Renania, cuore d’Europa

COLONIA, BONN, AQUISGRANA 7 - 11 marzo 2007 La scelta di questo viaggio in terra teutonica è stata determinata, oltre che da motivi strettamente personali e nostalgici (rivedere i luoghi dove avevo tracorso sei mesi della mia gioventù per imparare l’idioma di Goethe), anche dalla vantaggiosa offerta di German Wings che con 104 euro ci ha...
Scritto da: Nube
renania, cuore d'europa
Partenza il: 07/03/2007
Ritorno il: 11/03/2007
Viaggiatori: in coppia
Spesa: 500 €
COLONIA, BONN, AQUISGRANA 7 – 11 marzo 2007 La scelta di questo viaggio in terra teutonica è stata determinata, oltre che da motivi strettamente personali e nostalgici (rivedere i luoghi dove avevo tracorso sei mesi della mia gioventù per imparare l’idioma di Goethe), anche dalla vantaggiosa offerta di German Wings che con 104 euro ci ha fornito 2 biglietti A/R Bologna-Colonia. E’ un nuovo vettore low-cost tedesco che opera con aerei nuovi e puntuali. All’aeroporto di Colonia, moderno e ben organizzato anche nei servizi, compriamo subito all’ufficio del turismo 2 Koeln Welcome Card (14 euro cad. Per 3 giorni) e ci muoviamo con i mezzi pubblici verso l’hotel NH City Koeln di Severinsbruecke (prenotato con GTA al costo di ca. 80 euro a doppia per notte con colazione). L’albergo si trova di fronte al Museo del Cioccolato e lungo la sponda sud del Reno, ma a causa di imponenti lavori viari che interessano tutta la città (stanno costruendo delle nuove linee di metro) facciamo a piedi lo slalom tra cantieri e sbarramenti per arrivarci. L’hotel è confortevole e pulito adatto soprattutto a meeting e comitive, il bagno un po’ piccolo e nell’insieme inferiore ad altri hotel della stessa ottima catena spagnola visitati in precedenza, comunque al mattino ci aspetta una colazione veramente ricca che ci darà energie per tutta la giornata. Sotto scrosci di pioggia intermittenti ci avviamo la sera stessa verso il centro, Heumarkt dista solo 10 minuti a piedi, alla ricerca di un locale per la cena. Ci fermiamo in uno che ci sembra accogliente ed ordiniamo dei piatti tipici tra altri commensali stipati in tavolate, evidentemente qui per qualche fiera, che ridono e sbraitano, ma soprattutto fumano come turchi proprio accanto a noi! Quando finirà anche in Germania la barbarie del fumo nei locali pubblici? So che ne stanno parlando anche qui, almeno su un versante abbiamo di gran lunga superato i tedeschi! Ci spingiamo un po’ più avanti per goderci la vista superba del duomo di notte, che appare quanto mai carico di fascino e mistero con la sua immensa mole di un nero reso ancor più cupo dai nuvoloni carichi di pioggia che lo sovrastano.

8 marzo – Festa della donna Siamo passati all’ufficio del turismo sulla piazza del Duomo per chiedere se c’era qualche evento speciale per la festa della donna, ma nessuna delle impiegate, tra l’altro tutte donne, era al corrente di questa “festività” che evidentemente è poco sentita da queste parti.

