Naxos e mykonos

NAXOS, L’ISOLA DEGLI ASPARAGI Isola profumatissima e verde Non ci sono collegamenti diretti dall’Italia Venerdì 19 giugno 2009 iniziano le mie vacanze in solitaria per Naxos e Mykonos, quest’anno all’insegna del “fai da te” no alpitour, avendo acquistato il solo volo Verona-Mykonos tramite il sito www.volagratis.it a soli €145...
Scritto da: mirko.1976
naxos e mykonos
Partenza il: 19/06/2009
Ritorno il: 03/07/2009
Viaggiatori: da solo
Spesa: 1000 €
NAXOS, L’ISOLA DEGLI ASPARAGI Isola profumatissima e verde Non ci sono collegamenti diretti dall’Italia Venerdì 19 giugno 2009 iniziano le mie vacanze in solitaria per Naxos e Mykonos, quest’anno all’insegna del “fai da te” no alpitour, avendo acquistato il solo volo Verona-Mykonos tramite il sito www.Volagratis.It a soli €145 (prenotando molti mesi prima). Purtroppo l’offerta speciale di volagratis nascondeva l’imboscata del vettore todomondo, ovvero fregatura in vista. Sveglia alle 2.30, dopo una notte quasi insonne, e partenza alle 3.02 per Verona. Alle 4.17, con congruo anticipo (dovevo presentarmi alle 4.30), arrivo all’aeroporto di Verona e la prima brutta notizia è che il park low cost, che fino a gennaio costava 3 euro il giorno, ora costa 4 euro al giorno, perciò 15 giorni mi costeranno ben 60 euro, più di un volo easy jet Mykonos- Milano, un vero disastro! La situazione a Verona è surreale, l’aeroporto è completamente deserto e ci sono solo i 7 sfortunati di todomondo che, anziché prendere il Livigstone delle 6.30 diretto a Mykonos, sono dirottati su Milano Malpensa. Come noto, infatti, quei taccagni di todomondo prendono solo uno slot di 20 biglietti sul volo e, se non sei tra quei fortunatissimi 20, per te inizia l’inferno. Alle 4.45 è prevista la partenza del bus navetta per Milano, mancano 3 persone all’appello, di cui una Marco, degli altri due non c’è traccia e, alle 4.50, dopo 5 minuti d’attesa, si parte a bordo di uno sgangheratissimo e molto datato autobus, con parabrezza molto crepato, freddo glaciale e autista semi pazzo, o, semplicemente, non troppo felice di farsi Verona -Milano alle 4 del mattino con un pullman grande. Molto assonnati, ci distribuiamo in uno per fila in modo da sdraiarci in orizzontale e recuperare due ore di sonno. Alle 7 siamo a Milano Malpensa, poco affollato, pronti per il check in del mitico air valle delle 8.45, ma, purtroppo, il volo charter è stato spostato alle 9.50. Facendo il check in per primo, guadagno le uscite d’emergenza e, nell’attesa, incontro le amichette conosciute su facebook nel gruppo “io uso todomondo”, community di giovani alla ricerca di disavventure aeree a basso prezzo. Essendo loro milanesi, non hanno avuto alcun disagio, se non il ritardo aereo. Infatti, alle 9.50 siamo ancora al gate e non ci sono notizie. In ritardo c’imbarcano nel volo air vallee, in realtà subappaltato a Bhair, in altre parole Balkan holidays airlines, compagnia bulgara con hostess bulgare molto imbronciate. Appena saliti, ci comunicano che a causa di uno slot (che non so cosa voglia dire) l’aereo partirà solo tra 40 minuti; in realtà, partiamo dopo oltre un’ora, verso le 11.15, arrivando a Mykonos verso le 14.45, con oltre due ore di ritardo. Divido un taxi con un ragazzo dei 7 dell’autobus, lui va fino all’hotel Ibiscus, dove lo attendono gli amichetti partiti alle 6 da Verona con la costosa ma affidabile columbus, io proseguo fino al porto, lui mi dà 4 euro pari alla metà del viaggio aeroporto- città, io pago 10 euro alla tassista che mi ha portato al porto, dove giungo alle 15.45, orario di partenza dell’aliscafo Mykonos- Naxos. Purtroppo ci sono pochissimi collegamenti tra le isole, uno al giorno, spesso scritti a penna e con orari variabili, perciò devo pernottare a Mykonos, dato che, a quell’ora, non ci sono più traghetti né per Naxos né per Paros. Trovo quindi un signore in un rent a bike che mi offre una camera in superofferta a 35€. Si tratta di casa Anna, una dignitosa camera doppia. Faccio una passeggiata per la Chora dove soffia un vento fortissimo, che ti riempie il viso di sabbia. Pranzo con un pyta giros e una mythos a 5€: capisco subito che i prezzi qui sono più alti, 2,50€ la pyta (è sempre costata 2 nelle altre vacanze) e 2,50 la birra (è sempre costata 2). Rientro per la doccia e riesco verso le 20, ma il vento non si è ancora calmato. Ceno in un posticino modesto, preoccupato dai prezzi alti di Mykonos, e mangio molto bene: ottimo piattone di gyros più una bottiglia di mythos da mezzo per soli 11€. Rientro in casa e dormo molto bene, dopo le tante ore in piedi.

