zanzibar, di tutto di più…
Dopo alcuni viaggi non precisamente comodi ho pensato di andare con mia moglie a Zanzibar. Dopo aver letto i racconti dei “turisti per caso” (mare, relax, e molto altro) mi convinco. Racconterò di luoghi (poco, si troverà di più nelle guide) e di emozioni ( molto!). Sono per me l’essenza di un viaggio e il modo migliore per fissare i momenti vissuti, anche quelli apparentemente insignificanti. Partenza da Bologna con volo Eurofly alla sera e arrivo al mattino a Zanzibar.
10/02 Già sapevo della riconsegna delle valigie che, dopo aver pagato il visto d’ingresso, avrei dovuto sorbirmi. Ha superato ogni immaginazione ma, organizzandoci, è stato addirittura pittoresco e, personalmente, pure divertente. Il tizio che mi ha consegnato la prima valigia non ha chiesto nulla. Lo stesso, alla seconda valigia, ha fatto tutto il giro del bancone per portarmela…in cambio di 1 dollaro. Mi ha trattato bene! Breve corsa in pulmino e siamo al Coral Reef Ora Resort a Pwani Mchangani, nordest dell’isola. Molto carino, accoglienza discreta, non molto pieno. Ci danno un villino separato dalle alte costruzioni e spaziosissimo, anche troppo per noi due. Occhiata al mare (ma dov’è?…lontano, lontano…) e alla spiaggia (infinita…). E’ bassa marea ed è uno spettacolo. Sabbia corallina bianca e impalpabile (e non scotta) ma con tracce evidenti di alghe sulla risacca. Alghe che mai verranno tolte ed è un peccato. Sole ma anche ombra sotto palme e alberi vari. Molto raccolto ma davvero bello. Siamo solo italiani e questo fa sì che ogni cosa sia fatta per gli italiani. La cucina( italiana ma con costante presenza di quella zanzibarina , entrambe veramente ottime), l’animazione, il personale. Anche quello locale parla italiano. Si è alzata la marea ed è un altro spettacolo con i colori dell’acqua. Bagno obbligatorio nell’acqua cristallina e passeggiata con la nostra “scorta”. Avremo infatti sempre un Masai che ci accompagnerà in ogni spostamento fuori il perimetro del villaggio per evitare di essere troppo importunati, cosa peraltro mai successa. Mentre la compagnia di questi ragazzi si è sempre dimostrata oltremodo piacevole ed interessante. Siamo comunque stati contattati dai beach-boys che propongono qualsiasi cosa: acquisti (di tutto) ed escursioni. Siamo stati tentati visto le splendide recensioni dei “turisti per caso” ma ci siamo affidati comunque al villaggio. Hanno abbassato i prezzi (anche se rimangono più cari) e abbiamo trovato una bella e gioiosa compagnia con la quale fare queste escursioni, cose entrambe importanti. Una nota particolare per Erika e Letizia le simpaticissime sorelle marchigiane con le quali abbiamo “legato” da subito, ma anche tanti altri (moltissimi giovani) veramente disponibili. Si è fatta sera e dopo cena scopriamo un altro spettacolo che emoziona: il cielo, con stelle così grandi e luminose che sembrano vicinissime, così numerose che sembrano concentrate tutte in questo spazio di cielo. Sarà, ogni sera, il modo migliore di darci la buonanotte.
