Svizzera e germania in caravan

E' da circa un anno e mezzo che abbiamo acquistato una caravan usata Roller One DPL 475, un po' datata, ma che si è dimostrata essere all'altezza del nostro equipaggio: il sottoscritto, alla guida del veicolo che in famiglia abbiamo subito ribattezzato "il furgone", un Fiat Scudo 1.9D con 8 posti, Simonetta che, volente o nolente, è la mia...
Scritto da: Fabio Sabatini
svizzera e germania in caravan
Partenza il: 20/07/2000
Ritorno il: 12/08/2000
Viaggiatori: fino a 6
Spesa: 1000 €
E’ da circa un anno e mezzo che abbiamo acquistato una caravan usata Roller One DPL 475, un po’ datata, ma che si è dimostrata essere all’altezza del nostro equipaggio: il sottoscritto, alla guida del veicolo che in famiglia abbiamo subito ribattezzato “il furgone”, un Fiat Scudo 1.9D con 8 posti, Simonetta che, volente o nolente, è la mia compagna di avventure, ed i 3 “gentili frugoletti”, Giovanni di quasi 11 anni, Enrico di quasi 9 e Beatrice di 3 appena compiuti.

L’estate dello scorso anno avevamo girovagato dalla Svizzera (Bassa Engadina) al Principato di Liechtenstein, da Monaco di Baviera in Germania a Salisburgo e Vienna in Austria ed infine in Val Pusteria, ed eravamo rimasti soddisfatti.

Per Pasqua, approfittando del ponte lungo, io ed i 3 “figlioletti” (Simonetta era rimasta a casa per prepararsi ad una serie di concorsi), eravamo stati una settimana a Prato allo Stelvio al Campeggio Sagemuhle, e ci era piaciuto un sacco, non soltanto per lo scenario naturale, veramente fantastico, ma anche per la piscina al coperto: con il getto per il nuoto controcorrente, la cascata o la panca idromassaggio, il divertimento ed il relax sono garantiti.

Pertanto ci siamo chiesti: perché non iniziare le vacanze di quest’anno con lo stesso campeggio (anche per farlo vedere a mamma)? Detto fatto: il 20 luglio alle ore 8.00 in punto ci mettiamo in marcia per Prato allo Stelvio; sono circa 550 Km ma tanto è giovedi, che traffico vuoi che ci sia… Ebbene è quel giovedi in cui la radio trasmetteva una specie di bollettino di guerra: 20 Km di coda a Fiorenzuola in un senso di marcia e altri 8 nel senso opposto; noi più fortunati siamo rimasti bloccati soltanto un’ora e mezzo per un incidente sulla Firenze/Bologna. Arriviamo al campeggio (che avevo prenotato) alle 18.00 e per prima cosa scarico le biciclette dei ragazzi (in verità due biciclette ed un triciclo) e lascio libera la truppa.

A parte una forte emicrania sono contento: la piazzola è bella, ampia e discretamente ombreggiata.

Il giorno dopo, giornata di rilassamento totale: piscina e al sole sulle sdraio.

Sabato 22 facciamo una piccola escursione lungo un sentiero nei dintorni della Statale dello Stelvio e la sera ceniamo alla festa paesana di Prato: salsicce, uno stinco di maiale che sembrava un pollo intero e buona musica, rigorosamente in tedesco.

Domenica pomeriggio facciamo un giro a Malles Venosta e Glorenza: bella cittadina completamente circondata da mure medievali perfettamente conservate. Nella zona segnalo senz’altro Curon Venosta (dove eravamo già stati precedentemente): la sua particolarità è il famoso campanile che affiora dalle acque del Lago Resia, bacino artificiale formato per la produzione di energia elettrica. Comunque il momento culminante di tutto il pomeriggio è stato quando è arrivata Beatrice tutta trafelata alla roulotte, urlando “C’è un maiale che mangia”; siamo corsi tutti fuori, e dentro un gabbione di un campeggiatore c’era in effetti un animale, e stava anche mangiando, ma era soltanto un coniglio.

Lunedi mattina piove ma nel primo pomeriggio riusciamo a fare una bella camminata sulla provinciale fino a Cengels, tornando per un sentiero un poco più a monte, con Giovanni ed Enrico in bicicletta. Alla fine sono completamente pieni di fango: una doccia e via in piscina. La sera riprende a piovere e continua per tutta la notte, ma la mattina dopo è veramente splendida, con una luce tersa ed un cielo limpido. Ne approfittiamo per rilassarci facendo un bagno di sole ed un bel po’ di tuffi in piscina.

