Salonicco e il patrimonio Unesco

Vacanza estiva nella Macedonia Greca, visitando Salonicco, il monte Olimpo, Meteore e la penisola Calcidica
Scritto da: 19Simone80
salonicco e il patrimonio unesco
Partenza il: 06/08/2015
Ritorno il: 18/09/2015
Viaggiatori: 2
Spesa: 1000 €
Tempo di vacanze estive e meritato relax, come gli ultimi due anni rimaniamo nell’area dei Balcani, questa volta nella parte sud ed anche confine del continente… si va in Grecia precisamente nella zona della Macedonia Greca e come punto base avremo Salonicco.

Partiamo nel pomeriggio del 06 Agosto da Milano Linate con Alitalia, in circa 1.30h si arriverebbe a destinazione se non fosse che a Salonicco c’è una tempesta, il comandante tenta un paio di volte l’atterraggio ma è troppo pericoloso, così si dirotta verso Atene dove rimaniamo parcheggiati per 1h circa in attesa che il tempo a Salonicco migliori. Giungiamo finalmente a destinazione con notevole ritardo sull’orario previsto, recuperiamo l’auto che abbiamo noleggiato e ci dirigiamo verso l’hotel.

L’hotel Emporiko si trova a pochi passi dal Centro della città e ben servito anche dai mezzi pubblici. La struttura è categoria 2 stelle, il personale è molto cordiale, camere di medie dimensioni ma bagno piuttosto piccolo, le camere avrebbero bisogno di essere rinnovate, risultano infatti parecchio datate. Il cambio biancheria ed asciugamani è quotidiano cosi come la pulizia della camera, inoltre presenti accessori da bagno e phon. La struttura offre Wi-fi gratuito ai propri ospiti.

06 Agosto: SALONICCO (Arrivo)

Vista l’ora e la stanchezza, chiediamo un posto dove poter cenare a prezzi economici, ci viene segnalato un posto dove mangiare cibo da strada locale, a poche centinaia di metri dall’albergo, sarà il nostro punto di riferimento per le prossime cene.

07 Agosto: SALONICCO BASSA

Facciamo colazione da Hatzis che dal 1908 delizia con le sue squisitezze i palati degli abitanti. Si tratta di una delle più antiche pasticcerie in città e ha un ambiente elegante e raffinato dove si viene letteralmente coccolati, finita la lauta colazione, muniti di cartina con evidenziati i principali monumenti iniziamo la nostra vacanza e ci dirigiamo ai vicini mercati di Bezesteni, Kapani e Modiano che si districano uno vicino all’altro. Il Bezesteni (XV sec.) è l’antico mercato tessile, una costruzione quadrata caratterizzata da sei cupole e costituisce uno dei più significativi monumenti ottomani della città. Il Kapani, il cui nome ufficiale è mercato “Vlali”, è un vero e proprio mercato perenne a cielo aperto, i negozi sono raggruppati per genere quindi zona di carne, pesce, verdure, formaggi, salumi, spezie ed abbigliamento… si può trovare veramente di tutto e a prezzi modici. Il Modiano (1922) è uno dei mercati più tradizionali di Salonicco, deve il nome all’architetto Eli Modiano che lo ha progettato. Si tratta di un edificio a forma di croce che si trova tra la Vasileos Irakliou e la Egnatia. Qui vi si trovano oltre le bancarelle, anche taverne e locali dove poter mangiare. Gran parte del tetto del palazzo è fatto di vetro e l’architettura, anche se abbastanza semplice, è interessante in quanto assomiglia ad alcuni market orientali. Finito il giro tra le bancarelle procediamo sul lungomare in direzione del porto, dove si può vedere in lontananza la Torre Bianca. La zona portuale è il punto di ritrovo dei giovani, di sera i bar situati nei vecchi padiglioni portuali si riempiono, così come la banchina. Nell’area sono presenti anche il Museo del Film, Museo della Fotografia ed il Centro per l’Arte Contemporanea. Poco distante il porto si trova il quartiere della Ladadika, molto caratteristico e che la sera si trasforma nel fulcro della movida, i locali e i ristoranti si riempiono e l’illuminazione crea una bella atmosfera. Cartina sempre alla mano ed andiamo verso la Torre Bianca, passando da Piazza Aristotele, il vero centro nevralgico cittadino. La Torre Bianca (XV sec.), il simbolo della città, svetta in tutta la sua bellezza nel lungomare di Salonicco. Costruita laddove un tempo esisteva un’antica torre bizantina, fu usata come prigione e luogo di tortura, le pareti della torre erano totalmente imbrattate di sangue che un prigioniero condannato all’ergastolo imbiancò l’intero edificio in cambio della propria libertà, da questo fatto deve il suo nome. Fece parte della cinta muraria fino al 1866 quando queste furono abbattute. La struttura è alta 30 metri, dalla sua cima è possibile avere una visione a 360° della città. Al suo interno ospita una mostra permanente suddivisa su 6 piani, dedicata alla storia di Salonicco.

Sul lungomare di Salonicco, poco distante dalla Torre Bianca, si erge fiera la statua di Alessandro il Grande a cavallo, altro simbolo della città.

Ci dirigiamo verso la Rotunda imbattendoci prima nell’Arco di Galerio (III sec.), l’Imperatore Romano la commissionò per celebrare la vittoria sui Persiani, le due colonne che compongono l’arco sono finemente decorate e rappresentano le imprese dell’Imperatore. Quasi accanto, a poche centinaia di metri si trova La Rotunda (IV sec.), si tratta di una costruzione circolare con un diametro di 25 metri e coronata da una cupola che si eleva a 30 metri dal suolo. Si pensa fu costruito dai romani come mausoleo per l’Imperatore Galerio, ma non venne mai utilizzato a tale scopo. Nel corso dei secoli ebbe diverse funzioni, nel periodo bizantino venne trasformata nella chiesa di S. Giorgio, durante l’occupazione turca vennero distrutti quasi tutti i mosaici che la decoravano e fu convertita a moschea. Come molti monumenti qui a Salonicco, è inserita nell’elenco del Patrimonio Mondiale dell’Umanità UNESCO. Qui è possibile fare foto e/o video all’interno. La struttura è interamente in fase di restauro ma è comunque possibile visitarla anche internamente, da notare gli affreschi che decorano l’arcata dell’altare centrale e quelli della cupola.

