Albania, terra bellissima ma controversa

Un giro dell'Albania, due persone, una macchina e pochi soldi: undici notti e una spesa a testa di 550 euro compresi traghetti di andata e ritorno
Scritto da: verotep
albania, terra bellissima ma controversa
Partenza il: 16/08/2012
Ritorno il: 28/08/2012
Viaggiatori: 2
Spesa: 500 €

16-17 AGOSTO

Il nostro viaggio inizia da Ancona, dove prendiamo il traghetto (della Minoan, ottima scelta, nave stupenda, buon servizio) diretto a Igoumenitsa, a nord della Grecia, dove arriviamo in mattinata dopo 17 ore di navigazione. Un po’ storditi dalla notte sul passaggio ponte, cerchiamo di trovare dal porto indicazioni verso il confine con l’Albania, ma non ce ne è traccia. Così ci orientiamo con le mappe dell’I-phone (che ci hanno salvato per tutta la durata della vacanza, le mappe cartacee albanesi non sono affidabili) e arriviamo al confine interno, sulla strada che da Ioannina porta a Gjirokaster (2 ore e mezza in tutto). Qualche storia al confine, poiché la macchina non è intestata ne a me ne a Stefano, ma ci fanno passare. Assicuriamo la macchina (è obbligatorio, purtroppo però agosto è alta stagione e piuttosto dei 27€ aspettati ce ne chiedono 42), e ripartiamo verso Gjirokaster. Rimaniamo un po’ perplessi dalla guida spericolata (e questo non era niente!), veniamo fermati da due simpatici poliziotti che ci chiedono nomi e destinazione e ci lasciano andare con un ‘very good’ e arriviamo stravolti a Gjirokaster. Ci inerpichiamo in macchina al paesello alla ricerca dell’ufficio turistico (in ristrutturazione, nessun materiale utile), di una banca (dove cambiamo i soldi senza spese di commissione) e poi rimaniamo incastrati per quelle stradine pendenza 20%, ciottoli d’asfalto liscissimo, strade strette, macchine parcheggiate ovunque, gente che attraversa a caso… Stefano che è alla guida si deve riprendere, e ci fermiamo a bere una cocacola. La nostra prima spesa: 100 lek (70 centesimi) per una lattina servita al tavolo in un bar, non riusciamo a crederci. Ci rimettiamo in marcia alla ricerca dell’Hashorva Guesthouse (consigliataci da un amico): un po’ difficile da trovare nella cittadella antica, ma assolutamente consigliata, 20€ a notte per una stanza pulita e grande, frigo, bagno comune pulito e spazioso (e con il box doccia!), padroni gentilissimi. Gjirokaster è una cittadella carina, con un castello tenuto abbastanza bene da cui si gode un ottimo panorama della città e dei dintorni. Aperitivo con birra (alla spina da 0,5 150 lek, 1,1€!), formaggi e patatine a una cifra irrisoria. Per cena mangiamo piatti tipici (formaggio con peperoni e polpette di riso) in uno dei due ristoranti sulla via principale e crolliamo a letto pensando a quanto poco abbiamo speso.

18 AGOSTO

Ci muoviamo verso Saranda (1 ora e mezza), la strada è montagnosa ma bella, l’asfalto buono. Nel percorso ci fermiamo a vedere la Blue Eye Spring (Occhio Blu), una sorgente che sale da sottoterra dal nulla da cui parte un fiumiciattolo, profondissima, con svariate tonalità di blu. I visitatori più audaci si tuffano dal balconcino sopra questo buco. Vale davvero la pena, per accedere a visitare bisogna spendere 200 lek a testa (1,5€). Arriviamo poi a Saranda, l’infopoint sul lungomare ci consiglia l’albergo Palma&Arte (gestito dal signor Colombo che parla un ottimo italiano), sulla prima parallela al lungomare. Bella stanza pulita, frigo, aria condizionata, bagno privato e balcone vista mare a 30€ a notte! Pranzo veloce e nel pomeriggio ci svacchiamo sulla spiaggia di Saranda. C’è pochissima gente, pochi ombrelloni e lettini attrezzati tutti vuoti. Dato il basso costo della vita proviamo a chiedere il costo: 300 lek (2,2€) per due lettini e ombrellone a mezzo metro dal mare. Mare sassoso ma pulitissimo. La sera mangiamo ottimi spaghetti e risotto ai frutti di mare, un buon fritto misto e acqua (2000 lek in totale, 15€ per essere pieni da scoppiare).

