Yucatan e Chiapas, tra Civiltà e Natura

Un viaggio itinerante attraverso il mondo Maya e la foresta pluviale
Scritto da: simonesulpi
yucatan e chiapas, tra civiltà e natura
Partenza il: 10/07/2014
Ritorno il: 24/07/2014
Viaggiatori: 2
Spesa: 3000 €
Volevamo andare in Messico, volevamo girarlo anche fuori dalle frequentatissime rotte turistiche, volevamo farlo solo in 2. Ci siamo rivolti all’agenzia Karmatrails (www.karmatrails.com) ed è stata la scelta giusta. Grazie alla professionalità di Veronica ed Erika siamo riusciti a organizzare un viaggio di 2 settimane che ci portasse a scoprire territori, storia e cultura della penisola dello Yucatàn e del Chiapas.

Giorno 1 – Il viaggio

Siamo partiti da Roma diretti a Cancun. Abbiamo viaggiato con British Airways, che, all’acquisto del biglietto, proponeva prezzi ragionevoli. All’aeroporto di Cancun ci attendeva l’autista per il trasferimento a Playa del Carmen, da dove, la mattina seguente, sarebbe iniziato il nostro tour. Notte trascorsa all’hotel Hacienda Paradise: camere ampie e pulite.

Giorno 2 – Tulum – Bacalar – Chetumal

Iniziamo con una buona colazione nel giardino interno dell’hotel, a bordo piscina. Mangiamo pane, marmellate, lieviti, yogurt e un’ottima macedonia. Alle 8, ad attenderci nella hall c’è Leopoldo, la guida che ci accompagnerà lungo gran parte del nostro viaggio. Nel corso dei giorni, Leopoldo si rivela essere non solo una guida preparata, ma anche una persona piacevole. Esperto del territorio e delle sue abitudini, ci ha permesso di entrare in contatto con i luoghi, i costumi e le persone incontrate durante il viaggio.

Fatte le dovute presentazioni, e’ il momento di partire: destinazione Tulum, sito Maya collocato su una scogliera a picco sul mar dei Caraibi. Originariamente, Tulum era una città mercantile. I colori rendono il paesaggio affascinante: l’azzurro del mare contrasta con le tonalità del marrone chiaro della terra, dei grigi degli edifici e del verde della vegetazione. Il tutto e’ arricchito dalle decine di iguana che si aggirano tra le pietre e i piedi dei turisti. Il sito e’ molto visitato, in quanto velocemente raggiungibile dai molti siti frequentati della Riviera Maya.

Lasciata Tulum, ci rechiamo a visitare Laguna Bacalar, il secondo lago del Messico per estensione. L’acqua e’ di colore verde nei pressi della riva, per poi divenire di un azzurro intenso verso il centro del lago. Sulle rive, oltre noi, molte famiglie messicane stanno trascorrendo una giornata di relax tra sole e bagni. Anche noi non vogliamo essere da meno e approfittiamo per rinfrescarci tuffandoci nella laguna. Nei pressi della laguna visitiamo anche il Cenote Azul, formazione naturale di raccolta dell’acqua piovana, originariamente usata come bacino d’acqua dalla popolazione.

Nel pomeriggio ci trasferiamo a Chetumal, capitale dello stato del Quintana roo (uno dei 3 stati che compongono la penisola dello Yucatàn). Leopoldo ci accompagna nella visita della cittadina e del museo Maya, introducendoci alla cultura e ai riti del popolo che ha vissuto nella penisola per centinaia di anni.

Pernotto all’hotel Fiesta Inn: posizione centrale, camere ampie e pulite.

