Zante in solitaria
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1° GIORNO: ARRIVO NEL TARDO POMERIGGIO A ZAKYNTHOS TOWN
Ho scelto di soggiornare per tutta la settimana nel paese principale, più che altro perché dalle precedenti esperienze in Grecia mi sono reso conto di preferire sempre i capoluoghi, quando possibile: c’è più vita, servizi e la sera è più comodo passeggiare senza spostarsi. Posso dire che la scelta sia stata azzeccata, escludendo Laganas che è invece più adatta ai gruppi di ragazzetti/e. A proposito, alcuni dubbi erano legati proprio alla reputazione di Zakynthos quale colonia inglese, isola buona solo per ubriaconi discotecari e rissaioli, etc. Beh, pur considerando che io a Laganas non ci sono proprio passato di proposito (ho visto solo la spiaggia da lontano), posso affermare che siano tutte emerite boiate, quantomeno io non ho visto nulla di tutto questo. Veramente NULLA di diverso dagli altri miei viaggi in Grecia, perciò è assolutamente possibile godersi questo paradiso senza nemmeno incrociarli gli inglesi ubriachi o gli italioti tamarri. Dall’ aeroporto NON ci sono autobus di linea, perciò se non avete qualcosa di organizzato dovrete affidarvi ai taxi. Per arrivare in paese mi hanno chiesto 15€, tanti, al ritorno 11€. Francamente non ho voluto star a contrattare, è una cosa che non sopporto, se voi siete più abili potreste ottenere prezzi migliori.
L’impatto con il paese è stato positivo: il porto è lungo e bello, i locali lo percorrono tutto per terminare in piazza Solomon, proprio a due passi dal mio hotel. Ci sono in sostanza due vie principali, quella del porto e la sua parallela, la prima con più locali gastronomici e la seconda con più negozi vari. Tutte le sere ho passeggiato lungo queste vie per poi far tappa in piazza, anche se in pratica la sera diventa un circuito aperto per le macchinine elettriche dei marmocchi. Una sera c’era uno spettacolino di artisti di strada, un’altra passava la banda, ci sono anche alcuni bei locali all’ aperto con musica e gli yatch dei superpapponi da ammirare. Ah, ricordate che a Zakynthos si è un’ora avanti.
2° Giorno: Dafni e Gerakas
Già all’arrivo in hotel ho potuto noleggiare uno scooter, scegliendo un 125cc anche dopo consultazioni nel forum. La scelta è stata adeguata perché avendo intenzione di girare tutta l’isola mi sono reso conto che alcune pendenze, soprattutto nella parte ovest e nord, sono davvero importanti. Non so come facessero gli altri a girare in due su un cinquantino… c’è da dire che non ho visto nessuno in panne o incidentato. Sconsigliabile invece il quad, più che altro perché viste le distanze ci si può rompere le scatole sul serio, avevo pietà per certi temerari in quad sulle strade ad ovest. L’unica situazione in cui il quad può fare la differenza è il percorso per la spiaggia di Dafni, ma ci tornerò tra poco. Le strade non mi sono sembrate questo disastro segnalato da qualcuno, certo che se il termine di paragone sono le autostrade tedesche non ci siamo… ma ci si gira tranquillamente. L’unica strada asfaltata che ho trovato poco rassicurante si trova verso la penisola di Vassilikos, dove effettivamente in alcuni punti con il sole e l’angolazione giusta puoi vederci le cose riflesse (non scherzo). Certo che anche lì bisogna andarsele a cercare e se si va piano non si ha il minimo problema. Da segnalare che in tantissimi non usano il casco anche su moto da gran premio. Mi hanno detto che di solito è Laganas la zona più controllata dalla polizia e ci sono multe salate se ti beccano senza, ma tanto a me è bastato vedere qualche essere umano ridotto a pancake per evitare il rischio a prescindere. Certo serve un bandana, i caschi forniti potrebbero fare da piantagione di muschio e licheni.
