Le perle dell’India del Nord

Tour organizzato: Delhi, Jaipur, Pushakar, Agra, Orchha, Khajuraho, Varanasi, Delhi in tour... organizzato
Scritto da: steber
le perle dell'india del nord
Partenza il: 01/11/2014
Ritorno il: 11/11/2014
Viaggiatori: 2
Spesa: 3000 €
All’inizio dell’anno ho letto un articolo sulle pagine di una rivista di viaggi che stilava la classifica dei tre luoghi imperdibili del mondo: Perù, Cambogia ed India. Visitati i primi due, non resta che chiudere il cerchio e partire per l’India. Mi sono affidato ad un noto Tour Operator per l’organizzazione del tour, il viaggio prevede 10 giorni tra le perle del Nord dell’India.

SABATO 1 NOVEMBRE 2014 MILANO MALPENSA-ROMA-DELHI – NOTTE IN AEREO

Dopo aver parcheggiato l’auto al P1 (55 euro) ed aver percorso a piedi in 10 minuti la passerella di collegamento all’aeroporto, arrivo al check in alle ore 17.00 in perfetto orario per le procedure d’imbarco. Il volo schedulato alle ore 20, parte con mezzora di ritardo ed effettua uno scalo tecnico a Roma. L’Air India appare un’ottima compagnia, l’aeromobile è recente e mantenuto in ottimo stato, peccato per la scarsa pulizia dei locali.

DOMENICA 2 NOVEMBRE 2014 DELHI

Una guida aspetta ci aspetta all’uscita dell’aeroporto per il trasferimento all’Hotel The Suryaa. L’hotel è abbastanza curato e il personale è gentile. La camera moderna è spaziosa, pulita ed accogliente con un comodo letto a tre piazze. L’ultima notte del tour dormiremo ancora in questo hotel. La qualità dei pasti e delle colazioni è decisamente buona rispetto alle altre soluzioni che ci verranno proposte durante l’itinerario.

Pranzo in hotel e si parte per un piccolo tour. Prima sosta al cenerario di Gandhi, se non fosse per la caratura del Mahatma, non meriterebbe una visita. Secondo stop all’imponente moschea del venerdì dalla quale si può ammirare il Forte Rosso. La Jami Masjid in arenaria e marmo è la più grande moschea del paese. L’interno della moschea è grigio e spoglio. L’enorme cortile può contenere 20.000 persone per la preghiera del venerdì. Ultima fermata al tempio Sikh, mentre il sole sta tramontando.

Per accedere al tempio Sikh gli uomini devono indossare il turbante, che gentilmente viene messo a disposizione all’ingresso del complesso. L’atmosfera è suggestiva, l’interno del tempio brulica di fedeli, è in corso una funzione alla quale riusciamo a partecipare. Al centro del complesso trova naturale collocazione un laghetto, fondamentale per i riti purificatori. Un enorme edificio contiene una mensa che distribuisce pasti gratuiti ai bisognosi ed un’enorme cucina nella quale decine di volontari si prodigano nella preparazione dei pasti. Rientro in hotel. Per cena veniamo portati in un ristorante “fuori porta” il Park Balluchi. Un ristorante tipico indiano, forse troppo tipico per i miei gusti. Ci vengono servite diverse pietanze molto speziate e piccanti, non amando il genere non riesco ad apprezzare la cucina. Il locale è carino e il personale gentile, staff in difficoltà quando una signora del gruppo chiede una bottiglietta di Perrier!

LUNEDI’ 3 NOVEMBRE 2014 DELHI – JAIPUR 250 KM

Partenza in bus dall’hotel alle ore 7.15, dopo circa 7 ore di viaggio arriviamo all’hotel Ramada – Govind Marg Raja Park – di Jaipur. Hotel moderno, camere ampie e pulite, discreto ristorante a buffet con personale cortese. Il wi fi è disponibile a pagamento, come in tutti gli hotel dove abbiamo soggiornato.

