Un’allegra famiglia sulla Romantische Strasse

L’idea di questo bellissimo viaggio in Germania è nata molto tempo fa, durante la realizzazione di alcuni puzzles sul castello delle favole. Il paesaggio incantato che lo contornava, l’ardita elevazione delle torri, il candore della costruzione, mi avevano spinta a fare delle ricerche e avevo scoperto che questo splendido castello era in...
Scritto da: Frenchy
un'allegra famiglia sulla romantische strasse
Partenza il: 06/08/2008
Ritorno il: 21/08/2008
Viaggiatori: fino a 6
L’idea di questo bellissimo viaggio in Germania è nata molto tempo fa, durante la realizzazione di alcuni puzzles sul castello delle favole. Il paesaggio incantato che lo contornava, l’ardita elevazione delle torri, il candore della costruzione, mi avevano spinta a fare delle ricerche e avevo scoperto che questo splendido castello era in Baviera all’interno di un percorso chiamato Romantische Strasse. Passano anche più di vent’anni e con i ragazzi ormai grandi, decidiamo di realizzare il nostro sogno, dopo l’ennesima realizzazione di un puzzle, stavolta di 4000 pezzi. Comincio a fare ricerche su Internet e scopro che la Romantische Strasse è un percorso di circa 350 km. Cosparso di castelli e di paesini medievali che comincia a Füssen e finisce a Wurzburg; scopro anche che in quella zona c’è un bellissima abitudine: affittare degli appartamenti (ferienwohnungen) a prezzi che qui in Italia farebbero sorridere anche per periodi inferiori a una settimana. Infatti dovendo fare un lungo tragitto, ci ha fatto comodo affittare le case per 3 o 4 giorni e poi spostarci più in su. Le nostre tappe sono state Füssen, Landsberg am Lech e Rothenburg ob der Tauber sulla Romantische e Triberg in Foresta Nera. Decidere le tappe ed effettuare le prenotazioni con circa due mesi di anticipo, è stato possibile grazie anche ai numerosi dépliants richiesti ai vari indirizzi internet e arrivati gratuitamente in poco tempo. In particolare mandando una mail a www.Romantischestrasse.De vi mandano diverso materiale fra cui una bella mappa della strada romantica dove sono segnalati i circa trenta paesini che ne fanno parte.

Partiamo il 6 agosto che, fra l’altro, è anche il giorno del mio compleanno. Quale migliore festeggiamento che coronare un sogno lungo 20 anni? Partiamo con EasyJet (PA-MI) e lì noleggiamo una macchina essendoci resi conto che è la soluzione più conveniente. Ci danno una Nissan Note che rivela avere un bagagliaio sorprendentemente capiente (pensate al bagaglio per 5 persone per 16 giorni!). Prima di arrivare a destinazione passiamo diverse frontiere: a quella svizzera dobbiamo acquistare la vignetta, che è un bollino valevole per l’anno solare che permette di circolare sulle autostrade , che attaccano sul vetro per la modica cifra di 26,50 € . Prendono gli euro ma danno il resto solo in franchi svizzeri. Passiamo sotto il traforo del San Bernardino (7 km.) e anche in Austria è obbligatorio comprare un bollino del costo di 7,70 € per 10 giorni. Attraversiamo anche il Liechtenstein e i paesaggi che vediamo sono deliziosi: chiesette, prati, cascate, laghi a perdita d’occhio…E fiori, fiori, tanti fiori. Dopo circa sei ore arriviamo a Peiting, che si trova a 11 km. Dai castelli, al nostro primo appartamento prenotato, dal prezzo così basso che siamo convinti di trovare qualcosa di molto modesto, invece… Non crediamo ai nostri occhi: un prato con bellissime azalee, un appartamento su due piani con due bagni rifinitissimi, bella cucina… insomma, una fantastica sorpresa e il tutto per 45 € a notte cioè per noi che siamo cinque solo 9 € a persona!!! Il gentilissimo proprietario ci parla in tedesco, ma quando si accorge che non ce la caviamo tanto bene, sfodera un perfetto inglese, dandoci tutte le informazioni necessarie, soprattutto sui posteggi. Non dimenticate di portare con voi il disco orario perché in tutta la Germania si posteggia solo a pagamento o gratis ma con il disco orario.

Arriviamo a Füssen che sono quasi le 5 del pomeriggio e prima di arrivare in paese abbiamo l’emozione di vedere da lontano il “nostro” castello: che bello! Ma lo visiteremo domani. Per il pomeriggio ci “accontentiamo” di una prima visita a Füssen, un delizioso paesino contornato dalle Alpi con caratteristiche viuzze, tutte pedonali, rigorosamente pulite e accoglienti. Cerchiamo il posteggio consigliatoci da Herr Steinle, il più vicino al centro storico al prezzo di 75 c./h. Facciamo un piccolo giro, vediamo la via romana Claudia Augusta, ma siamo stanchi del viaggio, quindi facciamo un po’ di spesa da Rewe, una catena di supermercati molto convenienti, e andiamo a goderci il meritato riposo, non prima di aver bevuto la prima delle innumerevoli birre, una buonissima Franziskaner, weisse bier.

2° giorno Castelli – Wieskirche – Füssen.

Oggi sveglia molto presto perché abbiamo prenotato su Internet la visita ai due castelli, quello di Hohenschwangau e quello di Neuschwanstein e dobbiamo essere lì un’ora prima della visita per ritirare i biglietti. A questo punto è d’obbligo dire qualche parola su Ludwig II di Baviera, l’artefice della costruzione di tre dei castelli che visiteremo. Ludwig aveva un animo romantico, nasce nella metà dell’ottocento ma ha il mito dei sovrani assoluti francesi e spera di poterli imitare facendosi costruire castelli uno più bello dell’altro. Ma le sue spese folli portano i consiglieri a farlo dichiarare infermo di mente. Proprio il giorno successivo a questo avvenimento il suo corpo senza vita viene ritrovato sulle rive del lago Starnberg e le cause della sua morte sono ancora oggi misteriose: omicidio o suicidio? La sua sorte così tragica, la sua straordinaria bellezza (1,91, occhi blu e un viso veramente bello), il suo ingrassamento progressivo e la perdita di tutti i denti che lo portano ad essere sempre più solitario, la sua morte a pochi giorni dal compimento dei 40 anni suscita in noi un certo affetto e una gran pena. Una cosa è certa: i soldi che Ludwig ha fatto spendere al suo governo sono tornati tutti indietro e con enormi interessi perché la quantità di visitatori è veramente sorprendente.

Dobbiamo poi parlare della leggendaria efficienza teutonica e della loro attenzione verso il turista? Un esempio lo possiamo fare con la Familienkarte, una tessera della durata di 14 giorni che dà diritto alla visita di più di 40 castelli bavaresi al costo di 36 € per tutta la famiglia. Se considerate che l’ingresso ai singoli castelli varia dai 6 ai 10 € a persona il conto è presto fatto. ( Da questa carta è escluso il castello di Hohenschwangau che appartiene ancora alla famiglia dei Wittelsbach la cui visita costa 9 € adulti, gratis i ragazzi fino a 18 anni). Riprendendo il discorso principale, ho prenotato le due visite via Internet al ticket service con un supplemento di 3,60 p.P. , una per le 9,50 e la seconda per le 11,50 e questa si rivela una mossa vincente perchè le code sono chilometriche: per Neuschwanstein ci sono tre ore di attesa. Invece noi arriviamo a Hohenschwangau ed entriamo puntuali all’orario prenotato. Il paesino ai piedi dei due castelli è veramente delizioso, con case dalle facciate affrescate e begli hotel. Il posteggio è grandissimo e si pagano 4,50 € per tutto il giorno. La giornata è stupenda, un cielo blu meraviglioso di cui godranno le tante foto che scattiamo nell’attesa, ci saranno almeno 30°. Al castello si può salire anche con carrozze trainate da cavalli al prezzo di 3,50 € p.P., ma Hohenschwangau è così vicino che dalla biglietteria impieghiamo circa 7 minuti ad arrivare. Il bel castello giallo con il cigno con le ali spiegate in cima apparteneva alla famiglia di Ludwig e lui vi trascorreva le sue estati. Da qui individuò il posto ideale per farsi costruire Neuschwanstein. Un modernissimo display elettronico nel cortile evidenzia il numero del turno assegnatoci alla cassa. Visto che siamo un bel gruppo di Italiani ci danno una guida, un donnone che parla bene la nostra lingua, ma con un forte accento teutonico. Lei ci racconta tutta la vita di Ludwig, di suo fratello Otto “principino con crande malatia ti nervi e di Liutpold, principe regente”. Il castello è molto bello, purtroppo non si possono fare foto, ma dalle sue finestre si godono straordinari paesaggi. Bellissima la camera della regina in stile turco. Inoltre mi ha molto colpito la cameretta del giovane Ludwig il cui soffitto era di un bellissimo blu ad imitare il cielo notturno ma la particolarità, come ci spiega il donnone, è che è cosparso di minuscoli fori dove i servi inserivano delle candele accese non appena il principino andava a letto… et voilà … il pargolo dormiva sotto un “vero” cielo stellato.

La visita dura non più di mezz’ora, per cui , con un’ora e mezza a disposizione ce la prendiamo comoda, prendiamo il gelato ecc. Non l’avessimo mai fatto! Il percorso pedonale per arrivare a Neuschwanstein è sì in bellissimi viali alberati all’interno di un bosco, ma sono piuttosto in salita e faticosi. Arriviamo stanchissimi dopo circa tre quarti d’ora con la paura di non fare in tempo, invece una gentilissima signorina, nonostante dieci minuti di ritardo, ci fa entrare lo stesso, evitando l’attesa di tre ore!!! Acquistiamo qui la nostra Familienkarte. Dappertutto si parla inglese, anche italiano qualche volta.

Se Hohenschwangau era stato bello, Neuschwanstein è favoloso, con la sala dei cantori e la sala del trono (senza trono) con mosaici dorati alle pareti ed enormi lampadari con centinaia di candele. Dopo la visita che purtroppo stavolta non è guidata da una guida in carne e ossa ma da un nastro registrato, visitiamo i cortili del castello con bellissimi dipinti sulle leggende medievali del Lohengrin.

