Backpacking nel Sud-est asiatico… da sola

Viaggio zaino in spalla attraverso Singapore, Malaysia, Cambogia e Thailandia
Scritto da: kiwitalian
backpacking nel sud-est asiatico... da sola
Partenza il: 18/07/2014
Ritorno il: 01/09/2014
Viaggiatori: 1
Spesa: 2000 €
Questo mio racconto non sarà un report dettagliato del mio viaggio, ma piuttosto un invito a viaggiare anche da soli, anche se donne sole, perché sarà indubbiamente una delle esperienze più belle mai fatte. Cercherò di dare principalmente consigli, poiché questa parentesi nel sud-est asiatico fra il mio anno in Australia e il mio rientro in Europa è durata circa 7 settimane, e di informazioni sui singoli Paesi ve ne sono a bizzeffe ovunque.

Ecco l’itinerario in breve

4 giorni Singapore

13 giorni Malaysia (Kuala Lumpur, Taman Negara National Park, Isole Perhentian)

1 settimana Cambogia (Phnom Penh e Siem Reap/Angkor Wat)

23 giorni Thailandia (Bangkok, Chiang Mai, Koh Samui, Koh Phangan, Koh Tao)

NOTIZIE UTILI

Trasporti e spostamenti: Il volo intercontinentale questa volta consisteva in un a/r Italia-Australia (eh sì, sono tornata qualche giorno a casa per Natale) con stopover in Asia. Infatti per circa €1350 ho acquistato con Emirates le tratte Roma-Melbourne-Singapore/Bangkok-Dubai-Roma visto che Emirates ha degli operativi da/per tutte queste città. Sicuramente un a/r per Bangkok, Kuala Lumpur o Singapore costerà la metà, se non di meno. Così facendo però è come se avessi viaggiato gratis verso l’Asia, visto che la mia destinazione era l’Australia!

I due voli Kuala Lumpur-Phnom Penh e Siem Reap-Bangkok li ho acquistati con AirAsia al totale di circa €120 bagaglio in stiva e assicurazione inclusa, prenotati con un po’ d’anticipo.

Il resto degli spostamenti li ho effettuati in bus, speedboat e traghetti, biglietti acquistati il giorno stesso o al massimo 2-3 giorni prima e da riconfermare il giorno prima del viaggio.

Ecco per quel che riguarda il Taman Negara NP e le Perhentian, soprattutto andando fra luglio e agosto, io prenoterei molto in anticipo altrimenti si rischia di non trovare né posto sui bus né dove dormire. Siccome questo periodo coincide non solo con le nostre ma anche con le loro vacanze (sono capitata nel bel mezzo dei festeggiamenti della fine del Ramadan) si rischia di dormire in spiaggia, che magari a qualcuno può pure interessare.

Alloggi: Ho dormito sempre in ostelli, tranne che a Singapore, dove grazie al couchsurfing sono stata ospitata da una ragazza che mi ha anche fatto da guida nel tempo libero. Non c’è metodo migliore per conoscere un posto! Le strutture in cui ho alloggiato erano sempre pulite, alcune offrivano la colazione e c’era ovunque il wi-fi gratis e rapido (non faticherete a trovarlo neanche in giro). Penso che sia più facile trovare una connessione gratis e funzionante in Cambogia che in Italia! Basta fare qualche ricerca online, ho trovato le varie recensioni su cui mi sono basata molto veritiere.

Anche presentandosi il giorno stesso solitamente si trova posto, anche se prenotando online molto spesso ho pagato la metà del prezzo.

