Sulle acque del Nilo

In crociera tra natura e faraoni
Scritto da: torenet82
sulle acque del nilo
Partenza il: 14/12/2008
Ritorno il: 21/12/2008
Viaggiatori: 2
Spesa: 2000 €
Il diario di viaggio che segue, descrive una settimana trascorsa in una terra fantastica, appartenente ad un continente ugualmente fantastico. Un luogo ricco di storia, dove la natura cattura l’uomo attraverso i suoi colori e i suoi odori. Un luogo dal quale si ritorna con un’immensa ricchezza culturale, viaggiando nella storia ed ammirando un mondo completamente diverso dal nostro. Un’esperienza unica che va vissuta almeno una volta nella vita.

– Numero viaggiatori: 2 (io e mia sorella Anna) – Itinerario (dal 14 al 21 dicembre): Luxor – Edfu – Assuan in crociera (4 notti in motonave), pomeriggio ad Abu Simbel, 3 giorni al Cairo (3 notti in albergo) – Pacchetto viaggio “crociera Tebe + Il Cairo” di Alpitour. Pensione completa + 1 bibita a pasto, voli e visite guidate inclusi, prenotato con agenzia Gallorosso 2 mesi prima della partenza al costo complessivo di circa 1200€ a persona – Voli a/r con Eurofly: Roma-Luxor::::Assuan-Il Cairo (via Abu Simbel)::::Il Cairo-Roma (via Sharm-Malpensa)

viaggio in sintesi:

1°giorno – ITALIA/LUXOR Arrivo e trasferimento sulla motonave. Cena e pernottamento a bordo. 2° giorno – LUXOR Partenza al mattino presto per la visita della valle dei Re e delle Regine, del Tempio di Hatshepsut e dei Colossi di Memnon. Passaggio nella Riva Est e visita dei Templi di Luxor e Karnak; inizio della navigazione per Esna, con passaggio della chiusa. Pensione completa a bordo. 3° giorno – ESNA/EDFU/KOM OMBO Mattinata in navigazione ed arrivo a Edfu per la visita del Tempio di Horus. Proseguimento della navigazione e attracco a Kom Ombo per la visita del Tempio di Sobek e Haroeris. Pensione completa a bordo. 4° giorno – KOM OMBO/ASWAN Mattinata in navigazione ed arrivo ad Aswan; sbarco per la visita della Grande Diga e del Tempio di Philae.Tour panoramico in barca a motore sul Nilo per ammirare l’Isola Elefantina, il giardino botanico, il Mausoleo dell’Aga Khan ed i piccoli villaggi nubiani situati lungo le sponde del fiume. Pensione completa a bordo. 5° giorno – ASWAN/ABU SIMBEL/IL CAIRO Prima colazione a bordo e sbarco (cestino per il pranzo). Partenza con volo speciale per Abu Simbel, visita del Tempio dedicato a Ramsete e proseguimento in aereo per Il Cairo. Sistemazione in hotel, fine giornata libera, cena e pernottamento in hotel. 6° giorno – IL CAIRO Prima colazione in hotel.Visita del Museo Egizio, della Cittadella e della moschea di Mohamed Alì; pranzo in ristorante.Visita del mercato di Khan El Khalili, cena e pernottamento in hotel. 7° giorno – IL CAIRO Prima colazione in hotel e partenza per il sito archeologico monumentale di Giza con visita della Sfinge e delle Piramidi, ed ingresso ad una piramide. Proseguimento per Saqqara e Memphis con visita della piramide a gradoni di Zoser. Sosta per il pranzo in ristorante.Cena e pernottamento in hotel. 8° giorno – IL CAIRO/ITALIA Prima colazione in hotel, trasferimento all’aeroporto, assistenza e partenza per l’Italia.

