3 Days in Fes

Andata e ritorno a Fes e dintorni con la splendida Medina, testimone del lavoro artigianale dell'uomo, prima che la globalizzazione la faccia sparire per sempre.
Scritto da: Paolo Vittori
3 days in fes
Partenza il: 02/12/2010
Ritorno il: 04/12/2010
Viaggiatori: 3
Spesa: 500 €
3 giorni a Fes: giovedì-sabato dal 2 al 4 dicembre, con Ryanair a 12 € A/r ed albergo prenotato con agenzia on line che, sola, ha quell’ albergo nella sua lista. Purtroppo non sapevamo la e-mail dell’albergo a cui puntavamo e questo ci ha costretto ad una ricerca certosina in Internet ed alla fine abbiamo individuato il solo sito, appunto, che prenotava quell’albergo e dal qual riceviamo i voucher che ci consentiranno di partire con la C.I. E non col passaporto.

2 DICEMBRE 2010 Giovedì

Partiamo alle 14 del 2 dicembre e passiamo a prendere la nostra amica. Alle 15.10 siamo al T6, il parcheggio di Ciampino aeroporto prenotato via Internet. Non c’è posto perchè,come al solito, due macchine occupano due posti ciascuna essendo a cavallo fra due linee. Come al solito, telefoniamo all’assistenza che ci dice di parcheggiare anche al di fuori delle linee blu appositamente predisposte. Forti del consenso dell’establishment, parcheggiamo nello sterrato poco lontano, ma sempre all’interno del parcheggio e ci dirigiamo verso l’aerostazione. Abbiamo solo il bagaglio a mano e passiamo lisci perché non c’è affollamento. Un’emozione la viviamo già al controllo passaporto (vedi Guide per caso-Marocco) e pensiamo che ogni giorno si ripete la stessa scena dantesca con disperazione, lacrime e sangue. Possibile che la vendita tabacchi di Ciampino aeroporto o qualunque altro negozietto non abbia pensato di vendere marche per il passaporto. Mia moglie ha una marca non attaccata e la offre ad una persona in difficoltà rinunciando al mio consiglio avido di mettere all’asta al miglior offerente l’ambito fogliettino da 42 e rotti euri. Fatto sta che si fa un’amica che rischiava di pagare una multa salata o di recarsi precipitosamente a Ciampino per acquistare la marca ma col rischio di perdere l’aereo in quanto tra poco, 16.00, si inizia l’ imbarco e la partenza è prevista per le 16.30.

Viaggio più che tranquillo a parte qualche turbolenza sull’Africa. Bambine marocchine scorrazzano per il corridoio lanciando sorrisi bianchissimi. Dopo 2 h 40 ore di volo (schedulato 3h) arriviamo: sono le 18.10 e siamo a -1 GMT. All’arrivo un freddo cane e siamo in Africa. Compiliamo il modulo del visto composto da 2 parti uguali ma che tengono tutte e due loro. Cambiamo all’aeroporto,come consigliato da Donatella, che ringrazio per le utili e fresche informazioni. Il cambio è 1€ per 10.905 dhiram marocchini (Dh), quindi circa 11 Dh per 1 €. Cambiamo 300 € per 3271.50 Dh, non ci sono commissioni di alcun tipo. Pensiamo che questa somma sia sufficiente per 3 gg avendo pagato aereo e albergo.

120 Dh per taxì da aeroporto ad albergo in 3. Stranamente i taxì non stazionano davanti all’uscita ma un centinaio di metri più in là sulla sinistra appena si esce dall’albergo anche se i procacciatori ed autisti ti avvicinano appena si esce all’aperto. Con l’autista ci incamminiamo al parcheggio mentre comincia a scendere una leggera pioggia. In 20 minuti raggiungiamo l’albergo, ritiriamo le chiavi, consegniamo i voucher e prendiamo l’ascensore che ci porta al secondo piano. Le stanze sono dignitose, spartane ed essenziali. Sono però fredde ma ci consoliamo perché siamo sul viale principale della città nuova e paghiamo poco. C’è,comunque, bagno in camera, doccia ed acqua calda. All’uscita dall’albergo sotto il porticato, sulla sinistra uscendo, c’è una moltitudine di persone sedute ai tavolini e negozi e negozietti per ogni esigenza. Facciamo cassa comune con 80 euro/testa, quindi 880 Dh circa. Il prezzo delle stanze è 320 Dh singola, 320 Dh la doppia, 515 Dh la tripla.

