Da Lisbona a Porto passando per la magica Coimbra

Otto giorni fly&drive visitando luoghi ricchi di storia e bellezze natutrali
Scritto da: miclor
da lisbona a porto passando per la magica coimbra
Partenza il: 01/09/2011
Ritorno il: 08/09/2011
Viaggiatori: 2
Spesa: 1000 €

Giovedì 1 settembre

Sveglia alle 3.40 perché il taxi è prenotato per le 4.40. Corsa notturna Monza – Linate (47 euro). Ci imbarchiamo senza problemi e alle sette inizia il volo. Il cielo è nuvoloso a tratti. Alle nove allacciamo le cinture per prepararci all’atterraggio. All’improvviso ci appare l’estuario del Tago (Tejo in portoghese): è maestoso! Un unico enorme imbuto che si rovescia nell’ Atlantico. Raggiungiamo in taxi (12 euro) l’Hotel Almirante, abbastanza confortevole e vicinissimo alla fermata della metro. Come prima tappa ci proponiamo Belem: a Placa do Comercio comperiamo la Lisboa card valida 48 ore (30 euro ciascuna) che consente corse in autobus illimitate, ingressi ad alcuni musei, treno per Sintra… Dimenticavo! Lungo la strada prima sosta in una “pastelaria” dove assaggiamo i primi dolci e tortine salate che ci tenteranno più volte durante questo viaggio (prezzi bassi). Aspettiamo il tram, il 15E, e dopo una corsa di circa mezz’ora, avvistiamo la Torre di Belem, un edificio bianco che si staglia imponente con le sue forme leggiadre sull’azzurro del cielo e le acque del Tago. Il primo impatto con lo stile manuelino ci sorprende. Si tratta di un’ architettura Tardo – Gotica molto raffinata: finestre e portali sono decorati con elementi marinari ed anche flora e fauna sono ispirati al mare; prende il nome dal re Manuel che la introdusse alla fine del 1400. Comincia la scalata alla torre e una volta arrivati in alto, percorrendo una stretta scala a chiocciola, abbracciamo con lo sguardo la grande distesa di acqua che arriva all’oceano. Dalla torre si vede il Padrao dos Escobrimentos, costruito nel 1960: guida la schiera dei naviganti proprio Enrico il Navigatore seguito, tra gli altri, da Vasco Da Gama e Cabral. Guarda verso l’occidente ed è il monumento che celebra i grandi viaggi di esplorazione. Sulla piazza antistante un mosaico riproduce il planisfero con tutte le conquiste portoghesi.

Seconda tappa: Monastero di Santo Jeronimo. Costruzione in stile Manuelino che occupa una superficie enorme proprio di fronte al Padrao. Visitiamo il chiostro che ci sorprende per la ricchezza delle forme e per la semplicità dei materiali. A quest’ora fa molto caldo e ci fermiamo per riprendere forze nei giardini. Ritorniamo in Placa do Comercio e iniziamo il percorso suggerito dalla mia preziosa guida: tragitto a piedi di due ore e mezzo. Prima, però, ci nutriamo abbondantemente in una ricca “pastelaria” in Rue de Augusta, la via senza traffico che inizia dal grande arco di Placa do Comercio, lastricata con piccole tessere di marmo bianco e grigio. Scopriremo poi che tutte le vie del Portogallo sono lastricate con questi caratteristici mosaici. Ci fermiamo alla Casa Macario per vedere le vecchie bottiglie di Porto, sono ancora impolverate! Prendiamo l’elevador di Santa Giusta un vecchio ascensore che serviva per portare dal Baixio al Chiado (sono su due diversi livelli ). La vista dall’alto è stupenda: tutta la città è sotto di noi. Io non riesco ad avvicinarmi ai bordi perché mi sento sospesa nel vuoto. Arriviamo al Rossio attraversando una splendida piazza con due fontane e al centro la statua di Don Pedro lV. La pavimentazione è particolare perché le formelle di mosaico bianco e nero sono disposte in modo da creare un movimento ondulatorio.