1° Giorno – 14 dicembre Sveglia all’alba e treno da Napoli Centrale delle ore 8:24 con arrivo a Roma Termini alle 10:23. A seguire il comodo Leonardo Express che dopo 30 minuti circa raggiunge l’aeroporto di Fiumicino e quindi con largo anticipo rispetto al nostro volo del pomeriggio. Allegra atmosfera natalizia all’aeroporto, albero di natale ed un grosso presepe al centro che ispirano più un viaggio verso capitali nordiche che verso il soleggiato e caldo egitto. Ci rechiamo allo stand Alpitour per ritirare la documentazione che ci serve e alle ore 15:20 decolliamo da Roma col volo GJ1810 di Eurofly, compagnia aerea che ci terrà a bordo per 6 voli totali (Roma-Luxor, Assuan-Abu Simbel, Abu Simbel-Cairo, Cairo-Sharm, Sharm-Milano, Milano-Roma). Il volo è più comodo di quanto si potesse immaginare, anche perché a Roma minaccia pioggia nell’orario di decollo. Il viaggio verso sud con quel cielo limpido è fantastico, ci ritroviamo prima a sorvolare lo stretto di Messina ammirando l’Etna e tutto ciò che lo circonda, dopodiché Creta e poi comincia ad apparire la costa africana. Dopo qualche ora di volo fa buio ed il paesaggio sotto è molto diverso da quello che solitamente vediamo nei cieli europei, non ci sono città illuminate e di tanto in tanto si vede qualche luce isolata nel deserto, l’unico riferimento naturale è una scia scura nel deserto: il Nilo. Dopo circa 3 ore e mezza di volo, atterriamo a Luxor alle ore 20:00 locali (un’ora in più a quella italiana), in un aeroporto più simile a quelli militari che civili. Nonostante tutto ci ritroviamo in un’organizzazione perfetta da parte dei nostri tour operator Alpitour, a noi non tocca altro che compilare il foglio del visto (non dimenticate una fototessera di riserva!) ed identificare i nostri bagagli che vengono caricati sugli autobus che ci condurranno verso il battello. Sull’autobus conosciamo la persona Alpitour che sarà il nostro riferimento in Egitto, Scherif, il quale comincia a darci i primi dettagli su quello che ci dovremo aspettare in questi giorni di vacanza in Egitto. Luxor è il nome attuale dell’antica Tebe, capitale del Medio Regno, ora Patrimonio dell’Umanità. Dall’aeroporto al battello è un viaggio all’ombra di quello che ci entusiasmerà nei giorni successivi. Si intravedono colonne, grossi templi ed in particolare un particolare luccichio colorato sulle aiuole spartitraffico. Dopo circa 20 minuti arriviamo sulle rive del Nilo, recuperiamo i bagagli sempre in modo molto organizzato e saliamo a bordo della nostra amica di viaggio lungo il Nilo: Lady Sophia. Saliti a bordo della crociera Tebe, ci sono i vari convenevoli di routine come avviene in qualsiasi crociera, sistemazione in cabina, presentazione della nave e dell’equipaggio e cocktail di benvenuto (buonissimo come tutte le bevande che proveremo nei giorni successivi). Alla hall riceviamo una busta da lettere con il numero della nostra cabina (209) ed il numero dell’autobus al quale fare riferimento in ogni escursione (50). La Lady Sophia non è per niente male, interni in legno, ambienti puliti e dettagli ben curati. La costruzione è italiana, è lunga 72 m, larga 14,50 m, alta m 11,50, stazza 2.000 tonn, pescaggio 1,80 m. Con 72 cabine più due suite, 4 ponti attrezzati con ristorante, sala bar e negozietti ed in cima il “ponte sole” con piscina, bar e una piccola zona attrezzata per attività ginnica. La nostra cabina è la prima sulla sinistra del corridoio al ponte 2, in pratica la porta è ad un metro dalla hall della nave. L’interno è molto ospitale, bagno spazioso, grosso oblò a circa un metro dal livello del fiume, aria condizionata, moquette e due letti morbidi. Dopo aver sistemato l’indispensabile ed aver conosciuto tutte le informazioni di bordo, giunge l’orario per la cena. Al primo ponte, situato sotto a quello adibito ad hall, c’è un vasto ristorante con diversi angoli buffet a seconda delle pietanze. Il nostro tavolo si trova sulla sinistra e lo condividiamo con due coppie molto simpatiche e di buona compagnia, i primi di Reggio Emilia con lei brasiliana e gli altri di Pisa. Dopo molti viaggi, di cui anche crociere, sono sempre dell’opinione che una buona compagnia a tavola non è un dettaglio di poca importanza, perché permette di socializzare molto velocemente e rende i pasti più piacevoli. L’abbondanza fa da padrona e da sottolineare è la bontà di pane, frutta, verdura e dolci.Giustamente le agenzie di viaggio sconsigliano di mangiare troppa frutta e verdura in questi paesi, ma il sapore che hanno invita davvero ad ingozzarsi ed almeno per quanto mi riguarda ho approfittato felicemente dell’occasione, senza riportare nessun problema gastrointestinale durante tutta la permanenza in Egitto. Dopo cena la stanchezza accumulata durante la giornata di viaggio ha preso il sopravvento e ci siamo messi a letto non troppo tardi, considerando che quasi tutti i giorni bisognava alzarsi all’alba, non è una cattiva idea.

