Corsica selvaggia

La Corsica è da sempre considerata “l’isola della bellezza”, ed ancora oggi è in pienissima forma e può essere considerata un perfetto compromesso fra organizzazione turistica e conservazione dell’ambiente. L’isola si e’saputa conservare anche attraverso gli anni del boom economico europeo ed ancora oggi, più di due terzi del...
Scritto da: Dimavv
corsica selvaggia
Partenza il: 01/07/2003
Ritorno il: 20/07/2003
Viaggiatori: in gruppo
Spesa: 1000 €
La Corsica è da sempre considerata “l’isola della bellezza”, ed ancora oggi è in pienissima forma e può essere considerata un perfetto compromesso fra organizzazione turistica e conservazione dell’ambiente. L’isola si e’saputa conservare anche attraverso gli anni del boom economico europeo ed ancora oggi, più di due terzi del territorio e’ considerato parco nazionale. Tutto quel cemento che ha divorato centinaia di chilometri di costa della Sardegna, tanto per fare un esempio, in Corsica e’rimasto fuori e non ha minimamente attecchito sulle splendide coste corse fatte di spiagge bianche e sassi levigati. Ma non bisogna dimenticarsi che la Corsica si può tranquillamente considerare una “montagna in mezzo al mare” e quindi unitamente all’attrezzatura da spiaggia non si possono lasciar fuori dai bagagli gli scarponi da montagna, infatti ad un’ora dalla costa ci si può immergere in un altro mare: quello verde ed intenso dei boschi e foreste.

Si sbarca, in pochissime ore, dall’Italia a Bastia tramite decine di servizi traghetto offerte da molte compagnie di navigazione.Appena scesi si prende subito la direzione nord, verso Capo d’Orso e dopo pochissimi chilometri ci si rende conto che curve, strettoie e dirupi a picco sul mare saranno i nostri compagni per tutto il viaggio. Si attraversa subito il cosiddetto Deserto des Agriates, una zona prettamente desertica dove il caldo in estate può provocare brutti scherzi e dove non è consigliabile avventurarsi senza una carta dettagliata della zona. La spiaggia di Saleccia, comunque, accoglie l’intrepido viaggiatore che ha il coraggio di staccarsi dalla strada asfaltata, subito dopo Casta, ed imboccare il lungo sterrato accidentato che termina proprio in questa tratto di costa, il più selvaggio ed affascinate dell’isola.

Proseguendo sulla via asfaltata, dopo l’area desertica, si arriva nello splendido porticciolo di Ile Rousse, fondato proprio dal padre della patria: Pasquale Paoli. Qui si può mangiare dell’ottimo pesce e passeggiare per le strette viuzze del suo incantevole centro storico. Si riparte, a malincuore, dopo questa piacevole sosta mediterranea e ci si immerge subito nella regione della Balagne, verso l’interno. Piccoli villaggi di case bianche con balconi fioriti, ci accompagnano per la stretta via maestra, attraversando una zona che in passato era dedita a moltissime colture diverse ed considerata la patria di un ‘ottimo olio esportato fino in Francia. Da questi meravigliosi giardini, si scende sulla costa fino ad arrivare a Calvi, città storica ed una delle località chiave del turismo corso. Qui si può visitare la caratteristica cittadella genovese ed il suo porto adiacente. Lasciandosi la cittadina alle spalle s’ inizia a guidare in uno dei tratti paesaggistici più belli del paese fino ad arrivare, dopo 35 km da Calvi, ad un bivio; svoltando a destra ci si dirige verso la meravigliosa spiaggia di Galeria e dove il fiume Fango si sposa con il mare. Proseguendo a sinistra del suddetto bivio, invece, si prosegue l’itinerario principale e si raggiunge il paese di Osani. Da qui si può proseguire a piedi per un fantastico giro nella Riserva naturale di Standola arrivando fino al piccolissimo paese di Girolata. Questo piccolo villaggio è stato dimenticato dalle strade e quindi ci si può solamente a piedi o in barca. Si trova in fondo al golfo che lo ospita e solamente da pochissimi anni vi sono stati portati telefono e luce. Merita senz’altro una sosta prolungata. La prossima meta e’ il piccolissimo centro turistico di Porto che ha la caratteristica di avere la sua piaggia delimitata da una ben conservata torre genovese. Da qui in meno di un’ora ci si ritrova in un perfetto paesaggio alpino dove passeggiate ed escursione in Mountain bike si sposano bene con un rinfrescante bagno in mare dopo l’escursione. In prossimità del Col di Veggiu si possono trovare, addirittura, degli impianti di risalita per lo sci alpino. Riprendendo la strada principale si attraversa il paesino di Ota, salendo in quota ed attraversando boschi di castagni, faggi e conifere. Le case di Ota hanno la caratteristica di essere costruite da grandi pietre grigie e piccolissime finestre. Ma ben presto si arriva alla città di Ajaccio, con i suoi ricordi napoleonici e la sua città vecchia che sorge a ridosso della cittadella fortificata genovese. E’ piacevole perdersi nelle sue viuzze, visitando piazzette ed edifici fantastici fino ad arrivare al Cours Napoleon, la via più animata della città. Un paio d’ore bastano per visitare la città. Ci lasciamo alle spalle la città natale di Napoleone e ci dirigiamo verso sud per immergersi nella grande foresta di Chiavari dove ci attende anche un simpatico tratto sterrato, fra centinaia di eucalipti immersi in un verde dirompente. Un paio di volte, lungo lo sterrato, troviamo la strada sbarrata da alcuni tronchi di albero abbattuti dal vento forte che spesso fa da padrone su questo tratto di costa, ma in poco tempo e qualche manovra si aggirano i diversi ostacoli. Si raggiunge la zona preistorica di Filitosa dove si possono trovare numerose querce grazie al suo clima caldo e secco. Ma il punto di arrivo della tappa odierna e’ l’incantevole cittadina di Bonifacio. Il suo centro storico occupa gran parte della penisola che separa il fiordo dal mare. Si visita la cittadella fortificata che ha la caratteristica di avere le piazze sottostanti ricavate dalle antiche ed enormi cisterne d’acqua piovana che provvedevano a soddisfare il fabbisogno idrico della cittadella durante gli assedi. La città e’ prettamente turistica e, quindi, qualsiasi locale a livello strada e’ occupato da qualche attività commerciale, ma il tutto e molto gradevole ed accogliente. Da non perdere e’ la camminata che, partendo dalla rocca principale, porta fino sull’altopiano dove si può godere di una magnifica scogliera bianca a strapiombo sul mare, e che scende fino a livello del mare. Un tramonto mozzafiato conclude la serata.