Sabato 20 giugno lascio Casa Anna e scendo al porto, dove attendo l’aliscafo delle 9.55. Il biglietto Mykonos-Naxos, acquistato il giorno precedente, costa 19€. L’aliscafo, dell’Hellenic seaways, è davvero molto bello e veloce e, in poco più di 45 minuti, mi porta a Naxos. Al porto mi accoglie George del windmill studios, che il giorno prima ho chiamato per comunicare il cambio orario. Il windmill, costatomi solo 25€, si rivela uno studios da 25 €: c’è tutto, ma tutto è molto piccolo e modesto…In uno ci si stava, in due, effettivamente, temo avremmo avuto qualche problema di movimento. Sconsiglio questi studios a chi supera gli 80kg, il metro e 80 d’altezza e usa avere valige molto grandi e ingombranti. Il vantaggio del windmill è che si trova a soli 300 metri dal centro della città e a soli 200 metri dalla spiaggia di Saint George, in altre parole la bella spiaggia della città. E’ una spiaggia sabbiosa, con bambini che giocano: sabbia in faccia più bambini che strillano non contribuiscono al mio relax, perciò decido di recarmi immediatamente al rent a bike più vicino (ovviamente in città ce ne sono a bizzeffe) e a noleggiare uno scooter. Tratto subito per un forte sconto un noleggio da 9 euro al giorno e, con assicurazione completa, con 85€ ho per 7 giorni un kymco peole 90. Ha un bagagliaio piccolissimo, ma in compenso ha il gancio per lo zaino e corre parecchio, fino a 75km/h. Naxos è molto grande, perciò è fondamentale il noleggio di uno scooter o, se si vuole andare a nord, di un’auto. Io parto subito verso le spiagge del sud: Agios Prokopios, molto bella, Agia Anna, bellissima, e Plaka, fantastica. Sembra di stare a Formentera: è una lunga distesa di spiaggia bianca, con un bel mare blu e molti nudisti. Decido di rimanere qui nel pomeriggio, poi, in chiusura, faccio un giro ad Agios Arsenios, paesello d’agricoltori. Spesa al supermercato vicino casa, doccia, cena e passeggiata serale per il centro di Naxos. Il confronto con Mykonos è immediato: pur essendoci anche qui ristorantini e negozietti, non c’è caos, tutta l’atmosfera è soft e rilassata, la temperatura è ottimale e non c’è vento.