Dopo un po’ di riposo ci decidiamo ad andare al Marienbrucke, un ponte che Ludwig si era fatto costruire sull’orrido di Pöllat (un precipizio) da un’angolazione particolarmente suggestiva per rimirare il suo castello nelle notti di luna. Il percorso per fortuna stavolta è meno faticoso e in un quarto d’ora ci siamo: è un ponte in legno e acciaio piuttosto ardito e sopra ci saranno circa un centinaio di persone . Ma siccome non soffriamo di vertigini ci avventuriamo e ammiriamo il castello: è bellissimo anche se parzialmente coperto da alcune impalcature. Sotto di noi una cascata di 45 m. Stanchi ma felici ci avviamo a prendere il pullman che alla modica cifra di 1 € ci porta giù. Per vedere bene i due castelli è sufficiente la mezza giornata, l’importante è arrivare presto per evitare le code.

Nel pomeriggio decidiamo di vedere due belle chiese: St.Coloman, una bellissima chiesetta in mezzo ai prati con davanti una deliziosa fontana fatta di tronchi d’albero, che purtroppo non riusciamo a trovare aperta anche passandoci diverse volte, e la Wieskirche, un sito dell’Unesco, patrimonio dell’umanità. Approfitto per aprire il discorso “navigatore”. In generale le indicazioni stradali ci sono, ma spesso senza il nostro navigatore ci saremmo senz’altro persi. Per arrivare qui, per esempio, ci ha fatto prendere una stradina in mezzo ai boschi che non aveva alcuna indicazione stradale, e ci ha fatto arrivare proprio alle spalle della chiesa in un posteggio a due passi, mentre le indicazioni facevano fare una strada molto più lunga (che abbiamo preso al ritorno) e il posteggio indicato era ad almeno 10 minuti a piedi dalla chiesa. La Wieskircke è una bella chiesa rococò con stucchi dei fratelli Zimmermann dove è custodito un Cristo flagellato legato ad un miracolo; quando siamo arrivati però c’era un concerto e quindi non siamo riusciti a raggiungere l’altare. Per concludere il pomeriggio torniamo a Füssen sotto un bell’acquazzone. Per la prima volta sperimentiamo quello che poi capiterà diverse volte: dopo una bella giornata con sole caldo, nel pomeriggio improvvisamente si mette a piovere, quindi non dimenticate ombrelli e k-way. Sotto la pioggia vediamo il castello di Füssen che a quell’ora ha già chiuso, ma dopo un bel viale acciottolato in salita possiamo vedere il delizioso cortile tutto affrescato con trompe-l’oeil, cioè quei disegni che imitano finestre , colonne, statue etc. C’è persino una finestra con un cuoco affacciato! 3° giorno Castello di Linderhof – Oberammergau – Innsbruck La nostra meta di oggi è Linderhof, il secondo castello voluto da Ludwig, a una cinquantina di km. Da Füssen, fuori dalla Romantische. Per arrivarci bisogna attraversare un pezzetto di Austria. La strada è veramente incantevole, fra prati, boschi e si costeggia anche un tratto di Alpensee, dove si specchiano le montagne. Se la giornata è bella vi capiterà di vedere tanti bagnanti sulle rive dei laghi, cosa che a me che vengo dalla Sicilia fa non poca impressione. Il posteggio di Linderhof è anch’esso in mezzo al bosco (2,50 €) e siccome ormai con la nostra Familienkarte entriamo gratis in tutti i castelli bavaresi, andiamo alla cassa solo per prenotare l’orario della visita. C’è più di un’ora da attendere, per cui prima visitiamo il bellissimo parco con tripudio di fiori colorati, aiuole a spirale, fontane, vasi e i vari padiglioni sparsi nel giardino. La Maroccan house è una piccola casetta di sapore orientale con begli interni che però si possono vedere solo attraverso un vetro. Il padiglione era stato acquistato all’esposizione universale di Parigi del 1878 ma alla morte di Ludwig era stato frettolosamente venduto. Nel 1980 lo stato lo ha ricomprato e lo ha rimesso nel posto originale, quasi per chiedere scusa a Ludwig. L’altro padiglione era il Chiosco Moresco, ma le distanze sono grandi, in salita e per stanchezza rinunciamo, ma doveva essere anche più bello dell’altro. L’unica cosa che riusciamo a vedere prima del nostro orario di visita è la Grotta di Venere. Ludwig era un grandissimo ammiratore di Wagner, spesso lo sovvenzionava e lo invitava nei suoi castelli, ma Wagner non sempre accettava. Il re si fece costruire questa grotta artificiale al centro della quale c’era un laghetto dove lui, cullato in una piccola barca a forma di conchiglia, amava ascoltare il Tannhäuser, il Parsifal e tutte le opere di Wagner. Una guida ricrea l’atmosfera facendoci ascoltare quelle musiche rendendo il tutto molto suggestivo . Finalmente possiamo visitare il castello. Anche qui il gruppo di Italiani è nutrito e quindi abbiamo la nostra guida. Come negli altri castelli non si può fotografare, ed è un vero peccato perché qui, forse più che negli altri, gli arredi e gli interni sono fastosi e favolosi. Guardandolo dall’esterno infatti, si rimane un po’ delusi per le dimensioni e si pensa: “Ma ci hanno imbrogliato. Questo sarebbe un castello?” perché in effetti è piccolino essendo nato in origine come casina di caccia, ma gli interni sono così sfarzosi che ben presto ci si ricrede e alla fine, anche se è difficilissimo scegliere, Linderhof rimarrà uno dei nostri preferiti.

Fra le sale più belle la sala degli specchi con stucchi bianchi e dorati,con il suo effetto di corridoio infinito, e la sala da pranzo con lampadario e enorme centrotavola della manifattura di Meissen, una porcellana molto pregiata. In questa sala c’è il famoso “tischlein-deck-dich”, il tavolo che si apparecchia da sé, che ritroveremo anche nell’altro castello fatto costruire da Ludwig, Herrenchiemsee. Con un pesantissimo meccanismo questo grande tavolo scendeva nelle cucine e risaliva apparecchiato di tutto punto. Questo perché il re, con il passare degli anni, diveniva sempre più riservato e solitario, forse anche perché, avendo perso tutti i denti, si vergognava a farsi vedere dalla servitù mentre mangiava. Anche qui si mette a piovere e quindi rinunciamo all’idea di continuare a visitare i giardini. Tornando indietro visitiamo il caratteristico paesino di Oberammergau. Nelle opinioni dei Tpc avevo trovato pareri contrastanti e quindi non ero proprio sicura di includerlo nel giro. Che fortuna avere deciso per il sì! È stato uno dei posti più deliziosi che abbiamo visitato! Il paese è famoso per la processione della passione che si svolge ogni dieci anni, ma ciò che lo rende imperdibile sono le sue case, ognuna dipinta con un soggetto diverso. Fra le più fotografate ce n’è una con la crocifissione su sfondo blu, molto bella, poi Hänsel e Gretel, Cappuccetto Rosso,scene di caccia, un cane che esce dalla cuccia abbaiando ai passanti e chi più ne ha più ne metta. Qui come non mai notiamo la differenza con i nostri ritmi frenetici: tutto è rilassato, la gente è tranquilla e siede ai “biergarten” i giardini dove si beve birra (ma non solo), agli orari più disparati, al supermercato non usano le buste di plastica, che se proprio le vuoi costano 20c., ma le massaie vanno a fare la spesa col cestino di vimini. Per pranzo mangiamo in una rosticceria in Dorfstraße 26, dove assaggiamo per la prima volta dei panini con leberkase heiss, una specie di pasticcio di maiale di una bontà, ma di una bontà… ancora oggi a pensarci mi viene l’acquolina in bocca (per la ridicola cifra di 1,50 cad.). Bellissima anche la chiesa parrocchiale rococò con piccolo cimitero annesso. Dopo aver passeggiato con grande serenità, ci avviamo per Innsbruck, distante un centinaio di chilometri. Il monumento più famoso della cittadina è il Tettuccio d’oro (che di quel metallo ha solo il nome, essendo le tegole di rame) commissionato da Massimiliano I per il suo matrimonio. Nella stessa strada, la Herzog Friedrich straße, c’è il negozio della Swarowsky con una bella mostra di oggetti uno più brillante dell’altro fra cui una sedia, vestiti da sera, una spilla a forma di ragno etc. Una cosa buffa: nei bagni gli appendini dietro le porte sono di Swarowsky. Ai piani superiori il negozio è molto grande essendo quella, credo, la sede principale. Visitiamo poi il duomo di San Giacomo con una bella madonna di Cranach, ma anche qui la pioggia ci induce a non soffermarci a lungo. Davanti al Casinò, nel cui posteggio abbiamo lasciato la macchina, c’è un fontana troppo carina che ritroveremo anche altrove: un’enorme palla di marmo rosso che gira, spinta dalle nostre mani, sospesa sull’acqua.

Accompagnati dalla pioggia torniamo per l’ultima notte nella nostra bellissima casa. Non posso fare altro che consigliarla ai prossimi Tpc, sia per la bellezza della casa che per la gentilezza dei proprietari, disponibili e fiduciosi nel prossimo al massimo, al punto che per pagare abbiamo dovuto cercarli noi la mattina della partenza. Prima del ritorno a casa ci coglie il solito acquazzone, ma stavolta succede qualcosa di inaspettato: proprio sui prati sullo sfondo di Neuschwanstein si forma un bellissimo arcobaleno dai colori così intensi e con addirittura un secondo arcobaleno più sfumato, che abbiamo fatto delle foto da concorso (modestamente). Sembra quasi che il “mio” castello abbia voluto salutarmi con qualcosa di indimenticabile. Dopo cena siamo tornati per fotografare i castelli illuminati di notte, ma mentre Hoheschwangau era ben visibile, Neuschwanstein lo era un po’ meno.

