In viaggio nello Yucatan (con bambini)
Tutta la famiglia in viaggio nello Yucatan
Dopo 12 anni ho deciso di tornare nello Yucatan, questa volta con la famiglia (bambini di 6 e 10 anni, oltre a mio marito). Sì perchè questa zona del Messico è adattissima ad una vacanza in famiglia, anche i bambini possono interessarsi alla storia Maya e divertirsi nelle limpide acque del mar dei Caraibi. La nostra vacanza è stato un mix tra relax, natura e cultura.
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La Prima tappa: Cancun
Volo Lufthansa che, con uno scalo a Francoforte, ci ha portati diretti a Cancun. Qui abbiamo noleggiato un’auto dall’agenzia Carflex (prenotata tramite il sito Rentalcars). All’uscita dell’aeroporto sono dislocati tanti piccoli uffici di tutti gli autonoleggi, ognuno di loro è dotato di un pulmino che accompagna i clienti al punto di ritiro e consegna delle auto. Non consiglierei Carflex semplicemente perché nonostante il prezzo basso del noleggio e il fatto che sul sito fosse specificato che la CDW era inclusa, hanno provato a venderci un’assicurazione aggiuntiva dicendo che le informazioni sul sito non erano esaustive e in realtà la CDW inclusa copriva solo il 20% dei danni. Se lo avessi saputo prima avrei acquistato la copertura totale dal sito di Rentalcars, che è sempre più economica. Va beh, ci avviamo con la nostra Nissan Versa per le strade del Messico, stando attenti ai Topes che si presentano all’improvviso sulla nostra via.
Next stop: Playa del Carmen
Destinazione Playa del Carmen, Anah Suites Downtown. Qui abbiamo prenotato un appartamento con due camere da letto e due bagni ad un prezzo superscontato; l’appartamento è più grande di casa nostra! La struttura offre anche un garage e una piscina sul tetto che poi ci farà comodo, è inoltre a due passi da un enorme supermercato (Mega) dove faremo i nostri acquisti per la colazione o le cene che faremo in casa, oltre che a due blocchi dalla Quinta Avenida. Passiamo il primo giorno di vacanza a zonzo per la Quinta Avenida, cambiamo un pò di Euro in Pesos e poi eravamo decisi a trascorrere il resto del tempo in spiaggia….. e qui la prima brutta sorpresa. La spiaggia è impraticabile perché nella notte c’è stata una forte mareggiata, ma soprattutto il mare è strapieno di alghe marroni e maleodoranti. Ci spiegano che nell’arco di qualche giorno il mare sarebbe rientrato ma per le alghe la situazione sarebbe potuta durare giorni…. Che brutta notizia!!! Ci dicono anche che Cozumel non è colpita da questo fenomeno, sulla costa che affaccia verso Playa del Carmen, perché le correnti tengono le alghe lontane da lì. Scopriremo poi che sono diversi anni che il fenomeno delle alghe colpisce saltuariamente le coste dello Yucatan e di altre isole caraibiche, a causa dell’innalzamento delle temperature degli oceani. Arrivano all’improvviso e possono durare 10/15/20 giorni, nessuno lo sa, perché tutto dipende dalle correnti. Al rientro in hotel ci fermiamo dal Concierge dell’Anah (molto gentile) che ci mostra una mappa della situazione della costa, effettivamente Cozumel non è colpita, come non lo è l’isola di Holbox. Ci facciamo dare qualche dritta sulle alternative: Cozumel, Cenote vari , Isola di Holbox, parco Xelha, parco Xcaret, rovine Maya.
Seconda tappa: Chichen Itza
Per il nostro secondo giorno avevamo già in programma Chichen Itza, visto che con il nostro jet lag la sveglia era ancora sulle 6.30 della mattina. Ottimo. Autostrada vuota (ricordatevi di prendere pesos con voi, non accettano carte di credito!), primo tratto un pò costoso (sui 13 Euro) ma ne vale la pena. Arriviamo alla meta prima delle 9, solo due bus nel posteggio, nessuna fila per i biglietti. Vogliamo prendere una guida che parli italiano perchè anche i bimbi possano capire la storia di questo sito, ci rivolgiamo allo sportello delle guide e ci chiedono 60 Euro!!!! (ovunque avevo letto 45). Per fortuna troviamo una famiglia italiana con cui dividere la spesa e facciamo il nostro giro sotto il sole cocente, dotati di ombrello ed Energade. Nel mio viaggio precedente era quasi collassata a metà del giro all’interno del sito, quindi questa volta mi sono organizzata; l’ombrello sembra un accessorio stupido sotto al sole ma, credetemi, in certe situazioni salva la pelle! La visita guidata è durata circa un’ora e mezza, l’italiano della nostra guida era basico e i bimbi non hanno colto proprio tutto, ma almeno ci hanno seguiti con interesse. Decido di evitare la classica fermata al cenote di Ik Kil, sempre troppo affollato e poco adatto ai bambini, e proseguiamo per Valladolid. Il bello di questo paesino sono i colori delle case e la struttura tipicamente Messicana, ma non è un luogo che mi fa impazzire. Rientriamo a Playa in tempo per un bel bagno in piscina e per stilare il programma dei prossimi giorni.