Pranzo in hotel a base di ottimi noodles (1055 rupie per due), alle 15 partenza in bus per un breve tour di Jaipur, la città rosa. Passeggiamo per le caotiche vie del centro, un labirinto di bazar e opulenti palazzi. Qui l’antico folclore vive accanto al progresso, infatti sulle strade auto e motocicli sfrecciano veloci – impresa difficile attraversare le carreggiate – accanto a mucche e cammelli; anziani con variopinti turbanti si mescolano a giovani in jeans. Entriamo nel più grande e meglio conservato Osservatorio Astronomico fatto costruire da Sawi Man Sigh II. Edificato tra il 1728 e il 1734 è composto da 16 strumenti simili ad enormi composizioni scultoree moderne. Le costruzioni hanno le più svariate funzioni: prevedono il clima dei mesi estivi; la data, durata ed intensità dei monsoni; calcolano l’ora; calcolano l’angolo di stelle e pianeti dall’equatore… e molte altre attività. Curiosi i manufatti che rappresentano i segni zodiacali, ognuno potrà farsi fotografare davanti al proprio simbolo, questi strumenti unici nel suo genere erano utilizzati dagli astrologi per redigere gli oroscopi. La visita non mi entusiasma se non per le dimensioni e le specifiche funzioni degli strumenti, sembra di visitare una mostra di sculture di arte moderna. Entriamo al famoso City Palace una fusione di architetture rajput e moghul. La prima impressione è di essere entrati nel settore indiano di Gardaland, sembra tutto finto, costruito di recente. Unica parte visitabile del palazzo un piccolo museo che contiene tra i vari oggetti dipinti in miniatura, tappeti, abiti regali, strumenti musicali ed armi. La parte più interessante e suggestiva è il Pritam Chowk, la corte dell’amato dove quattro splendidi portali, che rappresentano le stagioni, regalano qualche emozione. La visita è rapida, non potendo entrare nel palazzo è possibile solo visitare i cortili e vedere le due enormi urne d’argento, le più grandi al mondo, che contennero l’acqua del Gange per la visita di Singh II a Londra nel 1901. Da non perdere la sala delle udienze, un’enorme salone riccamente decorato. La visita della città è stata troppo veloce, non abbiamo visita altre attrazioni, ma veniamo portati in un negozio di souvenir – naturalmente convenzionato con il tour operator – dove perderemo più di un’ora. Non sarà l’unica volta in cui il tempo che potrebbe essere utilizzato per vivere i monumenti verrà dirottato verso negozi convenzionati, sacrificando tempo prezioso alle visite.

Rientriamo in hotel alle 20 per la cena ed il pernottamento.

MARTEDI’ 4 NOVEMBRE 2014 JAIPUR – PUSKAR – JAIPUR 140 KM

La fiera di Puskar è un must, imperdibile a sentire i consigli degli agenti viaggio, quindi abbiamo prenotato il viaggio includendo questa meta e… ci siamo rimasti dentro! Sveglia alle ore 6.30, colazione e partenza alle ore 7.30. Le strade indiane sono un disastro: strette e piene di buche, anche brevi distanze dilatano i tempi di percorrenza in modo esponenziale. Arriviamo a Puskar alle 11.30, raggiungiamo la fiera a bordo di jeep. Saliamo a gruppi di 4 sopra caratteristici carri con ruote recuperate da vecchi aerei trainati da cammelli, anzi dromedari ed iniziamo il tour. Immaginavamo tribù vestite con i tradizionali vestiti portare il bestiame a quello che è da sempre il più grande mercato della regione, invece restiamo delusi, una vasta steppa con recinti contenenti alcuni esemplari di cammelli e cavalli, gli allevatori abbigliati in modo comune. In quaranta minuti attraversiamo la parte della fiera riservata al bestiame, senza stupore. Unico fatto curioso un indiano che scaglia una grossa pietra all’indirizzo di una tranquilla mucca, che con un colpo di reni fortunatamente riesce ad evitare la collisione. Attraversiamo la zona della fiera dedicata al bazar, fiumi di persone affollano le strette vie della cittadina, curiosando tra le bancarelle. Scorriamo il mercato troppo rapidamente per poter dare un’occhiata alle mercanzie, facciamo una sosta al tempio di Brahama. Questo luogo di culto è uno dei pochi templi in India dedicati a questa divinità. All’ingresso del tempio il gruppo viene diviso in maschi e femmine, a parere della guida per evitare che gli uomini possano “toccare” le donne. Il tempio è affollato, mi faccio guidare dalla corrente di fedeli e visito l’interno di questo luogo particolare. L’interno è suggestivo i fedeli sono intenti a svolgere riti sacri, offrono cibo e fiori arancioni nelle diverse cappelle del tempio, l’atmosfera è di festa. Per entrare nei templi è necessario togliersi le scarpe. La visita prosegue fino ad uno dei 52 Ghat, una delle scalinate sul lago, dove i pellegrini si lavano per purificarsi dai peccati e guadagnarsi un posto in paradiso. Mi lascio imbonire da un santone e mi siedo sul suo tappeto a recitare un mantra benaugurante, con 300 rupie mi auguro di aver “comprato” un granello di fortuna. Torniamo per il pranzo in un enorme hotel alla periferia di Puskar. Tovaglioli e piatti sporchi e cibo “discutibile”. Alle 16 risaliamo sul bus in direzione Jaipur. Arrivo in hotel alle 19.15. Cena e pernottamento.