Il 21 giugno parto con lo scooter in direzione sud e, più si procede verso sud, più belle sono le spiagge che s’incontrano: il mio consiglio, dunque, è di non fermarsi alla prima spiaggia, in quanto bella, ma proseguire per vederle tutte. Glyfada, Kastraki e, più bella di tutte, Alyko. Decido di trascorrere qui il pomeriggio, nel massimo della tranquillità, in una spiaggia semideserta e di fronte ad un mare spettacolare. Alyko, infatti, è piuttosto distante dai paesi principali (mezz’ora di scooter da Chora), ma offre degli scenari esaltanti. Sostanzialmente consiste in un insieme di piccole calette inframmezzate da piccole collinette di macchia mediterranea. Rientro per la cena: essendo domenica, noto parecchi negozi chiusi, anche il supermercato è chiuso! Già da questo si capisce come Naxos sia un’isola più agricola che turistica: sarebbe impensabile a Mykonos di trovare un negozio chiuso in quanto domenica. Girando, poi, noto subito come gran parte degli avventori dei ristoranti siano del luogo. Lunedì 22 giugno mi alzo di buzzo buono e, con stupore, noto che è molto nuvoloso, dei nuvoloni scuri che non promettono nulla di buono, forse la coda di una brutta perturbazione che ha portato pioggia in tutta la Grecia continentale, fatto abbastanza raro in estate. Decido dunque di spezzare la giornata in due: al mattino visite vestito, al pomeriggio spiaggia in costume, fiducioso che, dopo pranzo, sarebbe tornato il sole. Scelta azzeccatissima: scateno il mio centauro per salire sui monti più interni, sempre più nuvolosi e abitati solo da caprette che, quando attraversano la strada in gregge, t’impongono di fermarti. Il panorama di cui si gode è spettacolare, e i profumi indescrivibili. Purtroppo commetto il grave errore di non mettere il maglioncino, e con la sola maglietta fa veramente troppo freddo anche per un caloroso come me!. La libertà dello scooter, col vento tra i capelli, porta a sentire odori di timo, di menta piperita, di pino marittimo e tanta puzza di cacca, con tre profumazioni diverse: capra, asino e mucca. Passo per Galanado, Vourvoria e faccio sosta a Chalkì. Poi proseguo fino a Filoti e mi godo il panorama di montagna. L’isola, come dicevo, è molto estesa e ce ne vuole ad esplorarla col motorino. Passo attraverso i classici paesini greci insignificanti, fatti di due case in strada e due nonni che ti guardano incuriositi. Chalkì, ad ogni modo, è molto carino. Visito l’antica e magnificamente conservata chiesa bizantina di San Giovanni Diasortis: per me non è niente di che, quattro pietre, ma una signora la apre solo per me, essendo le 9.59, con apertura alle 10, e dunque fingo molto interesse e ringrazio per il minuto d’anticipo. Vale però la pena andarci perché il sentiero che si percorre a piedi è bellissimo, una passeggiata in mezzo agli ulivi pieno di lucertoloni preistorici alquanto brutti che si abbronzano sulle rocce. Poi vado alla distilleria della famiglia Valindras, dove ancora oggi si distilla il kidron, un piacevolissimo liquore ricavato dalle foglie del cedro. Qui te lo fanno assaggiare e ti spiegano come funziona il tutto. Torno a casa per pranzo, e, come previsto, esce il sole, così parto per le ultime due spiagge sperdute della costa di ieri: Pyrgaki e Agiassos. Fate molta attenzione al sentiero che porta ad Agiassos, perché è sabbioso e, con lo scooter, si rischia di scivolare, mettere i piedi a terra e farsi male i pollici. Inoltre, è una spiaggia molto esposta ai venti, con mare mosso e sabbia, perciò decido di tornare ad Alyko, riparata dal promontorio. Nella nottata del 23 giugno sono svegliato da delle gocce d’acqua; incredibile: piove! Ecco spiegato allora tutto il verde di Naxos, è dovuto a delle pioggerelline, anche estive. Al mattino è nuvoloso e, ancora entusiasta della zona della Traghea visitata ieri, decido di compiere un’impresa da titani: scalare il monte Zeus, il monte più alto di tutte le Cicladi, 1004 metri d’altezza! Parto di buon mattino per Filoti, arrivo all’incrocio col cartello che indica la Sorgente Aria e la Grotta di Zeus. Fatti 1,2 km, in rigorosa salita, parcheggio lo scooter e inizio la camminata per la sorgente Aria. Poi proseguo per la cima: la guida “lonely planet” afferma che sono 3 km piuttosto impegnativi, ma non spiega che sono 2 ore di sassi, ghiaione, rischio di caduta, frane e, con le scarpe da tennis, di rottura dell’osso del collo! Ci sono dirupi ripidi e sono fondamentali le scarpe da montagna, che ovviamente non ho, oltre al bastone. Decido quindi di demordere, sapendo che sarebbe impossibile scendere una simile parete ripida senza ammazzarmi, quando incontro due anziani olandesi che, chiesto consiglio a due tedeschi in discesa, spiegano che c’è un sentiero fattibile. Così, in tre e con molta fatica, arriviamo in cima, dove si vede tutta l’isola e le Cicladi! In vetta trovo Sophie e Sabastien, due giovani francesi (lei montanara esperta, lui parigino di città) che, per scendere, propongono una strada più soft, un bellissimo sentiero verso Agia Marina che porta verso nord, 4 km dopo il mio motorino. Valuto che è meglio fare 4 km tranquilli che 1 in rischio vita, perciò scendo con loro e torno allo scooter dalla strada principale, dove, ovviamente, non passa nessuno. Consiglio pertanto di non seguire le indicazioni della lonely planet per fare la salita, ma fare il percorso contrario al mio: andate in scooter oltre Filoti e prendete la strada per Danakos. Quando vedete una freccia a sinistra per Fotodoti monasteri, lasciate il mezzo a destra sulla mini chiesetta ed entrate in quel sentierino. Al ritorno rifarete la stessa strada, breve e bella, dove ritroverete il vostro mezzo ad attendervi! Al pomeriggio, mi rilasso nella spiaggia di Plaka, facendo il bagno con tanti pescetti che nuotano con me.