Chiarita la situazione trasporti torniamo al mio viaggio: fresco di scooter decido di dirigermi verso una delle spiagge più consigliate, Dafni. Avevo letto di una strada pericolosa, e all’inizio me la ridevo pensando che la gente deve essere matta per ritenere tale quella stradina. Poi, più avanti, mi sono ricreduto eccome: la strada non è più asfaltata e diventa… sabbiosa, il tutto in un’ “agevole” saliscendi con tornanti e pendenze considerevoli. Sul serio, ho passato un brutto quarto d’ora per scendere in quell’ inferno, a velocità da passeggiata e sperando di non cadere o fermarmi a metà salita. Sia chiaro che la cosa è fattibile, ma non lo rifarei e non lo consiglierei a chi non è almeno un po’ navigato sulle due ruote. Arrivato a Dafni poi non ho trovato quel paradiso che mi aspettavo, certo la spiaggia è carina e l’acqua è pulita, ci sono i segnali dei nidi di tartaruga e tutto il resto, ma queste cose le troverete, e anche meglio, anche in altri posti molto più comodi. Il problema lì è stato un altro, mi sono fermato in un bar con lettini free immerso nel verde di piante fiorite e… una quantità terrificante di vespe e calabroni da guerra. Ragazzi, sul serio, qui hanno un problema con le vespe: sarà che ho scelto il posto più sbagliato, sarà un caso o quello che volete ma io non riesco a pensare di rilassarmi in spiaggia mentre decine di vespe pattugliano la zona, te compreso. Sono abbastanza sicuro che una mi sia camminata in tutta tranquillità lungo tutto il braccio: di solito se fai un movimento le mosche scappano ma quella cosa mica se ne andava. Non ho voluto scoprirlo mentre sudavo freddo. Ok, ti dicono di lasciarle stare che “non ti fanno niente se non si sentono minacciate”… Eh grazie al cavolo, il punto è che per una vespa il fatto che tu sbatta un telo è una minaccia. Se mangi un gelato lo vogliono anche loro (andandoci direttamente sopra) e se sobbalzi sei una minaccia; Se stai camminando e per sfiga le avvicini, sei una minaccia. Se hai comprato un biglietto per Zakynthos, sei una minaccia. Ad un certo punto il mio livello di stress (e terrore) era salito oltre i livelli pre-vacanza, per cui dopo nemmeno una mezzora decido di andarmene. Penso magari di fermarmi almeno a pranzare in quel bar, ma mentre faccio per tornarci mi passa davanti al viso un calabrone grosso come un sigaro e a quel punto scappo nel vero senso della parola. Dafni, a mai più rivederci… Purtroppo a Zakynthos dovrete mettere in conto che vespe e calabroni girano indisturbati in alcune spiagge. Basta non minacciarli, no!? 🙂
Riprendo la strada principale e mi dirigo verso Gerakas, altra spiaggia definita tra le migliori dell’ isola. All’ingresso però una simpatica signorina mi avverte di come sia una spiaggia (giustamente) protetta e sia consentito fermarsi al massimo 3 ore. Io non so come calcolino queste 3 ore, resta il fatto che i lettini con ombrellone sono pochi ed erano già tutti presi, per cui ho dovuto accontentarmi di stendere il mio telo sulla spiaggia a sinistra. E non avendo un mio ombrello mi sono beccato un’insolazione 🙁 La spiaggia comunque è bella, certamente più accessibile ed estesa di Dafni, anche se il colore marrone della sabbia e una certa sporcizia non me l’hanno fatta apprezzare particolarmente. Da ricordare che in tutte le spiagge protette (quelle con i nidi di tartaruga) è possibile stare fino ad un due-tre metri dal bagnasciuga, mentre più dietro è vietato stendersi per il rischio di stare sopra ai nidi non ancora scoperti.
3° Giorno: Navagio, Porto Limnionas
Dopo la discutibile esperienza delle prime due spiagge decido di dirigermi verso il luogo che ha originato la mia scelta, la spiaggia del relitto. Tengo a sottolineare che per me, viaggiando da solo e avendo la passione della fotografia, questa visita valeva già da sola tutta la vacanza, per cui avevo già messo in conto di visitarla sia dal punto di osservazione dall’alto, sia con la classica gita in barca.