Mercoledi 26 Giovanni, Enrico, Mirco (un loro amico conosciuto in campeggio), e altri ragazzi, partecipano a una giornata organizzata dalla locale azienda di promozione turistica, con giochi in piscina, al minigolf, mangiando panini e strudel di mele. Noi due con Beatrice ne approfittiamo per andare al Passo dello Stelvio. La giornata è piuttosto bella ed i 48 tornanti scorrono senza problemi fino ai 2757 metri di altitudine del passo: Beatrice se li gusta tutti facendosi un bel pisolino. Il panorama che si presenta dai dintorni del passo è veramente superbo.

Giovedi 27 luglio partiamo per Zernez, in Svizzera nella Bassa Engadina a circa 35 Km da St. Moritz e più o meno altrettanti da Livigno; siamo diretti allo stesso campeggio della scorsa estate ed effettuiamo lo stesso tragitto scegliendo strade adatte al traino di una caravan: passiamo per il passo Resia, entrando in Austria fino all’intersezione della statale 184 e tornando verso St. Moritz, per un totale di circa 100 Km.

Rispetto al Campeggio Sagemuhle, i servizi sono un po’ ridotti all’essenziale, ma il fascino che ha per noi questo campeggio dove ritorniamo per il secondo anno è tutto particolare: le piazzole sono spesso enormi, delimitate su un prato immenso, e con una vista stupenda, favorendo un contatto con la natura che noi, tutti scout, apprezziamo profondamente.

Come lo scorso anno abbiamo bisogno di un adattatore alle prese svizzere (non a norma CEI), che ci viene fornito alla reception.

La notte inizia a piovere, e così tutta la mattina ed il pomeriggio seguenti (temperatura alle ore 11: 9 gradi). Anche se non disdegno una giornata piovosa in montagna, purtroppo è il mio portafogli che ne soffre maggiormente: nel pomeriggio tutti a St. Moritz a fare compere, tanto che c’è da fare? Sabato 29 è ancora nuvoloso (la notte è nevicato sui monti circostanti) ma verso mezzogiorno partiamo per un sentiero che inizia dai dintorni del campeggio e sale su una montagna vicina, in mezzo ad un bel bosco. Saliamo per un dislivello di circa 500 metri e poi nel tardo pomeriggio torniamo a valle: con Beatrice sulle spalle mi è sembrata comunque una bella scarpinata.

Lunedi 31 è una giornata limpida e piuttosto fresca (la notte la minima è stata di 2 gradi) e torniamo a St. Moritz, questa volta per fare il giro del grazioso laghetto e goderci il sole.

Martedi 1 agosto è la festa nazionale svizzera. Dopo una giornata passata tranquillamente, la sera andiamo al paese a vedere i fuochi artificiali; dal campeggio anche Beatrice sembra contenta di vedere i fuochi, ma quando ci avviciniamo non è più molto propensa: dopo una mezz’ora ci tocca tornare alla roulotte. Mercoledi 2 siamo in partenza: destinazione Friburgo in Besgonia, nella Germania meridionale, a nord di Basilea. Sempre scegliendo strade agevoli al traino mi dirigo verso l’Austria e ritorno verso la Svizzera attraverso l’autostrada austriaca (mi ricordo all’ultimo momento di acquistare presso una stazione di servizio la vignette: 70 scellini per 10 giorni). Attraversiamo il Tunnel dell’Arlberg della lunghezza di 13.972 metri (pedaggio di 190 scellini pagabili anche mediante carte di credito), ed entriamo in Svizzera al di sopra del Principato di Liechtenstein. Alla frontiera mi fermo per acquistare il bollino autostradale svizzero, valevole un anno al prezzo di 40 Franchi svizzeri, e qui ho una gradita sorpresa: a differenza dell’Austria, ne devo acquistare uno anche per la caravan. Niente male. Attraversiamo tutta la Svizzera fino a Basilea ed andiamo verso nord (direzione Karlsruhe) entrando in Germania: qui per fortuna, niente pedaggi. In compenso il fondo stradale è pessimo, con l’asfalto a quadroni, e per giunta distanziati, sembra di stare su un treno, e nello specchietto vedo la povera Roller che rimbalza come una pallina da ping pong. Alla fine, dopo 475 Km, arriviamo a Friburgo e, seguendo le indicazioni per un campeggio che avevo notato nella guida, ne raggiungo… un altro: tuttavia, il Campeggio Moslepark, immerso in un bosco nell’omonimo parco, alla periferia della città, ci piace abbastanza e ci fermiamo, nonostante la proprietaria per due o tre volte cambi idea sulla piazzola da assegnarci, e mi faccia fare un sacco di manovre. Siamo stretti come sardine, ma tanto non abbiamo in programma di stare molto tempo in campeggio, e quindi non ci pesa.

