ZANZIBAR tra sogno e realtà! 2

Il mio viaggio a Zanzibar ha rappresentato la concretizzazione di un amore per l'Africa lungo tutta una vita, riuscire dunque a raggiungerla in compagnia di 7 amici che nel loro insieme costituiscono un gruppo decisamente eterogeneo è cosa che consiglio a tutti in quanto essere in molti è stato stimolo per prendere contatto con aspetti di...
Scritto da: Sissi 75
zanzibar tra sogno e realtà! 2
Partenza il: 30/09/2009
Ritorno il: 08/10/2009
Viaggiatori: in gruppo
Spesa: 1000 €
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Il mio viaggio a Zanzibar ha rappresentato la concretizzazione di un amore per l’Africa lungo tutta una vita, riuscire dunque a raggiungerla in compagnia di 7 amici che nel loro insieme costituiscono un gruppo decisamente eterogeneo è cosa che consiglio a tutti in quanto essere in molti è stato stimolo per prendere contatto con aspetti di Zanzibar che non avrei mai visto fossi stata da sola.

Siamo partiti da Roma con un volo diretto Eurofly alla 01.20. Non amo volare ma grazie al sostegno ironico della mia amica Patrizia e a quello concreto della mano di Fabrizio sono riuscita a reggere bene; gli aerei di questa compagnia sono grandi e dotati di monitor con a disposizione una bella gamma di film. All’alba ho iniziato a spiare dal mio oblò disubbidendo agli ordini delle hostess che ci avrebbero voluti addormentati fino all’atterraggio! Fatelo: il Kenia era lì sotto con la sua terra brulla dai colori incantevoli, i suoi laghi che sembravano strappi blu in un paesaggio verde scuro e rosso e poi, lui, il Kilimangiaro che si stagliava tra le nuvole come un panettone marrone con lo zucchero a velo in cima. Guardare giù secondo me è un imperativo categorico! L’arrivo all’aeroporto di Zanzibar è stato particolare: prima del ritiro bagagli si passa per il controllo passaporti e pagamento del visto d’entrata per una cifra complessiva pari a 50 $ (al ritorno ne occorreranno 38). Il consiglio è di portare con sè dollari di piccolo taglio preparandoli preventivamente in modo da non dover attendere alcun resto…Possono sbagliarsi… A proposito di dollari tenere anche conto che: 1) le banconote da 20 $ devono recare in grande il volto sopra rappresentato o ve li riufiuteranno lì come altrove nel paese.

2) le banconote da 100 $, se proprio volete portarle, devono avere un numero di serie a partire da 2000.

Dopo il controllo passaporti si giunge all’avventuroso ritiro bagagli…Pole pole, cioè piano piano, le valigie vengono depositate su un lungo bancone di legno. Consiglio: personalizzatele il più possibile in modo da riconoscerle al volo e togliervi quanto prima dalla calca disumana che si forma.

Noi siamo partiti con la caesar tour con la formula phon and go preferita dalla mia amica Patrizia, anima del gruppo, viaggiatrice indomita, quindi matematicamente scelta ottima. Appena usciti dall’aeroporto gli operatori ci sono venuti incontro per condurci al pulmino messo a disposizione dal resort. Tenere qualche banconota da 1 $ a portata di mano come mancia è una buona cosa.

Noi abbiamo alloggiato nella baia di Chwaka presso il Chwaka resort, un tre stelle superiore molto carino inserito tra palme e fiori, immerso in vialetti, abitato da una fauna bellissima includente scimmiette rosse carinissime e affacciato sull’oceano. Albe memorabili! Impossibile usare la spiaggia antistante per la balneazione ma utile e comodo usufruire del servizio offerto dal resort che prevede l’utilizzo di un tipico mezzo di locomozione locale, il dalla dalla, che porta all’imbarcazione deputata a condurre alla spiaggia vera e propria del resort, Paradise Beach, il cui nome dice tutto: sabbia bianchissima al punto da sembrare farina calda che non diventa mai bollente credo anche a causa della sua composizione di frammenti di coralli e conchiglie; anche qui c’è il fenomeno delle maree e consiglio di sedersi verso mezzogiorno in una delle tante pozzette di acqua calda cariche di pesci ad aspettare che l’oceano arrivi: in mezz’ora sarete immersi nell’acqua, la stessa che per fare il bagno ore prima dovevate raggiungere camminando un pò.