Dal paese ci si può arrivare lungo due strade principali, una che percorre il sud e poi risale ad ovest e un’altra che percorre l’est. Avendo intenzione di passare per altri posti al ritorno, ho scelto la prima. Le indicazioni ci sono ma a volte sono fuorvianti oppure alcuni cartelli sono scritti solo in greco, mi è capitato di sbagliare strada un paio di volte. Alla fine comunque controllando più volte la mappa ho trovato la strada giusta e sono arrivato al punto d’ osservazione. Purtroppo quel giorno il tempo non era dei migliori, ha anche piovuto qualche minuto per cui la luce non era proprio il massimo, ma per me arrivare in quel preciso punto e guardare coi miei occhi quella meraviglia è stato un po’ come vedere l’Opera House a Sydney: ognuno ha un suo immaginario riguardo ad eventi, situazioni o immagini per cui non pretendo che per tutti sia lo stesso. Per alcuni sono solo “posti”, escursioni curiose tra una serata in discoteca e un pomeriggio in spiaggia, fotografie sgangherate coi piedi tagliati da inviare col telefonino agli amici mentre si stringono le labbra a culo di gallina per poi andarsene dopo due minuti… Mentre per altri la stessa cosa assume significati molto più personali e non universali. Beh, io ci sono rimasto delle ore a fotografare e contemplare un simile capolavoro della natura e della storia, perché pur nella sua negatività quel naufragio ha creato un’immagine per me incredibile, da film, da videogioco, qualcosa di irreale che sembra studiata a tavolino per far scena e invece è autentica. Uno dei posti più evocativi che abbia mai visto in vita mia 🙂
Tornando dal Navagio cominciavo ad essere piuttosto stanco ed era tornato il sole, per cui ho saltato la fermata a Porto Vromi per puntare dritto a Porto Limnionas. Obiettivo: riposare finalmente su di un lettino ed ombrellone. Centrato. Il posto è molto bello ma adatto a chi voglia tuffarsi e nuotare perché non c’è spiaggia ma solo i pochi lettini della taverna in cima al dirupo. Comunque non avevo intenzione nè di bagnarmi nè di sporcarmi di sabbia, perciò ci sono andato a nozze.
4° giorno: Keri Beach, Marathonissi, Keri Caves
Raggiungo Keri Beach con l’ intenzione di rilassarmi un po’ prima di fare l’escursione nella zona delle tartarughe. La spiaggia è ghiaiosa e al solito i posti contati, ma ci sono gli alberi a fare ombra; Anche qui l’acqua è stupenda, come del resto in tutta la zona sud di Zakynthos. Verso pranzo prendo un biglietto al baracchino e mi imbarco per l’escursione che comprende avvistamento delle tortuga, sosta a Marathonissi e visita alle Keri Caves. La ricerca delle creature consiste in un braccaggio verso Laganas che ricorda una scena de Lo Squalo, i capitani si scambiano informazioni sulle zone in cui si sono viste e si dirigono a tutta birra sul posto. Francamente non capisco come si possa parlare di tutela e rispetto facendo tutto quel baccano e inseguendo le bestiole con tale foga. Che poi non c’è da sperare di vedere molto nemmeno con le cosiddette barche glass bottom, perché una tartaruga braccata mica viene a sostare sotto… Perlopiù vedrete delle sagome scure che potrebbero essere dei radiocomandi, e tutti entusiasti per l’ aver visto una tartaruga marina scattando foto a cui non crederà mai nessuno. Ma in realtà lo scopo della caccia è sfinire l’ animale fino a che sarà costretto a salire in superficie per respirare, al che tutti in un’ ondata di rispetto per le raccomandazioni scoppieranno in un fragoroso applauso ed urla terrorizzandolo e facendogli chiedere “ma non è meglio andare a deporre in Antartide così nessuno mi rompe i maroni?” 🙂 La mia sensazione è che vista la modalità di questi avvistamenti sia meglio prendere un pedalò a Laganas e andare al largo verso… le barche. Certo è che anche il pedalò costa caro arrabbiato e non potrete inseguire il mostro marino.