11/02 Anche la colazione supera la prova e pensiamo di aver capito che sotto la vigile discrezione della signora Nella il cibo sarà sempre soddisfacente. Sarà sempre presente a spiegare i piatti del buffet a tutti con pazienza. Mattinata di relax e decidiamo di “esplorare” la bassa marea e di andare a piedi alla barriera corallina. Scortati dal nostro bravo Masai ci avviamo. Non si arriva mai! E’ impressionante di quanto si ritiri (4/500 metri) il mare. Camminiamo su un mondo di ricci, conchiglie, granchi ,molluschi, pesciolini colorati prigionieri nelle pozze lasciate dal mare e stelle marine di tante varietà, dalle piccole di varie forme a quelle grandi e coloratissime. Nonché coralli. E’ strano ed entusiasmante allo stesso tempo con la bianca distesa della sabbia alle spalle fino alla linea indefinita della costa e il colore blu-verde-azzurro del mare davanti! Pomeriggio uscita a Nungwi, spiaggia fantastica sulla punta nord dell’isola. E’ veramente bella con sabbia e acqua tutte da godere ( e infatti ne abbiamo goduto) anche se il caldo è veramente micidiale. Al momento del tramonto, che dicono essere il più bello dell’isola, tutti schierati sulla battigia super-armati di qualsiasi cosa fosse in grado di riprendere. Nel momento più infuocato si è messa proprio lì una nuvola. Tramonto mestamente offuscato ma, comunque, da ammirare. Ritorno e dopo cena giochino da villaggio molto soft ma molto coinvolgente. Ha fatto molto ridere e discutere.
12/02 Solita ottima colazione (la frutta qui la fa da padrona) e ci prepariamo, dopo aver fatto un altro giro alla barriera corallina, per andare in una scuola di un villaggio non molto lontano (Pwani Mchangani) per lasciare una valigia di magliette, penne, matite e cancelleria varia. La nostra guida locale, Tartaruga, ci da un orario ma non si ricorda che il venerdì i bimbi escono prima e quindi non troveremo nessuno nella scuola. Si andrà un altro giorno. Si ritorna in spiaggia: quel che è perso è perso. Dopo pranzo si va alla piantagione delle spezie e a Stone Town, il capoluogo. Interessante il giro delle spezie, dove una brava guida ci ha fatto vedere le piante dalle quali, nei modi più strani, si estraggono le varie spezie. Le loro qualità culinarie, medicinali, cosmetiche o semplicemente i loro profumi ci hanno coinvolto. Siamo stati seguiti da bambini lungo tutto il percorso: qualcuno si avvicinava timidamente e con qualche penna (chi l’aveva) siamo riusciti ad accontentarne qualcuno. Alla fine del tour ci circondavano, soprattutto i più grandicelli, per chiederci soldi o, in qualche caso, per venderti animaletti fatti con le foglie di palma. Comunque sempre con il sorriso e con grandi saluti. Si va a Stone Town ed è stata una mezza delusione. Affascinante il grande mercato della frutta, verdura, pesce e carne ma vista l’ora ( era pomeriggio inoltrato e non esiste refrigerazione) l’odore forte, a volte nauseante, del pesce e della carne ci ha fatto attraversare il mercato non proprio “pole pole”. Comunque da non perdere. Il resto della città lo abbiamo attraversato troppo velocemente e pochi sono stati gli angoli degni di nota che siamo riusciti a vedere. Una piazzetta, punto di ritrovo per caffè e chiacchiere, molto frequentata naturalmente da soli uomini; i portoni di alcune case signorili di arabi e indiani ricchi (loro è stata la presenza più significativa) distinguibili da precise linee architettoniche; la zona del porto con il grande “ristorante” all’aperto. Ritorniamo al villaggio, doccia e cena tutta dedicata ai sapori zanzibarini. Eccellente! Serata poi con lo spettacolo di acrobati locali molto bravi e divertenti.
