Disneyland Paris in 48 ore: istruzioni per l’uso

Anche quest’ anno ho fatto il mio solito giretto a Disneyland Parigi. Ho deciso alla fine di ottobre che io e le mie donne saremmo andati dal 15 al 17 novembre. Ho prenotato i voli con easyJet da Malpensa a Parigi CDG con meno di 3 settimane di anticipo ed ho speso 70 euro a/r a testa, il che non è male se si pensa che 2 anni fa con la stessa...
Scritto da: viaggimiei.net
disneyland paris in 48 ore: istruzioni per l'uso
Partenza il: 15/11/2007
Ritorno il: 17/11/2007
Viaggiatori: fino a 6
Spesa: 1000 €
Anche quest’ anno ho fatto il mio solito giretto a Disneyland Parigi. Ho deciso alla fine di ottobre che io e le mie donne saremmo andati dal 15 al 17 novembre. Ho prenotato i voli con easyJet da Malpensa a Parigi CDG con meno di 3 settimane di anticipo ed ho speso 70 euro a/r a testa, il che non è male se si pensa che 2 anni fa con la stessa compagnia ne ho spesi 100 prenotando 4 mesi prima. Il trucco sta nel non tornare la domenica sera; tornando il sabato si paga la metà. Ma voi continuate pure a fare i pecoroni in modo che possa essere io a trovare le tariffe migliori.   Lo scopo della missione era di andare solo a Disneyland escludendo per questa volta Parigi città, così ho cercato un hotel nei dintorni del parco. Naturalmente ho escluso subito gli hotel Disney a causa dei costi proibitivi ed ho optato per uno degli alberghi “consigliati” dalla Disney. Questi hotel sono tutti a circa 2 km dall’ ingresso dei parchi ma sono dotati di bus navetta gratuiti ogni 15/20 minuti. Ho deciso per il My Travel’s Explorers hotel perché era quello che mi piaceva di più stando alle foto trovate in internet ed aveva un costo leggermente più basso degli altri. Con sole 48 ore a disposizione la missione risulta veramente stressante, specie quando si viaggia con 3 donne.  Il giorno prima della partenza ho scoperto che a Parigi era in atto uno sciopero dei lavoratori dei trasporti e la cosa mi ha fatto preoccupare parecchio. Il piano prevedeva di raggiungere l’ hotel con le navette VEA che collegano gli aeroporti ai parchi Disney ed agli hotel, ma a quel punto non ero certo che ci fossero a causa dello sciopero. Il piano B quindi sarebbe stato il noleggio di una Modus o similari, il piano C invece di andare in taxi spendendo come minimo 150 euro. Per il ultimo il piano D: aspettare 2 giorni in aeroporto e tornare a casa.  Dato che io sono l’ orso più intelligente della media degli orsi ho fatto il chek-in online (easy lo consente viaggiando con il solo bagaglio a mano) in modo da non perdere tempo in aeroporto. E’ molto semplice: si va sul sito della compagnia, si inserisce il codice di conferma e si stampano le carte di imbarco.   Per coprire i 150 km che separano casa mia da Malpensa avevo stimato 2 ore a causa del traffico previsto sulla tangenziale di Milano (previsione rivelatasi esatta), quindi sarebbe stato prudente uscire di casa almeno 4 ore prima della partenza cioè alle 7.30 del mattino. Per essere certo di uscire alle 7.30 ho ordinato alle mie 3 donne di essere ready-to-go per le 6.30. Questa è psicologia spicciola: avendo a che fare con delle donne bisogna sempre considerare almeno 1 ora extra.  Intanto che aspettavo i porci comodi delle mie compagne di viaggio ho ricontrollato per l’ ultima volta l’ equipaggiamento (controlla e verifica e poi controlla ancora è il mio motto). Le priorità sono sempre: documenti e biglietti (o carte di imbarco in questo caso), soldi, carte di credito. Al secondo posto troviamo macchina fotografica, videocamera, batterie, caricabatterie, ecc. E 2 cellulari. Infine avrei voluto portare una Glock ma viaggiando col solo bagaglio a mano è impossibile. Una .45 ti ferma qualsiasi animale, e non si sa mai: sempre meglio averla e non averne bisogno che il contrario. O no? In ogni caso tutto quello che serve è: 1 mutanda, 1 maglietta, 1 calza moltiplicate per il numero di notti. Più lo spazzolino da denti. Tutto quello in più che si porta è inutile, occupa spazio e pesa. Per missioni di questo tipo non bisogna MAI e dico MAI viaggiare con bagaglio registrato. Portarsi una valigia di 15 kg per 3 giorni è da dementi, in quanto fa perdere ulteriormente tempo all’ arrivo. Non ho capito: che problema c’ è a tenersi addosso dei vestiti sporchi?  A preparativi ultimati mia moglie e la bimba n° 2 hanno fatto adunata in cortile, sull’ attenti, con barbe fatte ed anfibi lucidi. La bimba n° 1 mi è corsa incontro, ha sbattuto i tacchi, mi ha salutato militarmente e mi ha presentato la forza. Ho passato rapidamente in rassegna la truppa per accertarmi che uniformi ed equipaggiamenti fossero in perfetto ordine ed ho impartito le ultime raccomandazioni. Ero indeciso se far fare loro un po’ di addestramento formale in cortile prima della partenza ma ho preferito lasciar perdere perché il tubo arancione con le ali non mi avrebbe aspettato. Alla fine ho dato il rompete le righe. Al mio segnale si sono teletrasportate in auto.