Giorno 3 – Kohunlich – Becan – Xpujil – Chicanna

Dopo un’abbondante colazione a buffet, partiamo per una giornata interamente dedicata a siti archeologici molto poco turistici. Iniziamo con Kohunlich, un sito all’interno della foresta. La strada che si per Oreste raggiungerlo e’ costeggiata da fitta vegetazione, all’interno della quale, alcuni anni addietro, si nascondeva una pista aerea utilizzata dai narcotrafficanti (oggi in mano alla polizia). Il sito di Kohunlich e’ molto affascinante: gli edifici si intrecciano alla vegetazione, in una simbiosi che rende il posto magico. Camminando in silenzio, si può osservare e ascoltare la vita della foresta: decine di uccelli, che cantano, insetti che ronzano e nuvole di minuscole rane che saltano ad ogni nostro passo. Il sito ci affascina e gli dedichiamo del tempo. La giornata prosegue con la visita di Becan, un altro sito poco frequentato e in cui facciamo un incontro ravvicinato con un serpente di circa 2 metri, che la nostra guida ci dice trattasi di una Ratonera (un mangia topi).

Usciti dal sito e’ ora di pranzo e approfittiamo per assaggiare enchiladas con mole poblano (http://en.m.wikipedia.org/wiki/Mole_sauce).

Nel pomeriggio abbiamo visitato i siti di Xpujil e Chicanna, anche questi poco turistici ma molto interessanti. Nel primo, una delle strutture su cui saliamo e’ costituita da un edificio con 3 torri, sopra le quali una volta si potevano ammirare degli enormi mascheroni. I sacerdoti, salivano nelle torri e parlavano dal loro interno, così che il popolo credesse che fossero le divinità a parlare.

La sera alloggiamo all’Eco village di Chicanna, una struttura immersa nel verde della foresta: le camere sono semplice e pulite e la notte lo spettacolo offerto dal cielo stellato e’ unico. A cena assaggiamo la zuppa di lime, un piatto tipico della zona.

Giorno 4 – Calakmul – Palenque

All’alba partiamo alla volta di Calakmul, sito Maya immerso nella foresta. Si tratta di una delle più importanti città per la civiltà Maya. Il sito si trova all’interno di una biosfera protetta e per raggiungerlo occorre percorre una lunga strada costeggiata dalla foresta. Benché lunga, la strada e’ piacevole in quanto occasione per incontrare molti animali (aquile, diversi tipi di roditori, tacchini selvatici, volpi). All’interno del sito, il percorso si snoda attraverso la vegetazione alla scoperta delle strutture sottratte alla foresta. Guardando si intorno si vedono scimmie, tucani, scoiattoli, cervi, roditori e uccelli di diverse specie. Anche il giaguaro e’ di casa a Calakmul, ma ci vuole molta fortuna per i contrario.

La struttura più affascinante del sito e’ sicuramente la piramide più grande, fatta erigere da “Artiglio di Giaguaro”, che fu re di Calakmul durante il periodo di massimo splendore della città. La piramide e’ la seconda più alta tra tutte quelle attualmente conosciute (circa 60-65 metri). Salirla e’ d’obbligo. In cima, la vista e’ incredibile: ci si trova al di sopra del livello degli alberi e lo sguardo si estende sulla foresta fino all’orizzonte. Il paesaggio sconfinato e il suo colore verde intenso provocano un forte senso di infinito che quasi sfocia in angoscia. Un ’emozione unica di estraniante bellezza. Poi, discendendo, si torna nel mondo.

Usciti dal sito, lasciamo lo stato di Quintana roo, attraversiamo lo stati di Tabasco e approdiamo in Chiapas, raggiungendo la città di Palenque. Lasciati i bagagli, approfittiamo per visitare il centro città, dove case, banchi e ambulanti dai colori vivaci si susseguono senza sosta. La gente in strada passeggia o riposa seduta su sedie di plastica accanto ai negozi o fuori dalle case. È caldo e molto umido: rientriamo in hotel per un po’ di relax.