Al ritorno più o meno alle cinque del pomeriggio sfruttando l’alta marea si arriva direttamente al resort. Attenzione: vi aspetteranno tanti bambini bisognosi di tutto benchè certamente più abituati a ricevere di quelli dell’interno che vi chiederanno soprattutto penne e quaderni per la scuola…Se volete, se pensate che sia giusto, per me ad esempio è addirittura doveroso, compratene quanti più potete e distribuite il materiale a piccole dosi perchè i bambini diventano molto vivaci alla vista di quello che gli offrite e che non basta mai per tutti…Fate attenzione ricordando chiaramente che altro non sono che bambini i cui sorrisi pagano più di ogni altra africana sensazione.

Il resort offre numerose escursioni e ha abbassato anche notevolmente i prezzi vista la concorrenza dei beach boys per scongiurare la quale vi diranno che costoro sono illegali e che non essendo autorizzati a portare in giro i turisti vengono sistematicamente fermati ai posti di blocco sull’isola e fatti tornare indietro…FALSO. I primi giorni abbiamo avuto con noi MARCO POLO (tutti lì si danno nomi italiani, per lo più mutuati dai nostri personaggi storici e sportivi più illustri) serio ed affidabile ma se permettete un consiglio chiedete di CAPITAN FINDUS, assolutamente imbattibile per simpatia, preparazione e capacità organizzative. Una nota stonata: se avete in programma di fare escursioni con beach boys diversi durante il vostro soggiorno rischiate, come noi, di imbattervi in situazioni che appaiono sulle prime piuttosto pericolose dal momento che potrebbero insorgere dei litigi tra loro…Nella nostra esperienza ci siamo spaventati ma poi abbiamo capito e potuto chiaramente sperimentare come non vigano leggi e neppure accordi informali tra i vari beach boys…I turisti, come dire, sono patrimonio di tutti.

Noi abbiamo fatto escursioni solo con i beach boys…La mia amica Patrizia dice tuttavia che non c’è qui la concorrenza e dunque la varietà di proposte che ha riscontrato altrove in africa e…Nel mondo.

Abbiamo fatto il Safari Blu a 30 $ con Marco Polo. Prima tappa una fantastica lingua di sabbia bianchissima circondata da un oceano indiano dai colori tra il verde smeraldo ed il blu intenso; l’acqua non è caldissima lì ma impossibile resistere alla tentazione di fare il bagno; consiglio maschera e boccaio perchè i fondali sono bellissimi. La mia frenetica amica Patrizia ci ha portato a far vedere una enorme stella marina letteralmente ricamata “a sbalzo” in rosso fuoco, intarsiata quasi, fantastica. Superfluo dire che è norma non alterare il paesaggio dunque occorre fare attenzione a maneggiare questi e gli altri spettacoli! Sotto alla tenda che viene allestita si possono gustare cocchi di cui si può naturalmente bere il succo e ananas tagliato al momento. Questa oasi che sembra uscire da un sogno con il trascorrere delle ore viene sempre più invasa dalle acque costringendovi a ritirate continue con gli asciugamani fino a trasformarsi in un fazzoletto bianco all’occhiello del signor Oceano Indiano! Gioco forza, perchè non si vorrebbe andar via mai, si viene condotti di fronte all’isola di Kwale ove si viene colpiti dalla spiaggia costituita da massi compatti e neri come i sampietrini romani; vi si trovano bancarelle di ogni genere e si viene in particolare attratti dalle tele variopinte raffiguranti gli altissimi masai o gli elefanti al tramonto o i tipici villaggi…L’acquisto si presenta inevitabile anche se contrattare è indispensabile…Si deve arrivare a proporre con decisione un prezzo pari a meno della metà di quello iniziale. A kwale si mangia!! Il nostro pranzo è stato a base di aragoste, patate fritte in quantità, riso al cocco condito con una salsa al pomodoro, patate, cipolla tagliata sottile, mitiche e per me del tutto nuove micro banane rosse, cocco e ananas. Fantastico! Si sta seduti all’ombra di pensiline costituite da enormi rami di palma dalle foglie intrecciate fittamente su tavoli e panche lunghe…Noi otto siamo stati meravigliosamente! Ci sono anche delle amantidi religiose…Non troppe e non fastidiose, solo un’altra bella cosa da vedere.

Se dopo pranzo volete approfittare per fare shopping copritevi assolutamente la testa e tenete con voi dell’acqua perchè anche solo per fare pochi passi sentirete un caldo infernale…Del resto è AFRICA! Dopo un pò si viene condotti a vedere il baobab più vecchio dell’isola che più che in altezza si estende in larghezza. Da vedere.

