Yellowstone e non solo: viaggio nella Real America

Racconto del nostro viaggio on the road dell'agosto 2007, fra Wyoming, South Dakota, Idaho e Oregon. (By Adri e Francy) 17 agosto - 2 settembre 2007 MILANO - DENVER - LOVELAND Chilometri tappa: 93 Km Eccoci arrivati al fatidico e tanto atteso venerdì 17 Agosto!! Partenza in perfetto orario dall'aeroporto di Linate. Il decollo è...
Scritto da: Iceadri
yellowstone e non solo: viaggio nella real america
Partenza il: 17/08/2007
Ritorno il: 02/09/2007
Viaggiatori: in coppia
Spesa: 2000 €
Racconto del nostro viaggio on the road dell’agosto 2007, fra Wyoming, South Dakota, Idaho e Oregon.

(By Adri e Francy) 17 agosto – 2 settembre 2007 MILANO – DENVER – LOVELAND Chilometri tappa: 93 Km Eccoci arrivati al fatidico e tanto atteso venerdì 17 Agosto!! Partenza in perfetto orario dall’aeroporto di Linate. Il decollo è stato molto bello perchè l’aereo è passato vicino a dei cumulonembi veramente scenografici! Spettacolo! Volo fino a Londra molto tranquillo.. Come anche il successivo del resto. Primo assaggio della “cuisine” firmata British Airways.. Tramezzino con salsine di cui è meglio non chiedere gli ingredienti! Ed ecco servito anche il primo caffettone! Devo dire che non ne sentivo così tanto la mancanza! Arrivati a Londra scendiamo veloci dall’aereo: il primo pensiero è quello di riuscire a passare i controlli inglesi. Pensavamo di trovare moltissima gente invece pur essendo l’una non ce n’era poi così tanta. Comunque una gentile hostess appena arrivati all’inizio della coda ci ha avvicinato per chiedere con che compagnia viaggiavamo ed avendo il biglietto British ci ha permesso di passare per una corsia preferenziale!! Il volo per Denver sarebbe partito solo da lì a 3 ore e quindi decidiamo di pranzare. Ci buttiamo su una discreta pizza! Grazie al check in online riusciamo ad avere sul volo intercontinentale dei posti umani!! Che bello poter allungare le gambe! avevamo pure 2 oblò a disposizione per le foto!!! Peccato che il tempo non è stato dalla nostra e le nuvole hanno coperto il panorama per quasi tutto il viaggio… Ma soprattutto hanno coperto la Groenlandia .. Sigh…

Volo comunque molto tranquillo. Atterriamo all’aeroporto di Denver e Francesca, nonostante la stanchezza, ha un sussulto! Eh si, l’architetto non può fare a meno di rimanere a bocca aperta davanti alla tensostruttura del più grande aeroporto del Colorado. Veramente notevole! La gioia aumenta ancora di più quando, uscendo dall’aeroporto con lo shuttle per raggiungere la Alamo, possiamo ammirare un bellissimo arcobaleno che abbraccia l’intera tensostruttura con un cielo plumbeo a completare l’opera d’arte!! Purtroppo il tempo di ritirare la macchina ed è già buio e posti per poter fotografare l’aeroporto non ce ne sono. Peccato, meritava proprio… La nostra compagna di viaggio quest’anno è una Saturn ION colore bordeaux. Per raggiungere l’albergo percorriamo prima la tangenziale di Denver (un pò particolare, ogni 2 o 3 miglia c’è un pedaggio di un dollaro) e poi circa 70 Km prima di toccare finalmente un letto! E da domani… Eccoci America!!! (By Adri) LOVELAND-CUSTER Chilometri tappa: 602 Km Oh finalmente è mattina!… Anzi no, è solo l’1:45, meglio continuare a dormire. C’è proprio poco da fare, il jet lag lo soffriamo particolarmente. Colazione ovviamente molto presto al Super 8 e via per il vero inizio dell’ “on the road 2007”!! Subito ad accoglierci le grandi praterie, cosa che ci fa subito sentire di essere tornati negli USA. Sembra quasi che il volo di ritorno da Phoenix dello scorso anno sia atterrato a Denver ieri sera! Prima sosta nella capitale del Wyoming, Cheyenne. Parcheggiata la macchina nei soliti parcheggi per 2 ore senza disco orario (ah… Hanno proprio un’altra mentalità e onestà), ci dirigiamo prima nella piazza principale dove è il giorno di mercato, solo di frutta e verdura però. La piazza all’ingresso ha dei particolari “monumenti”: stivali da Cowboy alti circa 2 metri variamente dipinti.

Di fronte alla piazza il famoso negozio della Wrangler. Dopo qualche acquisto facciamo quattro passi fino alla cattedrale ed al palazzo del governo. Io e Francesca ci guardiamo un attimo e ci chiediamo: ma se questa è la capitale, cosa troveremo nel resto del Wyoming? Il centro è piuttosto piccolo; più numerose le case di periferia con il loro classico giardino in cui spicca la bandiera a stelle e strisce.