Nella via di fronte alla Rotunda, si scorge in lontananza la piccola Chiesa di Agios Panteleimon (XIII sec. circa), chiesa bizantina che presenta una pianta a croce con una cupola sostenuta da quattro colonne, purtroppo rimane molto poco degli affreschi originari, la gran parte dei quali furono distrutti quando la chiesa fu trasformata in moschea nel 1548. Resti ottomani includono la base del minareto e una fontana di marmo. E’ inserita nell’elenco del Patrimonio Mondiale dell’Umanità UNESCO.

Proseguendo lungo la via si raggiunge la Panagia Acheropoietos (V sec.), chiesa paleocristiana con ampia navata centrale e due laterali più piccole, ha abside semicircolare e tetto in legno. La testimonianza di alcuni scavi, hanno confermato che il tempio fu costruito sul luogo delle terme romane di Salonicco. Subito dopo la presa della città da parte del sultano Maometto II nel 1430, il tempio fu mutato in moschea. In epoca ottomana era noto come Moschea vecchia. Anch’essa fa parte del Patrimonio Mondiale dell’Umanità UNESCO.

Dalla Panagia Acheropoietos, percorrendo circa 300 metri di strada, si arriva alla Chiesa di Agia Sofia (VII-VIII sec.), si tratta di uno dei monumenti Cristiani più importanti al mondo. La basilica sorge sul luogo delle rovine di una chiesa cristiana distrutta dal terremoto del 620. Durante il periodo bizantino fu la Cattedrale cattolica e in epoca ottomana venne convertita in moschea, fu poi riconsacrata al culto ortodosso dopo la liberazione del 1912. I mosaici più antichi risalgono al periodo della lotta iconoclastica come la grande croce che adorna l’abside. I mosaici della cupola raffigurano il tema dell’Assunzione e sono della fine del IX secolo e vengono considerati un capolavoro del cosiddetto periodo del rinascimento dell’arte bizantina. Non è possibile fare foto e/o video all’interno. Santa Sofia è iscritta nella lista dei Patrimoni Mondiali dell’Umanità dell’UNESCO.

Cartina in mano e con una bella camminata andiamo a visitare la Chiesa di Aghios Demetrios (V sec.), è la chiesa più grande che esiste in Grecia ed è dedicata al patrono della città. E’ una basilica a cinque navate ed al suo interno è magnificamente decorata con mosaici ed affreschi. Al suo interno sono conservati in un reliquiario d’argento i resti del Santo. Anch’essa come molti luoghi di culto, dopo la conquista ottomana fu trasformata in moschea e riconvertita a chiesa dopo la fine del dominio ottomano nel 1912. Qui è possibile fare foto e/o video all’interno. Anche San Demetrio fa parte della lunga lista dei Patrimoni Mondiali dell’Umanità dell’UNESCO.

INFO UTILI

Tutte le chiese hanno ingresso gratuito. Si raccomanda un abbigliamento adeguato per visitare i luoghi di culto.

Se non indicato, è preferibile chiedere se è possibile fare foto e/o video nei luoghi di culto. Ingresso Torre Bianca: €3 p.p.

08 Agosto: EPANOMI E SPIAGGIA NEA IRAKLIA

Purtroppo Salonicco non ha spiagge, comunque visto la qualità e pulizia dell’acqua in città non è una cosa sgradita, anzi… quindi bisogna armarsi di buona pazienza e farsi almeno 30Km di strada per raggiungere una spiaggia.

Ci hanno segnalato le spiagge di Epanomi e Nea Iraklia, tra le più rinomate a quanto pare. Visitiamo prima il paese di Epanomi sperando di trovare qualche cosa di interessante da visitare, invece nulla, così ci dirigiamo in spiaggia, a Nea Iraklia. La spiaggia è di sabbia non troppo fine, il mare pulito e cristallino, c’è zona libera e zona gestita dai bar della spiaggia con ombrelloni e sdraio. Essendo primo pomeriggio è sconsigliato prendere la tintarella così ci mettiamo sotto uno dei tanti ombrelloni con le sdraio messo a disposizione del baretto. Qui scopriamo che non si paga l’affitto di ombrellone e sdraio, ma si paga solo la consumazione!

Così ci prendiamo da bere e stiamo comodamente sdraiati in spiaggia pagando veramente pochissimo e soprattutto senza alcun limite di tempo. Abbiamo preso il tanto popolare Frapè, che non è altro che un caffè freddo (con eventualmente aggiunta di latte e zucchero) scecherato e ghiaccio.

09 Agosto: METEORE

Giornata di escursione e soprattutto sveglia presto, andremo a visitare le Meteore, spuntoni di roccia sui quali sorgono dei Monasteri e sono Patrimonio Mondiale dell’Umanità UNESCO.

Per poter visitare i Monasteri, ci dirigiamo verso Kalampaka, per raggiungere la città optiamo per un percorso piuttosto piano, anche se più lungo rispetto a quello consigliato, la durata del tragitto è circa 3h. Giunti praticamente ad ora di pranzo, ci fermiamo in una Taverna a pranzare e già che ci siamo chiediamo informazioni per raggiungere i vicini Monasteri, le possibilità sono andare in bus (solo mattina), sentieri escursionistici o andare in auto. Con Meteora (dal greco “sospeso in aria”) si caratterizza per la presenza di numerose torri naturali di roccia arenaria. Sulla cima di questi spuntoni rocciosi sono stati costruiti dei Monasteri (a loro volta detti “Meteore”), caratteristici per l’ardita costruzione in cima a pareti a picco. Oggi sono funzionanti e visitabili sei monasteri, noi ne visiteremo internamente solo due, la Grande Meteora e Agios Stefanos.