4° giorno Rottenbuch – Schongau – Landsberg am Lech La mattina del 9 agosto c’è freddissimo circa 10°, piove e tira vento. La nostra prima tappa è il paesino di Rottenbuch, scelto perché c’è una chiesa, Mariä Geburt, descritta come un gioiello del rococò. In effetti è così, la chiesa è bellissima, ma praticamente in paese c’è solo quella, per cui dopo la visita ci rimettiamo in cammino. Prossima tappa Schongau. Posteggiamo gratuitamente e ci avviamo per una strada in salita che ci porta alla Frauentor, una delle porte d’accesso alla cittadina che è ancora racchiusa da mura medievali, parte delle quali ancora percorribili. Purtroppo anche qui piove e i banchi del mercato sulla Markplatz (piazza del mercato onnipresente in ogni cittadina, così come il Rathaus, il municipio e la Brunnen, la fontana principale) sono coperti. Sotto la pioggia vediamo la Ballenhaus e la Torre della Polizia. Anche qui una bella chiesa rococò ricca di stucchi dei fratelli Zimmermann, Mariä Himmelfahrt. Un bel po’ infreddoliti ci rimettiamo in macchina e arriviamo in una mezz’oretta a Landsberg, dove abbiamo prenotato la nostra prossima casa. Ricordatevi che sulle strade e autostrade tedesche non ci sono limiti di velocità, ma spesso capita chein prossimità di una zona abitata ci sia un limite a 50 e anche a 30 e spesso non si ha il tempo di decelerare così velocemente. Una volta ci è capitato divedere un flash improvviso e di esserci resi conto dopo che probabilmente era un autovelox. Per quanto riguarda i controlli di pattuglie di polizia, solo un paio di volte ne abbiamo viste e considerate che abbiamo percorso 3559 Km. Ma non ci hanno mai fermato. Arrivati a Landsberg abbiamo la nostra seconda sorpresa. La casa è a pochi km. Dal paese e, se possibile, è ancora più bella della prima. Arredamento moderno di ottima qualità, ante degli armadi spesse quattro dita, in cucina piano cottura a induzione, lavastoviglie e un graziosissimo sportello angolare che mia figlia ha ribattezzato “esposizione padelle” perché aprendolo si azionava un meccanismo girevole che ti permetteva di prendere comodamente tutti gli oggetti riposti. Dopo aver disfatto i bagagli facciamo un primo giro della cittadina. Parcheggiamo in un posteggio sotterraneo, ma poi ci rendiamo conto che è facile anche posteggiare gratuitamente con la zona disco a 2 o a 3 ore. La cittadina è famosa per le cascate del fiume Lech che salta su dei gradini artificiali in un punto in cui il fiume è molto largo, facendo una bella spuma bianca. Incontriamo anche un pescatore con tanto di cappello con piuma che pesca due trote, una delle quali di almeno 2 kg. Il paesino è delizioso, con dei bar che servono ai clienti enormi coppe di gelato direttamente sul muretto che guarda giù sul fiume con ombrelloni bianchi e fiori rossi. Arriviamo fino alla Mutterturm, una bizzarra torre dai tetti gialli e verdi fatta costruire da un pittore in onore della madre. Nelle sue vicinanze il fiume dà vita a piccolissime cascate, fontanelle, si nasconde improvvisamente per riapparire a pochi metri di distanza dopo ponticelli e scalette varie; insomma, una delizia.

5° giorno – Monaco di Baviera La visita di Monaco è capitata casualmente di domenica. Questo da un certo punto di vista è stata una fortuna perché avevamo saputo che il posteggio sotterraneo proprio sotto il centro storico costava 3 € l’ora e 18 per l’intera giornata, invece di domenica parcheggiare per la strada è gratuito, però tutti i negozi, e anche il Viktualien Markt, descritto come un vivacissimo mercato molto animato, sono chiusi. Entriamo a Monaco proprio dalla parte del mercato e la prima chiesa che visitiamo è quella di San Pietro. In questa chiesa sulla testa della statua di San Pietro c’è una corona , che viene tolta quando muore il Papa e viene rimessa con solenne cerimonia quando viene eletto il nuovo. Il campanile attira la nostra attenzione e per l’insistenza del maggiore dei miei figli che ama le torri, scaliamo i 306 scalini che conducono in cima. Oggi, fra l’altro non si paga . La salita è impegnativa, arriviamo senza fiato, ma da sopra la veduta ci ricompensa: infatti c’è una veduta laterale su Marienplatz, la celeberrima piazza del municipio e proprio in quel momento,le undici, sta suonando il più grande carillon della Germania sulla facciata del Rathaus, così pieno di fiori rosa che è veramente un bel colpo d’occhio. Dopo tante foto riscendiamo non senza difficoltà perchè la scala è una sola e bisogna indovinare il momento giusto per non fare marcia indietro per far passare i turisti in salita. Finalmente scesi, arriviamo subito in Marienplatz, che è senza dubbio una delle piazze più belle viste finora. Visitiamo i cortili interni del municipio, dove ci sono biergarten e ristoranti, cosa che per noi risulta piuttosto strana. Ve lo immaginate un ristorante dentro il Campidoglio? Proprio a Marienplatz, sulla destra del Rathaus c’è il punto informativo che è la prima cosa che cerchiamo in ogni città o paese che visitiamo per procurarci la mappa che in genere è gratuita. A Monaco è molto centrale ma non sempre sarà facile trovarlo.

Visitiamo anche la Frauenkirche, la cattedrale di Monaco con i suoi campanili gemelli e il campanile a cipolla, tipici di tutta la Baviera. All’ingresso c’è l’impronta di un piede e la leggenda narra che sia l’orma del diavolo! Tre volte al giorno, alle undici, a mezzogiorno e alle cinque a Marienplatz il carillon verde con le statue a grandezza naturale fa il suo spettacolo che termina con il gallo che sbatte le ali tre volte. Celebra il matrimonio fra due regnanti, che insieme ai ringraziamenti per la fine della peste e la fine delle guerre è uno dei motivi per cui i Tedeschi costruivano colonne, statue archi di trionfo, fontane e carillon. Anche l’Oktoberfest fu creato per celebrare il matrimonio di Ludwig I di Baviera. Lo spettacolo richiama sempre tanta gente che alla fine applaude la performance.

Dopo ci avviamo a visitare la Residenz e lungo la strada ci imbattiamo in una suonatrice di uno stranissimo strumento a corde con un coloratissimo costume di qualche nazione dell’est e ci fermiamo un po’ ad ascoltare la sua voce melodiosa. Dopo un bel po’ di strada arriviamo alla Residenz, il palazzo reale di Monaco. Entriamo con la nostra carta e ci viene consegnata un’audioguida che però è impossibile da seguire perché si dilunga troppo per ogni ambiente. Tra le cose più belle l’Antiquarium, una galleria lunga 66 m. Con busti di imperatori romani, le due cappelle e soprattutto la Schatzkammer dove è esposto il tesoro dei Wittelsbach. In alcune corone hanno sostituito le pietre preziose con copie perché nel corso dei secoli sono state vendute, ma il pezzo più bello è senz’altro una piccola statua di San Giorgio che uccide il drago letteralmente tempestata di rubini, diamanti e perle.

Sempre a piedi ci rechiamo agli Englisher Garten ma ci rendiamo conto che è uno sbaglio perché le distanze sono grandi e sotto il sole caldo diventa veramente faticoso. Avremmo dovuto prendere la metro o i bus. Finalmente arriviamo a questi giardini, molto curati, con ruscelli, ponti, pagode sparse che sono famosi anche perché frequentati da nudisti. E in effetti quella domenica , complice la bella giornata, ce ne sono davvero tanti distesi sui prati, anche se abbiamo notato che i giovani erano in costume, mentre gli anziani (e le anziane) non si esimevano dal mostrarsi in costume adamitico. Cerchiamo i biergarten per cui i giardini sono famosi e finalmente verso le quattro riusciamo a mangiare un bel panino col würstel seduti al tavolo dopo aver fatto una lunga fila. Per chi non ama la birra ci sono delle fresche bevande alla frutta che si chiamano Perger. Ci sono anche delle comode amache all’ombra a disposizione di tutti.

La tappa successiva è una piazza chiamata Stachus dai monacensi anche se il vero nome è Karlsplatz. È una piazza molto vivace e carina che consiglio di visitare per la bella atmosfera che vi si respira. C’è anche una fontana dove l’acqua sgorga dal pavimento e parecchi turisti tentano di farsi la foto fra gli spruzzi con l’unico risultato di uscirne completamente zuppi. Passeggiando prendiamo un gelato da uno dei tanti gelatai italiani o presunti tali con la particolarità che qui i gelati vengono venduti a “palle” (kügeln), quindi puoi decidere tu quanto pagare a seconda di quante “palle” vuoi sul cono. Continuando la passeggiata ci imbattiamo in un gruppo di ragazze vestite elegantemente che suonano il violino anche molto bene , dando vita a un bel concerto. Prossima meta l’Hofbräuhaus, forse la birreria più famosa del mondo, anche a causa di un giovane Hitler che vi teneva i suoi primi discorsi. Ma brutti ricordi a parte la birreria ha un’atmosfera strepitosa: volte affrescate, lunghe tavolate in legno massiccio, persone che si siedono accanto senza conoscersi e che dopo un po’ cominciano a ridere e a cantare insieme, bionde cameriere con generosi decolletés, suonatori in calzoni corti che eseguono le tipiche canzoni bavaresi e poi … fiumi di birra. C’è anche il giardino all’aperto al cui centro c’è un’antica fontana in pietra. Questo locale mi ha proprio colpito e mi si è impresso piacevolmente nella memoria. In tutto questo considerate che non ho mai bevuto una goccia di birra perché non mi piace proprio.

Proprio di fronte c’è l’Hard Rock Café dove i ragazzi acquistano un cappellino ( uno in ogni città visitata). Veramente sfiniti torniamo alla macchina e seguiamo le indicazioni per lo stadio Allianz Arena costruito per i mondiali che mio figlio teneva a vedere. Per arrivarci c’è un’autostrada che conduce solo lì e posteggi per un numero enorme di macchine. Questo stadio, chiamato anche il gommone, si illumina di blu, rosso o verde a seconda della squadra che vi gioca, ma essendo pomeriggio era solo bianco. In conclusione della giornata posso dire che Monaco è una città veramente bella che avrebbe meritato almeno tre giorni di visita.

