Berlino- Copenaghen sui pedali

La ciclovia che da Berlino conduce a Copenaghen è un percorso ben segnalato e quasi completamente in pianura che in circa 700 chilometri e 11 tappe consente di attraversare con le proprie gambe due Stati, Germania e Danimarca, due importanti e belle capitali europee ed immergersi totalmente nella natura fatta di boschi laghi, parchi naturali,...
Scritto da: Sarah Battiato
berlino- copenaghen sui pedali
Partenza il: 05/08/2012
Ritorno il: 22/08/2012
Viaggiatori: 2
Spesa: 2000 €
La “Radfernweg Berlin Kopenhagen” fa parte del progetto Eurovelo ed è classificato come EV11, Itinerario Europa Orientale.

Questo itinerario è consigliabile a chiunque ami l’idea di attraversare paesaggi e culture esclusivamente utilizzando se stesso come mezzo di locomozione, che desideri veder cambiare il paesaggio pedalata dopo pedalata. Non è un percorso che necessiti di un particolare allenamento o preparazione: è quasi interamente pianeggiante e su pista ciclabile, pochi i tratti in salita: bisogna solo avere la pazienza di macinare una media di 70 km al giorno e di stare in sella circa 6 ore.

Una variabile importante è il tempo: la Germania e la Danimarca sono terre spesso piovose e anche ad agosto è possibile che piova e che faccia freddo, in più il vento che soffia dal mar Baltico e dalla Russia può essere molto forte in alcune giornate, tanto da dare la sensazione al ciclista di essere fermo. Noi in realtà abbiamo incontrato 20 giorni di sole e bel tempo che ci hanno permesso di godere a pieno della natura e soprattutto delle spiagge e del mare incontaminato.

Per quanto riguarda il costo, abbiamo speso circa €1700 in due per trasporto andata e ritorno e per dormire. La Germania ha più o meno i costi dell’Italia, mentre la Danimarca è più costosa, soprattutto per dormire, mentre per il mangiare è abbordabile (la doppia minimo 65€, massimo 115€ a notte) . La colazione costa più del pranzo….in Danimarca non è possibile prendere il caffè, costa circa 4euro! In Danimarca la moneta è la corona. 1€=7DK, che abbiamo cambiato alla stazione dei traghetti a Rostock.

Per intraprendere il viaggio ci siamo dotati di una guida tedesca che si può comprare online e che è davvero utile per le cartine molto dettagliate che segnalano il percorso da seguire (Radfernweg Berlin-Kopenhagen, Edizioni bikeline), anche se i segnali soprattutto sul tratto tedesco sono eccezionali e permettono di chiudere la guida e procedere solo seguendo le frecce.

Abbiamo intrapreso il viaggio io, Sarah e Roberto, il mio compagno e non abbiamo incontrato quasi altri italiani.

L’itinerario comincia a Berlino che abbiamo raggiunto in treno e che colpisce per i suoi quartieri, la multiculturalità che si respira e per il muro di cui ora ci sono solo pezzi ma che fino al 1989 divideva culture e persone.

Si attraversa la Germania del nord est attraverso le regioni del Brandeburgo, Mecleburgo e Pomerania che sono zone ricche esclusivamente di natura, parchi, laghi e spiagge e piccole cittadine di pescatori, mentre sono piuttosto povere a livello economico e non hanno industrie ma vivono di agricoltura ed allevamento. Si arriva fino alla città di Rostock che guarda la Danimarca e si affaccia sul Mar Baltico. In due ore si raggiunge in traghetto la costa danese, cambiando cultura, lingua e moneta.

Si attraversano l’isola di Falster, di MØn, di BØgo fino ad arrivare alla Selania, dove si trova Copenaghen, la capitale. Merita una piccola deviazione l’isola di MØn con le sue scogliere che abbiamo deciso di visitare a piedi. Lungo la spiaggia è possibile trovare fossili di seppie vissute milioni di anni fa.

L’arrivo a Copenaghen è entusiasmante: a pochi chilometri dalla città ci sono ancora campagne con animali che pascolano. L’ingresso nella capitale è dolce e non traumatico e ci sentiamo subito a ‘casa’ quando entrando in città capiamo che il miglior mezzo di locomozione è la bicicletta. Copenaghen ci è parsa una città molto giovane, moderna ed accogliente, a misura di persone nonostante le dimensioni.

Un viaggio che arricchisce decisamente, un ottimo modo per scoprire il nord Europa. Inoltre da Copenaghen un ponte permettere di raggiungere Malmo, città della Svezia. Chissà se il nostro prossimo viaggio in bicicletta comincerà proprio da qui.

TRASPORTO

Noi abbiamo portato con noi le nostre bici affezionate dall’Italia. All’andata abbiamo raggiunto Berlino in treno e al ritorno da Copenaghen a Milano abbiamo viaggiato in aereo, smontando la bici e mettendola in una scatola. A parte un inconveniente sul viaggio di ritorno (non avevano più scatole da venderci all’aeroporto e abbiamo dovuto costruircele noi, in loco), sia l’andata che il ritorno sono fattibili e tutto sommato, muovendosi per tempo, abbastanza economici.

ANDATA, prezzi a coppia

Genova-Milano, treno regionale €23,50, Biglietto bici €7

Milano- Berna (Eurocity frecciarossa, tariffa Smart €38, Biglietto Bici tratto svizzero €24

Berna- Zurigo €81

Zurigo- Berlino € 178Biglietto bici €31

Totale € 282,50

RITORNO

Copenaghen- Milano € 161

Bagaglio sportivo €80

Aeroporto- FS Milano €

Milano- Genova €23,50

05/08/2012

GENOVA-BERLINO

Il viaggio che ci porterà a Berlino durerà circa 24 ore: partenza alle 7 da casa ed arrivo a Berlino alle 7 di domattina.

Il tratto Genova-Milano procede piacevole, chiacchierando con alcuni ciclisti che si siedono accanto a noi e ci chiedono del nostro viaggio. L’impresa Milano- Berna, sull’Eurocity frecciarossa, è invece più complicata. Ci rendiamo subito conto che c’è tantissima gente sul treno, con molti bagagli. Su questo treno non c’è un vagone bici dedicato, ma solo un piccolo spazio prima di ogni carrozza, dove possono essere appese alcune bici, ma questo spazio è totalmente occupato da bagagli e non c’è possibilità di manovra. Nel frattempo continua a salire gente con bagagli ingombranti… Noi ci posizioniamo nello spazio che sarebbe stato delle bici e cominciamo a tentare di recuperare spazio spostando i bagagli e ricomponendo una sorta di puzzle. Impieghiamo circa mezz’ora per finire il puzzle ed alla fine riusciamo a non ingombrare più di tanto. Lezione del giorno: bisogna salire sul treno con largo largo anticipo, invece che girare fino all’ultimo dentro a Feltrinelli ;)Ci sediamo, avendo superato la prima prova. Ma arriva la seconda: passano i controllori. Mostriamo i biglietti acquistati su internet e ci dicono che in realtà questi andavano ritirati al self service…quindi è come se fossimo senza biglietti. Il controllore, molto gentile, ce li stampa e ci fa anche il biglietto per la bicicletta per i tratto svizzero fino a Berna (dall’Italia puoi comprare solo quello Italiano).