Il 24 giugno durante la mattinata è poco nuvoloso: mi sveglio presto e decido di fare l’itinerario Chora- Egares- Aghia verso nord. Prendo la strada per Melanes, passo il bel paese di Egares, tutto verde e rigoglioso d’alberi da frutto, il più bel paesello che finora ho visto, e faccio sosta ad Amitis beach: sono l’unico! Anche ad Abram bay, bellissima baietta, sono da solo. Intimorito dalla solitudine, proseguo fino ad Aghia: la strada è lunghissima, più di quanto prevedessi e, nonostante il bel panorama costiero, è tutto in salita e ho la conferma che il mio people, sotto sforzo, consuma tantissimo! In pochi minuti la lancetta passa da metà serbatoio a quasi zero, e mi rendo tragicamente conto che in questa lunga strada non ho incontrato nessun distributore! Quindi volto lo scooter e me ne torno indietro, a velocità ridottissima e forma aerodinamica, sfruttando la discesa verso Egares. Ma, a due chilometri dalla meta, si realizza ciò che temevo: improvvisamente il mio macinino si spegne e mi lascia miseramente a piedi ad Amitis. Così, non sazio dalla camminata di ieri, mi faccio 4 km per andare al distributore e farmi dare una brocca di benzina. State dunque molto accorti a fare lunghe distanze a Naxos con lo scooter: è certamente meglio l’auto se volete girare tutta l’isola, e occhio che sulla strada costiera da Engares in su non c’è nessun distributore! (Questo nessun turista per caso l’ha scritto!). Rientro in città, pranzo e, nel pomeriggio, cerco di rilassarmi a Kastraki, ma anche oggi c’è un vento folle, così decido di concludere la giornata tra le dune di Plaka (a Plaka c’è il vantaggio che, tipo Gran Canaria, nelle dune nudiste uno può stare riparato dal vento).

Giovedì 25 decido di fare una lunga gita fino a Kalandos beach. L’unico modo per raggiungerla è andare fino a Filoti e, da lì, girare a destra imboccando una stradina di montagna lunga ben 22 km, il che significa 2 ore da Chora. Parto col mio maglione e, memore dell’esperienza di ieri, col pieno di benzina, tenendo sotto controllo con estrema attenzione la lancetta. Ahimè, la benzina c’è, ma, in alta montagna, ciò che mi manca è il giubbino, visto che nemmeno il maglione è sufficiente per quei nuvolosi tornanti. Dopo molta fatica arrivo a Chimarros tower, dove non c’è assolutamente nulla da vedere, e proseguo giù per la spiaggia. Nell’ultimo chilometro, passato un simpatico gregge di capre, la strada diventa di sassi, tante buche e degli alberi di buganwille, lungo un fiumiciattolo. Arrivo finalmente alla spiaggia, ovviamente deserta. Purtroppo, però, non è quel paradiso descritto dal libricino di Naxos, perché hanno costruito un molo, con tanto di colonnine e scivolo per barche made in Italy, e la spiaggia, alquanto insignificante, è diventata un porto anonimo e sperduto. Ma chi verrà poi qui in barca? Non vi consiglio per niente, dunque, questa sfacchinata; in effetti, nessuno delle letture l’ha fatta, ma nessuno ne ha neanche mai parlato, spero quindi che ai lettori di Turisti per caso questo mio consiglio di non andare a Kalandos possa essere utile. Questa escursione dunque la sconsiglio sia per la torre (pirgos) di Chimarrau (delusione), sia per la baia di Kulanton (delusione). E’ un’escursione difficile, la strada un po’ accidentata e la zona completamente disabitata mettono depressione. Decido dunque di ritornare verso spiagge più consone e trascorro il pomeriggio a Glifada e Aliko, con sosta a Chora da Moustache, Grill house dietro casa: pyta gyros buonissimo e mezzo litro di birra 4€.