Oggi è la gita della memoria: partiamo per Aachen, l’antica Aquisgrana culla del Regno di Carlo Magno alla ricerca di quell’agenzia di viaggi dove avevo fatto pratica in gioventù. E’ un’ora di treno da Colonia ad Aachen che percorriamo sotto i migliori auspici: è apparso il sole e la giornata è mite e questo basta per sfatare il ricordo che avevo dei mesi trascorsi qui di un cielo sempre plumbeo e di un grigiore che invadeva tutte le cose. Questa zona della Eifel vicina al confine con Belgio e Olanda e chiamata appunto Dreilaenderecke credo sia una delle più piovose della Germania. La città è cambiata e senz’altro in meglio, saranno il sole, i bei negozi e le panetterie che traboccano di ogni sorta di pani dalle più svariate forme e gusti. E’ una tentazione irresistibile che ci porta a fare soste frequenti nelle panetterie/pasticcerie per assaggiare tutto questo ben di dio. Poi questa è la patria dei Printen, i famosi biscotti secchi di pane speziato che vengono stampati con vari disegni e cotti in forno. Assistiamo in diretta alla loro fabbricazione in una nota pasticceria/caffè del centro. Ora che siamo sotto Pasqua le vetrine sono un vero tripudio di Oster Hasen (coniglietti), uova decorate ed addobbi pasquali di tutte le forge. Arriviamo in Theaterstr., 46, meta principale del nostro “pellegrinaggio”, luogo di ricordi giovanili ma ahimè, com’era prevedibile, dell’agenzia di viaggi che qui c’era è rimasto solo il numero e sulla vetrina, che avrà visto chissà quali altre trasformazioni nel tempo, un grande cartello “affittasi”. E’ rimasto invece lì al suo posto il Teatro, che con la sua mole imponente chiude la Theaterstrasse, forma facilmente distinguibile, una sorta di certezza per me che mi assicura che sono stata proprio qui. Arriviamo al Rathaus, nella cui piazza è in corso il mercato, che con i suoi tendoni toglie purtroppo la vista alla monumentale facciata decorata con i trenta imperatori consacrati in questa regia città. Visitiamo l’interno e per uno scalone, che riporta alle pareti le foto di tutti i capi di stato ed illustri personalità come papi passati di qua, arriviamo all’imponente salone delle udienze. Pur nella semplicità dell’architettura con volte a crociera e possenti pilastri è facile immaginare tutte le cerimonie in pompa magna che si sono svolte qui fin dai tempi di Carlo Magno. Passiamo poi al Duomo o Cappella Palatina, di una bellezza che fa rabbrividire per l’originalità della forma ottagonale, per lo sfavillio dei mosaici che rivestono la cupola e per i tesori che vi sono custoditi: il preziosissimo reliquiario in oro con medaglione della Vergine, la Pala d’altare, incredibile capolavoro di oreficeria ed il trono di Carlo Magno, che intravediamo nella galleria superiore a cui si accede solo con guida. Non perdiamo la visita alla Schatzkammer attigua al Duomo, dove sono gelosamente custodite molte reliquie ed opere d’arte legate alla presenza di Carlo Magno e del regno carolingio, opere raffinatissime di arte orafa. Passeggiamo un po’ per la città per goderci la sua atmosfera che sembra molto pacata e gentile proprio a misura d’uomo, con traffico rarefatto, bei negozi e caffè che invitano ad una sosta. Vago con lo sguardo alla ricerca di qualche indizio, un ricordo che affiori all’improvviso, ma dopo trent’anni tutto mi sembra come nuovo, come visto per la prima volta. Addio Aachen, piacevole cittadina di confine che hai occupato un breve ma incisivo spazio della mia gioventù.

09.03 Oggi è la giornata di Bonn che raggiungiamo sfruttando la nostra Welcome Card che comprende i trasporti fino a quest’area. E’ un bel vantaggio non dover sborsare più un cent per spostarsi; sbagliamo purtroppo linea e così finiamo dapprima ancora all’aeroporto dove da lì prendiamo uno shuttle che in trenta minuti ci porta alla Hauptbahnhof di Bonn. Al ritorno per coprire questi trenta km. Usiamo semplicemente la DB che ci riporterà direttamente a Colonia in soli 28 minuti. La prima impressione che abbiamo di Bonn è quella di una cittadina ordinata e tranquilla che quasi ci fa dubitare che questa sia stata la capitale della Germania fino al 1991. Adesso è ritornata quel che doveva essere prima dell’insediamento dei vari uffici governativi, ormai quasi totalmente trasferiti a Berlino. Si può visitare tutta tranquillamente a piedi sostando davanti a qualche chiesa che conserva tracce romaniche o soffermandosi di fronte a qualche bel palazzo in stile barocco per arrivare fino alla casa di Beethoven che ammiriamo solo dall’esterno. Raggiungiamo così la piazza del mercato dove si affaccia un bel Municipio in stile rococò perfettamente restaurato e poi il Museo Egizio che è all’interno dell’Università, un maestoso edificio appartenuto in passato a qualche dinastia nobiliare e aperto su un magnifico parco. Saliamo la collinetta accanto al museo per ammirare di lassù la vista sul “Vater Rhein”, fiume simbolo del popolo tedesco ed emblema dell’orgoglio nazionale, ora tanto carico d’acqua che sembra straripare solcato da un via vai di chiatte che, stracariche, avanzano a fatica. Per un pranzo veloce e niente affatto scadente ci rifocilliamo all’accogliente self-service del Kaufhof con due belle zuppe calde.

