In giro per il Perigord Nero

Perigord Nero con sconfinamento nel Lot e ritorno dalla Provenza
Scritto da: rossanacasartel
in giro per il perigord nero
Partenza il: 03/08/2014
Ritorno il: 11/08/2014
Viaggiatori: 4
Spesa: 1000 €

DOMENICA 3 AGOSTO

On the road again. Partiamo da Uggiate Trevano in provincia di Como alle 8.00 di domenica, questa volta la nostra meta sarà una regione molto particolare della Francia, il Perigord. Il Perigord si trova all’incirca all’altezza di Bordeaux, campagna, patria del fois gras e regione ricchissima di tesori nascosti. Si divide in Perigord nero, verde, bianco e purple; noi andremo nel Perigord nero. Entriamo nell’amata Francia attraversando il tunnel del Frejus (pedaggio € 43,20) e ci ritroviamo nella bellissima Alta Savoia dove decidiamo di lasciare l’autostrada per fermarci a pranzo. Pranziamo molto bene gustando cucina tipica in un locale trovato per caso frequentato solo da gente del posto e ripartiamo. Il Perigord dista da Como circa 900 km per cui faremo tappa circa a metà percorso nella regione del Clermont-Ferrand. Dopo aver fatto credere per tutta la strada alle ragazze che avremmo alloggiato in uno dei numerosi hotel di plastica che punteggiano le autostrade, deviamo per la campagna del Clermont-Ferrand e raggiungiamo Parigny dove, tramite Booking, abbiamo riservato una suite famigliare in un castello di campagna. Il panorama che ci circonda è molto bello, sembra di essere in Toscana, e uno splendido cielo sereno ci accompagna. Le Chateau d’Ailly ci appare in tutta la sua fascinosa bellezza. Non è il tipico castello con guglie e torrette ma quello che più importa è che è totalmente autentico. Le sua sale trasudano storia e i suoi arredamenti sono originali. Veniamo accolti calorosamente dal gentilissimo conte che parla un po’ di italiano. Una doccia veloce e usciamo a cena.

LUNEDì 4 AGOSTO

Partiamo dopo colazione, attraversiamo il Clermont-Ferrand regione famosa per la concentrazione di vulcani e nel primo pomeriggio raggiungiamo Montignac, nel cuore del Perigord Nero, cittadina famosa per le grotte di Lascaux e raggiungiamo la nostra chambre d’hotes L’ Oustrelac che si trova in periferia a Chapelle Aubereil. Qui ci fermeremo per 5 giorni. Molto gentili i proprietari Nadine e Jacques, che aspettavano il nostro rientro curiosi di ascolare le nostre impressioni su quello che avevamo visitato e sempre disponibili a fornirci suggerimenti ed informazioni. Scarichiamo i bagagli, ci rinfreschiamo e torniamo a Montignac per cenare e visitare la cittadina. Montignac è attraversata dal fiume Vézère la cui valle nasconde numerosi incantevoli villaggi e siti preistorici che la rendono unica. Girelliamo per le strade affiancate da caratteristici edifici color ocra, visitiamo il mercato di prodotti locali e ceniamo su un terrazzo vista fiume. Inizia la nostra scoperta della gastronomia della regione dove anatra, patè e fois gras la fanno da padrone insieme alle noci i cui alberi crescono un po’ ovunque.

