Grecia 2008: Cronaca di un viaggio Improvvisato

La pazzia non ha mai fine, certo devo dire che un viaggio così deciso da un giorno ad un altro vorrebbero intraprenderlo tutti, un consiglio? Godetevelo al meglio, non fate come il sottoscritto che si trova dopo oltre 2000 km percorsi a fare il punto della situazione e dire: "Certo de solo avessi avuto più tempo, me lo sarei goduto di...
Scritto da: rajo81
grecia 2008: cronaca di un viaggio improvvisato
Partenza il: 08/09/2008
Ritorno il: 16/09/2008
Viaggiatori: da solo
Spesa: 1000 €
La pazzia non ha mai fine, certo devo dire che un viaggio così deciso da un giorno ad un altro vorrebbero intraprenderlo tutti, un consiglio? Godetevelo al meglio, non fate come il sottoscritto che si trova dopo oltre 2000 km percorsi a fare il punto della situazione e dire: “Certo de solo avessi avuto più tempo, me lo sarei goduto di più!!” Partiamo dall’inizio. … Detta come scritta sembre una meta irraggiungibile , ma non è certo così, quanto il tempo dedicato nei preparativi e la mancanza di un planning potrebbero farlo pensare. Il mio programma di viaggio si è basato praticamente sulla scelta di una guida , forse la più dettagliata e precisa che io potessi comprare consigliatami da un grande “consigliere” il caro amico Sandro Coli. (Grecia Continentale – Lonely Planet) Il problema maggiore è che era veramente troppo dettagliata e per il tempo a me concesso ho dovuto suddividere il viaggio in poche massacranti tappe a tal punto che, prima di tornare in Italia, ho dovuto per forza di cose trovare relax su questa interminabile spiaggia dove alle 10:30 di domenica mattina io e il sole siamo gli unici abitanti. La cosa bella di questa vacanza? La mancanza quasi totale di turisti, il fatto che nessuno parli la tua lingua o che solo venga masticata da qualche anziano reduce di guerre ormai lontane. All’inizio questa condizione mi rilassava, ora pagherei per fare 4 chiacchere con qualcuno , tanto da cercare di imparare qualche parola di greco. Dunque, il mio viaggio nel Peloponneso era già cominciato in Italia quando avevo chiesto consigli si internet a chi già c’era stato. A detta di tutti: Posti magnifici, stupendi, ma attenzione a non distrarsi troppo mentre si è alla guida. Difatti ho poi constatato che i greci non sono proprio prudenti: lo dimostrano le innumerevoli “casine” ai bordi delle strade, nient’altro che ricordi di donne o uomini che hanno trovato la morte sulla strada. L’asfalto greco può distinguersi in 3 gettate: Quello nuovo e robusto delle nuove strade, rarissimo da trovare.

Quello vecchio e cedevole, che rende il manto stradale incerto, sconnesso e talvolta irregolare e pericoloso.

Quello più comune di tutti: L’asfalto ghiaccio, dove senti le ruote andare via.

Sarà che i posti visitati mi hanno preso a tal punto che la mia velocità di crociera raramente superava i 70 km/h ma non ho mai avuto grossi problemi con la strada quando con altri accadimenti. Le mie ferie sono cominciate il 6 settembre. La mattina ho salutato Sara , che a stento ha trattenuto qualche lacrima, piccina , in fondo è la prima vacanza che facciamo separati, ho caricato Heaven ( California Special 1100) e sono partito. Avevo appuntamento a Firenze Certosa con Marco, presidente dell’Enthusiastic Owner Club e Filippo ( Filoguzzista) conosciuto pochi giorni prima sul forum di anima guzzista, per farci un pre-tour del Chianti. Incontrati alla Certosa, siamo partiti calcando le strade che percorreremo durante il Chianti Maiala Tour , scortati a breve distanza dal Giova, ex ducatista ora passato alla Yamaha R1. La strada che avevo scelto ha entusiasmato non poco i ragazzi , ancor più “entusiasmati” quanto un gruppetto di fanciulle in bikini e bicicletta ci ha fermato a Castellina in Chianti durante la pausa caffè per chiederci indicazioni. Poi ci siamo rimessi in marcia per raccattare prima Vincenzo e Signora a Poggibonsi e infine Mastrolindo a Sovicille. Qui tutti si son conosciuti e reincontrati di fronte a bei vassoi di affettati misti, formaggi, sott’oli e sottaceti e birra fresca. Rimettendoci in “moto” ci siamo poi divisi all’altezza del bivio con la Siena – Grosseto dopo aver percorso il tragitto del venerdì e mezzo del sabato su strade molto entusiasmanti .