A sinistra notiamo la stazione del Rossio, con particolari in stile neomanuelino. Ci informiamo sulla possibilità di raggiungere Sintra in treno, così, conosciuti gli orari e rassicurati dal fatto che i biglietti del treno e d’ingresso a Palazzo reale sono compresi nella Lisboa card, decidiamo di andarci domani mattina. Prendiamo un secondo elevador, il “Da Gloria”, che ci porterà al Bairro alto. Questa volta si tratta di un tram su rotaie che, come una funicolare, si inerpica superando un grosso dislivello. Alcuni giovani lisbonesi si attaccano alle portiere per non pagare il biglietto. Scesi, arriviamo su un bellissimo giardino che si affaccia con un belvedere, il mirodauro di Sao Pedro de Alcantara, sulla città. Una coppia di stranieri ci scatta una foto. Su di un palco un gruppo musicale prova gli strumenti per il concerto della sera. Ci incamminiamo tra le stradine del Bairro alto dove alcuni localini espongono i loro menù. Una signora ci invita a ritornare di sera nel suo locale, il “ Cafè Luso”, dove cantano il fado. Prendendo Rue Garnett, dopo una bella casa di azuleios, arriviamo al Chiado. Ci fermiamo per un’ altra sosta alla nota pastelaria frequentata da Ferdinando Pesoa e non posso non fare una foto seduta accanto alla statua del famoso poeta. Beviamo una fresca birra e subito dopo prendiamo il famoso tram 28 che ci fa sferragliare per tutte le vie dell’Alfama di sera. Scendiamo al capolinea e con due fermate di metro rientriamo in albergo. Sono ormai le dieci di sera, le undici in Italia, e non ci siamo fermati un attimo dalle quattro del mattino. Andiamo a letto esausti. È solo il primo giorno.

Venerdì 2 settembre 2011

Sveglia alle 6.45. Dopo una robusta colazione raggiungiamo la stazione del Rossio a due fermate di metro, ma prima di partire dobbiamo per forza acquistare dei francobolli. Troviamo l’ ufficio postale in piazza dell’ Obelisco. Il treno per Sintra parte puntuale. Il paesaggio che superiamo non è bello: Palazzoni senza stile si susseguono l’uno dopo l’altro; è meglio chiudere gli occhi e riposare. Il viaggio dura 30 minuti, scendiamo e prendiamo l’autobus 434 (5 euro a persona per corse illimitate) che collega i principali monumenti. Visitiamo il Palacio National dove ammiriamo bellissime sale rivestite di azulejos (sale dei cigni e della caccia ), stanze da letto, cucine, cortili, tutti perfettamente conservati. Dobbiamo ora scegliere tra il castello e Palacio Da Pena, optiamo per il secondo. Un vero spettacolo! Per raggiungerlo riprendiamo il 434 che, salendo su ripidi tornanti attraverso un bosco, ci lascia all’ingresso del parco (8 euro a persona con lo sconto della Lisboa card). Saliamo a piedi su un sentiero che ci porta al palazzo che ci sembra uscito da una fiaba. Non si può descrivere, ma solo goderlo. Passiamo lì tutto il resto della mattinata, ne esploriamo ogni angolo restando sempre più affascinati. Michele scatta non so più quante foto. Infine su un terrazzo e con un cielo stupendo che fa brillare la cupola d’oro, consumiamo al bar del palazzo un ottimo panino e una fresca birra. Purtroppo sono le due e Lisbona ci attende. Riprendiamo il treno e alle tre siamo ancora al Rossio. È piovuto in nostra assenza, ma ora splende un bel sole. Dobbiamo completare l’itinerario iniziato ieri. Riprendiamo il 28 per scendere al Miradouro di Santa Luzia. Sul tram chiedo ad un’anziana signora cosa vuol dire ”piazza del Sé” e lei mi spiega che lì sorge la cattedrale dedicata a Sant’ Antonio del Sé. Scendiamo al Miradouro e ammiriamo la vista molto bella che spazia dai tetti delle case fino al mare, lasciando vedere sullo sfondo la chiesa di Sao Vicente e la bianca cupola di Santa Engracia, il Pantheon dove è sepolto Vasco Da Gama. Visitiamo l’esterno del castello di Sao George e poi ci addentriamo tra le strette vie dell’Alfama fino alla chiesa di Sao Miguel e da qui alla Casa del Fado che però non visitiamo perché a quest’ora (le sei del pomeriggio) è chiusa. Scendiamo al porto dove è ormeggiata una grande nave da crociera. È sera e decidiamo di prenotare la cena in un locale dove cantano il Fado. Tra i tanti localini dell’Alfama preferiamo quello consigliato dalla guida, l’Esquina in via Sao Pedro N° 4. Ottima scelta: il proprietario è un signore molto gentile che ci consiglia il Bacalao grigliato con contorno, antipasto, vino e dolce (30 euro a persona). È la cena più cara, ma ne vale la pena perché la serata è allietata da quattro cantanti che si alternano accompagnati da due chitarristi, uno dei quali suona la tipica chitarra a dodici corde. Nel pomeriggio abbiamo acquistato vari ricordini tra cui un cd della più famosa cantante di Fado, Amalia Rodriguez, per Simone. Usciamo di corsa dal ristorante per l’ ultima metropolitana. Addio Lisbona, è stato bellissimo!

