Mollo tutto e giro il mondo

Matteo, giramondo "seriale", ci spiega come si fa
Silvia, 09 Apr 2014
mollo tutto e giro il mondo
Viaggiare intorno al mondo è un sogno che ci accomuna, vero turisti per caso? Eppure c’è chi nella vita di giri del mondo ne ha fatti già tre, di cui uno addirittura senza soldi e senza bagagli. È Matteo Pennacchi, viaggiatore irriducibile, che abbiamo tempestato di domande -molte delle quali raccolte direttamente dai turistipercaso che seguono la nostra pagina facebook- per farci spiegare da dove si comincia, come si progetta e come si fa questo famigerato giro del mondo. E ci credete? Salta fuori che organizzare tutto quanto non solo non è impossibile, ma è addirittura semplice! Non è necessario avere a disposizione chissà quanto tempo (bastano 3 settimane) e nemmeno chissà quanti soldi, dato che il biglietto aereo aperto Round the World (RTW) è pari al costo di un volo a lungo raggio, flessibile e modificabile durante il viaggio. Un po’ di fai-da-te e un po’ di on-the-road fanno il resto. Ma andiamo con ordine…

TPC: Il giro del mondo tu l’hai fatto tre volte, iniziamo dalla più banale delle domande: da dove si comincia?

Matteo Pennacchi: Chiudi gli occhi, visualizza il mondo… e cerca virtualmente di abbracciarlo tutto. Poi riapri gli occhi, metti sul tavolo la più grande cartina geografica che hai e inizia a trasformare il sogno in realtà. Definisci le destinazioni che vorresti vedere, considerando la lingua, il fatto che in generale l’emisfero sud costa meno di quello nord e poi il clima e la durata del viaggio. Budget e meteo sono appunto una questione di emisfero: ricordate che il clima di ciascun emisfero è opposto all’altro e, in termini economici, i prezzi tendono ad abbassarsi molto sotto l’Equatore. I presupposti che pesano maggiormente nella scelta dell’itinerario, oltre ai propri interessi, sono il tempo a disposizione, le lingue parlate e dove abitano gli eventuali parenti lontani che si hanno. Personalmente sono stato spinto dall’amore e dalla curiosità per la natura, per le bellezze del mondo e delle culture diverse dalla mia.

TPC: Quando si può dire di aver fatto il giro del mondo, quando in un viaggio si toccano tutti i continenti? Ad esempio, tu che percorsi hai fatto e che paesi hai attraversato?

Matteo: Per me fare il Giro del Mondo vuol dire circumnavigare la terra. Che sia verso Est guadagnando un giorno di vita (come Fogg fece nel giro del mondo in 80 giorni); verso Ovest, ideale per non soffrire il jet lag; oppure da Polo a Polo, il più difficile, fatto da non più di 10 persone al mondo. Io ho sempre fatto il giro del mondo verso Est. Quando qui era inverno, andavo nell’emisfero sud, mentre d’estate al nord. Due dei miei tre giri hanno toccato i 5 continenti. Diciamo che la scelta dell’itinerario e dei posti in cui fermarsi è molto soggettiva, ma ci sono due tappe classiche: gli on the road negli Stati Uniti coast to coast e in Australia da nord a sud. In questi paesi è ancora viva e ben presente la cultura dell’autostop e ci sono ottime linee di bus con cui è possibile attraversare anche lunghi tratti (vedi i Grayhound). Un altro grande classico da prevedere in un itinerario intorno al mondo è sicuramente il sud est asiatico, dalla Thailandia all’Indonesia.

TPC: Come funziona questo biglietto RTW?

