Tra sceicchi, emiri e sultani: Emirati Arabi Uniti e Oman di Prima parte: EAU

Viaggio tra futuro e passato, dall'avveniristica architettura di Dubai ai meravigliosi forti e paesaggi omaniti. Un viaggio alla scoperta di luoghi, persone e culture a noi nuove
Scritto da: Morro84
tra sceicchi, emiri e sultani: emirati arabi uniti e oman di prima parte: eau
Partenza il: 10/03/2013
Ritorno il: 24/03/2013
Viaggiatori: 2
Spesa: 2000 €
Dubai? Ma cosa ci andate a fare? Cosa c’è da fare? Dov’è l’Oman? Cosa si fa in un paese così? Ecc ecc… Ecco queste son si e no le domande che più ci siam sentiti rivolgere nei mesi precedenti la partenza.

Indice dei contenuti

Questo viaggio è stato deciso ed organizzato come un viaggio, non come una vacanza di relax e comfort, bensì come un’arricchimento di una cultura, di un popolo e di una terra che oggettivamente non conoscevamo e di cui si vede e legge solo una minima (e spesso poco veritiera) parte. Il mondo arabo è molto di più di quanto ci si possa aspettare. Ha da dare tantissimo sia in termini di paesaggi e natura, che, e specialmente, in termini di persone.

Questo diario di viaggio lo dividerò in 2 blocchi, così come sono stati 2 i blocchi del viaggio: una prima parte dedicata agli Emirati Arabi Uniti ed una seconda dedicata all’Oman con le ultime 2 righe di chiusura sullo stopover di un giorno e mezzo a Doha, in Qatar. In fondo non mancherò di inserire tutte le informazioni pratiche nonché la suddivisione delle spese.

Partiamo il 10 di Marzo con Qatar Airways da Milano Malpensa. Con l’apertura del satellite C, Malpensa ha guadagnato davvero tantissimo in termini di qualità del servizio aeroportuale. La Qatar Airways è ottima come compagnia, sia come servizi di terra che in volo, anche se abbiamo litigato non poco coi telecomandi degli schermi privati dei nostri posti (un pò attempati). A Doha abbiam circa 90 minuti d’attesa per la coincidenza, e dopo un’ora di volo arriviamo nell’immenso aeroporto della prima destinazione del viaggio: Dubai. E’ quasi l’una del mattino e una volta sbrigate le pratiche d’ingresso siam sul taxi. Per 100 AED (dinari) (circa 25 Euro mancia all’autista inclusa) attraversiamo quasi tutta la città in direzione del nostro alloggio, L’Akas Inn Hotel Apartments nel quartiere di Al Barsha dove ci attende un buon sonno ristoratore. Attenzione: armatevi di pazienza e, specialmente, di una mappa quando salite sui taxi: salvo mete davvero note (Burj Khalifa, Mall of Emirates per fare 2 esempi) al 99% i tassisti non sanno dove si trova il posto dove dovete andare, e siccome Dubai non ha indirizzi, bensì quartieri, è molto utile avere già un’idea di dove andare così da farlo capire. In questo ed innumerevoli altri casi il cellulare con GPS e mappa è stato fondamentale.

Il giorno successivo iniziamo di buon’ora la nostra prima esplorazione di Dubai. Prendiamo la futuristica e funzionalissima metropolitana alla stazione di Sharaf DG distante circa 5 minuti a piedi dall’hotel (è la fermata dopo la Mall of Emirates per aver un’idea). L’obbiettivo era andare diretti al Burj Khalifa, ma decidiamo di scender alla fermata prima (Business Bay) e di farci il resto della strada a piedi. Capiamo subito che Dubai non è una città da pedoni, ogni luogo è parecchio distante da qualsiasi altro. Ci si deve muover in auto. Gironzolando ci facciamo subito un’idea della realtà lavorativa locale: ci son numerosi cantieri, tutti gli operai son muniti di caschetto e abbigliamento antiinfortunistico, tutti in città lavorano, addirittura c’eran dei lavoratori che spazzavano la strada dalla sabbia sia vicino ai cantieri che semplicemente agli incroci!! Dopo una buona mezz’ora di cammino, sempre tenendo d’occhio la nostra meta (non è difficile tener d’occhio un palazzo di 828 metri J) e iniziando a fare numerose foto ai grattacieli circostanti, arriviamo. E’ inutile soffermarsi sulle descrizioni, è semplicemente impressionante. Nel complesso del Burj Khalifa c’è anche la Dubai Mall, il più grande centro commerciale del mondo. In effetti…c’è davvero da perdersi, è immenso. Al suo interno (l’abbiam trovato la seconda o terza volta che ci siam andati) c’è una pista da pattinaggio di dimensioni quasi regolari (per intenderci, leggermente più piccola di una campo da hockey), un’acquario enorme (Guiness dei primati per la vetrata intera più grossa al mondo) con tanto di tunnel che ci passa in mezzo, miriadi di negozi e posti per mangiare, oltre ovviamente all’ingresso all’At the Top, cioè alle ascensori che portan in cima al Burj Khalifa.