Sabato 3 settembre 2011

Inizia il giro in auto: raggiungiamo l’Avis presso la stazione d’Oriente e ritiriamo una Peugeot 207 già prenotata in Italia (6 giorni euro 416 comprese le assicurazioni). Direzione Estoril, ma non riusciamo a non farci tentare dalle belle spiagge che subito incontriamo e dalla voglia che ci prende di saggiare l’acqua dell’ oceano. Brr… com’è fredda, siamo ancora vicini alla foce del Tago! Ci dirigiamo verso Cascais, ridente cittadina che si affaccia sul mare con tante piccole baie. Le vie sono frequentate da turisti e i numerosi locali espongono svariati menu. Pranziamo in un grazioso ristorante che ci offre del buon pesce grigliato con contorno di patatine fritte, birra, caffè, tutto per euro 7 a persona. Lungo la costa ci fermiamo ad ammirare la Boca Do Inferno, un’apertura nella roccia a strapiombo dentro cui le onde si infrangono rumorosamente. Di corsa verso Cabo Da Roca, il punto più occidentale d’Europa. Dopo un discreto tragitto in salita, finalmente avvistiamo il faro e poco più in là il capo. Un paesaggio incredibile: tutto il promontorio è cosparso di una fitta vegetazione di piante grasse fiorite. Il promontorio con il faro è uno dei paesaggi più suggestivi che io abbia mai visto. Di fronte a noi l’oceano e, oltre, il continente americano. È tardi e ci aspetta un lungo viaggio verso Bombarral dove abbiamo prenotato l’albergo. Dopo una triste cena nel bar dell’ albergo (per niente buona) e una solitaria passeggiata nell’unica via del centro, rientriamo.

Domenica, 4 settembre 2011

Per fortuna al mattino ci aspetta un paesino veramente bello: Obidos, tutto chiuso tra le antiche mura del castello e dalle belle case bianche adorne di fasce gialle alternate ad altre azzurre. Saliamo sulle mura del castello: che paura! Non ci sono protezioni ed io mi sento girare tutto intorno. Controvoglia lasciamo la bella Obidos (i re portoghesi ne facevano dono alle mogli il giorno delle nozze) e proseguiamo per Nazarè, l’antico villaggio di pescatori dalle case bianche. Che delusione! È superaffollato: mille negozietti di souvenir sul lungomare. Unica caratteristica: le vecchiette, vestite con le gonne tradizionali e i grembiuli, offrono ai turisti camere o appartamenti da affittare. Mangiamo un buon gelato e ripartiamo. Non ci fermiamo ad Alcobaca, come previsto, ma proseguiamo per Bathala. Il monastero è superbo, fa parte del patrimonio dell’umanità Unesco. L’interno ci sorprende per lo slancio delle colonne e per l’ austerità dell’insieme. Visitiamo i due chiostri: il primo è un inno allo stile manuelino, il secondo più semplice e austero. Uscendo, fotografiamo l’Imperfeitas, una cappella incompleta a cui manca la volta. Arriviamo a Fatima. Lasciamo le valige e cerchiamo il santuario: tutto bianco, si staglia contro il cielo azzurro con la corona dorata che sovrasta la punta più alta. Il luogo commuove. I pellegrini percorrono in ginocchio la lunga striscia di marmo che unisce il punto estremo della piazza alla basilica. L’ interno è semplice e custodisce le tombe dei tre pastorelli: Francesco, Lucia e Giacinta. Vogliamo visitare il famoso monastero dei Templari a Tomar, ma dopo aver viaggiato per un’ora, arriviamo che è già chiuso. Che delusione! Non ci resta che accontentarci di un giro intorno alle mura del Convento di Cristo. La sera, a Fatima, solita buona cena in un buon ristorante ( spesa totale 22.50 ). La cameriera, molto gentile, si rallegra per la mancia e ringrazia più volte.