L’ultimo tratto Milano- Berna è stata disagevole. Il treno, invece che svuotarsi mentre procedeva, si riempiva, tanto che molte persone hanno fatto parte del viaggio in piedi. Inoltre, siccome avevamo le bici posizionate in maniera poco stabile e c’era pericolo che ce le travolgessero passando con i bagagli, Roby, ad ogni fermata, si alzava per andare a controllare e a far manovra, fino a che il treno non si è riempito all’inverosimile ed è rimasto bloccato nel corridoio bici.

Una volta arrivati a Berna compriamo il biglietto Berna- Zurigo, che è una tratta molto corta, di un’ora circa, su treno regionale e non è acquistabile on line dall’Italia. Rimaniamo sconvolti perché il biglietto costa 40€ a persona e quello bici €18. A malincuore compriamo questi biglietti, con la stessa cifra che di solito ci serve per dormire e mangiare in vacanza. Alle 7 arriviamo a Berlino.

9/8/12

I TAPPA: DA BERLINO A ZEHDENIK

Dalle 930 alle 1730

Tot. Km 83,5

Pausa a Oranienburg (prato di fronte al canale, 5km dopo Oranienburg)

Tempo: variabile, nuvoloso con sprazzi di sole, fresco da giacca a vento, circa 15 gradi, vento sopportabile, 10 minuti di pioggerella lieve verso la fine del tragitto.

Pernottamento: Pension Stadtpark, Zehdenick, €62 doppia con colazione e bagno in camera.

Il percorso attraversa la regione del Brandeburgo quasi interamente nel bosco. Il paesaggio è molto verde e spesso al lato si trovano spiaggette e prati dove ci si può fermare.

La strada è completamente su pista ciclabile, in pianura e nessuna salita.

Uscendo da Berlino già si trovano i segnali con il tipico logo della ciclovia: praticamente è possibile chiudere la guida e percorrere la strada seguendo le indicazioni, senza il rischio di sbagliare, perché le indicazioni sono ottime,

E’ un percorso estremamente naturalistico e poco culturale, nel senso che s’incontrano poche città con relative chiese e monumenti, ma ci s’immerge completamente in una natura semplice, molto silenziosa e poco variabile.

Ci impressiona positivamente il fatto che l’uscita da Berlino non è quella che di solito si presenta all’uscita da una grande città, che coincide con la periferia industriale, ma pare di essere dentro ad un parco naturale molto ben tenuto ed ameno. Attraversando la località di Spandau il percorso coincide con il tragitto del Muro di Berlino (anche questo segnalato da cartelli, indicazioni, pannelli e fotografie): molto interessante il fatto che ci sono ancora pezzi di Muro, anche fuori Berlino centro, pieni di graffiti colorati.

Durante questa tappa abbiamo incontrato pochissimi ciclisti con sacche da viaggio (molto diverso rispetto alla ciclovia del Danubio): è stata una tappa molto rilassante, nonostante la quantità di chilometri percorsi.

Segnaliamo che in Brandeburgo è famosa la Soljanca, una zuppa sovietica con carne, molto buona. In effetti questa regione è a 70 km dal confine polacco e alla fine del 1700 la Polonia faceva parte della Prussia, di cui Berlino era capitale! Di questo c’è traccia nella cucina ma anche nei nomi delle città che da qui in avanti hanno un non so che di polacco.

10/08/12: II TAPPA, DA ZEHDENICK A FURSTENBERG/HAVEL

Dalle 9 alle 15

Tot. Km 41,50

Pausa a Himmelpfort

Tempo:variabile, molto fresco (sempre felpa, a tratti giacca a vento), sole a sprazzi, pioggerella verso le 19.

Pernottamento: Zimmervemietung H. meyer (casa privata bellissima con giardinetto, colazione all’aperto). €40 la doppia con bagno in camera e colazione inclusa.

Anche questo tragitto è ben segnalato, praticamente si svolge tutto su pista ciclabile a parte pochi tratti su strada con traffico molto diradato. La pista procede tutta nell’interno costeggiando laghi, ma a volte esce parallela alla strada delle macchine, ma sempre molto protetta.

Usciti da Zedenich si entra in un parco naturale, si cominciano ad incontrare campi di grano, granturco, prati che costeggiano laghi e s’incontrano animali (mucche, cavalli, cicogne, volpi). Boschi si alternano a spazi più aperti, s’incontrano anche impianti eolici; oltre alla natura oggi incontriamo piccoli centri urbani piuttosto carini. A Mildenberg c’è lo Ziegeleipark, ossia il museo del mattone; sono visibili le fornaci e tutto il procedimenti produttivo, compresi i binari per il trasporto. Qui troviamo il primo cartello che indica la distanza da Copenaghen e da Berlino.

Poi passiamo da Himmelpfort dove ci fermiamo per una sosta. E’ molto carina, sul lago, pieno di hausbot e biergarten. Ha anche un bel prato con panchine che danno sul lago. Inoltre troviamo la cassetta delle lettere di Babbo Natale: ci dicono che le lettere dei bambini tedeschi indirizzate a Santa Claus vengono spedite a questo indirizzo. Il nome della città significa “portiere del cielo o porta del paradiso”! Arriviamo poi a Furstenberg/Havel, cittadina su tre laghi, carina, piena di giovani, ma poco valorizzata.

11/08/13: III TAPPA, DA FURSTENBERG/HAVEL A NEUSTRELITZ

Dalle 9 alle 17

Tot. Km 49,30

Sosta a Wesemberg

Tempo:bellissimo fin dal mattino, sole, qualche nuvola. Viaggio in maglietta maniche corte. Alla sera escursione termica, ci vogliono comunque maglione e giacca a vento e scarpe chiuse.

Pernottamento: The Royal Inn Park Hotel Fasanerie, Neustrelitz. €56 senza colazione.

