Zanzibar: colori, profumi e… Pioggia!

E’ l’alba e tra nuvoloni neri e gonfi, quasi minacciosi si intravede dall’alto dell’ aereo qualche lingua di sabbia bianca in mezzo ad un mare che dire che è azzurro è quasi un’offesa. Dopo le mille peripezie all’aeroporto di Zanzibar dove tutto và liscio come l’olio se hai una scorta di banconote da 1 $, saliamo sul pullman che...
Scritto da: Elisa Guaitoli
zanzibar: colori, profumi e... pioggia!
Partenza il: 11/08/2005
Ritorno il: 18/08/2005
Viaggiatori: fino a 6
E’ l’alba e tra nuvoloni neri e gonfi, quasi minacciosi si intravede dall’alto dell’ aereo qualche lingua di sabbia bianca in mezzo ad un mare che dire che è azzurro è quasi un’offesa. Dopo le mille peripezie all’aeroporto di Zanzibar dove tutto và liscio come l’olio se hai una scorta di banconote da 1 $, saliamo sul pullman che ci porterà al Mapenzi Beach Club. Dopo un’ora e mezza di viaggio con guida “vivace” a sinistra tra villaggi vibranti di gente e colori, palme altissime e strade di terra color “campo da tennis” con buche che costringono ad un certo punto a tirare il freno fino alla velocità del passo d’uomo, arriviamo finalmente all’hotel. Maury è lì che ci aspetta, lui e la sua famiglia sono qua già da una settimana, e ci fa lui da Cicerone, dice “jumbo” e “hakuna matata” a tutti, è ormai di casa, è già uno Zanzibarino. La camera non è pronta e così corriamo, con ancora i vestiti addosso, a mettere i piedi ammollo in un mare che prima di quel momento abbiamo visto solo in cartolina, sulle riviste e in qualche documentario. Non esiste aggettivo o foto che possano descrivere un mare e una sabbia così, certe cose vanno provate coi sensi, in tempo reale. Nonostante al nostro arrivo ci sia un bellissimo sole, ci dicono che il tempo non è stato tanto bello e in seguito purtroppo ce ne accorgeremo…! Piove tutti i giorni, soprattutto la mattina, e quando piove in posti del genere, di pioggia ne scende tanta, è fitta fitta e in pochi secondi ci si trasforma in pulcini inzuppati. La gente del posto dice che è un tempo un po’ anomalo, che ad agosto può piovere, ma non così tanto e così spesso…E così noi ci sentiamo ancora più sfigati! Ma per fortuna “l’amica” pioggia, nei momenti giusti, si è fatta da parte e così le escursioni sono state tutte asciutte per fortuna. E’ ormai inutile e ripetitivo decantare il “mitico Ronaldo” (non stiamo ovviamente parlando di calcio), affidarsi a lui è la cosa migliore, le escursioni sono ben organizzare, tutto è puntuale, si fa con calma, ci si sente sicuri e si paga alla fine senza sorprese dell’ultimo momento per non parlare del notevole risparmio. Zanzibar è piccola ma ha un sacco di cose da vedere. I delfini neri a Kizimkazi, la Jozani Forest con le sue protettissime scimmiette rosse Colobus, il meraviglioso mondo delle spezie in mezzo ad un mescolio di profumi sapientemente e simpaticamente illustrato da “Rambo Nero”. Nello scoprire le meraviglie di quest’isola abbiamo anche rischiato di piantarci in mezzo metro di fango rosso in mezzo alla jungla per raggiungere la spiaggia che ci avrebbe portato alla piccola isola di Quale (si pronuncia così ma non so come si scrive) non abitata da uomini ma bensì da paguri di terra enormi (tranquilli non pungono e non mordono); in questo posto che sembra abbandonato dal mondo abbiamo consumato un pranzo da re a base di riso, patate, calamari, polipo, barracuda, gamberi, cicale di mare e aragosta. Tanto pesce e tutto ottimo e freschissimo, cucinato su semplici braci di legna e condito solo con lime. Il tutto immersi nella natura di fronte ai colori di un mare il cui suono faceva da colonna sonora ad una giornata unica e rilassante. E’ poi d’obbligo la visita a Stone Town, è tutta “sgarrupata”, piena di viuzze strettissime dove si rischia di essere investiti dalle biciclette che trainano carretti larghi come le vie stesse, stradine grigie e buie ma allo stesso tempo coloratissime grazie agli innumerevoli negozi di dipinti, statue in legno, collanine, batik, sacchetti di spezie. E poi i colori e i profumi del mercato di frutta e verdura che diventano puzze nauseanti quando si arriva alle carni e al pesce…Come dire, anch’essi fanno parte dell’atmosfera pittoresca dell’ambiente. A Stone Town si compra bene vista la concorrenza dei tanti negozi di artigianato attaccati uno all’altro; una volta svuotati i portafogli fatevi condurre all’African Bar, un posto che ha del surreale tanto è chic e in contrasto col resto della città piena di palazzi grigi e viuzze anguste. Godetevi il tramonto dalla grande terrazza che dà sul mare, è un altro spettacolo da cartolina nonché luogo ideale per veri romanticoni.

Gli Zanzibarini sono bella gente, sempre col sorriso sulle labbra non solo nei confronti dei turisti ma anche tra di loro (fatta eccezione di quelli che lavorano in aeroporto). Consigliamo il Mapenzi Beach Club a chi non interessa l’animazione (c’è giusto uno spettacolino ogni sera che dura poco più di mezz’ora) ma presta attenzione all’igiene, alla pulizia e alla cucina, le camere sono spaziose, ben arredate e tutte con balcone, è tutto pulitissimo e si mangia molto bene, particolarmente indicato per chi non riesce a fare a meno della pasta. La spiaggia dell’hotel è stupenda, sabbia bianca come farina e mare di un colore ogni volta diverso a seconda della disposizione delle nuvole, per non parlare del meraviglioso colore che regala un cielo sereno col sole splendente. La marea ha un ciclo di 6 ore circa e quando è bassa è possibile fare una lunga passeggiata fino alla barriera corallina, ma portatevi le scarpette adatte perché c’è una quantità di ricci esagerata.

Nonostante il tempo un po’ pazzerello i nostri 7 giorni sono volati ed è già ora di ritornare, uscire da quell’aeroporto è ancor più stressante che entrarci, ogni 2 metri c’è un omino che ti chiede la mancia, passi per quello che con 1 $ evita di farti aprire le valigie che al ritorno pesano 8/10 Kg in più e tutto è incastrato modello scatoletta di sardine, ma tutti gli altri a cosa servono? Non bisogna farsi intimorire dal fatto che fanno la faccia cazzuta, un bel “jumbo – hakuna matata” e passi lunghi e ben distesi. Adesso rimane solo la fatica di trovare il modo di far passare le ore del volo di ritorno che chissà perché sembra sempre lungo il doppio.

Buon viaggio e buon divertimento…Elisa, Pincio, Maury, Miria e Riccardo.



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