Gita in Grecia

21/4/04 Partenza dal porto di Bari con il traghetto Superfast. All'entrata ci consegnano le chiavi delle cabine, e tutte avevano i nomi sbagliati. Io ero diventata Stefanina, e qualche mio compagno aveva il nome da ragazza. Le cabine non sono molto grandi ma il traghetto è molto confortevole: piscina, bar, casinò, una piccola discoteca,...
gita in grecia
Partenza il: 21/04/2004
Ritorno il: 27/04/2004
Viaggiatori: in gruppo
Spesa: 500 €
21/4/04 Partenza dal porto di Bari con il traghetto Superfast. All’entrata ci consegnano le chiavi delle cabine, e tutte avevano i nomi sbagliati. Io ero diventata Stefanina, e qualche mio compagno aveva il nome da ragazza. Le cabine non sono molto grandi ma il traghetto è molto confortevole: piscina, bar, casinò, una piccola discoteca, ristoranti ecc. In ogni caso per un gruppo di ragazzi in gita il tempo è passato in fretta. Alle 4 di mattina una voce dall’altoparlante ci sveglia, annunciando che fra pochi minuti saremmo sbarchati ad Igoumenitsa. In realtà siamo stati piu di un ora ad aspettare di scendere, forse perchè eravamo un gruppo numeroso.

22/04/04 Inizia il nostro interminabile viaggio in pullman che ci porterà a visitare la Grecia in lungo e in largo in meno di una settimana. La strada mette un pò i brividi, stretta e piena di curve; basta affacciarsi un po dal finestrino per vedere lo strapiombo. Se c’è una cosa che ho imparato della Grecia è che è piena di montagne nel vero senso della parola. Dopo qualche ora si apre uno bellissimo spettacolo davanti ai nostri occhi. Tra le montagne del Pindo e degli Hassia, dove la pianura della Tessaglia confina con le prime alture di queste montagne della Grecia centrale, sono situate le Meteore.

Delle enormi rocce di colore scuro si innalzano all’estremità della pianura tessalica; è uno spettacolo inimmaginabile, tanto è imponente per la sua grandezza e le sue forme.

Questo imponente fenomeno geologico, unico al mondo, è stato studiato da geologi greci e stranieri, senza tuttavia che essi siano potuti arrivare ad una conclusione concorde per quanto riguarda l’origine di queste rocce giganti. Sembra che la teoria più vicina alla realtà sia quella del geologo tedesco Philipson, venuto in Grecia verso la fine del secolo scorso. A suo avviso queste enormi masse di roccia sono state create da un conoide di deiezione, cioè dai detriti (ciottoli fluviali e pietre calcaree) depositati da un grande fiume che, milioni di anni fa, si versava in un golfo profondo nel mare che allora copriva la Tessaglia. Queste rocce furono all’inizio un asilo sicuro per gli eremiti e più tardi per i monaci che, rinunciando al mondo, si sentivano più vicini a Dio, tendendo a raggiungere la perfezione della vita cristiana con la carità e le privazioni, nella pace celeste di queste rocce. Questi asceti, all’inizio eremiti isolati, pregavano in piccole cappelle che si chiamavano «oratori».

In seguito, poco a poco, si unirono a formare delle comunità religiose, per vivere più compiutamente il loro impegno cristiano.

Questa città monastica si organizzò nel corso dei tempi e fu sostenuta con numerosi doni e privilegi da potenti famiglie cristiane. Al culmine della sua prosperità, nel 17° secolo, ospitò un numero veramente grande di monaci e asceti. Successivamente la sua fortuna declinò e oggi sono ancora in uso solo i monasteri della Trasfigurazione, di Varlaam, di S. Nicola Anapafsa, di Russano, della Santa Trinità, di S. Stefano (e parti di uno o due altri). I resti degli altri conventi una volta esistenti sono completamente spariti.

I primi asceti scalavano le rocce delle Meteore per mezzo di una serie di impalcature, che venivano sostenute da travi fissate nella roccia. Questa sistemazione (di cui si possono distinguere ancora le tracce) fu rimpiazzata più tardi da lunghissime e vertiginose scale di corda. Ora si accede tramite una lunga scala, e il panorama è bellissimo. Le donne per entrare nei Monasteri devono indossare una gonna che danno all’ingresso, non da proprio l’idea della pulizia ma ne vale la pena.

Finita la visita alle splendide Meteore andiamo a mangiare in un ristorante, terribile. Una sottospecie di pasta, della carne di cui nn voglio immaginare l’origine e un insalata con un odore… Poco invintante. Non voglio smontare quelli che vorranno andare in Grecia, anzi gliela consiglio perchè è stupenda, però ai poveri studenti si dà da mangiare questo.