L’escursione prima del rientro alla base prevede un giro in barca nelle mangrovie…Non ho trovato particolarmente suggestiva l’esperienza non fosse che per degli archi naturali che offrono scorci molto belli…Noi non abbiamo fatto il bagno perchè l’acqua non era attraente anche considerando la presenza di numerose altre barche oltre alla nostra.

Il secondo giorno sempre con Marco Polo siamo andati a fare una lunga escursione, la più cara, 40 $ dalle 8 di mattina a notte fatta. Al mattino abbiamo raggiunto l’ovest dell’isola e con la barca siamo approdati ad una spiaggia ove per ore siamo stati gli unici esseri viventi…Inenarrabile esperienza…La spiaggia più bella che abbia mai visto…Passeggiando era semplicissimo imbattersi in conchiglie enormi, pezzi di corallo rosso giganti…Full contact con la natura (ricordate che è vietato per legge sottrarre alcunchè al patrimonio naturale); l’acqua cristallina da sembrare potabile, qui, di fronte all’isola di Changuu, nasconde l’insidia dei ricci…Occorre indossare scarpette adeguate…O fare molta molta attenzione. Dopo aver qui consumato il pranzo a base di cicale di mare, calamari, riso e frutta, siamo partiti alla volta di Changuu Island, più nota come Prison Island dove si trovano le tartarughe giganti cui è consentito dar da mangiare solo quanto viene fornito dai guardiani; le tartarughe più grandi vengono dalle Seichelles mentre gli esemplari più piccoli sono nativi del luogo. Essendo compresa nella nostra escursione non abbiamo pagato l’ingresso ma a mio parere vale la pena entrare e vedere anche considerato che l’isolotto, largo 350 m circa e lungo 500 m, è visitabile in meno di un’ora e offre scorci molto molto belli oltre al fascino della sua storia legata alla tratta degli schiavi.

Subito dopo siamo tornati a Stone Town per visitarla un pò. E’ consigliabile a mio avviso prestare attenzione alle proprie cose e restare in gruppo soprattutto al mercato con la sua confusione di colori, odori e persone…Ero in preda alla voglia di fuggire e contemporaneamente non me ne sarei voluta andare mai di lì! E’ meglio fare acquisti nei vari negozi che per strada sebbene proprio per strada si possano ottenere gli sconti migliori visto che la parola d’ordine continua ad essere: contrattare! Marco Polo ci ha condotti a vedere i punti più importanti della città ma sempre dall’esterno, cosa che mi ha delusa non poco, dovessi tornarci, anzi quando ci tornerò farò a modo mio. In conclusione il gran finale: tramonto pasteggiando birra safari in un hotel di lusso..Il sole lentamente calava all’orizzonte e si immergeva nell’oceano spandendo una luce rossa come il fuoco che via via diventava sempre più violacea e poi blu, la notte nella notte. Ed era ora di rientrare.

Il terzo giorno il nostro gruppo si è separato: alcuni volevano riposare altri andare al nord. Non conosco nello specifico i termini della loro escursione che comprendeva anche una visita alla fabbrica dei dowe, le caratteristiche imbarcazioni dell’isola…Al ritorno i miei amici erano delusi e questo ha segnato il divorzio definitivo da Marco Polo e l’inizio del fortunato incontro con Capitan Findus. Chiedete di lui in giro, non ve ne pentirete! La mattina seguente al costo di 25 $ siamo partiti per un’altra escursione: siamo andati a vedere, beh, meglio, a cercare i delfini. Se soffrite di mal di mare lasciate perdere…La nostra amica Rita stava soccombendo tra le varie pause tra motore acceso-motore spento ad ogni avvistamento. Forse non siamo stati particolarmente fortunati, forse più che trascorrere il tempo con i delfini l’abbiamo fatto rincorrendoli…Forse c’erano troppe barche e troppi motori e loro erano spaventati…Vabbè comunque io non avevo mai visto un delfino e ho trovato il tutto molto eccitante e i piccoli delfini visti bellissimi. Un pò più verso la costa ci siamo tuffati; il fondale era tra i più variopinti mai visti, con pesci multicolori, coralli e stelle marine. A pranzo siamo andati in un ristorante…A sud dell’isola, in una insenatura della spiaggia di Kizimkazi. Restiamo un pò delusi dal pranzo frugale ma trascorriamo il pomeriggio in completo relax prima di raggiungere la foresta di Jozani. Di solito si parla male di questa parte dell’escursione, qui, in altri forum e persino al villaggio…Io credo in modo assolutamente sbagliato e miope. Consiglio di fare questa escursione di mattina con più tempo di quello che abbiamo avuto a disposizione noi essendo stati costretti dalla marea che rischiava di sommergere le mangrovie a fare tutto in fretta. Al costo di 10 $ alla Jozani Forest si possono fare tre giri in uno: 1- la passeggiata nella foresta vera e propria: i rumori di fondo ed il contesto erano degni del migliore dei documentari…Ad un tratto la nostra guida, KESSI ( a proposito chiedete di lui se andate: è molto preparato e vi spiegherà con puntualità tutto quello che vi circonda), si è bloccato alla vista di un mamba, un serpente molto velenoso…E si può osservare una fauna ricchissima di insetti di terra…Davvero emozionante nel complesso. Siamo tornati indietro troppo presto perchè dovevamo vedere le famose scimmie rosse…2-non abbiamo dovuto aspettare ed aspettare come nel caso dei delfini perchè le scimmie erano ovunque e di tutte le grandezze, divise in due gruppi in lotta tra loro per il territorio al punto che abbiamo anche avuto la fortuna di assistere ad uno scontro tra due esemplari maschi, uno più vecchio dell’altro, ed abbiamo potuto vedere i piccoli del gruppo che solo a partire dal terzo mese sviluppano il caratteristico colore rossiccio del dorso. Il Jozani tour si conclude 3-passeggiando lungo una passerella di assi che si inoltra come una lunga lingua tra le mangrovie. Data l’ora abbiamo potuto partecipare al fenomeno della marea salente al punto che l’acqua iniziava a lambire il nostro passaggio…Suggestivo davvero. Foresta di Jozani altamente consigliata.