Il resto del gruppo rientrava, Mastrolindo proseguiva nel tour, io e Filippo invece siamo partiti alla volta di Perugia con buon andatura per raggiungere Lucio e Company ( in tutto 4 elementi e che elementi!!!) che ci aspettavano per accompagnarci al raduno delle Aquile del Conero. Già dal pomeriggio si preannunciava una serata alcoolica, ci siamo messi nelle mani di Lucio che ha ben pensato di allievare le fatiche agli organizzatori, prenotando per noi, fuorchè Filippo, una pensioncina nel vicino paese di Camerano, un tranquillo paesino se non fosse stato per l’annuale sagra che si teneva proprio in quel weekend. Avrò dormito molto secondo voi??? Il raduno, sebbene fosse il primo, sembrava già ben collaudato, unica pecca forse il giro della domenica, forse un po’ troppo lungo per quell’andatura, ma la compagnia, il ritrovare vecchi amici, e conoscerne di nuovi , nonchè il buon cibo ha riparato a qualunque piccola mancanza. Oltretutto c’era tanta bella gioventù che non guasta mai. Mentre ero a tavola la domenica a scambiare battute coi commensali, mi chiama la Sarina avvisandomi che l’ultimo traghetto sarebbe partito di lì ad un’ora , un’ora e mezzo. Essendo le 3 ho ben pensato di salutare tutti, tornare a cavallo di Heaven e dileguarmi di tutta fretta verso il porto di Ancona. Condividevo la cabina con un ragazzo albanese col quale c’erano assai pochi dialoghi e un eccentrico ma carismatico vecchietto archeologo nonchè artista svizzero. Il mio francese fortunatamene è buono , così ho potuto segnarmi alcuni consigli su luoghi e posti da visitare, lui e la guida hanno praticamente dettato il mio viaggio, permettendomi in soli 6 giorni di fare l’impossibile.

08/09 Patrasso – Corinto Sbarcato a Patrasso, lo scontro più micidiale è stato col traffico greco e l’utilizzo delle corsie d’emergenza, che perdono la loro funzione primaria, divenendo corsie di marcia. Mi ricordava per questo Napoli e dintorni, ma mi sbagliavo: molto peggio. I semafori sono l’unica cosa che viene rispettata, le stesse regole del codice della strada penso abbiano perso la loro funzione anche per chi le ha scritte. Basta imparare a guidare come loro che nessuno ti suona più, al limite ti suonano per ringraziarti se ti fai superare percorrendo la linea della banchina… La prima tappa è stata tanto per testare la strada e la nuova cittadinanza quanto per gustarsi il paesaggio, anche perchè da Patrasso a Corinto ben poche sono le meraviglie: ero tanto sopraffatto dal paesaggio allora che ho ritenuto opportuno ripiegare per il lungo costa, buttando via il primo giorno a provare l’asfalto finto delle strade provinciali. Unico riposo prima di tornare alla bruttissima New Corinto è stata una bibita ghiacciata sul Canale di Corinto proprio nel mentre passava un’imbarcazione …Dimenticavo di dirvi: temperatura media intorno ai 36 gradi con umidità al 80%.

09/09 Corinto – Atene Il 9 Mattina, ho caricato di nuovo la moto e sono arrancato sul colle che dominava il mare fino ad arrivare all’antica Corinto. Consiglio per chiunque voglia affrontare un viaggio simile in estate in grecia: l’estate greca dura fino a fine settembre , per cui se volete visitare i siti archeologici vi conviene lasciare i bagagli in albergo, vestirvi leggerissimi e portarvi una bella borraccia d’acqua, altrimenti sauna assicurata!! ! Altra cosa, vi venisse in mente di non indossare il casco, emulando tutti i greci in moto sia in città che in autostrada, ve lo sconsiglio: le lapidi e le strade bastarde dicono il contrario, la polizia non vi ferma nemmeno… La mia visita alle rovine è stata accurata, mentre di salire fino all’Acrocorinto, l’enorme masso che le sovrastava, non è stata proprio nei miei pensieri, visto che faceva talmente caldo che si sarebbe potuto cuocere un uovo sul palmo di una mano. Finita la visita, mi sono trascinato verso Atene, volutamente evitando l’autostrada e facendo tutto il lungocosta fino alla città siderurgica e puzzolente di Elifsina. Non avete idea dei colori che aveva il mare, degli odori fruttati e speziati che emanava la costa. Arrivare ad Atene è stato più semplicve del previsto: l’Autostrada arriva proprio al centro città con un paio di sopraelevate, da lì poi i quartieri sono ben indicati. Ho trovato un albergo nella Plaka: la guida lo sconsiglia largamente essendo la zona più cara e turistica, ma si trova vicino ai luoghi di maggior interesse ed è proprio sotto l’Acropoli, comunque mi è andata abbastanza bene. Ho trovato alloggio presso l’Hotel Nefeli , pulito, tranquillo, quel che basta per 2 giorni di permanenza.. .E con aria condizionata! ! L’Hotel era di fronte al giardino di Tom: un eccentrico irlandese abituato ad esprimere pubblicamene le sue idee politiche anti-americane dipingendo i muri del suo giardino, nient’altro che un bivio delle innumerevoli via della Plaka.

