Florida e Bahamas… with the baby

ln viaggio con la nostra bimba di 3 anni e mezzo tra Miami e Orlando, Tampa e Sanibel, fino alle incantevoli Bahamas
Scritto da: cimolais
florida e bahamas... with the baby
Partenza il: 15/11/2013
Ritorno il: 05/12/2013
Viaggiatori: 3
Spesa: 2000 €
Ciao a tutti, questo è il racconto del nostro viaggio tra Florida e Bahamas con la nostra bimba di 3 anni e mezzo, dal 15 novembre al 5 dicembre 2013.

Siamo già stati diverse volte negli States, ma mai con la piccola Martina, a cui abbiamo regalato il battesimo dell’aria e il primo grande viaggio fuori dai patri confini: si è trattato di un viaggio molto diverso dal solito, niente migliaia di km “on the road” ed escursioni nella natura selvaggia tra orsi e alligatori, ma semplicemente tanto relax e divertimento per tutti, con tempi e ritmi tarati su misura per le esigenze della bimba. Ne è venuta fuori un’esperienza differente nei contenuti, ma ugualmente intensa ed emozionante, impegnativa, ma gestibile con la giusta preparazione e attenzione ai dettagli.

15 novembre: VENEZIA-PHILADELPHIA-MIAMI

Per il primo volo di Martina abbiamo privilegiato un orario che fosse comodo e facilmente accessibile senza spostamenti o sveglie nel cuore della notte e, sotto questo punto di vista, il migliore ci è subito parso il collegamento US Airways da Venezia a Miami e cambio a Philadelphia, con partenza alle ore 11.35: ciò portava con sé i vantaggi di una sveglia comoda, colazione e spostamento in aeroporto con tutta calma per il check in; tutte semplici operazioni, fatte tante altre volte, che acquistano un valore e una piacevolezza unica, con Martina che sprizza gioia da tutti i pori e non sta più nella pelle all’idea di salire per la prima volta su un aereo.

Passato il punto di controllo, ci sistemiamo al gate in attesa del nostro volo, guardando decolli ed atterraggi con il naso incollato al vetro e gli occhi spalancati per l’entusiasmo fino al fatidico momento dell’imbarco: il volo è puntuale ed anche il collegamento a Philadelphia è agevole e funzionale ai nostri tempi di spostamento. Devo dire onestamente che l’aeromobile ed il servizio di bordo non sono il massimo, se paragonati ad altre compagnie si può fare sicuramente meglio, ma puntualità e comodità degli spostamenti in aeroporto sono comunque garantite, ed in questa occasione sono le cose più importanti.

L’arrivo a Miami prevede un lungo trasferimento a piedi e in monorail per il Rental Car Center e, mai come in questo momento, apprezziamo la decisione di aver portato il passeggino; siamo stati molto in dubbio, considerando che nella normalità Martina non lo usa più, ma alla fine è stata una saggia decisione, non solo in aeroporto. Ah, per la cronaca… sono le 20.30 che, fuso orario alla mano, significano le 2.30 ora italiana, e quindi la piccola dorme sonni profondi… capite bene perché sia stato utile in questo frangente.

Il nostro noleggiatore è Alamo che già avevamo frequentato in una precedente occasione: noto con disappunto che c’è una coda mostruosa e rimpiango di non aver prenotato con Dollar o con altri dove le persone in attesa sono poche ma, al culmine della disperazione, noto alcuni desk dai quali è possibile procedere al noleggio senza passare dall’addetto: è un mistero perché nessuno le usi e tutti siano in fila ad attendere ma, vinta l’iniziale diffidenza, mi metto a smanettare sulla macchinetta e concludo felicemente le operazioni di noleggio in pochi minuti, risparmiando come minimo un’ora di coda! Ottimo inizio!

L’auto, come sempre, è perfetta: nuova, pulita, confortevole e anche dotata del seggiolino per bambini che avevamo richiesto al momento della prenotazione on-line… finalmente inizia l’avventura! Ogni volta, il momento in cui si esce dal posteggio dell’aeroporto mi dà una grande scarica di adrenalina: welcome back in the States! Per la nanna ci spostiamo a Fort Lauderdale, poche miglia a nord di Miami.