Lunedì, 5 settembre 2011

Finalmente partenza per Coimbra. Non mi sembra vero! Quante volte ho raccontato ai miei alunni dei Dotti di Coimbra che avevano contestato a Cristoforo Colombo il calcolo delle miglia marine per arrivare alle Indie! Ora non mi sembra vero di essere lì. Saliamo sulla parte alta con un primo ascensore per proseguire con una funicolare. Raggiungiamo l’Università e visitiamo la biblioteca: che emozione! Gli antichi libri custoditi negli scaffali tappezzano le pareti delle varie stanze, sul soffitto le allegorie dei continenti allora conosciuti: Europa, Asia, Africa e anche l’ America. Scendendo ripide scale, visitiamo il giardino botanico e all’ombra di piante secolari consumiamo i nostri panini. Cerchiamo, in auto, il ponte Santa Clara e dopo aver ammirato il panorama di Coimbra dal fiume, gironzoliamo per le vie della città fino a risalire nella parte alta, dove visitiamo la Cattedrale del Sé vecchia. Raggiungiamo Viseu. Il viaggio è stato lungo, ma l’Hotel Principe Perfeito ci ripaga della fatica. È finora il più bello: bei salottini, scale in ferro battuto, camera elegante con terrazzo sul giardino. Viseu ha un’ampia piazza con le due cattedrali una di fonte all’altra: Le chiese del Sé nuova e vecchia. Buona cena ancora con la solita “folle” spesa di euro 22.50.

Martedì, 6 settembre 2011

Direzione Porto. Mattinata ad Aveiro, città situata al centro di una vasta laguna. È denominata la Venezia del Portogallo, ma in realtà non ha nulla di Venezia se non un canale su cui dondolano delle barche che vogliono imitare le nostre gondole. Il posto ha, però un suo fascino: strade eleganti, bei palazzi e chiese internamente rivestite di azuleios. Decidiamo di fare un giro in ”gondola” (5 euro a testa): si passa sotto dei ponti bassi, si vedono le vecchie saline e le vecchie fabbriche; durata del giro 45 minuti. Pomeriggio sull’oceano: fantastico! Dune di sabbia bianchissima e molto fine, spiagge larghe e lunghe a perdita d’occhio. Io mi lascio tentare e mi bagno a metà nell’acqua che, a sorpresa, risulta tiepida (fuori ci sono 30 gradi!). le onde sono altissime e due ragazzi le cavalcano con la tavola. Anche Michele entra in acqua e per un po’ ci divertiamo a scansare le onde finché lui non viene colpito in pieno. Raccolgo qualche conchiglia e un sasso bianco che mi ricorderanno questi momenti.

Arriviamo a Porto stanchi, ma dopo una doccia nell’Hotel “Best Western” situato in posizione centrale, usciamo alla conquista della città. Percorriamo Avenida Dos Aliados e arriviamo davanti al Municipio, un edificio monumentale che si affaccia su di una grande piazza lastricata a mosaico, più avanti la stazione, anche questa da non perdere perché all’interno le pareti sono rivestite di azuleios. Procedendo verso destra ci troviamo, dopo una salita, davanti alla Cattedrale del Sé. Dall’alto dello sperone roccioso su cui è costruita riusciamo a vedere, affacciati ad una balaustra, le case che scendono fino al Douro. Tutta questa zona è patrimonio dell’ Umanità. Scendiamo per una scalinata che sembra non finire mai, tra le strette viuzze che portano al Douro: imponente! Scorre immenso, sovrastato da ponti di ferro che collegano la città a Vila Nova de Gaia, la zona dove sorgono le fabbriche per la produzione del Porto, il famoso vino. Lungo la riva tanti localini e ristoranti. In uno di questi gustiamo una buona cena ammirando un bel panorama. Ma ora viene il “bello”: per ritornare in alto dobbiamo ripercorrere la lunga gradinata fatta in discesa, ma non ho scelta se non attraversare un tunnel che chissà dove porta. Arriviamo in alto, io sono stanca e raggiungo a stento l’albergo.