Con in saccoccia la foto degli occhi terrorizzati della bestia ci dirigiamo allora a Marathonissi. Mah, ok bel posto, la sabbia probabilmente è la più bianca di Zakynthos… però anche questa escursione non mi ha convinto appieno ma per via della modalità (ovvia, del resto). Ci arrivano troppe imbarcazioni, una attaccata all’altra, puoi fermarti solo per poco e sempre con un occhio alla tua barca. Anche qui ovviamente vale la regola dei pochi metri dal bagnasciuga e su un lato della spiaggia tira molto vento per cui si ammassano tutti dove ci sono le barche. Insomma, starci non è come vederla dall’aereo non so se mi spiego.
Ripartiamo per andare alle Keri Caves, e queste invece mi hanno convinto alla grande, personalmente le ho trovate le grotte più belle dell’isola. In un punto dalle acque veramente cristalline la barca si ferma e i turisti possono tuffarsi e fare una nuotata, così dopo le tartarughe ci si porta a casa anche gli avvistamenti delle balene.
5° Giorno: Porto Nikolaos, Blue Caves, Makris Gialos, Xigia, Alykes, Tsilivi Beach
L’intenzione era quella di partire dal porto a nord per l’escursione al Navagio e alle Blue Caves. Intanto devo dire che la strada inizialmente è più pianeggiante di quella fatta ad ovest, ma arrivati nella zona di Xigia diventa molto peggio! Qui le pendenze raggiungono il 10% e più e davvero non mi capacito di come facessero quelli con lo scooterino… ribadisco il consiglio di avere una cilindrata superiore. Non so perché ma mi aspettavo un paesino al porto, e invece è proprio solo… un porto. Caso vuole che quel giorno ci sia molto vento e a detta del tizio (che ferma TUTTI i mezzi di passaggio per offrire l’escursione), la guardia costiera abbia proibito di sostare al Navagio, per cui si può andare a metà prezzo solo alle Blue Caves. Lì per lì la cosa mi scoccia un po’, ma poi si rivelerà una fortuna. Prendo il biglietto e partiamo alla volta delle Blue Caves. Queste però non mi entusiasmano, non come quelle viste a Keri. Finita la gitarella decido di dedicare il resto della giornata al puro polleggio in spiaggia e so che da quelle parti dovrebbero esserci tra le spiagge più consigliate, quindi torno indietro sulla strada della paura.
Avevo visto già all’andata lo spettacolo di Makris Gialos e Xigia, ma avevo anche già capito che si tratta di insenature troppo piccole per ospitare molti turisti e, infatti, nonostante un giro di perlustrazione non ho trovato un singolo metro libero anche solo per il telo mare. Però una visita la meritano e se ci arrivate presto trovate anche i lettini.
Mi dirigo allora verso Alykes, altra spiaggia di cui avevo letto bene: purtroppo qui invece resto deluso perché l’impatto è stato esattamente quello che non volevo, una cosa tipo Rimini, spiaggia lunghissima ma anonima, onde, lettini appiccicati. Faccio un giro ma poi decido di tornare sul mio fido scooter per darmi un’ultima possibilità andando a Tsilivi, anche se sapevo che non sarebbe stata molto diversa. E infatti anche qui lo stampo è quello, spiaggia molto organizzata con bar a ridosso, lettini appiccicati etc. però a quel punto ero anche un po’ stufo di stare in giro tutto il giorno e non essermi ancora rilassato. Mi piazzo e tutto sommato concludo bene la giornata.