Abbiamo speso qualcosina in meno prenotando con l’agenzia.

Il menù dell’albergo è 120 Dh, e 31 Dh la colazione. Ceniamo al ristorante dell’albergo con il Tajine con le prugne a 80 Dh, devo dire molto buono specialmente i pezzi di agnello morbido e saporito come burro. Non vediamo però la cucina in azione e scopriamo che lo vanno a prendere in una taverna sotto il porticato dove costa 50 Dh.

Dopo cena, facciamo una passeggiata lungo il viale alberato fino al palazzo reale dove stazionano alcuni poliziotti sorridenti e curiosi. Le grandi porte sembrano in oro zecchino ma sono in bronzo: che lucide però !! I poliziotti ci dicono che esiste un palazzo reale in ciascuna grande città del Marocco per accogliere il re nei suoi spostamenti. Il re attuale è Mohammed VI, figlio di Hassan II, berbero mentre Hassan era arabo. Le 2 etnie del Marocco convivono pacificamente e la ricchezza è trasversale, non protestanti e cattolici irlandesi o palestinesi israeliani e israeliani doc, né nord –sud italiani. La lingua berbera (Sant’Agostino, il distruttore dell’impero romano era berbero puro), pare che venga tramandata oralmente perché parlata in famiglia e non veniva scritta e fino a qualche anno qualche anno fa veniva studiato solo l’Arabo a scuola. Ora, fra le riforme di Mohammed VI, re che ha studiato all’estero, vi è il mantenimento del dialetto berbero mediante il suo studio a scuola. Altre riforme riguardano l’assistenza sanitaria pubblica che viene agevolata per tutti. Forse gratuita lo era anche prima, ma ora di più. Queste informazioni e le successive sono di fonte Mohammed, l’autista che ci accompagnerà domani 3 dicembre a Volubilis- Moulay Idriss-Meknes e quindi tutte da confermare. Ci lasciamo alle spalle il palazzo imperiale e continuiamo verso la Medina, vediamo a sinistra e destra la Fellah, l’ antico quartiere ebreo. Notiamo che qui non c’erano ghetti o coprifuochi da osservare,ma arabi ed ebrei vivevano pacificamente. Ricordiamo fra noi la mosche di Cordoba dove il venerdì andavano a pregare i musulmani, il sabato gli ebrei e la domenica i cristiani, in piena armonia. Pensiamo che forse l’islamismo non è poi quel mostro che ci vogliono far credere stressando le notizie sugli integralisti. Attraversiamo una porta della Medina che Medina non è come ci dirà domani Mohammed. Sono le 21 di sera ma c’è attività, che non c’èra invece nella città nuova dove è situato il nostro albergo,dove tutti i negozi erano chiusi.

Vediamo bancarelle che vendono profumati e stuzzicanti intrugli, fra cui pesce fritto e frittatine di uova e verdura cotte lì per lì. Sono interdetto dal resto della compagnia ad assaggiare quel ben di dio e invertiamo la marcia, ripassando davanti al palazzo reale e percorrendo il lungo e moderno viale dove fanno bella vista di loro fontane colorate e a getti intermittenti. Raggiungiamo l’albergo e diciamo alla reception delle stanze fredde. Ci danno un telecomando per il condizionatore/riscaldatore che accendiamo ma ci accorgiamo dopo ½ che funziona solo da ventilatore: prende e butta fuori aria fredda con l’aggravante che fa rumore. Lo spegniamo ed utilizziamo la coperta di lana dell’armadio. I letti sono comodi e la stanchezza si fa sentire. Dormiremo saporitamente al calduccio e la mattina ci svegliamo alle 6: siamo un ora prima rispetto all’Italia.

