ZANZIBAR: l’isola delle emozioni

Voglio raccontarvi della meravigliosa vacanza estiva mia e di Ale per il 2006... Destinazione? ZANZIBAR! Per il periodo di soggiorno ho tenuto un diario, in cui ho raccolto i pensieri, le emozioni ed i posti visitati... Spero che sia di aiuto a chi vuole andare a Zanzibar e che sia una lettura piacevole per tutti voi! Ecco i dati del viaggio: Volo...
Scritto da: bice_78
zanzibar: l'isola delle emozioni
Partenza il: 02/08/2006
Ritorno il: 10/08/2006
Viaggiatori: in coppia
Spesa: 1000 €
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Voglio raccontarvi della meravigliosa vacanza estiva mia e di Ale per il 2006… Destinazione? ZANZIBAR! Per il periodo di soggiorno ho tenuto un diario, in cui ho raccolto i pensieri, le emozioni ed i posti visitati… Spero che sia di aiuto a chi vuole andare a Zanzibar e che sia una lettura piacevole per tutti voi! Ecco i dati del viaggio: Volo aereo: LIVINGSTONE Air Bus 330-200.

Destinazione: località PWANI MCHANGANI costa Est spiaggia di KIWENGWA.

Resort: CORAL REEF.

Tour Operator: RELIANCE TRAVEL.

Malpensa 02/08/2006 Sono le 21.45 e sono già tre ore che si vaga per l’aereoporto in attesa del volo per la nostra vacanza, la tanto attesa vacanza! Il volo è in ritardo di due ore e fuori il tempo non promette nulla di buono, speriamo che il volo sia tranquillo! Sono le 23.30 ed iniziano ad imbarcare… Zanzibar arriviamo! In volo 03/08/2006 Bè la signorina del ceck-in è stata di parola, ci ha mandati veramente in Buisness Class! Da non credere! E’ passata da poco l’una e abbiamo appena finito di cenare; serviti e riveriti, con tanto aperitivo e cena alla carta, piatti in ceramica, postate in acciaio e bicchieri di vetro! I posti sono da due e le poltrone diventano delle chaiselouge con tutte le regolazioni elettroniche… Cuscini, coperte e necessario per la toiletta del mattino… Cavoli! La vacanza è iniziata nel migliore dei modi! Mi sono appena svegliata ed il sole è già sorto… Ho dormito benissimo… Stavamo facendo colazione quando si è visto il Kilimangiaro, una sensazione strana vedere in Africa una “montagna” con la cima innevata! Uno spettacolo che solo dall’alto si può ammirare! Respiro già odore di Africa…