Matteo: E’ semplice: un biglietto Round the World (RTW) è aperto un anno, vola solo con compagnie di linea e ha due formule. Quella in cui la direzione deve essere sempre la stessa, verso Est o verso Ovest. E quella che va per miglia, quest’ultima più flessibile ma anche più cara. Grazie alle tre alleanze delle compagnie aeree, che ognuna copre tutto il mondo – Star Alliance, One World, Sky Team – i biglietti giro del mondo posso costare quanto una semplice andata e ritorno lungo raggio. L’intero itinerario va prenotato prima di partire, ma può essere modificato durante il viaggio (a volte con una piccola penale, a volte gratuitamente). I principali hub mondiali sono: Londra per l’Europa, Bangkok per l’Asia, New York e L.A. per gli States e Sydney per l’Oceania. Più gli aeroporti sono importanti, meno cara sarà la tratta. Ultimo, è spesso interessante arrivare in una destinazione, fare un percorso via terra (surface) e poi ripartire da un’altra destinazione.

TPC: Facci sognare: girato tutto il mondo, dicci dove torneresti anche domani, dove torneresti sempre, dove hai i ricordi più belli e quali paesi invece ti hanno lasciato indifferente. Detto ciò, a vivere dove andresti?

Matteo: Sempre non tornerei da nessuna parte, in quanto ci sono quasi 200 Paesi al mondo e vorrei visitarli quasi tutti. Domani tornerei in Australia, per perdermi sulle sue strade rosse. Ricorderò sempre l’Etiopia, un paese che mi ha dato moltissimo, soprattutto in termini umani. Ci sono stato 7 volte, per missioni umanitarie. Anche l’Africa Sub sahariana ha molto fascino, per i rapporti umani, ma soprattutto per la bellezza dei luoghi. I paesi che non mi hanno affascinato? La Cina, credo perché l’ho vista per poco tempo e forse in modo superficiale. E le zone popolari del down town americano. Anche la Russia è una destinazione “dura”, con la quale è difficile interagire e staccare un sorriso ai locali. Dove mi fermerei a vivere? Ogni paese ha un suo fascino, ma per questa fase della mia vita il paese più adatto è forse il Sud Africa, Paese in crescita e che preserva ancora autenticità.

TPC: Andiamo sul pratico: quali sono i posti dove hai trovato più difficoltà sia negli spostamenti, che rispetto all’ospitalità e all’interazione con le persone? Il posto più strano in cui hai dormito?

Matteo: In linea di massima tenete a mente che più un paese è povero, meno si spende e più la gente è accogliente. Più è caro, più la gente è diffidente e più costa mangiare e spostarsi. Io mi spostavo con ogni mezzo, autostop, navi cargo, saltando sui treni merce… Non esiste posto dove non ho trovato un passaggio. I cinesi erano forse i più difficili, ma soprattutto perché non riuscivo a comunicare il mio progetto. In generale, meno i luoghi sono tecnologicamente avanzati, più è facile comunicare, in quanto la gente è più propensa ad aprirsi all’altro in modo reale (e non virtuale). Tra tutti, il posto più strano in cui ho dormito è stato in uno sportello bancomat a Milano, prima di partire (mi esercitavo a dormire in luoghi estremi).

TPC: Questione sicurezza: come si viaggia senza correre rischi? Hai mai avuto paura tanto da desiderare di tornare indietro?

Matteo: Si, ho spesso pensato di tornare indietro, ma solo verso Est… quindi per tornare ero obbligato a circumnavigare la Terra! Tra le situazioni più pericolose che mi sono capitate, in Cina, mentre dormivo in un parco, mi ha punto un ragno (direi velenoso) che mi ha infettato l’occhio per diversi giorni. Per viaggiare in tranquillità prima di partire guardate sempre Viaggiare Sicuri, così da conoscere bene le condizioni di ciascuna delle destinazioni toccate. Esistono poi delle assicurazioni di viaggio specifiche per il giro del mondo, che hanno prezzi diversi a seconda della validità: dai 150 euro circa per due mesi, ai 600 per un anno (periodo di validità del biglietto RTW). Con queste formule sei abbastanza coperto. Non dimentichiamo poi che viviamo in un mondo connesso, grazie a internet ovunque tu sia puoi chiedere alla mamma su Skype che farmaco prendere se non ti senti bene e paradossalmente puoi trovarti più in pericolo o più isolato a 200 km da casa tua che dall’altra parte del mondo!