MARTEDì 5 AGOSTO

Mattinata dedicata alla visita di Sarlat-la-Caneda, incantevole paese di origine medioevale con i suoi edifici caratteristici e dove il colore caldo dell’ocra domina incontrastato. Foto di rito nella piazzetta con la statua in bronzo delle oche e poi ci perdiamo tra i vicoletti e i negozi di fois gras. Finito il nostro giro partiamo per la valle della Dordogna che si trova a pochi chilometri e sostiamo a Domme per il pranzo. Il paese è molto carino con una vista splendida sulla valle della Dordogna che scorre placida. Al paese si accede passando attraverso delle imponenti torri di entrata e ci sarebbe la possibilità di visitare delle grotte sotterranee ma noi ci limitiamo ad un giretto fra le viuzze e poi ripartiamo diretti a Roque Gageac. Pochi chilometri ed arriviamo. Roque Gageac è un villaggio di case color ocra adagiato sulle sponde della Dordogna che qui è punteggiata dai decine di canoe che scorrono placide. Praticamente si possono prendere le canoe in un punto, lasciarsi portare dalla corrente fingendo di essere esperti vogatori e poi si viene recuperati da un furgone che riporta naviganti e canoe al punto di partenza. Il caldo si fa sentire e il fatto che questi villaggi siano tutti abbarbicati alle rocce non aiuta. Comunque dopo la nostra visita, risaliamo in auto e raggiungiamo il castello di Castelnaud. Entrata 2 adulti + 2 ridotti a € 25,80 e ci danno pure una guida in italiano che ci aiuta a comprendere la storia del castello e delle armi che contiene. La cosa che però toglie il fiato è la spettacolare vista sulla valle della Dordogna che si apre davanti a noi una volta raggiunto il punto più alto. Più avanti si scorgono anche il paese di Beynac e il suo castello che però non abbiamo tempo di visitare. Torniamo alla base e purtroppo finiamo imbottigliati nel traffico che stringe Sarlat come una morsa e che noi dobbiamo necessariamente attraversare per tornare a Chapelle Aubereil. Questo ci porta ad apprezzare l’aver scelto di soggiornare al di fuori dei centri più grossi e ci organizzeremo meglio nei giorni a venire. Fortunatamente riusciamo comunque ad arrivare puntuali a La Ferme Minard, un allevamento di anatre dove a partire dalle 18.30 vengono aperte le porte per spiegare e mostrare il “gavage de canard” che praticamente sarebbe l’alimentazione intensiva a cui vengono sottoposte le anatre per avere il famoso fois gras. Molto interessante. Anche se la spiegazione è in francese riusciamo comunque a comprendere quasi tutto e se all’inizio ero un po’ preoccupata che si trattasse di qualcosa che potesse disturbare per la sua crudeltà, dobbiamo ricrederci anche grazie alle spiegazioni fornite. Resta comunque un’esperienza che sconsiglio a qualsiasi animalista estremo. Alla fine della spiegazione c’è la possibilità di degustare il loro prodotto e di fare acquisti. Stanchissimi ci fermiamo a cena in un locale lì vicino La Table du Terroir dove la scortesia del cameriere non riesce comunque a rovinare l’ottima cena ovviamente a base d’anatra.

MERCOLEDì 6 AGOSTO

Oggi sconfiniamo nella regione del Lot per raggiungere le Grotte di Pech Merle (ingresso € 32 tot.). Tutti parlano molto bene delle grotte di Lascaux ma io ho preferito evitare la visita di quella che comunque è una copia per vedere delle grotte che sono originali e che proprio per la loro salvaguardia hanno l’accesso giornaliero limitato. Per questo motivo è necessaria la prenotazione che noi abbiamo fatto circa un mese prima via internet. In questo modo si può scegliere anche l’orario d’ingresso. Per fortuna avevamo riservato l’entrata delle 14.00 perché la strada che dobbiamo percorrere si rivelerà lenta e tortuosa se pur molto bella e per certi tratti panoramica. Raggiunte le grotte restiamo subito affascinati dall’entrata dove una targa ricorda il nome dello scopritore, Andrè David, un ragazzetto che in compagnia di un amichetto nel 1922 si infilò in un buco senza immaginare cosa avrebbe trovato. Qui accompagnati da una guida ci vengono mostrate le pitture che riproducono mammut, bisonti, cavalli ed altre immagini insieme alle impronti di mani che veramente emozionano. La grotta è tenuta completamente al buio e alcune luci si accendono al passaggio dei gruppi o vengono accese dalle guide per i brevi attimi necessari per le spiegazioni.

Lasciata l’auto al parcheggio delle grotte, percorrendo un sentiero segnato scendiamo al paese di Cabrerets dove pranziamo con 4 insalatone miste con spiedini di gamberi, salmone e capesante da leccarsi i baffi (€ 65 tot.).