Zanzibar 03/08/2006 Atterraggio perfetto, nessun problema con i bagagli e fin ora sono tutti gentili! L’umidità è notevole e dei nuvoloni grigi corrono sopra di noi… L’aereoporto di Zanzibra si trova alle porte dell’unica città, così definibile, dell’isola: Stone Town; piccolo e fatiscente con un brulicare di persone non indifferente, poliziotti, addetti dell’aereoporto, donne di servizio, doganieri, gente comune e noi turisti! Si paga il visto d’ingresso della Tanzania (50$ a persona, consiglio di averli giusti e possibilmente di non pagare in euro tantè che l’importo non cambia… Sempre 50 sono!) e si va alla ricerca delle valigie! Fa caldo, molto caldo… Di aria condizionata non se ne parla ed i ventilatori a soffitto non funzionano… I bagagli vengono consegnati a mano dagli addetti, non esistono nastri trasportatori e la mancia vine chiesta appena ti portano la valigia! Ma mentre sei lì che cerhi di individuare i tuoi bagagli, ecco che cominciano a chiederti se hai da cambiare le monete di euro in $, se vuoi cambiare gli euro in $… E alla via così! Prima di petr mettere piede all’esterno vieni fermato da delle signore che ciedono senza troppi convenevoli di aprire la valigia, ora se ti vabene te la cavi con la mancia, loro fanno un segno sulla targhetta e ti lasciano andare, se ti va male devi aprire i bagagli anche se incelofanati di tutto punto! Siamo sinceri, siamo stati fortunati perchè ci hanno fermato proprio sull’uscita, si è fatto finta di non capire ciò che diceva e probabilmente la ragazza non aveva troppa volglia di lavorare! Abbiamo individuato subito la nostra referente Reliance appena fuori l’aereoporto, fatte le presentazioni e convenevoli di rito, veniamo dirottati verso il pulmino che ci portà a destinazione e lasiati in balia dei locali che chidono nuovamente di cambiare le monetine! Ci siamo allarmati quando ci viene portata via la valigia da un ragazzo che diceva di essere dell’hotel e che doveva caricarla su di un altro pulmino… Per fortuna S., capita la nostra preoccupazione, ci ha tranquillizati. Il targitto dura circa un’ora, le strade asfaltate sono due su tutta l’isola, ci informa Stefania ed hanno la guida a destra. Bè quello che si vede dai finestrini è un documentario, già in questo primo spostamento ti rendi conto che tutto quello che si legge nei forum, nei racconti di viaggio e nelle guide è vero, assolutamente vero… “Che tristezza e che desolazione” mi dico… Spazzatura ovunque, case di fango, gente vestita di stracci e scalza che gira a piedi, con biciclette sgangherate, con carretti di fortuna trainati da animali stanchi, bimbi in divisa che corrono fuori dalla scuola, operai che tornano o vanno a lavoro su furgoni enormi e malconci, trasporti pubblici insoliti chiamati Dalla-Dalla, non sono altro che furgoni con il cassone allestito con panche di legno ed un telo di protezione sopra la testa degli occupanti… Povertà e miseria soprattutto nei villagi che s’incontrano fuori dalla cerchia della città… Non avevo mai visto nulla del genere… Solo nei doumentari… Dopo un’ora di sballottamento si arriva indenni al resort, all’ingresso un portone di ferro azzurro con guardiola e servizio di sicurezza, viene registrato l’ingresso dei mezzi e finalmente si scende! L’imaptto è piacevole,molto caratteristica la hall e ache il cocktail di benvenuto… Una enorme noce di cocco fresca! Svolte le formalità di rito si prende possesso della stanza, bellissimo il numero: 123! Le stane sono dei bungalow con terrazzino ed accesso privati, esteriormente sono tutte uguali ed immerse nel verde. Siamo più o meno a metà starda tra la hall ed il mare; il resort si sviluppa sul fianco di una piccola collina qundi non manca di fare scale e stradine in salita; tanta è la vegetazione, arbusti, palme, fiori e chi più ne ha ne metta! Mamma che tranquillità! La nostra camera (standard) è ampia, spartana ma pulita, provvista dell’indispensabile (letto, comodini, un tavolino, due sedie,un armadio chiuso ed uno aperto), il letto a baldacchino, in perfetto stile africano, ha le zanzarie; le prese della corrente sono italiane e questo ci fa pensare che potevamo risparmiarci i soldi dell’adattatore, vabbè servirà la prossima volta! Il bagno è spazioso con la finestra e la doccia in muratura enorme a forma cirolare con delle minuscole finestrelle lavorate, prive di serramento ma con la zanzariera. Arrivata oramai l’ora di pranzo decidiamo, di vedere prima la spiaggia… Bè fantastica! Una lunga distesa di sabbia bianca, fine come farina e fresca come non l’avevo mai sentita… Un mare dalle mille sfumature d’azzurro con onde calme alla riva ma irrunete là dove c’è il reef… Non si fa in tempo a mettere piede sulla sabbia che si viene avvicinati subito da un ragazzo di nome A. Che ci chiede come stiamo, se siamo appena arrivati e quanto ci fermiamo… Gentile e cortese… Ci propone poi il programma delle escursioni che organizzano lui S. E T., i suoi colleghi, per tutta la settimana… Già siamo storditi dal viaggio e dall’arrivo a Zanzibar, non sappiamo neanche da che parte siamo girati e già ti chiedono cosa vuoi fare! Ma dico, un attimo di calma! Finito di parlare con lui ecco che arriva un altro… E un altro ancora… Di tutto, vogliono venderti di tutto! Escursioni, braccialetti, targhe e portachiavi di legno, tatuaggi, traccine e massaggi… Non è neanche mezza giornata che siamo su suolo zanzibarino è già avrei dovuto spendere tutti i dollari che mi son portata! Pazzeszo! Brutto da dire, ma la realtà è questa siamo dollari che camminano… Al breafing ci avevano detto che se si volea si poteva prendere per 15$ a settimana la cassetta di sicurezza, all’inizio non era nostra intenzione, ma poi vista la stanza si è deciso di depositare i dollari, i passaporti e le carte di credito! Le uniche cose che abbiamo tenuto sono stati i cellulari e le macchine fotografiche… Ma solo per comodità! Già che siamo lì a depositare, chiediamo informazioni a M., su A. E le sue escursioni… Ci racconta che loro hanno un’accordo con il resort perchè era inutile tenere le escursioni doppie! Ci rassicura dicendoci che sono professionali, ben organizzati, provvisti di assicurazione e tesserino rilascito dallo stato per fare le guide turistiche. Prendiamo anche i teli mare, li rilasciano su cauzione dicendoci che quando li riportiamo indietro ce ne danno due puliti! Il primo pasto non è andato male, si è magiato bene ed abbondante… Con nostra sorpresa scopriamo che la cucina è curata dalla mamma del direttore ed è prettamente italiana! Nessu problema a mangiare frutta e verdura, sono lavate con cura e di prima qualità… La frutta poi è squisita, dolce e profumata come non avevo mai sentito e tutta frutta esotica! Le bottiglie di acqua sono da due litri, di plastica e ben sigillate, si può stare tranquilli anche su questo, ogni stanza ha il suo blocchetto dove vengono annotate le bevande consumate e che ti fanno firmare per conferma… Bene, è ora di prendere il sole, il nostro primo sole zanzibarino! Zanzibar 03/08/2006 sera Pensavo di viverla meglio l’atmosfera aficana… Sapevo della possibilità di vedere tanti insetti e rettili, ma non pensavo di ritrovarmi in stanza al calar del sole ben sette gechi di varie dimensioni e colori! L’impatto non è stato piacevole, siamo stati ben poco in stanza e abbiamo mandato il gardiniere a rimuoverli… Mah! Comunque il pomeriggio è volato nel relax più totale! La spiaggia come già scritto è fantastica e anche i locali che la popolano non sono più di tato fastidiosi. I lettini sono molto caratteristici, fatti di legno e corda e provvisti di materassini in gomma piuma rivestiti con stoffe in cotone dai colori sgargianti. Abbiamo confermato ad A. La nostra partecipazione per domenica al Safari Blu, partenza alle otto ed intera girnata in mare, non vediamo l’ora! Bellissimo il fenomeno della marea, stamane quando siamo arrivati il mare c’era e poi nel pomeriggio senza neanche rendercene conto il mare si è ritirato… Stasera abbiamo scoerto che il fenomeno ha una cadenza di circa sei ore con una pausa di circa venti minuti… Non c’è tantissima gente ancora e la brezza dell’oceano è fantastica! Zanzibar 04/08/2006 Ho fatto fatica ad addormentarmi stanotte, tra l’idea dei gechi, il letto nuovo, la zanzariera, l’umidità e gli innumerevoli rumori della natura notturna… Comunque stamattina i gechi non si sono visti, in compenso sono comparse le formiche! Una miriade di formichne bianche che tutte ordinate correvano da sotto la porta fino su al lampadario in bagno, e non è stata l’unica sorpresa, anche il boiler che perde ed il bagno allagato! Mi tocca andare a lamentarmi (odio lamentarmi) con la direzione… Uff! Però devo ammettere che il personale italiano e zanzibarino è gentile e cordiale, disponibile e pronto a risolverti i problemi; tutti salutano e sorridono quando ti incontrano… Non tutti parlano italiano, ma lo capiscono…