Dopo questo piacevole giretto turistico al fresco della Mall, ci dirigiamo verso la nostra meta originaria della giornata: la Vecchia Dubai. Riprendiamo la metropolitana, scendiamo a Palm Deira, e da lì iniziamo a gironzolare per i vari vicoli e stradette della zona. Il vantaggio di aver sempre il GPS a portata di mano è che ci siam potuti letteralmente perdere nelle varie viuzze senza preoccuparci di dove fossimo. Così camminando siam passati nel souq delle spezie coi suoi mille diversi profumi e ci siam trovati al souq dell’oro. Qui si vedono innumerevoli gioiellerie, chi con la porta chiusa per non far uscire l’aria fresca, chi con la porta spalancata!! Inoltre una segnalazione a parte merita il distributore di lingotti d’oro situato circa a metà del souq!

Iniziam a sentir un poco di fametta, quindi usciamo dal dedalo di vicoli per inserirci nella via principale che costeggia il Creek (canale interno di Dubai simile (solo come concetto) a quello veneziano). Qui non facciamo in tempo a fermarci davanti a quello che sembra un ristorantino, che il cameriere esce, ci da in mano 2 menù e rientra. Soddisfatti del menù (del cui contenuto abbiam capito si e no un quinto pur essendo madre lingua inglese…) entriamo e ci troviam in un altro mondo: siam gli unici stranieri, il localino è popolato quasi solo da arabi con qualche indiano. La sala a ridosso dell’ingresso è per soli uomini ed è divisa in tavolini da un lato ed un grosso tappeto dall’altro su un soppalchetto dove si mangia seduti per terra. La sala più interna (che scopro esser al secondo piano assieme al bagno) è riservata alle famiglie, con tanto di tende divisorie tra i tavoli. In pratica dei piccoli privé, che troveremo anche in altri posti durante il viaggio. Dimenticavo: Si mangia con le mani!! Cercavamo proprio questo tipo di esperienza! Per pochissimi euro (circa 3,5 a testa) c’è arrivato un super piatto di pollo sopra un pane arabo più largo delle nostre pizze, contornato da un piatto di riso che da noi di solito si mangia in quattro. Piatto simile anche per il buon Guido, ma con agnello piccante invece di pollo. Favoloso!

Pieni e soddisfatti, torniamo al nostro giro: vediam da lontano il mercato del pesce in pieno fervore, torniamo sul Creek e lo attraversiamo con le loro tipiche piccole imbarcazioni: gli Abra. Alla modica cifra di un dinaro (20 cents) passiam sull’altra sponda. Non si può andar a Dubai e non far sta piccola esperienza. E’ il mezzo con cui tutti passan da una parte all’altra del Creek (anche perchè non abbiam visto ponti) e si ritorna indietro di molti anni. Comuni sono anche gli scontri tra fiancate di Abra visto che i capitani fan a gara a chi arriva prima dandosi sportellate. Sperimentato! Da fare.

Arriviamo al lato opposto del Creek, seguendo la Lonely riusciamo ad addentrarci nell’antico quartiere di Al Bastakiya. Era l’antico quartiere di Bur Dubai risalente al secolo scorso, ora ristrutturato. Si respira un’aria molto pacifica, dovuto anche alla presenza di 2 moschee dentro il quartiere (meglio una è dentro mentre l’altra è accanto ma fuori dal quartiere). Quella fuori dal quartiere è la moschea principale di Dubai. E’ come un labirinto ed è molto affascinante da girare. Offre uno spaccato di come fosse la vecchia Dubai, pre boom economico.

