Viaggio di nozze tra California e Hawaii

20 giorni incredibili a zonzo per la California (San Francisco, Big Sur in auto e Los Angeles) e le Hawaii (Oahu e Maui)
Scritto da: ariel_11190
viaggio di nozze tra california e hawaii
Partenza il: 09/09/2019
Ritorno il: 27/09/2019
Viaggiatori: 2

Viaggio di nozze tra California e Hawaii

turistipercaso

Eccomi qui a raccontare il nostro viaggio di nozze, 18 bellissimi giorni tra California ed Hawaii

Non posso che consigliarlo, è stato un viaggio meraviglioso che ci ha portato in luoghi stupendi, non avremmo davvero potuto scegliere mete migliori. Noi ce lo siamo fatti organizzare da un’agenzia (ci interessava il servizio lista nozze, ma altrimenti si può organizzare in autonomia) e come spesa finita, compreso tutto fino ai souvenir, abbiamo speso in due 11.000 euro. Le due mete sono indubbiamente care, si poteva risparmiare qualcosina dagli alloggi (i nostri erano carini ma non di lusso, ma comunque indubbiamente comodi), ma comunque va considerato un buon budget per questo viaggio.

Lo abbiamo strutturato così (i tempi indicati sono pieni, esclusi i voli):

3 giorni e mezzo a San Francisco: a me questa città è piaciuta da impazzire, per cui avrei fatto volentieri una mezza giornata in più

2 giorni per percorrere la highway 1 da San Francisco a Santa Barbara, con notte intermedia a Monterey per vedere Carmel by the sea: il secondo giorno abbiamo indubbiamente guidato molto, ad avere più tempo si possono dedicare più giorni, ma altrimenti così è fattibile.

4 giorni e mezzo a Waikiki (Oahu): da Santa Barbara ci alziamo all’alba per volare dritti dritti alle Hawaii. Questa quantità di giorni va bene per vedere l’isola di Oahu secondo me.

3 giorni e mezzo a Maui: si sarebbe potuto fare di più, ma per noi è andato bene così.

2 giorni a Santa Monica (vicino a Los Angeles): personalmente non mi ha fatto impazzire la zona, per cui 2 giorni sono andati bene. Anzi, a posteriori, avrei sacrificato qualcosa di questa parte in favore di San Francisco, ma lo stop di due giorni ci è servito per spezzare i voli di ritorno e fare una tappa intermedia di fuso orario. Altrimenti fare Hawaii-Italia è lunghissimo, se lo scalo è a Los Angeles sarebbero 6 ore di volo più altre 11!

NOTE GENERALI

(di seguito il dettaglio dei singoli itinerari e giorni)

PATENTE INTERNAZIONALE: noi non l’abbiamo fatta, in California non serve e sul sito governativo delle Hawaii sembrano contraddirsi (nella sezione faq). Non ci hanno mai fermati, per cui non saprei se servisse o meno, sicuramente per i noleggi non serviva.

MEDICINE: avevamo mooolte medicine nel bagaglio a mano, anche liquide (non solo farmaci da banco ma specifiche). Ci hanno controllati solo una volta e non hanno nemmeno voluto vedere il certificato del medico, per cui nessun grosso problema.

SIM AMERICANA: abbiamo fatto una scheda T mobile ma non è che prendesse molto, con 60$ abbiamo preso internet illimitato per 3 settimane, con possibilità di collegamento hotspot, così che anche l’altro potesse collegarsi. Ma la linea non era veloce e spesso non prendeva in assoluto (anche in centro a Beverly Hills tipo, ma com’è possibile?). Scaricatevi prima le mappe offline.

L’AUTO È NECESSARIA? A San Francisco no, anzi, la sconsiglio. A Los Angeles alloggiando a Santa Monica ed essendo stati per la maggior parte del tempo lì, non l’abbiamo usata molto, ma per girare la città il resto del tempo è necessaria. Alle Hawaii, se l’idea è fare passeggiate, vedere i panorami ecc è fondamentale. A noi avevano messo il pieno prepagato, ma non abbiamo usato così tanta benzina, per cui si è rivelata una spesa inutile. Meglio pagare a consumo, al posto che regalare benzina come abbiamo fatto noi..