Su consiglio del Concierge propendiamo per il parco di Xelha, a suo avviso più adatto ai bambini e meno stancante di Xcaret (che lui ha definito Disneyland Messico). Abbiamo acquistato da lui i biglietti nonostante sul sito costassero un po’ meno (300 Euro in 4!!! comprensivo di ingresso, pasti e bevande illimitati), semplicemente perché ci ha dato un sacco di consigli. Il parco apre alle 8.30 e noi siamo lì per le 9.00 (si trova a 40 minuti da Playa, vicino a Tulum), lasciamo i nostri averi negli armadietti e ci avventuriamo a fare snorkeling con l’attrezzatura fornita dal parco (il boccaglio ci sarà regalato) tra le mangrovie e all’interno della laguna (anche qui no alghe!) . Non sono le Maldive ma i pesciolini colorati non mancano e i bimbi si divertono! Da non perdere le ziplines che abbiamo fatto e rifatto e lo scivolo alto 23mt per i più coraggiosi. Il parco chiude alle 18 e la giornata è volata, solo con le attività gratuite. Bellissimo, per i bimbi è il ricordo più bello quindi, nonostante il prezzo, se avete bambini dell’età dei miei lo consiglio assolutamente. Datevi la protezione solare prima di entrare perché poi potrebbero farvi storie in quanto molte creme contengono componenti chimici che fanno male all’ecosistema. Ritorniamo a casa distrutti e felici. Per il terzo giorno abbiamo acquistato i biglietti del traghetto per Cozumel e prenotato online un’attività di snorkeling. C’è anche la possibilità di fare gite in catamarano ma la corrente è forte e il mal di mare dietro l’angolo, quindi abbiamo evitato. Lo snorkeling è proposto anche dai mille venditori che troverete sulla Quinta Avenida, così come i biglietti del ferry, noi non abbiamo avuto voglia di metterci a chiedere e contrattare come usa qui, a voi la scelta.
In ogni caso appena sbarcherete a Cozumel, una stesa di carrettini vi attenderanno con l’intento di vendere attività di snorkeling e accessi alle spiagge private che caratterizzano questa isola. Il pacchetto che abbiamo prenotato online, al costo di circa 130 dollari, include l’accesso al Mr Sancho Beach e un’ora e mezza di snorkeling per 4 persone. Prendiamo il taxi per Mr Sancho Beach, che sembra essere una delle più blasonate, arriviamo e ci sembra di entrare in un villaggio turistico: bancarelle, negozietti, ci fanno addirittura una foto ricordo! (che potremo acquistare all’uscita…) All’entrata scopriamo che il nostro ingresso gratuito alla spiaggia in realtà ci consente solo di transitare dalla spiaggia per arrivare alla postazione della società di snorkeling: non possiamo usufruire dei lettini, degli ombrelloni, della spiaggia e dei gonfiabili in mare, di nulla! Per farlo ci chiedono di pagare, e noi per principio non lo facciamo e ci piazziamo nel tratto di spiaggia libera tra Mr Sancho e la spiaggia privata successiva. In ogni caso passeremo la maggior parte del tempo in acqua (bellissima e caraibica) e per fortuna ci eravamo portati dietro i tramezzini e l’acqua! Questa Mr Sancho altro non è che una spiaggia “all inclusive” che ti offre al costo di circa 45 Euro l’ingresso, lettini, piscine e pasti e bevute illimitati, infatti era pieno di Americani. Sulla spiaggia due società offrono diversi svaghi, dallo snorkeling alla moto d’acqua alle immersioni. Mio marito prova anche la moto d’acqua: 70 dollari per mezzora. Finalmente arrivano le 13 e saliamo sulla nostra barca per lo snorkeling. Il mare è un po’ mosso e le correnti sono piuttosto forti ma l’acqua è limpida e vediamo razze, pesci di diverse forme e colori e anche una tartaruga! Bella esperienza, ma non vedevamo l’ora di tornare a terra perché il mare era davvero mosso. Ancora un po’ di relax in spiaggia e poi rientriamo col traghetto delle 16.30 passeggiando per la Quinta Avenida fino al nostro hotel.