Venerdì 26 ultimo giorno di scooter: decido di fare fuori sia il motore sia il mio sedere, con un’intera giornata in sella. Come faranno quelle persone che vanno in vespa da Venezia a Napoli a non distruggersi il posteriore? Parto dunque ben equipaggiato col giubbino, fondamentale per salire su fino ad Aphiranthos, spettacolare villaggio montano caratterizzato dalla presenza di disadorne case in pietra. E’ molto freddo, giro a destra e imbocco i 12 km di strada che si snoda fino a Motsouna, in altre parole passo dall’alta montagna al mare, scendendo con una serie di tornanti molto tosti attraverso uno spettacolare territorio montano. A differenza della freddezza del territorio di ieri, consiglio questa lunga discesa, indicata per ciclisti tosti, per il panorama mozzafiato di cui si gode. Arrivati in fondo, il mare è da favola, calmo e tranquillo. Non sazio, giro a destra e proseguo la strada costiera fino a Psili Ammos, bellissima spiaggia bianca che dista 7 km da Motsouna. La strada costiera è davvero emozionante, arrivo fino alla fine, a Panornos, nell’angolo sud- occidentale dell’isola, passando lungo un mare che è una tavola blu (evidentemente le montagne riparano questa zona dai venti) e su baiette e insenature che ricordano Minorca. In tutto questo pezzo di costa è lungo ben 26 km, sono certamente molti, ma se si ha il serbatoio pieno e un sedere sufficientemente solido consiglio questa bella escursione, anche perché la strada (salvo l’ultimo km finale) è bene asfaltata e si possono vedere le tracce della storia, quando veniva estratto lo smeriglio dalle montagne e una funicolare, ancora presente, lo portavano giù al mare, al porto. Al rientro, passato Chalkì, devio per Ano Potamia, Meso Potamia e Kato Potamia, dei paeselli spogli sull’altopiano. Sabato 27 giugno, smesso lo scooter, decido di andare a nord, ad Apollon, utilizzando gli autobus. Mi reco dunque alla stazione degli autobus, che si trova all’estremità nel molo principale dei traghetti per le auto: ci sono 2 pullman al giorno per Apollon, il primo alle 9.30, con ritorno alle 15.30. Prezzo del biglietto ben 5,50€ a tratta, ma tenete conto che la tratta è lunghissima: 2 ore! Il percorso è il classico, fatto tante volte da me in scooter, per Aperanthos via Filoti. E’ una bell’esperienza perché il pullman è vecchissimo, e agghindato con fiorellini e immagini religiose. L’autista carica, oltre alle persone, molti pacchi da consegnare in vari posti di Apollon; si ferma lungo il tragitto per fermate a richiesta, chiacchiera con i compaesani, fuma e raccoglie anziani pastori. Tenete conto, per una giornata ad Apollon, 4 ore di viaggio e 4 di sosta al mare, ma il percorso tra le montagne da Aperanthos ad Apollon è molto scenografico: catene frastagliate, strade a tornanti, valli boscose, villaggi di minatori, vigneti e molte, moltissime curve. Se non soffrite di mal d’autobus, dopo due ore arrivate alla spiaggia di Apollon, che è piccolissima, ma molto tranquilla e affascinante: ci sono due spiaggette, una di sabbia e una di ciottoli. L’acqua è pulitissima, trasparente, calma, e ci sono famigliole greche e bambini. L’unica vera attrazione, a parte il mare, di Apollon è il kouros, raggiungibile da un sentiero molto ripido proveniente dalla strada principale, proprio sopra il villaggio. Attenzione che questa camminata vi stroncherà le gambe, il tutto per una grossa delusione: vedrete un pezzo di marmo incompleto che, con molta fantasia, dovrebbe rappresentare una figura umana. Pietre a parte, credo che Apollon, se avete un’auto e una giornata libera, meriti una visita, magari ritornando per la strada costiera, più veloce. Domenica 28, entusiasta dal viaggio in pullman del giorno precedente, ed essendo a piedi, prendo il pullman per Plaka. Dalla stazione degli autobus, ogni 30 minuti, dalle 8 alle 24, parte un autobus per le spiagge, e la corsa costa solo 1,40€, e passa in sostanza sotto casa, perciò veramente comodo. Alla sera, ultima cena, esco e vado alla taverna Dolphins, sul porto della Chora. Già una sera mi aveva fermato Mery, un’anziana signora, figlia di Yannis, uno spassosissimo vecchietto che mi dà una forte stretta di mano appena entrato. A servire, un terzo vecchio. Tra i saluti degli anziani signori, che passano più volte durante la cena, mangio patate di Naxos fritte (non surgelate o precotte), calamarone alla griglia servito con patate fritte, insalata greca e mezzo litro di vino di Naxos. Il tutto a soli 15,50€, ne sono rimasto entusiasta perché era tutto buonissimo e fresco. L’indomani mattina, termina la vacanza a Naxos. George, la sera precedente, mi fa pagare correttamente 9 notti anziché 10, ma mi anticipa che l’indomani non potrà portarmi al porto perché deve andare a Creta per lavoro, e mi assicura che mi accompagnerà un suo amico. Purtroppo, il mattino seguente, la sua anziana madre mi comunica, in inglese stentato, che il boy non c’è e che sarà suo marito, in motorino, a portarmi al porto! Come? Bè, quest’anziano signore molto grasso carica il suo motorino all’inverosimile col mio zaino e il mio valigione enorme, attaccato con dei cavi elastici. Lui mi fa strada e io lo seguo a piedi fino al porto. Anche questa è Naxos! Considerazioni finali su Naxos: · Naxos è un autentico tuffo nella natura e nelle cose semplici. E’ un’isola profumata, percorrendola con lo scooter sarete travolti da innumerevoli pascoli di mucche, capre e pecore, e sentirete tanta, tanta puzza di cacca di queste ultime. Può capitare che la carreggiata venga “invasa” da qualche gregge, col suono vivace dei loro campanelli è un vero piacere dar loro “la precedenza”!Coltivazioni verdi e distese d’ulivi, profumi di macchia mediterranea, alberi di frutta carichi d’albicocche e fichi, campi di patate e contadini che le raccolgono. · Da assaggiare i formaggi prodotti nell’isola: il “kefalotyri” è un pecorino buonissimo dal sapore molto deciso e molto pecoreccio e la graviera è un formaggio con latte di mucca ancora più buono. Da bere il cidrum.