ASSICURAZIONI AGGIUNTIVE AUTO E SANITARIA: assicurazione sanitaria sempre. Anche per l’auto è stata utile, abbiamo avuto un problema dopo 15 minuti che avevamo noleggiato l’auto, ed è stato necessario il carro attrezzi. Non so se avrebbero avuto il coraggio di addebitarcelo visto che si erano dimenticati loro di chiudere il tappo dell’olio (ma puoi?), ma con l’assicurazione non ci sono stati dubbi.

PARCHEGGI: costosissimi ovunque, gli hotel col parcheggio compreso gratuito sono salvavita (posto che è assurdo che sia escluso, a metterlo a 14-18-30$ a notte). Quando andate in un luogo, guardate sempre prima quale sia la migliore opzione di parcheggio, perché andare a caso potrebbe costarvi molto caro, letteralmente!

GROUPON: molto usato e semplice in USA (altro che la prenotazione macchinosa che c’è in Italia), permette di risparmiare molto. Noi l’abbiamo usato solo su attività, risparmiando davvero tantissimi soldi avendo sempre un servizio ottimo. Una volta comprato un coupon, c’è la possibilità di restituirlo entro 3 giorni. Noi non siamo riusciti a usarne uno (per problemi tecnici di chi doveva farci l’attività) ma non era possibile rimborsarlo, dovrebbe però essere possibile convertire il valore in un buono da usare per comprare un’altra attività (entro 24 ore). E in Italia non vale, lo terremo per il prossimo viaggio, che dobbiamo fare… I rischi del risparmio!

HIKING: app consigliatissima alle Hawaii è All Trails, con percorsi e recensioni, anche per capire la difficoltà, perché la lunghezza del percorso non è assolutamente indicativa. E’ necessario avere la giusta attrezzatura però, io ho usato scarpe da corsa Nike non specifiche per la montagna, che però sono andate bene. Anche se mio marito con le scarpe da trail aveva tutt’altra presa sul terreno. Niente infradito o sandali però! Anche il cappellino contro il sole è fondamentale, e l’acqua. A volte non sono sentieri semplicissimi, magari sono scivolosi per il fango, e non è simpatico slogarsi la caviglia in vacanza. E poi…un fiore tra i capelli per le foto in cima 😉

SAN FRANCISCO: città bellissima, particolare, stupenda, mi ha fatto veramente impazzire. Noi ci siamo divertiti a girarla con tutti i mezzi di trasporto più diversi, ad es. la bici elettrica è comodissima per muoversi, e abbiamo utilizzato moltissimo Uber oppure Uber X (sarebbe un passaggio in condivisione con altri, lievemente meno veloce ma risparmi molto). L’auto non la consiglio perché mi è sembrata trafficata ma soprattutto tragica per i parcheggi. Noi non abbiamo fatto la tessera dei mezzi ma siamo stati comodi appunto con bici e Uber, ma probabilmente siamo andati a spendere qualcosa di più. Sicuramente però siamo stati più veloci negli spostamenti. L’hotel era in zona Union Square (hotel Vertigo), l’abbiamo trovata comoda per muoverci. La visita della città l’abbiamo organizzata a sentimento, non in maniera troppo razionale, ma magari a qualcuno è utile una piccola guida di quello che abbiamo fatto, con consigli ed errori che abbiamo commesso.

Diario di viaggio

Giorno 1: VOLO – UNION SQUARE – CABLE CAR – LOMBARD STREET

Siamo atterrati intorno alle 13, la dogana ha richiesto circa un’ora e mezza, e siamo andati in hotel tramite il treno dall’aeroporto. Abbiamo provato a chiamare un uber ma non avevamo ancora internet e non trovavamo il punto di pick up, quindi abbiamo perso tempo e alla fine abbiamo optato per il BART (il treno veloce), che ci ha lasciati in Union Square. Da subito trasportare le valige per un km in salita è stato un approccio importante con la città!

