Petra e Wadi Rum in 3 giorni

Diario del nostro breve viaggio in Giordania, 3 giorni e mezzo per visitare Petra e Wadi Rum
Scritto da: Daniela Petrò
petra e wadi rum in 3 giorni
Partenza il: 31/10/2019
Ritorno il: 03/11/2019
Viaggiatori: 2
Spesa: 1000 €

1° giorno – 31 ottobre 2019: viaggio e Petra By night

Partiti da Orio al Serio con un volo Ryanair che, in 4 ore circa, ci ha portato ad Eilat in Israele poco dopo mezzogiorno. Abbiamo scelto di entrare in Israele ed attraversare la frontiera israelo-giordana per due motivi: i voli su Eilat costavano decisamente meno al momento dell’acquisto ed hanno partenze al giovedì. Se potete prendere un giorno di vacanza in più suggerirei di arrivare e partire dal piccolo aeroporto di Aqaba: niente frontiera da attraversare, un taxi in meno (100 NIS) da pagare e niente tasse in uscita da Israele (102 NIS). Con un giorno in più aggiungerei un giorno ad Aqaba per godersi il Mar Rosso (spiaggia di Berenice). Per quanto riguarda noi, dopo aver velocemente superato i controlli di sicurezza dal nuovissimo aeroporto di Eilat, prendiamo un taxi che per 100 nis (pagabili anche con carta di credito) ci porta in una decina di minuti alla frontiera.

La frontiera israeliana prevede 3 stop:

1. Da una bella ma svogliata addetta che riscuote il pagamento della tassa d’uscita (102 nis più 5 di commissioni se pagate con carta di credito, malvista dall’addetta ma accettata)

2. Se avete il passaporto biometrico (è quello che ha in copertina sotto alla scritta PASSAPORTO un simbolo di rettangolo con cerchietto all’interno) entrate in una sorta di stanzetta a vetri in cui campeggia un macchinario in cui, in maniera autonoma, scansionate il vostro passaporto e la macchina emette il talloncino di uscita.

Se non avete un passaporto biometrico fate la fila allo sportello e l’addetta si prenderà cura di voi.

3. Se avete cose da dichiarare c’è un terzo sportello, ma nessuno ha mai nulla da dichiarare, quindi procedete verso la frontiera giordana.

Attraverserete un piccolo supermercato modello autogrill poi, dopo aver camminato un centinaio di metri, si arriva all’edificio di frontiera giordana.

Che è una frontiera a dir poco divertente: vi accoglie un gentile ma assonnatissimo addetto che passa i bagagli al metal detector. E poi inizia la parte più spassosa: c’è un lungo corridoio con piccoli ufficetti sulla sinistra. Ogni ufficio ha un numero, ma non ci sono indicazioni di come funziona (per lo meno io non le ho viste). Ma nessun problema: ad un tavolino c’era un tassista in attesa dei suoi clienti che ha infilato la mano nello sportello del primo ufficetto e ci ha preso il modulo di entrata da compilare. Nome, cognome e numero di passaporto. Una copia delle 3 che costituiscono il modulo l’ha staccata e l’ha messa sulla scrivania dell’assente impiegato di dogana, le altre 2 copie son rimaste a noi. Con quelle abbiamo camminato lungo il corridoio per qualche metro, altro addetto, altro sportello, si consegna il modulo, gran rumore di timbri e via, una copia a noi, una a lui e si va avanti, in maniera poco chiara ma spedita e senza intoppi.

Dopo l’ultimo controllo dei passaporti da parte di un drappello di poliziotti che abbiamo disturbato nel loro meriggiare assorto siamo fuori.

Il tassista che ci porterà a Petra l’abbiamo contattato dall’Italia qualche settimana prima della partenza seguendo un consiglio presente sul forum di TA che NON mi sento, dopo averlo sperimentato personalmente, di suggerire. Il tassista si chiama Ali, trovate il suo numero facilmente su TA; pur essendo un organizzatore abile, un conversatore gentile, puntuale ed elastico ci ha affidato due tassisti di cui non possiamo parlare bene. Sia ben inteso: erano puntuali e ci hanno portato a destinazione ma quello che ci ha accompagnato da Aqaba a Petra per 55 JOD non parlava per nulla inglese, ha iniziato a urlare MILAAAANOOOOO all’inizio del viaggio e ha terminato di farlo a Petra tartassandoci con richieste di traduzioni delle cose che vedeva in strada mentre noi volevamo solo riposare data la levataccia alle 4 del mattino, ha tentato 2 volte di deviare il percorso per farci andare da un beduino a comprare scialli e in un negozio di souvenir a meno di 15 minuti dall’arrivo per prendere un caffè e ristorarci e non sapeva la strada per arrivare all’hotel (uno degli storici di Petra) tanto che gli abbiamo dato noi indicazioni con il nostro navigatore.

