Viaggio di nozze in Giappone di al 5° mese di gravidanza

Il resoconto della nostra luna di miele alla scoperta del Giappone... 18 giorni molti tranquilli data la gravidanza ma molto pieni di scoperte ed emozioni
Scritto da: melbionda
viaggio di nozze in giappone di al 5° mese di gravidanza
Partenza il: 17/05/2010
Ritorno il: 04/06/2010
Viaggiatori: 2
Spesa: 4000 €
Siamo tornati ieri notte dal Giappone e non posso perdere un attimo in più senza raccontarvi tutto, sopratutto prima di dimenticarmi di tutti quei piccoli dettagli che hanno reso questo viaggio davvero speciale e unico. Anzitutto vorrei precisare che è andato tutto bene: essendo partita alla 22^ settimana di gravidanza ho lasciato in italia una stuola di parenti preoccupati per le mie condizioni di salute, per il cibo, per la durata del viaggio… Ovviamente prima di partire avevo fatto un’assicurazione che coprisse spese ospedaliere, mediche, rientro in Italia anche del coniuge, etc. Fortunatamente non è servita, ma vi consiglio vivamente di farla, è costata 80 euro per 18 giorni, con l’assicurazione Globy Rossa. Le 12 ore di volo non mi sono affatto pesate perchè abbiamo volato in prima classe e i sedili erano spaziosi e totalmente reclinabili in posizione orizzontale, così ho potuto tenere la gambe alte e non mi si sono nemmeno gonfiati i piedi. L’aver viaggiato in prima classe ha alzato di tantissimo il budget previsto per il viaggio, ma la mia ginecologa mi aveva altamente sconsigliato di farmi 12 ore seduta stretta in Economy, in più il biglietto in prima classe sarebbe stato utilizzabile liberamente entro 1 anno se non fossi potuta partire quel giorno per qualsiasi motivo, quindi abbiamo preferito spendere 2300 euro a persona, contro i 700 euro della prima classe. (prezzi andata/ritorno per il diretto Malpensa/Narita dell’Alitalia in code sharing con JAL). Come prescritto dalla gine ho bevuto molto (credo 5 litri di acqua!) e continuato ad alzarmi per andare a fare pipì. La bimba si muoveva regolarmente (cioe’ tanto) ma la pancia non mi si è indurita per contrazioni o cose così. Arrivati a Tokyo dopo 12 ore di volo, 2 di trasferimento con autobus e 7 di fuso orario sia andati a cena nei dintorni del nostro albergo di Ginza (Park Hotel Tokyo, ottima scelta, camera grande con vista sulla Tokyo Tower). Abituati a mangiare tardi in Italia, cioè verso le 9-9.30 abbiamo trovato difficoltà a cercare un ristorante aperto così alla fine siamo entrati in un localino dove ci hanno preparato degli ottimi ramen, tutto gestito da un solo ragazzo (o uomo, bah non si sa dargli un età ai giapponesi, poteva avere 20 come 40 anni!!) e da una macchinetta che accettava le ordinazioni… Come un distrubitore automatico, inserivi i soldini nella macchinetta, premevi il pulsante in corrispondenza della foto del piatto prescelto e lui in 4 e 4 8 preparava il tuo piatto passandotelo al di la del bancone! Dopo questo primo assaggio squisito di cucina giapponese siamo tornati in albergo, un po’ sconvolti dal fuso orario, che però la mattina dopo ci ha aiutato a svegliarci all’alba per andare a vedere il mercato del pesce! Purtroppo in quel periodo le aste del tonno erano chiuse ai turisti (qualche turista troppo curioso e magari italiano deve aver compromesso una compravendita nelle settimane precedenti così avevano bandito l’accesso a quell’area del mercato) però abbiamo potuto girarlo in lungo e in largo e farci un idea di quanto pesce mangino questi giappi! Io non potendo mangiare pesce crudo ho rosicato parecchio, Simone si è precipitato in uno dei tanti sushibar all’interno del mercato stesso dove il pesce era freschissimo: arrivava direttamente dal banchetto del pescivendolo su uno dei tanti carrelli che frecciavano velocissimi – e incuranti dei turisti – in ogni direzione! Io invece ho fatto colazione da Starbucks 🙂 e poi siamo andati alla scoperta di altri quartieri di Tokyo, usando il comodo metro pass da 2 giorni. (aquistato in combinazione con il limousine bus, costo 6,000yen a persona http://www.tokyometro.jp/global/en/ticket/narita.html#narita3) Anche il giorno dopo l’abbiamo usato per girare parecchio a Tokyo, anche se in realtà