Muniti di cartina dettagliatissima fornitaci dall’ufficio del turismo locale, seguiamo la strada indicata, arriviamo alla prima Meteora, Agios Nikolaos Anapafsas (XVI sec.). Il Monastero è il più piccolo e sorge sulla cima ad una rupe alta 80 metri, la limitata superficie della roccia costrette i fondatori a sviluppare la costruzione in altezza. L’accesso è costituito da un sentiero che accede ai piedi della rupe con 143 gradini e successiva scala di 85 gradini scavati nella parete rocciosa. Dal monastero si gode una vista mozzafiato sulla cittadina di Kastraki. Raggiungiamo la seconda Meteora, Rossanou (XIV sec.). Si tratta di un convento di monache ed è anche conosciuto come Monastero di Santa Barbara. E’ il più ardito e mette quasi le vertigini, vi si accede dopo aver salito circa 140 gradini e attraversato due ponticelli di pietra, fino alla fine del 1800 era raggiungibile solo tramite scale di corda. La Chiesa della Trasfigurazione è ornata di meravigliosi affreschi e custodisce cimeli religiosi ed icone, anche da qui si gode di un bellissimo panorama. Giungiamo al primo bivio, giriamo a sinistra in direzione Grande Meteora e Varlaam, al bivio successivo scegliamo di andare prima alla Grande Meteora. Terza Meteora, il Megalo Meteoro (XIV sec.), la Grande Meteora conosciuta anche come Monastero della Trasfigurazione, è posto sul picco di una roccia alta poco più di 600 metri. Dal grande parcheggio si ha una vista perfetta dell’immensità del Monastero, si tratta infatti del Monastero più grande del comprensorio delle Meteore. Vi si accede attraverso una scalinata che conduce ad un vero e proprio tunnel scavato nella roccia, da cui poi vi salgono altri 115 scalini in pietra sempre ricavata nella roccia per arrivare all’antica torre con argano. Il fulcro del Monastero è la Chiesa della Trasfigurazione, il “Catolico” (chiesa principale) è costituito da pianta a croce greca a una navata, al suo interno ha un magnifico dossale (oggetto artistico destinato alla parte posteriore dell’altare) di legno intarsiato e dorato, il trono ornato con inserti di madreperla e delle bellissime icone ed affreschi ancora ben conservati ne completano la magnificenza. Oltre la chiesa principale vi sono altre tre cappelle di costruzione differente, Chesa di S. Attanasio, Chiesa dei SS. Costantino ed Elena (1769) e la Chiesa di Agios Iannis o Prodromos (1600).

Da visitare anche il grande refettorio (1557) che ora ospita un museo che raccoglie croci in legno intagliato, rarissime icone e importanti manoscritti religiosi. La cucina adiacente è ancora annerita dal fumo e contiene l’originale forno per il pane mentre la cantina che si trova vicino all’ingresso è piena di botti di legno e di altre forniture agricole. Una cosa un po’ macabra ma curiosa è la sacrestia, dove sono messi in bella mostra ed in modo molto ordinato i teschi e le ossa dei residenti precedenti.

Ci si sposta di poche centinaia di metri per raggiungere la quarta Meteora, Varlaam (XIV sec.), conosciuto anche come Monastero di Ognissanti. L’accesso al convento era possibile solo con l’impalcatura sostituita più tardi con grandi scale a pioli e con la rete che usano ancor oggi per il trasporto di cibo e di materiali da costruzione. Nel 1923 i monaci scavarono sulla roccia 195 scalini che portano oggi con sicurezza sulla cima della roccia. La grandiosa Chiesa principale fu dedicata a “Tutti i Santi” e riccamente affrescata con splendidi dipinti. La sagrestia ospita il museo che raccoglie manoscritti, cimeli ecclesiastici, icone post-bizantine e le reliquie di molti Santi. Quinta Meteora, Agia Trias (XV sec.) o Monastero della Santissima Trinità, situato in cima ad uno strapiombo, sembra praticamente irraggiungibile, invece attraverso alcune pedane e salendo 140 gradini scolpiti nella roccia si giunge al Monastero. Ha una piccola chiesa a pianta crociforme. La piccola cappella di San Giovanni Battista, scavata nella roccia, contiene affreschi del XVII secolo.

Qualche centinaio di metri più avanti si trova la sesta ed ultima Meteora, Agios Stefanos (XII sec.) è un convento di monache. E’ il più accessibile dei Monasteri in quanto non ha scale. Il Monastero ha due chiese, Agios Stefanos (1350) e Agios Haralambos (1798), la Chiesa di Santo Stefano è di piccole dimensioni, presenta tetto in legno e un vestibolo, i suoi affreschi sono piuttosto deteriorati. La Chiesa di San Haralambos a tre cupole, è maestosa ed imponente, ad ornare la chiesa al suo interno vi sono il dossale in legno intagliato ed il tabernacolo dell’altare, anch’esso in legno intagliato. La sacrestia raccoglie icone, manoscritti ed ornamenti ecclesiastici, inoltre custodisce le sacre e miracolose reliquie di San Haralambos. Duramente colpito durante la Seconda Guerra Mondiale dalle truppe tedesche e successivamente abbandonato, è stato recuperato e ripopolato dal 1962. Dalla terrazza si gode un bellissimo panorama su Kalambaka e la valle circostante. Finita la visita si rientra a Salonicco stanchi per l’escursione ma appagati dalla bellezza di questo posto. Ogni Monastero ha diversi orari di apertura e giorno di chiusura, è preferibile informarsi su tali orari e giorni di chiusura per non essere impreparati, noi per puro caso li abbiamo trovati tutti aperti, quindi la Domenica li potreste visitare tranquillamente tutti.

INFO UTILI

Ingresso Monastero “Grande Meteora”: €3 p.p. Ingresso Monastero “Santo Stefano”: €3 p.p.

10 Agosto: SALONICCO ALTA

Visitiamo la parte alta della città, l’antica Acropoli. Percorriamo il lungo viale che dalla fiera di Salonicco costeggia le mura Est (IV sec.), il cimitero ortodosso e quello armeno. Arriviamo alla Chiesa di San PaoloSi arriva alla Trigonion Tower (XVI sec.) o Torre della Catena, insieme alle mura e la Torre Bianca costituivano le armi difensive della città. Dalle sue terrazze si gode un panorama mozzafiato della città e del Golfo di Salonicco, nelle giornate terse è possibile vedere il Monte Olimpo. La vicina Anna Palaeologus Gate (XIV sec.) conduce all’ Eptapyrgio che visiteremo nei giorni successivi. Proseguendo il tratto delle mura si giunge alla Great Gate, le mura bizantine che dividono l’Acropoli dalla città alta ed il vicino Monastero di Vlatadon (XIV sec.). Il Monastero, è situato ad un’altitudine di 130 metri dalla quale si gode di una splendida vista panoramica di Salonicco. Dedicato alla Trasfigurazione di Cristo, è conosciuto per l’Istituto Patriarcale di Studi Patristici che è stato istituito nel 1965 e costituisce un Istituto Teologico Scientifico del Patriarcato ecumenico con un’importante biblioteca. Nella sua sacrestia sono custodite alcune reliquie dei santi, mentre, in teche distinte sono conservati tre pezzi di vetro del Sacro calice dell’Ultima Cena. All’interno del Monastero c’è uno splendido giardino popolato di animali, tra cui si distinguono i pavoni. All’interno del comprensorio vi è un piccolo museo oltre a un negozio di articoli religiosi.