Lasciamo l’ auto in uno di quei parcheggioni nei dintorni di Malpensa e raggiungiamo il T2 con la navetta del parcheggio. La fila ai controlli era chilometrica ed io non ho avuto bisogno di conferme del fatto di essere un genio per aver fatto il check-in su internet. Ma il mio momento di maggior godimento è arrivato all’ imbarco: easyJet, come del resto la sua compagnia concorrente (quella con gli aerei dipinti di blu e giallo) offre il servizio di imbarco prioritario a pagamento. Cioè, tu paghi e ti chiamano all’ imbarco prima degli altri. Le priorità sono: paganti, geni che hanno fatto il check-in online, pecoroni. Davanti a tutti passano quelli che viaggiano con bambini. Mi rideva il culo quando sono passato davanti a tutti con la mia bimba n° 2 in braccio…  Appena saliti a bordo ho constatato che l’ intero equipaggio era italiano. Easyjet ha finalmente cambiato le uniformi: non più jeans neri con camicia arancione, ma qualcosa di più o meno elegante. Non che la cosa mi interessi più di tanto, a me basta che Capitan America e il suo socio facciano un buon lavoro. A proposito di Capitan America: ci ha dato il benvenuto annunciando che c’ era un guasto e che saremmo quindi partiti con 10 minuti di ritardo. L’ ultima volta che ho sentito questa stronzata a bordo di un aereo easyjet il ritardo è stato di 3 ore e 30 minuti. Stavolta però è andata abbastanza bene: partiamo con mezz’ ora di ritardo in parte recuperati durante il volo. EasyJet all’ aeroporto De Gaulle opera dal terminal 3 che è piccolo e sfigato. Ma almeno non troppo incasinato. In 2 minuti siamo già sul marciapiede. La fermata degli autobus VEA è chiaramente indicata e si trova quasi davanti alle partenze. Tutti gli autobus portano alla stazione RER di fianco al Disney Village, e ad alcuni orari portano anche agli hotel Disney ed a quelli consigliati. Il nostro autobus era uno di quelli. E’ arrivato con 15 minuti di ritardo ma almeno c’ era: niente sciopero in casa VEA a quanto pare. Il biglietto è una vera mazzata: 16 euro a tratta per gli adulti e 13 per i bambini e si paga all’ autista. Si può anche pagare con carta di credito. Il tragitto previsto è di circa 45 minuti MA… prima bisogna andare a caricare un po’ di passeggeri al terminal 1, poi al terminal 2 che comprende 5 o 6 fermate. Infine ci si mette in viaggio ed effettivamente ci vogliono 3 quarti d’ ora fino a Chessy, ma da li altre 4 o 5 fermate negli altri hotel fanno si che per noi il viaggio sia durato 1 ora e 45… Incredibile!  Bene, alle 16 siamo in hotel. Si rivela una grandissima struttura perfettamente inserita nella campagna circostante. Il piano prevedeva di mollare subito la roba in camera e di andare al lago vicino al Disney village a fare un giro intanto che c’ era ancora luce. Il problema però erano i bus navetta: funzionavano solo quelli per gli hotel Disney (quelli gialli) ma non quelli per gli hotel consigliati (quelli rosa) che erano in sciopero. Normalmente ne passa uno ogni 15/20 minuti ed è gratis. Sono solo 2 chilometri ma faceva un freddo polare ed eravamo stanchi, così ci siamo fermati in albergo. L’ hotel è a tema esplorazioni, cioè ha arredi e accessori che richiamano alla mente le grandi esplorazioni dei secoli passati. All’ ingresso si viene accolti da statue tipo isola di Pasqua, e cose simili. L’ interno è molto carino con finti quadri d’ epoca, finte botti, finti cannoni, finti draghi, ecc. Il pezzo forte è la piscina coperta e riscaldata con palme finte e 2 acquascivoli, uno dei quali era un bel tubone veramente notevole per una piscina coperta. Se Andate in questo hotel portatevi il costume ma non i teli mare, dato che si possono noleggiare in loco al prezzo di 2 euro.