Visti: Li ho ottenuti tutti “on arrival” e cioè all’arrivo. A Singapore sono arrivata in aereo, quindi la procedura è stata rapidissima e il visto vale 90 giorni dall’ingresso nel Paese. In Malaysia invece sono entrata via terra, tutti i passeggeri del bus sono quindi dovuti scendere per far timbrare sul passaporto l’uscita da Singapore, risalire a bordo e riscendere poco dopo per i controlli (bagaglio incluso) alla frontiera malese dove anche qui il visto è gratuito e dura 90 giorni. In Cambogia invece sono entrata per via aerea, quindi è bastato pagare US$20 e consegnare tutti i form compilati (sia quelli per l’entrata che l’uscita dal Paese) e una fototessera formato 4×6. Idem per la Thailandia ho preferito volare invece che andarci via terra, semplicemente per motivi di durata del visto. Se si entra overland, la durata era di soli 15 giorni, mentre il visto ottenuto in aeroporto durava 30 giorni. Mi hanno semplicemente chiesto quale era il motivo della mia visita, quanto tempo sarei rimasta ma non hanno chiesto prova.

Vorrei però fare delle precisazioni sulla durata e ottenimento dei visti, anche perché io mi riferisco alle regole per chi ha passaporto italiano/europeo. Per sicurezza chiedete sempre informazioni alle ambasciate interessate che non costa nulla a parte mandare un paio di email o fare una telefonata, perché ad esempio per la Cambogia (notizia recentissima) a quanto pare non lo si può più ottenere on arrival per questioni di sicurezza. Per quanto riguarda la Thai invece le varie durate dei visti dovrebbero essere state allungate.

Sicurezza e salute: C’è chi mi ha dato dell’incosciente, chi mi ha invidiato ma c’è anche chi invece mi ha ammirato e dato tutto il suo appoggio e sostegno. Credo sia molto importante che i nostri familiari e amici comprendano perché e come si faccia una cosa del genere e non ci convincano a desistere dall’impresa, anche perché se si decide di partire ma ci si sente insicuri e incerti forse ancora non si è pronti e non si potrà godere dell’esperienza appieno.

Devo dire che non mi sono mai sentita in pericolo, né a Singapore, né nella giungla malesiana, né in Thailandia nonostante il colpo di Stato che anzi l’ha resa molto più sicura vista la costante presenza militare. Di certo non sono una sprovveduta e se la sera mi ritrovavo ad essere senza compagnia non andavo in giro per vicoli bui. Basta avere buon senso e credere al proprio istinto, in Asia come in Italia/Europa o altrove.

Dal punto di vista della salute, leggete e informatevi ma non fatevi bloccare dal terrorismo psicologico che in alcuni siti e guide a volte fanno. Basta stipulare una buona assicurazione medica visto che l’assistenza privata può essere molto cara. Per quanto riguarda le vaccinazioni ero a posto con tutti i richiami (epatite, antitetanica, ecc.) e mi sono rifiutata di sottopormi alla profilassi antimalarica dato che avrei passato nella giungla giusto tre giorni e in Cambogia una settimana e non in zone a rischio. A proposito di zanzare, io ho acquistato uno spray direttamente a Kuala Lumpur visto che se preso in loco ha una percentuale più alta di veleno, al contrario di quelli in vendita da noi. Sempre qui ho acquistato del paracetamolo e il generico dell’imodium (a €4 circa per confezione), dei quali fortunatamente non ho avuto bisogno. Se doveste comprare altri medicinali controllate se serve la ricetta medica che dovrete avere con voi in inglese; è richiesta ricetta medica anche per l’acquisto di lenti a contatto!

Piccola nota sull’igiene intima: qualsiasi cosa serva, si trova. Magari per sicurezza fate scorta nei supermercati delle grandi città ma se c’è un 7/11 (seven/eleven) non dovreste avere grossi problemi.

Fondamentale avere con sé un rotolo di carta igienica, perché non sempre è presente e mi raccomando non va buttata nel water ma nel cestino accanto siccome le tubature asiatiche (eccezion fatta per le grandi catene alberghiere) sono più piccole delle nostre e a rischio intasamento.