Next stop: Isola di Holbox
Il nostro quarto giorno è stato una scommessa: Isola di Holbox. Ce ne ha parlato la prima volta un Canadese con cui ci siamo fermati a chiacchierare la prima sera , poi il Concierge del nostro Hotel e ci hanno incuriositi. Non l’avevo mai sentita nominare ma facendo qualche ricerca su internet ho realizzato che è una meta interessante. Si tratta di un’isoletta che si raggiunge con 25 minuti di traghetto dal porticciolo di Chiquilà, distante 1 ora e 45 minuti da Playa. Non è ancora stata colpita dal turismo di massa (ma i turisti non mancano), le strade non sono asfaltate e si gira principalmente con i mezzi utilizzati nei campi da golf, insomma ha un fascino tutto suo! La strada fino a Chiquilà è veloce e scorrevole per 45 minuti (è la stessa autostrada che porta a Chichen Itza) poi rimane comunque una bella strada larga ma attenzione ai Topes!!! Non sono sempre segnalati e spuntano come i funghi. I parcheggi al porto sono tutti a pagamento (2-3 Euro per la giornata) e i biglietti del ferry si possono acquistare sul momento: ci sono due compagnie e le partenze sono scaglionate, ogni 30 minuti. Arrivati a Holbox con una breve passeggiata tra murales e negozietti si raggiunge la spiaggia. Una volta in spiaggia noi ci siamo incamminati verso destra alla ricerca di un posto che ci noleggiasse due lettini e un pò di ombra; trovato dopo una camminata di 10 minuti, al costo di circa 12 Euro. Qui le acque sono davvero tranquille e trasparenti, relax puro. Passano i venditori di cocco e mango, nulla di più. Per pranzare non mancano i ristorantini sulla spiaggia, dove consumiamo tacos e gamberi accompagnati da margarita per noi adulti. Avremmo potuto prendere un cart e girare un po’ l’isola ma le strade sono sconnesse e oggi ci vogliamo rilassare, quindi ci godiamo semplicemente il mare e la spiaggia prima del nostro ultimo pernottamento a Playa. Se avessi avuto la possibilità un paio di notti in questa isola le avrei trascorse…… la consiglio vivamente.
Il giorno successivo ci spostiamo a Tulum, visitiamo le rovine e poi ci dirigiamo a Playa Paraiso. Attenzione al lungomare di Tulum, quando ci arrivate, da una grande rotonda in fondo a un lungo viale, se vi dirigete a destra non avrete accesso alla spiaggia se non attraverso qualche hotel o ristorante in cui sarete obbligati a consumare non meno di 50 Euro, se invece alla rotonda andate a sinistra (quindi verso le rovine di Tulum) potete avere accesso alla spiaggia libera parcheggiando sulla strada, Playa Paraiso. Per uno spuntino vi consiglio Pancho Villa (lato bar, non lato ristorante). Anche qui abbiamo avuto il problema delle alghe. In un tratto di spiaggia la corrente aveva creato un varco e siamo riusciti a fare un bagno, ma è stata una casualità. Per il resto la costa era invasa dalle alghe, anche davanti agli hotel. Ricordavo la bellezza di questa spiaggia senza alghe, purtroppo i miei bei ricordi sono stati offuscati. A Tulum avevo tra l’altro prenotato una struttura nel centro del paese e senza piscina. Non la consiglio perchè se avessi saputo del rischio alghe avrei preferito un hotel con piscina per i bambini. Il centro di Tulum è caratterizzato da una strada con qualche bar e ristorante. Segnalo una caffeteria francese che fa un ottimo caffè, crepes e dolcetti, oltre ad offrire wifi gratuito – La Fournee – e un ristorante per chi ha voglia di cambiare un pò dalla cucina messicana e buttarsi in un hamburger superfarcito con patatine croccanti – Roraima Burgers. Il secondo giorno a Tulum sarebbe stato dedicato alla visita della biosfera di Sian Kaan. Anche questa era un gita che avevo fatto nel mio viaggio precedente e che avrei rifatto volentieri con i bimbi: coccodrilli, lamantine, delfini, tartarughe, tante specie di uccelli… questa gita ti mette a contatto con la natura. Grossa pecca: il prezzo. L’abbiamo prenotata nella sede di Mexico Kan Tours a Tulum, pagata a prezzo d’oro (170 $ sia per gli adulti che per i bambini, incluso il pranzo) ma almeno la guida parlava italiano. In questo caso mi sento di consigliarvi di cercare un pò su internet, si trovano prezzi più bassi, magari con un servizio un pò più scadente ma 170 dollari hanno le gambe lunghe… E comunque la nostra giornata