MERCOLEDI’ 5 NOVEMBRE 2014 JAIPUR – FORTE AMBER – CHOMU 70 KM

Sveglia all’alba alle 6.30 e partenza alle 7.30. Sosta fotografica – sempre di corsa – davanti al meraviglioso Palazzo dei Venti, che avrebbe meritato una visita più accurata anche degli interni, e si riparte in direzione del Forte di Amber. Il colpo d’occhio dai piedi della collina mostra il Forte in tutto il suo splendore, mentre si riflette nelle acque azzurre del laghetto sottostante. Un tuffo nel passato la salita a dorso di elefante (n. 65) al Forte. La temperatura è piacevole, abbondantemente sopra i 25 gradi, ci facciamo cullare dal dondolio del pachiderma e ammiriamo il magnifico panorama, mentre l’elefante passo dopo passo dolcemente guadagna l’enorme portale del palazzo-fortezza. Con un salto atterriamo sopra un terrapieno all’interno del cortile principale. Offriamo un paio di banane al nostro nuovo amico, che flettendo la proboscide in un sol boccone inghiotte la frutta, quasi sorridendo. Sul crinale della montagna sono visibili i resti del Jaigarb Fort, che completano questo quadro d’autore. La sala più suggestiva è la Jas Mandir, utilizzata per le udienze private, ha un caratteristico soffitto floreale con rilievi in alabastro ed inserti in vetro. Ammiriamo la Ganesh Pol, la splendente porta che protegge un curatissimo giardino interno. La vista panoramica dai bastioni del Forte è mozzafiato, si possono osservare i meravigliosi giardini costruiti in mezzo al Maota Lake, che devono il nome ai rari fiori di zafferano un tempo coltivati in aiuole a forma di stella. Inoltre, si contempla dall’alto la fila indiana di elefanti con a bordo i numerosi turisti che si avventurano verso il Forte. Anche oggi la visita sarà rapida, ci attende un negozio di tappeti, nel quale “perderemo” un paio d’ore. Nel pomeriggio arriviamo a Chomu, un paesino isolato, alloggeremo al Chomu Palace. Nel paesino regna il caos, traffico, animali vaganti, bancarelle e montagne di rifiuti, ma al di là delle mura dell’antico palazzo nobiliare di Chomu spunta un’oasi di tranquillità, una meravigliosa antica residenza. La suddivisione in caste dell’India è richiamata nelle camere, alcune sono da mille e una notte, veri e propri appartamenti con bagni dalla metratura esagerata, altre molto confortevoli ma decisamente più modeste. Il fattore fortuna gioca sempre un ruolo essenziale, come nella vita. L’ambientazione è molto suggestiva da grandi eventi, viaggi di nozze, feste, matrimoni, primi baci…

Usciamo all’esterno per un breve tour del paese, girovagando tra le bancarelle. Il villaggio offre un intenso scorcio della vita degli abitanti di questo luogo. La povertà è endemica, molte persone sono costrette a vivere per la strada, che diventa attività economica, bancarella, letto e toilette. Mucche, maiali, cani allo stato brado e montagne di rifiuti ovunque.

I servizi dell’hotel non sono all’altezza dell’opulenza del palazzo, il centro benessere è in stato di abbandono; alcuni compagni di viaggio decidono di fare un massaggio che non verrà apprezzato.

La cena si svolte nel cortile interno del palazzo, atmosfera è favolosa: tavoli apparecchiati con cura e spettacolo danzante. Peccato per la cena a buffet, poche pietanze dal gusto discutibile. Il clima è di festa, brindo in compagnia dei miei nuovi amici al proseguimento della vacanza.