Usciti da questo quartiere, passiam accanto alla grande moschea e dopo poco decidiamo di entrare nell’adiacente Dubai Museum, museo che racconta la storia dell’emirato di Dubai nei secoli passati.

Anche qui si entra letteralemente nel passato. L’ingresso è sormontato da un grosso Dhow (imbarcazione tipica araba) e al suo interno si trovano tutte le testimonianze di come fosse la vita secoli fa in queste zone del mondo. Viene descritta l’importanza del deserto nella vita beduina, nonché l’efficacia strategica che avevan Dubai ed il suo Creek nell’antichità. Non solo, vengono mostrati spaccati di vita quotidiana, tutti i mestieri del’epoca, come veniva reperita l’acqua. Insomma, l’abbaim trovato molto interessante e lo consigliamo vivamente a tutti voi TpC che volete vedere anche l’altra faccia della medaglia di questa città, quella più nascosta.

Per cena, ci addentriamo di nuovo nella zona souq, e seguendo le istruzioni della Lonely, nonché quelle che chiedevamo in giro, a ridosso del souq dei tessuti abbiam trovato uno dei migliori ristorantini del viaggio: Bastakiah Nights.

Il posto è molto affascinante, si mangia in pratica su una terrazza direttamente sul Creek. A circa 20 euro a testa abbiam mangiato di tutto, si e no tutti i tipi di antipasto e varie portate, tutte rigorosamente arabe e/o mediorientali. Meno economico della media, ma sempre molto al di sotto dei nostri standard, e di qualità ottima. Rientriamo in hotel non prima di notare, e fotografare, il cartello all’ingresso del metrò che vieta di portare pesce sulla stessa (ricordiamo che siam a ridosso del mercato del pesce).

12 MARZO

Oggi sarà uno dei due giorni che passeremo lontani da Dubai, inoltrandoci per quasi 150 km negli emirati arabi. Destinazione: Al Ain.

Sveglia verso le 9 del mattino. Dovevamo svegliarci prima, ma per una volta la battaglia contro la sveglia che in tempi lavorativi vince sempre lei, oggi l’abbiam vinta noi. Verso le 10:30 siam alla stazione degli autobus di Al Ghubaiba (omonima fermata metrò). Per 20 AED (4 euros) abbiam in mano i biglietti del bus che in un’ora e mezza ci porterà ad Al Ain, nel cuore degli Emirati al confine con l’Oman. Il viaggio sarà tutta un’avventura: il bus è piccolo (35 posti circa), a dir poco conciato male, vecchio anzi forse antico da più l’idea e molto, ma moooolto rumoroso. Ad ogni curva inquietanti rumori di tubi metallici provenienti da sotto i nostri sedili danno un pò di pepe in più all’odissea. Interessante notare che le donne son parecchio tutelate su questi bus: poco meno di metà dei posti son loro riservati o da sole o con famiglia. Il problema è che la maggioranza dei passeggeri son uomini, quindi costretti ad impacchettarsi nei restanti posti. Cosa puntualmente successa nel viaggio d’andata al punto che dal sedile davanti a noi, è stato “materializzato” un sedile nascosto dentro il bracciolo stesso, occupando il corridoio!! Favoloso. L’aria condizionata per fortuna funziona sempre.

Dopo questa interessante ora e mezza di rombo di motore, arriviamo alla stazione bus di Al Ain e subito saltiamo su un taxi, diretti al parco archeologico, sito Unesco. Che dire, il parco è bellissimo, immerso nel verde e nel nulla, le rovine risalenti a circa l’età del bronzo son notevoli e molto ben tenute, con tanto di descrizioni molto accurate sia sulla loro presunta storia e funzione, sia su come son state scoperte. Passiamo un paio d’ore piacevolissime e totalmente da soli! L’ingresso tra l’altro è gratuito, con la guardia del parco che molto gentilmente ti apre il cancello appena ti fai vedere all’ingresso.