6° Giorno: Porto Zoro, Kalamaki, Faros (Keri)
Dopo tutto questo viaggiare (messo comunque in conto) decido di dedicare finalmente una giornata alla pura, semplice SPIAGGIA. E ci riesco alla grande! Tornando nella zona Vassillikos avevo intenzione di saggiare Banana Beach, ma poi al cartello per Porto Zorro mi ricordo di averne sentito parlare bene per cui mi ci fiondo. Qui ci sono decine di lettini gratuiti e incredibilmente poca gente, almeno al mio arrivo. Il posto è bello e quando il sole è alto si torna a vedere l’acqua per cui si viene in Grecia 🙂 L’unico appunto riguarda il vento: posto che non ne sappia nulla dei venti, su questo lato dell’isola le spiagge avevano il vento contro per cui il mare era piuttosto mosso, con conseguente “sporcizia” marina portata a riva, bagno meno invitante etc. Quindi dal momento che mi ero già goduto la mattina e senza sborsare un euro, ho pensato di rischiare di spostarmi nella zona di Laganas, così per vedere e calcolando che lì invece il mare è quasi piatto. Ma Laganas è un inferno di bimbocci, mi fermo prima in direzione Kalamaki (che ne è in pratica la continuazione) dove invece ecco che trovo esattamente quello che cercavo, tranne il lettino ahimè. L’acqua è da dieci e lode, calma, calda come brodo di tartaruga, la spiaggia lunghissima e se avete un ombrellone andando verso il fondo ve ne potete stare davvero per i fatti vostri. E ci sono pure i nidi di tartaruga (e la regola dei metri), per cui vi chiedete che bisogno ci fosse di affrontare la strada e le vespe di Dafni. La mia insolazione raggiunge l’apice.
Per la sera decido di andare a fotografare il tramonto al faro di Keri, un po’ incerto perché temevo di patire il freddo e la mancanza di illuminazione al ritorno. E, invece, se non vi fermate troppo appena calato il sole c’è ancora abbastanza luce per fare il primo tratto in completa sicurezza, considerando anche che c’è talmente tanta gente che in fondo basta seguire i fari di chi sta davanti. Anche a livello temperatura me la sono cavata egregiamente con una maglietta a maniche lunghe portata appositamente. Tramonto meritevole e finalmente simpatizzo con un gatto isolano, me ne aspettavo molti di più.
7° Giorno: Porto Vromi, Agios Sostis, kalamaki
Avevo ancora in mente di visitare il Navagio sul posto e, visto che non ero stato a Porto Vromi (altro posto consigliatissimo), considerando che da lì partono escursioni per il solo Navagio senza passare dalle Blue Caves già viste, i tasselli sono andati tutti al loro posto. Torno a ovest e altra strada a forti pendenze, ma la visuale su Porto Vromi ripaga tutto: uno spettacolo. C’è una spiaggetta di giusto qualche metro, ma lo standard è elevatissimo nonostante sia un porto (del resto anche quello di San Nikolaos mi è rimasto nel cuore, un angolo di paradiso con colori magici). Prendo la barca e ci dirigiamo al Navagio, per poi proseguire alle grotte locali (nulla di che) e una fermata per il noto “profilo di Poseidone” che in pratica è visible solo al ritorno ma si trova proprio a pochi metri da Porto Vromi.
Mi soffermo solo sulla tappa del Navagio: non mi aspettavo moltissimo perché avevo letto varie opinioni, ma tanto a me interessava solo fare fotografie. In effetti quando siamo arrivati la spiaggia era troppo affollata, l’ acqua non è realmente limpida (al contrario, sembra quasi candeggina… per quanto poi l’ effetto sia bello, intesi) e soprattutto c’ è un insopportabile odore di nafta per via delle troppe barche che fanno manovra. Chi vuole fare il bagno deve accontentarsi di muoversi tra di esse, un po’ come a Marathonissi, in compenso il ghiaietto levigato di cui è fatta la spiaggia è molto piacevole al tatto e al suono 🙂 Il relitto è pericoloso… aldilà della ruggine è pieno di squarci affilati e non invidio chi ci saliva a piedi nudi e senza guanti… io sono salito giusto sul ponte e mi sono pure graffiato su di uno spuntone, per fortuna solo sulla pelle ma mi immagino cosa possa succedere se qualcuno scivoli magari cadendo su altre persone. Tetano garantito, no way. Per il resto è comunque un luogo impressionante e vale la visita.