19 AGOSTO

Teniamo la stanza di Saranda per la notte, e oggi andiamo a visitare le rovine di Butrinto e poi mare a Ksamil. Le rovine sono molto belle e tenute abbastanza bene, ma il sole picchia e visitarle tra le 11 e mezzogiorno è una pessima mossa. La spiaggia di Ksamil è piccola ma meravigliosa: c’è un bel po’ di gente (ce lo aspettavamo essendo domenica), spiaggia bianca finissima, mare limpido cristallino che diventa subito bello profondo. Torniamo a Saranda dopo un pomeriggio di relax, cena veloce in un localino sul mare, birra a prezzo bassissimo e a nanna. Saranda è carina, nonostante ci siano costruzioni ovunque, quasi tutte non utilizzate, ecomostri non finiti e lasciati lì sul lungomare a marcire, blackout di luce e acqua che capitano a tutte le ore del giorno (al mattino non è divertente, sopratutto quando manca l’acqua per il bagno…). L’unico problema è che è veramente troppo rumorosa. La notte non c’è mai silenzio tra locali, macchine, claxon e non si sa bene cosa.

20 AGOSTO

Partiamo da Saranda. Stefano sta male quindi la guida tocca a me. Tutto bene, a parte che la gente sorpassa pure nei tornanti e ogni tanto bisogna fare brusche frenate a fine curva per evitare spiacevoli inconvenienti. Ci fermiamo fuori Himare (1 ora e mezza), troviamo una stanza in un posto che sembra molto tranquillo e silenzioso, sperando di non avere più il casino notturno di Saranda che ci impedisce il sonno. 30 €, stanza a 100m dal mare, in una via con molti bar e ristorantini (non la consigliamo, a quella cifra si può sicuramente trovare qualcosa di meglio, non era il massimo della pulizia e non c’era acqua calda). La spiaggia è meravigliosa, quasi deserta, sassi misti a sabbia, mare limpidissimo e pulitissimo, profondo quasi subito. Soliti ombrellone e 2 sdraio a 500 lek (3,7€) per l’intera giornata, e non ci muoviamo. La sera mangiamo una pizza da ‘Alfredo’, molto buona e a un buonissimo prezzo. La notte non c’è nessun rumore (se non le cavallette) e soprattutto fa molto fresco.

21 AGOSTO

Dato che Stefano non sta ancora bene preferiamo non muoverci e passiamo la giornata nella spiaggia di fronte alla stanza (non che ci dispiaccia data la bellezza e la tranquillità del posto). Ceniamo in un ristorante nella via, Stefano prende un’ottima pasta all’arrabbiata, io gusto la frittura mista, e si fila a letto.