· I turisti a Naxos sono molto pochi, ci sono alcuni olandesi, alcuni tedeschi, alcuni svedesi, pochi francesi e pochissimi italiani. L’età media è 55 anni, bambini che strillano e famigliole italiane caciarone quasi assenti.

· A Naxos esiste l’aeroporto, ma è piccolissimo e atterra solo un atr 72 della olympic atene-naxos a 62€ uno al giorno, non c’è modo, dunque, di arrivare direttamente dall’Italia, se non con scalo ad Atene. Mykonos, comunque, è vicina.

· Perché, direte voi, Naxos è l’isola degli asparagi? Nessuno l’ha ancora scritto, ma lungo le strade, ovunque, vedrete asparagi verdi altissimi: incredibile, non sapevo che anche qui crescessero! MYKONOS L’ISOLA DELLA LIBERTA’ Mare da favola Tantissima gente, spiagge intasate Lunedì 9 giugno alle 14.05 prendo la speed boat per Mykonos che, partita in ritardo, riesce ad attraccare per le 15. Mi viene incontro Alexandros che mi porta al Vista apartments, che dista solo 100 metri dal porto. Essendo da solo, mi pratica uno sconto di 20€, e pretende il pagamento anticipato del residuo dalla caparra. Il vista apartments è molto carino, c’è anche la radiosveglia, così posso sentire la musica di Mykonos, peccato che manchi il lavello per poter lavare i piatti! Mi offrono una bottiglia d’acqua e mi portano subito a noleggiare il motorino, uno scassatissimo typhoon Piaggio a 10€ al giorno. Parto per la spiaggia e noto il gran traffico e il caos di Mykonos, completamente diverso da naxos. Vado ad Elia, consigliatami da Guglielmacci e da un turco, ed, in effetti, merita: è straordinaria, mare verde e blu, scogli, acqua pulitissima e non fredda, mare calmo e niente vento. Passo qui il pomeriggio, mentre di sera passeggio per la Chora, strapiena di gente.

