Zanzibar l’isola delle spezie 2
Mi chiamo Roberto, vivo a Castelfidardo in provincia di Ancona, a due passi dalla riviera del conero e sono appena reduce, con la mia dolce metà, Lucia, da un indimenticabile viaggio a Zanzibar.Già di ritorno da Cuba, qualche anno fa’, mi ero ripromesso di documentare la mia vacanza cubana da qualche parte, ma il timore di cadere nella solita retorica post viaggio prevalse e chiusi pigramente i miei ricordi nella memoria, laddove restano tutt’oggi ben custoditi. Ma x Zanzibar è diverso xché siete stati proprio voi, miei cari viaggiatori x caso, con le vostre testimonianze a farmi respirare, già dall’Italia, l’aria di Zanzibar, con tutti i suoi fortissimi sapori, unici, x la densità delle emozioni ke sanno esprimere. Ma iniziamo con ordine …
E come non cominciare con la profilassi antimalarica: noi siamo partiti con un last minute ed abbiamo assunto come da posologia una dose massiccia di Lariam, che resta in caso di partenza immediata, il farmaco più indicato, anche se in realtà gli effetti collaterali, sulla mia dolce metà, Lucia, sono stati pesanti ed indesiderati. Ora, visto e considerato che tanto il Lariam quanto il Malarone (non mutuabile e dal costo elevato) curano gli effetti di uno solo dei quattro tipi di malaria esistenti (quello cerebrale che causa morte fulminante, nel giro di poche ore) il suggerimento è: in caso di partenza last minute, non fate alcuna profilassi dato che quel tipo di malaria è stato da anni debellato, nell’isola, mentre sono rimasti presenti gli altri, contro i quali l’unica arma è la vaccinazione fatta con congruo anticipo. D’altronde le zanzare sono quasi assenti nei periodi secchi, lungo la costa, mentre possono trovarsi nella capitale o in prossimità delle zone paludose e rigogliose di vegetazione che si trovano all’interno, ma divengono molto pericolose nel periodo delle piogge, da marzo a maggio, laddove sicuramente eviterete di viaggiare, come suggerito da tutti, tour operator compresi.
Resta il problema epatite, che viste le condizione igieniche precarie è sempre in agguato, ovunque: e qui l’unica soluzione è vaccinarsi in anticipo. Noi, non avendolo potuto fare, pur avendo rigorosamente evitato tutto ciò che è crudo (succhi e verdure per esempio), qualche timore comunque lo nutriamo, visto che non ci vorrà molto, una volta sbarcati a Zanzibar, a capire perché: già attraversando la capitale o recandovi in prossimità di una delle spiagge mozzafiato, vi capiterà di cogliere la promiscuità totale tra uomini ed animali e questo basta per comprendere ke i nostri standard occidentali vanno del tutto accantonati e dimenticati, pena il rischio di rimanere disadattati in un’isola che per un turista attento e sensibile a qualsiasi sfumatura, offre tutto quanto di bello e spesso inimmaginabile si possa chiedere alla propria fantasia: 1) in tutta l’isola troverete spiagge di distese bianche dalla sabbia finissima con conchiglie, coralli presenti qua e là, trasportati dall’onnipresente effetto della marea (un po’ meno evidente a nord dell’isola, dove la mancanza della barriera corallina mitiga l’allontanamento e il rientro delle acque, che altrove è puntuale e suggestivo) 2) a Kendwa vi imbatterete in un effetto colore turchese delle acque che vi lascerà senza fiato 3) a Nungwi vi meraviglierete del riflesso della luce sul mare 4) a Bwejuu camminerete per chilometri e resterete incantati dalla brezza marina calda e costante che soffierà verso la costa con sollievo indicibile, nelle ore più calde ed in serata, quando nel totale silenzio vi accorgerete che il fruscìo delle palme è una melodia straordinaria e rigenerante 5) a Paje rimarrete incantati dai colori che si sprigionano dal ritiro della marea, sul velluto di una spiaggia che assume al semplice contatto corporeo la sembianza di una soffice e lussuosa moquette o quella di un fango termale, caldo e rilassante 6) il sole potrà lasciarvi per qualche istante, ma tale è la sua potenza che pur tra le nubi vi surriscalderà prepotentemente ed incessantemente per tutta la giornata, dall’alba al tramonto e per questo non dimenticate mai di proteggervi, ma la sua compagnia è l’autentico generatore di tutta la vitalità che circonda l’isola 7) e non lasciatevi intimorire da chi vi ha descritto i zanzibarini (gli abitanti) come un po’ insistenti ed invadenti, perché se pure tali risultassero, a prima vista, sappiate che aggiungeranno alla vostra vacanza un quid di gioia e vita vissuta, seppur nella miseria e nella povertà (n.D.R. Non dimenticate mai che siamo in Africa con tutti i problemi annessi e connessi), che mai vi abbandoneranno, una volta lasciata l’isola…
perché sono loro l’autentica risorsa che vi trasmetterà tutte quelle indescrivibili emozioni che sono impresse nei nostri cuori e che entrambi, il sottoscritto e Lucia, vi auguriamo di vivere a Zanzibar, una volta arrivati.
RicordandoVi che Jambo è il saluto che rivolgerete a chiunque incontrerete nell’isola e verrete puntualmente corrisposti, non dimenticate quanto premesso: Zanzibar si trova in Africa e gli standard occidentali (mentalità, abitudini, stile di vita) vanno lasciati a casa, altrimenti questo racconto vi risulterà una favola, poco realistica e molto fantasiosa. Per noi così non è stato e ci auguriamo che altrettanto possa essere per voi.
Jambo Jambo o più semplicemente Jamboooo !