16 NOVEMBRE MIAMI-ORLANDO

Nel cuore della notte, alle ore 3.00 in punto (le 9.00 ora italiana), qualcuno inizia a saltare sul letto con un sorriso a 32 denti: Papààà, Mammaaaa, giochiamo? Andiamo a fare colazione? Guardiamo i cartoni? Oh my God, sapevamo che sarebbe andata così, ma sbattere la faccia con la dura realtà è sempre complesso! Non c’è un piano B, quindi ci svegliamo anche noi e cerchiamo, nel cuore della notte, di fare i giochi più silenziosi possibili e di guardare qualche cartone animato sul pc per far arrivare nella maniera più indolore le 7.00, orario di apertura della sala colazioni. Sapete quando aspettate qualcosa e il tempo non passa mai? È capitato a tutti, quindi capite bene cosa intendo: 4 ore sembrano 4 giorni! Ma finalmente arriva l’ora della colazione, ci rifocilliamo abbondantemente e siamo pronti per la prima giornata: il programma prevede un trasferimento ad Orlando con tutta calma, un giro in città e la partita NBA Orlando-Dallas in serata.

Ma prima di tutto, punto di partenza inevitabile di ogni viaggio, passiamo dal supermercato a fare un’abbondante spesa di tutto il necessario, e poi via, sulla I 95 verso nord: la Florida non offre grandi alternative dal punto di vista della viabilità: a differenza di altri stati, dove si può dare libero sfogo alla fantasia disegnando itinerari personalizzati sulla base degli interessi, qui i percorsi sono piuttosto vincolanti (specialmente a sud) e, tra Turnpike a pagamento e paludi, la strada per Orlando è presto fatta.

Per noi, che amiamo “sfrugugliare” nel lato B (e anche C) degli States, tra strade secondarie e paesotti semiabbandonati, questo è un punto dolente ma ci adattiamo: il lato B della Florida sta decisamente a nord, nella terra dei Crackers (i discendenti dei contadini-pionieri bianchi di elisabettiana memoria), che questa volta non toccheremo.

Il viaggio per Orlando scorre tranquillo e arriviamo attorno all’ora di pranzo sotto una pioggerellina fastidiosa: siamo nella zona di Universal Boulevard, la parte più turistica, e subito ci rendiamo conto di come tutto ad Orlando ruoti attorno al turismo nelle sue infinite forme, il che non è necessariamente un bene: code mostruose, traffico sostenuto, prezzi decisamente superiori alla media e trappole disseminate qua e là. In tutta onestà, devo dire che diventa una meta importante se si è interessati al mondo Disney o ai diversi Parchi divertimento tematici, ma viceversa è decisamente evitabile se non c’è un interesse specifico di questo genere: in un viaggio con bimbi siamo chiaramente nel primo caso.

Dopo un pomeriggio di relax, respinti dal Premium Outlet dove si era dato appuntamento qualche milione di persone, in cui però ci rendiamo subito conto che i prezzi sono decisamente superiori a quelli di altri Outlet che abbiamo frequentato in passato, si spostiamo in Downtown all’Amway Center, con in programma la partita NBA dei Magic: durante il viaggio, mi toglierò parecchie soddisfazioni sportive, da malato di sport “made in USA” come sono.

Vivere un evento sportivo negli Stati Uniti, sia esso NBA, NFL, MLB o altro, è sempre una festa: giochi, premi, gadgets, musica, spettacolo per tutti, insomma l’esatto contrario di quello a cui siamo abituati a casa nostra; anche qui non si sfugge alla regola e, specialmente per i bimbi, ci sono un’infinità di occasioni di divertimento: all’interno dell’arena c’è un’attrezzatissima area giochi, con animatrici professioniste, scivoli, altalene, tappeti elastici, gonfiabili, dove decine di bimbi giocano spensierati sotto gli occhi delle mamme mentre i papà guardano la partita… che dire?? Fantastico! Martina e mamma fanno la spola tra il campo di gioco e l’area bimbi mentre io, come ovvio, non mi schiodo dal mio posto e mi godo lo spettacolo: buona vittoria di Dallas al termine di una partita con alti e bassi.

Martina, che è sveglia dalle 3 di stamattina, ha ancora una vitalità preoccupante nonostante siano quasi le 22.30 ma, appena arrivati in auto, si addormenta. Evviva!!! Buona notte a tutti!

