Genova

Breve soggiorno in città per visitare la mostra di Modigliani (e non solo) a Palazzo Ducale
Scritto da: ag.rebos
genova
Partenza il: 10/06/2017
Ritorno il: 12/06/2017
Viaggiatori: 2
Spesa: 500 €
Per il 2017 la meta da noi scelta è Genova. Sebbene il capoluogo ligure disti poche centinaia di chilometri da casa nostra mai abbiamo avuto la voglia e l’opportunità di visitarlo. Ora l’occasione ci è data dalla mostra di Amedeo Modigliani che si tiene a Palazzo Ducale. Decidiamo di andare in treno, visto il caotico traffico ligure e la difficoltà di trovare parcheggio. Partiamo un sabato mattina con il regionale delle 8,30 e in meno di due ore siamo a Genova. Siamo all’inizio dell’estate il treno è pieno di villeggianti, il viaggio non è dei più felici. La motrice sobbalza vistosamente. Insomma, un viaggio breve ma tribolato. Scendiamo a Genova Brignole e con il nostro piccolo bagaglio ci dirigiamo in centro. il nostro alloggio è un B&B in pieno centro. Trovare l’ingresso non è semplicissimo, vista la complicanza con cui i genovesi assegnano i numeri delle abitazioni: rossi per le attività commerciali, neri per le case. Saperlo, avremmo fatto prima. Hotel Liberty si presente bene, in un palazzo signorile, ascensore ottocentesco, piccolo ma pulito. La giornata è calda e ventosa. I portici del centro storico ci conducono in piazza de Ferraris, con la sua rinfrescante fontana. Entriamo subito a Palazzo Ducale per la mostra.

Pochi sono i visitatori individuali; numerosi quelli che scendono dalle navi crociera. Il percorso è facile e interessante. Scopriremo giorni dopo che la mostra sarà molto criticata in quanto alcuni dipinti si presuppone siano falsi. Denunce e contro denunce in corso diranno la verità.

All’uscita di Palazzo Ducale un mercato biologico e artigianale propone la sua mercanzia, ma è il mercato coperto della nostra zona che ci attira, come al solito, facciamo incetta di focaccia, pane e dolci del posto.

Ci prendiamo un giusta pausa perché il pomeriggio è veramente caldo. Sotto sera usciamo per dirigerci al porto vecchio. Bellissimo, multietnico, e vecchissimo, veramente. Poiché è sabato pomeriggio tante sono le etnie che gironzolano al porto. Persone di tutti i colori e i ceti sociali non sono dei più altolocati. La musica, gli idiomi e i profumi la fanno da padroni. Un antico vascello o galeone è ancorato al porto: una bella scenografia. Ci addentriamo nei bui e poco puliti ”carruggi” per trovare una trattoria tipica che ci servirà lo stoccafisso accomodato. Trovare un ristorante che serve questo piatto non è facile. Proviamo in diversi posti e, poi, su consiglio di Trip Advisor, ci addentriamo in un buio caruggio dove, scesi tre gradini, troviamo la nostra trattoria tipica. E’ un po’ presto, i tavoli sono pochi, l’ambiente è da taverna del porto. Il figlio del proprietario ci fa accomodare e mentre aspettiamo che il piatto si pronti, ci porta un antipasto tipico genovese. Lo stoccafisso non è la mia passione, ma ad Achille piace molto, il piatto lo soddisfa totalmente. Ormai è calata la sera e torniamo al nostro hotel.

Domenica 11 giugno

Dopo una dormita non proprio salutare, in quanto veniamo svegliati dal solito ubriacone di tutte le città portuali e non, siamo pronti per la colazione che non ci riserva sorprese. L’albergo è piccolo, ma la colazione ottima. Le città alla domenica sono tutte uguali. Traffico inesistente. Si può tranquillamente girare a piedi ed è quello che facciamo. Nelle vie attorno alla basilica un mercato tipico propone la sua mercanzia. I primi gruppi di turisti iniziano a popolare le strade. Dobbiamo trovare un negozio di souvenirs che ci possa vendere la Lanterna di Genova. Pare non sia un oggetto molto richiesto. Dobbiamo fare diversi tentativi, ma alla fine troviamo e compriamo quello che fa al caso nostro. Siamo nuovamente al porto. Per ingannare il tempo decidiamo di salire su una motonave per il giro turistico che ci farà ammirare Genova dal mare. Achille non è molto convinto, insisto e alla fine sarà costretto a darmi ragione. Una bella idea per far passare un po’ di tempo in un modo a noi insolito. La motonave si riempie velocemente, anche perché i turisti delle navi da crociera la fanno da padroni. Ora un salutare riposo ci attende, anche perché questa sera ceneremo a Boccadasse. Boccadasse antico borgo genovese, abitato da povera gente, salito alla ribalta perché negli anni sessanta rifugio dei cantautori genovesi. Gino Paoli, De Andrè, Lauzi, e tanti altri avevano in queste soffitte il loro quartier generale. Da sempre sassosa spiaggia libera, è oggi meta di turisti stranieri, giovani studenti con pochi soldi. Non tutti, però, conoscono il posto. Arriviamo con un bus di linea, fa molto caldo e ci accomodiamo all’ombra della chiesetta. Una bellissima sorpresa: nella piazzetta antistante la chiesa , sotto il sole cocente del pomeriggio, un esile signore, in giacca e cravatta sta declamando poesie famose e meno. Perfino canti della Divina Commedia di Dante. E’ veramente bravo. Peccato, però, che il solito manipolo di comare disturbi lo spettacolo. Ceniamo in un ristorantino con giardino. Vogliamo assaggiare le tanto declamate e note trenette al pesto, ma il piatto non ci soddisfa. Troppo verde, troppo mancato, secondo noi poco spontaneo.

LUNEDÌ 12 GIUGNO

Il nostro weekend è al termine. Abbiamo a mezzogiorno il treno di ritorno. Passeggiamo per i giardini accanto alla stazione, guardiamo un po’ di vetrine e siano pronti per risalire sul treno, che questa volta pare più comodo e recente del precedente. Genova ci è piaciuta. Siamo contenti di averla visitata.



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