Abbiamo utilizzato quindi qualche ora nel pomeriggio per fare un giro in Union Square, andare subito a fare la sim americana, e prendere il famoso Cable car (tram, 7$ a corsa) che ti porta fino all’oceano, passando da Lombard Street (la via più nota di San Francisco, con una pendenza molto forte). Noi siamo scesi lì, abbiamo fatto qualche foto e siamo arrivati a piedi fino al molo, dove abbiamo visto il tramonto sulla baia e abbiamo preso una Uber per tornare in hotel a dormire.

Giorno 2: GOLDEN GATE PARK – TWIN PEAKS – ALCATRAZ – FISHERMAN’S WHARF

Abbiamo sfruttato la sveglia alle 5.30 per uscire di casa presto e andare subito in bici elettrica (servizio di Uber) a esplorare il Golden Gate Park. Però non so, c’era nebbiolina e forse la mattina presto non mostrava il suo lato migliore, probabilmente è più vivace più tardi. Subito dopo abbiamo vagabondato per Haight-Ashbury, quartiere famoso per la cultura hippie, e poi Uber verso Twin Peaks. Vista bellissima, peccato per la nebbia, riproveremo tra qualche giorno.

Il pomeriggio era prenotata la visita per Alcatraz (da prenotare con molto anticipo dal sito ufficiale), quindi ci rechiamo con i mezzi pubblici (il biglietto si può fare su, forse con un piccolo sovrapprezzo) e ci godiamo la visita: bellissima e di forte impatto, da fare assolutamente!! C’è da presentarsi mezz’ora prima del traghetto, che poi ci mette solo 12 minuti a raggiungere l’isola. Da lì si gironzola fino ad arrivare all’edificio principale, dove compresa nel prezzo c’è un’audioguida fatta molto bene, che vi terrà compagnia per circa un’oretta. In totale tra andata, visita e ritorno considererei circa 3 ore.

Al ritorno passeggiata per il molo e per il famoso Fisherman’s Wharf, pieno di negozi, dove si trovano anche i bellissimi leoni marini. Assaggiamo da Boudin Sordough, la zuppa di granchio tipica di San Francisco, e torniamo in hotel.

Giorno 3: SAUSALITO IN BICI – ROOFTOP E CHINATOWN

Il terzo giorno lo utilizziamo per una gita in bici dal Pier 39 fino a Sausalito, la cittadina che si trova al di là del Golden Gate Bridge. Abbiamo noleggiato la bici sfruttando un Groupon, e spendendo quindi circa la metà (semplicissimo: compri dal sito o app, vai al negozio e ti danno la bici, senza prenotazione… In questa vacanza ci è stato utile molte volte per risparmiare!). Per quanto riguarda il giro e’ bellissimo! Fino a Sausalito sono 16 km, la maggioranza in piano o discesa, ci vuole circa un’ora e mezza. Ci sono piccole salite abbastanza ripide, ma per fortuna sono corte, mal che vada si scende e si spinge la bici.

Consiglio: se possibile assicurarsi che il giorno della gita non ci sia nebbia sul Golden Gate, noi purtroppo ci siamo passati in un momento in cui non si vedeva nulla, ma dall’altro lato non c’era più. Il ritorno è possibile farlo in traghetto, che ti può portare o al Pier 41 o al Pier 1. Noi abbiamo scelto quest’ultimo per utilizzare ancora un pochino la bici, ci avevamo preso gusto!

La sera abbiamo salutato la città da un bellissimo rooftop da dove abbiamo visto il tramonto (Top of the Mark), poi siamo andati a Chinatown per cena. Quest’ultima scelta non la consiglio: si erano ormai fatte le 20.20, ed era pressoché tutto chiuso.

