India del sud:un amante travolgente

20/11/2006 una nuova esperienza si è appena aperta di fronte a noi. Arrivati ieri a Chennai/Madras comodamente con un volo Emirates via Dubai. Ci scontriamo subito con il 90% di umidità di questa città. Il ns. Corrispondente Mr Gopal dell’agenzia Bas e Das ci accoglie all'aeroporto con due corone di fiori bellissimi e profumatissimi. Ma...
Scritto da: csanti
india del sud:un amante travolgente
Partenza il: 18/11/2006
Ritorno il: 08/12/2006
Viaggiatori: in coppia
Spesa: 2000 €
20/11/2006 una nuova esperienza si è appena aperta di fronte a noi. Arrivati ieri a Chennai/Madras comodamente con un volo Emirates via Dubai. Ci scontriamo subito con il 90% di umidità di questa città. Il ns. Corrispondente Mr Gopal dell’agenzia Bas e Das ci accoglie all’aeroporto con due corone di fiori bellissimi e profumatissimi. Ma questo non succedeva in Polinesia? Saliamo su quella che sarà la nostra macchina per tutto il tour con ‘autista che al momento non mi ricordo come si chiama. Ma lo memorizzerò. Dopo un refresh in hotel e indossati abiti più leggeri ci addentriamo nel caotico traffico di Madras che dicono sia niente visto che è domenica. Dopo aver schivato bici, moto, mucche, carri, risciò, pedoni, arriviamo ad un mercato enorme formato da 3 padiglioni, uno dedicato alla vendita dei fiori, uno della frutta, una della verdura. Tutti ci accolgono con grandi sorrisi e ci chiedono di essere fotografati. Il mercato dei fiori è quello più incredibile con milioni di colori e profumi.

Dopo questa visita ci dirigiamo verso Marina Beach la grande lunga spiaggia di Madras, che era stata invasa dall’acqua nel momento dello tsunami portando via le bancarelle dei pescatori e arrivando fino alla strada. Oggi che è domenica è pieno di persone che passano il pomeriggio, facendo il bagno o prendendo il sole. Intere famiglie o gruppi di amici che vivono la parte balneare della loro città. Ci guardano tutti, ci sentiamo in imbarazzo. Forse perchè siamo gli unici occidentali??? Purtroppo salta la visita agli studi cinematografici per vedere la realizzazione di un film, perché essendo domenica non lavorano. Ci consoliamo la sera con cena al 20` piano del ns. Albergo, in terrazza guardando la città immersa nella notte dall’alto e degustando dell’ottimo pesce.

Oggi Mamallapuram dove dormiremo per 2 notti. Sono ancora un po’ rintronata dal viaggio. Spero di scrivere di più e meglio al prossimo giro.

21/11/2006 Questi primi giorni indiani non sono poi stati così traumatici come invece mi aspettavo. L’impatto è stato forte ma non sconvolgente forse perchè ci ricorda comunque altre città. La povertà di Maputo o Livingstone, il caos di Bangkok o Jakarta.Il traffico è veramente caotico. Nessuno si ferma, tutti passano sempre e comunque e suonano sempre il clacson. Le strade sono cosparse di rifiuti e in parte anche di acqua perché piove una volta al giorno almeno e in maniera violenta. E’ la coda del monsone che si sta esaurendo, rovesciando tutte le sue ultime forze. Non ci siamo trovati ancora sotto queste piogge per strada, ma ci dicono che tutto diventa un lago impraticabile. Considerando anche che non ci sono fogne o tombini. Ma vorrei soffermarmi soprattutto sul bello che ci circonda. Mi colpiscono i sorrisi smaglianti e sinceri con questi denti bianchi che risaltano sulla loro pelle scura più tipica degli indiani del sud. E anche la loro gioia di essere fotografati (un po’ meno le donne). Sorrisi che partano dalla bocca ma fatti anche con gli occhi. Per non parlare della bellezza e femminilità delle donne vestite con meravigliosi sari colorati ed elegantissimi. Mi stupiscono continuamente in maniera piacevole, con quel piccolo spicchio di pelle morbida che si intravede e che dà loro una sensualità innata ma molto discreta.

