Yucatan, Chiapas & Riviera Maya
Mettiamo piede nel suolo americano solo per farci fotografare e lasciare le nostre impronte digitali (tutte e dieci le dita) alla dogana. Alla faccia delle polemiche nostrane sulla proposta di prendere le impronte agli extracomunitari! Mah! Paese che vai usanza che trovi!?! Ma ormai la nostra mente è già altrove. Siamo a poche ore dall’arrivo. E’ sceso il sole, davanti a noi l’oceano, poi tutto buio e luci all’orizzonte ..Cancun!! Usciamo dall’aeroporto e subito ad attenderci una serie di minivan con destinazione gli innumerevoli hotel della riviera. Non sappiamo il nome del nostro ma capiamo di essere fortunati non appena ci apprestiamo ad entrarvi attraverso un viale illuminato. Siamo al Fiesta Americana Condesa di Cancun con la laguna di fronte e l’oceano alle spalle. La “zona hotelera” si è sviluppata su questo lembo di terra lungo e sottile unito alla terraferma da due ponti. La città è nata negli anni settanta per diventare in pochi decenni una sorta di Eldorado del turismo. Varrebbe la pena di uscire ma dopo un trasferimento del genere il letto ci attrae come una ..Calamita.
Mercoledì 10 dicembre – Chichén Itza, Mérida Di buon ora ci raduniamo nella hall per conoscere la guida che ci accompagnerà in questa nostra prima settimana. Al tour parteciperanno altri 32 connazionali, ognuno con pacchetto acquistato da tour operator differenti (Kuoni, Hotelpan, Viaggi del ventaglio etc.). La prima destinazione è Chichén Itza, il più famoso sito archeologico Maya. Attraversiamo kilometri di foresta e solo ora capiamo perché in volo le luci di Cancun erano anticipate da un’immensa distesa buia ..La jungla. La penisola è il secondo polmone verde al mondo preceduto solo dall’Amazzonia. In effetti il nome Yucatan dà a pensare un luogo più ..Esotico! Il sito è certamente spettacolare ed è dominato da “El Castillo”, una piramide di 24 metri costruita in onore di Kukulkan. Il suo disegno rinvia alle leggi astronomiche: le quattro scalinate corrispondono ai punti cardinali e durante gli equinozi, nella scalinata nord, si produce una sorta di miraggio ottico tale che i serpenti sembrano strisciare sulla piramide. Colpisce anche il Campo della Pelota e soprattutto la ricostruzione del gioco. Chi vinceva avere l’onore di essere sacrificato agli dei. Ma che razza di gioco era! Si può affermare in questo caso, senza timore di essere smentiti, che era ..Meglio perdere!! In ogni caso si ha la forte sensazione di trovarsi in un luogo che trasuda di magia, riti sacrificali e misteriosi culti religiosi (citiamo per tutti la leggenda del serpente piumato ed il culto del giaguaro ).
Dopo un esaustiva visita del sito archeologico ci dirigiamo verso Merida dove soggiorneremo per la notte al Fiesta Americana. Giovedì 11 dicembre – Merida, Uxmal, Campeche Iniziamo la giornata lasciando la città passando per il quartiere del ..Cimitero!! Eh sì, è proprio cosi interi isolati composti non da comuni abitazioni ma da tombe!! Sono dei colori più disparati e di diversa fattezza. In diversi casi riportano solo la data di morte ..Non essendo nota quella di nascita per molti indigeni! Non mancano ossa umane sparse per i viottoli. Ripartiamo alla volta di Uxmal (ossia “costruito tre volte”), sito archeologico come gli altri immerso nel verde. Tra gli edifici spiccano il cosiddetto Quadrangolo delle Monache (si ipotizza che fosse una sorte di convento religioso considerate le 74 stanze poste intorno ad una corte centrale) e soprattutto l’imponente Piramide dell’Indovino (secondo la leggenda costruita in una sola notte appunto dall’Indovino). La struttura, alta 35 metri ed in realtà costruita lungo 400 anni, si apprezza molto di più se vista dal Palazzo del Governatore. Da qui si nota come il sito sia completamente immerso nel verde. Si consideri che i siti Maya sono stati strappati alla foresta nel senso che sono stati letteralmente ..Scoperti. I vari ricercatori hanno dovuto estirpare la vegetazione che li ricopriva.
