Viaggio fai da te tra Ecuador, Galapagos e Perù

Nell’incontaminata Amazzonia, poi nel paradiso terrestre delle Galapagos tra balene, leoni marini e tartarughe giganti, poi Cuzco e Machu Picchu
Scritto da: ScillaAlberto
viaggio fai da te tra ecuador, galapagos e perù
Partenza il: 07/08/2014
Ritorno il: 25/08/2014
Viaggiatori: 2
Spesa: 4000 €

08/08

Arrivo all’aeroporto di Quito in serata, le procedure di controllo passaporti procedono piuttosto rapidamente, così come quelle per il ritiro bagagli e il recupero di un taxi che alla cifra di 26 dollari ci porta all’hotel Real Audientia, nel centro storico. L’hotel è in buona posizione, le stanze sono spaziose e pulite e la colazione, che oltretutto viene servita al bar panoramico con vista su piazza Santo Domingo, è piuttosto ricca. Siamo stanchissimi dopo il lungo viaggio da New York, e soprattutto la nottata trascorsa nella grande mela, ma troviamo la forza per uscire a mangiare qualcosa. Sono le 22 passate e abbiamo letto che è sconsigliato uscire dopo quell’ora per il rischio scippi, per cui lasciamo in camera tutto e ci portiamo solo qualche decina di dollari in tasca. La zona della Ronda è animata e ci fermiamo in un ristorante in cui un gruppo suona musica latinoamericana. Noto subito un particolare: i sudamericani ballano la salsa in maniera molto più statica rispetto a noi. Ci mangiamo due piatti a base di pollo e una cerveza e torniamo in albergo a dormire. Nonostante le varie raccomandazioni, non ci è sembrato di correre alcun rischio.

09/08

Fermiamo un taxi per strada e ci facciamo portare alla stazione dei bus da cui partono gli autobus per otavalo. Oggi è sabato, giorno del mercato. La corsa in taxi ci costa 7 dollari all’andata e ce ne costerà 10 al ritorno (il tassista del ritorno non aveva il tassametro). Arrivati alla stazione degli autobus restiamo subito colpiti dalla lunghissima coda di persone alla biglietteria, tanto da farci interessare alle proposte di un taxista che si offre di portarci ad Otavalo per 10 dollari a testa. Accettiamo, ma dobbiamo trovare altre due persone per dividere la corsa. Ci accordiamo con una coppia di spagnoli e partiamo in taxi. Il viaggio è piuttosto lungo (almeno 1 ora e mezza). Il mercato è molto grande, animato e colorato. Mi ricorda un pò il mercato di Chichicastenango in Guatemala. Ci compriamo una sciarpa e un piccolo poncho. Pranziamo in un piccolo ristorante dove mangiamo quesadilla di pollo. La proprietaria è talmente gentile che non abbiamo potuto rifiutare il caffè fatto con la Moca (acquistata su suggerimento di un amico che le aveva detto ‘agli Italiani offri il caffè così ) ed abbiamo dovuto mentirle dicendole che era ottimo. Il ritorno lo facciamo in bus, durante il viaggio viene proiettato un pessimo film pessimamente doppiato in spagnolo, che ci concilia il sonno. Avevamo letto di stare attenti agli scippi, di conseguenza avevamo disposto le cose in modo da essere inaccessibili a mani leste. Una volta tornati in albergo ci siamo riposati dalle fatiche della giornata: forse dobbiamo ancora abituarci, ma a Quito sembra tutto più faticoso. L’aria è rarefatta ed abbiamo una sensazione di ottundimento, a volte sfociante in mal di testa. Siamo a quasi 3000 mt di altezza e si sentono! Inoltre fa abbastanza freddo. Per cena usciamo in zona La Ronda dove c’è davvero l’imbarazzo della scelta. La strada é affollata e ci sono anche balli e artisti di strada, non sappiamo se sia perché é sabato sera o perché domani è la festa dell’indipendenza.

10/08

Scendiamo in strada la mattina alla ricerca di un taxi che ci porti al Panecillo e subito ci accorgiamo di una cosa: non ci sono macchine per strada. È domenica ed il centro storico è chiuso al traffico. Per accedere ad una strada trafficata attraversiamo la zona della Ronda a piedi e fermiamo un taxi che per 3 dollari ci porta al Panecillo. Lì, dopo aver apprezzato il panorama e fatto le foto di rito, contrattiamo con un taxista per farci portare alla Mitad Del Mundo, spuntiamo il prezzo di 25 dollari. Se la Mitad del Mundo ed il museo etnografico non sono nulla di che, abbiamo trovato molto più interessante il museo con le dimostrazioni sul l’effetto della gravità all’equatore: lavandini in cui l’acqua scorre in sensi opposti, uova che stanno in equilibrio ed altre simpatiche prove. Soprattutto non abbiamo scoperto il trucco, se il trucco c’è! All’uscita ci attendeva il nostro taxista che ci ha riportati indietro fino a Plaza Grande. Essendo festa nazionale tutti i musei erano ad ingresso libero per cui c’erano lunghe code ovunque e tantissime persone animavano il centro. Abbiamo passeggiato per le varie vie e piazze del centro storico e siamo entrati a visitare la chiesa dei gesuiti, con il suo interno dorato. Dopo un buon sano riposo in camera siamo usciti per cena e finalmente abbiamo trovato il ristorante Los Geranios ,tanto millantato su tripadvisor , che la sera prima non abbiamo trovato poiché l’ubicazione sulla mappa del sito è leggermente sbagliata. Una buona bistecca (anche se un po’ dura), ma ottimamente cotta e un buon vino cileno, giusto per ravvivare le papille gustative ormai tremendamente avvezze al solito pollo leggermente speziato.