17 NOVEMBRE: ORLANDO-TAMPA

La notte scorre tranquilla e ci svegliamo tutti verso le 8, assorbendo così il fuso orario; dopo colazione, partiamo alla volta di Tampa che raggiungiamo in poco più di un’ora lungo l’Interstate 4 e 75: la prima parte della giornata sarà anche oggi devoluta allo sport, questa volta al football NFL con la partita Buccaneers-Falcons. Arriviamo al Raymond James Stadium a metà mattina (il calcio d’inizio è alle 13) per goderci al massimo tutto lo spettacolo del prepartita che caratterizza ogni incontro di football; è sempre piacevole e sorprendente per chi, come noi, è abituato ad entrare allo stadio in tutta fretta, subendo perquisizioni degne di un carcere di massima sicurezza, per entrare in luoghi scomodi, sporchi e privi di ogni amenità, rendersi invece conto di cosa significhi partecipare ad un evento sportivo negli Stati Uniti.

Fuori dallo stadio, a perdita d’occhio ci sono già centinaia di tifosi che hanno posteggiato le auto e montato i gazebo regolarmente brandizzati con il logo dei Bucs, che stanno iniziando ad arrostire salciccie e hamburger mentre si bevono una birra e giocano a football: ci sono anche un bel po’ di tifosi dei Falcons, cosa non banale visto che Atlanta non è esattamente dietro l’angolo.

Man mano che ci avviciniamo al campo di gioco troviamo gli stand degli sponsor che offrono gadgets, premi, concorsi e giochi, al ritmo di un concerto di musica country che esalta la folla in balli scatenati: per Martina è tutto una novità, non riesce quasi a parlare dall’emozione e si diverte come una pazza; riceviamo un sacco di regali che non sappiamo più dove mettere: t-shirt, collane, stickers, braccialetti, portachiavi, borracce, persino dei pon-pon per cheerleaders. Facciamo le foto di rito con le cheerleaders dei Bucs e con la mascotte, Capitan Fear, che Martina scambia per Uncino di Peter Pan e quindi, in prima battuta, non ama particolarmente, ma poi cambia idea.

Viene quasi da dire che, in tutto ciò, la partita è l’ultima cosa che conta, ma ovviamente non è così (specialmente per me) e quindi per le 13 siamo puntuali al nostro posto per goderci lo spettacolo: bella partita e vittoria dei Bucs.

Per il resto della giornata, ci spostiamo in città per una bella passeggiata lungo il River Walk: Tampa è un luogo molto piacevole, direi anche bello, con un ottimo clima, aree verdi e zone pedonali lungo il mare e il fiume che permettono piacevoli camminate nella tranquillità; per la cena abbiamo scovato su internet un locale dove mangiare costolette di alligatore (già provate in passato e ottime) giusto nei pressi del nostro hotel: anche questa volta niente male, anche Martina apprezza; da provare per chiunque faccia un salto nel sud della Florida.

18 NOVEMBRE: TAMPA-LOWRY PARK- FLORIDA ACQUARIUM-ORLANDO

Per oggi il programma prevede la visita al Lowry Park Zoo e al Florida Acquarium di Tampa, due autentici gioielli nel loro genere, considerati il top in Florida per varietà e gestione della fauna e, non ultimo, più economici di analoghe strutture magari decisamente meno belle ed interessanti ma localizzate in città più famose (vedi Miami, tanto per fare un nome).

Le visite sono all’altezza delle aspettative e studiate con la ricerca continua dell’interattività, fatto che cattura l’attenzione dei bimbi in maniera quasi magnetica: in particolare allo zoo, si può entrare in stretto contatto con le specie ospitate e, in qualche caso, dare da mangiare con un modesto contributo di pochi dollari; ci sono poi una serie di attività collaterali (come andare a cavallo) e una serie di semplici giostre che rendono il soggiorno all’interno particolarmente adatto ai bimbi.

Il tempo vola e quasi senza rendercene conto siamo già arrivati a sera: è tempo di spostarci a Orlando perché domani sarà il grande giorno dell’incontro con Topolino: un’ora abbondante di auto e arriviamo a destinazione.

19/20 NOVEMBRE: DISNEYWORLD

Una doverosa premessa: su Disneyworld si può dire tutto e il contrario di tutto e probabilmente, qualsiasi cosa si dica, si coglie una parte di verità e si ha un po’ di ragione; quello che raccontiamo è la nostra esperienza e la nostra percezione dei fatti, che ovviamente può essere diversa da quella di altre persone: per noi Disneyworld ha significato Magic Kingdom, ovvero uno dei parchi che compongono il mondo Disney e il più adatto ai bimbi piccoli, vero Regno della tradizione e magia Disney, con tutti i personaggi che ci hanno fatto impazzire nell’infanzia: da Topolino a Cenerentola, passando per Peter Pan, Winnie Pooh, Paperino, Pinocchio, Dumbo, Biancaneve e tutti gli altri.