Mercoledì, 7 settembre 2011

Partenza per Barcelos. Siamo diretti verso la città del celebre galletto, reso famoso da un’ antica leggenda. A piedi raggiungiamo il centro arricchito da bellissime aiuole fiorite e da un parco molto particolare con siepi cilindriche disposte in modo armonico. Tutta la piazza è allietata da enormi ”galletti “ variopinti.

2^ tappa: Braga. Cerchiamo la chiesa del Bom Jesus, ma un signore ci dice che si trova fuori Braga, a cinque chilometri circa e gentilmente si offre per farci strada con la sua auto. Infine, seguendo una via in salita arriviamo alla basilica. Restiamo colpiti dalla bella scalinata barocca che scende con oltre 1000 gradini. Proviamo a scendere fino ad un certo punto. Dall’alto la vista su Braga è molto ampia. Braga merita una sosta. Parcheggiamo sotto Praca da la Republica (50 cent ad ora) risaliamo e ci troviamo in un piazza molto grande con giardini e fontane. Sotto il portico più antico e nel “Café Vianna”, molto rinomato, mangiamo allietati dalla vista delle fontane che alternano i loro variegati giochi d’acqua. Visitiamo la cattedrale del Sé (ogni città ne ha una) e dopo un giro per le vie, riprendiamo il viaggio per Guimaraes. È la città più amata dai portoghesi perché qui è nato il primo re, Enrico, che ha fondato il Portogallo. Visitiamo il castello del X secolo, saliamo sulle mura: al centro domina il mastio, perfettamente conservato e inaccessibile, la luce entra solo da strette feritoie. Entriamo poi nella cappella dove fu battezzato il primo re e dove è sepolto con tutti i soldati che combatterono per lui. Guimaraes è Patrimonio dell’Umanità e nel 2012 sarà Capitale Europea della Cultura. Ritorniamo a Porto. Cena in un buon ristorantino del centro.

Giovedì, 8 settembre 2011

Ultimo giorno del viaggio: lo dedicheremo a Porto. Raggiungiamo il Ponte Dom Luis I e lo percorriamo a piedi da un’ altezza incredibile. La vista è spettacolare! Siamo sospesi al centro del Douro. Il panorama di Porto è quello celebrato dalle cartoline. Sotto di noi passano piccolissime le barche dei turisti in gita sul fiume. Impieghiamo molto tempo perché ad ogni passo ci fermiamo per guardare da una parte e dall’altra e per scattare foto. Al centro del ponte sfrecciano i treni della metropolitana esterna. Il ponte termina a Vila Nova de Gaia, dove sono situate le fabbriche del Porto tra cui la Sandeman, la più famosa. Dopo una sosta al fresco dei giardini, riattraversiamo il ponte e cerchiamo il ristorante della sera prima per l’ ultimo buon pranzo; ancora una sosta nel bar della piazza per un buon caffè. Ritiriamo l’auto dal parcheggio di fronte all’Hotel e ci dirigiamo verso l’aeroporto. Qui lasciamo la macchina all’Avis e saliamo sulla navetta che ci accompagna alla partenza. Bello e moderno l’aeroporto, ma gli articoli in vendita sono molto cari, per fortuna ho già comprato tutti i vari souvenir.

Alle 19.00 decolliamo. Volo tranquillo, ma meno l’atterraggio perché il pilota frena ed accelera più volte. Infine, l’aereo si blocca con un’ultima frenata. Nessun applauso. Alla fine di un viaggio così bello un piccolo brivido forse non guasta. Arrivo a Malpensa alle 21.30, ma ora ci tocca spostare in avanti di un’ora l’ orologio per il cambio di fuso orario.

Bellissimo viaggio!

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Aveiro

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Porto cattedrale del Sè

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Porto

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Braga Bom Jesus

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Guimaraes il primo Re

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Lisboa Rue da Augusta

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Sintra Palacio da Pena

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Cabo da Roca

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Obidos

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Bathala monastero

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Miradouro de Santa Luzia

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Boca do Inferno

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Fatima

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Coimbra Università



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