21/11/2006 Ieri ci siamo spostati da Madras verso Mamallapuram, villaggio costiero dove si trova lo Shore Temple, tempio sul mare che aveva subito gravi danni durante lo Tsunami cosi come gran parte degli hotel e dei ristoranti sulla spiaggia, compreso quello dove dormiamo noi. Tutto quello che è turistico è stato sistemato e ricostruito molto velocemente, trattandosi quasi dell’unica fonte di reddito oltre alla pesca. Abbiamo poi visitato i Five Rathas (5 templi piccoli) e le sculture nelle rocce. Abbiamo pranzato insieme al nostro autista (ribattezzato “Ambrogio” ma senza Ferrero Rocher) al Moonrakers spendendo in tre, 7 euro totali. Abbiamo fatto gli splendidi offrendogli il pranzo. Ma veniamo a quei 45 minuti che ci porteremo dentro nei tempi a venire. La visita ad un orfanotrofio. Una piccola casetta nel villaggio, con a piano terra un cortiletto per i giochi all’aperto ed una piccola stanzetta che funge da cucina con le braci e grandi pentoloni. Primo piano, camera per i 30 bambini (grande 5 metri x 4 al massimo) dove dormono per terra (non hanno soldi per le stuoie), altra camera stesse dimensioni dove ci dormono 19 bambine con un bagno e un piccolo angolo dove si cambiano le maestre. Poi una sala comune, il bagno per i bambini, altra piccola stanzetta che serve da dispensa e l’ufficio. Abbiamo sfogliato il registro dove in ogni pagina c’è la foto di ogni bambino ospitato, con i suoi dati e la sua storia (hanno dai 4 ai 15 anni circa). Una signora spagnola che lo gestisce volontariamente per alcuni mesi dell’anno ci ha spiegato che vivono solo con finanziamenti di privati e che hanno bisogno di tutto. Si può fare anche l’adozione a distanza con 20 euro al mese scegliendo un bambino da seguire. Questi bambini o sono stati abbandonati. Oppure sono orfani (lo tsunami ha contribuito ad aumentare certe tragedie) altri vengono da famiglie così povere da non riuscire a mantenerli. Alcune madri invece se si risposano, il futuro marito non accetta i figli del precedente matrimonio e quindi sono costrette ad abbandonarli (sia che siano vedove che divorziate). E poi, eccoli, loro i bambini…

I più grandi sono rientrati da scuola e velocemente si sono spogliati delle divise e hanno indossato i loro straccetti. Tutti ci hanno seguito nel ns. Breve giro prendendoci per mano, accarezzandoci, dicendo le poche parole in inglese che conoscono, chiedendoci il ns. Nome e dicendoci il loro. Una bambina ha voluto baciarci, altri saltavano addosso ad Andrea per essere presi in braccio e salire in alto, alto. Hanno visto i ns. Sacchetti ed erano molto curiosi ma non avevamo 49 vestiti, 49 scarpe o 49 giochi quindi abbiamo lasciato tutto alla direttrice e poi lei avrebbe distribuito. La cosa di cui hanno più bisogno sono le scarpe, anche perchè sono obbligatorie per andare a scuola. Ci siamo fatti alcune foto insieme ed in particolare una bambina prima di mettersi in posa si è sistemata i capelli e cosparsa il viso di cipria. Voleva essere perfetta…

Poi tutti insieme siamo scesi in strada dove con il cuore che si stringeva li abbiamo salutati perchè stavano andando al mare per un ‘oretta dopo la scuola e prima della cena. Che dire? Non ho le parole giuste per esprimere le mie sensazioni. Mi ritornano in mente i loro occhi innocenti e curiosi, il tocco delicato della loro pelle quando ci tenevano per mano e le loro voci squillanti e gioiose che spero venissero veramente da dentro di loro. Mi ricordo un solo nome “Amid”, 4 anni, Lo chiamano scimmietta perchè e’iper-attivo e salta dappertutto. Sembra più piccolo della sua età perchè ha una malformazione cardiaca e non sanno se possono operarlo. Rientriamo in albergo consci del fatto che non li conosciamo ma già ci mancano tanto.