Nell’ atrio era presente una specie di nave a vela dove i bambini potevano giocare. Inoltre c’era una di quelle strutture con scivoli, vasche di palline e roba simile. L’ hotel è inoltre dotato di ristorante a buffet, ristorante a la carte, pizzeria (beh, insomma, le pizze non avevano un bell’ aspetto), snack bar e negozio Disney. Il vantaggio di avere un negozio Disney è che se durante la giornata trascorsa nei parchi di divertimento fate degli acquisti, non dovete portarveli dietro tutto il giorno, ve li potete far recapitare gratuitamente nel negozio dell’ hotel.   Dopo la piscina andiamo a cena al ristorante a buffet perché ci sembrava la soluzione migliore. Costa 21 euro (28 con alcolici) per gli adulti e 11 euro per i bambini. Cibo e soft drink a volontà. Sul modello degli albergoni in Spagna, avete presente? Non si mangiava male, ma mi è capitato di meglio. C’ erano anche gli spaghetti, i tranci di pizza (?) e le lasagne… vi lascio immaginare… Ho visto alcuni (non italiani) prendere in un unico piatto: patatine fritte, pizza (?), bocconcini di pesce, il tutto ricoperto da una montagna di spaghetti. Il personale in hotel è in gran parte francese, ma la presenza di stranieri (anche italiani) è notevole.  Le stanze, che qui si chiamano “camere dell’ equipaggio” possono ospitare da 4 persone in su (fino a 10), bagno con cesso separato (come spesso si trova in Francia) in modo che mentre uno evacua, l’ altro si possa lavare i denti ottimizzando i tempi. I letti hanno quegli odiosi piumini senza lenzuola ed i cuscini sono piccoli. I piumini, è questo il vero problema: non si possono rimboccare e ti ritrovi con i piedi che escono da tutte le parti. La stanza, prenotata tramite expedia, è costata 110 euri a notte compresa la colazione. Solitamente i prezzi sono più alti ma con expedia sono riuscito a trovare il prezzo più basso.  La mattina dopo, alle 7, ho svegliato il resto della truppa urlando. Ho sbrandato le donne e mi sono informato se qualcuno aveva intenzione di marcare visita o chiedere rapporto. Nessuno: bene. I miei ordini erano chiari: mezz’ ora per prepararsi, alle 7.30 in punto a fare colazione ed alle 8.15 in strada ad attendere lo shuttle (se c’ era). La colazione, come dicevo, è inclusa nel prezzo ma deve essere prenotata il giorno prima. Basta andare alla reception e comunicare l’ orario desiderato. Nessun problema la mattina presto ma in orari di punta da pecoroni in alta stagione potreste non mangiare all’ orario desiderato. Bisogna sempre mangiare come animali quando c’ è il buffet, e se possibile fregare anche qualcosa.  Dopo la colazione per prudenza mi sono informato circa lo sciopero ed il mentecatto in reception mi ha assicurato che le navette sarebbero passate “tous le 20 minuts”. Col cazzo! Sono stato mezz’ ora al freddo (e intanto erano le 8.45) ma non è passato nessuno. Fossi stato da solo sarei andato subito a piedi ma con 2 bambine e 10 gradi sotto zero volevo tenerla come ultima possibilità. Faccio chiamare un taxi che dice che arriva in 5 minuti. Dopo 10 ne arriva uno che però ha caricato altra gente per l’ aeroporto. Il tassinaro ci ha detto che di taxi liberi non ce n’ erano a causa dello sciopero dei mezzi e che avremmo fatto meglio ad andare a piedi. Ok, ci incamminiamo lungo il vialone che porta all’ hotel Santa Fe, il più vicino a noi. Tutto intorno è curatissimo: le aiuole gli alberi, i lampioni. Tutto bellissimo: sembra quasi di stare a Disneyland…