L’ultima escursione che abbiamo fatto è stata per me la più bella in assoluto, quella che senza alcun dubbio ha segnato il suggello del mio oramai inossidabile patto d’acciaio con l’Africa. Non si è trattato di una escursione vera e propria in quanto siamo stati noi a chiedere al nostro amico-guida Capitan Findus di condurci a visitare un villaggio a sua scelta nell’interno, purchè fosse poco frequentato dai turisti, per finire di consegnare quanto avevamo portato da casa…Avevamo con noi penne, quaderni, cose da mangiare in definitiva nulla rispetto al tutto di cui hanno bisogno…Consiglio di optare per una “uscita” del genere solo se credete che i problemi dell’Africa non siano imputabili alla sua popolazione, che piuttosto lavora quanto più alacremente può per contrastare la miseria. Non da bianchi benefattori cioè ma da compagni di lotta per il loro riscatto. Ho visto più orgoglio e dignità negli occhi degli uomini di quello e di altri villaggi che altrove in tutta la mia vita. Preventivamente avvisati del nostro arrivo ci hanno fatto l’onore di introdurci nel le loro abitazioni ed hanno inscenato la preparazione dell’olio di cocco per mostrarci il procedimento. Il tutto con l’attenzione del capo villaggio. I bambini naturalmente sono meravigliosi, come lo sono in genere quelli di tutto il mondo, ma qui hanno gli occhi più grandi per la speranza che diventano enormi quando si riempiono di gioia per una carezza, un bacio, una penna colorata o una caramella. Se andate portate abbigliamento da bambino e da uomo anche…Le femminucce infatti bene o male indossano vestitini realizzati dalle mamme. Mentre ancora stentavamo a riprenderci dall’esperienza emotivamente forte ( favolosa e terribile allo stesso tempo) la nostra guida ci ha portati allo spiaggione di Nungwi: meraviglioso Oceano Indiano qui presente nella sua forma più smagliante. Assolutamente da non perdere. Abbiamo mangiato tantissimo e benissimo spendendo molto poco insieme al nostro nuovo amico Capitan Findus.

Il mio racconto termina qui ma non posso scrivere la parola fine prima di ricordare la dolcissima Fatima, la verace Aisha, la particolare Tati, la furba Maria, e prima di fare due ringraziamenti: 1) alla mia amica Patrizia che ha reso possibile la realizzazione di questo mio sogno…Grazie Pochina! “) alla nostra guida Capitan Findus, Nahoda, perchè portandoci a conoscere la sua famiglia e le sue splendide figlie mi ha dato modo di imbattermi nel vero regalo dell’Africa per me, la piccolina con il vestito rosa che mi ha rubato il cuore tutto intero con la sua timidezza, il suo affetto gratuito, la sua dolcezza…Non la dimenticherò mai! E questo è il viaggio di Sissi, Patrizia, Fabrizio, Palmiro, Rita, Samanta, Francesco e Alice!!!!



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