Ibiza, storia di un errore annunciato

Considerazioni per non vivere al peggio l' isola...
Scritto da: Argion
ibiza, storia di un errore annunciato
Partenza il: 07/08/2014
Ritorno il: 14/08/2014
Viaggiatori: 1
Spesa: 2000 €
Ero abbastanza indeciso su come raccontare questo mio ultimo viaggio perchè senza farla lunga è stato un fallimento quasi completo.

Ma ora che sono tornato e l’ arrabbiatura è un pò calata non posso fare a meno di evidenziare, a me stesso, tutti i campanelli d’ allarme che preannunciavano in modo anche piuttosto chiaro che sarebbe andata così.

Sono partito per Ibiza con in testa l’ idea di divertirmi e fare conoscenze, visto che l’ isola è famosa proprio per questo: avevo letto decine di opinioni e racconti per convincermi che anche per chi viaggia da solo e non vive di discoteca, alcool e trasgressioni varie, fosse possibile passare una vacanza coi fiocchi.

Purtroppo la missione è fallita, ma come ripeto ci sono alcune considerazioni da fare e alle quali dovevo dare più importanza.

Non farò quindi un rapporto dettagliato della settimana ad Ibiza, piuttosto cercherò di dare indicazioni che spero possano aiutare chi come me voglia andarci pur non essendo il turista tipico di quest’ isola.

Primo errore: la meta stessa

Devo ammetterlo, pur avendo superato i 30 da un pò ho sempre avuto la fissa di visitare Ibiza prima o poi, come se fosse uno di quei posti che si debbano vedere nella vita. Ora posso dire che questo viaggio avrei dovuto farlo a 20 anni, quando in testa avevo ancora le discoteche e le risate dementi con gli amici (l’ alcool invece l’ ho sempre odiato e non mi capacito di cosa ci sia di divertente nell’ ubriacarsi o drogarsi, è qualcosa che va aldilà della mia comprensione). Fin dal gate di partenza ho capito che il tipo di utenza dell’ isola è rappresentato perlopiù da persone che non hanno più niente a che vedere con me, e Ibiza è il parco giochi perfetto per loro. Certo, ci sono anche paesini e spiagge meno incasinate ma per dirne una a me non interessano nè spiagge di nudisti nè cultura hippie. Senza contare il fatto che i “must see” dell’ isola, e parlo in particolare delle spiagge e dei centri urbani, sono comunque popolate da questo tipo di turisti. Intendiamoci, Ibiza sarebbe un’ isola splendida e gli spagnoli sono simpatici, purtroppo ruota un pò tutto intorno all’ idea di luogo per gruppi di ragazzetti ventenni che vogliano far casino.

Secondo errore: la posizione

Ad Ibiza i centri urbani principali sono due, Eivissa e Sant Antoni de Portmany. Avendo dovuto prenotare proprio all’ ultimo, erano rimasti alloggi disponibili solo a San Antonio che è un paesino sviluppato intorno al turismo inglese. Questo significa che a parte l’ utenza al 90% inglese (la grande maggioranza intorno ai 20 anni), ci si trovano decine di negozi che vendono alcolici tutto il giorno, locali con megaschermi che trasmettono rigorosamente partite di calcio ed eventi sportivi e in generale di “spagnolo” non vi si trova pressochè il nulla (sempre ammesso che sia in conto di trovarlo ad Ibiza). Alle 22 questi ragazzetti sono già mezzi ubriachi e alcune vie diventano un inferno di luci, gente che grida e musica a palla. Per ben tre sere, prima che mi facessi cambiare la stanza, mi sono dovuto sorbire ragazzini che rientravano verso le 23-24, accendevano la radio ad alto volume cantando e ridendo in modo isterico fino a circa le due di notte, per poi andare in discoteca; Alle 6-7 del mattino rientravano, di nuovo radio e discussioni dementi per una mezzora. Totale e più profondo menefreghismo per il prossimo. Sono consapevole del fatto che l’ intruso alla fine fossi io, ma questa inciviltà si manifesta tutto il tempo anche nel modo in cui viene trattata l’ isola dai “turisti”, figuriamoci che livello di attenzione possa avere una simile marmaglia di bimbetti esagitati. Se devo essere sincero però ho riflettuto anche su di una cosa: tutti consigliavano di alloggiare ad Eivissa, lontano da questa colonia inglese; Ci ho riflettuto sul posto e ho concluso che bisogna anche valutare CHI dia questi consigli perchè se l’ alternativa alla colonia di inglesi era la colonia di italiani a Plaja d’ en Bossa… me ne tengo ancora più alla larga. E non lo dico perchè ce l’ abbia con gli italiani a prescindere, nonostante purtroppo sia un dato di fatto che i più casinisti e irrispettosi io li abbia sempre trovati tra di loro: è che non capisco il motivo di andare all’ estero per poi trovarsi tra italiani, non è la mia idea di viaggio. Tanto vale restare in Italia.