a Tokyo non c’è tanto da vedere: una volta visti i grattacieli bruttini che spiccano in ogni dove e i cloni giapponesi tutti con la mascherina e l’immancabile ombrello – anonimo e trasparente con manico bianco quello per la pioggia, al contrario di quelli pizzosi e coloratissimi per proteggerli dal temutissimo nemico Sole (ma di questo parlerò più avanti) non c’è tanto da vedere. Da mangiare si, infatti già nei primi giorni ci abbiamo dato dentro coi yakitori, udon, soba, riso fatto in mille modi… Abbiamo mangiato anche i pancake con orecchie di gelato (a forma di orsetto) in un locale dove delle ragazzine, apertamente minorenni, erano vestite come delle governanti e servivano ai tavoli cantando canzocine in mezzo a peluches… Sembrava di essere in un cartone animato! Il 4° giorno abbiamo lasciato Tokyo (per poi tornarci gli ultimi 3 giorni prima di ripartire per l’Italia visto che il nostro volo era Malpensa-Narita diretta A/R) per passare 5 giorni ai tropici, ad Okinawa. Il tempo non è stato dei migliori all’inizio: come in Italia pioveva ma non faceva certo freddo, anzi! L’hotel Sun Marina era carino, a forma di nave, la camera spaziosa e vista mare… La colazione a buffet galattica! (se non si usa il buono/voucher per colazione di può usarlo per pranzo!) E’ stato anche l’unico posto dove mi sia fidata a mangiare la frutta, perchè la colazione era compresa nel prezzo, altrimenti avrei dovuto fare un mutuo! In giappone la frutta costa un’esagerazione: abbiamo visto noci a 6 euro l’una, vassoi da 4 pesche a 20 euro e da 12 arancie a 40, mango e anguria a 30 euro al pezzo.. Insomma, fuori di testa! Comunque dopo 2 giorni di pioggia in cui abbiamo riposato e visitato i dintorni, come l’acquario con la vasca più grande del mondo (noi ci siamo andati in taxi dall’hotel, contrattando 5.000 yen per l’andata in 2 e 8.000 per il ritorno in 4) dove nuotavano un’infinità di pesci tra cui 3 squali balena, abbiamo preso anche 3 giorni di sole, fatto il bagno nel mare caldissimo e limpido, e mangiato ogni sera delle prelibatezze cucinandole da sè su un barbeque ricavato al centro dei tavoli-tatami. Sull’isola del sushi di pesce nemmeno l’ombra, c’erà quello di manzo che Simone ha provato ed ha molto apprezzato, ma io mi sono “limitata” a mangiare maiale e verdure alla piastra. Fortunatamente al nostro rietro sull’isola principale, più precisamente a Kyoto, ho ricominciato a mangiare più sano e meno grasso. L’hotel di Kyoto era in Monterey, comodo per la posizione centrale. Come gli altri hotel lo abbiamo prenotato sul sito AGODA e ci siamo trovato molto bene. E come gli altri hotel ho prenotato sempre camere con 2 letti twin piuttosto che il matrimoniale perchè così la camera era più spaziosa – tanto i letti twin sono da 1 piazza e mezza, e il matrimoniale non sarebbe stato tanto più largo! Abbiamo trovato un sushi bar di quelli col nastro trasportatore che aveva anche una rotaia per un trenino che consegnava gli ordini che facevamo su un computerino al tavolo.. cosi’ ho ordinato anche io del sushi con frittata, tempura, surimi e altre cose cotte! Non ricordo il nome del locale ma si trova all’entrata est della galleria Sanjo, sulla sinistra. A Kyoto poi abbiamo anche provato il Tonkatsu (ottimo quello dell’Honke Tagoto a metà galleria Sanjo, un po’ difficile da trovare… Cercate un vicolo), una sorta di cotoletta di maiale croccante e poco unta, da mangiare con insalata di cavolo a volontà e salsine gustose, senza contare i fantastici ramen e udon fatti a mano, cucinati a parte da mangiare immergendoli in una ciotola con salsa di soia, zenzero, sesamo e cipollotti per pochi instanti prima di farli scomparire nel pancino! Ma la cosa bella di Kyoto non è solo il cibo! E’ la miriade di templi che si trovano ovunque in città, ne avevamo uno anche nel giardino dello Starbucks dove facevamo colazione ogni mattina di fronte all’albergo (eh si, io non me la sentivo di mangiare anguilla e riso di prima mattina, ma un bel cappuccino con cinnamon roll caldo si eccome!!!). E ogni tempio col suo giardino zen, curatissimo, tranquillo, rilassante, uno spettacolo! In 5 giorni di Kyoto abbiamo visto anche