Giorno 5 – Cascate di Agua Azul – San Cristobal de las Casas

Colazione e partenza per San Cristobal: la strada si inerpica per i monti del Chiapas e può essere percorsa a non più di 50 km orari. La lentezza del viaggio e’ una ricchezza: lungo la strada possiamo osservare villaggi e agglomerati di chiapanechi, persone che camminano sul ciglio della strada intenti a disboscare il bordo stradale, a trasportare legna in enormi cataste o a coltivare mais in campi quasi verticali. Ad ogni rallentamento un nugolo di bambini si avvicinano alla macchina per vendere buste di platano fritto per pochi pesos.

Sostiamo alle cascate di Agua Azul, formazione naturale di grande fascino, soprattutto per le diverse tonalità dell’acqua che va dal l’azzurro al verde. Approfittiamo per fare un bagno rinfrescante. Poi proseguiamo alla volta di San Cristobal. Sulla strada, cartelli, scritte e dipinti sui muri mostrano la presenza dell’EZLN e si può comprendere l’importanza che tale movimento possa aver avuto per i chiapanechi.

Nel primo pomeriggio siamo a San Cristobal, città coloniale a circa 2000 metri slm. Il nostro albergo (Casa Vieja) e’ in posizione centrale. Lasciamo i bagagli e ci immergiamo subito tra le vie del centro città. Visitiamo la cattedrale e percorriamo più volte le 3 vie pedonali del centro, piene di negozi e di persone a passeggio. Molti anche i venditori ambulanti che propongono merci di ogni tipo: dolci, braccialetti, abiti tradizionali e persino la possibilità di fare la foto con una simil tarantola sulla propria mano. Ceniamo al XXXXXX, un piacevole locale gestito tutto al femminile in cui mangiare e ascoltare musica dal vivo.

Giorno 6 – Canon del Sumidero – Chiapa de Corzo – San Cristobal

Dedichiamo la mattinata al Canon del Sumidero, un canyon che si snoda tra pareti rocciose alte fino a 1000 m e reso navigabile dalla costruzione di una diga alla fine del fiume. La navigazione del canyon e’ piacevole e il parco naturale all’interno del quale si trova e’ ricco di animali. Durante il percorso incontriamo tantissime specie di uccelli (tra cui cormorani e pellicani), iguane, e coccodrilli (vediamo anche una mamma con dei piccoli). La giornata procede con la visita a Chiapa de Corzo, la più antica città del Chiapas.

Per il pranzo rientriamo a San Cristobal, dove pranziamo in un locale del centro: mangiamo chapulines (cavallette) e beviamo Mezcal (liquore fatto con la stessa pianta da cui si ricava la Tequila). Entrambe le cose sono tipiche della zona di Oaxaca e si consumano anche in alcune zone del Chiapas.

Dedichiamo il pomeriggio a perderci per le vie di San Cristobal e dei suoi mercati di dolci e di artigianato.

Giorno 7 – San Juan Chamula – Zinacantan – Palenque

Prima di lasciare San Cristobal, visitiamo il suo mercato. Accanto ai banchi di frutta e verdura e di polli e formiche, quelli di pozioni magiche raccontano di un popolo in cui il cattolicesimo si mischia a credenze e tradizioni locali. Molte anche le persone che vendono galline vive: le portano con le zampe legate, a testa in giù infilate al braccio.

Lasciata la città, il viaggio prosegue con la visita a due paesi in cui si possono incontrare comunità indigene tzotzil. San Juan Chamula e’ un piccolo paese a 2200 metri slm. La donne vestono lunghe gonne di lana nera, mentre alcuni uomini portano tuniche dello stesso materiale. Al centro del paese, la chiesa di S. Giovanni Battista (e il mercato nella piazza antistante) e’ assolutamente da non perdere. All’interno dell’edificio sacro non ci sono banchi e le pareti sono piene di teche contenenti statue di santi. Intorno alle teche un tripudio di fiori e al collo delle statue pendono degli specchi. I fedeli pregano a voce alta, inginocchiati a terra su un pavimento cosparso da aghi di pino. Tutt’intorno, il profumo di incenso e di fiori avvolge l’aria. Se si è’ fortunati, si può assistere a un curandero che esegue un rito: davanti a lui e alla famiglia che ha richiesto il servizio, file di candele di diversi colori e dimensioni sono fissate a terra. Il curandero prega a voce alta e di tanto in tanto beve pox (liquore) e coca cola, la seconda utile per facilitare emissioni di gas dalla bocca, ritenute utili per espellere il maligno.