22 AGOSTO

Si parte alla volta di Berat (5 ore)! La strada che da Himare porta a Vlore è meravigliosa, dopo una serie di tornanti si arriva all’alto del monte da dove si vede tutta la costa e le stupende spiagge del sud. Ai lati della strada ci sono innumerevoli bunker. Passiamo Vlorë e Fier (e siamo contentissimi di non fermarci, posti supercostruiti ancor più di Saranda con questi ecomostri immensi e quasi tutti inutilizzati). La strada che da Fier porta a Berat non è delle migliori, si potrebbe allungarla fino a Lushinje e tornare indietro, ma due ragazzi austriaci che abbiamo incontrato ci assicurano che andando piano è fattibille e ci addentriamo. Ci sono buche che sembrano voragini ovunque, lunghi pezzi di sterrato pieni anch’essi di buche giganti… La Meriva fa fatica ma alla fine ci porta trionfanti a Berat. La periferia del paese ci lascia un po’ perplessi, case che cadono, senza intonaco. Ma poi ecco che spunta il centro caratteristico, la città dalle mille finestre! All’ufficio turistico ci danno una graziosa mappa, da lì partiamo con la ricerca dell’hotel. I primi due che proviamo sono pieni, ma leggiamo un cartello con scritto a mano ‘we rent room’ appeso sulla vetrina di un market all’angolo della via che sale per il castello. Entriamo a chiedere, una signora ci dice che affitta stanze a 25€. Il figlio ci porta a vedere la casa e rimaniamo estasiati: c’è un salotto comune grandissimo, con divani, macchina del caffè, frigorifero, un terrazzo con vista su tutta Berat e su Gorica enorme, due bagni pulitissimi (con box doccia, in metà dei posti non esiste!), la camera è molto spaziosa, due letti separati, aria condizionata e tv con decoder che prende la televisione italiana. Accettiamo al volo (per chi fosse interessato mi contatti, così posso indirizzarvi direttamente al ragazzo), ci rinfreschiamo e partiamo per la visita al castello. Fa caldissimo, sono le 16 eppure il sole picchia fortissimo, non c’è un filo d’aria e la strada è tutta sotto il sole. Finché non troviamo una stradina che si inerpica sul fianco della collina del castello. La prendiamo ed arriviamo con fatica alle mura, entriamo da una porta secondaria (scoprendo così di aver evitato di pagare l’ingresso al borgo), girovaghiamo per le vie della kala, il quartiere, facciamo scorta di birre per la sera in terrazza e torniamo al quartiere Mangalem (dove alloggiamo) per la cena. Ristorante Mangalemi, cena su terrazza con vista su Berat, posto elegante ma a prezzi modicissimi. Proviamo cucina tipica: io provo agnello con uova e yogurt, Stefano prende melanzane con carne, peperoni e altre cose che non capiamo. Il vino della casa è pesantissimo e ci rovina la cena, il cibo è molto pesante e con il caldo che c’è non è proprio l’ideale. Però è tutto veramente buono e il contesto molto carino.

23 AGOSTO

Sperando che la mattina sia più fresca del giorno prima (ci sbagliamo), ci addentriamo nel quartiere Gorica a fare un giro tra tutte queste casette bianche, ma il caldo è veramente insopportabile. Andiamo nel centro di Berat, ci fermiamo in un bar che ha il wi-fi, e ci rintaniamo in casa con l’aria condizionata. Verso sera altro giro per il paese, cena di nuovo al Mangalemi (questa volta cibo italiano per non rischiare, fatto molto bene), e serata sulla terrazza della casa, dove finalmente c’è un fresco vento che ci allieta.

24 AGOSTO

In macchina verso Kruja. La strada che passa da Lushinje è assolutamente migliore (buche qua e là, ma non c’è paragone con quella che arriva da Fier), poi si entra in un breve pezzo di autostrada per Durazzo (dove attraversano i pedoni e gli animali in continuazione…), e in un paio d’ore arriviamo a Kruja. Prendiamo una stanza all’Hotel Panorama (noi siamo tirchi e scegliamo una camera con bagno, aria condizionata e wi-fi a 30€ colazione inclusa, nonostante ci mostrino una suite stupenda a 50€…), veloce pranzo e via nel bazar a cercare dei souvenir. Sistemata la parte regalini, andiamo al castello e a vedere il museo di storia dedicato a Skanderbeg, l’eroe nazionale. Ceniamo in un ristorante vicino al Museo Etnografico, posto in una cornice carinissima. Peperoni e melanzane ripiene di riso e carne, buonissime.