Con la tappa di oggi lasciamo il Brandeburgo ed entriamo in Mecleburgo, la regione più povera della Germania. Attraversiamo boschi, laghi, paesini, molti punti nella natura dove fare una sosta rilassante. E’ una tappa più “selvaggia” rispetto alle altre, con diversi sali e scendi (fattibilissimi). Molto bella Wesemberg, dove consigliamo una sosta o addirittura un pernottamento. E’ molto viva, ci sono giovani che vanno in canoa e biergarten dove prendere una birretta. Poco dopo Furstenberg c’è una specie di caserma abbandonata, con mosaici sovietici. Troviamo sulla strada un bellissimo campeggio “bio”, dove ci sono tante coppie, bambini piccoli che fanno il bagno (Natur camping am eilbogensee). Poi ancora prati, cavalli, mucche e capre alpaka. Poi ancora boschi e laghi con pontili dove fermarsi e sempre la solita commovente attenzione per i ciclisti: in boschi abbandonati da Dio, oltre alla strada per le persone a piedi hanno fatto percorsi più regolari e meno scoscesi per chi va in bici. Sempre da questo punto di vista ci colpisce il fatto che, dopo Wesemberg, il tragitto della ciclovia è interrotto e ci sono cartelli appositi che indicano la deviazione. E’ davvero lodevole questa attenzione. Poi notiamo tante canoe, barche, gente che fa sport, ma davvero poche persone in bici che percorrono la ciclovia Berlino Copenaghen dal nostro lato. Arriviamo a Neustrelitz con molta calma, dopo una pausa I pod a cantare e a prendere il sole a Wesemberg in tutta tranquillità. Il lungo fiume verso le 17 è molto vivo, ma poi la gente sparisce e quando cerchiamo un posto per cenare, verso le 20, è un mortorio. La città è bruttina, nuova, pare non avere identità. Ha una piazza centrale molto grande, direi enorme, ma non c’è nessuno. Noi ci dirigiamo sul lungo fiume dove troviamo il Bistrot Zum Fischerhof, un ristorante molto bello, tutto di legno, con panchine sul lungo fiume, spartano proprio come piace a noi. Ci fermiamo lì, prendiamo un’ottima birra Kyritzer, scura, corposa e piuttosto forte, poi due piatti di pesce di lago con salsa, patate ed insalata da urlo, buonissimi ed economici.

Notiamo che qui poche persone parlano inglese…faticano anche al turist information!

12/08/2012: IV TAPPA, DA NEUSTRELITZ A WAREN

DALLE 930 ALLE 1730

TOT. KM 70

Sosta a Ankershagen

Tempo: bellissimo, sole ad inizio mattina senza nuvole, poi nuvole a tratti. Quando il sole è coperto c’è freddo, ma siamo riusciti a fare tutto il tragitto con pantaloncini e maniche corte.

Pernottamento: Muritz Pension, Waren, €66 con colazione inclusa. Posto decisamente grottesco, non da segnalare. L’abbiamo prenotato da casa: si trova su uno stradone trafficato da macchine e camion.

Abbiamo definito questa tappa una tappa di “passaggio”, nel senso che non ci sono attrattive particolari, ma ci conduce alla cittadina di Waren, per la maggior parte su strada asfaltata, anche se c’è poco traffico. Siamo nella regione del Meckleborgo, nella zona di Muritz dove c’è un grande ed importante parco naturale. Nella tappa di oggi costeggiamo questo parco e non ci entriamo dentro, se non per qualche tratto di bosco.

All’inizio, all’uscita da Neustrelitz, attraversiamo zone di verde, soprattutto in corrispondenza dell’Useriner See (lago) con tratti di bosco. Attraversiamo il Nationalpark Muritz senza entrare però all’interno. Incontriamo soprattutto campi di grano e prati verdi, spazi molto aperti. Sembra che qui ci sia più industrializzazione agricola: cominciamo a vedere trattori e qualche allevamento e fattoria. I paesini che incontriamo sono tutti ben tenuti e curati, ma sembrano tutti sotto incantesimo, completamente addormentati a tutte le ore, nessun movimento, nessuna voce… Ci fermiamo a Ankershagen, dove troviamo, oltre al museo di Schlieman che non consideriamo granchè, un prato bellissimo dove ci fermiamo per mangiare e prendere il sole. L’arrivo a Waren è bellissimo, attraversiamo il bosco e ci troviamo sul lago, molto viva e carina. Io comincio ad avere male al ginocchio…speriamo passi presto.

13/08/12: V TAPPA, DA WAREN A GUSTROW

Dalle 930 alle 18 (6h30 di pedalata)

Tot. 92 km

Sosta a Krakow am See

Pernottamento: Gastehaus am Shlosspark, Gustrow, €77 con colazione.

Tempo: bellissimo fin dal primo mattino per tutto il giorno sole con nuvole, sempre asciutto e temperato sui 20 gradi. Anche alla sera fa un pochino meno freddo.

Questa tappa è stata molto lunga, ma non eccessivamente faticosa. Abbiamo cominciato con 30km “secchi” dentro al bosco, nel parco naturale del Muritz, di cui una decina di sterrato: molto bello, quasi ipnotico. Si attraversa l’insenatura di Jabel con un lago. Intanto ci sono animali, soprattutto cavalli e capre. Poi tornano i campi di grano e si arriva a Krakow am See, molto carina e viva, con graziosi pontili su cui ci si può fermare a fare una pausa. Ci sono tante case con il tetto di paglia che devono essere tipici di qui e poi case su palafitta. L’uscita da Krakow ci manda in confusione: le frecce non sono regolari, ci fanno fare giri a vuoto e noi ci perdiamo nel raggio di poche centinaia di metri. Chiediamo informazioni e le persone, oltre a non parlare inglese, ci mandano nella direzione opposta. Dopo aver perso più di mezz’ora e fatto diversi km in più riprendiamo i giusto tragitto: è la prima volta che le frecce fanno cilecca. Dopo si alternano campi di grano e tratti di bosco. Dopo Bellin ci sono diversi sali e scendi un po’ più impegnativi, che paiono non finire più… L’arrivo a Gustrow è bellissimo dopo Muhl Rosin. Si arriva ad una piscina naturale meravigliosa dove la gente fa il bagno, prende il sole sul prato, si rilassa. L’ingresso in città invece è un po’ trafficato. La città è carina, ha un bel castello, un bel duomo, però all’ora di cena, come capita spesso da queste parti, è un mortorio. In giro c’è poca gente e nessun turista.

14/08/2012: VI TAPPA, DA GUSTROW A ROSTOCK

Dalle 10 alle 1630 (4h40 di pedalata)

Tot. Km 61

Sosta su un prato a Benitz, dopo Shwaan

Pernottamento: Appartment Hotel, Rostock, €70 con colazione abbondante

Tempo: bellissimo, sole e nessuna nuvola.