Sono le 19.00 oramai il sole è calato già da un paio di ore e la brezza oceanica ci porta il rumore dell’infrangersi delle onde sul reef… Abbiamo fatto conoscenza due dei masai che girano per tutto il resort ininterrottamente il giorno e la notte, ci hanno spiegato che loro sono i guardiani del resort, che vengono dalla Tanzania e che sono qua per lavorare… “Alla casa” come la chiamano loro, hanno le mucche e una moglie, stanno qui a Zanzibar circa cinque mesi e poi tornano in Tanzania per altri due o tre… Uno ne ha quarantacinque di mucche! Sono dolci e gentili, si avvicinano con discrezione e chiaccherano volentieri… Bellisismi nei loro abiti, rossi e blu, con il loro bastone, con le loro spade di i loro capelli neri come la pece e fitti di treccine; strano vederli con indosso elementi prettamente occidentali tipo gli occhiali da sole o le infradito ai piedi…

Stasera c’è un pò di vita qua al bar, vuoi per la cena in stile swaili vuoi perchè c’è lo spettacolo di danze africane… Cerchiamo di capire come funziona il bao, ma non ci riusciamo… Beviamo dei buonissimi cocktail di frutta fresca, ma soprattutto ci rilassiamo… Il cielo è così bello, pieno di stelle e la luna è così vicina e luminosa… Buona notte Zanzibar! Zanzibar 05/08/2006 Hanno aggiustato il boiler e finalmente il bagno è asciutto! I gechi oramai sono soltanto due, Mr. Geco e GecoGeco, piccoli e chiari che appana ti vedono o sentono vanno a nascondersi! Qui le giornate passano via veramente tranquille, tra passeggiate, sole e mare… Oggi abbiamo conosciuto anche Rama uno dei pittori sulla spiaggia, realizza dei quadri fantastici! Gli abbiamo commissionato un quadro da due metri per uno e quaranta, speriamo venga bene! Abbiamo acquistato anche due Tinga-Tinga, dipinti tipici della Tanzania che raffigurano animali dipinti con colori vivaci, campiture piene ben delimitate e con la costruzione delle forme per progressive sovrapposizioni di elementi di diverso colore; in tal modo gli animali e i paesaggi che raffigurano assumono un aspetto naif che richiama una sorta di mondo incantato. Sinceramente passeggiando stamane sulla spiaggia abbiamo visto diversi pittori e bancarelle che vendevano dipinti, ma come quelli di Rama bè non li abbiamo trovati! Sulla lunga spiaggia di Kiwengwa passeggiando in compania del nostro Masai abbiamo potuto ammirare le innumerevoli capanne/negozi degli artigiani/commercianti locali… Artisti nel legno e nelle perline, nei dipinti e nelle stoffe… Unici nel loro genere e a potere si comprerebbe di tutto… Ho chiesto di farmi dei braccialetti come quelli che ho visto stamane, conla sua dolcezza e gentilezza è venuto a prendermi le misure del polso e della caviglia con un filo di paglia, tutto sorridente con i suoi “Sì..Sì” mi ha fatto capire che per domani sera sono pronti, perchè li preparano le donne Masai al villaggio sulla spiaggia… Domani, Safari Blu! Zanzibar 06/08/2006 Sveglia ore sette del mattino, colazione veloce e leggera, ritrovo alla hall per le otto meno dieci con T. E A.; siamo in tanti i pulmini sono due e il tempo non promette nulla di buono. Ci impieghiamo due ore ad attraversare tutta l’isola e giungere a Fumba, località da dove partiamo con le tipiche imbarcazioni locali chiamate dhow, alla volta della “Lingua di sabbia” e l’isola di Koale.

Lungo il tragitto diluvia e tira vento, investiamo persino un ciuchino che da in mezzo la strada non riesce a spostarsi causa l’asfalto bagnato e sporco; tanto spavento per il ciuchino, che non si è fatto nulla e per noi che potevamo ribaltarci visto la sbandata che ha preso il pulmino! Nel trasferimento si è visto di tutto, un documentario ancora più intenso di quello ammirato nel trasferimento dall’aereoporto al resort… Bimbi sporchi e scalzi che seguono il pulmino e fanno “Ciao!” con le loro manine, immondizia ovunque e sorrisi forzati… Gruppi di case di fango ammassate l’una all’altra con animali da cortile che scorrazzano liberamente lungo il ciglio della strada… Incrocio lo sguardo di una giovane madre dagli occhi neri e profondi, che tiene per mano il suo bimbo, che avrà poco più di tre anni, sorridente che urla “Jambo!”… Lei sorride forzatamente, un sorriso triste e rassegnato… Ho un nodo in gola, non è vero che “Non hanno nulla ma sono sempre felici e sorridenti” fanno buon viso a cattivo gioco, solo chi è a contatto con i turisti sta bene e lo vedi mentre passi per queste strade sterrate e per questi villaggi… Nel frattempo, T. Il nostro accompagnatore, ci racconta un pò di Zanzibar e della Tanzania e io ascolto incantata a volte sconvolta da quello che vedo… “Non è giusto… Non è giusto, io ho tutto e loro nulla!” continuo a ripetermi con le lacrime agli occhi ed il nodo in gola… “Cosa posso fare? Sono soltanto una goccia in questo pezzetto di oceano”… Solo loro possono dare una svolta alla loro vita, devono cambiare mentalità altrimenti tutti gli aiuti economici e non che possiamo dare non servono a nulla… Vivono nella miseria e nella sporcizia, girano scalzi e sporchi… Ma hanno la televisione e la luce nelle case di fango, girano con le maglie della Nike e con il cellulare… Mi viene da piangere…