25 AGOSTO

Colazione (1 frittata a testa, 1l di succo d’arancia, caffè, pane tostato con burro, miele, marmellata, formaggi…) e via per Tirana (un’oretta di strada). Forse perché è sabato, c’è meno traffico di quanto ci aspettiamo, ma non esiste assolutamente nessun tipo di norma alla guida. Nella rotonda principale c’è un casino assurdo, tutte le macchine si immettono, e poi chi riesce passa, sennò si aspetta che si levino altre macchine. Arriviamo al Freddi’s Hostel (costo camera privata doveva essere 36€ a camera, ma alla fine ci fanno pagare 32€). L’ostello è bello, ci sono due postazioni pc e c’è la rete wi-fi, il problema è che le camere private sono in un’altra costruzione. La camera però è carina, bagno privato, frigo, aria condizionata, non ci lamentiamo affatto! Facciamo così un giro per Tirana: notiamo subito i viali giganti che conducono a piazza Skanderbeg, spazi così grandi e vuoti. Relax al parco, giretto nella via dei negozi alla moda (negozi tutti ‘pettinati’ sotto e sopra case che cadono a pezzi, senza intonaco), pausa merenda e si è fatta sera. Torniamo verso l’hostel tramite una via pedonale, e ci accorgiamo che dietro la nostra camera c’è un centro con bar e ristorantini modernissimo. Insomma, quello che alla prima occhiata ci era sembrato un quartiere non proprio tranquillo, scopriamo essere uno dei più belli di Tirana.

26 AGOSTO

Altro giro per Tirana. In verità è piccolina e non c’è molto da vedere, in un pomeriggio si vede tutto. Guardiamo la moschea, le mura, la famosa piramide (purtroppo degradata), pranzetto, aperitivo in un posto al centro moderno (mai prendere la Corona, costa tantissimo! La birra Korça è una birra albanese veramente buona, provate quella e risparmierete), cena in un altro localino e a dormire. Tirana non ci ha colpito, troppe controversie. Purtroppo non basta dipingere con colori pastello le facciate dei palazzi per nascondere tutte le difficoltà che ci sono state e che con fatica si provano a superare

27 AGOSTO

Andiamo va a Durazzo, dato che domani abbiamo il traghetto che ci riporta a casa. Durazzo non ci piace a prima vista, è più caotica di Tirana. Troviamo un albergo sul mare (Kristal, il proprietario parte da 35€ ma alla fine ci fa 30€ per una doppia), pranziamo in uno dei bar che ci sono sul lungomare (tutti modernissimi, con wi-fi), temporeggiamo facendo un giro all’interno della città, cena e via a dormire.

28 AGOSTO

Oggi si parte, il traghetto è di sera, quindi carichiamo la macchina e facciamo un ultimo giro, vediamo le mura, l’anfiteatro (tenuto maluccio), pranzo, merenda in una Kreperia buonissima e ci muoviamo presto alla ricerca dell’incasinato porto. Facciamo il pieno di benzina (costa 1,3€, ci vien da piangere al pensiero di tornare al 1,9 € italiano) ed entriamo nel porto. Qui si riversa tutta la povertà albanese, bambini in stracci ti circondano ogni secondo chiedendoti spicci, l’ambiente è veramente triste. Al controllo doganale decidono di far la perquisizione alla nostra macchina, passata quella attraverso la disorganizzazione ci imbarchiamo nel traghetto (compagnia Adria Ferries, assolutamente sconsigliata: ritardo ingiustificato, macchine trattate a caso, nessuna regola, tutto allo sbando) e via, si torna.

L’Albania è un paese controverso. Assolutamente consigliato se si vuole fare una vacanza di solo mare spendendo poco, poiché il mare a sud di Vlorë è stupendo e i prezzi per un italiano sono bassissimi. Le persone sono meravigliose, tutti gentilissimi, da chi ci affittava la camera, ai camerieri, ai passanti! Se i turisti imparano anche solo a dire ‘Faleminderit’ (grazie) e ‘Mirupafshim’ (arrivederci) si riempiono di gioia. Parlano quasi tutti qualche parola di italiano, in particolare nel centro nord, nel sud capiscono più l’inglese.

Ma ci sono troppe cose che stentano: tutte le costruzioni (abusive o meno, non si capisce) terminate e inutilizzate, oppure in cantiere e abbandonate, le strade non proprio belle (se non quelle nella parte sud turistica e quelle di collegamento tra Durazzo e Tirana), l’assenza di norme alla guida. C’è una voglia immensa di riscatto e di raggiungere il modello occidentale, ma ci è sembrato che per farlo, a volte, vengano lasciate da parte le basi.

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Blue Eye Spring



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