Zanzibar, il mal d’Africa esiste davvero
Partiamo da Milano Malpensa con il volo Qatar delle 15.55 con scalo di circa 3 ore a Doha con destinazione Zanzibar alle ore 8.20; ottima compagnia aerea sotto tutti gli aspetti tranne per il cibo ma solo perché noi non amiamo le pietanze speziate. L’aeroporto di Zanzibar è piccolissimo e nonostante il caldo non c’è aria condizionata; paghiamo 50 dollari a persona la tassa di soggiorno per poi passare nella seconda coda per il controllo dei documenti.Una volta usciti, ad aspettarci c’era la navetta del Palumbo Kendwa Resort che in un’ora e mezza circa di tragitto ci ha accompagnato in questa suggestiva e tipica location africana dove ad attenderci c’erano i Masai, gli stessi ci hanno accompagnato in camera e portato le valigie. Come già previsto all’arrivo alla reception del resort abbiamo dovuto immediatamente pagare la tassa di soggiorno, 7 euro al giorno a persona. L’albergo si trova a 5 min di Dalla Dalla dal mare, questi vanno avanti e indietro durante tutto il giorno e la sera fino alle 23 opp su chiamata direttamente dalla reception, ( il dalla dalla è un tipico furgoncino scoperto), durante il percorso fino alla spiaggia del Resort si attraversa un villaggio e si tocca con mano la vita degli abitanti e sopratutto dei bambini che immancabilmente corrono dietro il pulmino e chiedono caramelle ed euro. In spiaggia si può fare o rifare colazione fino alle 10, il pranzo dalle 13 alle 14.30, lo spuntino alle 17 e la cena dalle 20 alle 21.30 nel resort tutto solo a buffet abbastanza vario e buono. I lettini sono dotati di materassini e le asciugamani si ritirano in reception pagando una cauzione di 10 dollari a persona. Non c’è animazione pur essendo presenti 3 ragazzi di cui una italiana che ti intrattengono durante il giorno, la sera invece dopo la cena inizia lo spettacolo sul bordo della piscina che dura circa un’oretta che variano ogni sera proponendo dagli acrobati. alla danza tipica dei Masai, allo spettacolo con i serpenti, alla danza del falò in spiaggia. Per quanto riguarda le escursioni ci siamo rivolti a Pietro un ragazzo zanzibarino che ci ha accolto appena arrivati, dandoci tutte le info necessarie sul resort e sulle varie escursioni così come avrebbe dovuto fare il dipendente Margò ( tra l’altro mai visto e sentito). Insieme a Pietro persona simpaticissima che parla e capisce l’italiano meglio degli italiani, abbiamo deciso di fare le tartarughe giganti a Prison Island e Nakupenda che è una lingua di sabbia che sparisce con l’alta marea ma con un mare straordinario compreso il pranzo a base di pesce e frutta che ci è stato servito seduti a terra sotto una tenda per ripararci dal sole a picco. Il giorno seguente abbiamo visitato Stone Town la città natale di Freddy Mercury ma dove si vive la povertà e dove l’unica cosa che ci ricorderemo è il mercato puzzolente passando davanti all’esposizione della carne e del pesce dove la pulizia e l’igiene è inesistente e dove su uno di questi marmi sporco di sangue fuoriuscito dalla carne c’era un uomo che dormiva; al termine tour delle spezie fatto di gran corsa per l’imminente arrivo della sera. Ultima escursione prenotando il taxi è stata quella che abbiamo fatto per andare al The Rock Restaurant dall’altra parte dell’isola circa 2 ore di strada piena di buche senza marciapiedi e con pedoni, biciclette, animali e carretti che sbucavano da ogni parte e sopratutto per la guida a sinistra; il ristorante che è uno dei 10 più strani al mondo si trova su uno scoglio e a seconda della bassa marea o dell’alta marea ci si arriva o si ritorna a piedi o con la barchetta, offre la possibilità di pranzare o cenare sia all’interno che fuori e va solo su prenotazione, il menù è vario e a km 0 ed il prezzo medio alto ed il gestore italiano di Milano
INFO UTILI:
– Le mance non sono obbligatorie e tutti i pagamenti sono richiesti inizialmente in euro;
– I Masai ed i beach boys uomini e donne e persino i bambini vi assilleranno ma se dite che avete già acquistato, facilmente se ne faranno una ragione;
– A Kendwa ci sono delle enormi spiagge bianchissime dove la sabbia non scotta, con il mare dai colori caraibici e sul fondale delle coloratissime stelle marine e sopratutto i tramonti da lasciare senza fiato, tant’è che arrivavano anche da altre spiagge in attesa di vedere calare il sole;
– Lungo la spiaggia ci sono i negozi di brand mondiali che vendono souvenir.
– Ogni resort è sorvegliato giorno e notte da guardie armate che tengono a distanza i beach boys non solo dai turisti.