Rajastan + Gangaur Festival

Tour da 1000 e 1 aneddoto! Di Lighea e Fabio Catania – Roma – Kuwait City – Delhi – Agra – Jaipur – Pushkar - Udaipur – Jodhpur – Jaisalmer – Bikaner – Mandawa – Delhi. Periodo 19/03/2004 – 03/04/2004 Costo complessivo a persona: 1500 Euro, souvenir inclusi! …essere intervistati dalla TV locale durante uno dei...
Scritto da: Lighea Pappalardo
rajastan + gangaur festival
Partenza il: 19/03/2004
Ritorno il: 03/04/2004
Viaggiatori: in coppia
Tour da 1000 e 1 aneddoto! Di Lighea e Fabio Catania – Roma – Kuwait City – Delhi – Agra – Jaipur – Pushkar – Udaipur – Jodhpur – Jaisalmer – Bikaner – Mandawa – Delhi.

Periodo 19/03/2004 – 03/04/2004 Costo complessivo a persona: 1500 Euro, souvenir inclusi! …Essere intervistati dalla TV locale durante uno dei principali festival della religione induista, rivedersi la sera stessa in televisione e uscire sulla prima pagina dei due giornali locali l’indomani mattina è solo uno dei 1000 aneddoti che hanno caratterizzato questo inaspettatamente (almeno per me!) meraviglioso viaggio in India. Contrariamente a Fabio, mio marito, la paura della sporcizia e del caos mi aveva sempre frenato dal considerare seriamente l’idea di un viaggio in India. Tuttavia, l’occasione di un volo conveniente (Euro 540 + tasse da Roma, con Kuwait Airways) e l’improvviso e inaspettato dileguarsi di improrogabili impegni di lavoro per la fine di Marzo, non riescono a frenare Fabio dal proiettarsi in agenzia e staccare i biglietti nel giro di un giorno! OK, si va in India, speriamo bene! Dato il poco tempo a disposizione prima della partenza, c’è anche un simpatico scambio telefonico Jaipur-Catania in cui, in 3 minuti, ci accordiamo su tutto: poco più di “por andred end pipty” (450) sono gli “euri” che pattuiamo per 14gg di macchina a nostra disposizione per 24 ore al giorno a partire dall’aereoporto di Delhi. Il tanto angosciato arrivo al medesimo alle 4.30 a.M., incubo delle mie 10 notti precedenti alla partenza, si dilegua col realizzare che…Pensavo peggio! Sarà l’ora, ma ciò che vedo non è poi così male. Non così sporco, non insetti e topi chilometrici che razzolano liberi e poi, a bagaglio ritirato, l’uscita: tra turbanti colorati e personaggi curiosi che assistono all’ennesimo sbarco di turisti e non…I bianchi dentoni sorridenti di un ometto piccolo e ben vestito, con un foglio in mano con scritto “Welcome Fabio e Lighea” ci rassicurano subito. In macchina ci attende il nostro bravo driver, Surrinder, che ci accompagnerà per l’intero viaggio, mentre Dinesh starà con noi per i primi 3 giorni. Surrinder, 23 anni, è un ragazzo davvero fantastico, ottimo autista (e non è poco in quelle strade disastrate in cui elefanti, cammelli e mucche deambulano tranquillamente!) gentilissimo e discreto, per nulla invadente e sempre disponibile. Lui e la sua macchina, una Ambassador con aria condizionata, saranno per noi un vero e proprio punto fermo, un’oasi di benessere e refrigerio dopo le lunghe, faticose e meravigliose visite che caratterizzeranno le nostre giornate! Il primo e unico giorno a Delhi inizia prestissimo…Perché la camera in Hotel non sarà disponibile prima delle 12…Per pietà anticipate alle 11. Quindi, veloce lavaggio di facce e alle 8 siamo già in movimento. Non mi perderò nelle descrizioni di ognuno dei monumenti, palazzi, mausolei e colpi d’occhio delle innumerevoli località visitate in questo stupendo viaggio. Le descrizioni si troveranno di certo minuziose in tutte le guide e libri di fotografia! Dico solo che la bellezza quasi irreale di ciò che abbiamo visto è maggiore di quello che ci aspettavamo. Ma le cose che ci hanno colpito più intensamente sono state la gente e la vita vera! E come tutto sia VIVO! Non c’è stato tempio in cui non siamo capitati in piena cerimonia. Musiche e canti caratterizzavano quelli Are Krishna, antichi rituali e giovani apprendisti monaci quelli Indù e Giainisti. I colori dei vestiti delle donne le la bellezza dei loro volti. Si, OK, è vero, l’India è sporca ma, guarda caso, ciò che ci resta in mente e ci ritorna ancora oggi come flash, è l’odore degli incensi nei templi e nei negozi dei bazar! Quello delle spezie adoperate per la cucina e il sapore del Lassi alla Banana (mio preferito). L’indomani lasciamo Delhi per Agra, passando da Fatepu Sikri, splendida città risalente alla dinastia moghul di Akbar, ancora perfettamente conservata. Pernottiamo ad Agra e visitiamo, il mattino seguente, il fantastico Taj Mahal con una guida messaci a disposizione da Dinesh (e inclusa nel prezzo!). Un gruppo di anziani monaci giainisti probabilmente nepalesi vestiti di arancione è in visita. Il più anziano ha un ombrellino parasole che tiene sempre aperto. L’arancione delle loro vesti si staglia contro il bianco del marmo dello splendido mausoleo. Io e Fabio ci ritroviamo in mezzo a loro e, come loro, estasiati.

