Parigi bella e basta

Perchè Parigi? Perchè non si può non averla mai visitata. Quattro giorni sono certamente pochi per poter esprimere un giudizio approfondito, ma sono sufficienti per provare un'emozione. Parigi è bella, troppo bella. Ma è anche troppo ordinata, troppo armoniosa e soprattutto troppo autocelebrativa. I parigini? Differenti dagli altri francesi:...
Scritto da: artemisia59
parigi bella e basta
Partenza il: 23/02/2009
Ritorno il: 27/02/2009
Viaggiatori: fino a 6
Spesa: 2000 €
Perchè Parigi? Perchè non si può non averla mai visitata. Quattro giorni sono certamente pochi per poter esprimere un giudizio approfondito, ma sono sufficienti per provare un’emozione. Parigi è bella, troppo bella. Ma è anche troppo ordinata, troppo armoniosa e soprattutto troppo autocelebrativa. I parigini? Differenti dagli altri francesi: più molli, più altezzosi, gentili ma con sufficienza. Luoghi comuni? Forse, ma con una loro generica fondatezza. Dopo queste brevi considerazioni personali, veniamo al pratico: IL VOLO Se scegliete Ryanair per il prezzo conveniente, ricordate sempre di aggiungere i 13 euro a tratta per il lungo trasferimento (circa un’ora e trenta) da Beauvais.

Se partite da Ciampino, il Parcheggio Low Cost “Alta Quota” è una scelta azzeccatissima. Noi abbiamo pagato 32 euro per 5 giorni. Il servizio è impeccabile: lasciata l’auto si viene portati immediatamente alle partenze, e al ritorno basta una telefonata per essere prelevati e riportati alla propria auto. Sul sito ci sono tutte le indicazioni (importantissima quella stradale).

L’HOTEL Qualsiasi zona di Parigi va bene, perchè il metro è efficientissimo.

I TRASPORTI A meno che non decidiate di passare la vacanza in metro o in bus, i carnet T+ da 10 ticket (11,80 euro) sono la soluzione più conveniente per pochi giorni, utilizzabili anche per bus e RER entro Parigi. La RER con destinazioni fuori Parigi (tipo Versailles o Eurodisney) ha tariffazioni diverse. Entro il circondario parigino, anche se siete diretti oltre, si entra in barriera anche con il ticket normale, ma poi non si può uscire se non con il biglietto della giusta percorrenza (conservatelo!) I MUSEI Il Museum Pass è piuttosto caro e fatevi i conti, visto anche che ha qualche esclusione (tipo Torre Eiffel).

I ragazzi sotto i 18 anni non pagano e i giovani da 18 a 26 hanno riduzioni in alcuni musei (es. Il Museo d’Orsay).

Il Louvre ha due aperture serali (mercoledì e venerdì) a tariffa ridotta, in più i giovani 18-26 non pagano il venerdì sera dalle 18.

La prima domenica del mese le entrate ai musei sono gratuite, Versailles compresa.

IL NOSTRO ITINERARIO 1° giorno: il cuore di Parigi Col Metro sbuchiamo di fronte all’Opera che vediamo solo da fuori, ma è un gran bel colpo d’occhio… Poi proseguiamo a piedi fino all’enorme Place de La Concorde, quindi tutto il pretenzioso Boulevard St. Germain fino al pittoresco Quartiere Latino dove ci fermiamo a pranzare. Attraversiamo il Pont St. Michel e siamo nell’Ile de La Citè, di fronte a Notre Dame. Spettacolare dentro e fuori. Ma che strano, è il giorno di Carnevale e non si vede una maschera, un bimbo travestito, qualche coriandolo… Boh? Decidiamo di salire sulle torri, e questa sarà l’unica vera fila a cui ci sottoporremo, oltretutto al gelo. Si entra a gruppi, e poi si viene bloccati in specie di stazioni obbligatorie “a tempo”. E’ piuttosto sgradevole, ma forse è l’unico modo, viste le strette scale a chiocciola e la mancanza di ascensori. Comunque la veduta della città dall’alto, incorniciata dalle chimere, vale la fatica. Ma per noi, dopo una crèpe rinfrancante, la camminata continua lungo la Senna, ammirando scorci indimenticabili. Attraversiamo il ponte pedonale Les Arts e ci troviamo nel cortile del Louvre, al quale diamo appuntamento per l’indomani, e proseguiamo attraverso i Jardins des Tuileries con l’Arco di Trionfo che si vede in lontananza e l’arco del Carrousel alle nostre spalle. E’ quasi sera e il mio programma prevedeva di arrivare alla Torre Eiffel (che sembra così vicina) con il buio, ma c’è un ammutinamento: i nostri figli sono distrutti e vogliono tornare in albergo. E io che volevo anche fare il giro in battello…

2° giorno: Montmartre e musei Salire a Montmartre e vedere comparire il Sacre Coeur nel suo biancore è fantastico. Per non parlare delle viuzze intorno e di Place du Tetre piena di pittori… Questo è il tipo di Parigi che più mi conquista, forse perchè fa parte del mio immaginario. Io sto canticchiando “Che gelida manina” da quando siamo arrivati, ma anche il resto della famiglia sembra molto a proprio agio. Scendiamo così a piedi verso il Moulin Rouge e Pigalle.