3 DICEMBRE 2010 Venerdì

Facciamo colazione alle 8 dopo aver telefonato al contatto che avevamo portato con noi, Mohammed, appunto, un gran taxì a cui facciamo telefonare dall’albergatore dopo che ha cercato di persuaderci che dovevamo rivolgerci solo a guide ufficiali ed in particolare alla guida ufficiale che ci avrebbe indicato lui. Ma Mohammed è referenziato e se si è comportato bene con altri non vediamo perché non dovrebbe farlo con noi. L’albergatore telefona comunque alla sua guida che ci chiede 800 Dh, prezzo stabilito dal Turismo, pare, ma chiediamo di telefonare anche al nostro autista, che parla in francese e col quale ci accordiamo per il tour Volubilis-Molulay Idriss-Meknes per 600 Dh per tutta la giornata. Non parliamo di soldi davanti alla reception e siamo noi a proporre 600 Dh all’autista appena lo vediamo, un’ora dopo, somma che accetta tranquillamente senza contrattare. Veniamo a sapere da lui che l’albergo gli aveva chiesto la commissione di 100 Dh che lui ha rifiutato in quanto siamo “suoi amici” avendolo contattato direttamente e non tramite intermediario. Il giorno dopo, infatti, ci aspetterà fuori dell’albergo. Questo delle commissioni è un’ abitudine consolidata nell’animo marocchino, il fatto di segnalare, di accompagnare, di telefonare, di indicare, comporta sempre l’aspettativa di una mancia da parte del turista. La commissione implica anche uno stravolgimento dei prezzi nel commercio e non è più valido proporre il 20% della somma proposta dal commerciante perché la somma iniziale tiene già conto del rilancio al ribasso che ci sarà. L’impossibilità da parte del turista di stabilire l’intervallo del prezzo della cosa a cui è interessato comporta l’assoluta mancanza di riferimenti del prezzo giusto per cui l’unica cosa è stabilire in cuor proprio quanto si è disposti a spendere per comprare quella teiera, quel piatto, quei bicchieri, al di fuori da qualunque valore reale del bene. A parer mio, questo nuoce al commercio in questi paesi perché anche si crea una corsa a non farsi fregare e a capire quale è il prezzo al quale il commerciante si riterrà soddisfatto ma non felice, al prezzo giusto accettato da venditore e compratore che sa che deve spendere meno di quanto spenderebbe nel suo paese ma, appunto, non sa quale è il prezzo di compromesso. Poi alcuni negozianti tendono a decantare latta dipinta per bronzo, velluto per non velluto, pelle di cammello per pelle di capra e quindi occorre anche improvvisarsi esperti tralasciando quello che di estetico e funzionale offre la cosa che si vuole comprare.