Unico neo di questo parco, è appunto che è nel nulla. Ma totalmente nel nulla. Indi si pone il problema: come torniamo in città? E qui esce fuori l’italianità nostra, e la meravigliosa arabicità dei locali: andiamo dalla guardia che chiacchera con un amico; chiediamo umilmente delucidazioni su come ottenere un taxi; l’amico mi sequestra il telefono e inizia a far diverse chiamate ad amici tassisti, scoprendo che son tutti lontani ed impegnati; nel frattempo arriva un loro amico, ci presentiamo, scambiamo 2 parole, loro si scambiam due parole e risultato: lui deve andare in centro, se vogliamo ci offre uno strappo in auto! Risposta nostra: beh ovvio…SI! Così saltiamo in auto con codesto simpatico ragazzo (lui non leggerà mai questo diario, ma sappia davvero quanto gli siamo tutt’oggi grati e riconoscenti per quel passaggio!!) e dopo un paio di km incrociamo un taxi, lo inseguiamo ‘clacsonando’ e facendo noi diversi gesti, si ferma e ci fa salire. Mille ringraziamenti al nostro amico arabo, e via verso il museo di Al Ain.

Prima però ci accorgiamo che abbiam fame, è ora di pranzo e andiamo nel primo posto che troviamo: una bettola a gestione familiare, dove manco il proprietario parla inglese. Con 2 parole (chicken and chicken) riusciamo a ordinare del pollo. In pratica ci son arrivati circa 3 piatti a testa con un pollo intero ciascuno, un piatto di riso per 4 persone ciascuno più diversi piatti di verdure. Mangiamo come pascià e attendiamo il conto: 35 Aed! 3,60 euro a testa! Clamoroso!

Ci facciamo 2 passi ed entriamo nel museo (non ricordo il prezzo ma era tipo 5 AED a testa o giù di lì). Museo piccolo ma interessantissimo che racconta un pò la storia della zona, la sua geologia ed archeologia e del limitrofo Oman. Il museo è inoltre il più vecchio di tutti gli Emirati. E’ contornato da un paio di torrette del bellissimo forte cittadino (non visitabile). Accanto al museo si trova uno degli ingressi dell’oasi di Al Ain (porta est) la più grossa degli Emirati ed un piccolo paradiso di palme e tranquillità. Il bello è letteralmente vagare nei suoi vialetti immersi nelle palme, vedendo oltre i muretti diverse piantagioni di palme, con tanto di contadini intenti a potar le medesime. Usciamo infine dalla porta ovest dopo una buona oretta di passeggio. Da li rientriamo in città, passando accanto ad un paio di moschee, e ci dirigiamo verso la stazione dei bus (son circa le 17). Li veniam letteralmente assaliti da uno sciame di tassisti abusivi, di cui ci liberiamo una volta preso il biglietto bus di ritorno. Altro viaggio tutto vibrazioni e rombi di tuono, e dopo 2 ore circa siam a Dubai.

Per cena decidiamo in un ristorante nella Dubai mall, così da poter vedere gli spettacoli d’acqua delle fontane antistanti il Burj Khalifa. Optiamo per un ristorante libanese: il Karam Beirut. Mangiamo molto bene spendendo circa 30 euro a testa. Una volta cenato, assistiamo a uno dei tanti spettacolari show delle fontane che “ballano” e fan vari giochi d’acqua a ritmo di musica con lo sfondo di downtown Dubai e dietro il Burj Khalifa illuminato. Bellissimo e rilassante. Dopo un buon numero di foto rientriamo in hotel e diretti a nanna.

13 MARZO

Decidiamo di dedicar la mattinata alla visita della Palm Jumeirah, una delle 3 palme di Dubai che sulla punta ospita uno dei migliori hotel cittadini nonché dalla notevole presenza scenica: L’Atlantis. Poi ci godiamo un pò di relax al mare, vista l’impegnativa serata che ci aspettaJ

Scendiamo a Dubai Internet City, ma non è stato facile districarci in mezzo a tutti i lavori in corso nella zona e trovare la partenza della monorotaia per la palma, ma dopo un pò di peripezie ce la facciamo. Al prezzo assurdo di 25 AED compriamo il biglietto di andata e ritorno. Visto che il monorail viaggia sopraelevato, il panorama è molto bello, notevole è veder i bracci della palma che creano ognuno delle sue baiette. Come detto prima, la vista dell’Atlantis mentre ci si avvicina è davvero notevole! Al suo interno è presente un acquario immenso che abbiam scelto di non visitare, nonché un parco acquatico aperto anche ai non clienti. E’ una zona molto bella, anche perché si respira totalmente l’aria marina, essendo, alla fine, in mezzo al mare. Un’oretta dopo siam di ritorno, saltimao su un taxi direttamente alla stazione, e andiam diretti in spiaggia lì vicino.