Raggiungiamo il Santa Fe dopo aver marciato nella mattina gelida ed abbiamo una gradita sorpresa: l’ autobus giallo! Montiamo a bordo senza pensarci 2 volte ed arriviamo alla biglietteria del parco alle 9.30: perfetto visto che l’ apertura è alle 10 ma la Main Street USA è gia aperta. Bisogna sempre arrivare in anticipo alla biglietteria, in modo da avere il tempo di acquistare i biglietti se c’ è coda. I biglietti (che qui si chiamano passaporti) sono in vendita anche in tutte le stazioni RER tranne quella del parco, quindi è bene arrivare con già i biglietti in tasca se si proviene da Parigi. I biglietti costano molto: 48 euro gli adulti e 39 i bambini ma li valgono tutti. Il biglietto vale per 1 giorno e per un solo parco, ma sono disponibili biglietti per più giorni anche per i 2 parchi. Fare 1 giorno per 2 parchi secondo me è uno spreco. Valutate anche la possibilità di fare il passaporto annuale. Lo si fa in un apposito ufficio all’ interno di Disneyland Park e costa 32 euro (oltre al biglietto di un giorno). Consente di entrare nei 2 parchi per un anno: fate i vostri conti.  1 ora di anticipo è l’ ideale, così da poter visitare la Main Street, che apre mezz’ ora prima. In alcuni periodi dell’ anno soggiornando negli hotel Disney o consigliati, si può accedere al parco 1 o anche 2 ore prima dell’ apertura. E questo è un grandissimo vantaggio, per fare subito le attrazioni più popolari.