Incredibile! Siamo a Parigi e non siamo ancora alla Torre Eiffel. Bisogna rimediare e in pochi minuti con il Metro ci troviamo in Place du Trocadero. Il Palais de Chaillot è imponente ma piuttosto brutto, la Torre Eiffel è un elegante mostro di ferro, ma l’insieme, con le statue e le fontane al centro, è stupefacente. Nessuno vuole salire sulla Torre: la fila è atroce e abbiamo tutti qualche problema di vertigini.

Il pomeriggio è per i due musei irrinunciabili: l’Orsay e il Louvre. 10 minuti di fila per il primo, e la sorpresa di un ambiente che addirittura accresce la bellezza delle opere esposte. Sarebbe stato più logico visitarlo dopo il Louvre, vista la posteriorità degli artisti, ma per ragioni di orario dobbiamo fare il contrario.

Approfittiamo dell’apertura serale del Louvre del mercoledì: non c’è fila, e comunque nel fare i biglietti alla macchinetta mi viene da chiedermi perchè gli italiani e i greci debbano pagare l’ingresso, visto che le opere di maggiore attrazione sono le loro…

La poca folla consente di avvicinarsi senza accalcarsi ad ogni quadro e ad ogni statua, restandoci a proprio piacere (Gioconda compresa) e pare non sia cosa da poco. Inoltre c’è anche lo spettacolo extra del tramonto sulla città dalle vetrate e, più tardi, della piramide illuminata. I nostri figli spariscono tra le sale e apprezzano molto. Tanta bellezza è davvero per tutti.

3° giorno: itinerari separati Dopo il pieno di cultura e le terribili scarpinate, I ragazzi decidono di andare a Eurodisney, e ne saranno entusiasti. A noi non interessa e quindi, tanto per cambiare, ci dedichiamo a una lunga camminata. Dall’Arco di Trionfo lungo gli Champs Eliseés, poi il Lungosenna fino al Quartiere Latino. Ci riposiamo qualche minuto su una panchina del Jardin du Luxembourg e poi ripartiamo verso il quartiere di Montparnasse. Per strada mio marito si rende conto di avere dimenticato la telecamera sulla panchina. Ormai è passata almeno una mezz’oretta, ma la ritrova al posto di polizia del giardino, dove qualcuno l’ha riportata. Forse sarebbe andata così anche in Italia, ma ho qualche lecito dubbio. Ci riavviamo verso Montparnasse, il quartiere degli artisti del XX secolo, dominato oggi dall’arrogante torre-grattacielo dalla quale pare si goda la migliore vista su Parigi. Visitiamo il cimitero, con le tombe, tra gli altri di Baudelaire, Sartre e Simone De Beauvoir. Il custode ha perfino una piantina “turistica” delle tombe illustri.Però piuttosto emozionante.

4° giorno: Versailles e aeroporto Partiamo abbastanza presto, già con le valige, ma non troviamo fila per entrare alla reggia. Enorme, grandiosa e grandeggiante, tanto che nostro figlio minore se ne sente disgustato, pensando alla miseria che ne faceva da contrappunto.

Il giardino è altrettanto esagerato, almeno come dimensioni, ma con uno stile a mio avviso piuttosto piatto. O forse sarà per la stagione fredda, le statue coperte e le fontane non in funzione. In ogni caso il giardino della Reggia di Caserta, tanto per restare in tema, è secondo me molto più elegante e movimentato. Terminata la visita, con la RER C ci dirigiamo a Porte Maillot, ma attenzione: si prende in direzione Parigi, poi si cambia a Champs de Mars e si riprende in direzione Pontoise. Bellissimo quando il treno rivede la luce praticamente sulla Senna con la Torre Eiffel alle spalle. A Porte Maillot crediamo di essere in anticipo, visto anche che abbiamo il check-in on line e quindi potremmo essere in aeroporto fino a mezz’ora prima. Invece l’organizzazione di questi trasferimenti non consente di scegliersi l’orario. Gli autobus sono sincronizzati 3 ore prima di ogni volo ( con tanto di indicazioni sul vetro) e il personale alquanto scontroso e maleducato non accetta facilmente deroghe. Alcuni passeggeri sono furiosi. Arriviamo al capannone di Beauvais. Dopo la lunga attesa, la porta di imbarco non viene indicata che all’ultimo secondo, con tutti i passeggeri ammassati sotto i display, come se assistessero a una finale di coppa. Poi si corre tutti insieme fino all’inevitabile ingorgo, spintonati e incalzati dal personale. Ho come la sensazione che gli utenti di questo aeroporto vengano tratttati come pezzenti. Adieu, meravigliosa e antipatica città!



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