Tutti i monumenti sopra descritti sono inseriti nella lista dei Patrimoni Mondiali dell’Umanità dell’UNESCO.

Dal Monastero di Vlatadon ci addentriamo nella città alta (Ano Poli), giungiamo alla Chiesa di Hosios David (V sec.) in epoca bizantina ha funzionato come chiesa principale del Monastero Latomos. Al suo interno un magnifico mosaico ricoperto di intonaco durante la dominazione ottomana e rinvenuto soltanto nel 1912. Il Mosaico del catino absidale raffigura l’Ascensione con Cristo giovane, le bellissime pareti affrescate e ben conservate raffigurano la Natività e il Battesimo di Cristo, sono risalenti alla metà del XII sec.

Ci dirigiamo verso le mura nord e la Chiesa di Santa Caterina (XIV sec.), al cui interno si trovano importanti affreschi, mosaici e splendide icone. Camminiamo verso la Chiesa dei Santi Apostoli (XIV sec.), costruita originariamente come chiesa principale di un monastero probabilmente dedicata alla Vergine, come testimoniato da alcuni affreschi. Il nome attuale le deriva dalla credenza popolare che la chiesa fosse sormontata da dodici cupole simboleggianti gli Apostoli.

La chiesa presenta una pianta a croce greca inscritta con deambulatorio, cupola centrale su quattro colonne. L’esterno è formato da archi e decorazioni geometriche in mattoni.

11 Agosto: SITHONIA, PENISOLA CALCIDICA

Giornata itinerante alla scoperta della Penisola Calcidica, o meglio ad una delle sue “dita”, Sithonia. In circa 1.30h arriviamo piccolo villaggio di Ormos Panagias, ha un piccolo porto che viene utilizzato da barche da pesca, il paese è molto popolato dai turisti durante l’estate per la possibilità di effettuare escursioni giornaliere in barca. Le offerte di escursioni non mancano ed i prezzi sono tutto sommato buoni, noi non siamo riusciti a farle perché i battelli partono la mattina alle 9, poco male perchè ne approfittiamo per girare Sithonia.

Ci hanno indicato di visitare Sarti, che dista poco più di 30 minuti da Ormos Panagias, strada facendo ci fermiamo a fotografare diverse spiagge e panorami. Ecco la particolarità di Sithonia sono proprio le spiagge e l’aspetto un po’ selvaggio che la caratterizza dalle altre “dita” della Penisola Calcidica, Kassandra e Athos. Sarti, è una piccola cittadina molto carina e famosa per le sue spiagge e mare cristallino. L’offerta alberghiera non manca, così come i negozi, ma è anche ricca di ristoranti e taverne che si affacciano sulla spiaggia, noi abbiamo pranzato presso la Taverna Kotsaris che offre ottime specialità tipicamente greche oltre a pesce freschissimo. I piatti che abbiamo preso sono stati Risotto di Mare e Calamaro “Special”, sono arrivati piatti abbondanti, ottimi e a prezzi contenuti, il tutto accompagnato da una splendida vista sul mare. I gestori ci hanno anche gentilmente offerto un assaggio di alcuni dolci tipici, l’ospitalità sta proprio di casa! Finito il pranzo facciamo una piccola passeggiata per scoprire la cittadina, segnalo la Karidi beach che è a due passi dal ristorante, è una spiaggia praticamente caraibica a forma di mezzaluna con sabbia bianca molto fine e mare turchese. Ci rimettiamo in auto e in 20 minuti siamo a Kalamitsi, che si trova proprio alla base della penisola di Sithonia. E’ un villaggio di pescatori, l’acqua è trasparente e ha scogli e anche una spiaggia di sabbia bianca su cui si affacciano i ristoranti. Finito il relax, proseguiamo l’itinerario alla volta di Toroni, famosa per la spiaggia e la trasparenza del mare, ci si arriva in circa 20 minuti di auto. E’ un piccolo villaggio ideale per una vacanza di totale relax, la principale attrazione come detto è costituita dalla lunga spiaggia sabbiosa, il lungomare presenta numerosi ristoranti tipici e bar più “modaioli”. Tralasciamo Porto Carras, che è il più prestigioso complesso alberghiero nel nord della Grecia e uno dei più noti in tutta la Grecia, per dirigerci a Neos Marmaras in circa 30 minuti di auto. Neos Marmaras è forse quella che somiglia di più ad una città, si sviluppa tra i monti ed il mare e le sue strade sono tutte un susseguirsi di sali-scendi. La parte più caratteristica è quella del porto, dove oltre ai pescherecci, si affacciano alcuni ristoranti, da qui poi parte una delle strade principali che è ricchissima di negozi.

Giunge il termine della giornata, in circa 1.30h rientriamo a Salonicco, qui stanchi dal “viaggio itinerante”, decidiamo di passare la serata con una piccola crociera. Qualche giorno fa, nei pressi della Torre Bianca, abbiamo scoperto delle navi che offrono una piccola crociera sul Golfo di Salonicco della durata di 30 minuti al costo della sola consumazione obbligatoria. Quindi un modo economico per fare una crociera, mangiare e godersi un bel panorama magari al tramonto ma soprattutto rilassarsi un po’.

INFO UTILI

Questi alcuni tour da Ormos Panagias:

Crociera 8 Monasteri Monte Athos: €25 p.p.

Crociera 4 Monasteri Monte Athos + bagno in mare: €30 p.p. (pranzo incluso)

Laguna blue + bagno in mare: €30 p.p. (pranzo incluso)

Crociera 8 Monasteri Monte Athos + visita Ouranopoli: €25 p.p.

Crociera 8 Monasteri Monte Athos + visita isola di Amouliani: €25 p.p.

12 Agosto: MONTE OLIMPO

L’itinerario odierno prevede la visita dei resti della città di Dion e visita del Sacro Monte Olimpo, situato a circa 1.30h di auto. Dion è situata a circa 15Km da Litochoro, ai piedi del Monte Olimpo, si tratta di un importante sito archeologico con resti del IV secolo a.C. Il parco archeologico è diviso da una strada che idealmente distingue anche le due zone per epoche differenti. La prima area che si incontra dall’ingresso principale è inserita in mezzo a vegetazione, boschi, paludi e torrenti, qui vi sorge la parte religiosa con i resti dei santuari dedicati agli antichi Dei greci. Il primo in cui ci si imbatte è il Santuario di Demeter (VI sec.), successivamente si incontra il Santuario di Zeus Hypsostos e a pochi metri di distanza, emerge dalla acque paludose il Santuario di Isis. Proseguendo lungo il percorso si arriva al Santuario di Olympian Zeus ed il Teatro Romano che rimpiazzò il Teatro Greco situato poco più a nord.

