Piccolo progetto di viaggio

Quel che scrivo oggi non è solamente il racconto del nostro viaggio ma è altresì l’incontro con l’antica civiltà degli Egizi. Una vera e propria immersione nella grande Storia, passando attraverso l’Egitto di oggi. La ricerca del risparmio ci porta a prenotare un volo Venezia – Monaco di Baviera (100 Euro a testa A/R con Lufthansa/Air...
Scritto da: Chiara Z.
piccolo progetto di viaggio
Partenza il: 31/12/2007
Ritorno il: 08/01/2008
Viaggiatori: in coppia
Spesa: 1000 €
Quel che scrivo oggi non è solamente il racconto del nostro viaggio ma è altresì l’incontro con l’antica civiltà degli Egizi. Una vera e propria immersione nella grande Storia, passando attraverso l’Egitto di oggi.

La ricerca del risparmio ci porta a prenotare un volo Venezia – Monaco di Baviera (100 Euro a testa A/R con Lufthansa/Air Dolomiti) e un volo Monaco di Baviera – Il Cairo con Tuifly per l’ottima cifra di 82 Euro a testa A/R. Aereo a parte, questo viaggio si conferma economico perché i giorni passati via ci sono costati 400 Euro a testa, compreso tutto (visto, mance varie, alberghi, pranzi, spostamenti, ingressi a musei/siti e regalini). Il programma di questa settimana è intenso ma coinvolgente, vogliamo cogliere più emozioni possibili nella terra al di là del Mediterraneo.

31 dicembre Venezia – Monaco. Le ore che ci sono tra un volo e l’altro le occupiamo facendo un salto in centro a Monaco, approfittando del comodo metro che in una quarantina di minuti ci scarica proprio nell’ampia via pedonale. Nevischio e freddo ci fanno desiderare ancor di più il sole egiziano … Monaco – Il Cairo.

1° gennaio A bordo dell’aereo della Tuifly scatta la mezzanotte: un capodanno insolito ma nessuno tra i passeggeri si scomoda per farsi gli auguri vicendevolmente … e noi che speravamo in un brindisi collettivo! Fuori invece troveremo i tassisti che augurano a tutti “happy new year”.

In aeroporto, ai banchi aperti 24 ore al giorno cambiamo i soldi e acquistiamo la marca da bollo (visto) che verrà timbrata al controllo passaporti, dove si consegna anche la cartolina rosa compilata in aereo. Poi ci dirigiamo all’uscita ma, ahimè, il tassista dell’hotel non si vede. Aspettiamo fiduciosi per un po’ cercando di parare le continue offerte della concorrenza. Alla fine, ci affidiamo ad un tassista che ci porta in hotel. Giunti lì, il tassista ci chiede il doppio dei soldi pattuiti ma gli ricordo che il nostro accordo era 75 EGP (sterline egiziane) per due persone. Ah sì, dice lui, è vero ma allora vuole 20 EGP perché ci ha accompagnato al piano dell’hotel lasciando la sua cara macchina incostudita. Mandato a quel paese il caro tassista con il suo surplus, mi sono detta che questa mezz’ora mi era bastata per rendermi conto che nessuno mi avrebbe più fregata! Lotta serrata ai raggiri! Il portiere dell’hotel si scusa infinitamente per il disguido e ci accompagna finalmente nella nostra camera … non male! Bella e pulita. Il Luna Hotel è un ostello con un’ala più curata chiamata Oasis(18 Euro la doppia). Visti i tempi ristretti abbiamo pensato di alloggiare nel cosiddetto downtown, il vecchio centro, al fine di sentirci subito parte della caotica metropoli, proprio vicini al Museo Egizio.