Devo dire che a noi è piaciuta molto: è immensa, il fatto di vedere tutta la sabbia bianca con dietro i primi grattacieli, ne da un’atmosfera tutta sua. Il mare è meravigliosamente caldo am non limpidissimo a causa delle costanti onde abbastanza alte. Si vede però che l’acqua è pulita. Passiam almeno un paio d’ore in spiaggia, poi torniam verso l’hotel passando dalla lussuosa Marina Bay, non prima di un lauto pranzetto da Subway’s.

Alle 16:30 il primo appuntamento galante della giornata: At the top, vale a dire la salita in cima al Burj Khalifa. In realtà non si va in cima ma circa a metà strada (sempre 400 metri in su). Abbiam prenotato il biglietto via web dall’Italia, spendendo 125 AED (circa 25 euro) contro i 400 se si prende il biglietto li al momento, col rischio che non ci siano posti…

Che dire: è incredibile! Io son stato in cima sia alla Sears Tower di Chicago (oggi chiamata Willis Tower) che all’Empire State Building di NY, ma qui si è ancora più in alto e la vista spazia davvero ovunque. E’ incredibile veder tutta la città dall’alto in questo modo. L’ombra del palazzo sembra vada a toccare i confini del deserto. Insomma è un’esperienza che non si può non fare se si visita Dubai. L’ora scelta è stata poi perfetta, perché ci siam goduti uno spettacolare tramonto sul mare. Unica pecca è che c’è spesso un poco di foschia, ma si è stati ampiamente ripagati.

Usciti dalla Dubai Mall ci aspetta il secondo appuntamento mondano del viaggio: una volta nella vita bisogna farlo e quindi abbiam prenotato una serata al bar del Burj al arab, nota a tutti come la Vela! L’unico hotel auto definitosi a 7 stelle, dove appena entrati si viene accolti da 2 scale mobili affiancate da 2 acquari, che fan contorno ad un’immensa fontana che zampilla a ritmo. Si entra nell’hotel tramite un ponte chiuso (quindi ricordarsi la prenotazione!!!) e arrivati davanti all’hotel si resta impressionati dallo stesso, non solo per la maestosità, ma anche per l’altezza!! Infatti coi suoi 384 metri è uno degli edifici più alti della città!

Come detto una volta salite le scale mobili ci si trova davanti una seconda splendida fontana che a sua volta intrattiene tutti con svariati giochi d’acqua. Accanto numerosi negozi di lusso, da gioielli ad orologi.

Arriviam al bar (ah dimenticavo: spesa minima 250 AED circa 52 euro) e passiam circa 3 ore nello stesso. E’ molto carino, con una vista formidabile (se, come noi, si viene messi accanto a una delle finestre che dan sulla città e non sulle tenebre marine) di Dubai. Alla fine, pieni zeppi di noccioline e stuzzichini, servite su un supporto a forma di vela raffinatissimo, e con diversi cocktail in corpo torniam nel mondo reale e nel nostro hotel. Spesa totale: circa 85 euro a testa, preventivata ed eravamo davvero soddisfatti della giornata e serata! Finiamo la serata con il solito giro alla Mall of Emirates, sempre a bocca aperta quando si guardan le piste da sci.

14 MARZO

Non si può fare un viaggio negli EAU senza una visita alla sua capitale: Abu Dhabi. Così la nostra ultima giornata negli Emirati la dedichiamo ad essa. Di nuovo si viaggerà in pulman, ma stavolta il viaggio sarà molto diverso. Partiamo sempre dalla stessa stazione, ma con un bus Gran turismo, con tanto di servizio catering a bordo e poltrone reclinabili. Prezzo: 25 AED (5 euros) a testa.