Giorno 4: STANFORD – PARTENZA SULLA HW 1 – CARMEL BY THE SEA

Partiamo di buon’ora e torniamo su Twin Peaks, per salutare un’ultima volta la città ora che c’era il sole 🙂 Ci rechiamo a Stanford perché ci tenevamo a vederla (carina, ma non so se meriti la deviazione) e poi prendiamo finalmente la Highway 1 direzione Los Angeles. Non si può altro che percorrerla con la capote abbassata e fermarsi a ogni piazzola panoramica per scattare bellissime foto 🙂

Consiglio di scaricare mappe offline prima di partire, in questi due giorni il nostro telefono non ha praticamente mai preso.

Guidiamo qualche ora fino alla nostra meta, ovvero Monterey, dove passeremo la notte. Non visitiamo la città ma andiamo subito a Carmel-by-the-sea, dove ci godiamo il tramonto dalla sua spiaggia pienissima di cani. Ceniamo nel paesino (che probabilmente avrebbe meritato di essere visto di giorno) e rientriamo in hotel, situato a Monterey. Noi siamo stati all’Hilton Garden Inn, ma visto quanto lo abbiamo usato un hotel sarebbe valso un altro.

Giorno 5: BIG SUR – MCWAY FALLS – RAGGED POINT – SANTA BARBARA

Finalmente entriamo nel Big Sur! Partiamo intorno alle 8.30 e dopo un’oretta di guida facciamo colazione in un posto molto carino (ma anche costosetto e con colazioni solo in stile americano), chiamato Big River Inn. Tutto in legno, è possibile anche bere qualcosa con i piedi nel fiume. Arriviamo poi al piccolo sentiero che porta alle McWay Falls, che ci ruba una mezz’oretta (ingresso al parco 10$ ad auto). Continuando a guidare e a fermarci nelle varie piazzole panoramiche, arriviamo a Ragged Point, ottimo posto per un pranzo veloce (non abbondano i locali nel Big Sur, anzi, sono rari, ottima idea avere il pieno di benzina prima di partire) e con una bellissima vista sull’oceano.

Dopodiché abbandoniamo il Big Sur e guidiamo ancora per un po’ di ore, attraversando paesi e paesini e fermandoci ogni tanto, ad esempio per un giretto sul lungo pontile di legno di Pismo Beach. Intorno alle 16.30 arriviamo a Santa Barbara, paese che ci è piaciuto molto. Vale la pena farci un giro, ha un pontile molto bello e pieno di locali, oltre al lungo oceano pieno di palme. Il nostro hotel era il Best Western Plus Encina inn, posizione periferica ma comoda con l’auto, ma anche in quello siamo stati pochissimo. Qui si conclude il nostro on the road tra San Francisco e Los Angeles, c’erano molte più cose da vedere, ma nel tempo che abbiamo avuto abbiamo potuto godere di paesaggi meravigliosi e posti stupendi, quindi siamo molto soddisfatti!

Giorno 6: VOLO – WAIKIKI

Lasciamo Santa Barbara al mattino presto, per andare a LAX a prendere l’aereo per le Hawaii. È un viaggio di circa 2 ore, per fortuna senza traffico visto l’orario. Il nostro aereo era alle 11, ma forse l’avrei anche messo prima di quell’ora. Infatti 6 ore di viaggio meno 3 di fuso ci hanno fatto atterrare intorno alle 14. Consiglio: quando atterrate, dividetevi e mentre qualcuno aspetta i bagagli, gli altri vadano a ritirare l’auto, poiché noi abbiamo fatto una coda di quasi un’ora! Tanto i noleggi auto sono appena a fianco.

Alloggiamo a Waikiki, al Coconut Beach hotel. C’è chi ama Waikiki e chi la odia, noi personalmente amiamo buttarci nella folla delle città, ci piaceva essere in mezzo alle gente, e abbiamo preferito spostarci di giorno ma avere tutto a disposizione la sera, e non mi pento di questa scelta. Sicuramente a Waikiki non si avrà difficoltà a trovare posti dove cenare! I problemi grossi però sono due: il primo è sicuramente il traffico, che restare imbottigliati fa molto USA e molto poco spiaggia tropicale. Il secondo è il parcheggio: il nostro hotel aveva il parcheggio a 30$ al giorno, e la cosa assurda era che era pure vantaggioso rispetto al resto dei parcheggi. I parcheggi gratuiti sono pochissimi, ma per fortuna il Coconut è di fianco a una delle pochissime vie gratuite, quindi due notti su cinque abbiamo trovato parcheggio lì, ma è stata pura fortuna, anche perché è una strada a scorrimento veloce e non puoi metterti ad aspettare che qualcuno se ne vada, ma devi continuare a fare giri dell’isolato.