23/11/2006 Scusatemi dovevo proseguire il mio racconto con ordine ma ho lasciato i miei appunti in hotel così vi scrivo queste ultime sensazioni. Niente paura, non mi sono convertita all’induismo, non mi trasferirò in un ashram, non diventerò vegetariana e non mi dedicherò allo yoga. Sono solo pervasa di misticità per tutti questi templi che visitiamo. In particolare stasera ci siamo buttati da soli a piedi nel traffico di Thanjavur dopo che l’autista si è ritirato (ambrogio era stracotto dopo 5/6 ore di guida in strade impervie). Dopo esserci persi, perchè chiaramente le strade non sono segnate e c’erano lavori in corso dappertutto con buchi (burroni?) enormi dappertutto. E stava diventando buio. Impossibile chiedere informazioni. Ti rispondono con quello che vuoi sapere, ma non è detto che sia l’indicazione giusta. Alla fine abbiamo fermato un risciò (ape 2 posti a motore come quelle di Bangkok) e siamo andati al Tempio più importante della città. Dopo avere inserito una monetina nella proboscide dell’elefante che ti accoglie all’entrata, questo ci ha benedetto con un colpetto sulla testa, sempre con la sua proboscide. Era già buio quindi tutto ha preso un significato diverso. Le preghiere, i canti, l’atmosfera incantata. Ci siamo mischiati anche noi ai fedeli, acceso le candele a Ganesch e Visnu e avuto il segno bianco sulla fronte. Di nuovo siamo stati coinvolti nella loro preghiera (dando chiaramente la mancia ma si fa volentieri in questi contesti) e di nuovo segno bianco e tocco della fiamma. Sono affascinata da questo paese , ho una grande ammirazione per questa gente. Non è un paese dove mi trasferirei a vivere, ma dove sicuramente tornerei in vacanza.

NB: stasera dormiamo in una suite. Ve la lascio immaginare. Anzi… È impossibile da immaginare. Ma lo standard indiano e’ lontano anni luce dal nostro.

25/11/2006 Volevo scrivere un dettagliato resoconto di questo viaggio pieno di interessanti luoghi da visitare anche magari con i dettagli tecnici Ma dovrei passare ore al computer e sinceramente non riesco perché le giornate sono pienissime. Mi scuso per gli errori che faccio ma questa tastiera è veramente impraticabile. Vorrei invece provare a fare un puzzle di tutto quello che ci circonda.

L’india entra violentemente nella tua vita e nei tuoi ritmi. Puoi solo essere testimone di questo e a piccoli passi renderti conto di cosa succede. Lei non aspetta che tu sia pronta, ti risucchia chiunque tu sia e qualsiasi cosa tu voglia.