i dintorni: Nara, città antica e molto tradizionale, coi cervi che girano a centinaia liberi e vengono a reclamare cibo ad ogni ora, Himeji, col castello più antico del Giappone, Osaka… Dove siamo andati solo per ammirare da 140mt di altezza l’arrivo della notte dopo il tramonto, accompagnato da un’accendersi di luci fino in lontananza a perdita d’occhio, e dove abbiamo mangiato i famosi Okonomiyaki, quelli che preparava Marrabbio sulla piastra!!! Loro la chiamano pizza, ma della pizza c’ha solo la forma… E’ una pastella di latte, uovo e farina mescolata con cavolo a fette e chi piu’ ne ha più ne metta, cotta su una piastra davanti a te, dalla quale poi tu mangi direttamente! Buonissima! forse il piatto che ci ha stupito di più! A questo punto erano già passate 2 settimane e si faceva ora di tornare a casa 🙁 Lo shinkasen in 2 ore ci ha riportato a Tokyo per gli ultimi 3 giorni… Stavolta di caldo torrido… E devo dire che nei 3 giorni di sole abbiamo visto più ombrelli aperti che in 3 giorni di pioggia! Le giapponesi temono il sole, indossano visiere da golfisti, usano creme sbiancanti protezione 50, girano con i pantacollant neri con le ghette (che io non vedevo dagli anni 90) sotto i vestitini leggeri di gucci o armani, usando delle maniche-guanti che proteggono dai raggi solari ogni lembo di pelle che altrimenti rimarrebbe scoperto! Inguardabili!! per non parlare delle scarpe, sempre abbinate nel modo peggiore, con delle calze o calzini assurdi… sempre e comunque piu’ grandi di almeno 2 misure, infatti manco riescono a camminarci! Camminano tutte coi piedi all’interno, le gambe a X, la testa bassa perchè dall’ombrellino parasole non si vede nulla… Se non il cellulare che tengono sempre in mano, e al cellulare attaccano un grappolo di oggettini, peluches, libretti grandi 2/3 volte il cellulare!!! MAH! Cmq visto che a Tokyo c’è ben poco da vedere – o meglio che noi avremmo aprezzato – siamo andati alla pendici del monte Fuji, ma per niente, perchè c’era foschia e non lo si vedeva! e poi a Kamakura, dove c’è un sentiero nel bosco che porta alla statua del grande Buddha. Il cammino è molto suggestivo, forse un po’ troppo impegnativo per il mio stato “interessante”, infatti ci abbiamo messo 3 ore invece che le 1 e mezza segnalate dalla guida… Ma era tutto una salita e discesa nel bosco, tra radici e pietre quindi dovevo stare molto attenta a dove mettevo i piedi e cmq fermarmi ogni 15 minuti per riposare. Insomma, un po’ incoscenti (anche perchè in mezzo al bosco non c’era nemmeno segnale del cellulare!) ma è stata l’unica cosa azzardata che abbiamo fatto perchè per il resto in 18 giorni non abbiamo visto tantissime cose del Giappone (normalmente questo giro lo si fa in 7-10 giorni) infatti Simone non era molto contento di tornare, avrebbe voluto stare la ancora… Io invece ne avevo abbastanza! Sono stata contenta di tornare a casa, vedere un po’ di facce amiche, riambientarmi in un mondo a me familiare dove non c’è quella frenesia, pazzia, falsa cordialità portata all’estremo: ovunque ti accolgono con un coro di benvenuto-prego-buongiorno-grazie-prego-grazie-inchino a 90 gradi etc a cui bisogna sempre rispondere per non fare una scortesia! Dimenticavo, gli ultimi giorni li abbiamo passati all’hotel Sunroute Plaza di Shinjuku, molto carino e comodo per gli spostamenti. A nord dell’hotel c’è il quartiere a luci rosse, che va visto, assieme ai Love Hotel… Andate ad assaggiare lo shabu shabu al ristorante consigliato dalla Lonely Planet (Ikari mi pare). Per il trasferimento dall’aeoporto del Kansai a Kyoto, l’escursione e Himeji, Osaka, Nara, il trasferimento con lo shinkansen da Kyoto e Tokyo e l’utilizzo della metro JR a tokyo, abbiamo usato il Japan Rail Pass da 7 giorni… Alla fine non abbiamo risparmiato piu’ di tanto, ma è stato comodo per non dover fare ogni volta il biglietto. Prima di partire abbiamo seguito un corso base di giapponese, molto utile… ma in realtà con l’inglese non avremmo avuto alcun problema ne nei ristoranti ne negli alberghi. Per vedere le foto del nostro viaggio: http://www.flickr.com/photos/pictionary


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