Comunque il primo giorno ci godiamo il tramonto della spiaggia di Waikiki, davvero spettacolare! E andiamo a dormire che ancora il fuso italiano ci influenza, ma in modo positivo, infatti la vita delle Hawaii segue l’andamento del sole, che sorge alle 6.30 del mattino, e già a quell’ora le strade brulicano di vita. In questo siamo molto avvantaggiati, grazie al fuso non è un problema svegliarsi all’alba. Anche perché il tramonto è molto presto, alle 18.30, e con il buio c’è molto meno da fare.

Giorno 7: MANOA FALLS – MAKAPU’U LIGHTHOUSE TRAIL – SNORKELLING

Oggi iniziamo i nostri piccoli hiking, scopo del nostro viaggio. Due consigli per chi va alle Hawaii a passeggiare: il primo è andare prestissimo la mattina, che già dopo le 8.30 fa molto caldo; il secondo è scaricare l’app AllTrail, fatta molto bene ed essenziale!

Iniziamo la giornata con il sentiero che porta alle Manoa Falls. E’ un sentiero di circa 3 km a/r, noi ci abbiamo messo un’oretta scarsa con un passo normale. Soprattutto per questo sentiero consiglio di andare presto, noi scendendo verso le 8.30 abbiamo incrociato mandrie di persone che salivano, essendo molto turistico, ed è fastidioso arrivare al punto fotografico davanti alle cascate e fare la coda come il primo giorno di saldi… Meno male che dovremmo essere nella foresta… Il parcheggio è a pagamento, ma è stato uno dei pochi (se si va presto non c’è l’omino che fa pagare, ma poi ti lasciano un biglietto sulla macchina per chiederti di pagare 5$).

Il secondo trail della giornata è stato invece il Makapu’u Lighthouse Trail, con una bellissima vista in cima ma decisamente più faticoso, soprattutto per il caldo. Sono 4 km senza ombra, quindi abbiate acqua, anche qui ci abbiamo messo un’oretta a/r.

Per il pomeriggio avevamo prenotato un’escursione in barca di 2h per fare snorkeling tra le tartarughe (su Groupon ne trovate di ottime a buon prezzo, noi abbiamo pagato 71$ in 2 applicando ulteriori codici sconto trovati online, al posto che 219$ che dava il loro sito). Prenotate non all’ultimo nella vostra vacanza, perché ci eravamo prenotati per l’escursione delle 9 ma non ha raggiunto il limite minimo di persone, e ci hanno inseriti per quella delle 14, ma in generale con le prenotazioni può capitare che le spostino, meglio non siano l’ultimo giorno. E’ stata carina, ma se andate anche a Maui non so se vi consiglio di farla, perché li ci sono spiagge in cui si nuota normalmente con le tartarughe, senza bisogno di gite in barca. Tramonto a Waikiki ed è finito il primo giorno intero alle Hawaii, intenso!

Giorno 8: LANIKAI PILL BOX HIKE – KAILUA BEACH

Nuovo giorno, nuovo sentiero, oggi il Lanikai Pill Box Hike, i 2km e mezzo (ma si può allungare a piacere). Questo è più corto ma un pochino più difficile degli altri, ma in cima la vista sarà bellissima sulle spiagge in zona est. Dopo andiamo a rilassarci nelle spiagge lì sotto, siamo stati alla Kailua Beach Park ma penso che la Lanikai beach sarebbe stata una scelta migliore. Comunque era nuvoloso e non davano del suo meglio.