I momenti più pesanti sono gli spostamenti in macchina e anche se l’autista èprudente per fare 60 km ci possiamo mettere anche due ore e mezzo. Le strade sono a volte decenti, a volte con tante buche. Troviamo molti lavori in corso. Il traffico è pesante ovunque, nelle campagne nei villaggi nelle città ci sono flotte di motorini, biciclette che spuntano da ogni parte. Tutti sorpassano tutti e da ogni parte non esistono precedenze o frecce, i rari vigili si limitano ad alzare un braccio per volta come per salutare le nuvole di passaggio, gli animali camminano o stazionano regolarmente nelle strade, se hanno voglia si spostano, altrimenti ci si gira intorno soprattutto incontriamo le mucche (sacre) in quantità industriale, ma anche capre e cani lungo le strade. Le persone sono tantissime, chi lavora, chi vende, chi passeggia, chi guarda,chi parla, chi aspetta che venga domani. Nelle pozze di acqua qualcuno si lava o fa il bucato, nelle risaie donne con i sari e i bellissimi lungi capelli neri, immerse fino alla vita nell’acqua, raccolgono il riso, bambini nella loro divisa si dirigono verso la scuola (maschi e femmine separati) con il loro cestino di vimini che contiene la misera merenda (non winx, no super eroi, no hello kitty per loro). Le bambine con grandi fiocchi colorati che legano le trecce lunghe e nere. Non tutti purtroppo con le scarpe e quando ti vedono dietro il finestrino ti salutano ma timidamente coprono con la mano il loro sorriso. Sono felici, hanno qualcosa in più di cui parlare oggi. Si incontrano biciclette che potrebbero fare il guiness dei primati per quanto si sono caricate di pentole, di catini, di legna, di materassi. O di qualsiasi cosa sia trasportabile. Carri trainati da buoi si muovono per la strada lentamente muovendosi da un campo ad un altro o trasportando prodotti agricoli. Quando siamo in giro a piedi, mendicanti ti chiedono l’elemosina, qualcuno anche insistentemente. Mamme con piccoli bambini ti chiedono cibo. Ieri abbiamo diviso il ns. Ananas. Il problema è che se dai qualcosa a qualcuno ne arrivano mille. Stamattina abbiamo regalato dei sandaletti usati di Zeno ad una bambina con le cavigliere ed un vestitino rosa. Era impaurita ma alla fine sua mamma è riuscita a farglieli indossare. In un altro paese abbiamo regalato penne (che tutti chiedono insistentemente). Grazie per i Vs. Sorrisi, grazie per la Vs. Curiosità nei ns. Confronti. Siete onorati di stringere le ns. Mani o di chiederci i ns. Nomi. Siamo noi che ci sentiamo piccoli piccoli di fronte alla Vs. Grande fede e rispetto e dignità con cui affrontate il destino di essere nati in un paese così.

Grazie, siete nel mio cuore.

26/11/2006 Potrei paragonarla ad un amante, quello forte e sicuro, che ti travolge ma è capace anche di toglierti tutto. Che si concede interamente, ma che subito dopo si nega. E io sono una spettatrice pronta a farmi coinvolgere in questa storia. Pronta anche a soffrire. Ma capace di rinascere di fronte ad un solo sorriso. L’India è tutto quello che non hai mai voluto vedere.. Ma è anche tutto quello che vuoi vedere.

Si salta dal dramma di persone che dormono per strada, vicino a spazzatura, forse solo stremati dalla fame a famiglie che con il vestito della festa portano i bambini a pregare i loro dei, con sottofondo di musica sacra e profumo di fiori. Ci sono i genitori orgogliosi dei propri figli che ti si avvicinano e che ti stringono la mano chiedendoti da dove veniamo. E poi foto di gruppo tutti insieme che commentiamo sul display della macchina. E loro ti sorridono, anche con il cuore. E tu gli vuoi un gran bene. Oggi siamo arrivati nel Kerala, abbiamo subito fatto un massaggio ayurvedico di 90 minuti (siamo unti come bomboloni). Poi abbiamo mangiato un panino in un ristorante francese: due tavoli di plastica, 4 sedie di plastica, poster di divinità indù. Questo perché non siamo riusciti a capire da dove veniva il francese. Il figlio dei proprietari, un carinissimo bambino di 5 anni, si è avvicinato a noi e gli abbiamo regalato una penna. Quindi abbiamo disegnato insieme. Un attimo e si diventa una grande famiglia. Poco più in là un uomo con un baracchino stirava i pantaloni (la stireria) con un ferro di quelli di metallo dove dentro si mettono le braci. Pochi passi ancora e un internet. Solo che questo computer ha una tastiera dove la barra spaziatrice va schiacciata con un martello per farla funzionare.

Tutto questo è ancora India.