2° Giorno – 15 dicembre La prima mattinata in terra egiziana comincia di buon ora. Sveglia alle 4.30 e ricca colazione internazionale al ristorante del ponte 1. Scendiamo dalla Lady Sophia al primo bagliore del giorno e notiamo uno spettacolo molto particolare: il cielo non molto lontano da noi è ricco di mongolfiere, in giornata scopriamo che le usano per far ammirare la Valle dei Re dall’alto. Saliti sul bus ci dirigiamo proprio verso la Valle dei Re, prima tappa della giornata, a bordo con noi c’è la nostra guida turistica, egiziana ma brava a spiegarsi in italiano in modo abbastanza corretto e comprensibile, ci farà da guida per i giorni di navigazione sul Nilo, dopodiché lascerà il compito ad un suo collega quando andremo al Cairo. La Valle dei Re si trova fuori la città di Luxor a circa 3km dalla riva occidentale e per arrivarci attraversiamo luoghi molto caratteristici del posto che esprimono al meglio il contesto sociale di quei posti. Arrivati alla valle ci consegnano il biglietto di ingresso (il cui prezzo è incluso nel pacchetto viaggio come tutti i biglietti che ci consegneranno nei giorni a venire) valido per la visita di 3 tombe. Saliamo su un trenino che ci accompagna attraverso queste colline di sabbia e pietra sotto le quali vi sono 12 tombe degli antichi faraoni egiziani. Ne visitiamo 3 come concesso dal nostro biglietto, tra cui quelle di Ramses e Tutmosis. Non quella di Tutankhamon dato che necessita di un biglietto extra e ci viene sconsigliata dalla guida in quanto la tomba è ormai spoglia del suo contenuto, che visioneremo negli ultimi giorni al museo del Cairo. La visita alla Valle dei Re và sicuramente fatta per la sua importanza ma sicuramente alla fine del viaggio è risultata essere la zona visitata che mi ha entusiasmato meno. Particolari sono i numerosi egiziani presenti che, forse per attirare i turisti, prendono a battere i massi come se cercassero nuove tombe o si rifugiano sulla sommità di quelle collinette come se fossero eremiti. Dopo poche ore lasciamo la Valle dei Re per raggiungere il complesso funerario della regina Hatshepsut a Deir el-Bahari. Si tratta di una bellissima struttura di particolare bellezza sia paesaggistica che architettonica, incastonata nella parete di un’alta roccia che fa da scudo naturale in mezzo a quel deserto di sabbia e pietre. Nella roccia laterale vi sono tante insenature scavate come alloggio dagli archeologi durante gli scavi, mentre di fronte ai nostri occhi sorge questa magnificenza, alla quale si arriva grazie ad una gradinata centrale molto larga. L’interno è un girovagare tra alte colonne e pareti di geroglifici, in quel momento tutto così inusuale e nuovo, ma diventerà tutto molto abituale in quei giorni. Dopo le dettagliate spiegazioni della nostra guida, che per non imparare tutti i nomi ci chiama in gruppo col nome di “fiori”, abbandoniamo quel fantastico posto per raggiungere altre meraviglie di Luxor. Passiamo pochi minuti ai colossi di Memnone, dopodiché visitiamo il tempio di Medinet Habu, dalla bellissima facciata coperta da geroglifici. Mentre ci avviciniamo al centro di Luxor, passiamo in visita alla fabbrica dell’alabastro, dove bravissimi artisti locali confezionano vasi e sculture. I templi di Luxor e Karnak fanno parte di un solo complesso archeologico e sorgono sulla riva orientale del Nilo, infatti li raggiungiamo attraversando il fiume con una barca. E’ impressionante quanto sia disteso il fiume e quanto tempo ci impieghiamo per passare da una riva all’altra. Sbarcati, arriviamo a piedi all’ingresso dei templi. La visita comincia dal tempio di Luxor, dove si resta abbagliati dalla grandezza del popolo egiziano e probabilmente, insieme a Giza, è il complesso più spettacolare visto in Egitto. Colonne enormi e costruzioni perfette si intrecciano e si reggono in piedi come se fossero state costruite poco tempo fa, quando invece sono passati oltre 3000 anni da quando i sovrani del Nuovo Regno lasciarono la loro impronta su quelle mura dedicate alla triade Amon, Mut e Khonsu. La visita ai templi non è molto breve data la grandezza e l’estensione dei luoghi, accompagnata anche dalla curiosità che spinge a passare in ogni strettoia e biforcazione creata dalle numerose colonne e mura presenti, ognuna adornata dall’intreccio di disegni e geroglifici. Senza uscire dal complesso archeologico si percorre qualche km lungo un viale di sfingi e si arriva al tempio di Karnak, dove sorge anche un laghetto utilizzato dai sacerdoti del tempo alla purificazione e la statua di uno scarabeo simbolo della fertilità, dove i turisti aspiranti a divenire genitori ci girano intorno come porta fortuna della fertilità. Rilevante è la grande sala ipostila con 134 enormi colonne papiri formi, pianta simbolo dell’antico Egitto. Ad un certo punto la stanchezza comincia a farsi sentire ed insieme ad essa vi è anche la temperatura che aumenta di non poco rispetto a quella dell’alba. E’ molto utile in questi luoghi vestire a strati, mentre al mattino era necessaria una felpa, intorno all’ora di pranzo fa caldo anche indossando solo una t-shirt. Conclusa la visita si ritorna sulla nave e come già è accaduto al mattino, ci tocca passare all’interno delle altre navi fino ad arrivare alla Lady Sophia. Sul Nilo, durante il periodo delle crociere, navigano circa 300 navi come la nostra e non vi è posto per l’attracco di tutte, quindi vengono ancorate l’una all’altra lungo il lato più lungo e pertanto bisogna attraversare la hall di tutte quelle che la precedono per imbarcarsi. All’ingresso ci viene servito un bicchiere caldo di Karkadé, tipica bevanda egiziana ed un asciugamani bagnato per ristabilire la temperatura corporea. Come al solito, al ristorante abbondanza e prelibatezza caratterizzano il buffet, dove è possibile sia assaporare pietanze internazionali sia quelle locali, che soggettivamente risultano essere migliori delle prime. Nel pomeriggio lasciamo Luxor navigando verso sud, contro la corrente del grande fiume sul quale vi è una vera e propria sfilata crocieristica, in quanto la profondità del fiume non è costante e vi sono spesso isolette e banchi di detriti che costringono le navi a seguire una traiettoria ben precisa, navigando in fila una dietro l’altra. Lo spettacolo della navigazione è quasi paragonabile a quello visto durante le visite monumentali del mattino. Distese alberate, uccelli ed animali, persone e soprattutto tanti bambini che mostrano ai turisti la loro vita quasi indigena che poggia sulle sponde del fiume. Dal ponte sole si resta imbambolati a guardare l’alta vegetazione, i colori e soprattutto i profumi che emana quella natura così diversa da quella che siamo abituati a vedere nelle nostre terre. Mentre sul ponte i camerieri preparano l’ora del the, assistiamo al nostro primo tramonto africano: il gigantesco ed imponente sole che ha accompagnato la nostra giornata, ora comincia a calare ed in poco più di ora si assiste ad uno spettacolo di colori che raccoglie tutte le tonalità dal giallo canarino al blu più scuro, passando per un rosso acceso e lasciando a bocca aperta tutti i turisti presenti. Dopo cena saliamo tutti al ponte Sole per il passaggio nella chiusa di Esna un evento speciale per chi come me non aveva mai attraversato la chiusa di un fiume. Intanto alla hall è possibile prenotare le tre escursioni extra proposte per i prossimi giorni: visita al villaggio nubiano ad Aswan (10€), il giro serale al Cairo in bus (20€) e lo spettacolo di luci serale alle piramidi di Giza (29€). Inizialmente siamo interessati solo all’ultima delle tre dato che qualcuno ci aveva sconsigliato il villaggio nubiano perché troppo povero, sporco e indigeno, ma alla fine vedendo che tutti prenotavano anche quella escursione non abbiamo resistito all’entusiasmo di provare e alla fine del viaggio saremo fin troppo contenti di averlo fatto. Sul tardi si ritorna in cabina, esausti e consapevoli di dover riposare per affrontare la prossima giornata di escursioni.