Altro tasto dolente è il consumo di acqua e verdure fresche. Credo che tutto dipenda da quanto siano delicati o meno i nostri stomaci… probabilmente bere l’acqua del rubinetto per un anno intero mi ha immunizzato e non ho avuto nessun problema! A Singapore la “tap water” si può bere tranquillamente, alcuni miei amici l’hanno bevuta pure in Malaysia ma lì non ho tentato la sorte. La verdura l’ho comunque mangiata prevalentemente cotta e la frutta quasi solo quella sbucciabile. Mai stata attenta al ghiaccio.

Clima: Pur essendo stata nella zona nel periodo luglio-agosto, quindi in teoria la meno indicata, non posso proprio lamentarmi. I primi giorni spesi fra Singapore e Kuala Lumpur mi hanno fatto ben abituare al caldo umido e appiccicoso che non mi ha lasciato fino al mio arrivo a Dubai (dove era ancora più caldo ma fortunatamente molto meno umido). Sebbene alcune giornate fossero un po’ nuvolose, le uniche di pioggia le ho beccate in Cambogia mentre ero in bus da Phnom Penh a Siem Reap, durante la mia biciclettata fra i templi ad Angkor (eh sì, beccarsi una pioggia monsonica in bici fa parte del gioco!) e mentre mi trovavo a Chiang Mai nel nord della Thailandia.

Forse stupido ricordare che là i raggi solari sono molto più forti che da noi ed è bene avere una buona protezione con sé. Non preoccupatevi, ci si abbronza anche con la 30!

Vestiario: Sì è vero, fa caldo. Ma non per questo c’è bisogno di andare in giro quasi nudi/e. Per noi ladies soprattutto, sarà d’aiuto indossare t-shirt che tengano coperte le spalle e gonne/parei/pantaloni al ginocchio, che aiuteranno a tenere lontani occhi indiscreti. Senza dimenticare che vi negheranno l’ingresso a templi e palazzi reali se non indosserete magliette a maniche corte e gonne o pantaloni lunghi, e questo anche per voi maschietti (come in tutti i luoghi di culto del resto). NB le sciarpe e pashmine non vanno bene! In molti la levavano una volta pagato il biglietto e varcata la soglia, quindi non si fidano più. All’ingresso al Palazzo reale a Phnom Penh ho dovuto acquistare una t-shirt in loco altrimenti non sarei potuta entrare. O se non volete indossarla tutto il tempo, portatevene dietro una da infilare all’entrata.

Cibo: A seconda del Paese, avrete una diversa cucina e diverse pietanze. Evito la descrizione enciclopedica!

A Singapore è piuttosto forte l’influenza cinese e malese, del resto è stata espulsa dalla Federazione della Malesia solo nel 1965. A tal proposito, quest’anno festeggerà i 50 anni d’indipendenza! Un buon motivo per andarla a visitare. Consiglio di assaggiare come cucinano l’anatra! Buonissima.

In Malaysia la maggioranza della popolazione è musulmana, ma siccome ci sono alte percentuali di buddhisti, induisti e cristiani troverete anche la carne di maiale.

La cucina cambogiana non mi ha particolarmente colpito, buonissimo però è l’amok, comune anche in Thailandia e Laos.

La cucina Thai è invece una delle mie preferite, tant’è che durante il mio soggiorno a Chang Mai ho preso parte ad una lezione di cucina che costerà si e no 25€ (ovviamente mangi quello che cucini e ti regalano il ricettario).

Frutta. Io amo la frutta ed è la cosa che mi è piaciuta di più in assoluto! Tralasciando il durian già assaggiato in Indonesia un paio di anni fa e che non sopporto, ho molto apprezzato il lychee, il rambutan e il mangosteen (molto simili fra loro), che dire ovviamente di passion fruit, starfruit, rose apple e star apple, ma soprattutto del dragon fruit che balza in vetta alla mia classifica! Ce n’è per tutti i gusti.