GIOVEDI’ 6 NOVEMBRE 2014 CHOMU – ABHANERI – AGRA 230 KM

La colazione si tiene nello splendido salone dei banchetti, situazione incantevole, peccato per la qualità del cibo appena sufficiente.

Prima sosta della giornata al suggestivo palazzo pozzo di Abhaneri, chiamato in questo modo perché l’acqua nel laghetto al centro della struttura può essere raggiunta scendendo una scalinata. Dell’antico palazzo restano alcuni le vestigia ben conservate. Il pozzo è profondo 35 metri e ha circa 3500 scalini disposti su tredici grandi scalinate. Sopra il tetto trovano naturale collocazione piccioni e pappagalli colorati. Una graziosa tappa per spezzare il lungo viaggio verso il Taj Mahal. Visitiamo anche un piccolo tempio situato sul lato opposto della strada.

Dal finestrino vedo scorrere la campagna indiana, l’aridità del Rajasthan lascia spazio alle più svariate coltivazioni, attraversiamo fiumi e palmeti, la natura appare rigogliosa.

Non vedo l’ora di trovarmi al cospetto di una delle sette meraviglie del mondo moderno, ho grandi aspettative.

Il Taj Mahal è un monumento all’amore voluto dal V imperatore Moghul Shah Jahan per commemorare l’amata moglie e rendere il loro amore immortale. Una guida getta un’ombra sulla vicenda, sembra che nel mausoleo siano inumate anche le concubine dell’imperatore!

Arriviamo nel pomeriggio, i raggi solari sono scemati e il mausoleo è tinto di rosa, colore che lo rende fiabesco, quasi evanescente.

Mi fermo appena varcato il portale d’ingresso ad ammirare il riflesso del complesso nella fontana dei loti, che deve il suo nome alle direzione degli zampilli. Nel marmo bianco sono abilmente incastonate pietre semipreziose che creano intricati disegni floreali, ispirati al giardino del paradiso e alcuni versi del corano.

La cupola alta 44 metri e i 4 minareti alti 40 metri che incorniciano il complesso contribuiscono a rendere unico uno dei monumenti più visitati al mondo.

Questo è il luogo giusto per sentirsi VIP! Il complesso è affollato di turisti indiani, che continuamente ci fermano per scattare delle foto insieme a noi, paese che vai, usanza che trovi.

L’interno del Taj Mahal è splendido, la grata di marmo a protezione delle tombe è un’opera d’arte d’immenso valore, simile a filigrana e costituita da un unico blocco di marmo traforato. L’atmosfera è offuscata dai guardiani che per velocizzare la visita, ci urlano nelle orecchi: move, continuando a soffiare nel fischietto. Restiamo in questo luogo meraviglioso solo un’ora e quindici minuti, naturalmente finita la visita ci attende il solito negozio di souvenir. Vorrei sedermi ad ammirare questo monumento senza tempo, accarezzare dolcemente il marmo con lo sguardo e coglierne l’essenza. La sola visita al Taj Mahal vale il viaggio.

L’hotel Jay Pee Palace ci ospiterà per la notte. Hotel immenso inaugurato da poco, moderno, pulito, personale attento e gentile. Ristorante dal design lineare, confortevole con diverse pietanze di qualità a disposizione. Camere ottimamente rifinite e pulite.

VENEREDI’ 7 NOVEMBRE 2014 AGRA – FATEHPUR SIKRI – AGRA 70 KM

Dopo un’abbondante colazione partenza per visitare il Forte Rosso di Agra. L’imponente edificio, rosso, posto sulla riva occidentale del fiume Yamana fu fatto costruire dall’imperatore Akbar verso il 1565. I grandiosi bastioni di arenaria rossa formano una mezzaluna nella quale sono contenute diverse strutture. Ogni cortile all’interno del Forte riserva una sorpresa, ogni chiostro è stato costruito in epoche diverse, quindi ognuno fa brillare ai raggi del sole il suo stile. Da non perdere i porticati del Diwan I Am, la sala delle udienze pubbliche dell’imperatore. Dal bastione del Forte, che guarda il fiume, è possibile scorgere la sagoma del Taj Mahal, una leggera nebbia rende il panorama sfocato. In questa zona è possibile vedere la torre nella quale fu imprigionato l’ideatore del Taj Mahal. Il figlio dell’imperatore fece imprigionare il padre che voleva costruire un altro mausoleo identico al Taj Mahal in marmo nero dall’altra parte del fiume Yamana, eventualità che avrebbe mandato in bancarotta le finanze del regno. Il Forte merita una visita accurata, l’interno è ricco di tesori ben conservati.