Tornando verso il Santuario di Demeter, si attraversa la strada e si entra nella seconda zona del sito archeologico che racchiude i resti della città romana (IV-V sec.)

Si può percorrere la lunga via principale di epoca romana pavimentata con grosse pietre, dove ai suoi lati si sviluppa la città, si possono ammirare tra i più, i resti dei bagni pubblici e la basilica Cristiana. Percorrendo per intero la via romana si arriva ai resti della Villa di Dionisio che conserva una magnifica pavimentazione a mosaico. L’Università di Salonicco, continua a studiare e a provvedere agli scavi all’interno del parco, è facile imbattersi in punti dove si trovano studenti alle prese con pale o altro. Finito il bellissimo giro che ci ha portato in un’altra epoca, ci dirigiamo alla vicina cittadina di Litochoro. Qui vi si trovano ristoranti, bar ed alberghi, dalla città partono anche i sentieri escursionistici per raggiungere la vetta del Monte. Finito il pranzo, molto “leggero” costituito da un piatto di Moussaka, ci mettiamo in auto ed imbocchiamo la strada che ci porta all’interno del Parco Nazionale del Monte Olimpo. Il Monte Olimpo con i suoi 2917 metri di altezza è la montagna più alta della Grecia e seconda dei Balcani, fu anticamente ritenuta la “residenza degli Dei”. Nel 1938 è stata la prima zona dichiarata come Parco Nazionale. Vige da circa 50 anni un regime speciale per proteggere questa parte unica del Paese con l’obiettivo di conservazione dell’ambiente naturale, della flora e della fauna. Il parco vanta la conservazione di più di 1700 specie di piante (di cui 23 autoctone), 32 specie di mammiferi (il più comune è il camoscio) e 108 specie di uccelli che possono rifugiarsi nelle fitte foreste e le ripide pendici della montagna.

Leggi specifiche vietano qualsiasi forma di sfruttamento di circa 10.000 acri che costituiscono il nucleo del Parco Nazionale. Nel 1981 l’UNESCO ha dichiarato ha dichiarato il Monte Olimpo “Riserva della Biosfera“.

Iniziamo la salita, ci fermiamo al grazioso Monastero di Agios Dionysios (Metochio) che dista circa 3Km da Litochoro. E ‘stato trasferito qui dalla Confraternita nel 1950 dopo che i tedeschi distrussero il Monastero sul Monte Olimpo nel 1943. La chiesa principale ospita la tomba del Santo Dionisio, mentre la sagrestia ha funzione di museo e racchiude preziosi cimeli. Del complesso fa parte anche il negozio dove oltre ad articoli religiosi vi si possono trovare prodotti biologici fatti dagli stessi Monaci, tra cui formaggi, miele, uova e molto altro.

A pochi chilometri di distanza ci si ferma ad un chiosco dove le autorità del parco del Monte Olimpo fermano per avere informazioni a fini statistici ed informano sulle cose da vedere lungo il percorso. Proseguendo lungo la strada un po’ tortuosa ma tenuta piuttosto bene per circa 14Km, ci dirigiamo al Sacro Monastero di San Dionisio del Monte Olimpo, si tratta del Monastero risalente al 1542 duramente colpito dalle forze tedesche durante la Seconda Guerra Mondiale. Si trova a 17 km da Litochoro e circa 14 Km dal nuovo Monastero che abbiamo visitato in precedenza, le condizioni attuali portano ancora visibilmente i danni riportati dopo la Guerra, è stata ricostruita la chiesa principale ma continuano i lavori di ricostruzione e restauro. Dalla piazzola del parcheggio è possibile seguire un sentiero che porta alla “Grotta Sacra”, noi incuriositi e ben speranzosi di vedere ancora qualcosa di interessante decidiamo di intraprenderlo… non lo avessimo mai fatto! Il sentiero non ha assolutamente nessuna sicurezza, ci sono alcune parti in cui il terreno è viscido e scivoloso e presenta diversi scalini e pendenze, sulla grotta stendiamo un velo pietoso. Stremati dal percorso riprendiamo l’auto, la strada ad un tratto diventa sterrata fino a Prionia, il punto più alto che può essere raggiunto in auto, qui ci sono aree di parcheggio ed iniziano i sentieri escursionistici. Percorriamo parte del sentiero europeo “E4” che porta al Rifugio Spilios Agapitos che si trova a quota 2100 metri, la tratta è lunga poco più di 4 Km. Si tratta del sentiero più frequentato sul Monte Olimpo ed è la continuazione del percorso “Litochoro – Prionia”.

Lungo il sentiero ci si imbatte nella sorgente del fiume Enipea e si viene ammagliati dalla vista della piccola cascata, proseguiamo per qualche centinaio di metri e poi esausti decidiamo di rientrare al parcheggio e da lì rientrare in città.

INFO UTILI

Alcune aree del nuovo Monastero di Agios Dionysios sono accessibili solo agli uomini.

Parco archeologico di Dion: €4 p.p.

13 Agosto: TOUR IN BUS DI SALONICCO

Ultimo giorno di vacanza per Roby, dato che la partenza del suo volo è nel primo pomeriggio, decidiamo di sfruttare la mattinata facendo un tour turistico della città in bus. Non prendiamo il classico “double deck” hop-on / hop-off (costo €9 p.p.), ma un bus di linea, la “Cultural route” della linea 50. Il biglietto costa €2 p.p. e lo si fa direttamente sul bus, il percorso dura circa 1h ed è suddiviso in 16 fermate, come negli hop-on / hop-off è possibile scendere per visitare i luoghi d’interesse dell’area, l’unico problema è che passando il bus ogni ora occorre rifare il biglietto

Il bus della linea 50 fa capolinea nelle immediate vicinanze della Torre Bianca, di seguito le fermate più importanti:

III fermata – “Church of Agia Sofia”: Chiesa di Santa Sofia IV fermata – “Aristotelous Square”: Piazza Aristotele

VII fermata – “Church of Agios Dimitrios”: Chiesa di San Demetrio XI fermata – “Trigonio Tower – Agioi Anargyroi”: Antiche mura bizantine ed Eptapyrgio XII fermata – “Moni Vlatadon – Platanos”: Monastero Moni Vlatadon XV fermata – “Rotonda – University”: La Rotunda ed Arco di Galerio

Noi avevamo visto la maggior parte delle cose segnate nel tour dei giorni scorsi, tralasciando solo alcune cose tra cui l’Eptapyrgio o Fortezza delle 7 Torri, posizionata a 200 metri di altezza, punto più alto della città, si gode di un bellissimo panorama del Golfo di Salonicco. La Fortezza, usata come prigione fino al 1989, ora è divenuta centro culturale. Purtroppo non è possibile salire sulle torri in quanto l’intera struttura è interessata da interventi di restauro. Finito l’interessante giro turistico, accompagno Roberto in aeroporto.