3° Giorno – 16 dicembre

Sveglia di buon’ora ma non così presto come nel giorno precedente, colazione e tutti riuniti alla hall per sbarcare nella cittadina si Edfu, situata sulla costa occidentale, dove sorge l’importantissimo tempio di Horus da visitare. Stavolta non è il bus turistico a portarci in giro, ma una carrozzella locale. Ce ne sono centinaia sulla strada che costeggia il Nilo ed aspettano i turisti per condurli al tempio passando all’interno del centro della caratteristica cittadina egiziana. Noi saliamo su una delle carrozze indicateci dalla guida, siamo in compagnia di una coppia italiana 50enne, in navigazione sulla Lady Sophia come noi. Appena saliamo si parte e da quel momento è un alternarsi di divertimento e stupore per quello che vedremo. Il conducente conosce poche parole italiane apprese dai media e le ripete ad oltranza senza senso: Totti, Del Piero, bella Italia, Roma, etc. Il cavallo come tutti gli altri presenti ad Edfu per il traino delle carrozze, è deperito e sembra che stia per accasciarsi da un momento all’altro ed invece sarà frustato ed incitato a correre per tutto il viaggio, facendolo anche gareggiare con carrozze di turisti francesi, probabilmente la competizione sportiva transalpina è ben nota anche qui. Ll passaggio nel centro di Edfu è una bellissima cartolina della vita sociale di quei luoghi, sicuramente molto degradata e povera ma terribilmente suggestiva per un abitante europeo. Le persone si tengono ai piccoli pullman per spostarsi da un luogo all’altro, bambini scalzi con gli zaini per la scuola, viabilità mista di auto, cicli, carrozze e pedoni senza un minimo di regole: è un caos generale che lascia col fiato sospeso anche a noi abituati ai mercatini dei quartieri napoletani. Dopo circa mezz’oretta arriviamo al tempio, dove all’esterno c’è un vero e proprio parcheggio terminal delle carrozze. Ci viene consegnato un numero relativo alla carrozza che ci servirà al ritorno e proseguiamo a piedi verso l’ingresso del sito archeologico. Lungo quei 200 metri, come al solito è un tormentone di venditori ambulanti di qualsiasi età che cercano in qualsiasi modo di intrattenerti per vendere qualcosa e molte volte non è facile seminarli. Trovato il luogo di incontro del nostro gruppo, visitiamo il tempio con la guida. Il tempio di Horus appartiene all’età Tolemaica ed è il più grande dopo quello di Karnak, conservato benissimo dopo esser stato liberato dalla sabbia che l’aveva imprigionato per secoli. Uscendo dal tempio si resta di nuovo bloccati tra i venditori di souvenir e ci lasciamo trasportare in uno dei negozietti per comprare gli abiti egiziani per la sera, essendoci una serata a tema sulla nave. Non potevamo commettere errore più grande, dato che i venditori prima attraggono dicendo un prezzo minimo e poi intrappolati tra le bancarelle non ti lasciano più andar via finché non compri qualcosa. Considerando che la lingua locale è impossibile da comprendere, si parla a gesti e dare spiegazioni è quasi impossibile, infatti solo in tono arrabbiato sono riuscito alla fine a svincolarmi ed andare via. Gli abiti li acquisteremo al bazar della nave in tutta tranquillità! Arrivati al punto di incontro delle carrozze, sembra quasi impossibile trovare quella col numero giusto che ci ha accompagnato qualche ora prima, infatti restiamo bloccati a guardarci intorno in un mare di cavalli, carrozze e venditori ambulanti finché non ci chiama a modo suo il nostro accompagnatore dell’andata venendoci incontro. Saliamo su è riviviamo le stesse attrazioni della giostra mattutina, anzi ora la calca al centro è aumentata ed il caos va oltre l’immaginabile. Durante il viaggio in carrozza il conducente spesso chiede offerte in soldi per il cavallo che a detta sua “ha fame”; fortunatamente siamo stati messi in guardia dalla nostra guida che ci ha consigliato di fare l’offerta direttamente alla fine del tragitto ed in effetti così facciamo dopo aver fatto una foto sulla indimenticabile carrozza di Edfu. Risaliti a bordo c’è il solito rituale con Karkadé e asciugamani bagnato, che oggi ha ancora più senso dato che andando verso sud la temperatura è aumentata e siamo intorno ai 30 gradi. Un’altra cosa carina è quella di ritrovare in cabina ogni giorno un animaletto fatto con gli asciugamani con il quale fare delle foto. Da Edfu si parte subito e possiamo passare il primo pomeriggio in piscina al ponte Sole, gustandoci le bellezze del paesaggio che offre il Nilo. Dopodiché passiamo un’oretta ai negozietti della nave per acquistare sia gli abiti per la festa a tema serale, sia qualche souvenir del posto. In serata arriviamo a Kom Ombo e sbarchiamo per visitare il tempio dedicato alle divinità Sobek e Horus. E’ la prima volta che passeggiamo di sera lungo il Nilo e gli effetti luminosi che creano le numerose torce presenti sia all’interno che all’esterno del tempio, donano maggiore bellezza al luogo . Kom Ombo dà l’impressione di una cittadina meno rozza di Edfu, sicuramente più turistica, con un piccolo parco e tanti negozietti di souvenir lungo il Nilo. Anche qui l’assedio dei venditori è esasperante fino all’imbarco sulla nave. Lo staff della Lady Sophia ogni sera offre qualcosa per intrattenere i suoi ospiti alla sala bar della nave, ma oggi è una sera particolare, ci rechiamo tutti a cena vestiti con abiti locali. Nel mio caso ho comprato al bazar della nave un lungo abito bianco con collo azzurro e un foular bianco con coroncina scura come copricapo arabo. La serata a tema è stata molto divertente: spettacoli di danza del ventre e giocolieri, balli di gruppo locali per noi ospiti e gare di giochi vari tra ospiti di pullman diversi.