6° giorno – Legoland Quest’oggi c’è una grande sorpresa per i miei ragazzi: invece di visitare chiese e musei si va a Legoland, un grande parco giochi a un’oretta di autostrada da Monaco, vicino alla città di Ulm. Il biglietto costa 31,50 € per gli adulti e 27,50 fino a 11 anni. Ero stata a lungo indecisa se comprare i biglietti su internet per evitare le code, ma ho fatto bene a non farlo perché ci sono tantissime casse e siamo entrati quasi subito. Il posteggio, enorme, è 5 € per l’intera giornata e gli orari 10 – 21. Dopo queste informazioni pratiche, passiamo al racconto della giornata. Il parco è molto grande e con molte attrazioni. Certo, se magari siete stati a Disneyland, Legoland vi sembrerà piccolo e le attrazioni meno entusiasmanti, ma vi si trascorre comunque l’intera giornata in allegria. Vi ricordate quante ore trascorse da bambini a costruire casette e personaggi? Qui vi sono centinaia di soggetti costruiti interamente di mattoncini Lego impiegandone milioni e milioni di pezzi., comprese giraffe a grandezza naturale e una faccia di Einstein (nato nella vicina Ulm) alta almeno tre metri. Naturalmente la giornata trascorre fra montagne russe (la più notevole Project x – Lego test track con una discesa abbastanza ripida anche per me che ne sono un’appassionata) e giochi vari con grande divertimento dei ragazzi e un po’ meno di mio marito, che non amandole passa la giornata ad aspettare. Ci rinfreschiamo prendendo una granita multicolore che mettono in uno strano bicchiere con cannuccia di almeno mezzo litro dal costo di 6,50 € la prima volta e 3 € per le “ricariche”. Sicuramente fra le cose più carine c’è Miniland, un zona del parco dove si possono ammirare varie città del mondo in miniatura composte interamente di mattoncini. Per rendere più reale la ricostruzione, tramite dei pulsanti possiamo far muovere aerei, treni e barche. Immancabile il castello di Neuschwanstein, bella la ricostruzione di Venezia e carino lo stadio Allianz Arena con tanto di partita in corso e flash dei fotografi, sempre azionati da noi. Verso le 8 abbiamo appena il tempo di raggiungere di corsa la macchina che si scatena l’ennesimo temporale, stavolta più violento degli altri, che ci costringe ad andare piano in autostrada.

7° giorno – Herrenchiemsee Oggi è prevista la visita di un altro castello voluto da Ludwig, forse il più ambizioso in quanto nelle sue intenzioni doveva essere una copia fedele di Versailles. La sua morte prematura impedì la costruzione delle ali del castello, per cui rimane solo il corpo centrale. Dal punto di vista paesaggistico questo è forse uno dei più armoniosi essendo costruito su un’isola per raggiungere la quale bisogna prendere un battello nel paesino di Prien. Un’ora e mezza di macchina è stata necessaria per raggiungere il posto, anche se, come sempre, i paesaggi che si incontrano sono veramente incantevoli. È bene calcolare un’intera giornata per questa visita. Il posteggio su terraferma 3 € e circa 7 il biglietto per il battello A/R anche se ci sono diversi tragitti fra cui si può scegliere. Arrivati sull’isola c’è una camminata di circa 20 minuti da fare. In alternativa il solito carro. Anche qui prendiamo il turno con la nostra tessera. Il castello è sfarzoso, ci sono molti bellissimi saloni, ma quello che colpisce di più è senz’altro la galleria degli specchi, fatta ad imitazione di quella di Versailles, ma forse anche più bella perché più larga. Il mito del Re Sole, quasi un’ossessione per Ludwig, è qui presente ovunque. Una curiosità: durante la lavorazione del film “Ludwig” di Luchino Visconti, si ruppe uno specchio che non è mai stato sostituito. Mi riprometto di vedere questo film, perché è stato girato in tutti i castelli da noi visitati e le guide ci hanno detto che è uno dei più fedeli alla realtà. Anche qui troviamo il “tavolo che si apparecchia da sé “ già visto a Linderhof. Da una scala a chiocciola il re poteva scendere a pianterreno dove c’era un’enorme vasca ovale con il soffitto affrescato con un bel panorama mediterraneo. Come al solito la visita dura appena una mezz’oretta e quindi passiamo parecchio tempo nel parco. Anche qui le fontane sono ad imitazione di Versailles, molto fedele quella centrale dedicata a Latona, con le tartarughe. I giochi d’acqua sono ogni mezz’ora circa. Nel parco sono ospitati dei bellissimi cervi a cui diamo da mangiare. Ci sarebbe anche un sentiero lungo 7 km. Che conduce nei posti più pittoreschi dell’isola, ma la stanchezza della settimana già trascorsa comincia a farsi sentire e con mio sommo dispiacere vi rinunciamo. Non rinunciamo però a vedere il museo di Ludwig, sempre compreso nella tessera, che è l’unico dedicato al “re delle favole” con molte foto (fra cui una di pessimo gusto del re nella bara), quadri, mantelli,abiti e oggetti che parlano di lui e anche della principessa Sofia, sorella di Sissi, con cui fu fidanzato per un breve periodo. La rottura del fidanzamento non ha spiegazioni ufficiali, ma alcuni la giustificano con la presunta omosessualità del re. Veramente stanchi prendiamo il battello del ritorno ed è un bello spettacolo perché il sole comincia tramontare e c’è una bellissima luce.

Abbiamo un po’ di tempo per fare la spesa per poi cucinare la farfallette al salmone nella nostra bellissima cucina con fornelli a induzione. A questo proposito vorrei aprire una parentesi su quanto in Germania siano più avanti di noi per quanto riguarda l’ecologia. Mi chiedevo cosa fossero degli strani aggeggi che vedevo nei supermercati, poi ho avuto la risposta: quando si acquista una bibita in bottiglia di vetro o di plastica, si paga un sovrapprezzo chiamato “pfand”che va dai 15 ai 30 centesimi. Quando la bottiglia è vuota si riporta al supermercato, si introduce in una macchina che ne legge il codice a barre ed emette uno scontrino che si dà in pagamento alle casse. In questo modo si è quasi obbligati a fare la raccolta differenziata. (senza contare che i bambini si divertivano un sacco a infilare le bottiglie nella macchina). Inoltre lungo le strade non si può fare a meno di notare che i pannelli solari sono diffusissimi, ne abbiamo visto addirittura file in mezzo ai campi, e non si può certo dire che la Germania sia il paese del sole! E noi che in Italia, soprattutto al sud , abbiamo il sole 11 mesi l’anno…

8° giorno – Monaco Oggi torniamo a Monaco per vedere il castello di Nymphenburg lasciato come ultimo dei luoghi legati a Ludwig, mentre avrebbe dovuto essere il primo, in quanto qui nacque il 25 agosto del 1845 nella camera da letto verde. Anche questo castello è incluso nella tessera e il posteggio è incredibilmente gratis. Altra cosa eccezionale, in questo castello è consentito fare foto e riprese. L’audioguida che ci forniscono ci dà tante notizie sulle varie stanze. Molto bella la grande sala delle feste, stupendamente affrescata, e la galleria delle bellezze, dove fanno bella mostra di sé 36 ritratti commissionati dal nonno del nostro Ludwig, Ludwig I. Non ci sono solo ritratti di nobildonne, ma anche di donne del popolo, purché fossero belle. La fanciulla più bella infatti è la figlia di un calzolaio, commessa in un negozio di giocattoli; c’è poi Lola Montez, che costò l’abdicazione al settantenne Ludwig I, che si era invaghito di questa avventuriera e le aveva dato titoli nobiliari e possedimenti vari.

Finita la visita del castello si passa nel parco, che è veramente uno dei più estesi che abbiamo visitato. Chilometri di sentieri nel bosco fra ruscelli, cascate, laghetti, ponticelli e cigni in grande quantità. Nel parco sono sparsi diversi padiglioni: il più sontuoso è l’Amalienburg, un castello in miniatura con tanto di sala degli specchi con stucchi d’argento e le cucine con piastrelle fatte venire appositamente dal Belgio. Qui siamo gli unici visitatori e ci fa un po’ di pena il custode che passerà le sue giornate in solitudine! Un altro padiglione è Badenburg dove c’è la prima piscina coperta e riscaldata dell’Europa moderna, risalente agli inizi del ‘700. Prima di andare via visitiamo il museo delle carrozze dove ne sono conservate tantissime incredibilmente decorate, usate dai vari kaiser per matrimoni, funerali ecc. Molto belle le slitte appartenute a Ludwig con cui si faceva portare ai suoi castelli nei rigidi inverni nevosi. Dopo un pranzo molto scadente in un bar di Monaco ce ne torniamo a Landsberg e passiamo il pomeriggio a finire di visitare questa graziosa cittadina. Visitiamo gli ex magazzini del sale, ora trasformati in elegante zona residenziale e passiamo di nuovo dal bar sulle cascate. La chiesa parrocchiale è in ristrutturazione e quindi non possiamo visitarla, ma è piacevolissimo gironzolare senza meta e scoprire stradine, cortili, zone pedonali e soprattutto per me gustare delle squisite meringhe in un panificio vicino al Rathaus. Scendiamo proprio in riva al fiume ad ammirarlo da vicino. Domani cambieremo città e quindi paghiamo il conto per questa bellissima casa, senz’altro la più bella di tutte: 69 € al giorno (incredibile!) 9° giorno – Augsburg-Donauwörth-Harburg-Rothenburg ob der Tauber Arriviamo ad Augsburg ( Augusta) intorno alle 11 e ci fermiamo all’inizio della Maximiliansraße, la via principale, dove la tariffa del parchimetro è ancora accettabile, perché più ci si avvicina al centro, più cara diventa. La città fu fondata in epoca romana (15 a.C.) dall’imperatore Augusto che modestamente se la intitolò. Percorriamo la via e vediamo le due fontane cinquecentesche, il municipio con la sala d’oro che però non visitiamo in quanto l’ingresso è piuttosto caro. Dalla Perlach turm, la torre alta 80 m. Che fiancheggia il Rathaus, si godrebbe un bel panorama, ma decidiamo per questa volta di non salire. Visitiamo il duomo con le vetrate più antiche di tutta la Germania, risalenti al1130, in un maestoso stile gotico. Nella cripta che è la parte più antica di tutta la chiesa, mi colpisce una piccola finestra con una lastra di onice al posto del vetro, ma ugualmente trasparente. Poi ci avviamo in macchina alla Fuggerei, un curioso quartiere popolare. Dico curioso perché fu fondato nel 1516 da Jacob Függer, un banchiere che prestava soldi anche ai re, che pensò di fondare il primo quartiere popolare al mondo dove gli abitanti ancora oggi pagano un affitto di 80 centesimi l’anno a patto che ogni sera dicano una preghiera per l’anima di Függer. Facciamo il conto che con il nostro biglietto famiglia del costo di 8 € abbiamo pagato l’affitto di una casa per 10 anni. Il quartiere però è delimitato da un portone bianco e blu che viene rigorosamente chiuso alle 10 di sera. I ritardatari dovranno pagare un’ammenda di 2 €. Il quartiere è carino e ben curato, ma a mio marito non piace perché gli dà un po’ l’impressione del ghetto.