Nello splendido contesto di un magnifica Jaipur becchiamo in pieno il Gangaur festival, in cui la statua della dea Parvati (Gauri), moglie di Shiva (Gana), viene portata in spalla da una processione di uomini con costumi tradizionali e turbanti colorati preceduta una sfilata di elefanti tatuati a colori, cammelli e cavalli bardati a festa. Abbiamo la pelle d’oca, e ce l’ha anche la guida, un signore di Jaipur che anche qui Dinesh ci ha messo a disposizione per la visita della città. Non c’è caos, c’è solo una moltitudine di gente disposta ordinatamente ai due lati della strada, a osservare commossa questo fiume di colore e musica che scorre lento. Ed è qui che una rapida nuvola di uomini con telecamere e microfoni mi si piazza davanti per intervistarmi. Immediatamente io e Fabio siamo circondati da una schiera di persone che assistono curiosamente a questo bizzarro evento. Tra questi, un anziano signore vestito di bianco, camminerà a fianco a noi per circa mezz’ora facendo i complimenti a Fabio per le belle cose che ho detto. L’indomani, a tutta pagina, eccoci lì ben visibili in mezzo al fiume di turbanti. La nostra guida me lo comunica emozionato al cellulare.

Uscendo da Jaipur, Surrinder passa da casa a prendere il ricambio di abiti per i successivi giorni e le donne della sua famiglia mi catturano e mi vestono da indiana, con tanto di accessori, gioielli ed hènne ovunque; uscendo dalla stanzetta-spogliatorio trovo Fabio inturbantato e circondato dagli uomini della casa che assistevano divertiti alla sua espressione nel vedermi vestita in quel modo. E’ stata una esperienza bellissima, ci hanno offerto tanti tipici dolcetti e bevande e, salutandoci, ci hanno ringraziato per averli “onorati della nostra visita”! Pushkar è un altro mondo. Molto isolata e difficile da raggiungere, è un posto incantevole in riva ad un lago sacro. Dove ogni giorno al tramonto è possibile assistere (senza macchina fotografica) ad abluzioni e rituali sacri. Le casette, tutte bianche, si specchiano sul bordo del lago. Consigliamo vivamente per la posizione l’Hotel Pushkar Palace (circa 40 euro a camera).

Udaipur è forse uno dei luoghi che abbiamo amato di più. In riva al lago Pichola, una autentica perla. Meno caotica di Jaipur, il tempo scorre un po’ più lento. A Udaipur viviamo un altro aspetto del Gangaur festival: qui sono le donne ad essere le uniche protagoniste. Surrinder, facendosi largo tra la folla, ci porta proprio sotto i gaht, in riva al lago dove alzando lo sguardo rimaniamo attoniti nel realizzare che tutte le scalinate sono gremite di donne in abiti tradizionali coloratissimi e adornate da gioielli d’oro in tutto il corpo e anche in viso (piercing che dal naso arrivano ad adornare i capelli e il velo), proprio come le raffigurazioni della dea Parvati. Quasi tutte sono sedute e ci guardano con simpatia; è il tramonto e in riva al lago, al suono di tamburi, a gruppi iniziano a ballare in cerchio mentre altre, a metà della scalinata, si alzano in piedi e, dando le spalle al lago, allineate si inchinano ritmicamente e contemporaneamente. Guardiamo meglio e vediamo che davanti a ciascuna di loro c’è una fila di statue di Parvati. Mi chiamano a ballare, in tempi normali lo avrei fatto senza pensarci mezza volta, ma mi tremano letteralmente le gambe per l’emozione per ciò che sto vivendo. Cerco lo sguardo di Fabio che, più stordito di me, è circondato da una nuvola di bambini che vogliono farsi fotografare e che gli saltano davanti all’obbietivo. Sempre accanto a noi, distante ma vigile, la presenza di Surrinder.

Sulla strada tra Udaipur e Jodpur visitiamo Ranakpur, considerato il più bel tempio giainista dell’India intera. Saremmo rimasti a vagare lì dentro per ore, semplicemente incantevole.