4° Giorno – 17 dicembre

Ultimo giorno di crociera sul Nilo. Dal grosso oblò della cabina ammiro fuori un paesaggio particolare, diverso da quello solito: il deserto arriva in alcuni punti a bagnarsi con l’acqua del Nilo, l’isola Elefantina introduce alla prima cateratta mostrandosi nel suo splendore di palazzi immersi nel verde, il resto è un continuo via vai di barche e vele che aumentano la suggestiva immagine di quella cartolina, siamo ad Assuan! In mattinata sbarchiamo sulla riva della ridente cittadina egiziana e con un bus turistico raggiungiamo la diga che separa il Nilo dal lago Nasser, costruita per controllare ed evitare le piene del Nilo. Il paesaggio che ci conduce alla diga è piuttosto desertico, centinaia di tralicci della corrente elettrica si perdono sull’orizzonte di sabbia. Dal pullman vediamo il grosso fiore di Loto simbolo dell’amicizia tra Egitto e Russia per la costruzione della diga e quindi il grosso ponte che attraversa quest’ultima. A sud il grande lago, a nord dalle isolette dei villaggi nubiani sulla cateratta rinasce il Nilo che arriverà fino al Cairo, la stessa parte di Nilo lungo la quale abbiamo navigato. Dopo aver fatto qualche foto in quel paesaggio dove si avverte molto il controllo dell’uomo sulla natura, risaliamo sul pullman per raggiungere un piccolo molo dove è possibile imbarcarci e raggiungere Agilkia, il luogo dove oggi sorge il tempio di Iside, spostato dall’isolotto di Philae al luogo attuale nei primi del 900, grazie a finanziamenti e progetti italiani. Dopo la costruzione della diga l’isolotto fu sommerso ed ora si nota solo qualche alta trave di legno che, uscendo dall’acqua, ricorda il luogo dove sorgeva una volta il tempio. Visitiamo l’immensa struttura, sulla facciata del tempio sono impressionanti i bassorilievi di Osiride e Iside da una parte ed Horus e Hathor dall’altra. Il tutto è immerso nel verde che costeggia l’isolotto. Prima di ritornare sulla motonave passiamo al negozio di Kyphi perfumes, sicuramente carino come luogo, ma il tempo che passiamo lì ad ascoltare tutte le spiegazioni sulle varie essenze sembra interminabile e noioso. Nel pomeriggio ci aspetta la visita al villaggio Nubiano, preceduta da una stupenda navigazione in barca attraverso gli anfratti di rocce che dall’isola Elefantina conducono nel bel mezzo della cateratta. Fa molto strano vedere finalmente da vicino quel tanto citato “limo del Nilo” che accompagna pagine e pagine di storia dalle scuole elementari alle superiori. Molte rocce sono completamente coperte da questo strato nero simile al fango, sul quale giganteschi aironi e tanti martin pescatore si preparano a spiccare il volo. La ricchezza naturale del luogo mette quasi a disagio, sembra di vivere uno dei tanti documentari visti e rivisti in televisione, assaporando questa volta il piacere della realtà e gli odori della natura. Alle mie spalle c’è una lingua di deserto che arriva a toccare la riva del Nilo, di tanto in tanto qualche beduino sul cammello che si muove sull’orizzonte, di fronte invece ho dapprima l’isola Elefantina, poi comincia la cateratta e passiamo in stretti passi d’acqua tra rocce e bambù. Sembra quasi che da un momento all’altro possa venir fuori un coccodrillo ma la guida ci spiega che quei rettili sono confinati nella parte a sud della diga. Ad un certo punto alla barca si avvicina festosamente uno dei tanti bambini che naviga le acque del fiume su pezzi di legno a mò di zattera, guidandosi con le mani anziché remi; il suo colorito scuro ci lascia capire che fa parte del popolo che ci apprestiamo a fare visita, quello Nubiano. Dopo un bel po’ di navigazione, arriviamo su una delle terre della cateratta, immersa nel verde di immensi pascoli sul Nilo. Comincia da lì la nostra passeggiata nel villaggio Nubiano, un popolo che vive una propria vita senza molti legami col popolo egiziano; hanno una propria lingua, proprie leggi e propri modi di fare. Ci avventuriamo tra queste piccole casette costruite su strade sabbiose, dove di tanto in tanto un cammello ti passa davanti e bambini chiassosi e divertiti chiedono qualche soldo o caramelle. E’ molto evidente che quelle persone vivono soprattutto grazie al turismo, vendono spezie, sciarpe in cotone, maschere in legno e tanti altri manufatti. Personalmente compro un pacco di petali di Karkadé, perché mi è piaciuto molto quello che preparavano a bordo, poi qualche sciarpa da regalare ed una maschera locale. La cosa che mi fa restare più sbalordito è il profumo di ogni cosa presente in quel posto, un venditore spezza in due una foglia d’albero di limone e l’odore che emana è qualcosa di indescrivibile, da far invidia ai migliori commercianti di limoni della costiera amalfitana e sorrentina. La nostra guida, di origine nubiana, ci accompagna alla scuola elementare locale dove un simpatico maestro ci fa sedere tra i banchi e ci insegna l’alfabeto nubiano coinvolgendo qualcuno dei nostri. Infine visitiamo la casa del capo villaggio, un po’ più grande delle altre case e con un grosso coccodrillo imbalsamato sulla porta. All’interno ci accolgono con grande ospitalità, preparandoci anche una calda e buona tisana locale. Il pavimento è di sabbia e sulle pareti ci sono disegni con predominanza dell’azzurro, lungo le stesse pareti c’è un muretto coperto da tappeti per accomodarsi e tanti oggetti in legno e materiali intrecciati pendono dal soffitto. Al centro della casa c’è la cosa che incuriosisce maggiormente, ovvero una grossa vasca quadrata in muratura dove all’interno sguazzano piccoli coccodrilli. Ebbene sì, i nostri amici nubiani hanno cuccioli di coccodrillo in casa, un po’ come noi abbiamo la vasca con i pesciolini rossi o le tartarughe. Una sorridente ragazza, che in seguito dice di essere la settima moglie dell’anziano capo villaggio, prende dalla vasca uno dei coccodrilli e ce lo lascia accarezzare. Bellissimo vedere la nostra esitazione nel toccarlo, mentre intorno ci sono bambini che ci giocano come fossero cagnolini! Quando usciamo dalla casa del capo villaggio è tardi e ritorniamo sulla barca che al buio ci condurrà alla nostra Lady Sophia. Durante la tratta sul Nilo, ragazzini nubiani ci intrattengono ballando, saltando e suonando percussioni sulle tavole di legno della barca. Il divertimento è contagioso e tutta la barca segue i loro ritmi tribali senza notare il buio che ci circonda nel bel mezzo del Nilo, così che arriviamo a destinazione senza accorgerci di nulla. E’ la nostra ultima notte sulle acque del Nilo.