Il secondo ci ha portato da Petra ad Aqaba. Anche lui puntuale, anzi all’ultimo minuto abbiamo chiesto ad Ali di partire mezzora prima dell’orario pattuito e ci ha accontentato senza problemi. Il viaggio è stato tranquillo, ci ha chiesto di fumare e, sebbene riluttanti, glielo abbiamo consentito è il suo taxi. Per il trasferimento avevamo pattuito 45 JOD con Ali che, prima della nostra partenza, si era prodigato a dire che per lui è importante che i suoi autisti siano affidabili e il turista si senta sicuro, senza sorprese di prezzo finali. Peccato che, nonostante il tassista sapesse perfettamente già prima di partire che gli dovevamo 45 JOD all’arrivo ad Aqaba quando gli abbiamo dato il 50 ha detto che non aveva il cambio e, nonostante fossimo in una zona piena di negozi in cui poter chiedere il cambio, non ha fatto il minimo gesto per trovare una soluzione. Al momento io mi sono arrabbiata, non certo per i 5 JOD, ma perchè Ali poteva risparmiarsi tutte le paternali fasulle fatte 2 ore prima. Ripeto: Ali è un ottimo business man, ma se come noi avete necessità di soli transfer da/per Petra contrattate all’arrivo in frontiera e a Petra, trovare un tassista è facile e TUTTI i tassisti che ci hanno portato dal sito all’hotel ci hanno offerto i transfer.

Alla fine, invece, metterò il nome di un tassista che abbiamo usato da/per Wadi Rum che ci ha fatto una splendida impressione.

Tornando al diario…dopo il viaggio da incubo (ricordate MILAAAANOOOO?) arriviamo a Petra verso le 16.30. Riposiamo un po’ (hotel Petra Sella, 200 euro a notte mal spesi), e scendiamo in centro città per mangiare qualcosa. Pur essendo all’apparenza poco invitante, consigliamo il Rainbow restaurant. Servizio veloce, cordiali, felafel deliziosi. Alle 20.15 ci facciamo portare al sito di Petra, è giovedì e vogliamo assistere a Petra by night. I biglietti dell’apertura serale li abbiamo presi in hotel per evitare possibili code. In realtà alla biglietteria non c’è nessuno ed approfittiamo per fare i biglietti per le visite dei 2 giorni successivi. Nonostante avessimo letto giudizi non positivi su Petra By night a noi (che come si evince dai giudizi sui tassisti tendiamo ad essere dei gran cagacazzo) l’esperienza è piaciuta molto. L’itinerario che abbiamo fatto nei due giorni passato a Petra (Siq + Tesoro la prima sera, percorso principale il 1 giorno di visita, percorso dell’Alto Altare del Sacrificio+wadi Farasa 2 giorno) è stato un progressivo allontanamento dalle rotte più affollate e dagli scorci più noti verso zone dell’area archeologica meno battute e in cui poter contemplare in assoluta solitudine la perfetta armonia tra questi monumenti antichi dalle forme simmetriche ed ordinate e la natura circostante costituita da rocce dalle forme irregolari ed in continua mutazione. Dall’esercito dei selfie al silenzio assoluto della valle dello Wadi Farasa, rotto talvolta dal canto di un gallo lontano. Il meteo è stato perfetto: anche nelle ore più assolate il caldo era piacevole e per riposarsi all’ombra serviva un giubbino leggero.

Petra by night: 17 euro sono troppi ma percorrere il Siq al buio è bellissimo. Le candele fanno il loro e, quella sera, le centinaia di persone che hanno assistito come noi allo spettacolo, sono state silenziose e composte. Niente spintoni, niente urla, solo il Tesoro illuminato e un’atmosfera serena tutto intorno. Lo spettacolo consiste in questo: lungo tutto il siq e davanti alla facciata del Tesoro vengono messe delle candele coperte con sacchetti di carta: detto così sembra una cazzata ma l’effetto è meraviglioso. La facciata viene illuminata con un faro a led dai colori cangianti: rosso, blu, viola, verde, neutro. Detto così sembra una cazzata ed infatti è una cazzata perchè un monumento così lineare e classico illuminato di verde, per dire, fa schifo, diventa più finto di un beduino che vi dice che il giro in cavallo è gratis. Se fai foto devi attendere l’attimo perfetto per schiacciare otturatore e pose lunghe danno effetti stroboscopici.