Il prossimo paese in programma è Donauwörth, un paese alla confluenza del Danubio (Donau) con un fiume più piccolo, il Wörnitz. Anche questo paesino è particolarmente carino. La sua caratteristica è che una sua parte si trova su un’isolotto, Riede, cui si accede da diversi ponti. Su uno di questi c’è la Riedertor, la porta principale che sembra un castelletto rosso. I soliti ponticelli, salici piangenti fanno da sfondo alle nostre foto. Nella via principale del paese, fuori dall’isolotto, ritroviamo la fontana con la palla di marmo. Veramente bella la chiesa gotica di Nostra Signora nella Reichstraße, la strada principale, con un presepe animato che si può azionare con una manovella. La abbiamo visitata verso le tre del pomeriggio e dalle vetrate in parte bianche e in parte colorate filtrava una luce veramente suggestiva che proiettava sul pavimento delle belle macchie di colore.

Continuiamo il nostro viaggio e ci fermiamo ad Harburg, dove c’è il posteggio coperto meno costoso di tutti, solo 20 c. Per un’ora. Anche Harburg è un tipico paesino medievale con le strade acciottolate. In una di queste troviamo anche un grande stemma con l’aquila imperiale fatto appunto con piccoli ciottoli. Il paese è dominato dal castello sulla montagna, il possente Burg, ma la stanchezza comincia veramente a farsi sentire e rinunciamo alla visita. Il punto informativo qui è chiuso, anche per l’orario, essendo le tre e mezza,e quindi ci accontentiamo delle poche notizie che ho stampato di ogni luogo da visitare prima di partire. Su una casa troviamo un curioso grafico e capiamo che sono i livelli delle piene del fiume nei vari anni. In un paio di occasioni quella piccola casa era stata quasi sommersa! Dopo meno di un’ora torniamo alla macchina e proseguiamo per Rothenburg che è la prossima tappa del nostro viaggio. Qui abbiamo prenotato l’unico albergo con colazione perché ha una camera familiare con 4 posti con letto aggiunto. Le foto sul sito erano un amore, ma qui abbiamo la prima delusione per quanto riguarda gli alloggi. Da fuori l’albergo è carinissimo con i soliti fiori alle finestre e dipinto di fresco, ma la camera che ci danno è piuttosto piccola. È divisa in due stanze, ma lo spazio per muoversi è veramente poco. Obiettivamente la camera è decente, ma noi ci eravamo abituati veramente male con quelle favolose case e quindi pure questo albergo è consigliabile: “Zur neuen welt” a soli 5 minuti di macchina dal paese. Anche qui il prezzo è vantaggioso: 64 € al giorno per 5 persone colazione compresa e se ci si ferma per almeno tre notti c’è il 10% di sconto. Disfatti velocemente i bagagli ci rimettiamo in macchina per una prima visita di Rothenburg. Subito scocca la scintilla: il paese merita sicuramente la sua fama e il fatto che sia una delle cittadine più visitate della Germania è pienamente giustificato. Lasciamo la macchina prima della zona a pagamento e cominciamo a passeggiare fra le sue splendide case a graticcio ( o a traliccio)colore pastello che sono tipiche di tutta la Germania, ma qui sono veramente numerosissime. Arriviamo in Marktplatz giusto in tempo per vedere un carillon interno alle finestre del Rathaus che fa la rievocazione della Meistertrunk, la bevuta magistrale con cui il borgomastro salvò la cittadina dall’invasione svedese durante la guerra dei 30 anni. Infatti il borgomastro scommise con il capo dell’esercito avversario di riuscire a bere 5 litri di birra in un solo sorso e ci riuscì! Altro posto famosissimo è il negozio di Natale di Käthe Wohlfahrt con un graziosissimo camioncino rosso pieno di pacchi posteggiato sempre lì davanti ed è curioso farsi le foto con questo sfondo in pieno agosto! Fra poco il negozio chiuderà e quindi rimandiamo la visita, ma non possiamo mancare di andare a vedere il rinomatissimo Plonlëin, un punto in cui la strada si biforca in due. Avevo già visto tante foto di questo posto, ma vederlo di persona è veramente “romantico” e forse per questo ne avremo fatto una ventina di foto in qualsiasi condizione di luce, di giorno, al tramonto e in notturna. Mangiamo in un ristorantino proprio vicino al Plonlëin, dove il proprietario, dopo aver capito che eravamo Italiani, si esprime in un specie di Esperanto mischiando spagnolo, francese e italiano, dando vita a qualcosa di veramente buffo. Probabilmente se avesse parlato tedesco avremmo capito di più. Comunque la cena non è niente di eccezionale, se si eccettuano le fette di torta finali che erano veramente buone. In tutto il viaggio comunque abbiamo provato diversi dolci nelle bäkerei, i panifici,e, se si eccettua il fatto che erano spesso contornati da api, erano veramente buoni. Io in particolare mi sono innamorata delle meringhe, di qualsiasi forma e dimensione, con granella di nocciole, cioccolato e senza. 10° giorno – Wurzburg- Tauberbischofsheim- Bad Mergentheim Oggi cominciamo la giornata con la prima colazione servita di tutto il viaggio, perché negli appartamenti ce la dovevamo preparare da soli. Colazione abbondante e molto variata, con formaggi e salumi vari, ma anche il tradizionale latte, burro e marmellate. Raggiungiamo Wurzburg, punto finale della Romantische e ahimé anche l’ultimo dei castelli inclusi nella nostra carta. Oggi è ferragosto ma qui il tempo non se ne cura affatto, infatti piove e fa veramente freddo: di sicuro il ferragosto più fresco di tutta la mia vita. Arrivati in città ci rendiamo conto che tutto è chiuso perché è festa; di certo lì non festeggiano il ferragosto, ma ci sarà qualche festa locale. Per questo possiamo posteggiare gratis, ma non riusciremo a trovare aperto neanche il punto informativo. Visitiamo il duomo e poi andiamo in Marktplatz, dove tutto è chiuso e l’unica cosa che c’è da vedere è una bella chiesa bianca e rossa. Arriviamo al fiume in cerca di una “vecchia gru” che per qualche misterioso motivo è considerata monumento, mentre a mio parere è qualcosa di veramente brutto. Cerchiamo soprattutto l’ Alte Brucke, il vecchio ponte sul Meno, ornato da statue di santi e vescovi. Per arrivarci facciamo un percorso che più accidentato non si può, fra lavori in corso e divieti di passaggio che dobbiamo per forza ignorare, a meno di non fare un sacco di strada all’indietro. Finalmente, arrampicandoci per strade scoscese arriviamo al ponte a lì abbiamo l’amara sorpresa di voltare la testa e vedere che eravamo a 50 m. Dal duomo, bastava prendere la strada al contrario di come avevamo fatto. Grrr, che rabbia! Tutto perché non avevamo la mappa. Questa città comincia a non starci tanto simpatica. Dentro il Rathaus un plastico ci fa drammaticamente rendere conto d come questa, più di altre città, fu completamente rasa al suolo dai bombardamenti degli alleati con una pioggia di bombe durata diversi giorni.

Dopo un lungo cammino arriviamo alla grande piazza che ospita la Residenz, dichiarata dall’Unesco patrimonio dell’umanità. A questa reggia nel ‘700 lavorò il Tiepolo che affrescò gran parte dei saloni, ma soprattutto la volta dello scalone d’onore ampia oltre 600 mq., dai colori veramente belli. Molto bella anche la kaisersaal. Come sempre non si può fotografare e quindi facciamo alcune foto nei giardini, molto curati, ma veramente “scarsi” rispetto a quelli degli altri castelli. Decidiamo anche di non salrire alla fortezza, altro punto forte della città. Sarà la grande stanchezza, il freddo e il fatto che era tutto chiuso ma ce ne andiamo veramente delusi, non prima di aver visitato un’ultima chiesa in costruzione veramente bruttissima. Senz’altro è stato uno dei posti meno belli della Romantische .

Verso le 3 arriviamo nel paesino di Tauberbischofsheim e subito ci piace molto di più rispetto a Wurzburg. C’è la solita atmosfera ridente, anche se il tempo non è granché, le case a graticcio che circondano tutta la Marktplatz, i fiori, il concertino di campane del Rathaus ci ripagano subito della delusione subita. Il paesino successivo è Bad Mergentheim, dove gustiamo un ottimo panino col kebab nella piazza del mercato circondata da edifici rinascimentali. In quasi tutte le città, nella Marktplatz, abbiamo notato un palo alto, diversamente ornato, con tante piccole insegne a forma di scudo da un lato e dall’altro che probabilmente raccontano qualcosa delle città, anche se non abbiamo mai trovato nessuno che ci spiegasse cosa fosse di preciso. Ce n’era uno molto bello anche al Viktualien Markt di Monaco. In questo paesino è particolarmente grazioso, tutto decorato da rami di albero a spirale. Nella piazza principale c’è il castello con una bella facciata rossa e le garitte di guardia dove i turisti si fanno fotografare.