Finita l’escursione decido di godermi l’ultimo giorno in spiaggia, ma purtroppo ho sfortuna: ormai è già un po’ tardi e tra la strada del ritorno e la ricerca di un ombrellone (necessario perché ormai avevo male solo ad espormi) ho perso un sacco di tempo. Mi ritrovo di strada per Agios Sostis (l’isolotto con il ponticello) e vado a fare qualche foto, ma l’ingresso sull’isola è a pagamento in quanto penso ci sia un locale. A me non interessava per cui me ne sono tornato a Kalamaki, purtroppo di nuovo senza ombrellone con buona pace della mia insolazione.
8° Giorno: Kastro (Bochali), giringiro per Zakynthos Town
Il giorno della partenza sono senza scooter in quanto riconsegnato, per cui ne approfitto per fare una visita a piedi al castello di Zakynthos. Una bella faticata arrivarci… e purtroppo non vale la candela: l’ingresso promette bene ma poi ci si ritrova in pratica in un boschetto di pini rado e anonimo con qualche pietra di basamento e poco altro. L’unica struttura ancora in piedi è una piccola prigione di giusto 5 celle, alla fine vale la pena solo per la panoramica dall’alto sull’isola. Soliti calabroni da assalto, vespe sotto minaccia, parecchie farfalle, libellule e anche un geco ben nascosto. Al ritorno faccio un giro per la città e concludo così la mia bella vacanza!
Veniamo alle cose che mi sarebbe piaciuto sapere prima di partire.
– Avendola girata tutta confermo che in scooter è fattibile, ma come ho specificato consiglio una cilindrata di almeno 125cc. Più che altro per la frustrazione di fare una salita ai due all’ ora.
– Non ho trovato né incidenti, nè gente caduta, nè strade “in pessime condizioni”. Va comunque considerato che il limite di velocità su tutta l’isola è di 50 km/h: pur ammettendo varie accelerate nelle zone dove possibile, è un limite fisiologico in quanto Zakynthos è tutta una curva.
– Al di là delle battute sulle vespe, non sono stato punto nè ho visto nessuno punto. Però ritengo giusto segnalarlo perché io ne sono abbastanza terrorizzato e non mi sentivo a mio agio in alcuni posti, e se uno è allergico o scatta appena le vede potrebbe trovarsi nei guai. Zero zanzare, zero meduse… forse. Non ne sono sicuro perché una inglese uscita dall’acqua aveva strani graffi sul braccio, ma non ho capito se dipendessero dalla nottata brava a Laganas.
– Non preoccupatevi troppo del rischio “inglesi ubriachi”, non ne ho visto uno che fosse uno. E’ giusto però sottolineare che io non ho fatto vita notturna, la sera passeggiavo per la town e poi a nanna. Credo che la cosa sia davvero limitata alla zona di Laganas, basta evitarla. Se siete coppie, famiglie o viaggiatori solitari come me potete vivere l’isola senza nemmeno accorgervi di questa famigerata “colonia inglese”.
– La benzina costava più o meno come in Italia, al momento in cui scrivo era circa 1,7€/l. Avrò fatto un paio di pieni circa in tutto, ma in totale non avrò speso nemmeno 20€. Lo scooter invece mi è costato abbastanza caro, ma ho aggiunto un’assicurazione in caso di danni anche “accidentali”, altrimenti avrei dovuto pagare una franchigia di tipo 180€ per un graffietto… insomma, io ho preso un po’ una fregatura ma mi stava bene, se potete contrattate bene questi dettagli.
– L’isola è tutta ventilata e non si patisce il caldo come in Italia. Questo si traduce anche nell’assoluto bisogno di creme protettive fin da quando uscite la mattina. Io me lo dimentico sempre e a metà vacanza sono bruciato 🙁
– Se potete prendetevi un ombrellone, la maggior parte delle spiagge ha una zona libera.
Se avete altre domande chiedete pure!