11/08

Sveglia alle 6 per effettuare il check-out e giungere all’aeroporto: alle 9:00 abbiamo il volo per Lago Agrio. Il volo dura circa 40 minuti e da lì veniamo condotti dal personale del Siona Lodge, presso cui abbiamo prenotato dall’Italia un soggiorno di 4 giorni, nella riserva Cuyabeno. Il viaggio consiste in una trasferta in autobus di circa 100 km e una in canoa a motore di 20 km all’interno della foresta amazzonica. Durante il tragitto abbiamo modo di osservare scimmie, uccelli, serpenti e di sentire ed iniziare a godere dei rumori della giungla. Arriviamo al Lodge intorno alle 16 e poco dopo aver preso possesso delle camere veniamo condotti in canoa sulla laguna grande per fare il bagno. Bagno che non facciamo perché pioviggina e fa freddino, ma ci godiamo un tramonto che trasforma l’acqua in argento e colora il cielo di rosa. Sulla via del ritorno riusciamo a vedere le teste che affiorano di due delfini rosa! Tornati al Lodge ci facciamo una doccia calda ed arriva il momento di cenare: si serve una buonissima zuppa di verdure e patate e poi un piatto con pesce impanato, riso bollito, insalata ed una compressata di banane fritta. Dopo cena giochiamo a 40, un gioco con le carte ecuadoriano, che nulla ha a che veder con la nostra scala 40 , insieme ad un ragazzo ecuadoriano e agli altri ospiti del Lodge, ormai nostri compagni di escursione nella foresta. vinciamo entrambe le partite e torniamo a dormire, domani ci aspetta un’altra giornata in Amazzonia!

12/08

Dopo una abbondante colazione al lodge, partiamo per un escursione in canoa sulla laguna grande dove abbiamo la fortuna di incontrare dei delfini rosa che giocano, rimaniamo ad osservarli in reverenziale silenzio a lungo. Ci rimettiamo in moto per giungere sulla terra ferma da cui ha inizio una lunga camminata nella foresta. Il terreno è molto umido, talvolta il fango ci arriva al polpaccio, ma siamo muniti di stivali impermeabili fino al ginocchio. La guida ci spiega i vari utilizzi delle piante dalle popolazioni native e ci mostra insetti e fiori vari. La camminata dura almeno 3 ore ed in alcuni punti dobbiamo guadare dei ruscelli camminando su tronchi in equilibrio precario. In un altro punto dobbiamo correre per evitare che le api ci pungano. Al termine del tragitto che ci riporta direttamente al lodge inizia a piovere ed è davvero emozionante. Ci aspetta il pranzo e un paio d’ore di relax prima di riprendere la canoa ed andare a visitare il Cubayeno River. Durante la pausa relax ci godiamo una fortissima pioggia amazzonica al riparo sul nostro terrazzo, dondolandoci sull’amaca. Nel pomeriggio facciamo una lunga escursione in canoa durante la quale avvistiamo scimmie ed uccelli di specie varie e finalmente vediamo anche due anaconda acciambellate sui rami in cerca di sole. Anche questa volta non facciamo il bagno nella laguna perché pioviggina. Prima di cena effettuiamo un escursione a piedi in notturna, armati di torce,nei dintorni del lodge alla ricerca di insetti, tra tutti uno scorpione ed una tarantola.

13/08

Oggi la giornata è dedicata alla visita della comunità indigena dei Siona, presso cui mangiamo il pane di yucca prendendo parte alla preparazione, dalla pianta fino al piatto. Incontriamo lo Sciamano del villaggio che ci spiega come avvengono le cerimonie di guarigione e ci racconta la sua storia. Al ritorno alla laguna grande ci godiamo un bel tramonto e finalmente ci facciamo il bagno. L’acqua non è fredda ed è davvero piacevole. Jacob, la nostra guida, dice che fare il bagno nella laguna dona energia perché è l’acqua originata dalla foresta. Prima di cena, quando ormai il cielo è buio facciamo un’altra uscita in barca in cerca di kaimani, alla luce delle torce i loro occhi appaiono rossi. Dei pochi esemplari visti siamo riusciti a scorgere solo una piccola parte della testa prima che si rimmergessero. Avremmo inoltre goduto di più del silenzio e dell’oscurità in canoa se non fosse stato per la presenza nel nostro gruppo di una rumorosissima e odiosissima ragazzina cinese che continuava a sghignazzare. Tuttavia i pochi minuti in cui Jacob ha imposto il silenzio sono stati preziosi ed emozionanti. Ultima cena nel Lodge, gustosa come le precedenti, ed andiamo a letto presto. Questa notte in camera abbiamo la compagnia di una rana.

14/08

La giornata inizia presto, l’obiettivo è vedere l’alba e fare bird watching, purtroppo l’alba non si vede poiché è nuvoloso e anche il bird watching è un po’ deludente, tuttavia riusciamo a vedere qualche esemplare.