Ricomincia il viaggio, destinato a durare più di 7 ore. La strada dopo qualche ora migliora ma iniziavo a non poterne veramente più delle montagne, per non parlare della guida, Elena, che ogni 5 minuti, mentre magari uno iniziava a prendere sonno, urlava : “prendete le macchine fotografiche, guardate sui pali del telefono, la cicogna, la cicogna!” Una pazza vi giuro, l’avrà detto forse mille volte…

Ad un certo punto scendiamo dal pullman, siamo alle Termopili; è strano immaginare che lì fu combattuta una delle battaglie più famose di tutti i tempi. Una statua ricorda il suo glorioso passato… Risaliamo dopo questa breve pausa e verso sera arriviamo ad un albergo a Cambala o cambaca (mi scuso ma non ricordo il nome). Albergo bellissimo, mangiare buonissimo. 23/4/04 Poche ore di sonno e alle 8 riprendiamo il viaggio. In realtà siamo partiti alle 9 perche… Non tutti si sono svegliati (mi inserisco anche io). Andiamo a Delfi. Lì andavano genti provenienti da ogni parte a chiedere i responsi all’oracolo. Il panorama è bellissimo, naturalmente montagne, ma bellissime. Toglie il fiato pensare la vita. Il flusso di genti da ogni parte che vi era in quel punto migliaia di anni fa. Qualcuno potrebbe dire che la Grecia è solo un cumulo di rovine ma hanno un fascino indescrivibile. Per divagare a Delfi, piena di turisti italiani, camminando sento delle voci Romane, mi giro e vedo mia cugina di Roma. In una scena degna di carramba ci diciamo ” e tu che ci fai qui? ”. Capita anche questo in Grecia …

Lì vicino compriamo dei francobolli particolari e visitiamo il museo, dove si trova il famoso ‘Auriga di Delfi’. Andiamo al ristorante dove il mangiare è nuovamente pessimo: in realtà non si tratta della vera cucina greca, ma imitazioni della cucina italiana, per 300euro però non potrei aspettarmi di meglio. Passiamo da un paesino dove la gente, per la festa di San Giorgio, cuoceva agnelli per strada, saliva un profumo veramente invintante. Noi siamo scesi dal pullman e un vecchio con un bastone prende per braccio un nostro compagno iniziando a ballare il Sirtaki. L’impressione che ho avuto della Grecia è di un paese non molto ricco, ma mi ha colpito molto la gente per la sua accoglienza e simpatia. Riprendendo il viaggio arriviamo a Corinto, passando per il suggestivo stretto. La sera facciamo un giro sulla spiaggia, il mare è bellissimo ma non è il periodo adatto per farsi il bagno purtroppo. 24/4/05 Alle 7 meno un quarto mi corico, alle 7 suona la sveglia. Oggi siamo diretti verso Atene. E’ l’anno delle Olimpiadi quindi non manchiamo di fare una tappa allo stadio Olimpico e di fare qualche foto davanti alla fiaccola. Poi andiamo all’ Acropolis. Sotto si estende la città, sterminata, bellissima, ma il vero spettacolo sono il Partenone, l’ulivo, le Cariatidi, lo spettacolo è il pensiero che lì passeggiarono e pronunciarono i loro discorsi i grandi filosofi del passato. La nostra guida intanto si mette a piangere, pensando al colore del Partenone, che si vedeva in alcuni punti, scomparso per via dello smog…

Il museo putroppo era chiusto, in ogni caso al British Museum a Londra, in una sala che ricostruisce il tempio, si trovano i due frontoni e i fregi con le feste panatenee, le giagantomachie ecc. Consiglio veramente di visitare l Acropolis, è uno dei luoghi più belli che abbia mai visto.

Dopo aver mangiato ci dirigiamo verso Capo Sunio. Ed ecco che la Grecia non cessa mai di stupirmi. Dei bellissimi promontori tagliano il mare, e su di uno di essi si trova il resto di un antico tempio. Mentre tutti vanno a farsi foto lì io e una mia amica, rischiando più volte di cadere, saliamo sul promontorio a fianco e ci godiamo il tramonto. Ritorno in albero a Corinto, la sera siamo andati in discoteca…

25/4/04 La mattina visiamo Micene. Putroppo il tempo non era il massimo, piovigginava e non siamo andati a vedere il famoso anfitatro. In compenso ci siamo fatti una suggestiva foto sotto la porta dei leoni. La tomba di Agamennone da dentro sembra… Un trullo pugliese 😀 e come al solito ci accompagnano le montagne: se ne distingue una le cui cime ricordano il profilo di Agamennone, almeno così ci dice la guida. Le pietre sono un pò scivolose, rischiamo di morire più volte ma per fare qualche foto si è disposti a tutto…

Dopo aver mangiato e visitato un “intessantissimo” posto dove facevano le icone sacre siamo andati ad Olimpia, al nuovo albergo. Ormai eravamo stremati, pieni di occhiaie, disgustati dal mangiare e con una cappa alla testa che non voleva andarsene. Perfino l’acqua sembrava essere terribile…

26/4/04 Dopo un’altra lunghissima (1 ora in 8 in 2 letti) dormita la mattina andiamo ad Olimpia.

Ormai privi di forze camminiamo come automi senza badare piu di tanto allo stadio dove nell’antichità si disputarono chissà quante gare (alle Olimpiadi 2004 mi sembra vi abbiano fatto il lancio del peso). Anche oggi piove un pò e una nostra accompagnatrice per fare una foto scivola e si rompe la clavicola… Poverina… Intanto noi visitiamo il museo, un pò la cittadina e poi ci dirigiamo verso Patrasso per prendere il traghetto per il ritorno. Il traghetto è più confortevole del primo, quasi di lusso e prima di riposarci abbiamo trascorso l’ultima sera facendo una ristoratrice ”soppressata” party sul ponte della nave.

27/4/04 Sbarco a Bari e ritorno in pullman a Cosenza. Putroppo è finita, ma conserverò sempre un bellissimo ricordo della Grecia, dei suoi luoghi, della gente, della sua storia… Un pò meno del mangiare. Consiglio comunque di visitarla perchè, sebbene non si tratti sicuramente di uno dei paesi più ricchi e con maggiori confort, è la culla della civiltà e l’inizio della nostra storia.



    Commenti

    Lascia un commento

    Leggi anche