Il resto della giornata l’ho passato a passeggio per Atene cercando 1) Negozio di elettronica 2) Una mesticheria 3) Un internet point 1) Negozio di elettronica: la mia pluridatata macchina fotografica non conteneva più di 40 foto, non esistevano altre schede memoria per quel modello e non avevo modo di scaricarle, per cui ho dovuto comprarne un’altra, pagata niente 2) Mesticheria: avevo perso le chiavi di scorta della moto, ritrovate dopo a Firenze 3) Internet Point… Ero desideroso sapere come andavano le iscrizioni per il Chianti Maiala Tour Tutta la mia ricerca di esercizi commerciali era comunque circondata da colori, suoni e genti di ogni razza, costume o lingua diversi.

La scelta dei posti dove mangiare è stata istintiva: dove sentivo parlare inglese o tialiano e dove solitamente c’erano decine di procacciatori di clienti, subito cambiavo direzione e dicevo al procacciatore di turno “Ohi Efharisto” come se ciò bastasse a dipingermi come greco.

Invece bastava un po’ di spirito di osservazione che anche nella Plaka individuavi il posto giusto come qualità e prezzo: provate PLATANOS vicino all’Agorà Romana. Il mio soggiorno ad Atene , mi ha visto dimagrire di qualche etto , e non mi ha fatto certo male e visitare il tutto più importante in solo 1 giorno e mezzo ma altro non potevo concedere alla capitale greca.

Ho visto in ordine sparso: I vecchi al giardino del parlamento che giocavano ad Otello, Il Giardino di Tom, l’agorà romana, l’antica Agorà, l’Acropoli, Il museo Archeologico Nazionale, Lo stadio Olimpico, Il tempio a Zeus Olimpo, delle tartarughe giganti, I Bagni Turchi, Il Parlamento …Se ho dimenticato qualcosa è dovuto al fatto che sto scrivendo il tutto sotto il sole cocente della moderna grecia…

11/09 Atene – Nauplia Ho deciso di mettermi in viaggio quasi all’alba , il gentilissimo proprietaro dell’Hotel Nefeli, uno dei pochi che parlava italiano, mi ha preparato un ottimo caffè, un’ottima colazione e mi ha anche aiutato a caricare i bagagli su Heaven. Ho lasciato Atene , quando appena si svegliava, incontrando il primo traffico all’altezza della città di Elefsina, tra i suoi puzzi petroliferi, un pugno in un occhio rispetto quei colori che un sole ancora non sorto disegnava sulle brulle colline dell’Attika.

Superato il canale di Corinto ho lasciato l’autostrada ripiegando per Isthmia, passando da paesino a paesino e lasciando sempre più insegne luminose occidentali della costa settentrionale del Peloponneso, sostituite da coste maestose con montagne che a precipizio si immergevano nelle calme acque.

La bella strada larga tutte curve , con un asfalto non eccessivamente arduo accompagnava il suono possente del bicilindrico nel silenzio più totale. Sembravamo da soli, io e la mia Guzzi. Sensazione durata poche decine di minuti… La costa si svegliava e con lei i turisti purtroppo. Prima mi sfreccia accanto un pullman di austriaci, poi 2 di Italiani…Di Arezzo, che hanno iniziato a salutarmi contentissimi di vedermi…Loro. … Gli ho lasciati sfrecciare col loro chiasso, facendomi superare, consapevole che me li sarei trovato di lì a poco a Epidauro.