C’è un suonatore di flauto che suona una canzone che dura circa 10 minuti, seguito da un cantante accompagnato da uno strumento a corda. Io amo la musica non occidentale, ci ho dedicato anni di studio, ma dopo 2 minuti ero già satura. Ma il tutto è magico, la luna era uno spicchietto piccino ed il cielo pieno di stelle luminose, che ci hanno accompagnato per tutto il percorso del Siq. Bello, lo rifarei e lo consiglio.

2 giorno – venerdì 1 novembre 2019: Petra

Abbiamo preso panini e sottilette nell’ultimo supermarket prima del sito, è poco prima dell’hotel Petra Palace. Vi danno anche i coltelli di plastica per tagliare il pane e con poco più di 3 JOD vi assicurate il pranzo.

Siamo entrati verso le 8.30, con l’idea di rimanere nel sito fino al tramonto ed entrare alle 6 il secondo giorno. Ottimo il fatto di avere già i biglietti fatti la sera prima: il sito era colmo di visitatori e la biglietteria affollata. Ecco il nostro percorso: Tesoro – Via delle Facciate- Tomba di Umayu – Teatro – via delle colonne – grande tempio e dal tempio abbiamo deviato dal sentiero principale. Se si esce in alto dal tempio si notano delle strade sterrate che salgono oltre una collina, di fatto proseguendo “dietro” al sito. In pratica è il sentiero che proviene dal Wadi Farasa e prosegue DIETRO la collina per spuntare nella zona ristoranti prima della salita al Monastero. Detto così non si capisce ma quando sarete lì orientarvi sarà semplice. Quindi, usciti dal tempio, abbiamo preso questo sentiero e ci siamo trovati nella vallata dietro il sito principale. Qui non ci sono monumenti degni di nota (una tomba e poco altro) ma il panorama è meraviglioso e si vedono sul fondo della vallata scene di vita beduina. Bello. È un sentiero poco battuto, noi abbiamo incrociato 2 turisti in una giornata in cui il sito accoglieva migliaia di persone. Proseguire senza timore lungo il sentiero sterrato e, girando intorno alla collina, vi ritroverete a vedere dall’alto la zona ristoranti poso prima della salita al MOnastero. Nota personale: ho 42 anni e non sono ancora scoppiata, sono una buona camminatrice in montagna pur senza praticare sport. Ampiamente sotto passo CAI quando vado sulle Orobie, per intenderci. Ecco questa premessa per dire che la salita al Monastero è abbastanza tosta, soprattutto perchè ci arriverete dopo aver già percorso almeno una decina di chilometri sotto il sole. Quindi se siete delle pappe molli prendetela con calma, ci sono un sacco di baracchini di souvenir che saranno felici di accogliervi. NON prendete gli asini: sono trattati malissimo e comunque è faticoso starci sopra, sobbalzano tanto nell’ascesa e rimanere in sella presuppone un gran lavoro di addominali.

Dal Monastero abbiamo percorso alcuni sentieri che partono sulla destra: capre, alture con baracchini che vendono il te e regalano viste panoramiche sulla valle. Da questa posizione gli scorci del Monastero sono interessanti, forse addirittura più interessanti rispetto alla vista del monumento dall’alto, possibile salendo sulla prima altura che si incontra.

Dopo la discesa dal monastero ci siamo fermati lungo il percorso principale al Tempio dei Leoni Alati e Chiesa Bizantina, non visitati in precedente. Poi stancamente abbiamo percorso a ritroso tutto il sentiero principale verso l’uscita. Il Siq, alle cinque del pomeriggio a novembre, non offre colori interessanti. Il tramonto qui non entra, se volete bei colori in autunno è necessario venire presto al mattino.

Il FitBit ha contato più di 33000 passi, sicuramente più di 25 Km. Stanchi morti. Sia ben inteso: il sito è pieno di persone anziane ed estremamente anziane (pochissimi bambini turisti, invece) e quindi è evidentemente accessibile a tutti, ma io ero davvero senza energie dopo la giornata.

Cena al solito Raibow Restaurant.