A pochi chilometri dalle grotte si trova Saint-Cirque Lapopie affascinante località della valle del Lot. Il paese è abbarbicato su una parete a strapiomo sul fiume ed è costituito da viuzze strette, piccoli cortili e case in legno e pietra costruite tra il XIII e il XV secolo. E’ un piccolo gioiello che cosiglio a tutti di visitare. Si lascia l’auto nel parcheggio sottostante (€ 3 per tutto il giorno) e poi si sale o a piedi o con la navetta gartuita. Terminata la visita risaliamo in auto e sbagliando direzione percorriamo un tratto di strada che costeggia il Lot e che ci permette di ammirare splendidi panorami che altrimenti non avremmo visto. Tornati sulla retta via, notiamo la segnalazione di un produttore locale di vino e così ci fermiamo per una piccola degustazione con conseguente acquisto. Ottima scelta! Arriviamo a Sarlat che è ormai ora di cena per cui ci fermiamo in uno dei tanti locali del centro Le Jardin del Consul. Molto grazioso il locale con un pittoresco cortile interno dove veniamo fatti accomodare e squisita la cena ovviamente a base di anatra.

GIOVEDì 7 AGOSTO

Purtroppo ci svegliamo con una fastidiosa pioggerella ma il caso vuole che proprio questa mattina abbiamo in programma la visita de La Roque Saint Christophe (entrata € 25 tot.) E’ uno strapiombo sulla Vézère alto 80 metri e lungo più di 1 km abitato fin dalla preistoria e così incassato nella roccia che possiamo fare la nostra visita senza ombrello. All’ingresso ci consegnano una guida in italiano, aiuto prezioso per capire la storia di questo sito unico. Terminata la visita raggiungiamo Saint-Léon-sur-Vézèr,piccolo e grazioso villaggio poco distante. Due passi per il centro e si riparte. Destinazione Les Jardins du Manoir d’Eyrignac (entrata € 31 tot.) Purtoppo dobbiamo passare da Montignac e restiamo imbottigliati in un terribile ingorgo di auto in coda per visitare le Grotte di Lascaux. Da qui la nostra convinzione di aver fatto bene ad alloggiare al di fuori dei centri più famosi. Dopo quasi un’ora di colonna riusciamo finalmente ad avvicinarci ai giardini. Ormai è ora di pranzo così sostiamo in un piccolo locale, Le Duo di Salignac dove ancora una volta mangiamo molto bene (€ 70,60 tot.)e ci viente pure dato un coupon sconto per l’entrata ai giardini lì vicini. Purtroppo ai giardini non ha giovato la pioggia caduta al mattino ma nonostante questo passiamo un paio d’ore passeggiando piacevolmente tra i viali aiutati dalla guida in italiano consegnata all’ingresso. Rientriamo alla base e dopo una rinfrescata torniamo a Montignac per cena, cambiamo sponda e ancora una volta ceniamo sul lungo fiume. Mi sto sbizzarrendo provando l’anatra in tutte le salse e dopo quella gustata a mezzogiorno con le prugne, provo quella con il miele alla lavanda. Buonissima!

VENERDì 8 AGOSTO

Secondo sconfinamento nel Lot. Rocamadour ci aspetta! Rocamadour è una località famosa sia in quanto meta di pellegrinaggio sia per la sua posizione a picco sopra la valle dell’Alzou. Lasciata l’auto di fronte all’ufficio del turismo, scendiamo lungo una strada che ci porta proprio nel cuore di questo villaggio che sembra costruito a contorno di quello che è il fulcro di tutto e cioè una serie di cappelle intorno alla chiesa. Ci sono molti negozietti di souvenir e un improvviso acquazzone ci costringe a riparci sotto una porta in fondo al paese. Dopo circa dieci minuti, torna il sole e così saliamo la “grande scala” che i pellegrini salivano in ginocchio e che porta alla piazza superiore intorno alla quale sono raggruppate le principali cappelle dei pellegrini. Visitiamo la basilica e le varie cappelle e poi percorrendo la via crucis risaliamo dalla parte opposta rispetto a dove eravamo scesi. Un altro acquazzone si abbatte su di noi e purtroppo questa volta, non trovando riparo, dobbiamo correre fino all’auto.