In serata arriviamo a Jodpur, la città blu. Jodpur è davvero molto caotica e più sporca delle precedenti, fare una passeggiata in centro per i negozietti è praticamente impossibile per il traffico, la puzza e il gran numero di scocciatori, ma anche qui la visita al forte non smentisce la grandiosità del Rajastan: è davvero spettacolare e dall’alto si ha una splendida visione dell’intera città, con le casette blu disposte tutte intorno.

Jaisalmer: città d’oro. Da che parte iniziare a parlare di Jaisalmer? Piccolina, tranquilla, pulita, bellissima, il colore ORO della pietra che costituisce il forte e la città vecchia sembra illuminarsi con la luce del tramonto. Vaghiamo felici per le stradine e viuzze della città, tra tranquilli negozi di tappeti a specchietti, gioielli e artigianato in genere. Adesso ci sentiamo davvero immersi in questa atmosfera magica; la stanchezza, i lunghi spostamenti in macchina e le fatiche dei giorni scorsi (…E di quelli che verranno) valgono pienamente tutte le sensazioni indescrivibili che proviamo io e Fabio passeggiando senza meta per questo splendido posto. Visitiamo anche una bella haveli (antiche case dei tempi dei Maharajah), ma non vediamo l’ora di rituffarci per quelle deliziose stradine. Jaisalmer sicuramente vale più di una notte.

Arriviamo fino alle soglie del deserto, ma decidiamo di non fare il safari in cammello, sono le 3 del pomeriggio e fa troppo caldo, preferiamo trascorrere ancora qualche ora in città. Surrinder cerca di spiegarlo ai beduini bardati a festa che, lungo la strada verso le dune, ci bloccano ogni 50 metri per venderci il loro safari. Decidiamo di proseguire in macchina fin dove la strada, in mezzo alle dune, lo consente quando realizziamo di essere circondati da beduini sui cammelli che ci inseguono al galoppo feroce sperando in un nostro ripensamento! La situazione è al limite col tragicomico quando, ad un tratto, mi immagino la scena vista dall’alto e, ovviamente, arriva immancabile l’attacco di risate (lacrimose e isteriche) che ci accompagnerà fino alle porte di Jaisalmer, dove riapprodiamo circa un’ora dopo, completamente sfatti e con ancora i crampi di risate e di sete, che sediamo immediatamente con 3 lassi “mixed fruit” cadauno! Bikaner e Mandawa non sono niente di speciale, a parte qualche bella haveli a Mandawa, ma sono tappe necessarie per rientrare a Delhi. La strada che attraversiamo, comunque, è bellissima, in pieno deserto e ci rilassa molto. Qua e la ci fermiamo per giocherellare con piccoli cammellini e osservare da vicino i cammelli grandi tosati a mò di tatuaggio. Non fa neanche tanto caldo ed è piacevolissimo fare brevi soste per appollaiarsi sulle dune a mangiare i mandarini dolcissimi che Surrinder ci compra ogni qual volta passiamo davanti ad una bancarella di frutta.

Siamo alla fine del viaggio e ci sentiamo felici e sereni.

Arriviamo a Delhi verso sera e, nel caos della superstrada, cerchiamo una camera vicino all’aeroporto per le poche ore che ci separano dalla partenza (dobbiamo essere al check-in alle 3 a.M.). Siamo sull’aereo, comodamente e come da copione ben sistemati in zona “ala-motori” (malgrado le specifiche richieste al check-in)! Ma chi se ne frega? Siamo stati 15 gg in India! Ieri abbiamo rincorso i cammellini e imparato delle canzoni indiane da Surrinder. E una signora, all’entrata del forte di Bikaner, mi ha chiesto gentilmente di potermi fotografare con in braccio la sua bimba di un anno con gli occhi verde mela contornati di matita scura (…Che poi, terrorizzata dalla mia bandana sfatta, è scoppiata in un fragoroso pianto!).

Siamo estasiati da ciò che abbiamo visto e vissuto.

Consigliamo vivamente a tutti di fare questo viaggio. E’ vero quello che si dice: che l’India ti entra dentro e ti cattura. E’ anche vero che un viaggio del genere ti prova molto, sia fisicamente che psicologicamente, ma non al punto da non farti apprezzare le bellezze dei luoghi e l’atmosfera carica di stupende emozioni che respiri per tutta la durata del viaggio. E anche dopo! Provare per credere.

Per qualunque domanda siamo a vostra completa disposizione: lighea@lns.Infn.It Lighea e Fabio P.S. Abbiamo dormito sempre in alberghi consigliati dalla Lonely Planet da media categoria (1200 Rp a camera – circa 22 Euro) a categoria elevata (belle haveli ristrutturate da 2000-2200 Rp – circa 40 Euro a camera). Sempre pulitissimi e tutti con aria condizionata e ventilatore.



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