11° giorno – Rothenbug –Creglingen- Weikersheim Oggi si torna a Rothenburg per vederla meglio. Avendola così vicina abbiamo spezzettato la visita in maniera da scoprire meglio tutti i suoi angoli. Oggi la piazza del mercato, che qui corrisponde con quella del municipio, è particolarmente affollata da venditori e compratori rendendola molto vivace. La nostra curiosità principale è vedere questo famoso negozio sul Natale di Käthe Wohlfahrt, anche se io sono piuttosto scettica sulla possibilità di qualche acquisto: siamo ad agosto! Ebbene ne usciremo dopo un’oretta con diversi pacchi e le tasche molto più leggere. Era impossibile non farsi prendere dal fascino dei luccicanti oggetti dalle forme più svariate da appendere sugli alberi ma non solo, anche alle pareti e tantissimi personaggi e marchingegni per i presepi. La cosa che colpisce di più è un albero bianco girevole, che in altezza prende entrambi i piani del negozio, tutto illuminato dall’interno, completamente decorato. Vi sconsiglio però caldamente di visitare il museo all’interno del negozio per cui si paga un biglietto famiglia di 7 € che è solo un triste susseguirsi dei presepi tedeschi negli anni. Un po’ storditi da questo acquisto inaspettato continuiamo a visitare la cittadina, arrivando alle mura medievali che la circondano tutta e che sono in alcuni tratti percorribili, che si affacciano sulla verdissima vallata del fiume Tauber. Visitiamo anche la chiesa gotica di S. Giacomo e nella Herrngasse la Casa dell’architetto, una bella residenza dalla facciata tutta gialla. Prima di continuare compriamo in uno dei negozi di gastronomia “ 1 metro di salsiccia” nel senso che vi misurano letteralmente la salsiccia e poi la ripiegano dentro un panino; molto note sono anche le schneeballe (palle di neve) che sono un dolce fatto di una pasta simile alle nostre chiacchere tutte appallottolate e ricoperte delle creme più svariate, molto sdegnose per i miei gusti.

Il navigatore ci fa fare una strada veramente bella ma un po’ pericolosa per arrivare a Creglingen, un paesino praticamente inesistente famoso solo per la chiesa di Domineddio “Herrsgottkirche”. Il biglietto famiglia è di 4,50 € e al suo interno è custodito l’altare della Vergine scolpito in tiglio in oltre sette anni. La scultura in legno chiaro è talmente imponente e ha i tratti così delicati che sicuramente è valsa la pena arrivare sin qui. Nel pomeriggio i raggi del sole che penetrano attraverso il rosone colpiscono il viso della Madonna e lo trasfigurano. Fuori dalla chiesa c’è un bel cimitero circondato da enormi muri. Sicuramente si esce da questa chiesa con la sensazione di aver visitato un posto unico. Di fronte poi il paesaggio è talmente ampio e gradevole, la vista spazia così a perdita d’occhio che le belle sensazioni continuano. Se poi avete veramente tanto tempo nelle vicinanze c’è anche il museo del ditale (?). Ma si può? Proseguiamo per arrivare a Weikersheim, paesino piccolo piccolo dove si arriva subito nella piazza principale (graziosissima) alla fine della quale c’è il castello per il quale siamo venuti. Purtroppo essendo usciti dalla Baviera (siamo in Baden-Wuttemberg) ora dobbiamo pagare gli ingressi. Per questo castello il biglietto famiglia è di 12,50 €. Nonostante il rischio delle ripetizioni, devo dire ancora una volta che eravamo abituati veramente male. Questo castello apparteneva a un nobile e quindi era già meno sfarzoso dei precedenti; la gestione non è delle migliori, le guide sono organizzate malissimo, parlano solo tedesco e l’unica sala degna di nota è una grandissima stanza con riproduzioni di animali, fra cui un elefante, che spuntano letteralmente dai tetti. Il giardino però è molto ben curato e ci sono diversi sposi che fanno le foto. Torniamo a Rothenburg nel tardo pomeriggio perché per la sera ho pensato di partecipare al giro col guardiano notturno. Ci si incontra alle 8 in Marktplatz ed arriva uno strano personaggio con un lungo mantello nero, un cappellaccio, una lanterna e un’alabarda. In un cantilenante inglese racconta la storia della città nel medioevo, conducendoci per le vie più importanti e facendoci percorrere un pezzo di mura di cinta riportandoci indietro nel tempo. Dopo un’oretta il giro finisce e il guardiano raccoglie le quote di 6 € p.P. Ma non c’è organizzazione e molti si allontanano senza pagare. È stata un’esperienza carina, ma la guida non parlava molto chiaramente, e non abbiamo capito proprio tutto ciò che ha detto.

12° giorno – Nordlingen – Dinkelsbühl –Feuchtwangen – Schillingfürst Quest’oggi visitiamo gli ultimi paesini prescelti per completare la Romantische, perché domani la lasceremo per spostarci in Foresta Nera. Invece di salire stavolta scendiamo e il primo paese che visitiamo è Nordlingen, un centro molto caratteristico perché costruito all’interno del cratere lasciato da un meteorite caduto 15 milioni di anni fa. Siccome è domenica arriviamo e parcheggiamo gratuitamente proprio vicino alla chiesa di S. Giorgio il cui campanile, chiamato Daniel, è alto circa 90 m. Pensavate forse che non saremmo saliti anche su questo? Ma naturalmente sì! In questa torre la scala a chiocciola è abbastanza larga e addirittura arrivati a metà c’è una piazzola con i bagni e le panchine. Ormai siamo maestri nello scalare le torri e ben presto arriviamo in cima dove, prima di poter uscire sul balconcino si paga il biglietto (4,10 € famiglia) e vi danno numerosi dépliants. La vista da sopra è veramente bella. Ci si rende benissimo conto del fatto che le mura che circondano la cittadina, tutta di tetti arancioni, sono perfettamente circolari, come il meteorite che vi cadde. Le mura sono interrotte da 15 porte. È quasi mezzogiorno e mentre i miei familiari sono frettolosamente scesi, io mi fermo ad ammirare da vicino le enormi campane che di lì a poco suoneranno. Mi aspettavo di essere assordata dal frastuono, ma quello che non mi aspettavo era di pensare che ci fosse un terremoto: le enormi campane attaccate a supporti di legno hanno fatto vibrare talmente tanto il pavimento su cui mi trovavo da farmi prendere un bello spavento. Non vi dico poi i miei poveri timpani. Dopo i 12 rintocchi che mi sono sembrati molti di più, riesco a scendere sana e salva, anche se non mi spiego perché la discesa mi è sembrata un po’ più tremolante della salita. Ricongiuntami felicemente alla famiglia, visitiamo la chiesa gotica di S. Giorgio dove la cosa più bella è un enorme organo stupendamente decorato. Belli come al solito la Marktplatz e il Rathaus. Dopo un buon gelato mangiato in compagnia di un bel gattino, cambiamo paese e andiamo a Dinkelsbühl , dove posteggiamo fuori dalle mura. Per entrare passiamo su un ponticello sopra il fiume Wörnitz che circonda anche lui la cittadina. Come al solito notiamo che la vita scorre molto tranquilla, con anziani ma atletici signori in bici e persone che passeggiano. Come in altri posti anche qui si può fare il giro della città su un carro trainato da cavalli, ma essendo tutto in tedesco non ci pensiamo neanche. Sappiamo che nella Nördlingen Tor c’è il museo della terza dimensione con stravaganti effetti ottici fra cui un vampiro che al tuo passaggio si solleva dalla bara dove è disteso e sembra che ti morda o una bella ragazza che strizza l’occhio e ti bacia. Carino per passarci un’oretta, ma forse non vale i 25 € che abbiamo pagato. Fuori tra le tantissime insegne in ferro battuto che sono veramente centinaia in tutte le città ce ne colpisce una di una pasticceria con una bellissima torta a quattro piani. Altro paesino in cui ci fermiamo è Feuchtwangen che è tutto racchiuso nella Marktplatz dove ci sono le varie case a graticcio, la fontana medievale, il Rathaus e dove ci doveva essere l’ingresso a un bel chiostro romanico, ma purtroppo non possiamo accedere. Ultimo paesino Schillingfürst, dove c’è un castello barocco in alto sulla rupe. Del fatto che ci si potesse arrivare anche in macchina ce ne siamo accorti solo dopo aver fatto una stradetta ripidissima tutta in salita che ci ha fatto arrivare veramente senza fiato. Dopo esserci ripresi ci possiamo godere la bellissima veduta sulla vallata sottostante con in primo piano un bel campanile appuntito ( e non a cipolla questa volta). Ci dobbiamo rammaricare anche del fatto che essendo domenica non solo è chiuso il castello, ma anche la scuola di falconeria qui ospitata dove avremmo potuto vedere aquile, falconi e avvoltoi in volo e in esibizioni guidati dai loro maestri. Un po’ dispiaciuti ce ne torniamo a Rothenburg per la nostra ultima sera e dopo un rilassato giretto durante il quale saliamo su una delle porte ammirando le vie dall’alto, ci fermiamo per la cena in un modesto ristorante con tavolini all’aperto (Landsnechstübchen in Galgengasse 21). Non avremmo immaginato di essere sul punto di fare la cena più buona di tutto il viaggio: una squisita crema di funghi, una fetta di carne di maiale con squisita glassatura adagiata su una fetta di toast, cotolette ecc. Per soli 50 € in cinque. Torniamo in albergo consapevoli di aver visitato una cittadina veramente particolare con ottimi ristoranti e sinceramente un po’ dispiaciuti di dovercene andare.