Nel mentre, sempre su Groupon, avevamo prenotato una lezione di surf per due persone (80$), e prenotiamo per il giorno successivo (nel nostro caso non c’erano problemi di orari, ci hanno fatto scegliere quando preferivamo).

Giorno 9: DIAMOND HEAD – WAIMANALO BEACH – SURF

Stamattina scaliamo il Diamond Head. Necessario venire presto soprattutto per il parcheggio (5$), siamo arrivati verso le 7.40 e dopo di noi si è formata la coda di auto in attesa che si liberassero posti, ma comunque scorre abbastanza veloce.

Sono circa 3 km a/r con molti gradini, noi in totale ci abbiamo messo un’oretta. Ci avremmo messo anche meno nella discesa ma è pieno pieno di gente, comunque molto bello, la vista dell’alto merita. Dopo che siamo scesi ci siamo meritati un ananas al baracchino, buonissimo!

Dopo il Diamond Head siamo andati in quella che sarà la spiaggia che mi piacerà di più in assoluto, la Waimanalo Beach! Lunga, bianca, mare spettacolare ma soprattutto, con dell’ombra! Cosa rara nelle spiagge hawaiane, ma il sole è molto forte anche per chi, come me, lo ama… L’hotel ci aveva dato un ombrellone non molto solido che non resisteva alle folate di vento, in caso abbiate bisogno di ombra, procuratevene uno resistente!

Alle 16 abbiamo la lezione di surf sulla Waikiki beach invece. Che dire, è sicuramente uno sport faticoso e che richiede molta concentrazione per evitare di fare e farsi male, le onde non scherzano e nel nostro caso non erano tranquille, ma grazie al nostro istruttore siamo riusciti a cavalcarne qualcuna (chi meno, come me, chi più, come mio marito, che si è rivelato un talento naturale), ma sicuramente è una esperienza stupenda che consiglio a tutti! La sensazione che provi mentre cavalchi l’onda verso Waikiki non si può spiegare!

Noi lo abbiamo fatto con la Moku rental e l’avremmo rifatto volentieri, ma non abbiamo avuto occasione.

Giorno 10: HANAUMA BAY – KOKO KRATER RAILWAY TRAIL – WAIMANALO BEACH

Ultimo giorno a Oahu, andiamo alla famosa Hanauma Bay. E’ un parco nazionale a pagamento (7,50$ a testa) dove fare snorkeling, a noi non è piaciuta molto in realtà, molta gente, oceano pieno di coralli e di correnti, nessuna ombra, non avevamo cibo per cui per andare al bar c’era da affrontare una salita sotto 35 gradi… Non molto rilassante insomma. Mio marito ne ha approfittato per andare a farsi il Koko Krater Railway Trail, molto faticoso ed esposto al sole ma lui è uno sportivo, io sono rimasta in spiaggia ad aspettarlo, andando probabilmente oltre le mie capacità. Dopo il suo ritorno ci siamo spostati e siamo tornati all’ombra della Wainamalo Beach a dormire.

Giorno 11: VOLO PER MAUI – KAANAPALI BEACH

L’agenzia ci aveva fissato il volo per Maui alle 13, brutta idea perché così ci ha fatto perdere l’intera giornata, anche perché di voli ce ne sono tantissimi. L’aeroporto a una prima occhiata può sembrare tranquillo, ma ci sono una fila infinita di controlli da fare, quindi andate con ampio anticipo, anche se il volo è locale. Soprattutto ci è parso disorganizzato, poiché c’è da fare l’auto check in per il bagaglio, a noi aveva dato un errore per cui abbiamo dovuto fare la lunga coda per l’assistenza, poi capire dove lasciarlo (grazie al cielo lì non c’era coda), poi fare il controllo del bagaglio a mano, poi i controlli normali… Insomma, siamo arrivati due ore prima ma avevamo paura di perdere il volo, che poi dopo tutto sto casino è durato 32 minuti!