13/02 Stamane sveglia presto per un tour giornaliero. Si parte con cielo coperto che continuerà per alcune ore. Per fortuna, dico io, visto che arriviamo su una lingua di sabbia che emerge solo con la bassa marea e sulla quale l’ombra non c’è! Poi con qualche telo, abbondante frutta e acqua siamo già sistemati. Fa un certo effetto vederti in questo piccolo, effimero suolo circondato da acqua infinita e meravigliosamente cristallina da ogni lato. Che fra non molto scomparirà…e si guarda con riconoscenza alle barche ormeggiate, meglio essere prudenti…La marea inizia a montare e allora tutti a bordo, destinazione la vicina Kwale. Pranzo a base di pesce (cicale, polipo, gamberi, aragoste) e molta frutta. Il tutto cotto in una “cucina da campo” con i fuochi e le griglie appoggiati su pietre e sparsi in una radura. Molto pittoresco, veramente buono e spazzolato senza pietà ma diciamo che l’igiene non è stata la loro principale preoccupazione. Pennichella e passeggiata per vedere un imponente baobab (dicono abbia 800 anni) che, anche se caduto, continua a vegetare. E’ strano vedere queste radici, che sembrano più dei tronchi di notevoli dimensioni, andare scoperte dall’albero a terra formando un originale scultura. Un po’ di foto e soprattutto tante risate con una compagnia sempre più partecipe e, dopo un incontro ravvicinato con un paguro a spasso fra gli alberi, un po’ di shopping sulla spiaggia ma…inizia a piovere! E pensare che lo avevo previsto, ridendo, qualche ora prima…figurarsi quanto da menagramo mi son preso. Ma dura poco. Giro di fine shopping per acquistare due parei e ci si imbarca per la laguna delle mangrovie. Un angolo di vero paradiso questo posto, racchiuso entro rocce erose in modo particolare, quasi delle sculture che proteggono gli innumerevoli alberi di mangrovia che fanno da corona ad acque di una limpidezza unica. Molti si sono tuffati e, al momento di ripartire, qualcuno non voleva saperne di uscire. Si va e dopo un po di navigazione e molto di bus si arriva al villaggio molto stanchi. Il caldo, il sole e il mare ci hanno messo a dura prova e credo che nessuno sia stato esente da qualche scottatura, nonostante ripetute spalmate di alta protezione. Doccia super, un po’ di relax al bar con le elegantissime Erika e Letizia e poi a cena. Ancora un gioco serale molto simpatico e poi….patatrac! A letto.
14/02 Dopo colazione ci siamo avviati alla via dello shopping (la spiaggia) dove si trovano i negozi più conosciuti: Coin, Prada, H&M, Emporio Armani, Morellato gioielli, ecc. (cioè le baracche sulla spiaggia). Tutti ti chiamano e ti invitano ma non sono ossessionanti. Se compri, bene, altrimenti “akuna matata”…ma una visita nel “negozio” è bene farla, almeno per ricambiare la loro gentilezza. Il sole scotta e brucia la pelle e torniamo alla dolce ombra delle nostre palme. Una goduria!! Pranzo e pomeriggio di snorkeling all’atollo di Mnemba. Veloce corsa in motoscafo e mano a mano che ci avviciniamo mutano i colori dell’oceano. Ci sono tutti: blu cobalto, turchese, verde chiaro e scuro, azzurro e bianco vicino ai banchi di sabbia. Si vedono i fondali con una ventina di metri di profondità. Arriviamo nei pressi dell’isola (sulla quale non si può scendere), ci tuffiamo ed è un altro mondo. Tanti pesci incredibilmente colorati, coralli, stelle marine e rocce ricche di piante. Ma devo risalire: mi si è bloccata la digestione e devo rinunciare anche al tuffo successivo. E manco abbiamo visto i delfini; ci hanno detto che è troppo caldo e si rifugiano in acque più profonde mentre quelli che sono venuti al mattino sono riusciti a vederli. Rientro, per me, un po’ mesto. Dopo una pennichella rigeneratrice sotto le amate palme, mini giro per comprare dipinti. Mi piace un soggetto ma non il formato e… “akuna matata”: te lo dipingono e tra due giorni è pronto e asciutto (e a metà lavorazione ti fanno vedere se è di tuo gradimento…). Sono fantastici. Tutti. Cena e serata karaoke.