13° giorno – Baden-Baden – Mummelsee – Freudenstadt E oggi comincia l’ultima tappa del nostro viaggio che finora ci ha regalato momenti e sensazioni veramente indimenticabili. Fatta colazione e pagato il conto (pure scontato perché siamo rimasti 4 notti) ci mettiamo in viaggio per Baden-Baden. Anche se dobbiamo affrontare circa 250 km., abbiamo deciso di farlo perché questa parte della Germania sembra ancora più bella di quella già vista. In effetti le strade che percorriamo sono ancora più armoniose dal punto di vista naturalistico perché ci stiamo avviando verso la famosa Foresta Nera. Dopo due ore e mezza raggiungiamo la nostra meta che fin dalla scelta del posteggio ci fa capire di essere in un posto diverso dai soliti paesini. Ci sono 4 -5 grossi posteggi fra cui scegliere e subito ci si accorge che l’atmosfera è molto sofisticata. Infatti Baden-Baden è un famoso centro termale frequentato da “riccastri” che alternano le cure termali alle giocate al casinò che è uno dei più antichi della Germania. Avremmo voluto solo vedere i saloni che sono descritti come molto sontuosi e fra i più belli al mondo, ma il casinò apre nel pomeriggio. Che siamo in un posto “diverso” lo vediamo anche dal fatto che si paga per tutto: mappa della città, pipì e a anche per un bicchiere d’acqua termale che sgorga dalla fontanella c’è un’addetta che vuole i soldini. Il centro però è molto ben curato e piacevole da visitare: la zona pedonale è costeggiata da eleganti negozi. Lungo tutto il viale principale, la Lichtenaler allée scorre il fiume Oos. Per mangiare scegliamo Nordsee, una catena di fast food tutto a base di pesce del nord. Seduti ai tavolini gustiamo salmone,pesci vari non identificati e un strano risotto veramente squisito. Finita la nostra visita e pagato un salato posteggio , prendiamo la Schwarzwaldhochstrasse, cioè la strada panoramica che attraversa la Foresta Nera collegando Baden- Baden a Freundenstadt. Percorrendola possiamo godere di incantevoli vedute su valli verdeggianti ma soprattutto su boschi e boschi che formano la famosa Foresta Nera che di nero in realtà non ha proprio niente, solo tanto verde, verde e verde. Spesso vediamo anche cascate, ruscelli e qualche piccolo laghetto. Sembra impossibile , ma anche qui c’è qualcuno che si prende cura di splendidi fiori. Vediamo anche che dalla strada partono sentieri che per chi ha tempo condurranno in mezzo a questo fantastico bosco. A metà strada incontriamo il Mummelsee, un lago alpino a 1150 m. Rinomato per le leggende sulle streghe che di notte uscivano dai boschi per i loro sabbah. Ma di giorno il lago è quanto di più rasserenante ci possa essere. All’inizio ci sono i soliti biergarten e l’ufficio per il noleggio dei pedalò con cui si può solcare il laghetto, ma inoltrandosi nel vialetto che fa il periplo, sempre più ti senti riempire da un senso di pace e di serenità. Può sembrare una stupidaggine ma non dimenticherò mai il momento in cui ho riempito la mia bottiglietta con l’acqua che sgorgava direttamente dalla roccia: congelata e con un sapore particolarissimo, una delle più “buone” che abbia mai bevuto. Qui ho avuto modo di vedere ancora una volta che i genitori tedeschi sono molto meno apprensivi di noi. Una bambina di circa 3 anni era scivolata sulle pietre della riva e il papà, senza agitarsi più di tanto (anzi proprio per niente) l’ha recuperata e ha messo i vestitini ad asciugare sulle pietre. Dopo aver visitato i negozietti che vendevano streghe di tutte le dimensioni, ma soprattutto pezzi di prosciutto affumicato della Foresta Nera (mmmh… purtroppo la bontà e il profumo non si possono trasmettere via computer), ci rechiamo a Freundenstadt, paese famoso per avere la piazza più grande di tutta la Germania in quanto doveva sorgervi un castello che poi non fu più edificato. Parte della piazza è occupata da una fontana in cui l’acqua sgorga direttamente dal pavimento e qui, non avendo alternative, tanti bambini in costume giocano con gli spruzzi d’acqua che si fermano e improvvisamente ripartono. Da questa enorme Marktplatz doveva partire un trenino che portava fra i sentieri della foresta, ma forse l’orario non è quello giusto perché non ne troviamo traccia, così come dei soffiatori di vetro e del recinto con gli animali selvatici citati nelle guide. Peccato, era una cittadina da visitare di mattina e non nel tardo pomeriggio come abbiamo fatto noi. Se scegliete di andarci ricordatevelo, perché sembra proprio che ci siano tante cose da fare e da vedere. Ci rimettiamo in marcia e facciamo l’ultimo tratto di strada panoramica, veramente deliziati da ciò che vediamo. Stiamo recandoci all’ultimo appartamento prenotato, l’unico che ha voluto un anticipo fatto tramite bonifico bancario, in quanto non accettavano le carte di credito. Quando arriviamo ci rendiamo conto del motivo: siamo ,veramente fuori dal mondo, in un paesaggio da fiaba. Dopo aver percorso strette strade in salita, con costoni di roccia che apparivano sulla strada subito dopo le curve, arriviamo alla Gästehaus della famiglia Kienzler. I 50 € al giorno li avrei pagati anche solo per il paesaggio: a 50 m. Dalla nostra porta scorre un ruscelletto con cascatelle e ponticello, sopra e accanto a noi la maestosa foresta, un prato con altalene e scivoli per i bambini, di fronte un angolo con rocce piene di fiori, un grande crocifisso in mezzo all’erba, ma la cosa più incredibile è una piccolissima casa sul prato con le imposte dipinte di azzurro con cuori intagliati che ci regala foto su foto veramente da incorniciare. Purtroppo qui la comunicazione è veramente difficile perché nessuno parla l’inglese e per quello che ne capisco anche il loro tedesco e più incomprensibile del solito (sarà un dialetto montanaro). Ancora una volta rimaniamo stupiti dalla cura verso il turista. Soggiornando in qualsiasi struttura della Foresta paghi una tassa di soggiorno di 1,60 € p.P. Al giorno. Se ti fermi 3 giorni o più hai diritto a una carta che si chiama Konus plus con cui puoi usufruire gratuitamente dei servizi più disparati (piscine all’aperto e coperte, minigolf, piste da sci in inverno, musei, ecc.). Ma la cosa che ci lascia bocca aperta è che si possono prendere gratis tutti gli autobus e i treni locali. Valutate voi. Noi ne siamo rimasti choccati. Acceso il riscaldamento (ma secondo me non c’era bisogno) ci corichiamo nella nostra “casa nella Foresta Nera” dopo aver dato l’ultimo sguardo sognante alla casetta delle favole (quella con i cuoricini) .

14° giorno – Cascate di Triberg – Schonach – Gengenbach Il giro della Foresta Nera merita senza dubbio molto più tempo di quello che avevamo a disposizione, ma quello che mi ha fatto decidere a deviare il percorso e a venire sin qui sono state delle splendide foto delle cascate di Triberg, “le più alte della Germania”. È il fiume Gutach, che da un’altezza di 163 m. Arriva a valle, dopo aver formato almeno sette cascate di diversa altezza, quindi non aspettatevi di vedere un’unica maestosa cascata. Ci sono diversi percorsi da scegliere, della durata di ¾ d’ora, un’ora e anche 2 ore se si vuole arrivare alla chiesetta nel bosco. Noi abbiamo scelto quello intermedio ed è stata una camminata piacevolissima, tutta all’ombra di alberi altissimi, anche se ogni tanto c’era qualche salitina un po’ più impegnativa. Alla cassa si possono comprare pacchetti di noccioline (50 c.) per nutrire gli eventuali scoiattoli fulvi. Noi ne abbiamo visti diversi, ma nessuno si è avvicinato tanto da prendere le arachidi, per cui alla fine ce le siamo mangiate noi. A una delle casse abbiamo assistito ad una scena carina: l’impiegata ha chiamato lo scoiattolino con un verso e lui ha preso la nocciolina con delicatezza dalle sue mani, indugiando anche il tempo di sbucciarla. Dimenticavo di dire che il biglietto familiare costava 10 € , ma noi siamo entrati gratis con la nostra carta. Lungo il percorso può anche capitare di incontrare un “nutcracker”, un grosso uccello tipico di queste cascate che fa un verso curioso. Abbiamo trascorso un paio d’ore veramente rilassanti, immersi nella natura, al fresco generato dalle cascate che ritrovavamo ora accanto, ora davanti, ora dietro a noi in un percorso di bellissimi sentieri. Ogni tanto dei gazebo con sedili ti davano la possibilità di riposarti, e abbiamo incontrato anche un albero cavo, dentro il quale ci siamo messi tutti a turno per le foto. All’ingresso ci sono altalene e giochi per bambini di cui i miei figli hanno approfittato e anche un’enorme scultura in legno di uno scoiattolone. Ho letto anche che di sera le cascate vengono illuminate, ma purtroppo posso solo immaginare quanto bello e suggestivo debba essere lo spettacolo.

Il paesino ai piedi delle cascate, Triberg, è quanto di più delizioso si possa immaginare. Qui siamo nella patria degli orologi a cucù e non c’è negozietto che non ne abbia un bel po’ in esposizione. I negozi di souvenirs, anche qui dipinti all’esterno con immagini una più carina dell’altra, (quello più carino per me uno in azzurro sul Natale, Weinachtensland) sono pieni di cose deliziose e tipiche del luogo, soprattutto oggetti in legno intagliato o in vetro lavorato proprio nei paesini del circondario. Naturalmente anche qui non abbiamo resistito e fra souvenirs e regalini vari abbiamo fatto anche il nostro acquisto importante: in un negozio enorme dedicato solo agli orologi a cucù di tutte le dimensioni, colori e forme abbiamo comprato il nostro, che ora ci fa compagnia col suo ticchettio e i suoi cucù. Il negozio si chiama dei 1000 orologi (1000 uhren) e credo che in effetti ne avremo visti all’incirca tanti. A secondo delle dimensioni e delle decorazioni hanno prezzi astronomici, anche più di mille euro; noi ne abbiamo preso uno medio-piccolo sui 90. Ai piedi delle cascate, circondati da un paesaggio indimenticabile, abbiamo mangiato in uno di questi chiamiamoli fast food, che preparavano cose buonissime, fra cui una squisita pizza – baguette.