Molte guide descrivono un panorama più o meno degno della peggior bolgia dantesca in cui di magico c’è ben poco o, quantomeno, il prezzo da pagare per la magia è decisamente salato tra dollari, code pazzesche, stress, bambini urlanti e imprevisti; devo dire che, per quel che ci riguarda, tutto è andato molto bene: sarà perché eravamo preparati a tutto (o quasi) o perché siamo stati previdenti, ma credo che con una buona organizzazione e pianificazione si riescano a dribblare parecchie trappole: certo non è il luogo dove arrivare impreparati e lasciare le cose al caso, scoprendole sul momento, perché così facendo si finisce prima o poi a prendere qualche fregatura (in senso buono ovviamente) e magari imbottigliati a perdere un sacco di tempo, con tutte le imprecazioni del caso.

Ma ora partiamo! I biglietti di ingresso giornalieri danno diritto ad entrare in un solo parco, mentre i biglietti multiday permettono l’ingresso in tutti i parchi anche nel corso della stessa giornata; noi, fatte tutte le considerazioni del caso, abbiamo optato per il biglietto da 2 giorni, visto che avevamo interesse al solo Magic Kingdom e quindi due giorni ci sono sembrati sufficienti: se volete visitare più parchi in maniera esaustiva servono sicuramente più giorni; i biglietti si possono acquistare online dall’Italia, cosa che noi abbiamo fatto, e vengono spediti in circa una settimana direttamente a casa.

I parchi hanno orari di apertura variabili a seconda della giornata, quindi la prima cosa da fare è verificare l’orario di apertura e organizzarsi per arrivare in tempo per vedere l’apertura che, a Magic Kingdom, vale quasi da sola il prezzo del biglietto.

Magic Kingdom (come gli altri parchi) si raggiunge comodamente in auto, che deve essere lasciata in uno degli enormi posteggi a disposizione: per raggiungere la propria meta, a meno che non si dorma in uno dei Resort interni (scelta a nostro avviso troppo onerosa per i reali vantaggi che consente), si usufruisce della comoda monorail, che in pochi minuti conduce dal parcheggio auto alle porte di Magic Kingdom.

Consiglio spassionato: arrivate al cancello di Magic Kingdom mezzora prima dell’apertura, diciamo attorno alle 8.30; così facendo risparmierete molto tempo, sia nel posteggio dell’auto, sia nella coda per salire sulla monorotaia e raggiungerete il Parco in poco tempo senza intoppi; arrivare già mezzora dopo comporta un certo allungamento dei tempi visto che la calca inizia a formarsi attorno alle 9.00.

Lo show di apertura si conclude con il conto alla rovescia e l’ingresso sotto il crepitio dei fuochi d’artificio: mappa alla mano, Magic Kingdom si divide in cinque zone: Fantasyland, Tomorrowland, Adventurland, FrontierLand e Liberty Square; in ogni zona ci sono giostre, attrazioni varie, ristoranti e bar, luoghi deputati all’incontro e alle sessioni di fotografie con i diversi personaggi.

Le giostre, a parte un paio di casi in Tomorrowland, sono particolarmente adatte ai bimbi piccoli: niente rollercoaster mozzafiato o catapulte infernali, ma percorsi lenti e rilassanti senza troppi brividi; altro aspetto da considerare per programmare le giornate: se cercate giostre che vi facciano schizzare adrenalina da tutti i pori, non è questo il posto giusto.

Considerando che Martina dimostra energie pressoché illimitate, tale da sembrare letteralmente indemoniata, le nostre saranno giornate intense e, francamente, credo sia il modo giusto di viverle: senza risparmio di energie e senza perdere troppo tempo in pause, perché le cose da vedere e fare sono talmente tante che occorre fare delle scelte senza rimpianti e arrivare a sera con la sensazione di volere solo un buon letto dove fare la nanna.