 Disneyland Resort Paris è composto da 2 parchi: Disneyland Park, il principale, dove siamo andati noi e Disney Studios, il parco dedicato al cinema. Per vedere bene Disneyland Park servono come minimo 2/3 giorni, mentre per gli Studios 1 giorno può bastare se non c’ è troppa gente. Considerate che nel complesso c’ è anche il Disney Village con bar, ristoranti (tra cui l’ incredibile Rainforest Cafè), cinema multisala, imax, discoteca, ecc. Un lago, una mongolfiera, 7 hotel tematici, 1 campo da golf e molto altro. Se volete vedere tutto fermatevi almeno una settimana. Noi in un giorno ci siamo visti un po’ di fretta solo il parco principale. La conseguenza piacevole dello sciopero è stata la bassa affluenza, che unito al fatto che eravamo in bassa stagione e che era venerdì ha fatto si che le file sulle attrazioni fossero ridottissime: massimo 5 minuti.   Negli Studios, dove ero stato 2 anni fa, c’è la più spettacolare attrazione di tutto il mondo Disney: The rock ‘n’ roller coaster starring Aerosmith. Questa da sola vale il viaggio e come sensazioni provate la giudico inferiore solo ad un aviolancio. Intendiamoci: tra le 2 cose c’ è un abisso e chi tra di voi, miei fedeli lettori, ha avuto abbastanza palle per contare da 1001 a 1005, non potrà che darmi ragione. E’ un cosiddetto accelerator coaster, cioè un ottovolante che parte con un’ accelerazione da 0 a 100 in 3 secondi. In ogni sedile ci sono casse acustiche che diffondono musica degli Aerosmith a tutto volume. Il tutto al chiuso. Sensazionale. Ho notato che è in costruzione un’ altra incredibile attrazione, già provata a Disneyworld a Orlando: The Hollywood hotel tower of terror. Quando sarà ultimata non avrete più scuse per non andarci…  Disneyland Park è diviso in 5 zone a tema e si inizia la visita dalla Main Street USA, che è subito dopo l’ ingresso. Si entra in una tipica strada americana dei primi del ‘900 piena di negozi, bar e ristoranti. L’ unica attrazione è la stazione del treno che fa il giro del parco. Agli orari prefissati si può assistere alle parate ed incontrare i personaggi Disney. Ci sono 2 modi per incontrare i personaggi e farsi la foto con loro: quando passano e tutti gli saltano addosso o facendo la fila nei punti ed agli orari previsti facendosi la foto con tutta calma.  Dopo la Main Street c’ è una grande piazza ed il castello della bella addormentata nel bosco. Girando a sinistra si accede a Frontierland, dove siamo andati subito noi. Il tema di questa zona è il west. C’ è un grande lago con un’ isola nel mezzo e si può fare il giro sul grande battello a pale. Negozi e ristoranti, tra cui la steak house, dove si mangia ottima carne alla griglia. La principale attrazione è Big Thunder Mountain, il trenino della miniera impazzito. Altro non è che un ottovolante che parte dalla terraferma, entra in una galleria e riemerge nell’ isola in mezzo al lago. Degna di nota la Phantom Manor, la casa abitata dai fantasmi. Sconsigliata ai bambini piccoli. Ci siamo fatti queste 2 attrazioni e poi siamo andati a Discoveryland, la zona dedicata al futuro ed alla fantascienza. Questa è la mia area preferita dove ci sono anche le migliori attrazioni del parco.

Prima fra tutte Space Mountain Mission2, ispirata al romanzo Dalla Terra alla Luna. E’ un ottovolante interamente al buio. Si entra in cannone gigante e si viene sparati alla volta della Luna. Sono riuscito a convincere anche mia figlia di 9 anni a farsi un giro, quindi se vi cagate sotto vergognatevi. La ragazza all’ ingresso che misurava i bambini (altezza minima 1,32) era italiana: si chiama Valentina ed era molto, molto carina. Se andate fateci caso. Star Tours è un’ altra di quelle attrazioni che non si possono saltare: si parte a bordo di una navicella spaziale per una gita al pianeta Endor e ci si trova nel bel mezzo della battaglia di guerre stellari. In pratica è un gigantesco simulatore. Imperdibile. Honey I shrunk the audience è un sensazionale cinema 4D che avevo già visto molte volte. E’ ispirato al film Tesoro mi si sono ristretti i ragazzi, ma questa volta era chiuso per manutenzione. A Discoveryland c’ è una nuova attrazione: Buzz Lightyear Laser Blast, ispirata al film Toy Story 2. In pratica si sale su dei vagoncini e, armati di una pistola laser, si spara ai bersagli contrassegnati dalla Z del malvagio imperatore Zurg. Un display vi tiene informati delle vostre capacità di tiro. Per intenderci io ho fatto 220.000 punti. Divertentissimo, l’ ho fatto 2 volte e ci potete andare anche se non avete visto Toy Story. Qui c’è anche Pizza Planet, il ristorante di Toy Story, che però era chiuso.   Per il pranzo, quando ho poco tempo a disposizione non vado mai in un ristorante con servizio al tavolo. Abbiamo optato per Victoria home style restaurant, dove fanno dei croque-monsieur (dei grossi toast) più o meno commestibili e insalate. In 20 minuti abbiamo mangiato. L’ interno del ristorante è carino: tipo casa inglese del periodo vittoriano. Importante: bisogna sempre mangiare entro le 11.30 per evitare casino e avere le attrazioni più libere quando i pecoroni mangiano.   Ci spostiamo a Fantasyland, dietro il castello, che è l’ area preferita dai bambini e quella con l’ architettura più simpatica. Qui ci sono le 2 attrazioni più frequentate in assoluto: Peter Pan’s flight e Dumbo the Flying elephant. Peter Pan ed altre attrazioni hanno il sistema FAST PASS per fare meno fila. Funziona in questo modo: inserite il vostro biglietto in una macchinetta e vi esce uno scontrino con una fascia oraria (ad esempio 14.30-14.45). Non dovete fare altro che presentarvi all’ attrazione nell’ orario indicato entrando da un cancello apposta. Se la fila normale è di 1 ora voi farete solo 10 minuti. Attenzione perché il giochino si può fare solo una volta per attrazione.