Dopo ci rechiamo a Schonach, che è famoso per la presenza del primo orologio a cucù più grande del mondo, inserito nel Guinness. È una vera e propria casetta, al cui interno si entra per vedere il meccanismo (circa 1 € p.P.) e sulla cui facciata c’è il quadrante e soprattutto il grosso cucù. Purtroppo non siamo arrivati per le 12 e abbiamo anche dovuto aspettare per vederlo solo una volta. Anche qui naturalmente prati, fiori, coniglietti ecc.

Per continuare la giornata decidiamo di sperimentare il “treno della Foresta Nera”, che prendiamo gratis dopo aver mostrato la nostra carta all’impiegato della stazione che ci stacca i biglietti. Ma se ci aspettavamo un tipico treno sferragliante ci siamo sbagliati: il treno è supermoderno, puntualissimo, pulitissimo e all’ingresso del vagone c’è un’ampia pedana dove i possessori di biciclette possono parcheggiare le loro. Come meta abbiamo scelto quasi a caso uno dei tanti paesini dei dintorni: Gengenbach. La scelta si rivela azzeccata perché è un paesino proprio delizioso con un tripudio tale di case a graticcio che ne è stata definita “la perla”. È attraversata da tanti ruscelli (bach significa appunto quello) e in una delle porte con orologio c’è ancora la griglia del cancello prima del ponte levatoio che c’era un tempo. Veramente particolari sono delle mucche di resina dipinta che invadono tutto il paesino, decorate nei modi più vari. Peccato che abbia piovuto veramente tutto il tempo della visita, che altrimenti sarebbe stata ancora più gradevole. Riprendendo il treno per tornare alla macchina, viaggiamo in mezzo al solito stupendo paesaggio e per un certo periodo siamo più in basso rispetto al letto del fiume.

15° giorno – Friburgo – Colmar La mattina del nostro penultimo giorno ci svegliamo con un’aria veramente frizzantina (12°. Ma che ci sarà qui in inverno?). Dopo aver fatto una visitina alla casetta e ai coniglietti sul prato, ci avviamo verso Friburgo. Per arrivare solite strade panoramiche. All’inizio Freiburg sembra una città molto moderna, con parcheggi sotterranei, zona pedonale piena di modernissimi negozi molto eleganti, ma una volta arrivati nel centro storico si ritrova subito l’atmosfera “antica“. Nella Munsterplatz domina la cattedrale di calcare rosso, per costruire la quale ci vollero 300 anni, con stravaganti doccioni , ma soprattutto con la guglia gotica della torre che non sembra fatta di pietra bensì di merletto. Purtroppo la cattedrale è in restauro e si riesce a vedere solo parzialmente questo capolavoro che però si può ammirare nelle guglie più piccole. L’interno della cattedrale è veramente bello, fra vetrate colorate, pulpiti e slanciate colonne gotiche. Anche il portale, all’interno di una loggia è notevole, con sculture tutte colorate, protette dai piccioni da centinaia di fili tesi. Anche se distrutti e al 15° giorno di camminate, decidiamo di non perderci l’ultima torre e con una scalinata di “soli” 265 gradini arriviamo in cima. La veduta dall’alto è stupenda: attraverso i ricami del campanile vediamo la piazza sottostante dove c’è il mercato con i banchi di fiori, il Palazzo dei mercanti con la facciata rossa con le statue di 4 imperatori Asburgo in fila, le due fontane medievali. Dopo la discesa ci rifocilliamo a uno dei tanti camion del mercato con un panino con wurstel, senape, cipolle, crauti e chi più ne ha più ne metta. Altra caratteristica della città sono i bächle, i ruscelletti incanalati più o meno ampi che attraversano le vie e le piazze, per cui devi stare anche attento a non finirci dentro. Continuiamo a girare, arriviamo a una delle porte della città, la Martinstor, dove purtroppo un’insegna di Mc Donald rovina l’effetto. A proposito, non fatevi tentare dai fast food, perché i panini preparati nei vari negozietti sono di una bontà assoluta. Vediamo anche la Casa della Balena dalla facciata rossa, che per due anni ospitò Erasmo da Rotterdam attorno al 1530. Avendo un’altra meta in programma non prendiamo la funivia che conduce in cima alla collina che domina Friburgo, ma doveva essere bellissimo il panorama che arriva anche a Francia e Svizzera.

La prossima meta è una sorpresa per mio marito che adora la Francia: infatti a meno di mezz’ora c’è il confine, si passa sopra il grandissimo fiume Reno e si è in Francia. Ho scelto il paesino di Colmar perché alcune foto me ne avevano fatto innamorare. La realtà conferma le mie speranze e visitiamo un deliziosa cittadina dove nonostante la lingua sia cambiata, le caratteristiche rimangono quelle di prima: case colorate a graticcio, fiori ovunque, insegne in ferro battuto. Nel Quartier des Tanneurs cerchiamo la Petite Venise e finalmente la troviamo: canali sormontati da ponti pieni di fiori con barche a fondo piatto che portano pigramente in giro i turisti (alla modica cifra di 5,50 € p.P.). Per credere fino in fondo al fatto che siamo in Francia prendiamo una crêpe alla nutella e così riceviamo un’ulteriore conferma. Una casa molto caratteristica che vediamo è la Maison des têtes, la casa delle teste. In effetti sulla facciata ce ne sono a centinaia di varie grandezze. La cittadina è veramente deliziosa se non fosse per la nostra grande stanchezza che ci permette di vederne solo una parte. Prima di andarcene cerchiamo in macchina la riproduzione della statua della Libertà, alta 12 m. All’ingresso settentrionale della città, essendo Colmar la patria di Bartholdi, uno dei progettisti della statua insieme a Eiffel. Ripassato il confine torniamo per trascorrere la nostra ultima notte nella Foresta Nera. Mentre paghiamo il conto, la “simpatica” proprietaria trova il modo di farci capire che c’è stata una “katastrof”. Purtroppo infatti c’è stata la tragedia aerea di Madrid. Ma questa qui non poteva evitare di dircelo, visto che domani dobbiamo prendere l’aereo? Cerchiamo di non pensarci e facciamo le ultime foto sul prato. Non possiamo fare a meno di notare come anche nel cuore della foresta ci sia una perfetta organizzazione. Infatti sta passando il piccolo camion che effettua la raccolta differenziata prendendo il lunedì l’umido, il martedì il vetro verde e così via… 16° giorno – Cascate di Sciaffusa – Malpensa E così siamo arrivati all’ultimo giorno di questo lungo viaggio. Oggi dobbiamo percorrere più di 400 km. Quindi di buon’ora lasciamo la casetta e ci avviamo verso la nostra ultima meta. L’aereo è nel pomeriggio e così, per non rischiare intoppi, ho messo solo un luogo da visitare: le cascate del Reno a Schaffausen, appena fuori dal confine tedesco, in Svizzera. Le cascate qui hanno un fronte di oltre 150 m. Per un’altezza di 25, quindi non sono tanto alte, ma molto, molto larghe. Lo spettacolo che offrono lascia senza fiato: arrivando dal posteggio in alto si incontra prima una parte dove le acque sono più calme, tanto che ci sono anche alcune tranquille paperette, ma seguendo le scale che portano alle cascate le acque si fanno sempre più impetuose e il fragore assordante. Lungo il sentiero si incontra anche la ruota di un vecchio mulino che gira spinta dall’acqua. Alla fine del percorso si arriva di fronte alle cascate: la furia dell’acqua si abbatte su due grosse sporgenze di roccia dando vita a una spumeggiante massa bianca. Spettacolo fantastico. Per concludere in bellezza decidiamo di fare il giro sul battello che porta fin sotto le cascate. Ci sono tre possibilità di diversa durata e prezzo. Noi optiamo per la più breve anche per mancanza di tempo (2,50 bambini – 4,50 ad.). Il giro dura circa ½ ora e si arriva proprio vicino alle cascate venendo investiti dagli spruzzi vaporizzati dell’acqua; l’esperienza è davvero elettrizzante e ci divertiamo un sacco quando l’acqua arriva addosso a noi e alla videocamera. Comunque quando arriviamo a terra siamo già asciutti. Non potevamo immaginare chiusura più entusiasmante per un viaggio così bello. Attraversando la Svizzera altri paesaggi idilliaci ci vengono incontro. Costeggiamo laghi grandissimi, vediamo in lontananza altissime cascate e alla fine attraverso il Passo del S. Gottardo rientriamo nella nostra amata Italia salutandola con applausi e hurrà! Fare un bilancio di questo viaggio non è difficile: è stato meraviglioso. Forse è stato un po’ ambizioso avere incluso così tanti posti da visitare e quindi per stanchezza abbiamo saltato diverse cose importanti, ma dovendo consigliare i posti irrinunciabili sono: • I quattro castelli di Ludwig • Oberammergau • Landsberg am Lech • Monaco • Donauwörth • Nordlingen • Rothenburg ob der Tauber sulla Romantische • Tutto ciò che abbiamo visto in Foresta Nera • Le cascate del Reno a Sciaffusa Qui di seguito trascrivo alcuni indirizzi internet che mi sono stati indispensabili per tracciare l’itinerario www.Tuttobaviera.It www.Romantischestrasse.De www.Fuessen.De www.Rothenburg.De www.Viaggiannmick.Altervista.Org (un diario di viaggio molto dettagliato) www.Ebbasteinle.De (per l’appartamento a Füssen) www.Landsberg.De www.Zur-neuen-welt.De (per la pensione a Rothenburg) www.Schwarzwald-ferien.De (per l’appartamento in Foresta Nera) www.Triberg.De www.Bananiele.It/forestanera/fn12.Htm (un diario di viaggio con belle foto) www.Maendli.Ch (per il giro in battello alle cascate di Sciaffusa) Se volete potete anche vedere alcune foto cliccando sulla sezione foto di questo sito seguendo i tag Germania,Baviera, Romantische Strasse, Foresta Nera e il nome dei vari paesi.



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