Il teatro di Epidauro: La leggenda ha volte ha del vero e gli antichi architetti greci erano dei geni. Ho aspettato quasi due ore prima che i rumorosi gruppi turistici se ne fossero andati, poi mi sono avvicinato al centro del teatro ed ho lasciato cadere una moneta da 2 euro sul pianale di marmo aspettandomi chissàcchè. La magia… Il tedesco sul gradino più alto si è voltato per vedere gli fosse caduto qualcosa, stessa mossa fatta da chi non prestava attenzione, chi invece mi guardava ha sorriso e applaudito incredulo.

Mi sono rimesso in viaggio passando paesaggi magici di terre rosse e ulivi e rovine, e ancora terra, e ponti miceni, casupole e capre, fino ad arrivare in un posto che ha rapito il mio cuore e quello di molti altri: NAUPLIA.

E’ il posto in cui l’ospitalità greca , la natura, il paesaggio e l’operato umano , trovano il maggior connubio. Sono andato a colpo sicuro leggendo la guida: ho pernottato presso la pensione Marianna, dove i 3 fratelli gestori hanno avuto per me un trattamento d’eccezione, probabilmente essendo anche loro motociclisti: mi hanno difatti consigliato percorsi e luoghi da vedere per il mio viaggio presente e futuro in Grecia.

Dopo una bella e dovuta doccia, non ho perso tempo, ho ripreso Heaven e sono andato a visitare le rovine di Argo e Micene, rovine magnifiche e con un grado di conservazione unico e impensabile, affascinato ho impiegato più di 2 ore nella visita, e sono tornato soddisfatto alla mia “dimora”. La sera mi sono concesso un lauto pasto in una taverna alla qual non avreste mai dato credito: cucina semplice, casalinga, saporita e un servizio impeccabile, appena fuori dalla parte turistica: Mezedoleto o Noulis, per poi chiudere la serata a chiacchera con il mio amico Marcello dell’Antica Gelateria di Roma , un italiano che ti fa respirare aria di casa lontano miglia dalla tua terra.

12/09 Nauplia – PyrgosDirou Il giorno seguente , una ricca colazione, sono salito alla rocca per fare un po’ di foto e gustarmi ancora per poco Nauplia. La Tappa sarebbe stata impegnativa e probabilmente la più lunga. Verso metà mattinata sono tornato a cavallo di Heaven direzione Argo- Lungo costa. Percorso delizioso ma difficile per scelta della strada: asfalto sconnesso e a tratti scivoloso mi ha accompagnato per buona parte della tappa. Ma i posti visti non sono certo stati mal scelti: battuti solo da chi vi abita , visti gli sguardi di evidente stupore a vedermi sfilare. Sono passato dalla impervia costa alla montagna più aspra e difficile, a pensarci ora mi ritengo un fortunato – pazzoide.

Da Argo ho seguito questo percorso: Kiveri – Paralio Astros- Agh.Andreas – Paralia Tyrou – Leonido e poi dentro le spaventose gole di questa zona montana della grecia. Che ci crediate o no ben 3 aquile hanno sorvolato la mia testa, una talmente vicina da farmi sbandare e per poco finire sotto il dirupo in una strada poco trafficata, stretta e senza protezioni. Poi mi ha attraversato la strada un animale grosso a 4 zampe , che non voglio pensare a cosa fosse ( sembrava una lince , ma ci sono le linci in Grecia??) e un montone, il quale sornione mi ha guardato , ha sbuffato… Ed io ho pensato “Eccoci , ora mi tira una cornata ed addio Lorenzo”…E poi si è dileguato sopra il monte alzando polvere e sassi.

A metà del percorso mi domandavo dove diavolo ero finito e se fosse quella l’entrata per l ‘Ade, poi la strada è cominciata a salire, portandomi a pensare di aver cambiato nazione: foreste di abeti e vegetazione che vagamente mi riportava col ricordo alla Danimarca, fino ad arrivare nella piccola cittadina di Kosmas: una goccia di civiltà in mezzo a ciò che di più vero può essere definito selvaggio.

Sono risceso a Geraki e lì la Grecia è pian piano tornata alla “normalità” poi Skala e da lì ho accellerato trovando la strada diritta e nuova per Momenvasia , tappa consigliata da chiunque.