Arriviamo finalmente al mare, ha anche smesso di piovere e da questo lato dell’isola il cielo è anche più sereno. Scendiamo dai pulmini si raccolgono i propri effetti e veniamo indirizzati vero la spiaggia, che qui a Fumba è di ghiaia fine mista a sabbia. T. Ci indica le nostre imbarcazioni che a prima vista sono tutt’altro che rassicuranti! Barchette di legno con la vela ancora legata una scaletta di ferro parzialmente arrugginita ed un motore fuori bordo da 15CV! Rimboccati i pantaloni e tolte le scarpe ci imbarchiamo e si salpa! T. Ci spiega come è organizzata la giornata e di illustra le varie tappe, senza neanche renderci conto siamo arrivati alla lingua di sabbia, che affiora e sparisce con il movimento delle maree. Uno spettacolo! Un mare dalle mille sfumature di blu, azzurro e verde, trasparente e limpido tanto da vedere il fondale anche a parecchi metri di profondità… Riusciamo persino ad intravedere in lontanaza un delfino! Come per magia la tristezza che mi ha accompagnato per tutto il targitto scompare alla vista di quel paradiso! Si attracca poco distanti dalla riva e si sbarca su questo isolotto interamente fatto di sabbia bianca e fine, privo di qualsiasi vegetazione e sasso… Un’isolotto in mezzo all’Oceano Indiano, dove le correnti si incontrano formando onde una diversa dall’altra, dove le risacche portano a riva conchiglie e pezzi di corallo dalle mille forme… Unico neo? I numerosi tendalini montati dagli accompagnatori per fare ombra a noi turisti! Dopo un bagno, una passeggiata in mezzo all’oceano e una merenda a base di frutta fresca e cocco, si riprende l’imbarcazione e si va a fare snorkeling poco più al largo della lingua. I fondali non sono certo quelli di Sharm, ma comunque suggestivi, ricchi di coralli e abbastanza monocromatici, di pesci tropicali neanche l’ombra! Si sta al lagro poco meno di un ora, un paio di tutti e poi via dinuovo verso l’isolotto a recuperare l’altra imbarcazione, chi non è venuto con noi e gli zaini rimasti a terra, ma non si riesce ad avvicinarsi causa le forti correnti e la marea che si alza velocemente… Siamo nel panico, io e Ale avevamo lasciato lo zaino ed i teli del hotel sull’isolotto… Dopo qualche minuto di “Scendo io a nuoto a prenderlo e vado sull’altra barca” ecco che viene preso dal buon A. E caricato anche lui sull’imbarcazione, meno male! Via dall’isolotto ci si dirige verso l’isola di Koale, prima alla laguna blu uno scorcio di paradiso fatto di rocce erose dalla marea, mangrovie ed acqua smeraldo cristallina… Peccato non aver con noi la macchina fotografica, che è rimasta nello zaino! Ci si ancora e chi vuole può fare il bagno, ma il fondale sabbioso e roccioso, e l’acqua bassa, fanno desistere a fare il bagno senza scarpette… Lo rimpiangerò per tutta la giornata! Via dalla laguna blu ci dirigiamo sulla spiagga dell’isola finalmente per pranzo, una fame! Spiaggia è di sabbia bianca e fine, mentre il fondale della battigia è roccioso, sembrano roccie di origine lavica talmente intenso è il loro grigio! Ci si siede sotto delle tettoie di legno e makuti, poco improvvisate si vede che sono lì in pianta stabile e nel giro di pochi minuti,giusto il tempo di far passare piatti, posate e bicchieri, ecco che arrivano le portate… Un tripudio di patate, gamberetti, polipi, clamari, barracuda, aragoste e cicale di mare, riso al cocco con una salsa rosa davvero squisita… Tutto il pesce è stato cotto alla brace ed acquistato stamane diretamente al mercato di Stone Town, mentre il riso è stato fatto dalla mamma di T., o almeno così dice, ma non ha imporatnza è tutto squisito, superbo e non è da tutti i giorni mangiare in riva all’Oceano Indiano! Il cibo è talmente abbondante che avanza, ne approfittano i nostri accompagnatori, mangiando insieme a noi… Non mancano l’acqua, le bibite fresche e la frutta, tanta frutta fresca buona, succosa e dolce! Che mangiata! Inevitabile fare qualche passo sull’isola ed obbliogo mettersi la crema, qui il sole è più forte che sulla costa est… Si cammina avanti ed indietro sulla spiaggia, si va al baobab giante che è gigante davvero! Imponente, coricato su di un fianco con tutte le radici di fuori ma vivo! Foto ed arrampicata sul tronco di rito e poi via verso “casa”. La girnata oramai volge al termine ma le sorprese non sono certo finite, sì perchè una volta imbarcati ecco che T. Slega la vela triangolare, la issa sull’albero e spegne il motore… Così, veleggiando al quasi calar del sole si torna a Fumba, si prende il pulmino “ammaccato” e dopo altre due ore di starda e di magoni si è in hotel… Giornata memorabile ed emozionante per soli 35$ a testa! Stanchi ma felici dopo cena diretti a nanna! Zanzibar 07/08/2006 Oggi mare! Ci si riposa all’ombra delle palme, bevendo latte di cocco e mangiandone il frutto… Oggi non è nenache tanto bello, cielo parzialmente coperto con qualche raggio di sole che filtra dalle nuvole… Oggi non c’è neanche il mare e sono le nove, vorrà dire che ci sarà oggi pomeriggio.

