Un coccodrillo nel Battistero. A Cremona tornano le “provocazioni” di Cattelan

Chissà se Orlandino Teodosio, nel pieno del XII secolo, si sarebbe mai potuto immaginare che circa novecento anni dopo dalla volta del suo battistero di Cremona sarebbe stato calato un coccodrillo di circa tre metri e mezzo di lunghezza. Dubito fortemente che questo pensiero abbia sfiorato la mente dell’architetto cremonese, mentre era intento a realizzare l’imponente struttura che ancora oggi svolge la funzione di co-protagonista nella piazza del Comune della cittadina lombarda. Ma tant’è che, dopo più di nove secoli, questo è avvenuto; e chi può esserci dietro un gesto tanto audace quanto provocatorio? Ma ovviamente Maurizio Cattelan, famigerato artista padovano celeberrimo nel mondo per le sue provocazioni artistiche (e non solo). Ma cerchiamo ora di capire qualcosa di più di questa installazione, il cui titolo è tutto un programma: “Ego”.
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“Ego”: come appendere un coccodrillo in un battistero e farla franca
“Ego” rappresenta il colloquio costante fra sacro e profano, fra ieri e oggi
Tutto comincia a maggio di quest’anno, precisamente il giorno 26, quando a Cremona viene inaugurata la Cremona Contemporanea Art Week, rassegna di arte contemporanea della città lombarda famosa per il torrone e i violini. In occasione di questa importante manifestazione viene quindi deciso di installare l’opera “Ego” di Cattelan, realizzata nel 2019 e composta da un coccodrillo conservato mediante l’antica arte della tassidermia che, per l’occasione, è stata installata all’interno del battistero situato a ridosso della facciata della maestosa cattedrale di Santa Maria Assunta (altrimenti detto Duomo di Cremona). L’animale è stato ancorato al centro della volta dell’edificio sacro, così da rimanere appeso esattamente al di sopra del fonte battesimale (no, non è un errore…IL fonte battesimale, LA fonte di acqua), come impegnato in un costante colloquio con il punto focale della struttura, la cui costruzione fu iniziata nel 1167 e che rappresenta un tipico esempio di stile romanico nella sua declinazione lombarda.
Il battistero di Cremona, un palinsesto di secoli di arte
Dal 1167 il Battistero domina sulla piazza del Comune
Concedetemi un momento di serietà per raccontarvi il battistero di Cremona, un vero gioiellino di arte romanica e non solo. Come dicevo, la costruzione iniziò nel 1167 e gli studiosi la attribuiscono all’architetto cremonese Orlandino Teodosio il quale, sempre secondo gli storici dell’arte, si ispirò alla struttura del battistero di San Giovanni a Firenze, risalente al secolo precedente. L’aspetto attuale, tuttavia, si discosta sensibilmente da quello originario, giacché è stato alterato dai restauri di epoca rinascimentale e cinquecentesca. L’edificio è a pianta centrale, a forma ottagonale. La struttura è in laterizio, materiale tipico delle costruzioni lombarde in stile romanico, ma le due facciate prospicenti il vicino Duomo sono state rivestite in marmo bianco durante l XVI secolo; al medesimo periodo risale anche la tamponatura delle porte sud ed est, lasciando aperta la sola porta nord. Anche la presenza di tre ingressi era un richiamo esplicito al più noto battistero fiorentino.
Il monolitico fonte battesimale si prostra dinnanzi al fulgore della Madonna Addolorata
L’originale impianto romanico è oggi ancora ben visibile sia nelle sei pareti prive di rivestimento, nelle quali è possibile ammirare il rosso del laterizio nella sua più pura essenza, sia nelle bifore presenti in tutte e otto le facciate, unici punti che permettono alla luce di guadagnare l’interno dell’edificio sacro. E proprio qui, all’interno, spiccano la “Madonna addolorata” di Giacomo Bertesi (fine XVI secolo), il monolitico fonte battesimale in marmo rosso di Sant’Ambrogio di Valpolicella di Lorenzo Trotti (1527) e oggi (e fino al 1° novembre) anche “Ego” di Maurizio Cattelan (2019).
Provocazione o colloquio artistico?
Una domanda che da mesi si sta ponendo tutto il mondo degli addetti ai lavori e che abbraccia, in realtà, un tema ben più ampio della singola installazione cremonese. Risulta evidente che oggi l’arte abbia preso una direzione estremamente diversa da quella che era fino alla fine del XIX secolo: il figurativismo (la rappresentazione di immagini riconoscibili attorno a noi), che ha dominato la scena per moltissimi secoli, ha rapidamente lasciato il passo a forme d’arte sempre più uniche e particolari, tramite le quali gli artisti hanno portato avanti lo nuovo scopo di scuotere il mondo artistico. La bellezza ha lasciato il posto alla provocazione che sembra la ragion d’essere (e di fare arte) di moltissimi artisti. E Cattelan è, senza ombra di dubbio, tra i più eminenti esponenti di quella che potremmo definire a tutti gli effetti una corrente artistica.
“Ego”, che l’artista definisce come una sorta di autoritratto riconoscendo nel coccodrillo numerosi punti in comune con se stesso, si inserisce perfettamente in questo contesto ma, probabilmente, va anche oltre. La sua invadente collocazione nel battistero di Cremona, edificio sacerrimo, innesca un meccanismo colloquiale fra passato e presente, fra maestri scalpellini del XII secolo e artisti disinibiti del XXI secolo, a tal punto da creare un particolare effetto armonico, una fusione perfetta fra sacro e profano che non può che portare il visitatore, una volta superata una prima e fisiologica reazione di irritazione, ad ammirare tutto questo con il naso all’insù, magari considerandolo una versione 2.0 di quei draghi che un tempo facevano bella mostra di loro negli affreschi e nelle sculture al tempo delle dame e dei cavalieri.
Credit foto:
Ego – Sito Cremona Contemporanea Art Week
Interno Battistero – Wikipedia