INFO UTILI

Tour in bus “linea 50”: €2 p.p. Durata: 1h circa Cadenza bus: 1/h

14 Agosto: SPIAGGIA PERAIA + NEA KALLIKRATIA

Giornata dedicata al recupero delle energie viso gli sforzi non indifferenti del giorno prima soprattutto dovuti alla brillante idea di vedere la “Holy Cave” al vecchio Monastero. Dalla città mi dirigo in una spiaggia vicino a Peraia, si lascia la strada principale e si percorre un tratto sterrato che costeggia una salina. La spiaggia è pressoché deserta e presenta solo ombrelloni coperti da canneto, lungo il bagnasciuga ci sono moltissime alghe e l’acqua non è proprio il massimo, rimango giusto poche ore in attesa che arrivi l’ora di pranzo per spostarmi. Giungo a Nea Kallikratia che dista circa 40Km da Salonicco, mi fermo a pranzo in una taverna dove prendo un buonissimo ed abbondante piatto di Calamari grigliati ad un ottimo prezzo, i gestori a fine pranzo mi hanno anche offerto una bella fetta di anguria.

Finito di pranzare mi dirigo a piedi verso la spiaggia e scelgo uno dei due stabilimenti che si dividono quel tratto. Come al solito qui si usa prendere ombrellone e sdraio pagando la sola consumazione obbligatoria così per chiudere in bellezza prendo l’ormai tanto amato Frapè e una bottiglia di acqua… quale modo migliore di rilassarsi, bevendo una bevanda fresca comodamente seduti su una sdraio, godersi la vista del mare ed ascoltare un po’ di musica!

Qui l’acqua è splendida, la sabbia fine e chiara ed anche lo stabilimento è ben tenuto e soprattutto pulito. I ragazzi girano tra gli ombrelloni a portare le varie consumazioni e puliscono le zone lasciate libere.

15 Agosto: OURANOPOLI + CROCIERA MONTE ATHOS

Ormai è qualche giorno che ho in mente di fare l’escursione ai Monasteri del Monte Athos, la prima intenzione era quella di ritornare a Ormos Panagia e prendere il battello che avrebbe incluso anche la visita di Ouranopoli, ma pensandoci bene ed anche su consiglio della ragazza alla reception dell’hotel ho optato per andare direttamente ad Ouranopoli. La ragazza mi consiglia inoltre di fare la strada che taglia la Penisola Calcidica, passando per Thermi; Vasilika; Galatista; Paleochora per arrivare a Stratoni e da lì seguire la costa verso Ierisos e successivamente Ouranopoli, la tratta dura circa 3h. Lungo il percorso merita una sosta la tradizionale cittadina di Arnaia (o Arnea), le sue bellissime case e gli edifici ancora intatti sono eccellenti esempi di architettura tradizionale macedone. Arnea è stata dichiarata dal Ministero della Cultura “luogo storico” e “insediamento tradizionale”. Vale veramente la pena passeggiare per le strade acciottolate e visitare il Museo Storico e del Folklore, ma anche la vecchia scuola costruita nel 1872 accanto alla chiesa di Santo Stefano. A circa 15 km da Arnea si trova Stagira, città natale del filosofo Aristotele, nei pressi di Stratoni vi è il particolare parco di Aristotele. Al suo interno vi sono diverse attività da poter fare come ad esempio le illusioni ottiche create dalla rotazione di alcuni cerchi; Travi di pietra di diverse dimensioni fungono da strumento musicale se percosse; Due parabole poste una di fronte l’altra ma a notevole distanza fra loro, mostrano il principio basilare di acustica su cui si fondavano i progetti degli anfiteatri greci. Un modo diverso per divertirsi e non finire mai di imparare, in più si gode anche di un bel panorama. Giunto ad Ouranopoli, dopo alcune soste fotografiche, mi infilo in un parcheggio custodito vicino al centro così da evitare il problema della sosta e mi informo per la crociera dei Monasteri del Monte Athos, effettuano due crociere al giorno, alle 10 e alle 14.30 per la durata di circa 3h. Arrivato troppo tardi per la crociera della mattina, prendo il biglietto per quella pomeridiana, avendo così il tempo anche per visitare la cittadina e pranzare.

Ouranopoli, presenta una via principale piena di negozietti di raffinato artigianato e gioiellerie, nella zona del porto si trovano la maggior parte delle taverne e ristoranti. Il simbolo della città è la Torre Phossphori (XII sec.).

La cittadina ha un buon numero di alberghi economici e di taverne, dal momento che è frequentata durante tutto l’anno dai numerosi pellegrini che visitano il Monte Athos. Ad Ouranopoli si ritira il Dhiamonitirion, uno speciale permesso di soggiorno della durata di 4 giorni, che viene rilasciato dalle autorità monastiche e permette di visitare il Monte Santo e di essere ospitati dai Monasteri, la visita e l’ingresso ai Monasteri è severamente vietata alle donne. Terminati i giri nei vari negozi della città e dopo aver pranzato, mi dirigo al porto per salire sul battello.

Il Monte Athos o Repubblica Monastica del Monte Athos è un territorio autonomo della Grecia e dotato di uno statuto speciale di autogoverno. La Repubblica è soggetta alla giurisdizione ecclesiastica del Patriarcato ecumenico di Costantinopoli e a quella politica al Ministero degli Affari Esteri greco, con l’incarico di sovrintendere all’amministrazione del territorio e di farne rispettare lo statuto, con responsabilità esclusiva per la salvaguardia dell’ordine pubblico e della sicurezza. Essendo parte di uno Stato membro dell’Unione Europea, Monte Athos ne è esso stesso parte ed è soggetto quasi interamente alla legislazione comunitaria.