Finisce qui la nostra esperienza nella foresta, ma durante il viaggio di ritorno in canoa avvistiamo delle scimmie e un piccolo bradipo. In conclusione posso dire che è stata una bellissima esperienza, ma poteva essere migliore. Ho apprezzato tantissimo le escursioni in canoa e a piedi, ci sono stati momenti davvero emozionanti come quando abbiamo visto i delfini giocare, nei momenti di silenzio in canoa in notturna, il bagno nella laguna o quando ci siamo quasi persi nel bosco sotto l’acquazzone. Tuttavia confrontandoci con l’altro gruppo che come noi stava al Siona Lodge, ma con una guida diversa, Luis, ci siamo resi conto che lui era molto più preparato nell’avvistamento rispetto a Jacob. Pare che Luis sia il migliore di tutta la riserva e considerando la quantità di animali che hanno visto, non posso dargli torto. Avere un’ottima guida in questo tipo di situazione è la chiave di volta. Tornati a Quito con il volo dal Lago Agrio, prendiamo il taxi dall’aeroporto per l’hotel. Considerato che saremmo tornati dalla giungla stanchi e puzzolenti e che la mattina alle 6 avremmo volato su Manta, non aveva senso allontanarci troppo dall’aeroporto per cui avevamo prenotato un albergo a pochi km da esso. Abbiamo scelto ‘ La Jimenita’ poichè dotato anche di ristorante così da non doverci aggirare in zone poco battute in cerca di cibo. Inoltre, essendo reduci dall’amazzonia, abbiamo pensato che una suite sarebbe stata la giusta ricompensa a giorni di discomfort! A poche centinaia di metri dall’hotel troviamo un interruzione stradale x lavori ed il taxista ci dice che l hotel è poco dietro la curva e che dobbiamo proseguire a piedi. La cosa ha dell’incredibile eppure accade proprio che il taxi ci molli in mezzo alla strada dandoci delle indicazioni del tutto sommarie di come trovare l’albergo e dicendoci di essere molto più vicini di quanto in realtà Fossimo. Grazie al cielo a metà strada ci carica sul furgone il proprietario dell’albergo, scusandosi e dicendoci che ora la strada era accessibile. Arrivati all’hotel ci rallegriamo perché é molto bello e già pregusto la nostra suite e soprattutto la doccia calda che mi aspetta, con l’asciugacapelli, che in amazzonia ovviamente non c’era! Mi metto sotto la doccia ed attendo.. attendo che il getto diventi caldo, ma niente. Rimango lì un bel po’, ma niente.. Non c’è acqua calda! Ah! E nemmeno l’asciugacapelli nel caso fossi riuscita a lavarli! Chiediamo al personale e ci rispondono di farla scorrere un po’ che sarebbe arrivata calda. Alberto si offre di cominciare a frasela lui che intanto sarebbe arrivata. Il risultato è che se l’é fatta fredda. Nel frattempo io cercavo la connessione wifii , ma il mio cellulare non trovava alcuna linea. Delusa per la disattesa delle mie rosee aspettative, sono andata a lamentarmi ed alla fine ci hanno cambiato la stanza con una suite migliore , con bellissima vista su Quito e sul Cotopaxi , connessione wifii ed acqua calda con asciugacapelli! Finalmente! La cena è molto buona ! una sugosa bistecca, del vino cileno e il dolce, tiramisù per me (ovviamente rivisitato) e mousse di cioccolato per Alberto. Le papille gustative fanno festa! È giunto il momento di farci una bella dormita.

15/08

Il taxi viene a prenderci alle 4:30 e per 15 dollari ci porta in aeroporto, alle 6:00 abbiamo il volo per Manta da cui prenderemo un mezzo pubblico per Puerto Lopez. All’aeroporto di Manta prendiamo un taxi che ci accompagna per 4 dollari alla stazione degli autobus e nell’istante in cui arriviamo sta partendo un bus per P Lopez, ma è straripante e non ci fa salire. Veniamo condotti ad un altro pullman che partirà dopo mezz’ora. Durante l’attesa abbiamo modo di osservare la vitalità della stazione dei bus tra i venditori di cibarie varie; il venditore di giornale con il suo piccolo gruppo di indecisi che sbircia i titoli in prima pagina, ma non compra; i lucidatori di scarpe che spazzano le pelli delle calzature ai piedi di persone che nel frattempo leggono comodamente il giornale seduti e soprattutto il sovrapporsi delle voci di coloro che richiamano l’attenzione delle persone per riempire gli autobus ‘lopez! Lopez!’ ‘Puerto veho!’, sembra quasi di essere al mercato. Arrivati alla stazione dei bus di Puerto Lopez (dopo circa due ore di viaggio), prendiamo un moto taxi, una sorta di tuk tuk ecuadoriano, che ci scorta all’albergo, il Punta Pedrero. L’hotel, se così si può definire, non è certo un cinque stelle! L’acqua calda fa le bizze ed abbiamo le formiche in camera! Il lato positivo è che la responsabile é molto gentile e mi ero accordata con lei via email perché mi prenotasse l’escursione di whale whatching nel primo pomeriggio, visto che siamo tiratissimi e non potevamo permetterci di rischiare di non trovare posto. Siamo qui solo per le balene, del resto! Ci facciamo un giro per la spiaggia, dove i pescatori stanno vendendo gli ultimi pesci della mattinata in compagnia di fregate, pellicani, avvoltoi e un’altro tipo di uccello che sorvolano le loro teste in cerca di qualche avanzo. Qui, soprattutto fregate e pellicani, la fanno da padrone! Se ne stanno lì a bighellonare sulle barche, nell’acqua o sulla spiaggia, oppure quando hanno appetito li vedi volare in cerchio e poi in caduta libera per immergersi a pescare. ci mangiamo una chevice ed un succo d’ananas ad uno dei chioschetti. Siamo stanchissimi, la sveglia all’alba (considerato che è la seconda consecutiva) ed il viaggio prima in aereo e poi in bus ci hanno tagliato le gambe. Spero di riuscire a vedere le balene. Questa tappa/sbattimento è solo per loro! Alle 14 ci troviamo al molo e veniamo accorpati ad un altro gruppo di turisti, noi pagheremo 21 dollari alla ragazza del l’hotel, non so quale sia il prezzo delle agenzie viaggio, ma a posteriori posso dire che qualsiasi sia la cifra , è spesa bene. La barca ci porta in mare aperto e ad un certo punto vediamo altre due barche ferme che stanno osservando qualcosa. Ed ecco gli spruzzi d’acqua dei sifoni! Ecco le balene! Meravigliose! Grandissime! E vicinissime! Saliamo la scaletta che ci porta al piano superiore, aperto, con un non piccolo rischio di cadere in acqua ad ogni ondata, per vederle meglio. Sono 4 o forse 5, vediamo le loro teste emergere per reimmergersi subito e lasciare posto al lungo corpo e alla coda stupenda. A volte si girano a pancia in su, mostrando il ventre bianco. In quella posizione ne vediamo una in particolare sbattere vigorosamente più volte la pinna sull’acqua. È arrabbiata con noi? Le diamo fastidio e quello è il suo modo di dirci che con una pinnata potrebbe ribaltarci? O forse sta solo giocando o comunicando con le altre? Non lo sappiamo, ma rimaniamo ad osservarle con le lacrime agli occhi.. È una delle cose più emozionanti della mia vita. Le seguiamo per una buona mezz’ora prima che si inabissino e se ne vadano lontane, irraggiungibili. Si, ne è valsa davvero la pena! La sera vorremmo mangiare del buon pesce, ma non sappiamo scegliere tra i vari ristoranti e nessuno in particolare ci ispira, forse perché tutti mezzi vuoti. Alla fine optiamo per un ristorante spagnolo dove mangiamo paella con aragosta. Direi maluccio.. Potevamo scegliere di meglio. Non partecipiamo alla movida della spiaggia perché anche domani dovremo svegliarci all’alba! Alle 6:00 abbiamo il bus per Guayaquil da cui il volo per le Galapagos. Passeggiando verso l hotel ci imbattiamo in una cosa curiosissima: centinaia di piccoli uccellini appollaiati uno accanto all altro come tanti soldatini sui fili dell’elettricità che qui non sono singoli, ci sono tre/quattro fili paralleli tutti pieni di questi uccellini in fila, ma la cosa assurda è che solo in una zona di 3 o 4 metri.. Per il resto i fili che scorrono lungo tutto il lungo mare sono vuoti. Non sapremo mai perché quegli uccellini abbiano scelto di dormire tutti lì in quel punto, ma ci piace pensare che sia per la musica del discobar di fronte!