5° Giorno – 18 dicembre

Stamattina la sveglia è libera, passiamo qualche ora sul ponte sole giocando al tavolo di ping pong e poi ritiriamo le colazioni al sacco al ponte 1. Intorno alle 10 lasciamo la motonave e raggiungiamo l’aeroporto di Assuan per l’imbarco verso Abu Simbel da effettuare alle ore 13:00 con il volo GJ1883. Il viaggio con Eurofly è come il primo giorno, molto confortevole, personale gentilissimo e soprattutto non si tratta di un vecchio aereo pericoloso come qualcuno mi aveva detto qualche mese prima. La visibilità è ottima e dall’alto ci gustiamo il bellissimo panorama del deserto che si lascia tagliare in due dal corso del Nilo. Intorno alle 13:50 sbarchiamo ad Abu Simbel, un aeroporto ad hoc per la visita al tempio di Ramses II. Siamo a circa 300km a sud di Assuan ed il caldo in quest’ora di punta è soffocante. Giriamo intorno ad una collina montuosa, su di un sentiero lastricato di mattoni, alla fine del quale la scena è impressionante: la gigantesca facciata di un tempio incastonato nella roccia con la facciata presidiata da gigantesche statue sedute che mostrano il faraone. Ai suoi piedi piccole statue in piedi relative ai figli, alla madre e alla moglie Nefertari. Sul fianco del tempio vi è quello di Hathor e Nefertari, minore in grandezza, mentre di fronte c’è la distesa d’acqua del lago Nasser, dove altre motonavi partono per le crociere che vanno verso il Sudan. Visitiamo il tempio e come in molti casi non è possibile utilizzare macchine fotografiche e telecamere. Ritorniamo all’aeroporto per imbarcarci alle ore 16:20 e raggiungere Il Cairo col volo GJ1883. Sbarchiamo al Cairo intorno alle ore 18, in volo abbiamo riguardato dall’alto tutto il corso del Nilo, ormai simbolo dei nostri giorni passati. Il Cairo è tutt’altra cosa, una megalopoli di 15 milioni di abitanti, super trafficata ed inquinata, completamente diversa dalla natura vissuta nei giorni precedenti. Fuori l’aeroporto ci aspetta il nostro autobus che ci condurrà fuori città all’hotel Movenpick. Il viaggio in autobus è qualcosa di allucinante. Lo stile di guida è molto vicino alla follia, auto a fari spenti in autostrada, rallentamenti improvvisi sulle corsie di sorpasso ed ognuno si muove a proprio gusto passando da una corsia all’altra. Durante la mezz’ora passata in autobus al Cairo, ho realizzato di essere stato molto felice di non aver prenotato anche l’escursione del “Cairo di notte”. Infine arriviamo al Movenpick, che come tutti gli alberghi della zona, è molto lussuoso e curato. In particolare si tratta di una struttura simile ad un residence, perché è composta di un edificio principale dove vi è la hall, ristoranti, bar ed una galleria di negozi, mentre alle spalle c’è una grossa piscina di forma irregolare circondata da tanti edifici a 3 piani, dove sono dislocate le camere. La nostra è all’edificio 18, primo piano, seconda camera, ovvero stanza 18102. L’ingresso al Movenpick ci mette al corrente di quanto avevamo dimenticato negli ultimi giorni, cioè che manca poco al Natale; infatti la grossa hall è abbellita in stile natalizio occidentale, incluso l’altissimo albero al centro. Dopo aver scattato qualche foto panoramica dal balconcino della camera, ci rechiamo al ristorante per la cena e ciò che non si diversifica dai giorni scorsi è proprio l’abbondanza del buffet. Dopo cena ritorniamo in camera e come non approfittare della comodissima vasca idromassaggio, dove un bagno caldo e rilassante è un toccasana dopo la faticosa giornata trascorsa.