Trattandosi di un territorio abitato da Monaci, per tradizione nel Monte Athos è interdetto alle donne, il controllo viene effettuato all’imbarco ad Ouranopoli e se necessario, viene ripetuto all’arrivo a Dafni, l’unica località di accesso ai Monasteri dove vi si trova un ufficio postale, una stazione di polizia ed un ristorante. Per assurdo, il divieto di accesso si estende anche agli animali di sesso femminile, i cani e i gatti di compagnia possono essere femminili corporalmente, ma i nomi che vengono loro dati sono sempre maschili. Le donne possono scrutare i Monasteri solo dai battelli turistici che partono quotidianamente da Ouranopoli e devono stare ad una distanza minima di 500 metri dalla costa. Si narra che la Vergine Maria unitamente a San Giovanni abbiano fatto naufragio ai piedi di questa montagna e in onore della Vergine Maria non è più stato possibile l’accesso ad alcuna altra donna.

La crociera prevede la vista via mare degli 8 Monasteri presenti sulla costa ovest su un totale di 20 presenti nel territorio della Repubblica.

Il primo che si incontra dopo circa 45 minuti di navigazione, è il Monastero di Dochiariou (X-XI sec.), è dedicato agli Arcangeli Michele e Gabriele, al suo interno vivono circa 30 Monaci. Ha la più grande chiesa presente sulla penisola edificata nel 1567. Nella chiesa è custodita l’icona della Madonna Gorgoepikoos, la biblioteca custodisce oltre 500 manoscritti di cui 62 pergamene e circa 5000 volumi stampati, vanta inoltre un frammento della Santa Croce. Il secondo che si vede è il Monastero di Xenophontos (X sec.), dedicato a San Giorgio, al suo interno vivono circa 60 Monaci. Il compresso monastico possiede due chiese principali, la più antica è decorata con affreschi del XVI secolo. Sono presenti anche due icone del XII secolo a San Giorgio e San Demetrio. La biblioteca conta 163 manoscritti. Ha la particolarità di avere anche una segheria al suo interno.

Successivamente si scorge il Monastero di San Panteleimon (XII sec.) o Monastero Russo, dedicato a San Panteleimon medico e martire, conta circa 35 Monaci. La sua bellezza lascia a bocca aperta. La biblioteca possiede oltre 1300 manoscritti in lingua greca e 600 in lingua slava di cui 99 su pergamena. Tra i più antichi un Nuovo Testamento del X secolo.

Sopra il porto di Dafne, si erge il Monastero di Xeropotamou (V sec.) è dedicato ai Quaranta martiri di Sebaste e conta circa 40 Monaci. Vi sono custodite molte reliquie tra le più famose uno dei frammenti più grandi della Vera Croce. La biblioteca conta 400 manoscritti e circa 600 libri stampati.

Ora si passa davanti a Dafni, situato a metà tra gli 8 Monasteri è il porto principale del Monte Santo e l’unico posto di entrata nella Repubblica Monastica tramite un servizio di traghetti giornaliero che parte da Ouranopoli.

Poco dopo si arriva al Monastero di Simonos Petras (XIV sec.), dedicato alla Natività, al suo interno risiedono circa 80 Monaci. Si trova in cima ad un crinale roccioso, è tra i più spettacolari. I Monaci hanno acquisito notorietà con la pubblicazione di dischi di canti corali monastici bizantini. Tutta la biblioteca è stata distrutta da un incendio nel 1891.

Giungiamo al Monastero di Osiou Grigoriou (1345), è dedicato a San Nicola, conta circa 70 Monaci al suo interno. Conserva una rarissima icona della Madonna che allatta. La biblioteca conta 163 manoscritti.

Il Monastero di Dionysiou (1375) dedicato a San Giovanni Battista, lo si scorge poco dopo, conta circa 50 Monaci al suo interno. Gli affreschi presenti nella chiesa e nel refettorio sono datati 1547. La biblioteca del monastero conta 588 manoscritti.

Siamo di fronte all’ ottavo ed ultimo Monastero previsto dalla crociera, il Monastero di Aghios Pavlos (IX sec.), dedicato alla Presentazione di Cristo al Tempio, al suoi interno risiedono circa 30 Monaci. Si trova ai piedi del Sacro Monte, nella cappella di San Giorgio sono presenti affreschi del XVI secolo. La biblioteca conta quasi 500 manoscritti e oltre 12000 volumi.

INFO UTILI

Crociera in nave: €20 p.p. Durata: 3h Partenze da Ouronopoli: 10:00 e 14:30 Parco di Aristotele: €1 p.p.

16 Agosto: PELLA + EDESSA + VERGINA

Escursione in tre località non molto distanti da Salonicco, la prima che visito è Pella e vi si arriva in circa 1h. Qui è possibile visitare il parco archeologico ed il museo, è possibile acquistare all’ingresso del sito archeologico il biglietto unico che include anche il museo. Il sito archeologico di Pella è tenuto sicuramente meglio rispetto a quello di Dion, ma è decisamente più piccolo. La città di Pella era l’antica Capitale Macedone e sede dell’Impero di Filippo II e Alessandro Magno, all’interno del sito sono presenti diversi pavimenti a mosaico ancora in ottimo stato di conservazione, i reperti rinvenuti si trovano presso il museo archeologico che dista circa 1Km dal sito. Il museo archeologico di Pella ha una superficie molto vasta e raccoglie oggetti e reperti rinvenuti sul sito dell’antica città. All’interno del museo vi sono anche tre pavimentazioni a mosaico portate dal sito archeologico, merita di essere visitato. E’ consentito fotografare all’interno del museo.

Avendo terminato il giro al museo mi dirigo ad Edessa che dista circa 30 minuti da Pella. Edessa è definita la “città dell’acqua”, si tratta di una cittadina molto carina, le sue strade sono attraversate da piccoli canali d’acqua ed è immersa nel verde. E’ famosa per le sue cascate molto selvagge e spettacolari, che si trovano poco lontano dal centro. Con dall’altezza di circa 70 metri la cascata più grande e maestosa, è raggiungibile comodamente seguendo un sentiero. E’ possibile anche andare dietro la cascata attraverso una piccola strada ed ammirare il panorama da un altro punto di vista. Poco distante vi sono anche delle grotte che è possibile visitare ad un prezzo di €0,50 ma sinceramente non ne vale la pena, le grotte sono lunghe una 50ina di metri e sono tenute malissimo, vi sono scritte ovunque da parte dei soliti vandali ed idioti. Il centro città invece ha ancora qualche testimonianza del suo passato antico, vi si conservano Basiliche bizantine con meravigliosi affreschi al loro interno, antichi mulini ad acqua e vecchie case balcaniche.