La nostra visita di Rocamadour finisce così un po’ bruscamente ma ci lascia comunque soddisfatti. Partiamo per il vicino Gouffre de Padirac, una grotta sotterranea che si rivelerà una delle cose più belle viste in questa vacanza. Anche in questo caso avevamo prenotato via internet la visita delle 14.00 (ingresso € 42 tot.). Arriviamo in anticipo per cui prendiamo 4 panini nel locale vicino all’entrata e siamo pronti per la visita. La prima cosa che impressiona è la voragine che si apre nel terreno in prossimità dell’entrata e che mostra un ambiente “jurassiko” dove da lì a breve scenderemo. C’è la possibilità di prendere l’ascensore ma noi scegliamo le scale e scendiamo con il nostro gruppo. Le foto si sprecano anche perché una volta entrati nella grotta non sarà più possibile farne. Entrati, si percorre un primo tratto di qualche centinaia di metri a piedi liberamente e già si ha un primo approccio di quello che si vedrà più avanti. Si raggiunge poi un fiume sotterraneo e dopo una breve attesa si sale su una barca condotta da giovani rematori che iniziano a spiegare le prime curiosità di questo posto meraviglioso. Si percorrono così circa 500 metri. Le grotte sono su vari livelli e nel più profondo si arriva a 103 metri sottoterra circondati da stalattiti, stalagmiti e formazioni dalle forme più varie e originali. Splendido! E’ bellissimo navigare su questo fiume, ci sono splendidi colori e poi si arriva a terra dove in piccoli gruppi accompagnati da una guida si percorrono altri 400 metri circa. La guida spiega in francese ma all’entrata viene consegnata una guida in italiano. A piedi si costeggia un incantevole laghetto turchino e poi si riprende la barca con lo stesso rematore dell’andata. Ora è il momento di prepararsi per la foto che sarà sì un po’ cara (€ 9,20) ma è anche l’unica che si può avere a ricordo di questa visita meravigliosa. Sia il rematore che la guida sono ragazzi giovani e sono ben felici di ricevere una piccola mancia alla fine della visita. La visita dura in tutto due ore circa e risaliamo nella luce con gli occhi pieni di colori e forme che difficilmente dimenticheremo. A questa grotta è legata una vecchia leggenda che parla anche di un tesoro nascosto che noi purtroppo non abbiamo trovato. Terminata la visita si riparte per tornare a Sarlat ma proprio per non lasciarci mancare niente, lungo la strada ci fermiamo per la visita ad un allevamento di capre. Tipico della zona di Rocamadour è infatti il formaggio di capra. La fattoria, l’allevamento e i locali dove avviene la produzione del formaggio sono visitabili e ci sono pure dei cartelli che spiegano le varie fasi della lavorazione del formaggio. Ad una certa ora sono possibili anche visite guidate. Nello spaccio dell’azienda è poi possibile degustare ed acquistare i loro prodotti. Rientrati a Sarlat, ci fermiamo a cena e ci godiamo una passeggiata tra le caratteristiche viuzze senza la folla che le riempie durante il giorno. Anche la famosa statua con le tre oche è finalmente liberta dall’assalto di grandi e piccini e riesco finalmente a fotografarla in tranquillità.

SABATO 9 AGOSTO

Oggi purtroppo termina la nostra vacanza nel Perigord e così dopo colazione e dopo aver salutato i nostri gentilissimi padroni di casa partiamo direzione Avignone. Abbiamo infatti deciso di rientare in Italia da un’altra strada e avendo già visitato in passato la Provenza, Avignone ci manca. Putroppo il sabato è giorno da bollino nero per il traffico ed infatti rimaniamo più volte fermi in autostrada a causa di continui rallentamenti. Così il nostro spostamento che sarebbe dovuto durare circa 5 ore, durerà dieci e arriviamo nei pressi di Avignone veramente stanchi. La mia ostinazione a non voler usare navigatori questa volta non aiuta proprio e solo dopo un po’ di errori e fermate per chiedere indicazioni riusciamo a raggiungere Chauteurenard, un piccolo paese a 9 km da Avignone dove abbiamo affittato un appartamento per due notti. L’appartamento, Le Trentaine, si trova in un piccolo cortile interno abbellito da fiori e rampicanti e l’arredamento è in stile tipicamente provenzale. Lasciati i bagagli, usciamo a cena e ci fermiamo al Le Bistrot Provencal dove gustiamo un’ottima cena (€ 84 tot.).