Dopo un lauto pasto ci dirigiamo verso Campeche. Città sulla costa nord dello Yucatan dichiarata Patrimonio dell’Umanità dall’Unesco. Arriviamo mentre sta facendo notte. Dopo una breve sosta all’Hotel del Mar, con splendida visuale sul mar dei Caraibi, facciamo due passi nella cittadina. L’oscurità non ci permette di apprezzare appieno le variopinte facciate delle abitazioni (ristrutturate anche grazie a contributi governativi). Attraverso alcune finestre, notiamo che alcuni salotti sono stati convertiti in garage!!! Gli abitanti della zona pedonale hanno preferito crearsi un posto macchina in casa piuttosto che lasciare la propria auto fuori le mura della città!! Venerdì 12 dicembre – Campeche, Palenque La giornata è dedicata alla visita di Palenque, città Maya tanto per cambiare immersa nella jungla. Si tratta forse del sito con la zona visitabile più ampia. Tra gli edifici si segnalano il Tempio delle Iscrizioni ed il Palazzo ma soprattutto la splendido panorama che si gode attraversando il torrente e salendo sul Tempio della Croce. Appassionanti le vicende dei personaggi legati alla città. Tra gli episodi citiamo l’incoronazione di Pakal e la scoperta della tomba della Regina Rossa (Reina Roça).
Suggestivo il resort in cui dimoriamo, Villa Mercedes, circondato dalla foresta e soprattutto con una comodissima amaca davanti la porta di ogni camera. All’unanimità decidiamo che non ci alzeremo più da qui sopra! Sabato 13 dicembre – Palenque, Yaxchilan Partiamo alla volta di Yaxchilan, sito raggiungibile solo via fiume. L’Usumacinta è il più lungo dei fiumi messicani ed il suo corso per buona parte funge da confine con il Guatemala. La strada che porta all’imbarco è disseminata di terribili dossi artificiali e contornata da abitazioni improvvisate in cui dimorano in buona parte profughi arrivati dalle nazioni limitrofe. Colpisce il contrasto tra arretratezza (in molti casi non è presente l’energia elettrica) e moderne comodità (in alcune modeste dimore, e siamo generosi nel dire modeste, spiccano luccicanti antenne paraboliche!). Ci imbarchiamo con delle motolance da dieci posti ciascuno e dopo circa tre quarti d’ora arriviamo a destinazione. Del sito, più degli edifici (il Tempio XXXIII su tutti), colpisce la presenza delle scimmie urlatrici. Mentre attraversiamo un sentiero nel bosco siamo assordati dalle urla. In effetti per i non esperti (come noi) sono simili a dei ruggiti (siamo nella terra del giaguaro, un animale sacro per la civiltà Maya). Domenica 14 dicembre – Palenque, Misol-Ha, Ocosingo, San Cristobal de las Casas.