Abbiamo provato ad arrivare fino alla barriera approfittando della bassa marea e del cielo coperto, ma è stato difficile; primo perchèad ogni passo fatto al di là della linea immaginaria del resort , verso il mare, vieni assalito dai ragazzini il più delle volte poco più che undicenni, che vogliono venderti conchiglie, coralli, denti di squalo, oppure vogliono accompagnarti alla barriera indicandoti le specie che restano imprigionate nelle pozze d’acqua o pescandoti le stelle marine… La sostanza però è sempre la stessa, spillar dollari! Secondo perchè il mare sta già salendo e più si va in là più sono le pozze con l’acqua alle ginocchia! Abbiamo desistito, qualche scatto ad un dhow in secca, ai ricci di mare ed ai paguri e si è tornati a riva. Altre foto alla spiaggia, ai nostri amici masai, al nostro quadro che Rama sta dipingendo… Insomma, pieno relax! Prenotiamo, sempre con A., anche al gita a Stone Town ed alla piantagione di spezie per domani pomeriggio, questa volta A. Invece dei dollari vuole gli euro e ce ne chiede 10… Mah! Fortuna che nel pomeriggio è uscito un sole spettacolare, altrimenti la tintarella te la raccomando! Zanzibar 08/08/2006 Sveglia un pò più tardi del solito stamane, vuoi vedere che mi sto abituando ai ritmi africani? Cavoli, proprio adesso che è quasi ora di rientrare in Italia! Mi mancheranno questi posti e queste abitudini! Colazione, scelta lettino (qui i lettini sono così comodi per dormire, fatti di legno e corde di canapa con dei colorati materassini di gomma piuma) e sole, tanto sole! Pecato che ogni tanto i nuvoloni che corrono nel cielo lasicano cadere qualche goccia di pioggia, T. Che oggi è di turno in spiaggia, ci spiega che quest’anno la stagione delle pioggie non è del tutto finita, ha ancora qualche strascico. Mi ritengo comunque fortunata, su di una settimana è restato coperto solo per una mattina e quando piove lo fa principalmente la notte per al massimo una mezzora. Poi c’è da aggiungere che questi nuvoloni, correndo nel cielo, assumono le forme più fantasiose e fanno cabiare colore al mare, che prende tutte le sfumature del verde e dell’azzurro. Stavo dimenticando un particolare importante di T., è zanzibarino, non è mai uscito fuori dalla Tanzania ma parla italiano con un perfetto accento toscano! Zanzibar 08/08/2006 (ore 20.00) Siamo stanchi ma felici e con gli ogghi pieni della città, soddisfatti degli acquisti fatti ed io delle innumerevoli foto scattate… Dopo scrivo, ora non ho tempo ci aspetta la cena sulla terrazza a base di aragosta! Zanzibar 09/08/2006 (giornata 08/08/2006) Che serata! Che pomeriggio! Meglio andare con ordine… Ritrovo alle due del pomeriggio presso la hall del resort per il giro alla piantagione di spezie e Stone Town, puntuali si parte e la prima tappa è proprio la piantagione. Veniamo affidati ad un ragazzo che per comodità si fa chiamare Bob e ci accompagna per tutto il tour. Percorso decisamente interessante, anche se non ci troviamo proprio in una piantagione ma in un orto botanico selvaggio e lasciato un po’ al caso. Bob ci racconta, man a mano che incontriamo le varie piante, come vengono coltivate, raccolte, lavorate ed inpiegate, inserendo ogni tanto qualche aneddoto divertente, che sia reale od inventato questo non lo sapremo mai! Il pepe, il caradmomo, la cannella, la vaniglia, la noce moscata, il chinino, il coriandolo, la citronella, i chiodi di garofano di cui Zanzibar era la maggior produttrice ed esportatrice e poi gli alberi da frutto, l’ananas, la papaya, il mango e le banane… Un brulicare unico di persone in mezzo a questa ordinata giungla di spezie, pronte ad acccontentare i turisti, a servirli e riverirli… Ci hanno fatto dono di magnifici cestini di foglie di babano intrecciate a regola d’arte, di copricapi e simpatiche cravatte… Ci hanno offerto le noci di cocco, andando a coglierle direttamente dalle palme a piedi nudi, per poi sbucciarle, aprirle ed offrirle… Giovani, tutti giovani con quella luce negli occhi mista a tristezza e speranza per un futuro migliore… Una bimba dolce e curiosa sui tre anni, si è avvicinata a noi; bella… Anzi bellissima nel suo vestitino arancione e nelle sue infradito di due tagli epiù grandi, con i suoi occhi scuri e dolci non ancora capaci di tristezza… Bob che la prende in braccio dicendo che è sua nipote, lei diffidente prende le caramelle da un turista… E Bob che racconta di quando ragazzino nello sbucciare un cocco, si è tagliato la prima falangie del pollice sinistro… E lo sguardo rassegnato del ragazzo che ci raccoglieva le spezie… Ed il fare sommesso di Bob nel chiedre un’offerta per il tuor appena fatto, per i cestini ed il cocco offerto, per la gentilezza ed il rispetto che hanno avuto o molto più semplicemente perchè ne hanno bisogno… Chi vuole può acquistare le spezie pronte all’uso direttamente da loro, ma personalemente le trovo care, cinque dollari per un sacchettino di zafferano mi sembra eccessivo! La nostra seconda tappa è Stone Town, il mercato di Stone Town. Ecco la vera Zanzibar, ecco uno scorcio di vita reale, quello che volevo vedere ed assaporare… Mi sento un estrane, come essere in vetrina, qualcuno ti osserva qualcunaltro ti ignora passandoti accanto e mi chiedo “Chissà che stanno pensando?”… Si inizia il giro partendo dal mercato del pesce, inquietante! Non esistono norme igeniche e sanitarie, i banchi sono dei blocchi di cemento logori e consumati, i soffitti sono alti e non ci sono finestre, la puzza è nauseabonda e nugoli di mosche e moscerini volano sopra le nostre teste. Siamo capitati nel momento di asta ed è impossibile stare all’interno dell’edificio, tutti urlano e si agitano, probabilmente per accapararrasi il pezzo migliore al prezzo migliore! Si deve camminare in fila indiana lungo questo corridoio immaginario tra resti di razze, pesci sapda, tonni, polipi, aragoste e chi più ne ha più ne metta! Se il reparto pesce è pittoresco e sopportabile, bè quello della carne è inguardabile! La parte della frutta e della verdura è la più suggestiva di tutto il mercato, gli odori nauseabondi lasciano il posto ai profumi ed ai colori della frutta fresca maturata al sole e delle spezie, un tripudio di forme e colori! Ecco la Zanzibar dei profumi! Si riesce a girare liberamente tra i banchi, c’è chi compra la frutta, chi le spezie (sono più economiche che alla piantagione, un dollaro a sacchetto). Via dalla zona del mercato ci dirigiamo verso la città, quel groviglio di vicoli e case… Sostanzialmente ogni vicolo è tematico, stoffa, metalli, gioielli, legno, dipinti e via dicendo. Si passeggia per i vicoli stretti e sporchi, tra le case diroccate ed i negozi di souvenir, porte di legno intarsiate dai colori sbiaditi e dal fondo consumato; tante persone che ti scorro accanto senza curarsi di te, seduti sui gradini delle case, per terra oppure appoggiati ai muri… Senza renderci conto, siamo arrivati davanti alla Chiesa Anglicana; T. Chiede se siamo interessati a visitare la chiesa ed il “museo” degli schiavi un dollaro a persona.; è come varcare il confine di uno stato: guardie, sbarra e biglietteria! Una guida, secondo noi immprovvistata, ci accompagna prima nelle prigioni dove venivano stipati gli schiavi in attesa di essere battuti all’asta; delle piccole stanze dai soffitti bassi e corridoi stretti con anelli ai muri e piccole bocche di lupo da cui filtra veramente poca luce ed aria. Breve giro all’interno del palazzo dove è stata allestita una specie di galleria d’arte (si più anche acquistare). Via dal palazzo, vistita alla chiesa ed al monumento degli schiavi; realizzazione recente ma di grande effetto; si dice che le catene ed i collari siamo autentici e che sorga dove un tempo svettava verso il cielo, l’albro a cui venivano legati gli schiavi e battuti all’asta. La chiesa è imponente, peccato che sia rovinata dalle intemperie del tempo; si riesce a notare come il campanile sia alto quanto il minareto della vicina moschea e come siano allineati tra loro… Coincidenze? Non lo sapremo mai! Finita la visita guidata siamo di nuovo catapultati nei vicoli della città; seguiamo con fiducia T. Ed i suoi amici, passando per vicoli, piazzete, edifici crollati o non ancora ultimati, scuole islamiche e cristiane, giardinetti pieni di bimbi che corrono e giocano scalzi, fino ad arrivare in un vicolo pieno di negozi di souvenirs, eccoci nella Stone Town turistica! Tutti sono in starda che ti invitano ad entrae, guardare e comprare… Si trova di tutto, dall’ebano (vero e finto) all’ottone, dai quadri batik ai bauli intarsiati e cesellati, dagli oggetti in pietra alle maschere in legno; noi ci eravamo prefissati di acquistare dei manufatti di legno e così è stato. Dimenticavo, nel giro per i vicoli, non ho potuto non fotografare i bimbi…