16/08

Alle 5:45 viene a prenderci il taxi, alle 5:55 siamo in stazione dei bus e… amara sorpresa: non c’è il bus delle 6:00 per Guayaquil! Mi maledico per essermi fidata della responsabile del l’hotel e, poiché non ancora convinta, della responsabile di una agenzia viaggi locale a cui avevamo chiesto l’informazione. Mi maledico perché io lo sapevo. Avevo letto da qualche parte durante la fase di organizzazione del viaggio che da P. Lopez a Guayaquil ci sono bus ogni ora dalle 5 del mattino in poi, ma non c’era quello delle 6, ovvero quello che ci avrebbe permesso di essere a Guayaquil alle 10:00 e prendere tranquillamente il volo delle12:00. Alle 6:00 parte però un bus per Jipiapa e l’autista ci assicura che prendendo quello saremmo giunto a Jipiapa in tempo per prendere, da lì, il diretto per Guayaquil, con arrivo a destinazione per le 10. Ci dice addirittura che avrebbe chiamato l’autista di quel bus per dirgli di aspettarci! Non abbiamo alternative e ci fidiamo, saliamo. Dopo un’ora siamo a Jipiapa ed in effetti il pullman ci stava aspettando! Saliamo e con abbondante calma finalmente partiamo, sono le 7:20.. Speriamo! Su questa tratta ad ogni fermata salgono e scendono venditori ambulanti di dolci, bevande, caffè, tortilla calde (di queste ne prendiamo due perché siamo affamati e sono buone) e portano una maglia con la scritta ‘associazione dei venditori ambulanti’ e un cartellino. Dev’essere un lavoro regolamentare qui! Arriviamo al terminale dei bus di Guayaquil alle 9:45 e cerchiamo subito un taxi per l’aeroporto che dista pochi km. Ce l’abbiamo fatta! Con largo anticipo visto che il volo partirà tra due ore. Tuttavia per volare alle Galapagos ci sono delle procedure ulteriori rispetto alle altre destinazioni: bisogna pagare una tassa di 10 dollari ad uno sportello dove ti viene consegnato un modulo da mostrare al momento del check in e da compilare sul volo, inoltre bisogna passare uno speciale controllo bagagli dove viene applicato un adesivo o una targhetta di avvenuta ispezione, tutto ciò prima del check in. Poi si fa il normale check in. Non facciamo code, pare che alle Galapagos da Guayaquil non ci vada nessuno, probabilmente partono tutti da Quito. Oggi a Quito deve esserci una bufera perché i voli per quella destinazione vengono cancellati ed anche il nostro, che proviene da Quito, arriva con 45 minuti di ritardo. Finalmente ci imbarchiamo. Destinazione Baltra-Galapagos! Atterriamo con un ora e mezza di ritardo e tra controlli passaporti, pagamento dei 100 dollari di tassa di ingresso e controllo bagagli con squadra cinofila, perdiamo un altro po’ di tempo. All’uscita dall’aeroporto prendiamo il bus che ci porta al traghetto, prendiamo il traghetto ed infine un taxi che ci porta in albergo. Avremmo voluto vedere tortuga bay o la Darwin station, ma ormai è troppo tardi per entrambe le cose. Ci facciamo un giro per Puerto Ayora per acquistare i biglietti del traghetto per Isla Isabela in cui andremo domani e per dare un’ occhiata in giro. Al molo principale vediamo il nostro primo leone marino. Se ne sta lì pacifico a riposare come se nulla fosse. Nel fotografarlo inizialmente non mi accorgo della presenza di un piccolo gruppo di iguane, anche loro a godere dei pochi raggi di sole. Anche i granchi sono bellissimi, enormi , con il dorso rosso ed il ventre blu. Andiamo a farci un happy hour che consiste nell ordinare due cocktail al prezzo di uno e, dopo una doccia in camera, usciamo per cena. Siamo distrutti. Avremmo bisogno di un po’ di ferie!! Ceniamo al ristorante ‘Il giardino’, dove prendiamo una chevice (buona) e un polpo (non tanto buono) e andiamo a dormire.