Saltiamo la meta programmata delle cascate di Agua Azul. Pare che la settimana scorsa abbiamo derubato e denudato un pullman di turisti (lasciati senza valigie ed in ..Mutande!!). L’escursione non è praticabile e dunque ci rifugiamo su Misol-Ha. La cascata compie un salto di trenta metri e sotto il suo getto si può fare comodamente un fresco bagno. Ma non è il nostro caso e preferiamo il percorso roccioso che passa dietro il getto della cascata ed attraverso il quale, accompagnati dagli spruzzi, raggiungiamo una piccola grotta luogo ideale per foto suggestive. Lasciata la cascata, lungo una tortuosa strada ci inoltriamo nel territorio del Chiapas, regno del cosiddetto Esercito Zapatista e di Marcos. A ricordarcelo una sorta di segnalazione stradale (“Esta usted en territorio zapatista en rebeldia; aqui manda el pueblo el gobierno obedeche!”) e scuole autonome con murales dedicati al sub comandante. Da questa zona parte il sentiero che dopo un paio di giorni di percorso a cavallo condurrebbe al centro nevralgico del movimento rivoluzionario. Attraversiamo Ocosingo e dopo il pranzo, con tanto di finale del campionato di calcio messicano in tv, arriviamo a San Cristobal de las Casas. Siamo nella parte più povera del Messico. Di fronte alla splendida Cattedrale molti indios ci invitano ad acquistare in maniera garbata i loro prodotti. I prezzi sono modesti. Ci conteniamo sapendo di non avere molto spazio nelle valigie. Facciamo quatto passi nel centro della città e beviamo un discreto caffè (buonissimo secondo gli esperti ..Tradotto non capiamo nulla di arabica!!). Anche qui alloggeremo per due notti al Villa Mercedes, buon complesso non proprio al centro ma comodamente raggiungibile in taxi con prezzi modici.
Lunedì 15 dicembre – San Juan Chamula, Zinancantan, San Cristobal de las Casas La giornata è dedicata alla visita di due comunità locali. Iniziamo con San Juan Chamula. In questa zona del Messico è vietato fare foto e riprese. Gli indios non gradiscono vedersi rubata la propria ..Anima! La sanzione è anche corporale ..Ben 43 frustate (ma non chiedeteci perché 43)! In realtà solo ai turisti non è concesso farle, dato che al mercato si vendono cartoline raffiguranti la cittadina, gli indios e l’interno della chiesa. In maniera molto ..Discreta (meglio dire di nascosto) facciamo comunque qualche foto. L’interno della chiesa sulla piazza centrale è una visione inimmaginabile. Il pavimento è completamente ricoperto di aghi di pino, ai lati si osservano decine di statue di santi riposte all’interno di apposite nicchie e corredate dalle offerte dei fedeli locali. Tra di esse ci sorprendono ..Le scarpe. Per terra davanti ad ogni statua colorate candele accese. Sempre sedute sul pavimento vi sono donne indigene, con tanto di figli e mariti al seguito, intente nei loro riti purificatori. Gli attrezzi del mestiere sono costituiti da: candele (dai colori variopinti vengono incerate al pavimento e disposte più o meno in semicerchio); bottigliette da mezzo litro di comuni bevande gasate (vanno per la maggiore Fanta e Sprite e con esse le negatività vengono espulse dal proprio corpo attraverso discreti ..Rutti); uova sode (passate durante la preghiera sulle teste e sul corpo dei familiari ..In particolare i bambini) e gallina sacrificale (dopo averla offerta alle divinità le viene con tutta tranquillità ..Tirato il collo!). Ci viene assicurato che poi saranno sepolte e non mangiate perché su di esse di sarebbero trasferiti i peccati espiati!!! Dobbiamo dire che questo è il posto sicuramente più suggestivo tra quelli visitati.