L’impatto mattutino con Il Cairo è strano: traffico impazzito, rumore, smog, contatto umano forzato ma … E’ tutto così reale, forte, senza filtri, che noi ne rimaniamo veramente affascinati. Con un taxi andiamo subito a ritirare, presso un’agenzia contattata via mail, i biglietti per la cuccetta del treno Abela Sleeping Train che stanotte ci porterà attraverso il cuore dell’Egitto fino ad Aswan (90 Euro a testa A/R). Poi ci facciamo portare al Museo Egizio (6 Euro a testa l’ingresso e 12 Euro la sala delle mummie), una vera girandola di emozioni per chi è appassionato di reperti storici. Peccato che sia obbligatorio lasciare fuori la macchinetta fotografica. I tesori meritano una visita accurata e sarebbe auspicabile trovare poca gente. Cosa quasi impossibile vorrei aggiungere. Il corredo funerario di Tutankhamen è un tripudio di eleganza e regalità, dagli enormi scrigni ai vasi canopi, alle piccole statuine, dalla maschera, al sedile … L’altra ala molto interessante è quella dedicata al faraone eretico Akhenaten, la sala di Amarna, dove si può vedere il cambio di stile drastico rispetto alla tradizione: bellissima la paletta in cui si vedono il faraone, Nefertiti e le tre figlie in un momento di intimità familiare. Un altro pezzo indimenticabile (ma ce ne sono tanti) è la statua in diotrite nera di Chefren, la cui testa viene avvolta dalle ali di Horus.

Usciti dal museo ci dirigiamo sempre in taxi a Khan-al-khalili e ci addentriamo in una stradina dissestata che ci porta a Bab-Zuweila, l’ultima porta meridionale che segnava l’ingresso al Cairo mediovale. Questa stradina è più autentica della via principale del souq, infatti i venditori non si lanciano in frasi di richiamo ma ognuno rimane al suo posto ad aspettare gli acquirenti (egiziani). Poi entriamo nell’antica moschea di Al-Azhar (mancia all’ingresso, dove si lasciano le scarpe). La piazza di Midan Hussein intanto è gremita di turisti scaricati dai pullman. Tornati in hotel, recuperiamo gli zaini e andiamo alla stazione di Giza (due binari e saletta d’aspetto), da dove parte l’Abela sleeping train alle 20.10. Quando arriva il treno, è facile identificare la nostra carrozza e la cuccetta doppia. Di lì a poco arriva il capo-carrozza con la cena (le bevande sono a parte). Poi ci prepara i lettini e … grazie alla stanchezza ci risveglia bussando alla porta alle otto di mattina per la colazione!Che figura, ancora con il pigiama, i tappi per le orecchie e gli occhi chiusi ci siamo bevuti il te del risveglio, a centinaia di chilometri dal Cairo.

2 gennaio Ad Aswan alloggiamo presso l’Hotel Keylany (13,5 Euro la doppia), trovato tramite la fedele Lonely Planet.

Il posto è pulito e gestito con professionalità. La sua comoda posizione ci consente di andare a fare una passeggiata lungo la Corniche e poi quattro passi anche nel souq. Di fianco all’Hotel c’è anche un internet point. Per pranzo ci concediamo un pollo alla griglia e kofta al ristorante Panorama (5,5 Euro in due), servizio lento ma relax assicurato. Da lì vicino prendiamo il traghetto pubblico per l’Isola Elefantina (presentarsi dal barcaiolo già con 1 pound a testa per la traversata). Il nostro desiderio era raggiungere subito le rovine di Abu ma siamo stati intercettati da un vecchio che accompagnandoci per la stradina ci ha raccontato come costruiscono le case, come non possa sopportare certi tour operator, ecc. Insomma era così loquace che ce lo siamo sorbiti, nonostante i nostri tentativi di allontanamento. Il Museo di Assuan (3 Euro l’ingresso) è in uno stato così misero che ti scatta l’impeto di fare un finanziamento affinché i reperti trovino adeguata collocazione; insomma, con tutti i proventi che lo Stato percepisce grazie ai biglietti di ingresso, non si riesce a fare qualcosa di più?! Comunque, abbiamo fatto un giro tra le rovine di Abu, con dei bellissimi panorami intorno grazie alla calda luce del pomeriggio.

Doccia, cena al vicino ristorante Aswan Moon, e poi a letto presto. Il nostro hotel è in posizione tranquilla, ma è un po’ difficile abituarsi al muezzin che parte con la sua preghiera in dolby surround. Ci salvano, come il solito, i tappi per le orecchie e la stanchezza.