Martedì 30 giro per le spiagge di Mykonos, tutte bellissime e molto simili tra di loro: Paragka (la seconda per me dopo Elia, divisa a metà da un piccolo promontorio), Platys Gialos (a 4 km dalla città, adatta alle famiglie), Paradise Beach (piccola), super paradise beach (molto affollata), Kato Livadi (bella), Megali Ammos (a solo 1 km dalla città), Agrari (molto bella e con sport d’acqua). Personalmente sono rimasto deluso dalle tanto famose Paradise e super paradise beach, non perché siano brutte, ma perché sono piccole, affollate e la strada per arrivarci è molto ripida: freno al massimo e lo stesso si rischia la vita. Mercoledì 1 vado verso la costa settentrionale, più battuta dal meltemi, e mi fermo a baia Panornos, su consiglio di un turco cipriota abitante a Londra. In realtà la sconsiglio, perché ventosa e sabbiosa, dunque detestabile. Molto meglio Elia, dove trascorro il pomeriggio, che è senza dubbio la spiaggia migliore di Mykonos.

Giovedì 2 vado a visitare qualche altra spiaggetta, tra cui Agios Stephanos, molto vicina a casa. La spiaggia in cui trascorrerò il resto della mia vacanza è situata tra Agrari ed Elia, dove c’è una baietta favolosa che con gli amici abbiamo denominato “la nostra spiaggia”. Quali amici? Bè, la spiaggia è affollata al 70% da italiani, e siamo diventati in pochi giorni tutti amiconi, magia di Mykonos. Immancabile poi, come ad ogni vacanza, trovare un collega di lavoro! Si rimaneva lì fino alle sette e mezza di sera per l’ultimo raggio di sole. Alla sera cena da Niko’s, dopocena al “Jacky o” e gran divertimento nella pazza notte di Mykonos, tra drag queen, musica dance e cocktails. Per cenare ci vogliono 25€, per un drink 10€, per gli ombrelloni 12€, ma anche questa è Mykonos! Venerdì 3 luglio è già tempo degli ultimi preparativi, valige e rientro in Italia.

Considerazioni finali su Mykonos: · Il clima è eccezionale: sempre sole e aria fresca, in una settimana non ho mai visto una nuvola.

· Il mare è da favola e l’acqua limpidissima: non è gelata come leggevo nelle altre recensioni, e limpidissima, con tanti pesci.

· Mykonos ha i suoi riti: fino a mezzogiorno in spiaggia non c’è nessuno, si arriva nel pomeriggio e si sta fino all’aperitivo, poi si va a cena da Niko’s (la taverna più economica e popolare della città) e a ballare al “Jacky o”, che suona musica fichissima. La notte di Mykonos è tutta una discoteca: tutti ballano, bevono, si drogano e si divertono. Tutti fichissimi, emozionati e divertiti, chi ha il fisico alle 4 può andare a ballare al Cavo paradiso alla paradise beach dove, se entri prima delle 3, hai 5 euro di riduzione.

· Il 70% dei turisti sono italiani, il rimanente 30% di francesi, spagnoli, tedeschi, danesi, argentini, americani, inglesi, giapponesi, ecc. Sono tutti giovani: Mykonos è una Gran canaria giovane e autentica: qui le strade non hanno i nomi dei tour operator! · A Mykonos c’è di tutto: baccano, drag queen, discoteche, ragazzetti e signori anziani che scendono dalle lussuose navi da crociera per la passeggiata in città (e questo è tutto quello che vedono di Mykonos rimanendoci una sola sera!) · Credo che 7 giorni a Mykonos siano sufficienti, per vedere le spiagge e le casette bianche e blu, ma, per chi se lo può permettere, consiglio 15 giorni! Tenete presente che è un’isola molto cara. Anziché dare 1200 euro all’alpitour, vi consiglio un easy jet milano-mykonos a 150€ e di alloggiare dagli albergatori locali, molto più economici dei nostri costosi tour operator.

· Mykonos è un vero angolo di paradiso, veramente una vacanza qui è stra divertente, altro che le spiagge italiane. Qui ci si diverte alla grande giorno e notte e tutto è consentito. Altro che popolo della libertà, quello di Mykonos è il vero popolo della libertà, l’isola ha uno stile di vita libero ed easy, ognuno può stare come vuole, vestirsi come vuole, fare ciò che vuole con chi vuole…..Andate a Mykonos…Vi divertirete come matti!



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