La seconda comunità, Zinacantan, ci permette di visitare una splendida chiesa con addobbi floreali mai visti all’interno di una casa del signore!! Le multicolori statue del Cristo sono rivestite di abiti locali e tra di esse ne figura anche una con i capelli …Rasta!). All’uscita ci rechiamo presso una cooperativa locale in cui si realizzano prodotti tessili con gli antichi telai. Condividiamo con la comunità indigena la preparazione e degustazione delle tortillas. Incredibile ma vero, uno degli ingredienti è la calce, i cui effetti negativi sarebbero neutralizzati dal mais. Mah ..Vai a capire il mondo! Torniamo, infine, a San Cristobal per un giro più esaustivo della città con tanto di sosta ai mercatini ed ad un negozio di ambra. Martedì 16 dicembre – Canon del Sumidero, trasferimento aereo per Cancun Come ultima tappa del tour abbiamo in programma il Canon del Sumidero. Ci imbarchiamo a Chapa de Corzo su una potente motonave. Sulle sponde del fiume Grijalva si possono ammirare colonie di avvoltoi intenti ad asciugarsi le penne, gazze bianche e grigie, enormi iguane distese sui rami degli alberi, mucche al pascolo (qualcuno dice ..Il tavolo apparecchiato per i più famosi ospiti del canyon) ed appunto i coccodrilli in qualche caso notiamo comodamente esposti al sole a riscaldarsi. La navigazione ci permette di ammirare anche strane formazioni rocciose (una stalattite chiamata cavalluccio di mare), nicchie scavate nella roccia (una in particolare dedicata alla vergine di Guadalupe con tanto di altarino, effigi sacre, offerte, palloncini ed immagine del cristo impressa nella roccia) e cascate naturali (il cosiddetto arbol de navidad, la sporgenze delle rocce ed il fatto di essere ricoperte di muschio e bagnate dall’acqua lo fanno in effetti apparire un’enorme albero di natale). Dopo una visita veloce ma esauriente ci dirigiamo verso l’aeroporto di Tuxtla Gutierrez dove ci imbarcheremo, via Città del Messico, per Cancun. All’arrivo troviamo subito pronto il nostro minivan che ci accompagnerà in circa due ore al nostro villaggio per l’ultima settimana: il Gran Bahia Principe nei pressi di Akumal. Mercoledì 17 dicembre – Gran Bahia Principe Il villaggio è enorme. In realtà si tratta di tre diverse strutture (Tulum, Coba, Akumal), tutte ugualmente usufruibili e tra le quali ci si può spostare con frequenti trenini. Oltre 2.500 camere e si dice circa 5/mila dipendenti. In effetti quando si va in giro per il villaggio si vedono inservienti dappertutto (sappiamo che vengono pagati molto poco e questo ci rattrista un po’). La camera è spaziosa e curata anche se non ci sembra lussuosa come descritta nei depliant. La spiaggia è carina ma non eccezionale. Per entrare in acqua meglio le scarpette per evitare fastidiosi dolori ai piedi viste le rocce/pietre sul fondo. Non mancano ovviamente, piscine (anche con idromassaggio), animazione, la possibilità di noleggiare bici, canoe, moto d’acqua, fare snorkeling, tennis (gratuito su prenotazione) e tutto quanto immaginabile in villaggio. Forse più di una decina i ristoranti nei quali si può scegliere di pranzare e/o cenare ed in più abbiamo compreso anche tre cene alla carta nei ristoranti a tema (non ci sono sembrati imperdibili). Inoltre la formula all inclusive ci consente di degustare cocktail, aperitivi e quant’altro a libero piacimento. Detto questo non rimane che goderci la giornata in tutto relax. Giovedì 18 dicembre – Tulum, Playa Paradiso La vita oziosa non fa per noi. Così decidiamo di dedicare la giornata ad un escursione. Con noi altre due coppie che hanno partecipato al tour. Con un taxi “colectivo” andiamo a Tulum per la visita della famosa area archeologica. La posizione è spettacolare. Lasciamo da parte la storia e rimettiamo le guide nello zaino. Ci godiamo la bellezza naturalistica del sito. Le rovine maya sono a picco sul mare. A pochi passi a sinistra dell’edificio principale (anche qui si chiama “El Castillo”) una spiaggia di sabbia