15/02 Oggi giornata intera impegnata in varie tappe. Cominciamo con Prison Island. Tartarughe giganti di terra che ci accolgono e si fanno beatamente fotografare in ogni posa in cambio di alcune manciate di spinaci. La visita alle vecchie prigioni, dove venivano “sistemati” gli schiavi prima di essere imbarcati per l’America, non è granchè e molto viene lasciato all’immaginazione. Ancora barca per andare in una lingua di sabbia che, anche questa, con l’alta marea scompare. Molto carina e tranquilla con il mare come protagonista, con trasparenze da…cartolina! Un gazebo tutto bianco e infiorato ospita una coppia di sposi che consumano il loro pranzo, cotto sul posto con tanto di griglia. Tavolo e sedie foderate di bianco e una tavola coloratissima completano il tutto. Set da soap opera… Per noi,comuni mortali, pranzo frugale ma buono sotto una normalissima tenda. Tutt’attorno è un trionfo di colori e c’è un sole che abbaglia e surriscalda. Niente di più benevolo per le nostre umide ossa! Assistiamo alla marea che comincia a salire coprendo pian piano questa piccola, incantevole lingua di sabbia immacolata. Hai l’impressione di essere su un sommergibile che sta iniziando l’immersione! Ed è ancora barca. Si va in terraferma e ci fermiamo, dopo una breve corsa in bus, a vedere in un giardino un piccolo iguana, un pitone, un varano e il simpatico bush baby (lemure), accompagnati da un ragazzo con una scimmietta al seguito che subito è diventata la coccola di tutti. Poca strada in bus e stiamo osservando le incredibili evoluzioni delle scimmie dalla schiena rossa. Simpaticissime (tranne che per mia moglie…) e giocherellone, fanno a gara per farsi notare e…ci riescono benissimo! Altro trasferimento e ci troviamo a camminare su una passerella tra l’intrico delle mangrovie. Il fascino di queste radici che sembrano sollevare i tronchi dall’acqua non ha eguali. L’architettura e il design di questo posto, che la natura ci propone, trasmettono emozioni profonde. Rientro, doccia e cena con grande tavolata (con sconvolgimento della signora Nella) per salutare quelli che sarebbero partiti la mattina dopo. Si era creato un bel gruppo e un bel saluto era indispensabile. Sorpresa della serata: la signora Annamaria, mamma di una ragazza del gruppo, compiva gli anni. 81 per la cronaca, portati benissimo e grande viaggiatrice. É entrato tutto lo staff della cucina in fila indiana, con la torta in testa, cantando e ritmando il canto con posate e vassoi. La serata è terminata con le danze Masai, con i loro ritmi ossessionanti ottenuti attraverso l’emissione di suoni vocali tutti diversi tra loro. I grandi salti e lo strano inarcarsi dei busti creano una sorta di magnetismo in chi li guarda. Quattro chiacchiere (sempre più belle) e alla fine gli ultimi saluti a chi parte la mattina presto. Tra tutte queste persone un pensiero particolare a Gigi di Torino per la sua delicata e simpatica presenza.
16/02 Dopo la solita buona colazione per soddisfare il corpo, due sane chiacchiere con risate per sollevare lo spirito, siamo pronti per andare assieme a Tartaruga, la nostra guida locale, in una scuola del vicino villaggio di Pwani Mchangani. Veniamo accolti dal preside che ci spiega sommariamente la tipologia della scuola e il suo funzionamento. Ci spiega che la scuola non è gratuita, che le divise (obbligatorie) le devono comprare le famiglie ed è per questo motivo che vediamo ancora molti bambini per le strade, non avendo le loro famiglie il denaro sufficiente per tutto questo. Si affidano molto alle donazioni di vario genere (ogni tipo di materiale didattico e denaro) che possono arrivare da ogni parte. Noi ci siamo portati una valigia di cancelleria e vestiario che, unito al materiale di altri componenti il nostro villaggio, abbiamo lasciato alla scuola. Siamo entrati in un’aula della “secondary school” (13 – 15 anni) e siamo stati accolti con simpatia, curiosità ma anche timidezza. Lezione di scienze in corso con disegni e scritte fatte su una lavagna a tutta parete e seguite con attenzione (prima che arrivassimo noi). Classi ordinate e pulite in un contesto scolastico veramente ottimo. Stanno costruendo, un po’ alla volta e