Questa è la tappa che conclude la parte tedesca del viaggio: anche questa può definirsi di passaggio, perché non c’è nulla di particolarmente interessante lungo il percorso. E’ una strada piacevole perché praticamente tutta su strada asfaltata per bici, quelli promiscui alle macchine sono molto tranquilli, perché se ne incontrano proprio poche. Insomma, campi di pannocchie, grano, balle di fieno, pale eoliche, trattori che arano, fattorie ed allevamenti. Si attraversano solo due cittadine un po’ più grosse e vivaci, Bustrow e Swhaan, per il resto sono piccole frazioni. All’uscita da Gustrow si attraversa per una decina di chilometri il canale Bustrow- Gustrow su stradina asfaltata. Verso la fine del canale notiamo che qui s’immette un’altra pista ciclabile che parte da Amburgo. Riflettiamo sul fatto che probabilmente con i pezzi di pista ciclabile che esistono si può attraversare tutta la Germania in bici. Butzow, per quel che abbiamo visto, è carina, percorrendone il perimetro si vede che è circondata da un piccolo canale e che le casette sono in parte di legno. Dal perimetro ci sono pontili che immettono verso l’interno. Poi altri campi fino a Shwaan, anch’essa piccolina e graziosa per una sosta. Poi da qui fino a Rostock ci sono solo piccole frazioni dai nomi quasi polacchi (Polchow…). Dopo Biestow ci s’immette in una super strada in direzone Rostock, sempre su pista ciclabile. Fino a pochi chilometri d Rostock ci sono casette nel verde e prati, non sembra di essere nella periferia di una grande città. Notiamo che si è alzato un vento molto forte e pensiamo sia l’influenza del Mar Baltico, infatti ci sono molte pale eoliche. L’arrivo a Rostock è molto dolce, le frecce accompagnano dritte dritte fino al centro della città, al turist information. E’ molto viva, piena di negozi e locali. Non è particolarmente graziosa, ma ci sono molti giovani e gente per strada. Andiamo subito all’albergo che avevamo prenotato dall’Italia e ci rendiamo conto che abbiamo sbagliato… siamo arrivati un giorno prima! P A N I C O.

Ritorniamo al turist information che al costo di €3 ci trova una stanza in zona stazione. Siamo una coppia fortissimi!

Poi giriamo sul lungo mare, è carino, ricorda Genova. Tanti ragazzi seduti per terra fanno aperitivo autogestito, altri fanno il barbecue. Assaggiamo due birre buonissime sul lungomare in un birrificio artigianale e due piatti molto buoni.

15/08/12: ROSTOCK

Pernottamento all’Hotel Am Hopfenmarkt Garni, €66 senza colazione.

16/08/2012: Dalla Germania alla Danimarca, VII TAPPA – DA ROSTOCK A NYKOBING

Dalle 7 alle 14 (3h40 di pedalata)

Tot. Km 46,50

Nessuna Sosta

Traghetto Scandlines da Rostock a €14 a Gedser testa inclusa bici comprato al turist information a Rostock. 1h45 di traghetto.

Pernottamento: Danhostel Vesterskoven Aps, Nykobing, €116 doppia senza colazione

Tempo: molto bello sia in Germania che in Danimarca fino alle 15 quando comincia a piovere (e noi arriviamo all’ostello). Più vento una volta arrivati in Danimarca, ma non c’è più freddo, anzi, forse più caldo.

I primi 10 km li percorriamo per uscire da Rostock ed arrivare all’Uberseehafen, ossia il porto d’imbarco dei traghetti per la Danimarca. Le frecce ci accompagnano quasi perfettamente fino all’imbarco e l’uscita da Rostock è, come ci è sempre accaduto in Brandeburgo, Mecleburgo e Pomerania, estremamente dolce. Quasi subito si passa dalla città al verde e si attraversano frazioni con poche macchine e persone che vanno in direzione della città, in bicicletta o in autobus. Arriviamo agli imbarchi della Scandlines, la compagnia che ci porterà in Danimarca e, dopo aver cambiato euro in corone, ci dirigiamo verso il traghetto: le bici passano la coda delle macchine, bus e camion e s’imbarcano per prime. In tutto siamo 6 ciclisti (incontriamo 2 coppie austriache che stanno facendo anche loro la Berlino Copenaghen) e alle 9 salpiamo. Verso le 11 arriviamo a Gedser in terra danese, sull’isola di Falster. Ci accorgiamo subito che i segnali della ciclovia che ci hanno accompagnato finora sono cambiati e vengono segnalati con cartelli blu con il nome della città/paese ed il numero 9. Il paesaggio è molto ampio, campi di grano, cavoli, prati verdi e tante pale eoliche. Gedser è solo case ed un turist information carino, sembra un negozio artigianale che da anche informazioni. Fino a NykØbing non ci sono città, solo frazioni con casette tipiche, alcune col tetto di paglia, meno curate che in Germania dove impazziscono per i particolari, ma comunque carine. Fino a Vaggerlose la ciclabile corre interna, mentre da li in poi si avvicina al mare dove ci sono spiagge di prato…le capre pascolano vicino al mare! E’ un paesaggio molto bello anche se il mare che vediamo noi, soprattutto verso NykØbing, si fa pieno di alghe e fa odore di marcio. Cominciamo a notare, sempre rigorosamente nella direzione opposta alla nostra, un po’ di ciclisti con bagagli, chissà dove vanno.

Verso Hasselo by Roby mi tampona e la mia bici ha il primo inconveniente della vacanza: la ruota davanti va storta, probabilmente a causa dei raggi. Fortunatamente al nostro arrivo a NikØbing troviamo un ciclista che dopo aver detto “mm.m…not good” ce la rimette a posto con un lavoro di 10 minuti e la spesa di 20€. Meno male. La cittadina è graziosa, c’è gente, movimento e parecchi negozi. Da notare che per la prima volta in questa vacanza l’ingresso in città è caratterizzato da industrie piuttosto grosse , praticamente dentro alla città. Una di queste ci pare produca zucchero perché si chiama Sugar, ma non ne siamo sicuri. Dopo il giretto e la riparazione arriviamo in ostello che, nonostante sia un salasso a livello economico (mai pagato così tanto, anche perché si è aggiunta la spesa della tessera e delle lenzuola che te le fanno pagare) è bellissimo. Siamo in una stanza da 4, moderno, con il giardino ed il tavolo fuori. Ci prendiamo tutto il tempo per rilassarci sotto la veranda mente fuori piove una pioggerella sottile e dei ragazzi giocano a pallone nel campetto vicino.

Da questo primo giorno in Danimarca scopriamo che la Danimarca è una monarchia, la birra tuborg è danese, i film che danno alla tv sono in lingua originale ed i negozi chiudono alle 17.

17/08/12

VIII TAPPA

DA NYKOBING A BUSENE (ISOLA DI MON)

Dalle 9 alle 18 (6h15 di pedalata)

Tot. Km 98

Sosta a Stubbekobing (dal battello)

Pernottamento: Bakkegard Gaestiveri, Busene, colazione inclusa.

Tempo: bellissimo, senza nuvole sole caldo e venticello fresco. Il giorno più bello fino ad oggi. Alla sera fa fresco, ma meno che in Germania.