17/08

Stamattina facciamo il check out perché questa notte la trascorreremo a Isabela, ma domani saremo di nuovo qui. La proprietaria si offre di tenerci gli zainoni così che possiamo viaggiare più leggeri. L’hotel è il Santa Fe ed è un buon hotel , a parte il fatto che le manopole dell’acqua nella doccia sono invertite ed ho seriamente temuto che non ci fosse acqua calda. Purtroppo Alberto stanotte non è stato bene, così stamattina presto sono uscita alla ricerca di una farmacia, solo che oltre ad essere presto è pure domenica, ma fortunatamente mi imbatto in quella di turno! Presi i farmaci, fatta la colazione e lasciato il Santa Fe, andiamo verso il porto alla ricerca di un taxi che ci porti al rench delle tartarughe giganti, il primo a cui chiediamo ci spara 35 dollari, i successivi due ne vogliono 25, a noi sembra tantissimo, ma non riusciamo a scendere sotto quella cifra! Solo dopo capiamo il perché, in quanto il taxista per 25 dollari ci ha portati al rench accompagnandoci dentro e dandoci qualche nozione e ci ha riportati indietro. Allora il prezzo è accettabile! Le tartarughe sono bellissime e stanno proprio bene in tutto quello spazio verde. la cosa che mi lascia più stupita è che non c’è nessuno oltre a noi, credevo di trovare molti più turisti. Decidiamo quindi di andare alla Tortuga Bay, oggi c’è il sole ed é una splendida giornata. La camminata alla spiaggia richiede 45 minuti di buon passo ed un po’ ci pentiamo di aver deciso di andare a Isabela: l’acqua e la spiaggia ci invitano a rimanere qui e fregarcene di tutto! È bellissimo e ci manca un po’ la sana vita del far nulla in spiaggia per ore.. Purtroppo dopo un pò dobbiamo rinunciare al nostro relax e ritornare al porto, alle 14 abbiamo il traghetto. Arriviamo al molo con un ampio anticipo e passiamo il controllo bagagli senza fare code, ma intorno alle 13:45 il molo si è riempito di gente che si accalca. C’è una gran confusione e non sappiamo bene cosa fare perché ci era stato semplicemente detto di salire sulla ‘neptuno 3′ che credevamo essere il nome del traghetto per cui rimaniamo per un po’ in attesa senza fare nulla. Poi notiamo che al molo non arrivano i traghetti grandi, ma solo piccole lance per cui ci attiviamo perché probabilmente dovremo salire su una di quelle lance che poi ci porteranno al traghetto. In effetti è proprio così: ci sono dei signori con delle liste di nomi in mano, ognuno responsabile di una lancia diversa. I nomi sulle liste sono dei viaggiatori e se non sei su una di quelle liste non puoi salire. Noi eravamo associati alla lancia ‘Nettuno 3′, ma quando abbiamo chiesto conferma al capitano della Nettuno 3, ci ha detto che non eravamo sulla sua lista. Abbiamo chiesto allora alle altre lance, ma non comparivamo sulla lista di nessuno. Nel frattempo la gente in lista partiva sulle proprie lance ed il molo via via si svuotava lasciandoci in preda allo sconforto: non eravamo sulla lista di nessuno. Intorno ad Alberto ormai si era creato un capannello di persone tra poliziotti, personale del molo, capitani delle ultime lance rimaste, tutti ormai convinti che avessimo preso una sòla! Finché fresco come una rosa, arriva il capitano di una lancia su cui eravamo in lista! Ma dov’era stato tutto il tempo?? Ci dice di averci cercato, ma ne dubito, comunque è tutto sistemato e siamo pronti per partire: destinazione Isabela. Il viaggio é pesantissimo: 2 ore e mezza schiacciati e con le onde. Il molo di attracco delle lance è un brulicare di animali; razze, pinguini, leoni marini, sule dalle zampe blu, pellicani..per entrare ad Isabela si paga una tassa di 10 dollari. Giungiamo all’hostal cerro azul ( postaccio che non so per quale ragione ho scelto) a piedi e poco dopo usciamo per fare una passeggiata, dobbiamo prenotare la gita a Las Tintoretas per domani e visitare la laguna dei fenicotteri rosa. Prenotiamo l’escursione per los Tintoreras per domani mattina al costo di 40 dollari ciascuno. siamo a corto di dollari, ma troviamo in un’agenzia turistica che ci hanno indicato una persona che ci fa un cambio svantaggiosissimo di euro: 100 euro=105 dollari! ma ci servono e accettiamo. Non vedo l’ora di fare degli scatti ai fenicotteri al tramonto, ma giunti lì ho un’ amara sorpresa: c’è un solo fenicottero! Non so perché, ma è proprio così: lì da solo in mezzo alla laguna.. Digerita la sconfitta facciamo un giro in spiaggia e poi a casa per docciarci (questa volta la facciamo davvero fredda) ed uscire a cena. Scegliamo l’unico posto che espone il segno VISA perché siamo rimasti senza contanti e su Isabela non ci sono bancomat, espone anche la scritta ‘pizza’ che ci attira tantissimo anche se alla fine resisteremo alla tentazione, ma cominciamo a dare segni di insofferenza alimentare. Il pescado alla planca non è male, ma dannazione potrebbe essere meglio! Torniamo in camera e crolliamo per la stanchezza, ma qualche ora dopo veniamo svegliati dai vicini di stanza che hanno deciso di mettersi a conversare a voce alta, con contorno di risate sguaiate ed una luce che si accendeva ad intermittenza, probabilmente perché i loro movimenti attivavano la luce del corridoio ed essendoci una parete fenestrata proprio su quel lato, illuminava la nostra camera. Dopo qualche minuto Alberto è uscito per chiedere di abbassare la voce; il baccano è diminuito, ma per un po’ la luce ha continuato ad illuminarci ad intervalli regolari…