fine, quella che si vede in tutte le guide turistiche, impraticabile perché riservata alle ..Tartarughe per il deposito delle uova. Dall’alto si apprezza il colore turchese del mare e volendo si può scendere in spiaggia con una comoda scala di legno (installata a discapito del paesaggio). Lasciato l’area ci dirigiamo alla scoperta della vera meta della giornata ..Playa Paradiso. Camminando verso sud, dopo un paio di kilometri entriamo in spiaggia. La sabbia fine è di colore chiarissimo quasi bianco, l’acqua limpida, l’oceano increspato e la temperatura ideale ..In una parola una pacchia. Dopo qualche ora di godimento terreno ci dirigiamo verso il chiosco “El Paraiso” per il pranzo. Incontriamo ancora ragazzi del nostro tour provenienti da altri alberghi e cosi pranziamo tutti assieme all’ombra delle palme da cocco. Torniamo al villaggio nel tardo pomeriggio. Una giornata appagante. Venerdì 19 dicembre – Gran Bahia Principe Alterniamo l’escursione di ieri con una giornata di relax. Mare, libri, bagni, passeggiate, tennis ci riempiono la giornata. Sabato 20 dicembre – Playa del Carmen, Cozumel Due giorni consecutivi al villaggio sono troppi. Decidiamo per un’altra escursione: andiamo a Playa del Carmen dove ci imbarcheremo per l’isola di Cozumel, luogo ideale per immersioni e snorkeling. Decidiamo di noleggiare uno scooter. Accettiamo l’offerta fattaci a bordo nave (rivelatasi azzeccata): una giornata intera a 300 pesos con benzina inclusa e kilometraggio illimitato. Ci ricordiamo però di aver lasciato in albergo: carta di credito, patente e carta d‘identità cioè abbiamo solo contanti. Ma siamo in Messico quindi ..Nessun problema. Basta saper maneggiare lo scooter e con una cauzione di 500 pesos prenderemo il nostro pass per scorazzare sull’isola con tanto di elmetti (ohps dovrei dire caschi ma ..Saranno omologati)? Scegliamo di dirigerci verso la parte sud dell’Isola e ci fermiamo al parco tematico di Chankanaab. Nulla di eccezionale a prima vista, una discreta struttura dove si può anche fare il bagno con i delfini (come in tanti altri posti sulla Riviera Maya). Ma la sorpresa è dentro l’acqua. Decidiamo di provare l’avventura dello snorkeling ..Per noi una novità. Appena immersi siamo sopraffatti da colonie di pesci e restiamo quasi senza respiro. Non ci immaginavamo la presenza di tutta questa fauna marittima appena entrati in acqua. Notiamo pesci di svariate specie ma non siamo esperti quindi meglio non fare brutte figure nel dire quali abbiamo visto. Sappiamo solo che è stato sorprendente ed usciamo con la voglia di prenotare un volo per il Mar Rosso dove tutti sono concordi nel dire che fondali e pesci offrano uno spettacolo impareggiabile. Dopo qualche ora di ozio riprendiamo il giro dell’isola. Lungo la strada costiera è uno scorazzare di motorini ed uno strombazzare continuo. Dopo essere tornati per mezza giornata adolescenti, decidiamo di rientrare e dedicare il resto della giornata alla visita della più nota cittadina della riviera: Playa del Carmen. Non c’è che dire, la cittadina in una parola è ..Turistica!! La zona pedonale è pressoché costituita da un lungo viale costellato da negozi, market e locali di intrattenimento. Ce la spassiamo qualche ora e poi torniamo nel villaggio con il “colectivo”. Domenica 21 dicembre – Playa Paraiso La spiaggia a sud di Tulum ci ha decisamente colpito e quindi decidiamo di tornare almeno una volta a Playa Paraiso. Ce la prendiamo comoda, partiamo a metà mattinata e torniamo di nuovo nel tardo pomeriggio.
Lunedì 22 dicembre – Gran Bahia Principe L’ultimo giorno di vacanza decidiamo di dedicarlo all’ozio puro. Ce ne stiamo sulla spiaggia del villaggio a terminare i nostri libri ed a riempirci il cuore della voglia di ripetere al più presto una simile vacanza. Martedì 23 dicembre – Cancun, Atlanta, Roma Ok. Oggi si torna a casa. Siamo soddisfatti della vacanza e nella nostra testa abbiamo un solo pensiero: ..Quale sarà la prossima meta? rodivit@libero.It