Seconda sosta al “mini Taj Mahal”, il mausoleo di Etimad ud Daula, uno scrigno di gioielli in marmo. E’ una piccola tomba giardino, in miniatura rispetto al Taj Mahal, molto simile a quest’ultimo, ma senza la maestosa cupola. L’edificio è quadrato disposto su due livelli, agli angoli si stagliano i 4 minareti. La struttura, più antica del Taj Mahal, è un vero capolavoro le superfici levigate di marmo bianco sono ricamate da intarsi in pietra, qui usati per la prima volta nell’architettura Moghul. Da visitare la sala della tomba con il particolare soffitto in stucco cesellato; le tombe in marmo giallo sembrano intagliate nel legno. Dopo il pranzo in hotel partenza per la città fantasma di Fatehper Sikri, arrivo a destinazione nel tardo pomeriggio. La città è stata edificata dal più grande imperatore Moghul, Akbar tra il 1571 e il 1585. È il tipico esempio di città fortificata Moghul, l’architettura è un mix di stili indù ed islamico. Tutti gli edifici sono costruiti in arenaria rossa e con il scemare della luce solare la città assume un aspetto fiabesco. Giriamo per le aree private dell’imperatore e per le zone pubbliche, ammirando l’ottimo stato di conservazione del sito. Da non perdere la colonna nel Diwan i Khas, l’asse centrare della corte di Akbar, sostenuto da mensole scolpite nell’arenaria rossa. Da questa posizione privilegiata l’imperatore dava ordini ai suoi ministri. Un’altra perla è il Turkish Sultana’s House, dove si possono ammirare splendidi pannelli finemente scolpiti nell’arenaria, quasi da far sembrare legno la pietra. La visita è rapida, dispiace non potersi perdere per le strade di questa città abbandonata e aspettare il tramonto. La città è suggestiva, merita una visita accurata. Rientro in hotel per la cena ed il pernottamento.

SABATO 8 NOVEMBRE 2014 AGRA – ORCHHA – KHAJURAHO – TRENO E BUS

Al mattino presto trasferimento in stazione. Saliamo sul treno per Orchha. Il mezzo di trasporto versa in condizioni discrete e la pulizia del convoglio è accettabile. Trascorse un paio d’ore arriviamo alla stazione di Orchha, dove è in attesa un bus per condurci nella zona centrale del paese. Orchha mi affascina, potrebbe essere un set cinematografico nel quale si sta girando una puntata di Sandokan, non mi stupirei di vedere Yanez de Gomera salutare i turisti da una delle torri del Jahangir Mahal. Orchha è stata edificata in una posizione incantevole, su un’isola rocciosa all’interno del fiume Betwa. La città versa in stato di abbandono, ciò che rimane sono palazzi in rovina, padiglioni, mura e portali, ma la visione d’insieme è decisamente suggestiva. Il palazzo di maggior pregio è il Jahangir Mahal, costruito in onore dell’imperatore Moghul omonimo dal re Bir Singh Deo. L’edificio è un eccellente esempio di architettura rajput Bundela, edificato in arenaria rossa su tre livelli, conta 132 stanze ed è decorato con maioliche di lapislazzuli, inoltre all’interno dei cortili è possibile ammirare i chiostri finemente scolpiti. La visita è breve, non c’è tempo per visitare i meravigliosi templi palazzo e cenotafi che si stagliano imponenti nel centro del paese. Dopo pranzo si parte in direzione Khajuraho (4 ore e mezza). Alloggiamo all’hotel Khajuraho. Struttura vintage che ha visto anni migliori, camera sottotono, arredamento da sostituire al più presto. Rachele, una compagnia di viaggio compie gli anni, il personale della sala da pranzo ci aiuta ad organizzare una festa a sorpresa preparando una deliziosa torta con tanto di candeline. Staff dell’hotel promosso a pieni voti.

