India: relax e ayurveda nelle spiagge del Kerala

Dopo due settimane trascorse in un itinerante viaggio di 2500 km in Rajastaan, nel nord ovest dell’ India, io e il mio ragazzo abbiamo deciso di trascorrere l’ ultima settimana della nostra permanenza indiana nella regione del Kerala nella parte sud occidentale dell’ India. Siamo arrivati con un volo interno dell’ Airindia da New Delhi,...
Scritto da: aestene
india: relax e ayurveda nelle spiagge del kerala
Partenza il: 24/08/2009
Ritorno il: 01/09/2009
Viaggiatori: in coppia
Spesa: 1000 €
Dopo due settimane trascorse in un itinerante viaggio di 2500 km in Rajastaan, nel nord ovest dell’ India, io e il mio ragazzo abbiamo deciso di trascorrere l’ ultima settimana della nostra permanenza indiana nella regione del Kerala nella parte sud occidentale dell’ India.

Siamo arrivati con un volo interno dell’ Airindia da New Delhi, prenotato pochi giorni prima, fino a Trivandrum per poi giungere, con un taxi prenotato, a un resort ayurvedico del qual avevamo sentito parlare molto in Italia, il Somatheeram.

L’ Ayurveda, scienza della vita, è nata proprio in questa regione e vale la pena dedicare qualche giorno al riposo, ai trattamenti ayurvedici che comprendono massaggi con olii caldi e curativi e a una buona alimentazione, quasi totalmente vegetariana e con ovviamente tanto cocco, patate e banana.

Il nostro resort/ clinica si trovava a sud di Kovalam Beach, su un promontorio proprio sulle rive del mare, con uno spettacolo stupendo sulla spiaggia che ogni mattina si riempiva di barche e pescatori con il loro pesce fresco avvolti da questa nebbiolina che dava al paesaggio un’ aria magica.

Immersi in una vegetazione maestosa, dopo esserci abituati all’ umidà e alle piogge a volte un po’ violente, abbiamo passato 4 magnifici giorni, tra cure ayurvediche, un po’ di mare ( il sole è fortissimo) e qualche escursione nella zona vicina.

Una mattina siamo stati a visitare un piccolo parco naturale con coccodrilli e leoni, nulla a che vedere col famoso Peryar, che per noi era troppo lontano, ma il paesaggio in mezzo a questa selva verdissima, piena di Palme da cocco, è stato spettacolare.

Dopo questo momento di calma e relax, zaino in spalle, taxi e via che siamo partiti per Alleppey, con l’ intenzione di trovare una house boat, casa galleggiante, che ci portasse in giro per le back waters, 900 km di fiumi navigabili. Abbiamo fatto una sosta a Kollam per vedere la stravagante chiesa- santuario dedicata a Nostra Signora di Velankanni, un mix di architettura tra tempio induista e chiesa cristiana.

Arrivati ad Alleppey ci siamo ritrovati a dover scegliere tra le decine di barche, all’ apparenza sono tutte uguali, ma ognuna con le sue caratteristiche. Dopo mezz’ora di contrattazione abbiamo scelto una house boat con balconcino prendisole per un prezzo di 7500 rupie, compreso pranzo, merenda, cena e colazione, e ovviamente la barca solo per noi due.

Viaggiare nella calma e nel silenzio di queste acque credo sia stata l’ esperienza più bella che si possa fare in Kerala, quasi una Venezia indiana, dove i palazzi antichi sono sostituiti da piantagioni, banani e palme da cocco, con piccoli battelli- bus che con le loro fermate trasportano la gente che vive in questa zona acquatica.

Il nostro equipaggio era formato da tre persone, molto discrete e bravissimi cuochi.

Dopo questa parentesi romantica immersi nella pace, siamo partiti per l’ ultima tappa del nostro viaggio, Fort Cochin, cittadina coloniale che si trova su un’ isola che fa parte dell’ ormai più grande e in espansione città sulla terra ferma.

Abbiamo alloggiato al Malabar House, un piccolo boutique hotel, nel centro di Fort Cochin, con neanche 20 camere, curato nei minimi dettagli, tra opere d’arte e un architettura che rispecchia la tradizione coloniale e il moderno design: neanche da dire che i proprietari sono europei.

Fort Cochin è surreale per essere in India: non c’è traffico, non ci sono macchine ed è molto ma molto pulita. Passeggiare a piedi è un piacere, attraverso strette vie con piccole case a due piani che ricorderebbero villaggi europei. La zona della sinagoga ebraica è perfetta per fare un po’ di shopping negli enormi negozi di antiquariato dove ancora si possono trovare occasioni e originalissimi oggetti.

Da non perdere assolutamente: le reti cinesi, il lungomare coi pescatori, il quartiere ebraico e ovviamente lo spettacolo di Kathakali, la danza tipica del Kerala.

Consiglio di arrivare un po’ prima e assistere anche alla preparazione degli artisti, che si truccano il viso con sgargianti colori: in tutto siamo stati lì dalle 17.30 alle 20, spettacolo compreso.

Anche se non alloggerete al Malabar House consiglio vivamente di provarne la cucina: il menù varia da piatti della tradizione della Kerala a sfiziosi piatti di cucina fusion e creativa. Che dire di più…Buon Kerala a tutti!!!!



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