I bimbi di Stone Town, per quanto curiosi e giocosi con noi turisti, non sempre si facevano fotografare anzi, il più delle volte correvano via divertiti da quei signori e dalle loro macchine fotografiche. Io ero lì, l’ultima del gruppo, all’uscota di quel vicolo, lì a Stone Town in mezzo alla loro vit, in mezzo a quel documentario… Risate, urla e piedi nudi che corrono, occhi che ti spiano… Mi giro, mi osservano, chi mi dice “Ciao!” chi mi diche “Jambo!” tutto in una frazione di secondo, sorrido, inquadro, scatto… Saluto con la mano libera, le bimbe sorridono ancora di più e scappano via! E io? Io resto lì con la mia Sony in mano, il cuore che batte forte ed un nodo in gola…

Finiti gli acquisti, si aspettano i soliti ritardatari che si sono persi nella miriade di negozi e botteghe, nell’attesa vieni assalito dai bimbi che ti chiedono penne, matite, quaderni e caramelle; le donne sull’uscio delle case cucinano la cena accucciate a terra con pentole malconcie e fornelli da campeggio improvvisati. Una ragazza attira la mia attenzione, mi guarda da una minuscola finestrella colorata, tenedo in braccio un bimbo di qualche mese con uno sguardo triste avvolta nel suo chador blu elettrico come i vetri della finestrella, solo in un secondo momento mi accorgo che è incinta… Come immaginavo, non si lascia fotografare, appena intuisce le mie intenzioni scivola via veloce e silenziosa. E’ un contino susseguirsi di emozioni forti ed intense, tanto da farmi sentire viva come non mai! Alla fine del vicolo si sbuca, come per magia, al porto e di fianco all “Casa di meraviglia”; antica residenza del sultano di Zanzibar; palazzo costruito in stile coloniale ma con qualche dettaglio arabesco. T. Ci racconta che la casa è stata la prima ad avere l’elettricità e l’acqua corrente.