Infatti il giorno dopo, ci alziamo ad un’ora decente e, nonostante il tempo piovigginoso e la temperatura piuttosto fresca (è il 3 agosto!) partiamo per il primo degli obiettivi che abbiamo nella zona: Europa Park. Riprendiamo l’autostrada in direzione di Karlsruhe ed usciamo ad Herbolzheim (uscita 58) seguendo le indicazioni per Rust e per il Parco (http://www.Europa-park.De). Per tutta la giornata ci divertiamo passando da un’attrazione all’altra, che qui sono divise in scenari riproducenti i vari stati europei di cui sono rappresentate varie caratteristiche facilmente riconoscibili: dalle tipiche case vivacemente colorate dei paesi scandinavi, ad una piazza con un castello italiano, ad una stradina francese, ad una località svizzera o austriaca. In effetti i giochi sono simili, quando non identici a quelli di altri parchi, come Gardaland di cui siamo frequentatori almeno una volta l’anno, ma se non altro abbiamo sudato di meno.

Venerdi 4 agosto partiamo per un breve viaggio in direzione della Svizzera, usciamo a Basilea dopo circa 60 Km, e ci dirigiamo allo Zoo, “Zolli” per gli abitanti della città. Ad un prezzo piuttosto contenuto per una famiglia come la nostra (27 Franchi Svizzeri) trascorriamo una giornata nel bellissimo parco, non molto grande, passando dall’interessante acquario ai vari recinti di animali esotici e non; ci scappa anche una giratina dei ragazzi su un pony. La sera, sotto l’acqua, tanto per cambiare, smontiamo la veranda della roulotte e ci prepariamo all’ultimo trasferimento per la mattina successiva.

Sabato 5 agosto riprendiamo la stessa autostrada che ci fa balzellare allegramente e rientriamo in Svizzera, dirigendoci verso Berna e poi per Interlaken, nella regione dello Jungfrau. Dopo 230 Km arriviamo a Bonigen, pochi chilometri dopo Interlaken, e prendiamo posto nel campeggio TCS Seeblick, direttamente sul Lago Brienz. Richiesto il solito adattatore per le prese di tipo svizzero, ci sistemiamo e montiamo subito la veranda: meno male, di lì a poco e fino a tutto il giorno dopo ci sarà un vero diluvio.

Lunedì 7 agosto la giornata migliora e ci dirigiamo a Lucerna, a circa 65 Km dal campeggio, facendo visita al Museo dei trasporti (http://www.Verkehrshaus.Org): da Lucerna sud seguiamo le indicazioni per Verkehrshaus. Oltre ad esporre treni, aerei, battelli, funivie, un planetario e l’innovativo cineteatro IMAX (con uno schermo di 19X25 m) il museo è veramente studiato perché i ragazzi non si annoino, in quanto possono, anzi, devono toccare le varie opere esposte che si promettono di spiegare vari fenomeni. Tuttavia il divertimento maggiore consiste nell’entrare nel simulatore di guida di un tram nel traffico cittadino, oppure di un treno merci o di un intercity. Alle 18.00 il museo chiude: peccato. Martedi 8 la giornata è splendida, perfetta per l’escursione che avevo in mente: la salita con il treno a cremagliera fino alla Jungfraujoch, la stazione ferroviaria più alta d’Europa, con i suoi 3454 m. Di quota. Mi ero già informato prima delle vacanze sul prezzo del biglietto, per niente economico (159 Franchi svizzeri a testa!) e mi ero premunito acquistando via internet presso il sito delle ferrovie svizzere, http://www.Ffs.Ch/pv/index_i.Htm, la carta Junior per Giovanni ed Enrico: con questa, che costa 20 Franchi svizzeri ed ha la validità di un anno, ogni ragazzo in età fra i 6 e i 16 anni, accompagnato dai genitori, può viaggiare gratuitamente in treno, battello o autobus. La nota positiva è che i figli fino a 6 anni viaggiano sempre gratis.

