La Cambogia ti entra dentro come una spina nel fianco, dopo il Chiapas e la Thailandia pensavo di aver visto la povertà: mi sbagliavo.
All'arrivo a Phnom Penh non facciamo fatica a trovare un giovane taxista che ci porti in città, non ricordo il suo nome, ma ricordo la sua disponibilità, il suo buon inglese e la sua età che poi è la mia 24.
Giriamo per le vie di questa piccola capitale in tre su di un motorino, qui è tutto all'ennesima potenza: storpi, mutilati, orfani, strade ...