6° Giorno – 19 dicembre

Stamattina sveglia all’alba. La temperatura del Cairo è molto diversa da quella di Assuan ed una felpa è d’obbligo a quell’ora. Anche perché il cielo del Cairo a causa dello smog è quasi sempre coperto da uno strato di nubi a bassa quota che riparano dai raggi del sole. Dopo colazione si parte in autobus per raggiungere il complesso archeologico di Giza, luogo delle più famose piramidi e della sfinge. Fondamentalmente il Movenpick già si trova a Giza, a pochi km dal sito archeologico e quindi lo raggiungiamo in pochi minuti di viaggio. Entrati nell’area delle piramidi, l’autobus ci porta prima sulla parte alta della collina, dove è possibile ammirare il panorama con le tre piramidi (Cheope, Chefren e Micerino) sullo sfondo e fare qualche foto ricordo. Successivamente, ritornati a valle, scendiamo dall’autobus e cominciamo la nostra visita ai piedi delle piramidi. Giza è fantastica. Ammirare così vicino quelle enormi strutture nella loro massima perfezione geometrica, mette quasi i brividi dall’emozione. Guardando le piramidi si riesce ad apprezzare la qualità del lavoro ingegneristico effettuato millenni fa, e nonostante ciò, si resta increduli nel pensare come abbiano fatto a trasportare quegli enormi massi, alti più di una persona, fin lassù in cima. Ad un certo punto la guida ci mostra l’ingresso al cunicolo della piramide di Chefren: entrare o non entrare, questo è il dilemma! Avevamo avuto diverse notizie sulla visita all’interno delle piramidi, di cui alcune che descrivevano lo spazio stretto del cunicolo ed il passaggio bidirezionale delle persone. Non soffrivo di claustrofobia (fino a quel giorno!), o almeno la curiosità aveva sempre avuto il sopravvento a qualsiasi fobia, come in quel caso e quindi ero più che convinto di voler entrare. Mia sorella invece aveva un po’ paura di quello spazio stretto, ma sapevo che alla fine ne sarebbe stata più che contenta ed arrivare fino a Giza senza entrare nel cunicolo della piramide, è davvero un peccato per una neo-laureata in archeologia. Quindi incoraggiata lei, siamo entrati! L’ingresso è davvero minuscolo rispetto all’intera piramide, è alto quanto una persona solo al primo passo, per il resto si cammina piegati in due fino alla camera sepolcrale, situata dopo poco più di 100 metri di cunicolo, prima in discesa e poi leggermente in salita. La cosa assurda è far passare due file di persone in versi opposti in uno spazio così piccolo. Depositata macchina fotografica e videocamera presso la guida (all’interno non si possono portare), facciamo il nostro ingresso nel cunicolo. Dall’alto si vede solo una piccola galleria, poco illuminata che porta chissà dove. Prima provo a camminare chinato in avanti, poi noto che essendo in discesa conviene scendere carponi con l’addome verso l’alto poggiando braccia e gambe. Dopo circa 50 metri il primo ambiente dove è possibile alzarsi dritti in piedi, si tratta di una piccola camera a metà percorso dove si incontrano due cunicoli. Proseguiamo dritto e ricomincia un cunicolo stretto che per pochi metri risulta essere in leggera salita, poi si stabilizza orizzontalmente per un’altra 30ina di metri fino a raggiungere la camera sepolcrale: una stanza vuota, con tetto a spioventi e forma rettangolare di circa 15 x 5 metri. Fin lì, adrenalina e curiosità mista alla sensazione di vivere in un film di Indiana Jones, sono stati così trascinanti che il tragitto si è concluso in poco tempo. Dopo aver girato su noi stessi per guardare le pareti della camera, decidiamo di risalire il cunicolo ed uscire, anche perché umidità e l’odore nauseante del posto comincia a dar fastidio. Attraversiamo il tratto orizzontale e dopo pochi metri la coda si ferma improvvisamente. In pratica una signora è inciampata ed ha bloccato il passaggio. Sguardi di panico! Io e mia sorella ci troviamo in fondo alla coda e per non aspettare in quella posizione scomoda del cunicolo, ritorno indietro nella camera sepolcrale, ma non è così entusiasmante aspettare lì da soli. Quindi dopo nemmeno un minuto, ritorno in coda e noto che a molte persone, tra cui mia sorella, comincia a girare la testa per il poco ossigeno e la paura di restare bloccati lì troppo tempo. Quando la situazione sta per diventare critica, finalmente la coda di persone avanti a noi ricomincia a muoversi e finalmente arriviamo al tratto in salita finale che ci permette già di vedere la luce dell’esterno. In poco tempo riusciamo ad uscire dal cunicolo e la gioia di stare all’aria aperta è indescrivibile. Nonostante tutto, consiglio a tutti di entrare in quel luogo, perché nessun immagine e nessun libro sarà mai capace di descrivere quello che si prova in quel cunicolo. Passeggiando lungo la base delle piramidi, al costo di 50 lire egiziane (circa 6€), visitiamo il padiglione con la barca solare di Cheope, una grossa imbarcazione di 40 metri ritrovata nella valle delle piramidi e ricostruita all’interno di questo grosso spazio al coperto. Anche questa visita ci lascia soddisfatti e la consigliamo vivamente, anche perché il prezzo è assolutamente accettabile. Usciti dal padiglione della barca solare cominciamo a dirigerci verso la grande piramide di Cheope, una delle sette meraviglie dell’antichità. Vista dal basso è veramente enorme e a differenza di Chefren, ha perso del tutto la copertura calcarea. Ai piedi della piramide ci sono pastori egiziani con i cammelli, ne approfittiamo per salire e farci scattare qualche foto, dando qualche euro all’egiziano. La somma da pagare è meglio deciderla da soli, gli egiziani vi diranno sempre che è poco, 2-3€ per salire su un cammello e farsi una foto sono più che sufficienti, magari qualche € in più se vi fate portare in giro sul cammello. Ci spostiamo ora verso la sfinge, insieme alle piramidi, simbolo del sito archeologico di Giza. Da vicino non è poi così grande come può sembrare, almeno rispetto alle piramidi. In molte immagini viste sui libri sembra molto più grande, ma lì si comprende come quella grandezza, è dovuta al fatto che si trova molto più avanti rispetto alla piramide di Chefren, e quindi tutte le immagini che la ritraggono frontalmente la fanno sembrare molto alta. Nei pressi della sfinge conviene guardarsi intorno, perché è un posto dove è possibile scattare bellissime e simpatiche foto insieme alla sfinge stessa, baciandola e accarezzandola. Molti ragazzini egiziani si invitano a scattare foto ai turisti in cambio di qualche moneta. Allontanandosi dalla sfinge raggiungiamo il museo del Papiro (Aegyptus Papyrus), entriamo e cominciamo ad ammirare bellissimi fogli di papiro dipinti con altrettante belle immagini. Un addetto ai lavori ci mostra come viene fabbricato un foglio di papiro e ci invita a comprarne qualcuno come ricordo egiziano. I prezzi non sono molto alti, se consideriamo che si tratta comunque di oggetti artistici. In Egitto e soprattutto al Cairo c’è abbondanza di papiri in vendita ovunque, ma è difficile fidarsi ed essere sicuri di comprare un vero papiro e non un molto simile foglio fabbricato con pianta di banane. Tra i due la differenza non è il colore, in quanto quello dipende dal tempo di immersione in acqua, bensì è il verso delle strisce che devono essere sia orizzontali che verticali in ordine alterno. Conclusa la visita alle piramidi, saliamo in autobus e proseguiamo verso sud lungo il versante ovest del Nilo. Ci fermiamo a pranzo in un carino e tipico ristorante del luogo, mangiando diverse pietanze locali. Nel pomeriggio ci rechiamo al sito archeologico di Menfi, capitale del Basso Egitto che dista circa 20km dal Cairo. Nel sito archeologico visitiamo il museo di Mit Rahina dove è possibile ammirare una grossa statua di Ramses II, all’esterno invece oltre ad altre statue di Ramses, c’è anche una grossa sfinge e numerose lastre per la mummificazione. Conclusa la visita a Menfi, in autobus ci spostiamo di pochi km per visitare la necropoli di Saqqara, immersa nel deserto. Lì visitiamo la famosa piramide a gradoni di Djoser, una delle più antiche d’Egitto, costeggiamo l’alto muro di cinta e alla fine approfittiamo di tanta sabbia per riempire qualche piccola bottiglia di vetro, come ricordo da portare a casa. La prima giornata al Cairo è conclusa, in serata ci sarà il giro in autobus per guardare la città in notturna, ma noi non faremo parte del tour. Tornati in albergo ci godiamo il relax del Movenpick, facendo un giro alla galleria dei negozi e bevendo un po’ di buona birra locale al bar dell’albergo (non dimentichiamo che proprio in Egitto ha origine la famosa bevanda al malto d’orzo e luppolo).

7° Giorno – 20 dicembre

Il secondo giorno al Cairo lo passiamo interamente al centro della città. Saliti sull’autobus attraversiamo gran parte della città, passando anche nelle vicinanza della Città dei Morti: un grosso cimitero dove abitano migliaia di persone in povertà. Ci sono anche molte zone in cui i palazzi sono incompleti e le persone abitano in appartamenti dove non c’è un tetto e mancano gli infissi. Come tante città dell’Africa e del Medio Oriente, la differenza tra persone ricche e poveri è notevole. Dopo qualche km arriviamo alla collinetta di Muqattam per visitare la fortezza di Saladino. Dalla fortezza si vede tutto il Cairo, ma si distingue ben poco perché una grossa nuvola di smog sovrasta la città. All’interno della fortezza c’è la moschea d’Alabastro di Mohamed Ali. Per entrarci bisogna coprirsi e togliere le scarpe, infatti ci vengono dati dei sacchetti di plastica per infilarci le scarpe. L’interno è molto luminoso grazie a gigantesche strutture in acciaio sulle quali sono poste luci, artisticamente è molto lontana dalla chiese cristiane alle quali siamo abituati in Italia, dato che la religione musulmana proibisce qualsiasi statua. Le pareti sono adornate da versetti del Corano e il pavimento è quasi interamente coperto da un esteso tappeto rosso. All’esterno c’è un ampio porticato con una fontana al centro ed una torre con l’orologio.