Oggi è stata una tappa faticosa ma bellissima, ad oggi sicuramente la più entusiasmante per i paesaggi che abbiamo attraversato. Complice il tempo stupendo siamo riusciti a godere a pieno dei colori, del mare e degli scorci che pedalata dopo pedalata abbiamo raggiunto. Nonostante la lunga tappa infatti, ci siamo fermati molte volte per fare fotografie, scendere dalla bici e raggiungere i punti che ci piacevano. Intanto la cosa principale da dire è che oggi siamo passati dall’isola di Falster all’isola di MØn, passando per l’isola di BØgo. Usciti dall’ostello abbiamo subito di fronte il sentiero ciclabile che passa su strada asfaltata nel verde. Cominciano subito campi di grano e pascoli di mucche ed allevamenti di cavalli. Passiamo vicino a tantissime case, bellissime, tutte con giardinetti e tavolini e sedie fuori. La cosa curiosa è che sembrano disabitate, ma fuori ci sono macchine posteggiate e guardando dalle finestre, rigorosamente senza tende, si vede che dentro ci sono persone che fanno le loro faccende in assoluto silenzio. Altra cosa curiosa in questo tratto è che le persone fuori dalle case lasciano su tavolinetti appositi frutta, cose da bere e lasciano una cassetta dove i passanti possono lasciare le corone se decidono di portar via qualcosa. Andando avanti troviamo proprio poccoli mercatini fuori dalle case. Percorriamo una decina di chilometri tra i campi e poi arriviamo a Uslev da cui, fino a StubbekØbing ci sono circa 25 km tutti sulla costa, praticamente sul mare con paesaggi bellissimi. A Uslev scendiamo dalla bici ed andiamo sulla spiaggia di sabbia finissima da cui si vede la costa che percorreremo fino a Mons Klint. L’acqua non è poi così fredda e più avanti troviamo persone che fanno il bagno. La strada da asfaltata si fa sterrata ed entra in un bosco che corre parallelo al mare fino a diventare una striscetta erbosa. Questo posto è ideale per una pausa, non si può proseguire dritti senza mettere i piedi nel mare! Dopo essere usciti dal bosco c’è ancora un pezzo sulla costa e si comincia ad intravedere StubbekØbing. E’ bellissimo vedere il gioco di colori: il mare azzurro in lontananza, poi il giallo dei campi di avena ed il verde dei prati…non siamo abituati ad associare i prati al mare! Gedenkstein è il punto più estremo dell’isola ed è bellissimo perché c’è un pontile su cui si può andare a guardare la costa. Da lì parte un sentiero sterrato che poi si fa asfaltato e che raggiunge la cittadina di StubbekØbing. Arriviamo verso le 1230 ed andiamo diretti al porto per imbarcarci, dopo aver pranzato al sacco sul traghetto per l’isola di BØgo che impiega circa 12 minuti per raggiungere la costa opposta. Dall’isola di BØgo c’è una striscia di terra (che dalla cartina sembrava un ponte ma non lo è) con traffico piuttosto sostenuto che porta all’isola di MØn. Dopo il ponte ci sono ancora 4 km di campi e poi da Harbollebro la strada costeggia nuovamente il mare con paesaggi molto. Poi la strada si fa nuovamente interna fino a Lille Bissinge, sulla costa, da cui si intravede la cittadina di Stege. A questo punto prendiamo una strada alternativa, la numero 8, perché decidiamo di non andare direttamente a Stege, ma di dedicare una tappa in più sull’Isola di Mon, perché vogliamo andare assolutamente sul Mons Klint, una riserva naturale tipo le Cinque Terre. Ci dirigiamo a Busene che dista circa 25 km e dove abbiamo prenotato un b&b. La strada si sviluppa tutta su Sali e scendi spacca gambe tra campi, con vista sul mare (e noi abbiamo addosso 90 km!!). Il tratto da Rabylille Strand però è bellissimo perché tutto sul mare con spiagge dove la gente fa il bagno. Il posto dove dormiremo è spettacolare, una cassa di artisti dove ogni stanza è stata arredata da artisti locali. C’è una vista mozzafiato sul mare, tavolini e panchine dove rilassarsi. Mangiamo al b&b salmone, patate ed insalata di cavoli. I proprietari sono molto gentili, sorridenti e semplici. Nota: oggi abbiamo incontrato le prime 4 persone italiane di tutta la vacanza!

18/08/12

BUSENE, ESCURSIONE A MONS KLINT

Nel nostro itinerario sull’isola di MØn abbiamo deciso che per noi valeva assolutamente la pena fare una “sosta” per godere a pieno delle Mons Klint, che sono delle scogliere all’interno di un’area naturale protetta di 510 ettari.

Siamo andati con la bici fino all’ingresso dell’area naturale ed abbiamo percorso a piedi tutto il perimetro delle scogliere sul lato del mare fino alla fine, arrivando fino a Liselund che è una specie di parco con laghetti che è stato costruito da un signore facoltoso per la moglie Lisa. Tutto il tratto che abbiamo percorso è di circa 7 km e percorre sentieri sterrati nel bosco a strapiombo sul mare, da cui si vedono queste scogliere bianche di circa 130 m di altezza. Ci sono anche molti sentieri che vanno verso l’interno, nel bosco, ma noi abbiamo deciso di rimanere sul mare. Arrivati alla fine del percorso esce finalmente il sole e spazza via le nuvole e noi decidiamo di tornare indietro e scendere al mare, Io, quasi indemoniata, perché non vedevo l’ora di mettermi in costume, mettere i piedi nell’acqua e prendere il sole, do il passo e raggiungiamo velocemente in cui si scende al mare. Si scende una scalinata di legno molto ripida di 500 gradini, altamente panoramica in alcuni punti e raggiungiamo il mare, con il sole caldo delle 13 ed io sono veramente felice. Alzando gli occhi sopra di noi ci sono queste enormi scogliere bianche e la costa che procede sterminata. Siamo un po’ stanchi per i 10 km percorsi a piedi in due ore, ma molto soddisfatti, anche perché, come di consueto, questa immersione nella natura ci agevola a fare discorsi profondi, a chiarirci, scambiarci opinioni su di noi, sugli altri e sul futuro e anche a mollare qualche zavorra. Dopo aver mangiato sulla spiaggia, fatto foto, preso il sole e letto, ci accorgiamo che alcune persone cercano qualcosa sulla spiaggia, tra i sassi. Due signori danesi molto gentili ci dicono che la costa è piena di fossili ed in particolare è facile trovare le “zampe” delle seppie di milioni di anni fa. Ci fanno vedere la forma ed il colore e ci mettiamo a cercare come bambini ed alla fine della nostra convulsa ed eccitata impresa ne troviamo circa una decina, alcuni davvero belli. Che impressione ci fa avere tra le mani pezzi di animali pietrificati di milioni di anni fa. Inoltre, mentre noi cerchiamo, alcuni ci chiedono cosa stiamo facendo ed in poco vediamo tantissime persone inginocchiate a cercare. Soddisfatti della nostra impresa, dopo un’altra passeggiata sulla spiaggia, risaliamo altri 500 gradini e torniamo indietro mentre il sole è sempre forte e l’aria calda. Una signora danese di origini italiane ci dice che siamo stati proprio fortunati con il tempo, perché qui di solito piove e fa fresco. Ci fa l’elogio dell’Italia e degli italiani che sono solari e dice che i danesi sono scorbutici e che bevono tanto. Inoltre ci dice che forse non abbiamo incontrato tante persone sul tragitto in bici perché qui in Danimarca le ferie sono a luglio e non ad agosto. Ci mettiamo in marcia in bici ed andiamo a Busene a fare un tratto di percorso segnalato per la varietà di fiori e farfalle, ma una volta arrivati ci pare un normalissimo campo e non troviamo nemmeno una farfalla, una volta arrivati, forse perché sono ormai le 17. Però il panorama è molto bello con le mucche ed il mare in lontananza e siamo comunque contenti. Ritorniamo in albergo e mangiamo sul prato i panini rimasti, mentre le mucche ci guardano ed il cielo è terso, senza nuvole e non fa nemmeno freddo. La pace…