Terminata la visita alla chiesa, lasciamo il paese e ci dirigiamo a Zinacantan, dove visitiamo la chiesa e una casa di tessitori. La popolazione veste abiti tradizionali di colore viola e ricchissimi di ricami floreali. Spesso si sente un inebriante profumo di fiori, la coltivazione dei quali costituisce la principale attività produttiva del paese. Lasciato Zinacantan ci dirigiamo verso Palenque, dove pernottiamo.

Giorno 8 – Palenque – Campeche

La giornata inizia con la visita al sito di Palenque, che grazie al suo re Pakal raggiunse un grande splendore durante il VII secolo d. C. Gli edifici di questo sito sono molto decorati e di frequente mostrano bassorilievi che esaltano la figura di Pakal. Su diverse piramidi e’ possibile salire e noi ne approfittiamo: da sopra, oltre ad avere una piacevole vista sulla foresta, e’ possibile osservare i resti delle incisioni e decorazioni all’interno degli edifici sovrastanti le piramidi.

Finita la visita del sito riprendiamo il viaggio diretti a Campeche, città in cui pernotteremo. Lungo la strada il paesaggio muta: prima la montagna scompare, poi alla fitta foresta iniziano ad alternarsi distese di prati, infine compare l’oceano e la strada lo fiancheggia fino alla città di Campeche. Ancora oggi, le mura che gli spagnoli costruirono per difendersi dalle incursioni della pirateria circondano il centro città. Sulle lunghe vie del centro, gli edifici mostrano un arcobaleno di tinte pastello. Appena fuori dal centro, un lungo camminamento pedonale fiancheggia l’oceano: oltre alle molte persone a passeggio o sedute a osservare l’oceano, sul lungo oceano si possono incontrare persone che fanno yoga, aerobica o, la sera, gruppi che suonano dal vivo. Il tramonto sull’oceano è assolutamente da non perdere.

Giorno 9 – Uxmal – Merida

Lasciata Campeche, ci dirigiamo verso il sito archeologico di Uxmal, un sito archeologico situato tra le città di Campeche e Merida. Visitiamo il sito in mattinata. Uxmal significa “costruita 3 volte”. Si tratta di un ampio sito archeologico, ricco di decorazioni; probabilmente fu il principale centro cerimoniale della civiltà Puuc. Di particolare interesse il quadrilatero alle spalle della piramide dell’indovino. Gli edifici che lo compongono rappresentano molti aspetti della religiosità della civiltà Maya, come la presenza del serpente e delle maschere del dio Chaak nelle decorazioni, o le 9 e 13 porte presenti rispettivamente sul lato sud e nord del quadrilatero e corrispondenti alle 9 divinità dell’inframundo (lato sud) e alle 13 del cielo (lato nord). Usciti dal sito, ci dirigiamo verso Merida, a cui dedicheremo l’intero pomeriggio. Merida è una città coloniale, con edifici simili a quelli di Campeche (soffitti alti e colori pastello). Le vie di Merida non hanno nomi, ma sono indicate con numeri progressivi da nord a sud e da est a ovest. La cattedrale merita sicuramente una visita: È la più antica del continente e contiene un crocifisso di dimensioni mastodontiche che simboleggia la riconciliazione tra l’essenza Maya e quella spagnola. Consumiamo pranzo e cena nello stesso posto, Chaya Maya, un ristorante che propone piatti della cucina Yucateca. Seppur molto affollato, il cibo è molto buono. La Cochinita e il Queso Relleno sono da non perdere.