DOMENICA 9 NOVEMBRE 2014 KHAJURAHO – VARANASI TRASFERIMENTO AEREO (1 ora)

Mattinata dedicata alla visita dei famosi templi: quelli occidentali induisti, noti per le sculture erotiche e un tempio jainista nel quale non entreremo. I templi strabiliano, degnamente inseriti nella lista Unesco. I templi sono stati costruiti tra il IX e il X secolo sotto la dinastia Chandela. Il più straordinario è il tempio Kandariya Mahadev, che rappresenta l’apice dell’arte e dell’architettura dei templi del nord dell’india. Credevo che i templi visitati in Cambogia ad Angor fossero il non plus ultra, invece questo tempio è un’opera d’arte che lascia letteralmente “a bocca aperta”. Il tempio è inserito in un parco perfettamente curato, sbalordiscono le sue dimensioni, la sua composizione complessa, ma allo stesso tempo armoniosa, in particolare si resta rapiti davanti alle raffinate decorazioni scultoree. Il tempio non ha spazi liberi, è ricoperto da circa 800 sculture che rappresentano divinità, animali, guerrieri e sensuali figure femminili e naturalmente le scene erotiche che hanno reso questi luoghi di culto celebri in tutto il mondo. Mi affascina la guglia principale alta 30 metri, circondata da 84 guglie, quasi da formare l’immagine di una catena montuosa. I turisti all’interno dell’area si contano sulle dita di una mano, l’atmosfera di pace e serenità rende la visita indimenticabile. Transfer in aereo per Varanasi. Dopo un’ora circa di volo atterriamo a Varanasi. Simonetta, la mia compagna di viaggio, preparatissima sui luoghi da visitare, chiede alla guida la possibilità di raggiungere un Ghat sul Gange per assistere alla cerimonia serale dei Bramini. Il gruppo accetta la proposta e la guida con 15 euro ci organizza l’escursione. Sistemati i bagagli nelle nostre camere all’hotel Clarks ripartiamo in bus verso il Gange. La struttura dell’hotel è decisamente vecchia, probabilmente una decina di anni fa era splendente, ma ora appaiono evidenti i segni lasciati della polvere del tempo. La camera seppur spaziosa ha i mobili datati. La qualità del cibo non mi soddisfa.

Il bus ci lascia in una via centrale caotica, fumi di persone, macchine e motorini corrono veloci in direzione del Gange. Proseguiamo a gruppi di due a bordo di risciò, arrivati in prossimità del grande fiume proseguiamo tra la folla a piedi. La strada è traboccante di ogni tipo di veicolo a pedali, a motore, di animali allo stato brado, di poveri, di bancarelle, di venditori ambulanti ovunque si posi il nostro sguardo è una continua sorpresa. Ogni sera al tramonto i bramini danzano tenendo in mano delle sculture di luce, mentre centinaia di persone assistono alla cerimonia da terra e dal fiume, affidando alla madre Ganga delle candele che rappresentano i propri sogni. Ci sediamo sui gradini del Ghat in mezzo a tantissime persone ad assistere al rito, in questo luogo respiriamo uno scorcio di autentica India. A malincuore sono costretto a rientrare in hotel prima della fine della cerimonia.

LUNEDI’ 10 NOVEMBRE 2014 VARANASI – DELHI TRASFERIMENTO AEREO (1 ora e mezza)

Sveglia prima dell’alba per raggiungere il Gange e dal fiume assistere ai rituali di purificazione ed alle offerte al sole nascente dei pellegrini. Varanasi si estende sulla riva occidentale del Gange, è la prima città santa degli indù. Le scalinate in riva al Gange, i Ghat, sono circa 90 ed occupano una superficie di circa 6 chilometri, dalla barca si ha un punto di osservazione privilegiato sulla riva del fiume. I numerosi Ghat affiancati da templi, santuari, palazzi nobiliari rappresentano l’infinito ciclo delle pratiche indù, ogni Ghat ha una propria peculiarità. Accendiamo le nostre candele e le offriamo alla madre Ganga, sperando che il nostro sogno più intimo si possa realizzare. I primi raggi illuminano la riva occidentale del Gange, l’atmosfera è surreale, quasi un quadro di Dalì, i Ghat e gli edifici che si riflettono sull’acqua hanno qualcosa di fatato, un piccolo presepe. Le persone sono occupate a svolgere le loro attività quotidiane: lavano i panni, le lenzuola degli alberghi, praticano yoga, offrono fiori e fanno il bagno rituale. Navigando sulle acque calme del Gange arriviamo davanti alla zona delle pire funerarie, che bruciano notte e giorno su questo Ghat riservato alle cremazioni. Infatti, varie pire stanno ultimando la loro funzione, vediamo resti di legna e forse di corpi ardere. Scendiamo dalla barca e ci avventuriamo, seguendo la guida per gli stretti vicoli di Varanasi. Girovaghiamo seguendo la nostra guida per i viottoli, ma non riusciamo a vedere nulla di particolare, saltiamo la visita al Tempio d’Oro e della Moschea di Aurangzeb, a parere della guida la fila per le visite sarebbe stata di ore. Trasferimento in aeroporto e volo per Delhi. Durante il tragitto in bus la nostra attenzione viene catturata dal portapacchi di un’auto in transito, adagiato sulle sbarre metalliche trova ricovero un defunto avvolto in un sudario arancione. A Delhi saremo ancora ospiti del Hotel The Suryaa.

