediabilmente e continuamente accerchiati da venditori, guide più o meno ufficiali e questuanti… meglio abituarcisi.

Giunti nel tardo pomeriggio ad Agra, è stato quindi il momento di accomiatarci dal nostro Mahaveer. È stato un fantastico compagno di viaggio e di chiacchierate, sempre discreto e disponibile e, cosa di non poco conto, non ha mai insistito per portarci dai negozi da cui trarre commissioni. Gli devo anche l’aver appreso qualche simpatica parola di hindi J

L’indomani sveglia all’alba per vedere il Taj Mahal. Per lui non ci sono parole, è meraviglioso in foto e non delude di persona. Lo contempleresti per ore, splendido. Merita decisamente anche il Forte di Agra, purtroppo offuscato dalla presenza del Taj, ma realmente bello. Qui è stato particolarmente divertente fare foto con tanti locali in visita, come noi, al forte. Piccola annotazione, gli indiani hanno piacere di fare foto con gli stranieri (soprattutto con le donne), per cui non vi stupite se vi verrà fatta più volte questa richiesta. Io l’ho trovato divertente e mi sono sempre prestata molto volentieri.

GIORNI 15 -17: LUCKNOW E VARANASI

Lucknow (capitale dell’Uttar Pradesh) per noi è stata solo la tappa per spezzare il lungo viaggio verso Varanasi. Eravamo troppo stanchi lì per andare in giro ed abbiamo ben pensato di riposare. Il viaggio in treno è decisamente un’esperienza… affollati, lenti, brulicanti di vita, nonostante i considerevoli ritardi hanno però fatto il loro dovere. Affascinanti. I due giorni a Varanasi sono stati quelli più shockanti in assoluto. Varansi è un teatro a cielo aperto della miseria umana ed al contempo è il luogo più spirituale dell’India. Ha dell’incredibile la convivenza tra il misticismo e la brutalità della vita che pulsa in ogni angolo della città. Stradine strette, sporche, soffocanti, piene di vita e di morte. Tutto a Varanasi sa di religione e fumo, come la visita ai crematori del Manikarnika Ghat ti ricorda in maniera cruda e violenta. La cerimonia del Ganga Aarti al tramonto, le abluzioni del mattino, i cori dei fedeli che pregano e poi i tanti mendicanti, i venditori che urlano, i barcaioli che ti propongono giri in barca o posti in prima fila per il Ganga Aarti (quando siamo andati noi il Gange era troppo alto e non navigabile, per cui l’Aarti si è tenuto su un tetto ed era visibile dalle barche ormeggiate, prontamente attrezzate con sedie dai barcaioli), Varansi ti coinvolge e sconvolge, la ami o la odi, ma di sicuro non ti lascia indifferente.

GIORNI 18-20: DELHI E MOSCA

Da Varanasi siamo volati con un volo interno verso Delhi per l’ultima parte del nostro viaggio. L’ultimo giorno a Delhi, causa pioggia e stanchezza, lo abbiamo passato a fare shopping in giro per i mercati cittadini, prima di salutare l’India con un’ultima deliziosa cena indiana. Con l’amaro in bocca, un po’ di nostalgia, ma tantissima gioia per l’esperienza vissuta, la notte del nostro diciannovesimo giorno abbiamo preso l’aereo verso casa facendo uno scalo a Mosca di 23 h. Infatti, siamo atterrati in città alle 9.00 del mattino per ripartire alle 8 del giorno dopo. Giunti con il comodissimo Aeroexpress alla fermata Belorusskaya, abbiamo fatto il check-in presso l’hotel prenotato sito nella stazione stessa e poi siamo andati in giro per la città. Mosca è stata una sorpresa inattesa, al di là della splendida Piazza Rossa, abbiamo scoperto una città bella, moderna, pulita, ordinata, viva e frizzante. Noi, oltre alla piazza e ad una passeggiata nella bella Arbat Street, abbiamo deciso di visitare le chiese del Cremlino, che ci sono immensamente piaciute, prima di goderci un’ottima cena al Russian Pub. Tornare a casa dopo tre settimane così intense è stato straniante… l’India ti entra dentro e ti sconvolge e credo che sia proprio questa la sua magia. E niente, poi non ne puoi più fare a meno e noi siamo ben certi che torneremo per visitare il sud.

Namastè India.

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Varansi, aspettando il Ganga Aarti

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Pushkar

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cammellata nel deserto

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Varansi, abluzioni nel Gange

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Monkey Temple

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Amber Fort

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Jaisalmer

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Mehrangarh Fort

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Ospiti a cena

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Thali



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