3 gennaio Alle tre e venti del mattino ritiriamo la colazione in box preparata dall’hotel e partiamo per il tour. Infatti ieri avevamo fermato due posti presso la reception per il trasporto in pulmino ad Abu Simbel, al Tempio di File, all’Obelisco Incompiuto e alla Grande Diga al costo di 8 Euro a testa, ingressi esclusi (20 euro a testa per tutti gli ingressi). Il conducente si accoda al lungo convoglio di pullman che parte alle quattro. Prima delle otto siamo ad Abu Simbel. Scorrazziamo per due ore davanti questo capolavoro voluto dal “modesto” Ramses II e sgomitiamo per entrare all’interno dei due templi: ma quanta gente c’è? Siamo un po’ scioccati proprio dalla presenza di centinaia di persone, peggio di Gardaland d’estate. Fra qualche giorno non faremo più caso all’affollamento esagerato di ogni sito e impareremo che l’unica tattica possibile per stare un po’ da soli è cambiare i propri orari senza farli coincidere con i movimenti della massa dei croceristi.

Tenendo conto che le visite alla Grande Diga e all’Obelisco incompiuto sono trascurabili, l’altro grande appuntamento con la Storia è all’Isola di File. E’ un posto ben conservato e molto simile ad Edfu in un certo senso. Ci si arriva contrattando collettivamente per l’uso di una barchina.

Concludiamo la giornata passeggiando per Aswan, doccia, cena e a nanna sognando Abu Simbel, l’opera perfetta.

4 gennaio Da casa avevamo pianificato di raggiungere Luxor con il treno che parte alle sei di mattina ma una volta lì abbiamo preso in considerazione l’offerta dell’hotel di raggiungere Luxor facendo due tappe “culturali” (per 10 euro a testa).

Alle ore 7 e mezza partiamo con un pulmino collettivo, che si aggrega al solito convoglio, destinazione Kom Ombo. Per raggiungere la prima tappa attraversiamo paesaggi contrastanti, case marroni che risaltano tra il verde dei palmeti, incantevoli vedute del Nilo blu, tanti contadini al lavoro, bambini con gli asini e i carrettini a traino. Kom Ombo è un sito piccolo e non siamo entrati. Prime avvisaglie di rigetto per i troppi templi e affini? No, in realtà io stavo poco bene, in preda ad una tosse feroce, rimediata a causa del ventaccio di ieri. Abbiamo cambiato pulmino e il nuovo guidatore era talmente spericolato che la tosse mi sarebbe venuta lo stesso, pensando a tutte le volte che ho trattenuto il respiro, prevedendo uno schianto sicuro contro un camion o un carretto. Grazie a Dio o ad Allah siamo arrivati ad Edfu. Il sole spettacolare illuminava un sito vasto e molto interessante (4,8 Euro l’ingresso), con il suo maestoso portale. La visita ci soddisfa pienamente. Nonostante i gruppi che seguono le guide, noi ci facciamo largo con i nostri appunti e ci sembra di “scoprire” il sito, riconoscendo i particolari che da parole di inchiostro diventano reali di fronte a noi.

Giunti a Luxor intorno alle due del pomeriggio, raggiungiamo col pulmino l’Hotel Neferiti (13,5 euro la doppia), per lasciare giù armi e bagagli e tuffarci nel souq, che parte proprio dal portone del retro e nella visita del tempio di Luxor (4,8 Euro l’ingresso), che si trova proprio davanti all’hotel. Intorno alle cinque il sito è gremito di croceristi in cerca di emozioni visive, infatti il tempio viene illuminato con i fari … effettivamente è bello ma bisogna fare a pugni per fare una foto o uscire.

5 gennaio Alle otto ci troviamo con Alla, un ragazzo con cui ieri avevamo concordato il trasferimento verso la west bank e il noleggio di un taxi tutto per noi (20 euro in totale). Ci porta con il suo barchino verso la meta tanto agognata e ci affida al tassista che rimarrà a nostra disposizione fino al primo pomeriggio, rispettando i nostri tempi di sosta. Il nostro hotel offriva visita guidata in gruppo allo stesso prezzo ma abbiamo preferito il fai da te. La valle dei re (8,5 Euro l’ingresso) è proprio come ce l’aspettavamo: sassi, sole e cunicoli. E tanta gente. Le tombe aperte non corrispondono esattamente con quelle che avevamo deciso di vedere ma riorganizzando un attimo gli appunti presi scegliamo queste quattro: N. 34 Thutmosi III: disegni semplici, arcaici e salita con scaletta fino all’apertura; N. 6 Ramesse IX: bella, entrata larga e discesa agevole; N. 16 Ramesse I: è proprio vero quello che scrive la Lonely Planet, le pitture sono eccezionali.