MARTEDI’ 11 NOVEMBRE 2014 DELHI

Prima colazione in hotel e partenza in bus per visitare il sito di Sarnath, città sacra per i buddisti. Buddha nel 528 a.c. predicò il suo primo sermone dopo aver raggiunto l’illuminazione in questo luogo. Nel parco si trovano le fondamenta dell’antica città e l’imponente stupa costruita dall’imperatore Ashoka per conservare le reliquie del Buddha. Interessante il museo archeologico, che contiene una vasta collezione di manufatti buddisti, da vedere la statua raffigurante Buddha considerata la più fine rappresentazione in pietra dell’illuminato. Inoltre, il pezzo forte della collezione è il capitello a forma di leone in arenaria levigata riprodotto sulla bandiera indiana. Visitiamo un caratteristico tempio buddista; da non perdere l’interno con pregevoli affreschi che rappresentano la vita del Buddha. Non riusciamo ad apprezzare a pieno questa metropoli, visitiamo pochi luoghi e saltiamo in toto la parte antica di Delhi, forse il luogo più autentico della città. Ultimo stop al complesso del Qutb Minar. La torre di questa moschea è la più alta del Paese, segna il sito del primo regno musulmano nell’India del nord, fondato nel 1193. La moschea è un puzzle di due stili: indù ed islamico, che rendono la struttura incantevole, nonostante la polvere del tempo. L’edificio sacro si trova all’interno del Mehrauli Archeological Park, che nonostante il tempo a disposizione, non visiteremo. Trasferimento in aeroporto e arrivo a Milano.

CLASSIFICA DEGLI IMPERDIBILI

1) Taj Mahal

2) Tempio Kandariya Mahadev Khajurhao

3) Navigazione all’alba sul Gange a Varanasi

NOTE DOLENTI

Visite ai luoghi troppo frettolose ed incomplete. Troppe soste e troppo tempo passato in negozi convenzionati.

CONSIDERAZIONI

Tiziano Terzani reporter e scrittore innamorato dell’oriente definiva l’India come l’origine di tutto, il punto di partenza di tutto… l’India è ancora un paese dove il divino è nella quotidianità della gente, nei gesti. Durante questo tour non sono riuscito ad entrare nell’atmosfera locale, non mi sono emozionato come è accaduto in altre parti del mondo, forse per le aspettative troppo alte o per aver solo sfiorato la quotidianità delle persone. La premessa non deve scoraggiare ad intraprendere un viaggio in questo meraviglioso paese, la soluzione migliore è organizzare un tour in autonomia per assaporare le bellezze che questa terra ha da offrire senza fretta. Va detto che alcuni luoghi mi hanno incantato, vedi la classifica degli imperdibili. Non ho avuto la possibilità di muovermi in modo autonomo, ma ho avuto l’impressione che le città siano sicure e tranquille, quindi non ci sono problemi ad organizzare un viaggio senza l’assistenza di un tour operator. Abbiamo incontrato turisti con autisti privati che facevano il nostro stesso itinerario. Gli spostamenti via terra sono difficoltosi e lunghi, viste le strade spesso dissestate con tratti non asfaltati. Il clima in questo periodo è ottimo, maglietta e bermuda.

PREZZI

Costo del pacchetto 2.200 euro. Ovunque è possibile cambiare euro in rupie: aeroporto, hotel, uffici cambi e prelevare con il bancomat o carta di credito.

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gruppo

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Palazzo di Orchha

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Candele Varanasi

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vista dei Ghat di Varanasi

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pire a Varanasi

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Khajurhao

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Mausoleo di Etimad ud Daula

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forte rosso Agra

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Amber Fort

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Fiabesco Taj Mahal



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