2° giorno – sabato 2 novembre 2019: Petra (e notte ad Aqaba)

Entrati alle 8, l’idea di svegliarsi prestissimo è naufragata di fronte alla necessità di recuperare per bene le energie per affrontare il secondo giorno. Ripassati dal Siq, Tesoro, via delle Facciate. Dietro al bagno prima del Teatro parte la scalinata che inizia il percorso per l’Alto Altare del Sacrificio. Prima di partire avevo letto in internet che questo sentiero sarebbe stato difficile da trovare e seguire: non è vero, basta seguire il sentiero, talvolta scalette, talvolta sterrato, e non ci si può sbagliare. Una certa attenzione deve essere posta per individuare il sito dell’Alto Altare, se non ci sono altri turisti si rischia di non vederlo. In pratica seguite le indicazioni e salite su grossi massi sino a quando vi troverete di fronte una grande vasca scavata nella roccia, con un altare su uno dei lati. È grande, non potete vederla dal basso ma c’è, non scoraggiatevi. Di solito lì vicino c’è una beduina che suona il flauto, proseguite superandola. Il resto del percorso, che scende sul Wadi Farasa è ben visibile. Ed è bellissimo. Pochissimi turisti, bei monumenti, magnifici scorci. Al termine del percorso, ci siamo trovati nei pressi del Tempio. RIdiscesi sulla via delle COlonne abbiamo visitato le Tombe dei Re e siamo lentamente ritornati verso l’uscita. Eravamo fuori verso le 14.30, altri 25000 passi segnati dal Fitbit.

DA Petra ci siamo spostati con un taxi ad Aqaba. PArtiti alle 15 siamo arrivati all’hotel Lacosta verso le 17. Hotel perfetto, cena nella piazzetta sotto l’hotel e bella passeggiata serale verso la spiaggia.

3° giorno – domenica 3 novembre 2019: Wadi Rum e rientro

Il tassista mandato da Salem Nasser della Real Bedouin Experience Tours & Camp (wadirum-jordan.com) è stato puntualissimo e ci attendeva alle 7.45 alla reception. Siamo arrivati a Wadi Rum verso le 9, lui ci ha fatto i biglietti al Centro VIsitatori e poi ci ha portato al villaggio di Wadi RUm per incontrare Salem Nasser. Salem ci ha affidato ad un beduino che con la sua jeep ci ha portato nei punti più caratteristici del deserto. Eravamo soli, poichè il nostro tour si doveva concludere prima rispetto allo standard tour per essere in tempo all’aeroporto per il volo. TUtto perfetto, deserto meraviglioso, estremamente emozionante in particolare il pranzo: il beduino ci ha condotto in un luogo isolato, sotto ad una semplice tenda e ci ha cucinato un pranzo a base di scatolette di tonno e stufato di verdure davvero buono (erano scatolette ma cosa volete che vi dica era tutto delizioso!). Verso la fine del pranzo sono sopraggiunti altri beduini, alcuni in jeep ed altri con una piccola carovana di dromedari. Quelli in jeep avevano dei turisti, ma sono tutti rimasti lontani dal luogo in cui eravamo noi che abbiamo avuto la possibilità di assistere a scene di condivisione beduina (il nostro driver ha messo il fuoco, un altro ha tirato fuori dalla bisaccia del dromedario una teiera, l’altro ha portato lo zucchero) ed alla fine abbiamo bevuto anche noi un poì del loro te.

Verso le 15 siamo ritornati al villaggio e ci siamo fermati davanti alla casa di Salem per pagargli i 110 JOD pattuiti via mail. È stato interessante passare nelle vie secondarie del villaggio, abbiamo visto la vita reale di quel paesello, molti bimbi in strada a giocare a calcio e le donne completamente velate dietro niqab neri (il niqab è il velo che copre il capo e il volto lasciando una striscia libera per gli occhi). La Giordania è un paese rigorosamente islamico, anche se stando a Petra tra scollature e scosciature di ogni sorta esibite dalle turuste spesso non ce ne si rende conto. Per dire in strada, a Wadi Musa, non abbiamo incontrato nemmeno una donna giordana. Le abbiamo viste solo in auto e completamente velate.

Il bravo tassista si chiama MEFLEH MARA’AIEH. SI è rivelato un driver attento ed affidabile, premuroso, desideroso di condividere con noi le informazioni sulla cultura del suo Paese senza essere invadente. Noi ci siamo rivolti a lui tramite l’agenzia che ci ha organizzato il tour nel Wadi Rum, ma ci siamo fatti lasciare il numero di cellulare per futuri ritorni in Giordania. Parla un buon inglese, quindi suppongo non ci siano problemi a scrivergli via WhatsApp. Il prezzo che mi hanno fatto è stato buono e inferiore ad un altro preventivo che avevo ricevuto. Specializzato in Wadi Rum, Petra, Mar Morto.

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