19/08/12

IX TAPPA

DA BUSENE (MON) A PRAESTO

Dalle 10 alle 16 (4h15m di pedalata)

Tot km 58

Sosta a Sandvict

Pernottamento: Sweet & Coffee, Praesto, €86,66, dormire più caffè e the.

Tempo: una giornata decisamente inusuale per la Danimarca, sole a picco senza nuvole fin dal mattino per tuttto il giorno, ma soprattutto molto molto caldo (30 gradi), umido, praticamente senza vento. Alla sera un po’ di escursione termica, ma non troppo, indossiamo golfino e scarpe aperte.

Anche questa tappa può essere definita di passaggio, perché non c’è nulla di notevole a livello paesaggistico da segnalare in questo tragitto, dal momento che la maggior parte del percorso si svolge verso l’interno, tra campi ed allevamenti di bestiame e piccole frazioni con abitazioni. La cosa interessante da segnalare è che oggi abbiamo lasciato l’isola di MØn per passare alla Selania (Staelland, Seeland) dove c’è Copenaghen, attraversando un ponte. La prima ventina di chilometri dopo Busene è tutta un sali e scendi piuttosto impegnativo, dapprima nell’area naturale di Mons Klint e poi su campi, da cui, a tratti, s’intravvede in lontananza il mare. Passiamo poi da Stege, riconducendoci al sentiero ortodosso n°9 ed attraversando la via principale della città passando dalla porta: sembra graziosa, ma oggi è domenica quindi è tutto piuttosto fermo. Dopo Stege facciamo 7 km su strada a traffico abbastanza elevato, ma vediamo che ai lati stanno facendo dei lavori, pare costruiscano un sentiero parallelo…magari il prossimo anno ci sarà una pista ciclabile! Raggiungiamo Koster che è l’ultimo punto dell’Isola di MØn ed attraversiamo il ponte per arrivare all’isola Selania. La prima cittadina è Kalvehave, sul mare, ma non ci fermiamo perché è ancora troppo presto per una pausa. I successivi 20 km sono una mazzata, intanto perché fa caldo e non c’è vento e poi perché si attraversano solo campi e piccole frazioni immobili e poi perché ci sono parecchi Sali e scendi. Nota molto positiva è la sosta a Sandvig, piccolissima frazione sul mare. Facciamo una breve deviazione sulla strada principale per dirigerci all’Havnene, che abbiamo intuito voler dire porticciolo. In effetti arriviamo ad un porticciolo molto carino dove incontriamo il primo Shelter della vacanza, ossia una zona attrezzata per sostare e dormire. Qui troviamo una specie di piccola tenda di legno rialzata dal terreno dove si può dormire, poi c’è lo spazio per fare il barbecue, appendere i vestiti ed addirittura il bagno. Ce ne aveva parlato ieri la signora italo danese a Mons Klint ed oggi l’abbiamo trovata! Poi c’era una cartina ed abbiamo visto che ne sono segnalati diversi sparsi tra MØn e la Selania, addirittura anche a Stege e a Praesto. Qui troviamo anche un quaderno dove chi passa può lasciare il proprio commento. Lo abbiamo lasciato anche noi, i primi italiani! Poi percorriamo l’ultimo tratto di sali e scendi fino a Praesto, molto carina con un lungo mare e on la spiaggia dove tanta gente fa il bagno. Il b&b è spettacolare, un appartamento tutto per noi! Birretta sul lungo mare e poi cena in un ristorante messicano.

20/08/12

X TAPPA

DA PRAESTO A KOGE

Dalle 10 alle 18 (5h40m di pedalata)

Tot. Km 82

Sosta a Hojeruplund

Pernottamento: Danhostel Kogee, €65 con colazione

Tempo: sole a picco fin dal mattino (la notte ha piovuto), ma l’aria è più fresca e soprattutto c’è tantissimo vento. Oggi per la prima volta abbiamo sperimentato il vero vento danese, ovvero quello forte contro di noi, che ti fa fare tanta fatica a pedalare, anche sui tratti piani, tanto che alle volte ti sembra di star fermo…ma meno male che c’èra, altrimenti ci saremmo sciolti.

Il tragitto di oggi, tutto in piano, si svolge prevalentemente costeggiando il mare, con una parte centrale di campi, interna. All’uscita da Praesto si percorrono circa 10 km guardando il mare alla destra con il Fiordo di Praesto, che è una lingua di terra che crea una sorta di baia. Il paesaggio è bello, però si va su strada senza pista ciclabile, dove il traffico è piuttosto sostenuto. Sempre su strada senza pista, meno battuta dalle auto, si arriva a Faxe Ladeplads, su cui noi riponevamo molte aspettative perché le foto della guida ci parevano belle, mentre è una cittadina sul mare con industrie all’inizio, che non ci dice un granchè. Volevamo andare a Kalkbruch Faxe che dalle foto ci sembrava con piscine naturali scavate nella roccia, ma prima di tutto abbiamo capito che erano a Faxe, che rimangono nell’interno e la pista non ci passa e poi si tratta di una cava scavata dall’uomo, la più grande d’Europa, ma non è una piscina naturale come credevamo. Così proseguiamo e, superata RØdvig, che invece ci ispira molto di più, un porticciolo da cui si vedono le Stevns Klint, ossia delle scogliere molto belle tipo quelle di MØn. Facciamo una deviazione a Kalkbruch credendo che siano simili a quelle di Fakse, ma è una cava di calce.(?) molto grande che però non ha nulla di attrattivo, anzi, mi inquieta un po’. Proseguiamo fino a HØjerup, che invece merita molto di più, infatti ci siamo fermati per il pranzo. E’ una località situata in mezzo alle Stevn Klint e vi si trova una chiesa molto antica a strapiombo sul mare e si gode una vista bellissima delle scogliere. Inoltre c’è un parco con prati e panchine, anch’esso con un’ottima vista che merita proprio una sosta, anche se i bar sono tutti chiusi, non c’è vita. Da lì la strada dal mare ritorna interna ed oggi col vento che soffiava contro è stata un po’ dura. Dopo una decina di km la strada torna sul mare ed inizia un tratto molto bello (StrØby Ladeplads) fatto all’inizio di spiaggette di sabbia con pontili dove la gente comune fa il bagno, poi diventa una sorta di Beverly Hills, dove le spiaggette diventano private e si susseguono una dopo l’altra case bellissime, ognuna diversa, da riviste di architettura. L’arrivo a KØje è una mazzata, perché si devono percorrere circa 5 km di pista che corre a fianco alla statale, molto trafficata. La cittadina è carina e viva, con un centro piuttosto grande ed un porticciolo più urbano degli altri che abbiamo visto. La tappa è stata abbastanza faticoso e Roberto ha avuto qualche problema al braccio che sente debole, probabilmente per la postura non corretta e per la cervicale. A cena abbiamo cono conosciuto 4 ragazzi di Roma che fanno il giro della Danimarca in tandem ed è il loro primo giorno,

