Parco Nazionale di Białowieża

L'ultimo baluardo dell'antica foresta europea. Un luogo da preservare e tutelare per la sua biodiversità. Visita obbligata per gli amanti della natura
Scritto da: italiapolonia
parco nazionale di białowieża
Partenza il: 01/05/2019
Ritorno il: 03/05/2019
Viaggiatori: 4
Spesa: 500 €

1/5/2019

Non è la prima volta che mi reco a Białowieża e di sicuro non è l’ultima. Ma è la prima in cui porto i miei figli.Giungiamo al nostro alloggio. Dato che siamo arrivati nel lungo weekend di maggio (in Polonia sia il primo che il tre di maggio sono festivi) ci aspettavamo un boom di turisti in centro così abbiamo prenotato in una casetta a Pogorzelce a pochi chilometri dal centro di Białowieża. Il prezzo è particolarmente conveniente anche se lo standard è basso. Ma siamo venuti per la foresta e non per stare tappati in casa. Dato che ci troviamo poco lontani, decidiamo di cominciare dal percorso Żebra Żubra. L’ultima volta ero stato lì in autunno e vedere la foresta in tutta la sua rigogliosità è un piacere per gli occhi. Ci muoviamo sulla passerella in legno. Istruisco i bambini sull’assoluto divieto di scendere. Siamo in un parco nazionale e tutta la vegetazione è protetta. Non va calpestata neanche una piantina, bisogna avere il massimo rispetto per il territorio. Non se lo fanno dire due volte e procedono rispettosamente lungo il sentiero. Dopo un paio di chilometri arriviamo alla Riserva dei Bisonti. Qui c’è la fila per entrare, la calca è notevole e notiamo come buona parte dei turisti abbiano scambiato questo luogo per uno zoo ignorando l’importanza naturalistica del parco. C’è chiasso e la cosa non è affatto piacevole e immagino non lo sarà neanche per i poveri animali. Faccio vedere ai bambini il Tarpan, il cavallino polacco solitamente docile e amichevole ma che, data la calca, si tiene un po’ a distanza dalla folla. Anche i bisonti si tengono un po’ lontani, non è una sensazione piacevole. Credo sia il caso che venga fissato un numero chiuso.

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2/5/2019

Il tempo è brutto ma la pioggia non ci ferma. Oggi visiteremo nuovamente il parco al centro di Białowieża. Attraversiamo il portale in legno e arriviamo alla sede direzionale. Anche qui la calca non manca, c’è la fila per i biglietti, l’ambiente è internazionale, sento varie lingue fra l’inglese, lo spagnolo e un po’ d’italiano. Manca la guida audio in italiano, mi faccio bastare quella in polacco. Visitiamo la mostra sulla flora e la fauna del parco. Nulla di nuovo rispetto alla mia prima visita. Saliamo poi sulla torre. L’orizzonte è una massa verde sotto un cielo purtroppo grigio. Ma le bellezze della foresta rendono il freddo trascurabile. Passeggiamo nel parco. Stavolta non andremo a visitare la riserva stretta. C’eravamo già stati anni fa in un luogo dove la natura trova da sola il suo equilibrio senza ingerenze umane. Ricordo ancora quando la nostra guida ci mostrava alberi caduti oltre vent’anni fa diventati casa per insetti e nuova fonte di vita per altre piante. Sono passati altri dieci anni e mi auguro che nulla sia cambiato. Usciamo dal parco e passiamo accanto alla stazione di Białowieża e qui noto la trasformazione. Dieci anni prima era in completo stato di abbandono. Adesso è stato ristrutturato, è recintato e al suo interno ci sono delle mostre di opere d’arte. Tuttavia per me ha maggior fascino la stazione di Białowieża Towarowa, a mio avviso maggiormente si addice al clima selvaggio di un’area di tale importanza naturalistica. I bambini si divertono a salire sui trenini alla stazione. Marciamo sui binari e notiamo che periodicamente organizzano gite in draisina fino a Białowieża e ritorno. Ma gli orari non sono molto comodi per noi. Sarà per un’altra volta.

3/5/2019

È il giorno della partenza e prima di andarcene vorrei visitare un posto dove non ero mai stato in precedenza. La scelta cade su Stare Masiewo, un villaggio a Nord della foresta vicino al confine bielorusso. Arriviamo al parcheggio ed è semivuoto, finalmente siamo scappati dall’invasione dalle città per immergerci nella natura così come volevamo. Entriamo nella foresta, la strada è sterrata e non si incontra anima viva. Camminiamo nel perenne cinguettare di uccelli e speriamo da qualche parte d’incontrare un bisonte, ma sarebbe una fortuna non da poco. L’obiettivo è la stazione di Głuszec dove ho letto ci sia un piccolo skansen, ovvero un museo all’aperto. Arriviamo e notiamo che l’area, pur poco conosciuta, è stata ristrutturata da poco. La “stazione” è un’area attrezzata con tavoli e sedie in legno per i picnic e sul binario ci sono alcune vecchie locomotive usate un tempo per il trasporto del legno. Credo sia la principale attrazione per i bambini che salgono e scendono dai trenini.

Torneremo sicuramente, magari in piena estate.



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