Le code alle giostre e alle sessioni fotografiche (soprattutto nel castello delle principesse dove dimorano Cenerentola, Biancaneve, Raperonzolo e la Bella Addormentata) possono essere estenuanti e dipendono un po’ dagli orari, dal clima (inteso come meteo) e da variabili a me sconosciute, ma si può passare in un attimo da code praticamente assenti, a 40-50 minuti di attesa. Per dribblare le insidie ci si può avvalere dei Fast Pass, biglietti che permettono di accedere ad alcune giostre senza fare coda nella fascia oraria indicata dal biglietto: vi consiglio di farne un uso smodato, nei limiti consentiti dalle regole (ovviamente non se ne possono accumulare in maniera infinita, ma solo pochi alla volta secondo un sistema di vincoli e orari, ma comunque per tutto l’arco della giornata): noi siamo entrati in pochi minuti in attrazioni dove la coda prevista senza Fast Pass era di un’ora… insomma vale la pena organizzarsi e sfruttare questa opportunità, pianificando l’ordine delle giostre anche in base alla variabile “coda”, che non è esattamente secondaria.

Per quel che ci riguarda, le attrazioni più ostiche dal punto di vista della coda sono, oltre alle sessioni fotografiche in genere (Castello delle Principesse in primis), quelle di Fantasyland: Winnie the Pooh, Peter Pan, Dumbo. Scorrono invece velocemente, anche quando c’è molta gente, le super gettonate Splash Mountain e Big Thunder in Frontierland, così come Pirates of the Carribean in Adventurland (attenzione qui invece a Jungle Cruise, piuttosto lenta nello smaltimento della coda).

Per le sessioni fotografiche, oltre a quanto già detto sulle Principesse, tenete presente che Topolino “riceve gli ospiti” al Town Square Theatre, mentre Pippo, Paperino, Paperina e Minnie sono al Pete’s Silly Sideshow; la super-adorata Jasmine di Alladin (Martina ci ha fatto impazzire al riguardo), si vede dalle parti del Magic Carpets in Adventurland; altri personaggi, alcuni dei quali a me totalmente sconosciuti, si incontrano in altri luoghi, eventualmente informatevi sui vostri preferiti.

Ultima cosa: alle 15, lungo la Main Street c’è la Disney Parade con tutti i personaggi Disney che sfilano e ballano: assolutamente da non perdere… presentatevi per tempo per trovare un buon posto lungo l’itinerario.

Per informazioni più dettagliate, contattateci tranquillamente.

21 NOVEMBRE: ORLANDO, MANATEE PRESERVE, MYAKKA STATE PARK, FORT MYERS

Dopo l’abbuffata di magia Disney con cui abbiamo riempito gli scorsi due giorni, sentiamo il bisogno di un sano ritorno al silenzio e alla natura e progettiamo una giornata decisamente diversa dalle precedenti, più in linea con le nostre normali abitudini di viaggio.

Ci spostiamo verso sud sulle I4 e I75, con meta finale Fort Myers, e lungo l’itinerario prevediamo due soste per fare delle belle passeggiate con Martina; la prima è al Manatee Viewing Center nei pressi di Apollo Beach, a sud di Tampa: in questo centro, attraverso una serie di percorsi e brevi sentieri anche su passerelle è possibile avvicinarsi alle baie dove nuotano i manati, o lamantini che dir si voglia, ovvero enormi e buffi mammiferi di mare a volte noti come pesce bue, che posso raggiungere oltre 3 metri di lunghezza e una tonnellata di peso. Avvistarli è molto facile, mentre nuotano placidi a pelo d’acqua ricordando un po’ i movimenti dei delfini; Martina ricorda di averne visto qualcuno allo zoo di Tampa nei giorni scorsi ma rimane a lungo ipnotizzata ad osservarli nella baia.

Dopo una bella passeggiata ritorniamo all’auto, alla volta della seconda meta di giornata: il Myakka River State Park, dove l’obiettivo sarà vedere gli alligatori. In Florida ci sono molti parchi e riserve naturali ad ambiente palustre, dove è possibile osservare wildlife e natura incontaminata; in passato ne abbiamo visitati parecchi, a partire dalle ben note Everglades, ma qui non eravamo mai stati e quindi abbiamo optato per questa opzione.