Al nostro rientro a Colonia ci aspetta una pioggia a catinelle e cosa ci resta se non rinchiuderci in un museo? La scelta del Museo Wallraf-Richartz e fondazione Coburg è stata quanto mai azzeccata perché ha superato le nostre aspettative. La struttura moderna e luminosa è ben attrezzata con speciali sedili in ogni sala con postazione audio video dove si possono selezionare le opere esposte e sentirne il commento. E’ un’ampia carrellata nella pittura europea che spazia dal 13. Al 19. Secolo, molte tavole dei maestri del rinascimento italiano come Tiziano o Tintoretto o di altri grandi quali Canaletto, Rubens, Murillo o i rappresentanti della pittura nordica con le loro bellissime nature morte e ritratti borghesi. Passiamo poi alle sale superiori dove sono esposti gli impressionisti: Renoir, Courbet, Monet, Rousseau, Signac, Seurat, Caillebotte, Morisot ed uno splendido Munch, Le ragazze sul ponte, in versione gigante rispetto allo stesso soggetto, ma di piccole dimensioni eseguito come prova che avevamo appena visto nella mostra del Simbolismo a Ferrara. Immersi in questi capolavori ed astratti dal grigiore e dalla pioggia abbiamo trascorso un piacevole resto di pomeriggio.

10.03 Rimane l’ultimo giorno che va dedicato interamente a Colonia. Iniziamo con il giro delle chiese romaniche: San Gedeone, Santa Maria, San Pantaleone, interessanti esempi di romanico d’oltralpe in gran parte ricostruite dopo le devastazioni della guerra e di difficile individuazione perché spesso oscurate da squallidi condomini, edificati in tutta fretta sfruttando talvolta le macerie di una chiesa. Ci siamo tenuti alla fine la vera meraviglia di questa città: il duomo. Al di là della straordinaria massa esterna che ti fa sentire piccolo, inconsistente se guardi all’insù basta entrare per essere attratti in un atmosfera d’incanto nel mezzo di una selva fatta di slanciatissimi pilastri che si elevano a perdita d’occhio, canne d’organo che innalzano simultaneamente il loro canto al Signore. Ti senti come aspirato in un vortice che attrae verso l’alto e ti lascia una sensazione di ebbrezza. Il duomo è inoltre ricco di tesori, primo fra tutti il sarcofago dei Re Magi portato via da Milano e qui rivestito di una copertura del peso di 300 kg, opera raffinatissima di cesello tutta in oro e gemme preziose. Una novità per noi l’imponente pala d’altare di Lerchner con l’Annunciazione della Vergine che però possiamo ammirare solo nella versione a sportelli chiusi, perché essendo quaresima tutte le immagini sacre vengono ricoperte.

La città è invasa da gruppi di turisti per lo più di lingua tedesca e da tanti convegnisti o partecipanti a fiere che si tengono in continuazione. A nostro avviso le offerte per il turista, che non siano a pagamento, sono molto scarse; ci sono molti spettacoli nei teatri ma tutto a prezzi alquanto sostenuti: nemmeno un concerto dentro una chiesa è offerto gratuitamente, basti pensare che persino le conferenze e dibattiti hanno un costo di 4/5 euro per potervi partecipare. Se così fosse anche da noi vedremmo i relatori parlare ad una platea vuota. La Welcome Card non è certo un affare se uno non la sfrutta per i trasporti nella regione, perché Colonia si può visitare agevolmente a piedi e la card non dà diritto agli ingressi gratuiti nei musei e monumenti, ma solo ad un piccolo sconto mediamente del 10-20% e a qualche riduzione in una serie di locali e birrerie che ovviamente sono le più frequentate dalla massa.

11.03 E’ il giorno del rientro, ritorniamo sui nostri passi per portarci all’aeroporto. Stavolta la German Wings non è così puntuale come in andata; inganniamo il tempo sulla terrazza all’aperto e ci godiamo un cielo assolutamente privo di nubi ed un sole accecante: finalmente è arrivata la primavera!



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