29/11/2006 Continua la ns. Splendida avventura anche se fisicamente siamo molto provati. Ma dobbiamo proprio ammalarci in vacanza? Ci stanno mettendo alla prova ma noi resisteremo. Siamo passati dal mistico Tamil Nadu al profumatissimo Kerala. Abbiamo alloggiato in una casa privata in una zona collinare dove si trova una riserva che ospita anche tigri e elefanti (chiaramente visti manco uno…) e poi siamo nel paese delle spezie. I profumi pervadono le strette e polverose strade di Thekkadi. Cardamomo, ginger, colline di the. Incredibile, un paesaggio fantastico e completamente diverso dal precedente. Abbiamo assistito anche ad una lezione di cucina tipica del Kerala nella casa dove alloggiamo. Poi siamo ridiscesi verso la pianura e il mare per imbarcarci su una house boat. Trattasi di una barca che abbiamo affittato tutta per noi, con capitano che guida, cuoco e ingegnere.. Si naviga lentamente sulle backwaters, le lagune interne del Kerala. La barca scivola silenziosa mentre assistiamo alla vita dei piccoli villaggi. L’acqua come elemento fondamentale della vita. Tutti che si lavano e lavano continuamente qualsiasi cosa, fuori dalla piccola casa costruita su una piccola striscia di terra. Dietro, davanti ed intorno, solo acqua. Piccole barche ci fanno compagnia, tutti salutano il ns. Passaggio. E la sera silenzio assoluto. Dormiamo nella ns. Cabina, cullati dal rumore del vento che muove le palme, e delle ali degli uccelli che solcano il cielo. Dopo questa bellissima esperienza, adesso ci godiamo 3 giorni di mare in un beach resort ayurvedico. Abbiamo fatto il primo massaggio, quello rivitalizzante, fatto con le mani e i piedi.

Non ho parole per la bravura della mia massaggiatrice.

Vi saluto, sono troppo rilassata che mi fiondo a dormire.

30/11/2006 Devo dire un viaggio molto vario questo. Le esperienze e gli eventi si accavallano senza sosta. Ultima notizia il mal di denti di Andrea che ha dovuto, dopo varie resistenze, rivolgersi ai medici del villaggio. Notare questa è una delle cliniche ayurvediche più serie e famose del Kerala. Gli hanno fatto un impacco marrone di non si sa quali erbe, più altre pasticche da usare come dentifricio, più i famosi risciacqui di sale della nonna. Ho comunque le foto per documentare tutto. Sta leggermente meglio anche se era opportuno ripetere l’impacco, ma lui da occidentale fedele all’aulin sta resistendo. Vediamo gli sviluppi notturni…

E’ stata una giornata di completo relax: sinceramente meritato. Tutti intorno persone con vestaglie verdi vagano con sorrisi beati di ritorno da qualche trattamento, in un altro angolo un corso di yoga, in un altro di meditazione. E davanti ai ns. Occhi l’oceano con le barche dei pescatori che sembrano tante formiche. Per non parlare di una spiaggia immensa…

So di dover continuare il mio puzzle indiano, ma mai mi ero trovata di fronte a così tante cose. I nostri due occhi non fanno in tempo a vedere tutto e a memorizzarlo. Stasera mi sono fatta un trattamento purificante agli occhi con olio caldo. Chissà che abbia benefici anche sulla memoria per i colori e le immagini di questo splendido paese.