Il Myakka si trova a sud di Sarasota, lungo la HW72, poche miglia ad ovest dell’I75: come altri parchi del sud della Florida, presenta un ambiente palustre nella maggior parte del territorio, con un reticolo di fiumi abbondantemente abitati da alligatori; ci sono anche alcuni bei sentieri e un canopy walkway, decisamente spettacolare, che permette di camminare per un centinaio di metri al di sopra degli alberi, godendo di un 360° mozzafiato sulle praterie. Martina è decisa a seguire le orme di Dora l’Esploratrice e non si risparmia tra i boschetti per arrivare fino alla meta: avvistare gli alligatori è molto semplice e del tutto sicuro e quindi anche questo obiettivo è raggiunto.

Ci godiamo uno splendido tramonto e ripartiamo verso Fort Myers, dove giungiamo per cena.

22 NOVEMBRE FORT MYERS – SANIBEL – CAPTIVA

Oggi esordio “on the beach” con la gita a Sanibel e Captiva, paradisi naturalistici nella baia di Fort Myers. Le due isole si raggiungono con un ponte a pagamento che attraversa il mare e le collega alla terraferma e sono un luogo molto ambito per il “buen retiro” dei ricchi americani del nord-est.

Sono splendide, poco da dire: mare cristallino, spiagge bianche semideserte, piste ciclabili e sentieri attrezzati ovunque, aree verdi e giardini in fiore molto curati; a Sanibel, le spiagge lungo Captiva Drive sono meta ambita dei cercatori di conchiglie, che si muovono nella battigia con retino e paletta alla ricerca di gemme preziose. Non sono un esperto della materia ma di sicuro è impressionante il numero di conchiglie che ci sono nella spiaggia… praticamente milioni.

La giornata scorre tranquilla, come una tipica gita al mare, castelli di sabbia e bagnetto incluso. Fa molto caldo e, nel primo pomeriggio, decidiamo di andare via per evitare colpi di sole alla bimba, tornando a Fort Myers dove sappiamo esserci un museo interattivo dedicato ai bimbi che, quindi, vogliamo visitare.

L’Imaginarium, in Downtown, è in effetti una bella sorpresa, ricco di giochi e brain games che stimolano i bimbi attraverso il divertimento, insegnando anche leggi matematiche o scientifiche… molto divertente ed interessante, ideale per spezzare una giornata torrida come questa, dove è complicato stare sotto il sole cocente per ore.

Arriviamo velocemente all’orario di chiusura e all’ora di cena, per poi tornare in hotel per la nanna.

23 NOVEMBRE FORT MYERS – MIAMI

Another “given Sunday” is coming! Oggi in realtà è sabato, quindi siamo al “given Saturday” che vuol dire football NCAA: Hurricanes vs Cavaliers al Miami Sunlife stadium.

Prima però, con tutta calma ci spostiamo lungo la Tamiami Trail attraverso l’interno della Florida, fermandoci per quattro passi alla Big Cypress National Preserve nella riserva dei Seminoles: l’avevamo esplorata in lungo e largo in passato e, a mio parere, è veramente splendida, oltre ad essere poco affollata e quindi a permettere esperienze più autentiche di contatto con la natura.

Attorno all’ora di pranzo siamo a Miami, pronti per la partita, ma purtroppo ad onore del nome della squadra di casa, si scatena un autentico uragano tropicale che ci costringe per larga parte del match a stare acquattati nel bar e a vedere la partita dalla tv: solo alla fine del terzo quarto esce il sole e possiamo accomodarci sugli spalti. Sicuramente dal punto di vista tecnico siamo un gradino sotto (anche due…) rispetto al NFL, ma il vero spettacolo è sulle tribune con studenti impazziti, bande, mascotte e tutto il resto che rende l’evento una grande festa.

Nel pomeriggio ci spostiamo a Fort Lauderdale per una splendida passeggiata all’altezza della Swimming Hall of Fame: il tratto di lungomare attrezzato si estende per quasi 10 Km costeggiando da un lato la magnifica spiaggia e dall’altro tutti i locali e ristoranti della Fort Lauderdale by night, diventando il luogo adatto per un piacevole sabato sera.

24 NOVEMBRE MIAMI

Domenica di sole e partita! Dopo l’acquazzone di ieri il cielo azzurro mi riempie di gioia… avrei gestito con difficoltà un altro uragano! Non vi annoio con i dettagli, ma anche oggi trascorriamo una splendida e divertente giornata allo stadio, fatta di grande sport ed entertainment, raccogliendo emozioni e gadgets per la gioia di Marty, che non sa più cosa tenere in mano visto tutto quello che ha ricevuto in regalo.