Arrivato mi sono domandato perchè fosse consigliata da chiunque: un masso…Un enorme sì…Spettacolare sì…Masso in mezzo alla bassa acqua…Unito alla terraferma da un ponticello.. ..E poi? Ok Ok c’era una bella roccaforte in cima , ma cos’altro? Attraverso il ponte spinto dallo spirito di osservazione e arrivo in fondo alla strada, chiusa in uno slargo da delle mura che percorrono tutta la dorsale fino alla fortezza in cima al sasso. Al centro una porticina dove a stento ci passerebbe una utilitaria. Dietro… .La magia… : Un posto fantastico di gnomi e fate , viuzze strette e scivolose, porticine con bar, ristoranti e bazar, tanto piccole da dover chinare il capo per passarvici, sembrava di essere sul set del Signore degli Anelli. Una deviazione assolutamente necessaria, ma il tempo stringeva e per rispettare la mia tabella di marcia non potevo trattenermi ulteriormente. Lasciando un pezzo di cuore mi sono rimesso in viaggio, passando prima Skala e poi arrivato a Gynthio , proseguendo per Aeropoli.

A Gynthio non mi sono fermato perchè un incontro poco simpatico mi ha fatto perdere tempo: tenete sempre la visiera del casco abbassata o chi ha i caschi modulari la mentoniera: la Grecia è famoso per la qualità prelibata del miele, per cui le api abbondano e fanno impressione: grosse il doppio delle nostre, marroni e gialle…Il miele è prelibato ma anche le punture…A me è andata bene… Aeropoli, la capitale del Mani, il centro della cultura e architettura maniota. Qui la gente è più dura, non abituata ad avere a che fare con i turisti, per cui se la lingua inglese è masticata un po’ ovunque, qui è più facile farsi capire a gesti. Inutile dire che il paesaggio era di nuovo cambiato, le case parevano quelle dei Flinstones le montagne erano prive di qualsiasi vegetazione e scendevano a picco sul mare, una paesaggio alquanto suggestivo.

Ho trovato sistemazione per la notte presso l’Hotel Sole e Mare a Pyrgos Dirou, di prima categoria ma di costi contenutissimi, nonostante la bellezza e la cura delle sue camere e del servizio.

Mangiato in una taverna locale, ho ripercorso il tragitto a piedi che mi riportava all’hotel illuminato dalla luna piena e mi sono coricato.

13/09 Pyrgos Dirou Gianitsochori Sicuramente la tappa più faticosa, ma necessaria per recuperare un giorno di relax: andare in Grecia e non aver tempo per gustarsi il mare greco sarebbe un crimine. Sveglio alle 8:00 circa sono sceso a mare lasciando i bagagli in Hotel. Ho visitato le grotte di Diros: leggendariamente si dice che le grotte arrivino fino a Sparta, un terremoto ne ha distrutte grossa parte, sono rimaste integre circa 14 km di cui 1.5 km aperti al pubblico.

La visita si effettua sopra queste barchette a remi , condotte sapientemente dagli stessi clienti della taverna che brindavano e bevevano Ouzo accanto a te la sera precedente.. .’ na sicurezza!!! Ti bardano con giubbino di salvataggio ed elmetto…Anche se dubito che cadere nelle gelide acque delle grotte possa evitare di farti morire di ipotermia… .Comunque a parte l’esagerato costo del biglietto, è una visita che merita per chi è appassionato di questo genere di cose, la sconsiglio invece ai malati di claustrofobia. …Le grotte attutiscono i rumori e gli odori…Per cui la sensazione di “chiuso” aumenta. Dopo la visita , sono tornato in albergo , caricato Heaven e partito destinazione Sparta- Mystras.

Le rovine di Sparta non mi hanno entusiasmato più di tanto specialmente dopo aver visto il film 300, ma Mystras invece… .Senza parole. Chi può farlo , regoli le sue tappe in modo che Mystras sia tappa di arrivo o partenza: La visita richiede minimo 2 ore , ma bisogna avere un buon passo, altrimenti si rischia di rimetterci un polmone se va bene, essendo le rovine distribuite sul crinale di una montagna, A passeggio in tale splendore ti viene quasi di rivivere direttamente la storia , ti proietta in un altro tempo. Il sole e il caldo hanno avuto la meglio sul mio fisico da ex fumatore, ho rinunciato difatti a metà percorso in preda a visione mistiche degne di Mystras.

