Alla scoperta dell’Artigianato in Rajasthan

Un po' peculiare come viaggio ed in realtà scoperto per lavoro volto ad aiutare la riduzione della povertà in queste zone. Il Rajasthan è molto interessante ed ha tra i più bei palazzi dell'India, le persone sono gentilissime ed piuttosto budget come destinazione. L'itinerario che ho fatto è sicuramente non turistico, ma direi ideale come...
Scritto da: Silvia G. 4
alla scoperta dell'artigianato in rajasthan
Partenza il: 22/02/2005
Ritorno il: 03/03/2005
Viaggiatori: in gruppo
Spesa: 1000 €
Un po’ peculiare come viaggio ed in realtà scoperto per lavoro volto ad aiutare la riduzione della povertà in queste zone.

Il Rajasthan è molto interessante ed ha tra i più bei palazzi dell’India, le persone sono gentilissime ed piuttosto budget come destinazione. L’itinerario che ho fatto è sicuramente non turistico, ma direi ideale come vacanza alternativa, con spunti etici e solidali, infatti potrete anche avere l’occasione di supportare villaggi di artigiani rajasthani, acquistando direttamente i loro splendidi prodotti di artigianato. Dopo l’arrivo a Delhi, salvo non si voglia stare un po’ in questa iper-caotica metropoli, consiglio di partire subito per Jaipur (Una Toyota Qualis con autista è circa 150 USD… Ma i bus delux costano molto meno e sono molto confortevoli).

A Jaipur, se volete un albergo pulito, poco costoso e pieno di tutte le attenzioni ma in stile indiano-jain (libreria, ristorante vegetariano, internet point, etc.) allora cercate di andare all’Arias Nywas. Vi sentirete a casa! Dedicate almeno due giorni a Jaipur, la città rosa con i suoi palazzi, mercati, e specchi d’acqua tra le aride colline. E non mancate la splendida Amer a pochi chilometri dal centro! Ad Amer potete visitare il nuovissimo Museo Anoki dedicato alla tradizione della stampa sui tessuti (cose meravigliose!).

Partendo da Jaipur, andando verso sud, troverete la città di Bundi, azzurra e famosa per l’artigianato dedicato alla lavorazione delle gemme. Tonk, invece è un distretto in cui fabbricano oggetti oggetti e tappeti in “namda”, il feltro.

Arrivate poi a Kota, ma per trovare le tessitrici con i loro splendidi telai di legno che tessono coloratissimi sari in seta e cotone con fili d’oro e d’argento (il tessuto si chiama “kota doria” dovete andare verso Baran. Tra queste due zone ci sono villaggi ancora ben lontani dai circuiti turistici, ma indimenticabili. Io ricordo Kaithun e per gli acquisti cercate la federazione delle tessitrici! L’ultima tappa verso sud, attraversando chilometri di campi, è il remoto villaggio di Mangrow. Qui troverete i fabbricanti di “Mojari” tipiche scarpe indiane, qui realizzate partendo dalla concia dei pellami in modo totalmente naturale, usando estratti vegetali.

Per dormire… A 5 Euro c’è la foresteria della centrale elettrica tra Baran e Kota! Noi siamo ritornati a Jaipur, perchè avevamo delle scadenze di lavoro, ma ritornando fermatevi meglio a Kota! Secondo pezzo dell’itinerario è verso nord, verso il deserto. Splendido percorso, si attraversa un bellissimo parco naturale in cui si vedono branchi di cervi brucare all’orizzonte e si attraversano aree sempre più aride. Alla fine ci saranno le dune di sabbia rosa-rosso! Si arriva al distretto di Churu e prima tappa è Sujangarh, un vero e proprio villaggio devoto alla realizzazione dei tessuti con le decorrazioni “tie & dye”. Difficile spiegarlo… Ma sapendo la pazienza delle donne ad annodare uno per uno piccoli puntini di stoffa rimarrete senza parole. Purtroppo queste lavoranti sono sottopagate…

Infine, il più affascinante dei villaggi è Barasha, il più ricco dei villaggi visitati, grazie all’azione dei ONG che hanno creato perfino un marchio della produzione locale “URMUL – Craft from the Desert”. Noi siamo arrivati al tramonto, i tessuti di cotone, i kurta e gli altri accessori erano molto belli, ricamati a mano naturalmente e con colori vivacissimi, così come il clima che si è creato con gli abitanti del villaggio… Non sarei andata via, ma sarei restata almeno un paio di giorni!



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