Oramai è il crepuscolo, il sole è già oltre l’orizzonte e non c’è più tempo per andare all’Afican House per l’aperitovo ed il tramonto; è un vero peccato soprattutto perchè la colpa è di chi si è perso nei vicoli. L’aria che si respira al porto è bellissima; stupendo mischiarsi alla gente del posto e perdersi tra i profumi del cibo, i colori del crepuscolo e delle bancarelle improvvisate dei Masai. Non voglio tornare al Coral, voglio restare qui a mangiare con loro il pesce cucinato alla brace e venduto alle bancarelle, voglio assaporare le loro usanze, i loro costumi… Ma T. Deve fare il suo lavoro, oramai è buio e ci deve riportare indietro… Lungo il tragitto si incontra una marea di persone, tutte in movimento, su bici, motorini, auto, a piedi od ammassate sui Dalla-Dalla, che vanno o vengono da chissà dove! Di notte è tutto più magico! La cena a base di aragosta è stata superba, vuoi per l’atmosfera magica di cenare a lume di candela e di luna sulla terrazza, con la brezza del mare che accarezza dolce i nostri visi; vuoi prorio perchè è stato tutto squisito… Una serata indimenticabile, come lo è questa vacanza…

Zanzibar 09/08/2006 (sera) Sì, è sempre lo stesso giorno… Scrivi tu dopo la giornata passata in giro a Stone Town e la cena d’aragosta! Stamattina uno cielo limpido ed un sole splendente ci hanno permesso di prendere un bel colorito, se fosse stato così per tutta la settimana, a quest’ora sì che eravamo scuri! Comunque, visto che era l’ultimo giorno ed il mare non c’era, abbiamo deciso di passeggiare fino alla barriera corallina, è stato facile anche perchè oggi il mare ha toccato le punte massime e minime di marea. Il paesaggio che si presenta quando sei lì a due passi dal reef è lunare, roccie che sbucano dal pelo dell’acqua di un colore rossastro e dai profili taglienti… Una miriade di ricci, stelle, spugne, conhiglie e coralli pesci nenache uno! Strano camminare sopra al reef e sapere che un passo più in là c’è lo strapiombo sotto all’Oceano con le sue moltitudini di pesci e coralli… La brezza marina è frizzante e le onde che s’infrangono sul reef ci rifrescano con i loro spruzzi; il mare sta già risalendo, meglio tornare a riva… Ancora qualche istante, ancora qualche scatto… “Ciao Zanzibar!”…

Alle quattro di oggi pomeriggio, il mare ha raggiunto il punto di massima marea tant’è che ci è toccato prendere gli ultimi raggi di sole in piscina (ed è l’unica volta che si è fatto il bagno in piscina) perchè la sipaggia era invasa dal mare! Abbiamo saladato il conto, ritirato i doumenti ed i dollari rimasti e si vive l’ultima sera qua al Coral; domani mattina sveglia presto, alle quattro… Che tristezza si parte, ora prepariamo le valigie e poi nanna! “Notte Zanzibar!”.

In volo 10/08/2006 (verso casa) Il risveglio è stato traumatico, come il trasferimento all’aeroporto, il chek-in e l’attesa per l’imbarco. Certo che la giornata di uno zanzibarino inizia presto! Mentre percorravamo la strada verso l’aereoporto, saranno state più o meno le cinque del mattino, i bordi delle strade erano un brulicare unico di persone; dopo quarantacinque minuti di scossoni arriviamo all’aeroporto; piccolo dettaglio, i bagagli erano caricati su di un Dalla-Dalla mentre noi sul solito pulmino; neanche il tempo di fermarsi, che un maipolo di locali si accalca velocemente verso il Dalla-Dalla! Panico! “Ma che stanno facendo? Che vogliono?”… Ale scende di corsa dal pulmino e va a vedere di recuperare la nostra valigia, mentre io vengo “assalita” dai soliti che vogliono cambiare le monete di euro in dollari o scellini. Ale riesce a prendere la valigia, ma rimane scioccato dal comportamento di queste persone; “Ci saranno state almeno cinque ragazzi su quel Dalla-Dalla, che passavano ad altrettanti ragazzi a terra, i bagagli più grossi e pesanti! Mentre aggrappati alle fiancate altri ancora cercavano di prendere zaini e borse! Ho dovuto alzare la voce per farmi dare la valigia! Pazzesco! Non pensavo di trovare una situazione del genere! E per giunta alle sei del mattino dopo un’ora di sballottamento ed una levataccia! E tutto per cosa? Tutto per spillarti fino all’ultimo centesimo! Assurdo!”… Questo il commento di Ale appena mi ha raggiunto verso il chek-in, se così lo si può chiamare; sono in sontanza dei banchetti di legno recanti il nome della compagnia aerea e una bilancia da macello, messi lì in strada a ridosso del marciapiede appena sotto la tettoia dell’ingresso all’aeroporto! Se non era per la confusione e l’ora, avrei fatto un bel servizio fotografico! La signora della Livingstone controlla i documenti, ci chiede i trentatre dollari a testa (otto più venticinque per il visto d’uscita al paese e le tasse aeroportuali), ci assegna i posti e compial a mano i biglietti aerei! Appena concluso il chek-in, bisogna armarsi di tanta pazienza perchè è la loro ultima occasione per “spillare” qualche dollaro al turista, quindi chiedono in continuazione la mancia, dal poliziotto alla donna dei servizi, se non se ne ha voglia o se non ne si hanno più basta dire di “No” e ci si sente rispondere “Hakuna matata” (nessun problema). Le uniche mancie che abbiamo dato, e che consiglio di dare, sono quelle relative ai bagagli almeno si sta sicuri che non le aprono e che vengono imbarcate anche perchè c’è solo un nastro che imbarca i bagagli e solo due persone che lo fanno e finchè la valigia non è imbarcata meglio non perderla di vista! L’attesa nell’area del gate è stata lunga, come è lungo questo viaggio di ritorno a casa, alla vita di tutti i giorni… Non siamo più in Buisness Class, ma anche in Economy non si sta male, riusciamo persino a spostarci di posto ed andare vicino al finestrino c’è più posto per le gambe rispetto ad altre compagnie aere ed il cibo è veramente buono…