DOMENICA 10 AGOSTO

Per colazione troviamo in cucina tutto l’indispensabile e appesi alla maniglia della porta croissant e baguette freschi. Siamo pronti per scoprire Avignone. Lasciamo l’auto appena fuori dalle mura e ci dirigiamo subito al Palazzo dei Papi dove acquistiamo i biglietti sia per il palazzo che per il ponte San Benezet e pure l’audioguida (€ 49 tot.). Le sale del palazzo sono molto spoglie ma grazie all’audioguida la visita diventa molto interessante. Inoltre le poche stanze ancora dipinte varrebbero comunque la visita. Per chi non volesse l’audioguida, in ogni stanza sono presente dei pannelli esplicativi nelle varie lingue. La visita dura un paio d’ore e la consiglio a tutti. Poco senso avrebbe infatti una visita di Avignone senza entrare in questo palazzo. Usciti dal palazzo raggiungiamo il ponte di San Benezet e anche qui ritiriamo l’audioguida, questa volta gratuita, che ci racconta la storia e le leggende legate a questo ponte. Si possono sentire anche le canzoni e canzoncine ad esso intitolate. Dopo il ponte passeggiamo per le viuzze affiancate dai negozietti di souvenir e raggiungiamo la piazza dell’Orologio dove ci fermiamo a pranzare in uno dei tanti locali che si affacciano su questa piazza. In seguito prendiamo pure il trenino turistico (€ 28 tot.) che ci porta in giro per Avignone accompagnati dalla spiegazione in italiano fatta dall’audioguida disponibile. Così si conclude la nostra visita e rientriamo all’appartamento. Torniamo a cena al Le Bistrot Provencal.

LUNEDì 11 AGOSTO

Purtroppo la nostra vacanza è terminata. Oggi si rientra ma vogliamo farci un ultimo regalo e così ci fermiamo per pranzo nell’incantevole Eze. Posteggio + navetta € 5. Conosciamo già questo incantevole borgo a picco sulla Costa Azzurra e la splendida giornata estiva ci regala un’incantevole vista sulla costa. Saliamo per le strette viuzze di questo borgo di pietra e ci fermiamo per un pranzo veloce al Delì. Insalata e panini squisiti (€ 46 tot.), personale molto simpatico e atmosfera magica segnano così la fine così di una splendida vacanza.

CONSIDERAZIONI FINALI

Ancora una volta la Francia non ci ha deluso. Posti incantevoli e unici, ottima cucina a costi contenuti. Parcheggi gratuiti nei week-end o a tariffa fissa € 3 per l’intera giornata. Cordialità e disponibilità da parte di chi ci ha ospitato. Ci restano i ricordi di luoghi incantevoli come le grotte visitate e la consapevolezza di quanto ancora ci sia da vedere. Per esempio a Montignac stanno lavorando alla costruzione di quello che, ci pare di avere capito, sarà un immenso museo, polo di riferimento delle pitture rupestri.

Ci restano i colori … l’ocra di Sarlat, il verde che si riflette nella Dordogna, il grigio del Palazzo dei Papi e delle pietre di Eze, l’azzurro del mare e del lago sotterraneo . Ci restano i sapori del fois gras (provate quello fritto!), dei patè e dell’anatra provata in tutte le salse.

Consapevoli di aver scoperto solo una piccola parte del Perigord nonostante i 2.885 km percorsi, ci restano così molte ragioni per tornare.

Alla prossima!

Rossana, Emanuele, Erica e Linda.



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