Dovevo essere lucido per la “fatica ” successiva: il fantomatico Passo di Lamgada che mi avrebbe portato a più di 1500 metri. Devo però dire che a confronto con la tappa precedente il passo è stata una passeggiata. Mentre scendevo il versante opposto e scattavo qualche foto mi immaginavo a come dovvesse essere stata la vegetazione: un incendio aveva recentemene raso al suolo tutto e una patina di desolazione ricopriva le montagne. Mystras mi aveva distrutto a tal punto che arrivato a Kalamata la moto guidava da sola, portandomi a cavalcare sul lungo costa e passare comodamente i paesi di Koroni e Methoni. Lì ha avuto la buona idea di fermarsi ed io con lei…Per il pieno di benzina per entrambi… .. Una bibita ghiacciata: la classica limonata greca gustata accanto all’oste sonnacchioso e ai ragazzi che gli facevano mille dispetti, era il quadro giusto per dire ciao anche a questa bellissima giornata, per questo anche se in controvoglia sono salito di nuovo sulla mia amata Guzzi e ho velocemente passato Pylos- Gialova-Horas – Gargaliani- Filatra – Kapyrissia, trovando poi sano riposo al campeggio Apollo a Gianitsochori dove per pochi euri ho affittato un bungalow per 2 notti. Ero talmente esausto che mi sono coricato alle 21:00 dopo un piccolo pasto a base di tsatsiki e souvlaki di pollo.

14/09 Relax Il campeggio era essenziale e a dir poco “familiare”. …La Domenica mattina sono andato presto in spiaggia ove ho iniziato a buttar giù il romanzo che avete l’onere di leggere, alternando la smania dello scrittore inventato con buoni bagni e calde insolazioni, questi ultimi certamente meglio riusciti della prima. Verso le 14:00 sono rientrato al Camping poichè era più o meno l’orario del pranzo Greco…Ecco del pranzo greco appunto non del mio: la taverna del campeggio era prenotata da circa 400 persone per il festeggiamento della comunione della nipote del gestore. Morale della favola hanno iniziato a festeggiare alle 14:00 per terminare alle 18:00 e siccome ero l’unico turista straniero, hanno ben pensato di coinvolgermi, in cibo, vino, digestivo e danze…Fortunat amente nessuno ha foto compromettenti. Devo dire che se le mie vacanze si fossero conculse con tale giorno sarebbe stato certo un gran bel finale, certo non posso lamentarmi, ma il bello doveva ancora arrivare… .

15/09 Gianitsochori – Olympia – Patrasso Come routine sveglia alle 8:00, grandi saluti a tutti, ricaricata la moto mi sono messo in viaggio destinazione Olympia e poi Patrasso , traghetto alle 18:00. Dato che sapevo che in Italia le previsioni meteo non erano delle più confortanti, mi ero già preparato: borsa serbatoio cambio e necessario toilette e borsa laterale : pantaloni impermeabili Dainese. Come non detto…Dopo pochi km che ero partito, passando un monte… Il nubifragipo, con dietro il sole che mi beffeggiava. Le strade greche per l’asfalto bastardo e per il fato che vengono percorse da qualsiasi mezzo a motore …Comprese ruspe e affini, quando piove diventano paludi di fango. A parte il fatto che mi sono fermato in una piazzola di sosta e mi sono cambiato i pantaloni sotto lo sguardo divertito degli altri automobilisti a vedermi in mutande sotto la pioggia a scroscio, ma oltre il danno la beffa: arrivato ad Olympiala polizia mi ferma pregandomi di pulire targa e fari perchè non si leggeva e vedeva più niente…Credo debbano ringraziare il fatto che in fondo la Grecia mi è piaciuta per non aver voluto visitare anche le sue prigioni. La moto ora è irriconoscibile, penso che la laverò prima del Maiala Tour, è vero fa più vissuta ma la Sara è stata categorica: “scordati che io ci salga!!” Ora finito e riletto tutto, penso di trarre le mie conclusioni, spero che il racconto vi sia piaciuto, certo è un viaggio che rifarei magari in compagnia, perchè ho scoperto che in fondo sono un animale da compagnia, anche se so benissimo starmene da solo…Mi adatto bene alle situazioni, Spero che il meteo sia clemente per il Chianti Maiala Tour e non dovesse esserlo, mi basterà comunque vedere le vostre brutte faccie per farmi tornare comunque a lavoro felice e contento …

Un lampeggio fangoso Aquila Gigliata Pubblicato sul mio blog: commenti suggerimenti o lamentele sono ben gradite…Anche insulti…Se costruttivi!!!



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