Anche qui negozi e ristoranti (tra cui l’ ottimo Todd Hall dove si mangia del fish & chips migliore di quello di Londra). L’ altra grande attrazione qui è It’s a Small World, che è piaciuta molto anche a mia figlia di 2 anni. Si fa un giro su dei barconi in tutti i paesi del mondo con bambole coloratissime che ballano al suono di una canzoncina che non riuscirete più a togliervi dalla testa. Le altre attrazioni degne di nota sono Pinocchio, Biancaneve e la giostra dei Cavalli.

 E’ la volta di Adventureland, l’ area dedicata all’ avventura. L’ attrazione principale è sicuramente I pirati dei Caraibi, che ha ispirato i famosi film. Viaggio su barconi in un mondo di pirati. Il tutto con effetti audio e video molto realistici. L’ altro pezzo forte è Indiana Jones, un classico ottovolante con ambientazione tempio in rovina o qualcosa del genere. Da vedere anche la casa sull’ albero, la nave pirata ed il ponte sospeso. Anche qui negozi e ristoranti.

Si è fatta sera ed è il momento di uscire. Conviene andarsene un po’ prima dell’ orario di chiusura per evitare la ressa. All’ uscita l’ albero di Natale illuminato è impressionante. Dopo Halloween parte subito l’ ambientazione natalizia. All’ uscita facciamo un giretto al Disney Village nel gigantesco negozio per acquistare un po’ di gadget. Se volete mangiare al Village vi suggerisco il Planet Hollywood o meglio ancora, il Rainforest Cafè che ha un’ ambientazione tipo foresta amazzonica con animali, temporale, ecc.

Torniamo in albergo letteralmente distrutti. Faceva un freddo bestiale, non c’ erano i bus navetta, eravamo stanchi così ho preso al volo l’ unico taxi disponibile. Per 2 km ho speso l’ incredibile cifra di 10 euro!!! Piccolo consiglio: se pensate di venire, preventivate una cifra, raddoppiatela e sarete vicini a quello che spenderete realmente.  La sera ci addormentiamo all’ istante e la mattina dopo la sveglia è per le ore 06.00 in punto. Il nostro volo di ritorno era alle 13.15, quindi saremmo potuti tranquillamente partire con l’ autobus delle 10 dal Disney Village, ma sarebbe stato un rischio enorme, dato che lo sciopero non era terminato. L’ unico autobus diretto dal nostro hotel all’ aeroporto era alle 8.15 quindi per non rischiare abbiamo preso quello ed abbiamo aspettato 4 ore in aeroporto. I prezzi sono a dir poco assurdi 1 caffè (…?) viene 1.60 ed una scatola di tic-tac 2.50! Incredibile. Pranziamo con 1 panino ed un sacchetto di patatine e acqua dei rubinetti del cesso per risparmiare. Questa volta siamo partiti in orario perfetto e siamo persino atterrati in anticipo come piace a me.  Anche questo 11° viaggio a Parigi è archiviato. Se andate state bene attenti a 2 cose: i francesi mettono il burro nei panini al prosciutto. Nei cessi non esiste il bidet. Le foto su www.Viaggimiei.Net



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