Matamanoa: l’isola che non c’è

Dopo quindici giorni trascorsi esplorando l’Australia ci meritiamo un po’ di riposo e dove se non alle Fiji? Abbiamo scelto un isoletta, la più piccola dell’arcipelago delle Mamanuche infatti la spiaggia che gira tutt’attorno, interrotta solo da un picco roccioso, è lunga solo 800 metri. Arriviamo a Nadi capitale delle Fiji alla mattina...
Scritto da: MartyChri
matamanoa: l'isola che non c'è
Partenza il: 13/05/2007
Ritorno il: 18/05/2007
Viaggiatori: in coppia
Spesa: 3500 €
Dopo quindici giorni trascorsi esplorando l’Australia ci meritiamo un po’ di riposo e dove se non alle Fiji? Abbiamo scelto un isoletta, la più piccola dell’arcipelago delle Mamanuche infatti la spiaggia che gira tutt’attorno, interrotta solo da un picco roccioso, è lunga solo 800 metri. Arriviamo a Nadi capitale delle Fiji alla mattina presto dopo un volo di circa quattro ore da Sydney. All’aeroporto ci accolgono con musica tipica e collane di conchiglie. Noi abbiamo prenotato l’elicottero che in meno di 10 minuti ci porterà a Matamanoa. Sull’isoletta atterriamo su una piattaforma di legno e una signora ci accoglie con altre collane di conchiglie e entusiasta ci chiede: “italiani?”. Ci offrono un cocktail di benvenuto molto buono e fruttato e ci accompagnano al nostro bungalow. Ci sembra di vivere in un sogno… la spiaggia è bianca e l’acqua dalle molte sfumature azzurre e verdi è calda e bassa anche perché a 10 metri vediamo la barriera corallina che alla mattina è lasciata libera dal mare e si mostra in tutto il suo splendore. Durante la nostra permanenza non abbiamo fatto un granché: Oltre a prendere il sole, a fare il bagno e a passeggiate sulla spiaggia, partecipavamo a impegnativi aperitivi e a luculliane cene a base di pesce, abbiamo giocato a ping pong e a beach volley partecipando a partite di fijiani contro il resto del mondo: infatti nei primi giorni di italiani ci eravamo solo noi due i rimanenti ospiti venivano dall‘Australia, dalla Nuova Zelanda, dal Sudafrica , dagli Stati Uniti, dal Giappone , insomma da ogni parte della terra! Tutto ciò che ci circonda ci lascia senza fiato e ci rimarrà sempre impresso nel cuore. Prima di tutto l’atmosfera che si respirava era davvero incredibile: le giornate, l’oceano, le persone tutto si muoveva al ritmo del bula. Bula è il loro saluto e per descrivere il ritmo di vita fijiano altro termine migliore di bulizzare non c’è: tutto si fa tranquillamente senza fretta e ansia: dalla pulizie della stanza, a quella della spiaggia, dal preparare il tè al salutare i nuovi arrivati tutto lentamente.. Alla fine dei cinque giorni che abbiamo trascorso a Matamanoa anche noi ci siamo bulizzati! Le persone poi sono fantastiche, i fijiani sono sempre allegri, solari, disponibili e non solo perché è il loro lavoro. Abbiamo incontrato persone che non ci dimenticheremo mai che ci hanno dimostrato tanto sincero affetto e che ha reso ancora più difficile andarsene. Alcuni di loro ci hanno anche chiesto di mandargli le nostre foto e ci hanno dato i loro indirizzi, ovviamente tornati a casa lo abbiamo fatto subito. Altra cosa che alle fiji ti colpisce molto è la natura. I colori mi sono rimasti impressi nella mente in modo indelebile: il blu del cielo così intenso che gli occhi ti facevano male, il verde delle palme, il bianco della spiaggia e l’azzurro del mare. Anche i pesci ovviamente erano fantastici appena mettevo il piede nell’acqua mille pesciolini gialli, argento, neri, pesci picasso correvano attorno alla mia gamba e non lontano potevo veder stelle marine blu grandi e bellissime. Il giorno della partenza siamo molto tristi, per fortuna anche il tempo non è dei migliori infatti è nuvoloso e scende un po’ di pioggia . Ci imbarchiamo e salutiamo Matamanoa con già la malinconia nel cuore ma felici di aver trovato la nostra isola che non c’è…


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