03/12/2006 Sono giorno un po’ duri questi. Andrea non sta bene quindi i ns. Spostamenti sono rallentati. Niente di preoccupante ma cerchiamo di muoverci il meno possibile. Fortunatamente questi sono gli unici giorni di mare che facciamo. E inoltre dormiamo in un bel posto qui a Varkala beach quindi possiamo passare anche del tempo in pieno relax a contemplare il panorama dal ns. Romantico terrazzo pervaso dal profumo di gelsomino. Domani partiamo per l’ultima destinazione indiana, Cochin. Volevo parlarvi di Annamalai, il nostro autista. Pronuncia anamalè. Da noi anche detto Ambrogio o animale’ o animal house. Ha 28 anni e tra circa 2 mesi si sposa. La sua famiglia sta concordando il matrimonio e scegliendo per lui la sposa. Non sa chi è e neanche quanti anni ha. Una volta sposata lei vivrà nel villaggio insieme ai suoceri e lui invece rimarrà a Madras per continuare a lavorare (saranno distanti 4/6 ore di macchina). Si vedranno una volta al mese se va bene. Ci chiama Madam e Sir. Ci ripete continuamente nel suo stentato inglese che la ns. Soddisfazione è la sua soddisfazione. Oggi ci siamo incontrati in spiaggia, non mi guardava perché ero scandalosamente in costume. Fa molta tenerezza. Ha la sua divisa, pantaloni e camicia bianca e scarpe nuove in cuoio sempre lucide. Accetta tutto quello che gli offriamo. Ha sempre una gran fame. Ci apre sempre le porte. Tutte le mattine si sveglia presto (chiaramente dorme in macchina) tipo alle 6.00 per lavare la macchina che è sempre tirata a lucido. Spesso per far questo salta la colazione che manca poco ci sviene per strada, ma bisogna minacciarlo per farlo fermare per qualche suo bisogno. Ha a disposizione per mangiare al giorno 150 rupie , meno di 3 euro, e sono convinta che li fa avanzare. Domani ci salutiamo.

E’ stato bravo, fedele e attento.

Buona fortuna Annamalai.

04/12/2006 Oggi abbiamo salutato il ns. Caro compagno di viaggio Ambrogio. Gli abbiamo chiesto una foto del suo futuro matrimonio, speriamo che arrivi perché sono proprio curiosa. Mi ero dimenticata di dire che una sera su una tipo “autostrada” ad un certo punto ha inchiodato senza motivo. Gli abbiamo chiesto perchè e lui tranquillamente ha risposto che stava facendo un test ai freni. Qualche mattina fa invece non vedevamo la macchina nel solito parcheggio, poi ci ha spiegato che l’ha mossa per fare un chilometro di strada per controllare l’aria condizionata, la batteria, le luci. Oggi dopo 4 ore di macchina (circa 130 km) ci siamo salutati. Lui si riposava due ore e poi faceva tutta una tirata fino a Chennai (800 km) senza dormire e sarebbe arrivato dopo 24 ore. Gli abbiamo dato 1.000 rupie di mancia (circa 17 euro). Tante, poche? Chissà…

Ma gli abbiamo pagato anche alcuni pranzi e un massaggio a Thekkadi. Poi gli ho regalato del sapone, uno spazzolino da denti con dentifricio, un ombrello, una maglietta. Non ti rendi conto della misura. Hai sempre paura che sia troppo o troppo poco. Ha spalancato gli occhi quando gli abbiamo detto che abbiamo due macchine, una ciascuno. Avrà pensato che siamo dei ricchissimi occidentali. Comunque noi, caro Annamalai, siamo stati bene, e speriamo sia stato lo stesso per te.

Un caro saluto a tutti da Fort Cochin 05/12/2006 Eccoci, ci siamo. Nonostante tutto, quasi con le lacrime agli occhi stiamo salutando questo grande paese. Abbiamo trascorso questi ultimi 2 giorni a Cochin, una bella città con un’atmosfera anche un po’ europea dovuta alle influenze portoghesi e olandesi. Dormiamo in una guest house a Fort Cochi, dove ci sono case dalla bella architettura e tanti bei localini. Talvolta per qualche secondo sembra di essere da qualche altra parte, ma poi l’odore di fogna ci ricorda dove siamo. Una delle cose più belle di questo posto è il fatto che è un isola e che lungo diciamo la laguna (perché non è ancora mare) si trovano le famose fishing net, reti da pesca cinesi. Sono delle enormi reti portate dai cinesi che vengono manovrate da almeno 10 uomini. Tutto chiaramente più che manuale. E’ bellissimo passeggiare aspettando il tramonto in questo luogo, è veramente molto suggestivo.