Dopo Bonifacio, e’ la volta di Porto Vecchio, sulla via principale che ormai ha piegato verso nord. Questa cittadina che nella sua periferia ha ormai preso sembianze “urbane” a noi abituali, nella parte vecchia, il suo cuore, ha mantenuto la sua fortificazione a 5 mura con un’atmosfera allegra ed accogliente. La piazzetta, accompagnata da un lato dalla Chiesa e qualche negozietto accolgono il visitatore che da qui può partire alla scoperta delle piccole vie traboccanti di ristoranti minuscoli, dove piatti a base di pesce fanno da padroni. Il porto, che una volta accoglieva maestosi velieri commerciali, oggi e’ tutto dedito ad accogliere un turismo diportistico e rappresenta la prima fonte di guadagno della zona.

Il giorno dopo si parte alla volta del Col di Bavella guidando dolcemente fra una lunga serie di tornanti ed ammirando le imponenti vallate di roccia marrone, intagliata, erosa dagli agenti atmosferici, a formare dei curiosi labirinti, cosparsi qua e là da alberi di ginestra. Il paese di Bavella e’ contornato da enormi montagne che sforano il cielo e da una valle con un fiume che forma tante piscine naturali di chiara e fresca acqua. Un piccolo angolo di paradiso dal quale ci si stacca a fatica. Ci si dirige, di nuovo, verso la costa turistica per abbandonarla quasi subito in direzione di un’altra grande meta: Corte. Si costeggia il fiume Tavignano seguendo una vallata quasi esente da villaggi e sono ancora le rocce ed i dirupi a fare da padroni. La città di Corte e’ stata sempre al centro della vita politica e storica della Corsica, non per niente gli viene riconosciuta la qualifica di capitale morale ed ha sempre avuto un’indole patriottica. Molto bella e caratteristica è la zona del Belvedere, direttamente al di sopra della Piazza Gaffori, punto dell’indipendenza corsa, mentre la classica zona della cittadella fortificata non e’ visitabile per via della Legione straniera, che vi ha installato una sua base logistica. E’ d’obbligo una visita di un almeno giorno alla valle della Restonica, caratterizzata da profonde gole incassate fra montagne altissime. La stradina sale subito decisa, contornata da un fiume splendido con decine di laghetti naturali fino al ponte di Tragone, dopo una decina di chilometri. Da qui la stradina si stringe ancora di più e continua a salire in quota fino ad arrivare alla Bergerie de la Grotelle, punto di partenza di sentieri immersi in un paesaggio tipicamente alpino, con il Monte Rotondo che vigila sull’intera valle. Purtroppo il tempo e’ tiranno e dobbiamo ridiscendere verso valle, in direzione del porto d’imbarco di Bastia. Mano mano ci si dirige verso la costa, le pinete ed i pascoli fanno spazio ad una natura più collinosa attraversando il piccolo villaggio di S.Michele Murato, con una graziosissima chiesetta del XII sec. Le cui pietre di calcaree bianco, si narra siano state portate dai crociati, prelevate da una lontana moschea. Dopo la sua visita all’interno, ci dirigiamo velocemente verso Bastia. Ormai il nostro giro della Corsica si e’ concluso e con esso questi meravigliosi giorni di vacanza. Rimarrà per sempre nei nostri cuori il magico abbinamento mare-montagna che in Corsica sembra essere un tutt’uno. Abbiamo respirato per dieci giorni una salubre aria di montagnga unitamente allo iodio porto dal mare, un magico mix che circuisce il visitatore e lo fa sentire in un’altra dimensione. Dalle bianche casette dei pescatori ai rifugi montani…Il passo e’ brevissimo ! Per questo ci siamo promessi di ritornare in questa meravigliosa isola dove la natura è ancora padrona indiscussa e fa bella mostra di sè. www.Dimensioneavventura.Org



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