Il viaggio scorre tranquillo e confortevole, e dopo circa 2 ore abbondanti, iniziamo a vedere lo skyline della città. A differenza di Dubai la città si sviluppa si lungo la costa ma anche verso l’interno. La zona più importante di Abu Dhabi si trova su un’isola collegata da più ponti alla terraferma. Si nota subito che la città è diversa da Dubai: decisamente più caotica, la guida è più nervosa ed indisciplinata, i clacson suonano ad ogni semaforo. La città è anche tenuta peggio di Dubai: piccoli dettagli che a Dubai son curati (aiuole, marciapiedi e mattonelle, palazzi, sporco per strada), qui invece non lo sono. E così, appena scesi alla stazione degli autobus, subito notiamo carte per terra, i marciapiedi rovinati e con poca manutenzione e, come già detto, molto più coas stradale. Constatato questo, GPS in mano camminiamo senza una particolare meta, dirigendoci in direzione della Corniche e del mare. Mangiamo rapidi un boccone al primo fast food che troviamo, poi continuiamo la camminata. Attraverso i palazzi adiacenti la strada notiamo i primi grandi grattacieli della città, alcuni ancora in costruzione. Arrivati alla Corniche (CORNICHE) il panorama è bellissimo: da un lato il mare, dall’altro lo skyline della città ove svetta The Landmark (ancora in costruzione ma la forma è ben chiara), e più in lontananza la Sky tower e l’Etihad tower.

Vista la bellissima giornata e la totale assenza di gente, proseguiamo sulla Corniche, ammirando mare e torri, e sempre notando i piccoli dettagli che ne danno un’idea quasi di abbandono: le aiuole non curate, le mattonelle che si sollevano, piccoli punit della ringhiera rotti ecc…a metterli a posto sarebbe probabilmente una della più belle camminate a mare del mondo. Peccato.

Stufi di camminare saltiamo su un taxi ed andiamo a vedere il degno rivale del Burj al Arab: L’Emirates Palace. E’ possibile entrare a visitarlo (o meglio, noi siam entrati e non c’ha detto nulla nessuno). E’ bellissimo, elevato di parecchi metri sul livello della strada, con un’enorme fontana giusto davanti. L’interno è ancora più lussuoso: regna il colore oro, sia nel muro che nei lampadari le parati hanno scaglie d’oro così come le cornici dei quadri e le rifiniture dei lampadari. Dove non c’è oro c’è marmo di Carrara…

Davanti a questo enorme e splendido hotel, c’è in costruzione tutto il complesso delle Etihad Towers, destinato a diventare (già si vede) una futuristica e notevole opera architettonica moderna. All’ingresso dell’hotel saltiamo su un taxi di passaggio e ci facciam portare davanti ad un’altra meraviglia dei nostri tempi: La Grande Moschea di Abu Dhabi!! Terza al mondo come dimensione dopo Medina e La Mecca e più grande al mondo visitabile dai non musulmani, questa moschea è un gioiello! E’ difficile da descrivere tanta maestosità e bellezza, meglio lasciar parlare le foto.

Decidiamo di far la visita guidata in inglese offerta in loco, così da poterne visitare gli interni e comprenderne un poco sia l’architettura che alcuni principi di una religione oggettivamente a noi molto poco nota. La visita guidata dure circa un’ora, si inizia con una descrizione dell’esterno, poi rigorosamente senza scarpe si entra dentro. Colpisce subito l’immensità dell’interno, coperto dal tappeto persiano più grande del mondo, sormontato da lampadari stupendi e colorati. Si nota subito come sulle pareti dominano le incisioni, le forme e le figure geometriche, essendo vietata la rappresentazione di persone e animali. Ci vengono descritti molto accuratamente sia il tipo di materiali che la provenienza. Inutile non provare un certo orgoglio quanod si scopre che un buon terzo della moschea ha mano italiana: dai marmi ed altri materiali utilizzati, a diversi progetti architettonici. Finita l’interessantissima visita, passiamo un’altra buona ora a visitare l’esterno, prima di saltare su un nuovo taxi ed arrivare alla stazione bus, giusto in tempi per saltare sul Gran Turismo e tornare a Dubai (i bus su questa tratta ci son circa ogni 20 minuti).

Arrivati a Dubai, cena rapida alla Mall of Emirates, saluti alla pista da sci e diretti in hotel. Domani sveglia molto presto, ci aspetta il trasferimento in aeroporto e la seconda parte di questo viaggio tra sceicchi, emiri e sultani.

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Business bay & burj khalifa

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moschea abu dhabi

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dhow in the creek

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Tra Sceicchi, Emiri e Sultani: Emirati Arabi Uniti e Oman. (PRIMA PARTE: EAU)

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