Andrea sta molto meglio, infatti ha ri-iniziato a mangiare, tanto che ci siamo appena fatti una mega fetta di squisita torta al cioccolato. Cerchiamo di addolcire la triste partenza. Domani ci aspetta Dubai. Ma i ns. Vestiti profumeranno ancora di India, di olio, di burro, di spezie. Noi oramai ci siamo assuefatti…

Poi ci penserà la lavatrice a cancellare tutto.

Ho molte cose ancora da raccontare, conto di farlo nei prossimi giorni, forse da casa. In queste postazioni internet che troviamo fa un caldo soffocante, abbiamo i ventilatori sparati addosso ma servono solo a far venire mal di gola.

Saluti ancora indiani 09/12/2006 HO VISTO COSE Sono colta da una strana nostalgia.

Trovi tutti questi addobbi natalizi fuori luogo.

Sarà la temperatura, sarà il fatto di aver passato quasi 3 settimane nella culla della religione indù più due giorni in una città musulmana, sarà che mi mancano quei colori e quei sorrisi.

Sarà che basterà poco per rientrare nel solito tran tran, per rituffarsi nel solito stress e per dare valore a cose estremamente superficiali.

India mia cara, sarà che presto ci rivedremo… Abbiamo terminato questa bellissima vacanza. Siamo passati dai meravigliosi templi indù del Tamil Nadu, dalla misticità di queste persone che si respira ovunque al profumato e verde Kerala dove ci siamo fatti cullare dal mare, dalle spezie, dall’ayurveda, dalla navigazione sulle lagune interne per terminare a Cochin dove si ricomincia a respirare qualche soffio di Europa.

E poi Dubai, un posto indescrivibile. Senza anima, senza storia…Un miscuglio di razze con un unico solo scopo. Lavorare per mantenersi e mettere su famiglia, o mandare soldi al villaggio natio. Tanti indiani, tanti arabi. Negozi,mercati e ristoranti che rispecchiano varie culture accomunate però soprattutto dalla religione musulmana. Moschee, grattacieli , centri commerciali, banche. Oro, spezie, kebab, stoffe ed elettronica, griffe di tutto il mondo, macchine lussuose e traffico incredibile. Cantieri ovunque, orizzonti pieni di gru.

Donne completamente coperte(in nero) da dove spuntano occhi truccatissimi dallo sguardo fulminante, uomini in tuniche bianche che sembrano emiri ( o forse lo sono…) Fanciulle con Nike, jeans a zampa di elefante e sopra tunica nera e capo velato.

Un pò Hong Kong, un po’ Singapore, un pò Miami un pò Il Cairo.

Abbiamo visitato soprattutto la città, perdendoci nei vari quartieri divisi da un canale che ha solo due ponti, attraversato da “abra” taxi d’acqua che ti portano da una sponda all’altra.

Abbiamo passato una mattina in spiaggia, la famosa Jumeira, ma la temperatura non era il massimo per fare mare. Con un taxi siamo arrivati al famoso albergo 7 stelle che abbiamo visto solo esternamente perché per visitarlo, oltre a pagare € 50, bisogna anche prendere un appuntamento almeno una settimana prima. Siamo stati in uno dei tanti centri commerciali e abbiamo fatto una fila di 45 minuti per prendere un taxi per ritornare all’albergo.

Un posto molto strano che sono però contenta di aver visto, partendo dal presupposto che tutto merita…Lo consiglierei per una vacanza dove non si vuole pensare ma gozzovigliare tra shopping e mare.

Ma,in India, ho visto e sentito cose… Non so se ho visto più persone senza denti, o senza scarpe. Forse vince la seconda.

Ho visto caschi di banane tali da sfamare l’intera popolazione mondiale.

Ho visto templi meravigliosamente decorati ed intere famiglie completamente coinvolte nei loro riti, e persone rasate e cosparse di polvere gialla(?) che erano stati in un tempio che si trova nel nord dove come dono agli dei si danno appunto ai capelli. O che forse li hanno venduti per ottenere qualche rupia. (è soprattutto con i capelli degli indiani che si fanno le parrucche vendute in tutto il mondo).

Ho visto famiglie vivere per strada.