Giorno 10 – Chichen Itzà – Isola Holbox

La mattina partiamo di buonora per raggiungere Chichen Itzà prima che folle di turisti la assalgano. La nostra visita inizia con il tempio di Kukulkan, una delle 7 meraviglie del mondo moderno. La struttura è piuttosto complessa e i tanti rimandi alla cultura e alla religiosità del popolo che l’ha costruita ne fanno un edificio ricco di fascino. Proseguiamo con la visita degli altri edifici circostanti. Tra questi, ci sono alcuni altari sacrificali e un enorme gioco della pelota, il più grande conservato: sulle pareti sono ancora visibili i grossi anelli di pietra all’interno dei quali i capitani delle squadre dovevano introdurre la palla. Anche il gioco della pelota è un’architettura ricca di fascino, soprattutto per i giochi acustici creati dalle pareti e dalla forma della costruzione. Proseguiamo la visita con la parte più antica della città. Poi, prima di uscire, ci sediamo all’ombra di un piccolo albero per contemplare ancora un poco il maestoso tempio di Kukulkan. Quando usciamo, il numero di turisti che stanno visitando il sito è cresciuto esponenzialmente. Per noi, ora, è tempo di abbandonare la terra ferma, per raggiungere l’ultima meta del nostro viaggio, l’Isola di Holbox. Ci dirigiamo verso il porto di Chiquilà; lungo la strada ci fermiamo per pranzo in un posto dove fanno solo tacos: Come ripieno scegliamo lomito, cochinita e relleno negro, quest’ultimo assolutamente da provare. Sono circa le 16.00 e siamo giunti a Chiquilà. Prima di salire sulla barca per Holbox salutiamo Leopoldo: è stata un’ottima guida e un piacevole compagno di viaggio, simpatico e attento alle nostre esigenze. Grazie Leopoldo di averci accompagnato attraverso la penisola dello Yucatan e il Chiapas. Poi salpiamo. Sull’isola ci attende una golf car (unico mezzo ammesso sull’isola): prende noi e i nostri bagagli e ci porta in albergo. Come arriviamo, subito il primo bagno: l’acqua e pulita e non troppo fredda. Rondoni e pellicano ci fanno compagnia.

Giorni 11-12 – Isola Holbox

Isola Holbox è affascinante: strade di sabbia, pellicani sornioni, cani sdraiati nelle piccole ombre delle case, conchiglie di tutte le forme e lunghissime spiagge di sabbia bianca su cui passeggiare. Il rumore più forte è il leggero ondeggiare del mare e il chiacchierio di qualche persona. Trascorriamo i due giorni in pieno relax: al mattino e alla sera facciamo lunghe passeggiate sulla spiaggia. Per il resto, un po’ di sole, bagni e molto relax. Alla sera, godiamo del tramonto sorseggiando birra e pina colada. Per cena, troviamo un magnifico ristorantino sulla spiaggia, il Raices. I tavoli sono sulla spiaggia; si mangia dell’ottimo pesce con i piedi nella sabbia; l’atmosfera è accogliente e rilassata. Prima di dormire, trascorriamo del tempo sulla spiaggia, osservando il cielo e osservando le migliaia di stelle ci lasciamo avvolgere dal silenzio dell’isola e dalla ninna nanna del mare.

Isola Holbox è un posto magico: ti prende e ti ammalia. Il rischio è di perdersi nel suo pacato respiro di pace.

Giorno 13 – Isola Holbox – Cancun

Trascorriamo gran parte della giornata sull’Isola: ultimo sole e ultimi bagni. Nel tardo pomeriggio lasciamo Holbox per tornare sulla terra ferma e raggiungere Cancun, dove arriviamo la sera.

Il giorno seguente abbiamo il volo che ci riporta in Italia (Cancun-Londra-Roma). Torniamo a casa portando negli occhi e nel cuore sguardi, odori e sapori di una terra che ci ha incantato e di cui, senza accorgercene, ci siamo innamorati.



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