21/08/12

XI TAPPA

DA KØGE A COPENAGHEN

Dalle 930 alle 18

Sosta a Vallensbaek Strende

Tot. Km 62

Pernottamento: Omena Hostel, Copenaghen

Tempo: variabile con sole, molto vento freddo, ma verso le 123 si può stare in maglietta. Alla sera fresco come al solito.

Tappa bella per i tratti centrali lungo il mare (spiagge di sabbia deserte) e per quello finale prima di arrivare alla meta, completamente in campagna su pista ciclabile. A 10 km da Copenaghen ci sono ancora le mucche e manzi danesi al pascolo e prati! Le frecce di oggi sentono l’arrivo e diventano più anarchiche, soprattutto dall’isola si IshØd Strand, non so se perché ci distraiamo o se perché effettivamente qui perdono di efficacia. Comunque sicuramente dall’isola finisce la pista n°9 e bisogna seguire la n°6 in direzione Tornby. Negli ultimi 20 km dalla meta il numero di ciclisti aumenta notevolmente. Ad un certo punto perdiamo le indicazioni ed avanziamo verso Copenaghen centro seguendo i ciclisti ed il sentiero ciclabile. Il nostro albergo rimane proprio vicino a Tivoli, nel quartiere di Vesterbro, quello delle prostitute e clochard, ma comunque è molto caratteristico. Roby riesce a trovar subito la strada dell’albergo che è stranissimo perché senza reception e tutto altamente elettronico. Siamo molto stanchi, ma soddisfatti e felici per l’impresa portata a termine e facciamo un filmino dal ponte che porta dentro alla città per celebrare ed immortalare la conclusione del nostro bel tour Berlino- Copenaghen!!

22/08/2012

COPENAGHEN =porto dei marinai

Stamattina siamo un po’ cotti perché è il primo giorno fermi dopo 11 tappe di pedalate e cammino! Dormiamo fino verso le 9 e poi siamo pronti ad affrontare la città. Il nostro programma di oggi è girare i centro città ed il porto e così facciamo, dopo una breve tappa al turist information a prendere la mappa.

Giriamo tutto il giorno fino alle 23 senza tornare in albergo: Roby prende in mano la situazione, orienta la cartina e predispone un itinerario di tutto rispetto. Facciamo tutte le strade pedonali possibili ed è bello passeggiare per le strade piene di gente e negozi e sentire che aria tira attraversandole. Passiamo dal Radhus, in municipio, percorriamo StrØget ed arriviamo a passeggiare sul Nyavn, il porto nuovo, pieno di ristorantini, case dalle pareti colorate e barche caratteristiche attraccate. Poi proseguiamo per Ofelia Beach che è un lungomare con costruzioni moderne dal design danese particolare. Lì si apre una sorta di arena del mare dove fanno concerti, e spettacoli sul palco e maxischermo. Proseguendo ancora oltre arriviamo alla Sirenetta. Poi facciamo i Kastellet e Amalieborg Castle dove c’è il palazzo reale ed assistiamo alla marcia delle guardie reali. Poi guardiamo la Marble Church e facciamo una pausa nel prato dei giardini reali (King’s Garden). Fa qualche spruzzo di pioggia, ma oggi il tempo è variabile, quindi riprende subito il sole, poi nuvole e così via. Dopo la paisa ci dirigiamo all’isoletta dove c’è il Christianenborg Slot ed il canale con la Royal Library, anche questa fatta di architettura contemporanea con ampi spazi all’aperto dove sostare, con il mare di fronte. Entriamo nella biblioteca e guardiamo 2 mostre fotografiche interessanti e navighiamo su internet, che è gratuito.

Poi ritorniamo nella zona di StrØge dove prendiamo due birre ed assaggiamo uno smØrrebrod con salsa remoullade e peberrod (al Kreuzberg, dove ritroviamo le foto del muro di Berlino che abbiamo visto all’inizio del viaggio!). Poi cena al Wokshop ristorante indonesiano buono e poi gran finale, film di Woody Allen in lingua originale all’Ophelia beach.

E poi Roby mi porta in albergo con grande padronanza della città!

23/08/2012

COPENAGHEN II GIORNO

Purtroppo oggi è l’ultimo giorno del nostro bellissimo viaggio. Oggi in mattinata siamo andati a vedere un’altra parte del nostro quartiere, quello che ospita il Museo della Carlsberg, la famosa birra danese, sempre nel quartiere di Vesterbro. Il museo è molto interessante è creato nella vecchia fabbrica della birra, quindi si possono vedere i locali, i macchinari di una volta e farsi l’idea di com’era un tempo. Inoltre per tutto quello che viene esposto viene fatto un parallelo tra i presente ed il passato ed è impressionante vedere i cambiamenti: ci ha colpito molto il fatto che la Carlsberg a Copenaghen ha una specie di quartiere tutto suo, praticamente nel centro della città ed il vecchio stabilimento si affianca al nuovo ed addirittura una lunga via che attraversa gli stabilimenti si chiama Nykarlsberg. Poi l’altra cosa interessante è che nel museo si vedono tutte le fasi della lavorazione ed alcuni ingredienti (grano, avena) sono quelli che noi abbiamo visto lungo la strada pedalando per i campi. E come in una sorta di puzzle i pezzi s’incastrano. Insomma questo enorme stabilimento si trova nel centro della città e non è la solita industria che deturpa il paesaggio, ma è ben integrata nel quartiere. Non abbiamo capito se è stato un errore, ma non abbiamo pagato l’ingresso al museo.