TPC: I nostri lettori sono molto incuriositi e allettati dall’idea di viaggiare senza soldi e senza bagagli, come hai fatto tu in uno dei tuoi tre giri del mondo. Ci sveli come si fa?

Matteo: Il giro del mondo senza soldi è stata un’impresa, un progetto che ha richiesto tempo e lavoro di preparazione, logistico, fisico e mentale. Un’idea nata da un sogno fatto durante il mio primo giro del mondo, in Nuova Zelanda. Un sogno diventato poi realtà. Ma, ci tengo a dirlo, è stato un vero e proprio progetto a cui ho dato dei tempi e un obbiettivo. In giro per il mondo c’è tanta gente che viaggia senza soldi, ma rischiano di farne uno stile di vita più che un viaggio.

Around the world tours

A un certo punto Matteo ha deciso di rendere questa avventura provata più volte sulla sua pelle una possibilità accessibile a tutti e ha creato “Around The World Tours“, primo operatore turistico al mondo specializzato esclusivamente in giri del mondo tematici. Girare il mondo sì, ma seguendo un filo conduttore, un minimo comune denominatore, una passione. Si va da un itinerario che tocca tutte le meraviglie del mondo, a un altro dedicato alle meraviglie naturali, fino al giro delle migliori spiagge, o dei migliori siti sacri per pellegrini globetrotter…

TPC: Un anno sabbatico, gli 80 giorni letterari, fino a 10 giorni… quanto tempo ci vuole di fatto per fare un giro del mondo?

Matteo: Esistono quattro tipologie di viaggiatori che intraprendono giri del mondo: i giovani che prendono un anno sabbatico per il famoso gap year viaggiano low budget, zaino in spalla e usano i network quali couchsurfing e ostelli per dormire. Non durano proprio un anno, in media 4 mesi. I viaggi di nozze, che durano circa 3 settimane e con un budget medio-alto. La terza età, che finalmente ha il tempo e i denari per realizzare il viaggio da sempre sognato che in media dura 3 mesi. E poi ci sono gli appassionati; che sia naturalistici, culturali, sportivi o altro, sono coloro che fanno il giro del mondo tematico. E qui dipende proprio dal tema affrontato. Per le spiagge più belle del mondo, consiglio di prendersela comoda.

TPC: Dicci qualcosa in più sui giri del mondo tematici, voi ne proponete diversi, ma ciascun viaggiatore può avere un suo tema da proporre?

Matteo: Esatto! Esistono un’infinità di settori merceologici, di hobby, di meraviglie. I nostri giri del mondo tematici selezionano le eccellenze nel mondo e compongono itinerari ad hoc. Proprio in questo momento mi sto ‘ubriacando’ cercando di costruire il giro del mondo delle migliori cantine di vino. E lo sto elaborando assieme a un esperto enologo in Sud America e uno in Sud Africa. Siamo quindi aperti a creare insieme ai lettori di Turisti per Caso, qualsiasi itinerario di eccellenze al mondo.

TPC: E tu ce l’hai un tema che potrebbe farti mettere in viaggio per un quarto giro del mondo?

Matteo: Tra quelli che già proponiamo, mi piace molto il tema dei luoghi sacri. Ma il mio vero e proprio sogno è rifare il primo giro del mondo della storia, quello di Magellano. Vorrei farlo proprio alla sua stessa maniera, in barca, sulla stessa tratta e senza mai usare aerei: dalla Spagna a Ushuaia passando per lo stretto, poi il Pacifico fino alle Filippine, nei mari dei pirati. Tutto via mare, come Magellano! Mi avete dato un’idea…

Grazie ai turisti per caso Alessio Toniolo, Irene Brignole, Francesca Novali, Katia Moro, Fabio Patragnoni, Lisa Fontana, Vannia Fontana, Gianmaria Vidale e Fabrizio Quercia per aver collaborato alle domande!



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