La mattina prendiamo il primo treno da Interlaken Ost a Lauterbrunnen. Qui scendiamo e proseguiamo con un treno a cremagliera per Kleine Scheidegg. Qui scendiamo di nuovo e attendiamo l’ultimo trenino che ci porterà fino alla Jungfraujoch.

Due cose non avevo previsto: la presenza di enormi gruppi di giapponesi che avevano prenotato interi treni, per cui abbiamo dovuto attendere quello successivo, e altri enormi gruppi di giapponesi che non avevano prenotato ma che a forza di spintoni pretendevano di salire sul treno prima di noi. Dopo quella che è stata una vera lotta saliamo e in piedi, ci dirigiamo verso, anzi, per circa un’ora, dentro la montagna.

La stazione finale sembra quella di una metropolitana e ci sono gallerie e cunicoli in tutte le direzioni: prima tappa la terrazza presso lo Sphinx (l’osservatorio) cui si accede tramite un ascensore che in pochi secondi sale di ben 108 metri: la vista è veramente meravigliosa, e spazia all’infinito verso il Jungfrau, l’Eiger, altre imponenti e meno famose vette, ed il ghiacciaio Aletsch, che con i suoi 24 Km di lunghezza è il più lungo d’Europa. Scendiamo poi nel cuore della montagna, e ci dirigiamo verso l’Eispalast, dove è stata formata tutta una zona rivestita di ghiaccio (anche i pavimenti dei corridoi) e dove sono poste moltissime opere scolpite nel ghiaccio: i ragazzi hanno voluto rivederla per due volte. Infine andiamo al Plateau, fuori, sulla neve perenne, abbagliati da una luce accecante. Nel pomeriggio ci attendono altre file immense, ed altre più o meno risse per salire in treno, comunque ne valeva la pena.

Mercoledi 9 ci godiamo una bella giornata di sole in pieno relax, facendo un paio di lavatrici di panni sporchi eccetera eccetera.

Giovedi 10 ancora una bella giornata e partiamo in direzione di Lucerna, proseguendo in direzione di Zurigo e poi di Kussnacht (autostrada 4) uscendo a Goldau. Qui seguiamo le indicazioni per Tierpark ed arriviamo a quello che non è uno zoo ma un’oasi per gli animali veramente particolare (http://www.Tierpark.Ch). Ed infatti ce ne accorgiamo subito quando all’interno del parco ricavato in un bosco di montagna lasciato il più possibile alla stato naturale, alcuni cerbiatti si avvicinano alle persone in attesa che gli diano del cibo, in vendita in appositi dispenser. E lo stesso fanno gli scoiattoli, o le caprette, che sono comunque recintate: per i ragazzi è veramente il massimo. In altri recinti, alcuni molto estesi, sono presenti animali come lupi, volpi (visibili anche nelle loro tane attraverso degli oblò), orsi, cinghiali.

Dopo avere pranzato a breve distanza da un gruppetto di cerbiatti, nel pomeriggio andiamo a Lucerna passeggiando per la bella cittadina, con il suo caratteristico ponte coperto che, bruciato completamente pochi anni fa, venne ricostruito del tutto in pochi mesi ma di cui se ne sono persi i moltissimi affreschi, presenti al suo interno sottoforma di copie.

Venerdi 11 agosto siamo alla vigilia del nostro rientro e mi rendo conto di avere visto moltissimi laghi ma di non avere fatto nemmeno una gita in battello: nel pomeriggio facciamo una breve traversata fino ad un paese vicino e ritorno, è divertente e tanto con la carta Junior i ragazzi non pagano.

E siamo arrivati al 12 agosto: partiamo alle 8.20 e ci attende un bel viaggio; prendiamo in direzione di Lucerna e poi per Stans ed il S. Gottardo che con i suoi circa 17 Km non finisce proprio mai. La sera verso le 18.00 arriviamo a Cecina dopo 645 Km, stanchissimi, ma senza nessun intoppo; entro in casa e guardo la lavatrice: non sa ancora cosa l’aspetta.



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