Ho visto persone lavarsi, fare il bucato, i piatti nei fiumi, nei canali, nelle pozze d’acque. E fare anche i propri bisogni in spiaggia.

Ho visto pescatori ritirare le reti dal mare, madidi di sudore e stremati dalla fatica.

Ho sentito i calli nelle mani di un bambino che tira le funi di queste reti da pesca.

Ho sentito così tanto suonare il clacson che penso di aver perso un po’ di udito.

Ho visto tanti sorrisi e stretto tante mani. Lo manifestano le tante foto. In nessun viaggio avevo mai fotografato così tante persone.

Ho portato a lavare dei vestiti a Thekkady e sono tornati più sporchi di prima.

Ho sentito oggi stesso nei panni da lavare il profumo del burro che mi era stato sciolto sopra gli occhi nella clinica ayurvedica al Manaltheraam.

Ho dormito in un albergo (hotel Surguru a Pondicherry) che sembrava di essere in Albania, o ex DDR con una sala dove si faceva colazione che mi ricordava quella di un carcere, anche se sono convinta che a San Vittore l’estetica sia notevolmente migliore.

Ho visto persone fare il bagno completamente vestite e divertirsi con il mare come se non lo avessero mai visto.

Ho visto tante divise scolastiche, tanti fiocchi per le bimbe, tante cravatte per i bambini.

Ho visto tantissime macchine da cucire. Sembra che tutti facciano quello. Andrea si è fatto fare una camicia e ha speso 5 euro, che abbiamo scoperto è un esagerazione… Ho visto bere litri e litri di the con latte (chai), e mangiare quintali di riso con verdura.

Ho visto spazzatura ovunque…Che fatica trovare un cestino, non esistono! Ho sentito inveire contro di me una donna che si lamentava che le avevo lasciato troppi pochi soldi per aver usato una Modern Toilette di cui era custode.(avrei preferito di gran lunga un albero o un cespuglio). Era così aggressiva che le avrei messo le mani addosso. Mi viene in mente Jodorowsky. In un paese del genere nascere femmina è una disgrazia. Quanta rabbia poteva avere questa dentro? Ho sentito Annamalai che diceva che non era preoccupato di dover guidare 24 ore (quando ci ha lasciato a Cochin che faceva rientro a Chennai) tanto avrebbe bevuto un chai per stare su e pregato.

Ho visto postazioni internet e cellulari ovunque, ma l’acqua corrente rimane un problema. Quella calda a volte è un lusso anche negli alberghi. O ci sono strani marchingegni per averla, tipo scaldabagni anteguerra.

Ho sentito il profumo dei fiori di gelsomino che ogni mattina venivano posati su una foglia di banano sul tavolo dove ci veniva servita la colazione nella nostra terrazzina nello splendido posto dove abbiamo dormito a Varkala beach.

Ho visto uomini a piedi nudi salire su altissime palme per raccogliere il cocco.

Ho visto un matrimonio. La sposa arriva su un carro pieno di fiori e luci e preceduto da una banda che suona. Lei era lì, su un trono, truccatissima ed ingioiellata e fastosamente vestita, forse non proprio pronta ad andare incontro al suo destino, ad un uomo che non ha mai visto, scelto per lei e con cui dovrà passare il resto della sua vita.

Ho visto uno spettacolo di danza Kathakali, preceduto dalla cerimonia del trucco. I danzatori hanno una grande mimica facciale, aiutata anche da un trucco complesso e si mettono negli occhi dei semi che li fanno diventare rossi. Poi li roteano all’inverosimile.

Ho visto fiori coloratissimi.

Ho visto intere colline piene di the.

Ho visto povertà, fame, umiltà, dignità, fede, curiosità.

Non ho visto tante cose, sicuramente le peggiori. Coscienti del fatto che erano lì, intorno a noi.

“LIFE IS NOT WHAT YOU HAVE LIVED BUT WHAT YOU REMEMBER AND HOW YOU REMEMBER IT TO TELL IT” G.G.Marquez

csanticcioli@hotmail.Com



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