Pagando a parte 6 Euro a testa, visitiamo la tomba n. 9 di Ramesse VI: è quella che ci piace più di tutte (anche perché c’eravamo solo io, Alberto e altre tre persone), soffitto e pareti ricchissimi e ben conservati.

Andiamo a vedere Deir al Bahri (3 Euro a testa l’ingresso). Consiglio a chi si sente in forma di passare dalla Valle dei Re al Tempio di Hatshepsut attraverso il sentiero che si fa a piedi, basta concordarlo con il tassista, affinché sappia dove aspettarvi.

Infine (per oggi) visitiamo Medinat Habu (3 Euro a testa l’ingresso): incredibile poiché in alcuni punti si sono conservati i magnifici colori che ricoprivano il tempio. Qua c’è poca gente e passeggiamo ammirati in lungo e in largo per tutto il tempio. Nel primo pomeriggio facciamo un riposino per poi trovarci ancora con Alla, alle quattro, per fare un giro nella sua feluca in attesa del tramonto (6 euro in tutto). E’ un’esperienza assolutamente rilassante, ci si mette in pace con sé stessi e si sogna il tempo in cui il Nilo era solcato solo da semplici barchine, grandioso, amico e nemico della popolazione che da esso dipendeva veramente e lo venerava. La sera abbiamo cenato al ristorante Lotus, proprio ad un passo dall’hotel (10 Euro in due).

6 gennaio Sempre sotto un sole limpidissimo, prendiamo un taxi e andiamo a Karnak (6 Euro a testa l’ingresso). Che dire? Fantastico è troppo poco per descrivere cosa doveva essere il centro cerimoniale dell’antica Tebe. C’è molto da vedere ma il tempo sembra fermarsi quando si entra nella sala ipostila voluta da Sethi I … Terminata la visita andiamo a pranzare in centro. Poi prendiamo il traghetto pubblico (1 pound) e torniamo nella west bank. Noleggiamo un taxi e ci facciamo portare alla biglietteria e poi alle tombe dei nobili Ramose, Userhat e Khaemhat (3 Euro per 3 tombe). Qui non c’è anima viva tanto che veniamo guidati da dei bambini verso la nostra destinazione. Non abbiamo parole per descrivere lo spettacolo della vita quotidiana “fermata” tra le pareti di queste tombe. Come immaginavamo, con un sapiente gioco di specchi il custode della tomba di Userhat ci fa vedere scene familiari, la vendemmia, la caccia, l’acconciatura dei capelli … E nell’ultima tomba il custode ci fa notare che le immagini scolpite sono talmente precise che si può riconoscere addirittura un particolare piccolo come l’unghia del dito della mano, che finezza! Ci dirigiamo a piedi al Ramesseo (3 Euro l’ingresso). Qui vaghiamo soli, leggendo all’ombra di un albero le informazioni riguardanti questo posto “quasi” immortale.

Tornati in centro a Luxor, attendiamo la partenza nella splendida terrazza dell’hotel e poi nell’aiwa di fianco all’hotel, un rinomato locale per fumare la shisha e bere del tè chiacchierando … Giunta la sera abbiamo ripreso i bagagli per il ritorno verso Il Cairo in treno e chissà perché sembra che gli zaini pesino un po’ più dell’andata, forse sono carichi di malinconia. D’altronde è pur vero il detto che quando ci si diverte, il tempo vola … ed è già l’ora di puntare a nord.