Usciti dalla fortezza ci rechiamo al Museo Egizio, dove tra i tanti reperti archeologici, vi è anche il tesoro della tomba di Tutankhamon. Anche qui è severamente vietato l’uso di telecamere e macchine fotografiche, peccato che all’interno gli scolaretti locali in gita si divertivano a scattarsi foto senza alcun problema. Il museo egizio è davvero immenso! All’interno ci sono centinaia di migliaia di oggetti relativi al popolo antico, qualche decina di mummie nella sala delle mummie reali ed una grande libreria dove è possibile consultare tante pubblicazioni sul museo e ciò che contiene. Dopo aver girato l’intera struttura in lungo e largo, rientriamo in autobus e raggiungiamo le sponde del Nilo al centro della città, per pranzare. Il ristorante è un battello attraccato alla sponda del fiume, dal nome Imperial; consumiamo il pranzo a buffet, dopodiché ritorniamo in autobus per le strade di questa immensa città. Durante il pomeriggio prima ci rechiamo al negozio di gioielli Mamluk Jewellery, poi il nostro autobus 50 ci accompagna alla piazza Al-Hussein che si estende tra le due moschee di Al-Azhar e Sayyidna al-Hussein, luogo molto importante per i musulmani. Guardando una delle moschee, sul lato sinistro della piazza, comincia uno dei luoghi commerciali più vasti ed antichi del pianeta: il mercato di Khan al Khalili. Un gigantesco bazar stile arabo che si estende negli stretti vicoletti che lo compongono, dove le parole d’ordine sono le stesse dal medioevo: contrattare ed acquistare. La caratteristica del posto è l’odore del narghilè e di tante spezie vendute da centinaia di negozietti, oltre all’importante vendita di stoffe che si tramanda da secoli. In effetti si tratta del cuore islamico della città e purtroppo è anche quello più esposto ad attentati, ma una volta lì, ci si lascia affascinare così tanto dal posto che non si pensa più a nulla se non ad acquistare cercando di riuscire ad imporre al mercante il proprio prezzo. La visita al bazar dura abbastanza e non c’è tempo di fermarsi ad uno dei caratteristici bar del posto, dove tanti turisti si fermano a bere del buon the e a fumare del narghilè. Dopo un lungo giro tra quei vicoletti, ritorniamo alla piazza principale per risalire sul bus che ci aspetta. Arrivati al Movenpick, abbiamo giusto il tempo di cenare e fare una doccia, perché stasera sul tardi ci aspetta il gran finale di questo viaggio in Egitto: Giza sound & light. Alle ore 20 siamo già in autobus per recarci nuovamente al sito archeologico di Giza, questa volta non da visitatori ma in qualità di spettatori, infatti alle ore 20.30 comincerà la versione italiana del suggestivo spettacolo. Da segnalare che proprio di fronte all’ingresso per lo spettacolo, c’è l’Hard Rock café del Cairo, del quale prima di partire non avevo annotato l’indirizzo e una volta lì, non sapevo come cercarlo. Avendolo scoperto per caso dall’autobus, prima di entrare ed accomodarci alle sedie posizionate per lo show, passiamo lì per acquistare una t-shirt. Il luogo è molto piccolo rispetto ad altri HR visti in altre città e non presenta bar e tavolini, ma solo un negozietto per la vendita dei gadgets. Dopo un anno scoprirò ahimè, che in pratica la parte bar è situata ad una decina di metri e quello in effetti era solo la parte commerciale dell’HR! Conclusi gli acquisti, entriamo e ci accomodiamo sulle sedie poste come in un cinema all’aperto. L’uso della macchina fotografica è permesso, mentre quello della videocamera è concesso solo pagando ulteriori 10€. Con molta puntualità comincia lo spettacolo, che con luci, laser ed una voce in sottofondo, racconta la storia dell’antico Egitto, dall’Antico al Nuovo Regno. Detto così è difficile far comprendere l’effettivo spettacolo che seguiamo, ma c’è voluto davvero non poco per svegliarci dal sogno che stiamo vivendo. Le piramidi già di immensa bellezza di per sé, circondate ed illuminate da alte luci e laser diventano qualcosa che vagheggia tra realtà e illusione. Si illuminano con colori diversi e molto forti, mentre alla base della sfinge susseguono immagini dettate da forme luminose, narrate dalla alta voce che rimbomba nel silenzio tombale del luogo. Questa è la giusta conclusione del viaggio, risentire tutta la storia del popolo del Nilo, dopo aver passato una settimana sulle sue rive, tra colonne, granito, piramidi e sfingi, ha un effetto emozionante su tutti i turisti. Dopo un’ora lo spettacolo si conclude e felicissimi di quanto abbiamo visto, facciamo ritornano in albergo.

8° Giorno – 21 dicembre

Stamattina la sveglia suona prestissimo, è ancora buio sulla capitale egiziana. Colazione veloce e partenza per l’aeroporto del Cairo. Poco prima delle 7, ci imbarchiamo sul volo GJ1810 che ci condurrà prima a Sharm el Sheik per accompagnare i turisti che (beati loro!) continueranno la vacanza con un’ulteriore settimana lì. L’ora di viaggio dal Cairo a Sharm è fantastica, voliamo tra il mar Rosso e la montuosa penisola del Sinai, fino ad atterrare alle ore 8 nella soleggiata località turistica. Noi che continueremo il viaggio in aereo per l’Italia, non scendiamo dall’aereo ma aspettiamo una mezz’ora per l’imbarco di altri passeggeri e dei bagagli, finché alle ore 8.45 si decolla per il rientro. Dopo qualche un’ora di volo sul mare, cominciamo a vedere qualche isola, ammirando lo spettacolo del mar Egeo. Nonostante manca poco al Natale, è bel tempo e la vista resta nitida anche sulla penisola italiana tagliata a metà dal colore bianco degli Appennini, finché dopo la distesa verde della pianura Padana si comincia a discendere verso l’aeroporto di Malpensa, ai piedi della corona alpina. Qui siamo costretti a scendere dall’aereo e ad imbarcarci intorno alle 12 locali. Alle ore 14.30 atterriamo a Fiumicino, concludendo così il nostro viaggio. Purtroppo questa volta il Leonardo Express non è molto preciso e perdiamo il primo treno disponibile per Napoli, dovendo aspettare quello successivo. Intorno alle 18.30 arriviamo alla stazione Centrale partenopea, dove la tristezza di una viaggio concluso si mescola alla felicità di aver vissuto una bellissima esperienza.



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