Alle 9.40 partiamo per Volubilis. Fa un freddo cane. Facciamo una bellissima strada tutta costeggiata da ulivi bassi, la strada è a due corsie ma larghe, tipo superstrada. E’ spuntato il sole, mentre stamattina pioveva. E’ un po’ nuvoloso e non c’è traffico. Manteniamo i 70-80 km/h, a volte qualcosina in più. Vediamo un cartello: Meknes 200 km, a sinistra la catena del medio Atlante che ci separa da Marrakesh, a destra c’è Tangeri. Dopo 20 km la strada diventa brutta e sterrata ma si cammina spediti. Sempre ulivi dappertutto. Il fido Mohammed ci dice che ha scelto quella strada perché più turistica rispetto alla superstrada che fanno le agenzie che, in una sola mattina fanno Volubilis-Moulay-Idriss e Meknes tornando alle 14 per il pranzo. Lui, dice, starà con noi tutto il giorno e saremo liberi di girare senza limiti. In effetti sarà proprio così. 1.945 l di benzina costano 20.07 Dh:. Cioè la benzina costa 0.95 €/l che per un paese arabo e per questo paese ci sembra davvero tanto considerando anche che il reddito medio marocchino è di 2500 Dh al mese. Alle 10.40 ci fermiamo a vedere uno splendido lago, salato perché il terreno circostante contiene molto sale. La calma è assoluta ed assistiamo alla partenza di una barca di pescatori. Ci sono persone ai margini del lago, in una specie di acquitrino, che non si sa che cosa raccolgono e sul ciglio della strada una bancarella che vende mandarini profumatissimi, zucche dalle forme più strane, olive e melograni. Il paesaggio è stupendo e la temperatura è mite e piacevole. Stiamo facendo la route de Tangier come ci dice Mohammed. Gli alberghi non la fanno fare perché è lenta rispetto all’altra più veloce. Alle 11.30 siamo a Volubilis. Piena di ulivi, e bancarelle con fossili e minerali. Ci sono parecchi grand taxì. Per 120 Dh facciamo la visita per 1h e ½. Per 150 Dh avremo preso la guida più anziana che parla meglio l’italiano ed è più prodiga di informazioni, ma la città è talmente bella ed i mosaici talmente commoventi che non c’è bisogno di guida che ripete a memoria quanto è meglio descritto dalla Lonely Planet. Ci sono delle orchidee a forma di cobra ed il profumo del rosmarino è fortissimo. I biglietti costano 10 Dh ( 1€). La guida anziana è vestita di bianco con un turbante mentre quello più giovane, che vale meno e parla male l’italiano, è vestito di blù. Alle 11.40 iniziamo la visita con la guida e alle 13.30 finiamo e tramite una strada pietrosa per le recenti piogge, andiamo a mangiare al ristorante La Baracca Famille. Vicino c’è un cimitero arabo dove stranamente ci sono delle scritte sulle lapidi delle tombe che sono vicine al villaggio ed a stretto contatto con gli abitanti. Poi andiamo a Moulay Idriss dove l’autista si ferma sul piazzale e noi subiamo l’assalto dei giovani che stazionano vicino alla tomba del venerabile e che ci vogliono a tutti costi accompagnare al punto panoramico dove si vedono i tetti della tomba ma che, a posteriori, non vale la scarpinata in salita che occorre fare. Il Marocco la metà è berbera e l’altra araba. Il berbero si parla nel medio atlante ma non l’arabo. E’ più probabile che una donna berbera sposi un uomo arabo ma non viceversa perchè ci metterebbe troppo tempo ad imparare il berbero, lingua del marito. Ci facciamo dire da Mohammed qualche parola di arabo e di berbero per indicare la stessa cosa e notiamo che sono due lingue completamente diverse. Spendiamo 400 Dh con mancia (50 Dh) al ristorante predetto (40 € che sono molti per lo standard del luogo ma tant’è) e comunque mangiamo abbastanza bene. Andiamo a Moulay Idriss e saliamo sulla terrazza per vedere il panorama, è vicino al ristorante Le trois Boulet d’or restaurant cafeteria terrace. Nulla di che dalla terrazza da dove si vedono i tetti della tomba di Moulay Idriss e tappeti stesi per terra in una specie di tempietto. Ripartiamo alla volta di Meknes dove arriviamo alle 16.45 ed andiamo subito a e vedere la moschea di Moulay Idriss poi ai granai, costruzioni molto belle ed impressionanti. Per andare dalla moschea ai granai facciamo, in macchina, una strada costeggiata dal palazzo reale da una parte e da un alto muro dall’altra dove, ci dice l’autista, Moulay Idriss imbottigliò l’esercito nemico chiudendo semplicemente le porte di accesso. Alle 18.15 finisce la visita a Meknes ed alla sua splendida porta e ripartiamo per Fes. Ci prendiamo 5 paste nella pasticceria vicino a 3 Dh l’una: molte buone, con quella crema gialla e densa che facevano una volta in Italia. Stanchi ma contenti torniamo in albergo.

4 DICEMBRE 2010 Sabato

Con Mohammed ed il fratello ci mettiamo d’accordo per la visita alla Medina. Abbiamo chiesto la guida per non perdere tempo a districarci tra i vicoli e perché pare che in presenza di una guida nessuno ti chieda continuamente, sport nazionale da queste parti. Ci mettiamo d’accordo per 200 Dh all’autista per portarci alla Medina e farci vedere i dintorni, 200 Dh al fratello per farci da guida e 120 Dh all’autista per portarci all’aeroporto.

Compriamo a 1 Dh un rotondo di pane ancora caldo in un forno dove la gente va a cuocere il pane dopo averlo impastato a casa propria. Alle concerie ci raccontano qualche notizia e poi si va al reparto vendite con tutti gli articoli in pelle. Offro 8 euro per una cintura di cammello per la quale volevano 30 € ma ci fanno andare via, poi ci richiamano ma la nostra guida che è un boss locale, come abbiamo capito, non gli consente di insistere. All’ottimo ristorante Zhora, proprio all’uscita dalle concerie, spendiamo 440 Dh mangiando molto bene una zuppa, un secondo molto abbondante, la frutta il tè e dei dolcetti. In un negozio di chincaglieri spendiamo 650 Dh per una lucerna, una teiera e 5 bicchieri da tè per Francesca. Alle 17 torniamo in albergo a prendere i bagagli ed andiamo all’aeroporto alle 17 ed alle 17.30 siamo all’aeroporto dove sistemiamo le valigie. Ci fanno andare al check-in a far mettere una firma sulla carta di imbarco e, prima di passare al controllo di polizia, ci fanno compilare il visto di uscita.

Volo di ritorno tranquillo. Macchina che riparte nonostante il freddo ed anche stavolta torniamo a casa felici e contenti



    Commenti

    Lascia un commento

    Leggi anche