Terzo errore: il periodo

Sicuramente uno dei punti chiave di questa pessima esperienza, andare ad Ibiza in pieno Agosto è quanto di peggio si possa fare. Mi sono ritrovato in spiagge meravigliose ma totalmente rovinate dall’ assurda massa di persone tutte appiccicate l’ una all’ altra. Parlo di non più di un metro tra ombrelloni, anche 50cm sulle zone libere. E così ti tocca ascoltare tutti i discorsi degli altri, la loro musica (perchè alcuni tamarri portano per davvero la radio in spiaggia come nelle vignette), bambini che urlano, i maledetti racchettoni, grassone carampane in topless, sabbia addosso ad ogni persona che fa lo slalom per passare, senza contare il concreto rischio che qualcuno ti rubi tutto se ti allontani un attimo. A Cala Bassa mi hanno fatto pagare VENTISETTE EURO per lettino ed ombrellone, anzi due lettini perchè non me ne ha fatto pagare uno solo che occupavo! Il giorno dopo mi sono comprato un ombrellone a circa 10€ ma capite che gli spazi liberi restano quelli.

Quarto errore: le aspettative

Non voglio negarlo, avevo scelto Ibiza anche perchè pur non essendo (più) un discotecaro leggevo di come fosse praticamente impossibile non fare amicizia su quest’ isola e viaggiando da solo mi sarebbe anche piaciuto. Ma il punto non è quello, se l’ utenza media sono ragazzini/e o gente con in testa la “movida”… beh, mi arrendo e ammetto di non essere per nulla attratto dal conoscere questo tipo di persone. L’ errore è mio, sono un altro tipo di viaggiatore e avrei dovuto ricordarmelo. Scommetto che mi sarei divertito anche io se fossi andato con altrettanti amici, sarei pure andato in una di quelle famigerate discoteche e avrei tirato tardi a ridere tutto il tempo, ma così no. Oltretutto, e mi duole ammetterlo, anche a livello di attrazioni non è che sia rimasto colpito ma ero talmente disgustato già al secondo giorno che ho evitato di noleggiare un mezzo per spostarmi. Le grotte di San Miguel? Una visita di 30 minuti neanche con tutto ricostruito, luci da Gardaland e pochissime nozioni. L’ acquario? Due vasche che a momenti puoi vedere a gratis sedendoti al tavolino del bar. La città vecchia è stata l’ unica visita che ho apprezzato.

Alla luce di queste considerazioni è giusto quindi sottolineare che Ibiza non è brutta in sè, giammai, ma è adatta soprattutto ad un tipo ben preciso di turismo e di turisti, va visitata in periodi meno affollati e chi vuole stare tranquillo è meglio che eviti del tutto quei centri. Tra parentesi ho fatto una visita in giornata a Formentera, visitando due spiagge paradisiache ma che dopo pochi minuti si sono affollate uguale rendendo l’ esperienza per nulla piacevole. Durante tutta la mia permanenza la sensazione costante era quella di sconforto, mancanza di relax, fastidio e non vedevo l’ ora di tornarmene a casa.

Se questa è una vacanza…



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