si è svolta così: pick up dall’hotel alle 7.00 con un minivan, 1 ora di viaggio su una strada piuttosto dissestata per arrivare all’imbarco, bisogni e spuntino prima di salire sul motoscafo (6 persone max. per motoscafo), partenza e… il motore del motoscafo non pesca la benzina. Prova e riprova, gira avanti e indietro… nulla. L’agenzia non ha un piano B. Risaliamo sul van con l’altra coppia che era con noi sul motoscafo, 1 ora di strada per rientrare e alle 11.00 siamo a Tulum centro, con tanta rabbia e nessun piano B. Almeno ci hanno restituito l’intero importo pagato. A questo punto avremmo avuto diverse opzioni: visitare il Gran Cenote o Cobà, o uno dei mille cenote della zona. Presi dal nervoso torniamo a Playa Paraiso nella speranza che la situazione sia migliorata. Nulla, alghe a profusione e nessun varco che ci consenta di fare il bagno. Pranziamo da Pancho Villa con Guacamole e fajitas e decidiamo di tornare verso Playa del Carmen e di cercare un hotel con piscina per la notte a venire. Abbiamo perso i soldi già spesi per l’hotel a Tulum, ma erano poco più di 50 Euro e i bimbi meritavano un bagno in piscina dopo la delusione della gita a Sian Ka an e del mare pieno di alghe. Siamo passati a prendere i bagagli e alle 14 eravamo in auto verso Playa. Ci siamo fermati a visitare un cenote che potevamo vedere gratuitamente perchè convenzionato con l’Hotel di Tulum, ovviamente la gratuità non includeva la possibilità di fare il bagno e la visita guidata, che forse sarebbero state carine. Avevo letto qualche recensione su questo Cenote (casa Tortuga) che parlava di acqua fredda e mi sono fatta scoraggiare, a posteriori posso dire che ci saremmo potuti fermare per un bagno e una visita, ma oramai avevamo prenotato il nostro hotel con piscina a Playa e i bimbi smaniavano per andare. Koox Downtown Family Boutique Hotel, un piccolo hotel sulla Decima Avenida con una piccola piscina (comunque funzionale) e una bella stanza divisa in due camere da letto. Avendo prenotato il giorno stesso abbiamo speso pochissimo. La stanza dava sulla Decima Avenida e pur essendo al terzo piano il traffico si sentiva, ma per una notte ha fatto il suo dovere e i bimbi sono stati felici.
Ultimo giorno: Puerto Morelos
Ultimo giorno. Nonostante le alghe voglio fermarmi a Puerto Morelos, che dovrebbe avere una bella spiaggia e pochi turisti. I turisti sono effettivamente pochi ma la spiaggia è invasa dalle alghe e dai venditori di gite per fare snorkeling. Facciamo due passi e ripartiamo in direzione Cancun, hotel BSEA Cancun Plaza, all’inizio della zona Hotelera e a 12 minuti dall’aeroporto. La nostra stanza non è pronta ma abbiamo accesso alla piscina e alla spiaggia. Udite udite, qui niente alghe!!!! 20km da Porto Morelos e ZERO alghe! Il mare è mosso ma un bagno non ce lo toglie nessuno. Ci spiegano che la settimana precedente la situazione alghe era stata pesante ma le correnti si erano spostate. Proviamo anche la bellissima piscina affacciata sulla spiaggia, non ci facciamo mancare nulla. Mio marito vuole uscire a pranzo, quindi attraversiamo tutta la zona hotelera e raggiungiamo il centro di Cancun, non mi è piaciuto, troppo caos. Ci fermiamo anche in uno dei due centri commerciali della zona hotelera (io avrei anche evitato), che dire…. è un centro commerciale, se avete voglia di shopping ci trovate di tutto….. Ceniamo in hotel (prezzi ragionevoli, qualità discreta) e ci prepariamo per la partenza delle 2 del mattino successivo. La camera va bene per un paio di notti, ma dormire in 2 in un letto alla francese non è mai troppo confortevole.
Dopo questo secondo viaggio nello Yucatan posso confermare che si tratta di una meta adatta alla famiglia. I prezzi sono diventati un po’ troppo “americani”, anche al supermercato. Nonostante le attenzioni ecologiste di alcune guide e operatori trovo che ci sia ancora troppo lassismo, ad ogni angolo spuntano bottiglie di plastica e rifiuti. Il problema delle alghe mi ha colto un po’ di sorpresa (mea culpa che non mi sono informata a sufficienza) e sicuramente rovina il panorama e l’umore. Se viaggiate con i bambini cercatevi hotel con piscina e informatevi sui cenote, ce ne sono tanti, anche adatti alle famiglie.
Detto ciò, buon viaggio anche a voi!