7 gennaio Arriviamo con il treno alle 7 e mezza di mattina e ci facciamo accompagnare in taxi dalla stazione del Cairo all’Hotel Luna e poi approfittando dell’ora corriamo a prendere il bus per le Piramidi che parte dall’isola pedonale che funge da stazione delle corriere che c’è tra il Museo Egizio e il palazzone con la scritta Ramses Hilton. Un gentilissimo ragazzo ci indica che bus prendere (50 piastre = 6 centesimi!) e addirittura ci accompagna su e chiede all’autista di indicarci la fermata … e non vuole la mancia, il suo scopo, ci spiega, era fare un po’ di conversazione in inglese. Sono quasi commossa! Il bus ci scarica in prossimità dell’ingresso “della Sfinge” e da lì in poi è tutta un’emozione, perché sotto il tiepido sole mattutino si materializzano davanti a noi le Piramidi (6 Euro l’ingresso). Per nostra fortuna, i venditori non sono aggressivi e così passeggiamo, fotografiamo, sospiriamo … in piena libertà. Entriamo nella piramide di Chefren (3 Euro l’ingresso)e devo dire che il cunicolo per arrivare alla camera funeraria (con la mitica scritta di Belzoni) è veramente da batticuore! Troppo divertente! Mi agito così tanto nella risalita che sbatto la zucca e mi ci vuole qualche minuto per riprendermi. Merita davvero, inoltre, la visita al Museo della Barca Solare (2,4 Euro l’ingresso)! Terminato il nostro pellegrinaggio alle mitiche Piramidi, in un centro informazioni chiediamo di telefonare e un tipo ci presta il cellulare. Chiamiamo così delle suore con cui siamo in contatto e raggiungiamo la loro casa, a pochi passi da lì. In quell’oasi di pace, ci viene offerto il pranzo, mitiche suorine! Che felicità! Pasta con la conserva di pomodoro come quella della nonna e pollo in umido con le patate, formaggio, mandarini, caffè con la moka… Nel pomeriggio un tassista cerca di intercettarci e provoca un tamponamento, noi scappiamo in cerca di una piazzola e da lì inizia una contrattazione con tutti i tassisti che passano per farci portare alla moschea di Ibn Tulun, ma che sfiga, nessuno parla inglese e non capiscono la destinazione. Abbandoniamo i tentativi infruttuosi e ci dirigiamo in hotel a preparare lo zaino. I pensieri si affollano … Riflettendo su questa settimana abbiamo notato come per accattivarsi il turista gli egiziani tendano ad acquisire le usanze occidentali, ecco così spuntare alberi di natale, addobbi, babbi natale che sinceramente in questo luogo sembrano così tristi. Abbiamo poi vissuto momenti di gioia grazie ad alcuni incontri, quando da turista diventi persona e ci siamo visti offrire tè alla menta e riflessioni acute, da parte di un cristiano copto, e poi da parte di due ragazzi, entrambi desiderosi di andarsene dalla loro terra, purtroppo. Un bel ricordo ci lascia la cucina egiziana che ci ha piacevolmente sorpreso, e quando eravamo in dubbio sulla composizione dei piatti andavamo un po’ alla cieca, mai delusi, anzi! Alle undici di sera il tassista dell’hotel viene a prenderci e ci porta in aeroporto dove all’una e cinquanta parte il volo per Monaco. Passiamo ben tre controlli prima di entrare in aereo e l’acqua in bottiglietta viene sempre sequestrata.

8 gennaio Arrivati a Monaco di primissimo mattino, il nostro obiettivo è fare una bella colazione e poi attendere il volo per Venezia. Fine del viaggio! Premettendo che nelle zone più famose, l’Egitto ci è sembrato un baraccone turistico ormai ben collaudato, possiamo affermare che i luoghi sono spettacolari, solidi testimoni del passare dei secoli e delle vicende umane. Scostandosi un po’ dal flusso di massa, osservando con calma il fluire della vita quotidiana ci si accorge di voler tornare al Cairo, capitale ammaliatrice, allo stesso tempo vivace e terribile; si vede quanto belle sono certe donne con le ciglia lunghe sotto il velo nero o le ragazze con i jeans, il cellulare e il velo coloratissimo e si nota l’aspetto distinto degli uomini con la tunica e quel turbante candido. Il Nilo, poi, è stregato, un fiume che ti fa volare la mente con i suoi panorami … Non ci siamo affidati agli innumerevoli viaggi-tutto-compreso, comodi e anche abbastanza economici, poiché volevamo avere la possibilità di pianificare e di discutere tra di noi cosa visitare, dove alloggiare, ecc. Così facendo ci è sembrato di viaggiare due volte: prima con la mente e poi con il corpo. A conclusione di questa intensa esperienza, infatti, resta la soddisfazione di essere riusciti a realizzare un piccolo progetto di viaggio, che con i suoi limiti e i suoi pregi ci ha consentito di scegliere dove e come muovere i nostri passi in Egitto, rendendoci protagonisti del nostro destino.



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