Comunicazioni: Come ho già detto troverete wi-fi ovunque. A Singapore avevo ancora del credito nella sim australiana che poi si sarebbe disattivata quindi ho usato quello. In Malaysia facevo affidamento sul wi-fi anche se col senno di poi una sim l’avrei presa, più che altro per rimanere in contatto con le mie amiche di KL visto che nel momento del bisogno… beh, il wi-fi non c’era! Infatti all’arrivo in aeroporto a Phnom Penh ho acquistato la sim a US$2 per 1GB di internet valido nell’arco di una settimana, fanno una fotocopia del passaporto per la registrazione et voilà. A Bangkok invece ho pagato la sim turistica ricaricabile 290 baht, poco meno di 8€.

Costi e pagamenti: Venendo dall’Australia il sud-est asiatico è stato una boccata d’aria fresca! E questo è anche un problema dall’altro lato, costa tutto poco quindi si spende senza fare i conti in tasca. Io per abitudine mi annoto quello che pago, quindi riuscivo a tenere d’occhio il mio budget. Budget che è stato di circa €22 al giorno, voli esclusi (questa è solo una media, in alcuni Paesi ho speso più in altri meno).

Singapore ovviamente è più cara della Malaysia per esempio, anche se non ho dovuto pagare per dormire né per alcuni pasti gentilmente offerti dalla padrona di casa. I prezzi dei pasti vanno comunque dai SG$2 in su a seconda se si sceglie street food o un ristorante; per il cibo locale si spenderà comunque intorno ai $10 mangiando abbondantemente, fino ad arrivare ai $15-20 per una pizza e vino al bicchiere. Poi va beh, c’è il Singapore Sling al Raffle’s che coi suoi SG$32 è stata la cosa più cara che ho consumato! Ma con la musica dal vivo è una piacevole serata.

In Malaysia i pasti più costosi l’ho pagati alle Perhentian, in fondo ci troviamo su isole piccolissime ma sia chiaro…ho sempre speso intorno ai €15 pur mangiando antipasto, portata principale, da bere e a volte anche il dolce al Tuna Bay, il resort più caro di Pulau Besar.

La Cambogia mi ha sorpreso, negativamente. Molto più cara di quello che avevo immaginato, anche se trattare sul prezzo (nei mercatini) è molto più semplice che in Thailandia. Probabilmente la colpa è della valuta utilizzata e a detta dei “veterani” che la frequentano assiduamente i prezzi si sono alzati molto. Si va dai US$0,50 per una birra a cene a prezzi europei; i massaggi nonostante costino meno che da noi sono comunque più cari di Malaysia e Thailandia.

Quest’ultima, la Terra del sorriso, è molto meno cara al nord che nelle isole del sud; Bangkok è oramai un città cosmopolita, con quel che ne consegue.

Ovviamente si può prelevare con carta di credito dei maggiori circuiti o con carta di debito/bancomat purché sia abilitato per il ritiro all’estero. Sicuramente il tasso di cambio migliore si ottiene con i contanti, evitando così anche l’ulteriore pagamento di bank fee. E non abbiate paura a portare contante con voi, io avevo con me AU$700-800 ben nascosti e non è successo niente. Basta avere un altro portafogli con giusto una piccola quantità di denaro, che è meglio consegniate senza tante storie in caso di rapina. Certo, portarne con voi o meno sta tutto a quanto voi siate tranquilli su questo punto.

Considerazioni finali: Ci sarebbe tanto da dire, troppo. Chiuderò solo dicendo che viaggiare in Asia apre già di suo la mente e il cuore, ma andando da soli si è ancor di più propensi a farlo. Che siano pochi giorni o molte settimane sulla strada non importa, ma partite. Tornerete arricchiti, con un bagaglio in più e non intendo (solo) con quello degli acquisti e souvenir.

Spero di poter tornare presto e chiudere il giro con Vietnam, Laos e Myanmar e nel frattempo spero che qualche signorina trovi il coraggio di lanciarsi!



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