18/08

Lasciamo senza alcun rimpianto l’ostello ed usciamo per fare colazione. Alle 9:30 siamo all’agenzia dove abbiamo prenotato l’escursione per provare pinne e maschera ed alle 10, con altre 3 coppie, partiamo. Saliamo sul cassone di un furgone e veniamo portati al molo, dove saliamo su una lancia che ci porta prima ad osservare da vicino i vari pinguini, pellicani e sule che stanno pescando e poi sull’isoletta Tintoreras. Qui vediamo una grandissima quantità di iguana marine, bisogna fare attenzione a dove si mettono i piedi per non calpestarle, e vediamo gli squali Tintoreras che riposano nelle acque basse di un canale. La guida è molto simpatica e ci spiega molte cose interessanti. Infine veniamo portati a fare snorkeling: l’acqua è fredda, ma vediamo una grandissima quantità di pesci, stelle marine e tartarughe marine giganti! Di tartarughe ne contiamo 10 nello stesso punto! Incredibile! Vediamo nuotare anche un’iguana marina. Buffissima! L’escursione dura due ore e mezza in totale e poi veniamo riportati indietro. Pranzo e torniamo al molo dove alle 15 parte il traghetto che ci riporterà a Santa Cruz, ne approfittiamo per fare le foto ai leoni marini che presiedono le panchine! Il nostro traghetto sembra avere un problema, un motore non funziona e dopo diversi tentativi di riparazione, decidono di partire con due motori funzionanti su tre. Poco dopo la partenza, per alleggerire il carico, 5 persone vengono trasferite su un altro traghetto e, appena queste persone se ne sono andate, lasciandoci abbondante spazio anche per sdraiarsi, il terzo motore ha ripreso a funzionare! Così che alla fine abbiamo viaggiato comodi e ci abbiamo messo meno tempo! Arrivati a Santa Cruz andiamo a prelevare e subito dopo ci rechiamo al tour operator che avevo contattato da casa presso cui avevamo prenotato le escursioni a Nort Seymour prevista per domani e a Bartholome per dopodomani, giusto per accordarci su orario e cose da portare. Infine torniamo al nostro caro hotel Santa Fe dove una bella doccia calda ci attende. Per cena ci facciamo del pesce. Ovviamente alla griglia perché qui non si può pretendere troppo! poi un giro per le bancarelle ad acquistare qualche souvenir e ci ritiriamo, anche domani la sveglia suonerà presto.

19/08

Sveglia alle 7, colazione ed alle 8 ci vengono a prendere con pulmino per l’escursione a North Seymour & Mosquera, il pulmino è già pieno per cui troviamo solo due posti in fondo che si riveleranno piuttosto scomodi per i circa 40 minuti di tragitto fino al traghetto a nord di Santa Cruz. Da lì saliamo su una barca che ci porta all’isola di Seymour dove fregate e sule vengono a riprodursi. Vediamo tantissimi animali: fregate maschi in calore, con la caratteristica sacca rossa sotto il becco, fregate femmine e piccoli di fregata, vediamo le sule dai piedi blu e quelle dai piedi rossi, ed anche i piccoli di sule che i piedi ce li hanno bianchi. Vediamo le belle danze di corteggiamento delle sule ed il pavoneggiarsi dei maschi di fregata per far colpo sulle femmine. Inoltre ci sono tantissime iguane terrestri e i leoni marini. Riprendiamo la barca per raggiungere un punto di snorkeling in prossimità della piccola Misquera una lingua di sabbia abitata dai leoni marini. Durante lo snorkeling facciamo l’esperienza meravigliosa di nuotare proprio con i leoni marini che giocano con noi, ci seguono e ci cercano! È fantastico! Rimango lì a roteare con loro in acqua, circondata da tre, quattro leoni marini per volta . Se cominci a nuotare veloce te li trovi dietro che ti seguono! È incredibile! Solo alla fine, dopo una buona mezz’ora, mi spavento terribilmente vedendo mi passare di fianco un animale gigantesco, nero. Sono uscita subito dall’acqua e mi sono accorta che la guida stava richiamando tutti fuori perché era arrivato lui, il maschio adulto. Pare che i maschi, incontrastati re del loro territorio, possano diventare aggressivi se si sentono minacciati. In effetti poco dopo assistiamo ad una zuffa in acqua tra due maschi adulti e non sembravano tanto amichevoli!!! Ritorniamo in barca per il pranzo e poi di nuovo sull’isoletta Mosquera per passeggiare ed osservare la colonia di leoni marini con le mamme che allattano i propri piccoli e i giovani adulti che riposano sulla sabbia o sguazzano in acqua. Finita l’escursione torniamo in hotel, è stato magnifico! Questa escursione ci è costata 160 dollari a persona dall’Italia. Abbiamo notato che prendendo le escursioni direttamente qui avremmo risparmiato circa 25 dollari a persona, con il rischio di non trovare posto.. Cena al ristorante peruviano per cambiare un po’ il palato, ci siamo presi delle quesadilla. Mentre cenavamo c’è stato uno spettacolo di danza ecuatoriana molto bello!