Al termine di Dolphins vs Panthers, torniamo verso Fort Lauderdale perché preferiamo evitare il traffico e congestionamento di Miami Beach, che peraltro conosciamo già bene da precedenti esperienze: meglio quattro passi rilassanti nella tranquillità di Fort Laud, che non ha molto da invidiare a spiagge più note, con il vantaggio di un comodo posteggio e localini carini dai prezzi non esorbitanti.

25 NOVEMBRE MIAMI

Per oggi, ultimo giorno Made in USA, avevamo in previsione una mattinata in spiaggia e un pomeriggio al Miami Sea Acquarium, ma il tempo pessimo ci costringe a ben più miti programmi: fa incredibilmente freddo, soprattutto se rapportato al caldo torrido di ieri, e c’è un vento pazzesco che rende impossibile passeggiare o stare all’aperto in prossimità del mare: nelle zone più interne si riesce a resistere ma, non appena si “sbuca” sulla spiaggia, si viene travolti da una bufera con annesse nuvole di sabbia… praticamente impossibile resistere per più di 5 minuti. Decidiamo quindi di far visita al Sawgrass Mills, che si vanta di essere l’outlet più grande degli Stati Uniti, e veniamo ripagati ampiamente della scelta: pur non essendo dei maniaci dello shopping, anzi l’esatto opposto, facciamo ottimi affari e sistemiamo il guardaroba della piccola a prezzi che in Italia sarebbero impensabili: per chi, a differenza nostra, ama lo shopping, credo sia un luogo da considerare attentamente, sia per l’incredibile numero di negozi, che per la convenienza dei prezzi… nulla a che vedere con i finti outlet di Orlando.

Finiti gli acquisti, andiamo a consegnare l’auto al Rental Car dell’aeroporto di Fort Lauderdale e prendiamo un taxi per andare all’hotel a fare la nanna.

26 NOVEMBRE – 4 DICEMBRE BAHAMAS, FORTUNA BEACH

Stamattina sveglia presto e trasferimento a Port Everglades per prendere la nave che ci porterà alle Bahamas. Nell’organizzazione del viaggio abbiamo infatti deciso di optare per questo mezzo di trasporto e non per l’aereo, per ragioni meramente economiche. I voli Miami-Freeport o Miami-Nassau, almeno nel periodo da noi considerato, avevano dei prezzi che definire folli è poco, assolutamente scandalosi e fuori da ogni logica; prima di rassegnarci a sborsare cifre assurde abbiamo scandagliato internet alla ricerca di soluzioni alternative perché non ci sembrava possibile che non esistesse un servizio di traghetti dalla Florida alle Bahamas; in effetti esiste, ma non è affatto facile da trovare: infatti esistono infinite compagnie che offrono crociere o gite giornaliere con pranzo a bordo e tutto il resto, ma solo una propone il classico traghetto tipo Moby, Tirrenia o Sardinia Ferries, per intenderci.

La compagnia si chiama Balearia e offre un collegamento Fort Lauderdale/Freeport A/R a prezzi quasi ridicoli con un catamarano veloce che impiega circa 3 ore per compiere il tragitto: a nostro avviso un ottimo affare, che ci è costato un terzo rispetto a quanto avremmo speso in aereo; la nave è piccola ma confortevole e personalmente non abbiamo avuto nessun problema.

Il nostro soggiorno alle Bahamas è stato molto stanziale: vita da turista in un villaggio all-inclusive, tutta votata al riposo e alla vita di spiaggia con la bimba, tra bagnetti, giochi sulla sabbia e passeggiate al tramonto… tutto molto diverso dai nostri soliti viaggi ma ugualmente appagante e gratificante, con la piccola Martina sempre al settimo cielo e straordinariamente felice.

Le Bahamas sono semplicemente quello che devono essere: paradiso caraibico, con mare cristallino e spiagge incantate, con una sabbia straordinariamente morbida, il sole caldo e i ritmi lenti che riconciliano con il benessere e con la pace interiore.

That’s all folks, anche questa è fatta: il battesimo dell’aria del cucciolo è andato bene e non sono mancate le emozioni e i divertimenti; gli Stati Uniti si confermano un luogo estremamente facile e funzionale da girare e anche con un bimbo ci si muove sempre senza particolari problemi. Ora tocca a voi!

Ciao a tutti

Francesco e Nadia

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