Maui poi è abbastanza grossa, e ci è voluta un’altra oretta di auto per arrivare alla Kaanapali Beach, dove stavamo noi. La zona scelta è stata bella, su una delle spiagge più belle dell’isola, anche se un po’ decentrata rispetto al resto. Però su quella spiaggia c’è una grossa roccia nera dove si può fare uno snorkelling da sogno! Ci sono le tartarughe marine e moltissimi altri pesci, splendido! Però i giorni successivi abbiamo macinato molti km per vedere il resto dell’isola.

Altra nota negativa, ma penso valga per tutta l’isola, è che sulla spiaggia ci sono solo resort e i loro ristoranti, per cui c’è poca scelta per mangiare, ma soprattutto molto cara. Spostandosi in auto nella vicina città di Lahaina, c’è più scelta ma comunque è un’isola più cara rispetto a Ohau (e non era facile!).

L’hotel era il Kaanapali beach hotel, in cui ci siamo trovati bene, con parcheggio a 15$ a notte, senza altre alternative, che io abbia visto.

Giorno 12: ESCURSIONE IN BICI VULCANO HALEAKALA – KAANAPALI BEACH

Avevo prenotato questa escursione dall’Italia, che prevede la mattina presto la discesa in bici dal vulcano dell’isola, sono circa 20 km. C’era anche l’opzione di andare a vedere l’alba dal vulcano prima della discesa in bici. La strada è piena di curve e perfettamente asfaltata (come tutto alle Hawaii, si sente l’impronta USA), c’era un po’ di nebbiolina per cui il paesaggio non era nitido, ciò che dal sito sembrava chissà che, in realtà non è stata una esperienza così entusiasmante, quindi non la consiglio. Di ritorno in hotel verso le 11, rimaniamo nella Kaanapali a rilassarci e fare snorkeling.

Giorno 13: NAKALELE BLOWHOLE – KAHEKILI HIGHWAY – ROAD TO HANA – HO’OKIPA

Oggi giro dell’isola, per cui auto e via! Prendiamo la strada che costeggia la parte nord dell’isola e arriviamo al Nakalele Blowhole, una sorta di geyser che si trova dopo 5 minuti di passeggiate sulla scogliera. Carino!

Da lì la strada (Kahekili Highway) diventa con curve e a unica corsia in certi punti, alcuni dicono che sia una strada ancora più pericolosa della road to Hana, ma onestamente per noi italiani abituati un minimo ai paesi di montagna non è nulla di che! Probabilmente gli americani sono abituati alle quadruple corsie, ma fidatevi che non è sta gran difficoltà! Si va piano e con prudenza ma se splende il sole non presenta chissà che difficolta. Proseguiamo fino ad arrivare all’inizio della Road to Hana, ne percorriamo però un breve tratto per non allontanarci troppo. Ma quel breve tratto è bellissimo!! Ci siamo fermati prima alle Twin Falls, che ci arrivi dopo un percorso semplice. Poi ci siamo fermati al Bamboo Falls, un percorso ormai chiuso ma davvero avventuroso, in mezzo a una foresta di bamboo spettacolare, a me è piaciuto molto perché mi sentivo Indiana Jones! Non è segnalato ma ci sono molte macchine parcheggiate su una curva della strada, di fianco a un cartello di proprietà privata. Lo trovate sull’app All Trails.

Appena dopo c’è painted trees, dove senza fermarsi si possono vedere delle cortecce colorate.

Decidiamo a questo punto di tornare indietro e andare all Ho’Okipa Beach, spiaggetta dove si riposano le tartarughe marine. Ce ne erano a decine! Non è possibile avvicinarsi, ma è bello vederle tutte lì a riposare. Non c’è ombra né posti dove mangiare in quella spiaggia.

Giorno 14: HALEAKALA

Non contenti dell’escursione in bici sul vulcano, decidiamo di andarci autonomamente. Vale la pena andarci perché:

– se è una giornata bella, si riesce a vedere il paesaggio fino al mare, e non è comune abbracciare con lo sguardo da 0 a 3000 metri! Normalmente dalle cime dei monti si vedono altri monti e vallate, difficilmente una vista così ampia.