20/08

Alle 6:00 vengono a prenderci col pulmino, oggi si visita Bartolomè. Arrivati al molo a nord di S.Cruz rimaniamo tutti col naso all’insù ad ammirare uno stormo di sule volteggiare in cielo e poi, come tanti piccoli missili, scendere in picchiata in acqua per pescare! La gita consiste, dopo due ore di navigazione, in cui tra l’altro avvistiamo delle balene, (ma nulla a che vedere con lo spettacolo di Puerto Lopez), nella visita dell’isola di Bartolomè considerata, a ragione, il miglior landscape delle Galapagos. Da qui si possono osservare diverse isole e il pinnacolo, dopo una camminata che ti porta sul punto più alto. Successivamente veniamo portati su una zona costituita da lava: è molto suggestiva e particolare. Da lì si arriva alla spiaggia bellissima da cui ci immergiamo per lo snorkelling. Non si vedono molti animali in questa escursione, abbiamo visto due pinguini, qualche sula e qualche fregata. Lo snorkelling è stato bello, ma credo che il miglior snorkelling lo abbiamo fatto a Isabela. Oggi, o forse dovrei scrivere qui, perché tutto dipende da dove ti trovi, c’è il sole ed appena posso mi rilasso sulla sabbia bianca. Nell’ultimo tratto di mare prima di arrivare a S. Cruz sopra di noi volano due fregate che si lasciano trasportare dalla nostra corrente, è bellissimo poterle osservare così da vicino in volo. Appena arrivati in hotel, siamo subito riusciti per raggiungere il luogo che avevamo visto il primo giorno a S.cruz, dove viene pulito il pesce appena pescato, poi di fianco grigliato e servito ai tavolini di plastica. Qui la prima volta avevamo assistito alla scena divertente di un gruppo di 6-7 pellicani che elemosinava il pesce esattamente come fanno i cani quando in casa si cucina qualcosa di succulento! In quell’occasione non avevamo la macchina fotografica ed Alberto ci teneva ad immortalarla per cui siamo tornati, come ogni giorno, ma anche stavolta era troppo tardi: stavano per mettere via il pesce rimasto e stavano pulendo. Tuttavia due mendicanti sono rimasti: un pellicano e un leone marino, che se ne sta proprio sotto il banco del pesce sperando che caschi qualcosa! È così incredibile per noi vedere i pescatori lavorare con questa cornice quotidiana.. E devono pure stare attenti a non calpestare la pinna del leone marino! Mi chiedo pure se qualcuno di essi non venga in qualche modo addomesticato, magari alcuni li conoscono per nome. Come si fa a non affezionarcisi?! Per cena questa volta cediamo alla tentazione e ci facciamo la pizza! Si tratta di una pizza al trancio. Direi non male… L’esplosione di gioia delle papille gustative però la ottengo con dei cioccolatini buonissimi venduti ad una bancarella da una coppia di ragazzi di cui lui è il cioccolataio e li fa a mano. Costano 1 dollaro ciascuno e sono fatti con forme varie e di gusti vari e sono troppo buoni! Ne prendo 4!

21/08

Lasciamo queste isole meravigliose e la cosa che più mi mette malinconia è vedere, allo sbarco dal traghetto su Baltra, il traghetto in partenza verso S. Cruz con il suo carico di gente appena atterrata, con gli occhi allegri e pieni di aspettative. Mi vien da sorridere mentre fanno fotografie al nulla, ancora inconsapevoli di quanti spunti meravigliosi ha da offrirgli questo arcipelago. Buone Galapagos a voi! Godetevele.

Arrivati a Guayaquil nel primo pomeriggio, ci facciamo portare direttamente in albergo, all’HM International, dal taxi e qui restiamo senza più uscire perché dotato di ristorante. Domani il volo per Lima è alle 6:00 ed essendo un internazionale dovremo essere lì due ore prima. Ci aspetta l’ultima tappa del nostro viaggio: il machu picchu!

22/08

La sveglia peggiore di tutto il viaggio! Fortunatamente siamo andati a dormire molto presto. Prendiamo il volo per Lima alle 6:00 ed alle 9:00 abbiamo quello per Cuzco. Arriviamo a Cuzco alle 11:00 ed all’aeroporto contrattiamo con un taxista affinché ci porti alle quattro rovine nei dintorni di Cuzco e, successivamente, ad Ollantaytambo da dove alle 19:00 partirà il nostro treno (cui biglietti avevamo acquistato sul sito dall’Italia) perAguas Calientes. Spuntiamo il prezzo di 100 dollari. Per visitare le Ruinas è necessario fare un biglietto che costa 70 soldi peruviani a persona. I quattro siti che visitiamo sono molto interessanti, ma la stanchezza della sveglia, i due voli e il mal d’altitudine si fanno sentire. Il cielo è terso e rende molto bello il panorama della Valle Sagrada. Ci fermiamo a Mangiare a Cinca un piatto di pollo (tanto per cambiare), ma con una particolare salsa peruviana dal sapore di uvetta, che rende il tutto un po’ più originale. Con noi pranza anche il nostro taxista a cui offriremo la comida, ma nonostante ciò pretenderà comunque la ‘stecca’ dal ristoratore, ovvero il compenso per aver portato due clienti , così come già aveva fatto ad una delle rovine con la guida. Questa cosa mi disturba un po’ ed è forse uno dei motivi ,oltre alla stanchezza, che ci ha portati a non visitare il museo etnologico che ci proponeva con un certo fervore. Di sicuro avrebbe fatto la cresta pure su quello! Non a discapito nostro, questo si, però l’ho trovato un tantino avido. Tutto sommato però è un ottimo taxista ed una persona cordiale ed educata. Arriviamo alla stazione di Ollantaytambo con buon anticipo e dopo un caffè ristoratore siamo pronti a partire! Il viaggio in treno dura quasi due ore e quando scendiamo c’è una grandissima confusione: gente con cartelli con i nomi di persone, altri che gridano il nome Dell’ hotel e la maggior parte dei passeggeri appena scesi non sa da che parte andare. Ci incamminiamo su una scalinata e chiediamo indicazioni per raggiungere l’albergo. La Piquenia Casita non è lontano e finalmente , dopo una doccia , ci rilassiamo. Abbiamo pranzato tardi oggi e sul treno ci hanno offerto uno snack per cui non abbiamo fame o forse siamo troppo stanchi.. Buonanotte mondo!