fondi permettendo, un padiglione dove iniziare con l’informatica e con laboratori scientifici. Ci sperano molto nella sua realizzazione per poter fare un ulteriore salto di qualità. Ritorniamo al resort contenti di aver trovato una situazione molto buona. Devo andare a ritirare il braccialetto che ho ordinato da Ambrogio quello dell’”emporio armani”, uno dei negozi dalla “via dello shopping (la spiaggia). A un certo punto, sotto le palme, ci sono alcune donne Masai che confezionano i loro prodotti e con loro ci sono alcuni bambini piccoli. Bellissimi e intimiditi dalla inevitabile quantità di gente che li osserva . E, purtroppo, spuntano le caramelle, fin troppe. E’ una mia opinione, credo però condivisa da molti, che non sia una cosa buona dare caramelle. Danneggiano i denti e non ci sono possibilità di curarli e tenerli in ordine. Intanto mi ha raggiunto Ambrogio in persona, un Masai simpaticissimo e chiacchierone, che mi accompagna nel suo “negozio” a ritirare il braccialetto. Non mi chiede di comprare altro e, anzi, mi riaccompagna fino al resort. Mi racconta, gli racconto e sembra che ci conosciamo da sempre. Fantastico! Un caloroso, semplice saluto e gli immancabili splendidi sorrisi. Il resto del giorno relax e preparazione valigie. Ci concediamo un bagno (vista l’alta marea), un giretto al banchetto dei nostri Masai per le ultime curiosità e l’acquisto di un paio di magliette alla boutique del villaggio. Un pensiero particolare ad “Agostino”, il più giovane dei nostri angeli custodi Masai. Ci era particolarmente affezionato e noi a lui e spesso si intratteneva con noi, cercando di imparare qualcosa in più per il suo scarso italiano. Bellissimo e sempre sorridente ce lo siamo coccolati e ci siamo fatti coccolare. Cena e serata di commiato per chi parte la mattina dopo. Noi siamo i primi (sveglia alle 4.30) e ci salutiamo la sera stessa. Molta allegria e un po’ di emozione per dei compagni molto disponibili e carini. Il nostro particolarissimo pensiero ad Erika e Letizia con le quali abbiamo condiviso, oltre ad escursioni e grasse risate, anche un po’ di cuore. Grazie ad Elisabetta e a papà Antonio, mio “collega”; a Paola, Anna e alla strepitosa mamma Annamaria; a Simona, Sandra, Michela, Elena e a tutti gli altri ospiti che hanno reso piacevole questo soggiorno. Ottimo tutto il personale del Coral Reef, discreti ma sempre presenti, con un cenno in più per Simone, un animatore casinista ma con mille attenzioni. Partiamo e il tassista ci racconta delle scuole, visto che stiamo osservando moltissimi bambini lungo le strade che si dirigono a scuola (sono le sei del mattino). Sono tutti disponibili a fare quattro chiacchiere ed è una occasione da non perdere per cogliere molti aspetti della loro vita e delle loro usanze. Ne vale veramente la pena. Arrivo all’aeroporto e l’odissea vissuta all’arrivo ci sembra una situazione piacevole se confrontata con le operazioni di imbarco. Tutti, ma proprio tutti, anche chi apparentemente non c’entra, ti chiedono più o meno spudoratamente la mancia e si concentrano sul modo migliore per averla. Controlli valigie ma, soprattutto, bagagli a mano che vengono aperti spesso (senza mancia). Ma nemmeno ci guardano dentro. Finalmente si va e dopo lo scalo a Mombasa (e otto ore di volo) arrivo a casa. Grazie Zanzibar e …akuna matata!
Con la gente del posto fate sempre un sorriso: vi verrà restituito cento volte e più; il saluto è una festa e intrattenersi a fare quattro chiacchiere è il piacere di condividere le loro cose; sono sempre cortesi perchè fa parte del loro mondo e della loro indole. Abbiamo visto un mondo povero ma ricco di una dignità che molto spesso noi non sappiamo più cos’è. Ci sono scuole in tutti i villaggi e anche se tutti non se lo possono permettere si sta facendo un grande sforzo per l’istruzione. Portate cancelleria a e vestiario per bambini e ragazzi. Se la roba è molta cercate di evitare di distribuirla direttamente tra la gente se non controllati perchè si rischia di creare confusione e disequità. Quando siete lì non complicatevi la vita: hakuna matata e con i loro ritmi ma anche con le loro attenzioni e disponibilità ogni cosa si sistema.
Jambo.