LYON: poche luci ma tanti comignoli

Visita a Lione in due giorni
Scritto da: lula
lyon: poche luci ma tanti comignoli
Partenza il: 05/12/2015
Ritorno il: 08/12/2015
Viaggiatori: 1
Spesa: 500 €
Mi ero organizzata per passare un week-end a Lione in occasione della “Fête des Lumières” che ogni anno si celebra intorno all’8 Dicembre.

Purtroppo quest’anno, in seguito all’attentato di Parigi, la festa è stata sospesa. Ho comunque deciso di andare a visitare questa città.

Il TGV da Milano Porta Garibaldi mi ha portato a Lione – Part Dieu in circa 5 ore, comodissimo! Poi con la Metro sono arrivata all’hotel vicino alla fermata Ampère.

Lione si può girarla tranquillamente a piedi, oppure se è bel tempo, in bicicletta: ci sono molti punti disseminati per tutta la città dove poter prendere e lasciare la bici a noleggio; il servizio si chiama VeloV, l’uso del mezzo è gratuito per la prima mezz’ora e poi si paga con carta di credito.

La prima impressione arrivando a Place Bellecour è quella della magnificenza: è una grande piazza rettangolare con al centro la statua equestre di Luigi XIV; lì si trova anche l’Ufficio del Turismo che dà ogni sorta d’informazione e organizza molti tour guidati per la città.

Andando verso la collina di Fourvière ci si addentra nel quartiere Vieux-Lyon dove si trova la Cattedrale di Saint-Jean (in stile romanico e gotico con un campanile dotato di orologio astronomico, in manutenzione quando sono andata io) e qui l’atmosfera diventa quasi medioevale: strette viuzze acciottolate si snodano in una zona ormai molto turistica dove si trovano molte pasticcerie che vendono i “coussin de Lyon” (piccoli dolci verdi di pasta di mandorle a forma di cuscini) o le “pralines rouges” (praline rosse dolci) e le immancabili profumate boulangeries che sfornano baguette e ogni sorta di prodotto da forno. Quindi dopo una buona colazione ci si può addentrare alla ricerca dei famosi “traboules” di cui parlano le guide, ma occorre essere attenti a quali campanelli dei portoni suonare! Si tratta di stretti corridoi che sfociano anche in piccoli cortili con scalinate verticali di anche 7 piani che erano nati per trasportare i rotoli di seta dai “canuts” evitando di bagnarla in caso di maltempo. Ebbene sì! Lione era la capitale della seta e nel quartiere Croix-Rousse c’era la maggior concentrazione di manifatture, come dimostrano gli edifici dalle alte finestre e alti soffitti, ora trasformati in loft super chic!

Ma prima di raggiungere questo quartiere, conviene salire la collina attraverso una ripida monté (per i più pigri c’è la funicolare). Si passa dall’anfiteatro gallo-romano, memoria di Lugdunum, e poi si giunge alla Basilica di Notre-Dame de Fourvière, che domina la città: qui si ha un’ottima vista sui tetti di Lione…o meglio sui comignoli in mattoni, non ne ho mai visti tanti! Sembra il set della scena degli spazzacamini nel film di Mary Poppins!

Scendendo si può attraversare la zona centrale: Place Terreaux con l’imponente fontana di Bartholdi, l’Opéra e l’Hotel de Ville.

Più a nord si sale ancora in collina e si raggiunge il quartiere Croix-Rousse, una sorta di Montmartre dove si può prendere un aperitivo a base di Kyr (vino e crème de cassis) e pranzare in un bistrot.

Nelle vicinanze c’è il “Mur des canuts” ossia dei tessitori di seta: è un’affresco alto quanto una facciata di un palazzo con raffigurate scene della tessitura e anche il burattino Guignol. A Lyon ci sono parecchi “fresques” sui muri dei palazzi e scendendo dalla collina si incontra anche il “Fresque des Lyonnais”.

Per rilassarsi si può costeggiare la riva sinistra del Rodano: il Parco promenade, una volta area a parcheggi, ora riqualificata in una sequenza di spazi pubblici, parte dal Parco de la Tête d’Or a nord fino a raggiungere a sud il Parco Gerland. Ci si può sedere sulle gradinate della Guillotière oppure sdraiarsi sulle chaises longues, guardando le peniches ormeggiate e il sole che tramonta sotto i numerosi ponti.

In tutta la città interventi di arredo urbano significativi hanno creato luoghi per l’incontro e la contemplazione del paesaggio urbano, privilegiando la socializzazione con piazze, panchine, fontane, aiuole, vie pedonali, piccole caffetterie, ristoranti, bar ovunque, oltre a un abbondante uso del verde e dell’acqua in tutti gli spazi pubblici.

La sera si può tornare verso il centro o nel quartiere Vieux Lyon dove si può cenare nei tipici “bouchon” ossia delle osterie lionnesi assaggiando la “quenelle” (una sorta di polenta di luccio servita con salsa ai crostacei) , le “cerveau de canut” (formaggio con erba cipollina e aglio), le trippe o taglieri di charcuterie di ogni tipo, innaffiati da un bicchiere di Beaujolais o Côte du Rhône.

Un altro quartiere che merita una visita è: la Confluence. Si trova a Sud della Gare Perrache e si raggiunge costeggiando il fiume, fino ad arrivare al punto in cui Rhône e Saône confluiscono.

Si tratta di una zona industriale che è stata riqualificata e trasformata in un quartiere di palazzi dall’architettura moderna bizzarra.

Lungo i Docks del Quai Rambaud si trovano il “Cube Orange” un edificio arancione che ospita uno showroom di design, il “Cube Vert” sede di Euronews, la “Sucrerie” vecchia raffineria oggi riconvertita in un enorme spazio d’arte fino ad arrivare al futuristico Musée des Confluences.

Non molto distante si trova il Centro Commerciale “La Confluence” per un po’ di shopping e un brunch. E se si vogliono onorare i Fratelli Lumière si può andare al multisala per uno spettacolo.

Con la ruota panoramica alle spalle ed in sottofondo un gruppo di musicisti di strada, accendo il mio “lumignon” nella speranza che tante luci possano scacciare la paura e riportare la pace e accanto alla statua di Saint Exupérie e del Piccolo Principe guardo le stelle che mi sorridono.

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