– I colori del cratere sono incantevoli, da lì partono molte passeggiate

– Se proprio va male e si vede poco, il biglietto vale per altri due giorni, presentandolo insieme alla carta di credito usata (preferiscono questa modalità di pagamento per i 25$).

Noi non siamo andati all’alba ma a metà mattina, e comunque è stato bellissimo, per cui lo consiglio assolutamente. Nel pomeriggio ritorniamo alla Kaanapali per dare un ultimo saluto alle tartarughe, sotto la roccia nera.

Giorno 15: volo per Los Angeles

Affrontiamo le 6 ore di volo che ci separano da Lax, e arriviamo in serata al nostro hotel a Santa Monica (Hotel gateway santa monica, con parcheggio gratuito).

Giorno 16: GRIFFITH OBSERVATORY – WALK OF FAME – BEVERLY HILLS e RODE DRIVE – SANTA MONICA PIER

Mi tocca purtroppo confermare l’opinione di chi dice che LA non è nulla di che. Non ho visto nulla che mi abbia entusiasmata granché, per cui sono contenta di aver fatto questa tappa per spezzare il viaggio di ritorno e per dire di averla vista, ma comunque non ho un bellissimo ricordo. Siamo andati in mattinata al Griffith Observatory, dove abbiamo visto la scritta Hollywood. Partono anche delle passeggiate per andare più vicino. Andiamo verso la Walk of Fame, la famosa via delle stelle, e parcheggiamo al centro commerciale Hollywood&Highland, che ha il miglior tasso di parcheggio della zona a quanto si dice su internet (previo acquisto in uno dei negozi, anche solo un caffè da Starbucks). Vista la zona, facciamo un giro a Beverly Hills per fare un po’ di celebrity spotting, ma non siamo stati fortunati. Tip: Google maps offre la collocazione delle case di alcune celebrità! La si può trovare su internet. Dopo abbiamo fatto un giro su Rodeo Drive, carina, e siamo tornati in hotel.

A quel punto prendiamo un monopattino elettrico di Uber (serve la patente per registrarsi, potrebbe fare fatica a prendere quella italiana ma poi riesce), per arrivare sul molo di Santa Monica (attenti ai posti dove non si possono lasciare i monopattini, sono segnalati sull’app di Uber, pena 25$ di multa). Il molo è molto carino, facciamo una passeggiata fino in fondo e in zona e torniamo a casa.

Giorno 17: VENICE BEACH – SANTA MONICA

Oggi ci prendiamo la giornata per esplorare le spiagge di Venice e Santa Monica, divertendoci a prendere i diversi mezzi di trasporto a disposizione. Dopo l’immancabile monopattino elettrico per arrivare al Pier di Santa Monica, ci facciamo una passeggiata fino a Venice, non fa troppo caldo ed è piacevole. Dopo il giro rientriamo in hotel in Uber, per poi uscire di nuovo per fare di nuovo il tragitto lungo oceano fino a Venice in…rollerblades! Il noleggio per due roller per un’ora costa circa 20$, in quel tempo siamo arrivati fino al parco da skate di Venice, pieno di ragazzi che facevano evoluzioni, e siamo tornati indietro. Divertentissimo, la parte migliore della nostra permanenza a Los Angeles!! Poi la pista ciclabile è tenuta molto bene, quindi il terreno è l’ideale anche per i meno esperti (io non li indossavo da piu di 10 anni!). Ultima cena e siamo pronti a ritornare.

Si conclude qui il nostro viaggio di nozze, è stato davvero spettacolare e adatto a noi, che volevamo qualcosa di particolare e non solo stare a mollo su una spiaggia paradisiaca.. Per quanto bello sia, volevamo qualcosa da ricordare, e qui di ricordi ce ne siamo fatti a palate!

Guarda la gallery
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Tartaruga marina a Oahu

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Waikiki Beach

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Waikiki dall'alto

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Big Sur in California

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Spiaggia di Wainamalo a Oahu

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