Dopo questa visita ci siamo diretti verso Cristiania, il quartiere-comune che si trova a sud ovest della città. Per arrivare il tragitto è molto bello, su strade larghe con lo spazio per i pedoni e per le bici. Arrivati nel quartiere siamo rimasti molto colpiti ed anche un po’ perplessi perché c’era una prima parte molto turistica che sa poco di “comune”, stile di vita alternativo eccetera. Ci sono bancarelle, negozi che vendono souvenir e materiale su Cristiania che accettano pure la Visa e ristoranti che costano più che in centro. Fanno pure visite guidate nel quartiere. Poi proseguendo c’è una sorta di linea di confine dove cominciano cartelli in cui c’è scritto “No Photos”, ma soprattutto comincia a sentirsi un gran profumo di canna. Oltrepassato questo varco abbiamo visto cose da no crederci: bancarelle (tante) che espongono pezzi di fumo, sacchetti di maryuana e fialette di mix con tanto di prezzi esposti! Le facce di chi vende non sono proprio quelle di chi fuma per uso personale e per rilassarsi…Poi si apre un’enorme area ristoro con panchine, tavoli e sedie piene zeppe di ragazzi che fumano, chiacchierano, giocano. Siamo perplessi perché sembra davvero il paese dei balocchi, diverso da quello che ci eravamo immaginati. Proseguendo oltre c’è invece la zona residenziale, con le case di chi vive li (tanti bambini!) e questa ci piace di più, la troviamo più autentica. Poi troviamo un posto davvero molto bello, un ristorantino semplice tipo cene sociali, dove un gruppo di Hippy cucina piatti vegetariani molto speziati e saporiti. Richiamati dall’odore delizioso ci fermiamo a cenare all’ora dei danesi, 1830, e siamo molto soddisfatti sia della bontà del piatto che dell’aria che si respira.

Dopo facciamo ancora un giretto e ci dirigiamo verso Ophelia Beach dove c’è in programma la proiezione di un film all’aperto in lingua originale. Arriviamo in anticipo ed è bellissimo vedere la piazza piena di giovani organizzati per trascorrere insieme la serata: si sono portati sacco a pelo, termos, bevande calde, contenitori con cibo, alcuni si sono portati anche la carbonella e si sono fatti le salsicce! Mi piace come si attrezzano per godersi la vita. Il film è The discendent, con George Cloony e mi è piaciuto, oltre che per la storia, perché finalmente comincio a capire l’inglese!

24/08/2013

COPENAGHEN III GIORNO

Questo è veramente l’ultimo giorno del nostro viaggio, ma è stato forse anche il più stancante di tutta la vacanza ed il più interminabile! Vado a spiegare perché.

Ci svegliamo sapendo che, nonostante abbiamo l’aereo alle 2030, dovremmo essere in aeroporto diverse ore prima perché abbiamo alcune cose logistiche da sbrigare, come smontare le nostre bici ed imballarle.

Quindi lasciamo perdere i progetti di scoperta della città e decidiamo semplicemente di uscire dall’albergo per le 10 con bici e bagagli al seguito, far colazione e NØrrebro, un quartiere che non avevamo ancora visto e dirigerci poi verso l’aeroporto (9km) facendo una strada costiera e passando dalle spiagge. Quindi, dopo una piacevole colazione su una chiatta ed il giro a piedi per il quartiere multi culturale di NØrrebro prendiamo una pista ciclabile che ci porta in poco tempo in Amager Strand Promenaden che è un lungomare che porta verso il porto (da cui si vede il ponte che porta in Svezia, a Malmo) e all’aeroporto. E’ un posto molto piacevole e ci fermiamo a fare una sosta sulla spiaggia per il saluto finale alla città e al nostro viaggio, parlando della fine di questa esperienza, ma anche dei proposito per il futuro (perché non tornare a Copenaghen e prendere quel ponte per la Svezia?).

Senza problemi arriviamo diretti all’aeroporto, all’alba delle 15, quattro ore prima del nostro check in, tanto per stare più tranquilli. Avevamo letto su internet che all’aeroporto di Copenaghen vendono per una quarantina di euro delle scatole per imballare la bici. Cominciamo a chiedere in giro ai vari addetti alle informazioni e dopo circa un’ara di vai e vieni per tutti i punti informazioni all’aeroporto capiamo che non ci sono più scatole, le hanno vendute tutte, sold out, non c’è possibilità di reperire all’aeroporto nessun tipo di scatola per imballaggio bici. Io e Roberto ci guardiamo in faccia e capiamo che le alternative sono poche

– prendere un taxi, andare a Copenaghen e comprare in un negozio di bici una scatola (se ne hanno)

– aspettare agli arrivi qualcuno che ha la bici imballata e comprare la scatola usata

– costruire due scatole con scarti di cartone e scotch

Intanto abbiamo appurato che la Easy Jet non accetta di imbarcare biciclette intera ed accetta solo oggetti ben imballati da cui non fuoriescano spigoli.

Ci guardiamo di nuovo in faccia e considerate le opzioni, mente l’ansia sale, decidiamo di provare a costruire insieme due scatole, in tre ore. Io comincio a smontare le bici e Roberto va in giro a cercare scatoloni e scotch. L’impresa all’inizio sembra impossibile: non si trovano scatoloni! Poi affiniamo la ricerca, cerchiamo nella spazzatura, chiediamo ai negozi e bar dell’aeroporto, facciamo chilometri e conosciamo tutti gli operatori dell’aeroporto, raccimoliamo tutti i cartoni esistenti, compriamo 10 rotoli di scotch ed alle 1915 abbiamo creato due perfette scatole. Abbiamo pochi minuti per il check in ed io mi occupo dei bagagli che vanno accorpati in un bagaglio a testa e Roby finisce di inscatolare. Io a quel punto raggiungo l’apice dell’ansia e, comprendendo che abbiamo troppo bagaglio, comincio a buttare a raffica nella spazzatura maglioni, scarpe, cibo e tutto quello che in quel momento mi sembra superfluo, temendo che ci facessero rimanere a terra dopo il culo che ci siamo fatti. Roberto accorre vedendo i raptus che mi ha preso, riesce a salvare qualche maglione e soprattutto la carta d’imbarco (aarggghhh) che avevo buttato nell’impeto e che non trovavamo più, qualche minuto prima del check in. Arriviamo al check in dell’Easy Jet e ci fanno passare! Paghiamo €40 in più a testa per il bagaglio sportivo (bici), imbarchiamo le bici nel reparto over size e corriamo al gate. Io ovviamente suono al controllo, ma mi lasciano andare e finalmente riusciamo a salire sull’aereo!! Siamo stanchi, stravolti, ma felici dell’impresa portata a termine. Alle 2230 arriviamo a Milano Malpensa, dormiamo in aeroporto e alla mattina dopo le 6 prendiamo i pullman per la stazione di Miano Centrale. Sempre di corsa prendiamo i biglietti con le pesanti bici imballate al seguito e saliamo sul treno per La Spezia, che si riempie a tappo ed ha un’ora di ritardo. Con il treno della speranza arriviamo a Genova, sballiamo le bici, le rimontiamo ed arriviamo pedalando a casa!!



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