La vacanza è finita davvereo, è stata una settimana intensa e ricca di forti emozioni, Zanzibar la porto nel cuore ed il mal d’Africa ahimè esiste davvero… Jambo! INFO, CONSIGLI ed LINK UTITLI.

Un paio di consigli: portate penne, matite e quaderni per i bimbi dei villaggi e di Stone Town, magliette ciabatte e vestiario in generale per i “grandi”, dollari usa fin dall’Italia perchè il cambio là è sconveniente e per loro euro uguale dollaro, tenete conto che c’è da pagare il visto d’ingresso (50$) il visto d’uscita ($25) e le tasse aereoportuali (8$), se volete fare acquisti sia sulla spiaggia che in città conviene utilizzare la loro valuta (scellino abbreviato con ths), fidatevi dei così detti “beachboys” per le escursioni sono professionali e gentili, non date mancie ai bimbi, meglio una penna o una caramella o del pane, evitate di dare direttamente le medicine ai locali, non sanno a cosa servono e come assumerle meglio lasciarle alla struttura dove alloggiate se qualcuno dei villaggi intorno sta male il più delle volte bussa alla porta del villaggio turistico, come in tutta l’Africa per qualsiasi tipo di acquisto ricordate di contrattare il prezzo e siate sempre gentili perchè loro lo sono sempre nei confonti dei turisti! Al Coral Reef, struttura completamente a gestione italiana e familiare, si mangia bene (cucina esclusivamente italiana), la frutta e verdura sono lavate con cura e si possono mangiare tranquillamente; la spiaggia è attrezzata con lettini e materassini, i teli mare si possono prendere alla reception su cauzione e si possono avere puliti ogni giorno; le camere standard sono ampie, spartane ma pulite, provviste dell’indispensabile ed il letto ha le zanzarie; ricordate che siete in Africa quindi gli insetti abbondano ed è facile trovarsi in stanza alla sera dei gechi piuttosto che formiche, ragni ecc… I gechi non fanno nulla, anzi mangiano le zanzare e appena vi vedono o sentono si nascondono! Tutto il resort è articolato su di una collina, le camere più belle si trovano direttamente sulla spiaggia; tutte sono dei bungalow con terrazzino ed accesso privati. Tanta vegetazione, arbusti, palme, fiori e chi più ne ha ne metta! Il personale sia italiano che locale è gentile, cordiale, simpatico, sempre disponibile e pronto a risolverti i problemi! Il mare è selvaggio, molto forte è la presenza delle maree con una cadenza di c.A. 6 ore il mare va e torna a volte ritirandosi fino al reef (c.A. 1km)! Le escursioni si possono fare tranquillamente con i beach boys che si trovano sulla spiaggia. Non c’è animazione, la sera per c.A. 1 ora vi è un intrattenimento musicale (al bar) oppure con spettacoli locali (danze africane, masai e giocolieri). La piscina è piccola, ma basta per quelle ore che manca il mare. Il bar è ben fornito e offre dei buoni drink sempre con frutta fresca, il ghiaccio è fatto rigorosamente con acqua imbottigliata. Per chi cerca tranquillità e contatto con la natura in un ambiente familiare il Coral Reef Resot è un buon compromesso tra qualità e prezzo! Ci si è trovati bene e ora che si è a casa ci manca quella pace! I medicinali ed il necessario per il primo soccorso, conviene dall’Italia; noi abbiamo fatto la profilassi anti-malarica con Lariam che non ci ha dato nessun fastidio, le zanzare nonostante non era la loro estate, erano presenti anche se poche; personalmente meglio prendere il Lariam che ammalarsi di malaria! Ci siamo poratati antinfiammatori, fermenti lattici, antidiarroici, antibiotico a largo spettro ed antipiretici, pomata contro gli eritemi, le scottature e le punture d’insetti oltre a disinfettante, cerotti e garze. Non abbiamo avuto bisogno di nulla fortunatamente ed i medicinali li abbiamo lasciati a M., responsabile del resort.

(tour operator) (guida online di Zanzibar) http://it.Wikipedia.Org/wiki/Zanzibar (nozioni da enciclopedia) (sito ufficiale della Commissione per turismo a Zanzibar) http://www.Ilgirodelmondo.It (Centro di Medicina dei Viaggi)



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