23/08

Sveglia alle 5:00, colazione e poi scendiamo in strada per fare i biglietti del bus per machu picchu e rimaniamo esterrefatti per la coda che c’è! Non alla biglietteria che praticamente è vuota, ma per prendere il bus navetta. Credo di non esagerare se dico che c’erano almeno 300 mt di coda. Mentre Alberto si metteva in coda, io sono andata a fare i biglietti :19 euro a persona a/r. Dopo 40 minuti in fila al freddo finalmente siamo saliti sul bus che dopo circa 20 minuti è arrivato a destinazione. Mi aspettavo di dover fare un po’ più di fatica per entrare al machu picchu, invece dopo la scesa dal bus si è già praticamente lì! Sono contenta che abbiamo preso online i biglietti anche per wayanapicchu, altrimenti mi sarebbe sembrato troppo facile. Ci dirigiamo subito verso la salita al wayanapicchu perché siamo nella fascia oraria tra le 7 e le 8 e sono le 7 passate. La salita è molto impegnativa, ma fattibile e quando si arriva in cima il panorama con la veduta su machu picchu è bellissimo! Rimaniamo lassù per un po’, ad ammirare il sito inca tra le cime montuose. La discesa è meno faticosa e finalmente è arrivato il momento di esplorare le rovine. Arriviamo anche al ponte levatoio inca; per chi soffre di vertigini questo non è il posto ideale! Machu picchu è bellissimo ed il panorama che lo circonda toglie il fiato.

Affamati ritorniamo ad aguas calientes e prendiamo, per disperazione, la pizza sperando fosse più o meno come quella mangiata alle Galapagos, ma sta volta è molto peggio: la pizza sa di aglio ed è ricoperta di un formaggio prepotente. Pessima! Ce la siamo cercata! Dopo pranzo andiamo in albergo e ne usciremo, dopo una bella doccia e una sana dormita, solo per cenare .. Ancora pollo sotto forma di quesadilla .. Non riesco proprio a convincerei di mangiare il pesce tra le Ande e tra il Cuy e l’ Alpaca.. Vince ancora il pollo!!

24/08

Stamattina la sveglia è più umana; alle 8:55 abbiamo il treno per Ollantaytambo. Giunti ad Ollanta saliamo su un taxi collectivo che per 10 soles ci porta a Cuzco. Purtroppo non possiamo scegliere i nostri compagni di viaggio e ci capita un fastidiosissimo bambino che passa una buona mezz’ora ad urlare, emettere suoni di esplosioni e non so cos’altro. È davvero incredibile che gli venga permesso di infastidire così tutto il pulmino. Sono costretta a mettermi i tappi e poi non so come mi sono addormentata. Al mio risveglio ormai prossimi a Cuzco c’era silenzio.. Ho pensato che qualcuno l’avesse buttato giù dal finestrino! Alberto mi ha detto che ha continuato ancora per un po’, ma grazie al cielo poi si è addormentato. Arrivati in piazza San Francisco prendiamo la via verso Plaza del Armes e chiediamo ad un hotel sulla strada se offrono servizio di deposito bagagli per qualche ora, ci dicono di si ed al costo di 10 soles gli molliamo gli zainoni così da essere più leggeri nella nostra visita a Cuzco. La città è in classico stile coloniale spagnolo, è molto bella con i suoi vicoletti, le sue piazze, i porticati ed i balconcini intarsiati. In Plaza del Armes, proprio su uno di questi caratteristici balconcini, praticamente tutti adibiti a ristoranti, ci servono una buonissima crêpes con Macedonia fresca ed un succo di frutta.. Un toccasana!

Facciamo un giro per la città, io ne approfitto per scattare foto alle donne vestite con abiti tradizionali che portano in grembo una pecorella o forse un piccolo di Alpaca, spesso accompagnate da bimbe vestite in maniera altrettanto eccentrica. Sperano di essere fotografate così da ottenere un sol. Io in realtà le fotografo tutte a distanza. Verso le 17 torniamo a riprenderci gli zaini e poi in taxi verso l’aeroporto.. Ci attende il volo per Lima e da lì a Quito.. Sarà una serata lunga. Mentre siamo in attesa dell’ imbarco sentiamo una forte e lunga scossa sismica, il pavimento traballa letteralmente e presi dal panico molti iniziano a correre verso le uscite di emergenza, mentre altri, presumibilmente peruviani avvezzi a questo tipo di situazione, se ne stavano seduti tranquilli e cercavano di tranquillizarci. In effetti non è accaduto nulla.. Grazie al cielo! Tuttavia a causa della scossa c’è stato un rallentamento notevole nelle procedure di imbarco perché stavano facendo dei controlli di sicurezza sulla pista. Il volo Lima – Quito lo facciamo scomodi perché i nostri sedili sono in ultima fila e c’è meno spazio che ci separa dai sedili davanti, oltre al fatto che non possiamo reclinarli. Giunti a Quito all’alba dell’una di notte, ci impantaniamo una mezz’ora buona al controllo passaporti: è notte, il personale è ridotto e la fila smisurata! Finalmente usciamo dall’aeroporto e prendiamo un taxi per l’hotel Reina Isabela. Questo hotel è stupendo! La nostra stanza è lussuosa, spaziosissima, con doccia e idromassaggio. È proprio quello che ci vuole dopo questa giornata infinita.

25/08

Giornata dedicata al riposo in questo fantastico hotel! Restiamo in camera praticamente tutto il giorno, con l’eccezione di un pranzo e una breve passeggiata nel quartiere Mariscal. Alberto si sta ammalando e la sera ha anche un po’ di febbre. Io approfitto del bagno turco nella SPA e della jacuzzi in camera, per cena ordiniamo qualcosa in stanza.

Partenza per l’Italia il giorno dopo.



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