Finita la passeggiata ed aver visto questo spettacolo della natura mi dirigo a Vergina.

Lungo il percorso verso Vergina consiglio una piccola deviazione per visitare il Monastero di Timiou Prodromou, molo bello da visitare e si gode di un panorama mozzafiato sul fiume.

Giunto a Vergina, uno dei più importanti luoghi archeologici della Grecia, divenuto famoso con la scoperta della tomba di Re Filippo II, padre di Alessandro Magno, dimostrando che la prima Capitale della Macedonia antica ha avuto sede proprio qui. Le tombe macedoni sono in genere formate da camera a volta, facciata architettonica con porta monumentale, corridoio e tumulo. La necropoli si estende per più di un chilometro e comprende più di 300 tumuli.

Nel 1952 iniziarono le esplorazioni del “Grande tumulo”, un’altura che già da oltre un secolo attirò non poche attenzioni per il suo carattere artificiale, solo nel 1977 venne rinvenuta la tomba di Filippo II, vicino ad altre due tombe reali, tra cui quella di Alessandro IV. Lo scheletro era intatto e conservato in un a bara dorata e decorata con lo stemma della stella macedone a 16 punte.

La tomba di Filippo II è costituita da due stanze, anticamera e camera principale, entrambi coperte da volte a botte ed alte più di 5 metri. Nella prima stanza vennero deposte ceneri di donna, si ritiene fossero quelle delle mogli più giovani del sovrano macedone, la seconda stanza invece era quella riservata a Filippo II. L’ingresso alla tomba è sormontato da un fregio dorato al di sopra del quale si trova, una scena di caccia. Si presume che la tomba venne fatta costruire da Alessandro intorno al 336, alla morte del padre.

La scoperta delle tombe reali comportò la riscrittura dei libri di storia poiché si riteneva che i sovrani fossero sepolti ad Edessa.

INFO UTILI

Parco archeologico di Pella + Museo: €6 p.p. Vergina, Museo di Aigai: €8 p.p.

17 Agosto: SPIAGGIA ARCHAIA PYDNA

Spiaggia di sabbia fine e chiara, frequentata per lo più da famiglie, fondale piuttosto basso e acqua non troppo cristallina, ma posto molto tranquillo. Offre zone di spiaggia libera o i soliti posti con ombrelloni e sdraio dove pagare solo la consumazione.

18 Agosto: SALONICCO (Partenza)

Giunge anche per me l’ultimo giorno di vacanza, con ancora qualche ora a disposizione prima della partenza decido di utilizzarle per l’acquisto degli ultimi souvenir e vedere quelle poche cose che ancora mi mancano della città. Dalla centralissima e lunga Piazza Aristotele ed il vicino parco, al cui intero vi è la Panagia Chalkeon (XI sec.) il suo nome significa “la Vergine dei fabbri”, deriva dalla sua vicinanza alla zona tradizionalmente occupata dalle botteghe dei fabbri. Presenta una classica forma croce greca inscritta con quattro colonne e tre cupole. L’intero edificio è costruito in mattoni, da qui il soprannome popolare di “Chiesa Rossa”. L’esterno è animata da una serie di archi e pilastri, all’interno conserva decorazioni in marmo scolpito ed affreschi del XI e XIV secolo. Durante la dominazione ottomana fu convertita in moschea con il nome “Moschea dei Calderai” che ribadiva la denominazione di epoca bizantina. Dopo la liberazione fu restituita al culto ortodosso e furono rimosse le addizioni realizzate in epoca ottomana.

In fondo al parco vi sono i ritrovamenti delle rovine dell’antico Foro Romano, le antiche attività commerciali della Macedonia, avviate nel III secolo a.C., proseguirono sotto i romani, quando l’area brulicava di esercizi pubblici, servizi e botteghe. Il sito comprende i resti dei quartieri commerciali e frammenti di mosaici sui pavimenti.

Finito lo shopping ed il giro in centro, torno in albergo a recuperare il bagaglio e l’auto per andare in aeroporto e rientrare in Italia.

Togliendo la parte del volo di andata e relativa tempesta, mai avuto tanta paura in aereo, la vacanza nel complesso è stata piacevole, le Meteore ed il Monte Athos sono senza dubbio le cose più belle in assoluto, ma non disdegno anche Salonicco, che se pur caotica ha molte cose da scoprire.

Prodotti tipici da acquistare come regalo o ricordo della vacanza oltre il famoso Ouzo, suggerisco il poco conosciuto Mastic (o Mastika), liquore a base di masticha, una resina raccolta dal Lentisco, un piccolo albero sempreverde originario della regione mediterranea. Altri prodotti tipici sono Olive, Olio e prodotti cosmetici a base di Olio di Oliva. Cose molto carine da regalare, sempre in tema alimentare sono spezie, erbe aromatiche o sale aromatico. Suggerisco di regalare il The di Montagna, tipico del Monte Athos.

In realtà si tratta di una pianta che cresce sulle montagne del Mediterraneo (Sideritis syriaca), la pianta una volta raccolta e fatta essiccare, viene poi sminuzzata e fatto poi un infuso come per un normale tè.

Come oggettistica sono presenti molti negozi di genere religioso, qui vi si trovano facilmente icone ed incensi. Inutile parlare di dolci, c’è l’imbarazzo della scelta, ma senza dubbio non può mancare un assaggio di yogurt greco con miele e noci…

Della tanto “pubblicizzata” crisi greca non ne ho visto traccia, delle fantomatiche code ai bancomat nemmeno l’ombra, negozi chiusi si, ma ne più ne meno come da noi.

La gente molto ospitale soprattutto se sapevano che si era italiani, poi capitava che mi parlassero in greco e io di geco, a parte Kalimera, Kalispera, Efharistò e Parakalò non so proprio nulla… è proprio vero il detto “una faccia, una razza”.

Hotel consigliato: Hotel “El Greco” (Salonicco); Varosi (Edessa)

Dove mangiare: Ouzou Melathron (Salonicco); Pirgos (Ouranopoli); Kotsaris (Sarti)

Cosa mangiare: Moussaka; Gyros; Souvlaki

Cosa bere: Ouzo; Mastic

Cosa bere (no alcol): Frapè; Tè di Montagna

Cose da non perdere: Meteore; Monte Olimpo; Penisola Calcidica; Pella; Edessa; Dion

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