Riprendiamo la nostra macchinina, oggi i km da fare sono proprio tanti, essendo una delle tappe più lunghe del nostro programma di viaggio.

Sosta lungo la strada per uno spuntino veloce da Arby’s, direi molto economico e con panini commestibili! Proseguiamo lungo l’autostrada immersa nelle praterie, che sensazione di libertà!!! Deviazione per Hot Springs e via verso il primo parco, il Wind Cave National Park. Appena entrati siamo accolti da numerosi animali selvatici: prairie dog e anche i tanto attesi bisonti, che pascolano beati ai bordi della strada. Insieme a loro molti altri animali, quali i deer, e i pronghorn.

Ci fermiamo al visitor center giusto per prendere dei depliant e comperare il National Park Pass (80$… Contro i 50 dell’anno scorso.. Fortuna che il dollaro è debole in questo periodo!). Come avevamo già programmato, non visitiamo le grotte e riprendiamo la strada per Custer percorrendo la Wildlife Loop Road, una strada che attraversa boschi e praterie e che ci permette la vista di moltissimi animali; veramente suggestiva. Sono anche le 6 di sera e l’orario è ideale! Giunti a Custer, prendiamo possesso della nostra camera al Days Inn, come sempre spaziosa e soprattutto pulita.

Cena a base di ottima carne di bisonte al Sage Creek. Custer è un piccolo centro nelle Black Hills, meno di 2.000 abitanti, con qualche Motel per ospitare i turisti che vogliono visitare l’omonimo parco, ma soprattutto il monte Rushmore, che noi abbiamo in programma per domattina..

Il tempo (ottimo per tutta la giornata) non è granché per la presenza di nubi basse. Speriamo migliori…Non sarebbe il massimo vedere i volti dei presidenti tra la nebbia!!…(le ultime parole famose)… CUSTER Chilometri tappa: 151 Km Iniziamo a migliorare con il fuso orario!! Oggi sveglia alle 6!! Che progressi!!… Primo sguardo dalla finestra… Pioggia… E non solo… nebbia… Un po’ scoraggiati scendiamo per colazione. Adri sembra però ottimista; io per farmi coraggio penso “diamo fiducia al meteorologo, perché se si sbaglia ci giochiamo il Mt. Rushmore e tutta la visita al parco”. E invece appena avviata la nostra spider rossa… sole!!!! Meraviglioso!! Ci dirigiamo verso Bismark Lake,,,, un grazioso laghetto circondato dalla pineta. Ricorda molto un lago canadese, con tanto di isoletta con i pini… Una strada permette di fare l’intero periplo. Noi però ne percorriamo solo un pezzettino, poi ritorniamo sui nostri passi e imbocchiamo la strada 87 pensando visitare prima e Presidenti sfruttando il sole, e poi concentrarci sul resto del parco. Ma perdiamo il bivio con la 753. Poco male, ottimisti sul cielo sempre più blu proseguiamo per l’87. È una strada molto bella che si inoltra nelle Black Hills ed è pervasa da un profumo di muschio e resina!!!!! Di tanto in tanto si scorgono agili scoiattolini proprio simpatici! I Least Chipmunk.

Ah dimenticavo.. Poco prima di Bismark lake, a 1 metro dalla strada un enorme bufalo brucava pacifico incurante delle macchine che passavano e che ovviamente lo fotografavano, compreso la sottoscritta ovviamente!!!!! Continuiamo a seguire quindi l’87 che ci regala suggestivi scorci sulle Black Hills. Passato sotto il Tunnel 5 ci fermiamo per fotografare Needles Eye.

Subito dopo arriviamo al Sylvan Lake. Con il sole del mattino è veramente spettacolare! L’acqua non è ancora mossa dalla brezza e le rocce vi si riflettono come in uno specchio! Veramente notevole! Un sentiero permette di fare l’intero giro del lago passando anche dietro queste strane rocce arrotondate permettendo così di cogliere diversi scorci interessanti.

Dopo le nostre numerose foto di rito, tranquilli che oramai il tempo è dalla nostra parte riprendiamo il cammino verso il monte Rushmore… E invece, esattamente a 2 km dal monumento ecco di nuovo la nebbia… che tristezza… sulla strada, prima di arrivare al visitor center, in corrispondenza di una curva c’è un parcheggio per poter osservare il profilo di uno dei presidenti.., ovviamente noi ne cogliamo giusto il naso prima di vederlo scomparire anche lui tra le nuvole… Sperando in un miglioramento decidiamo di andare a Keystone, paesino con la classica via principale con casette ai lati. Amareggiati vediamo che un modo per passare il tempo è scendere con una specie di slittino da una pista stile bob… ma i 9$ a testa per salire con la seggiovia ci fanno desistere anche perché nel frattempo vediamo aprirsi un varco tra le nuvole!!! E nel giro di un quarto d’ora ecco il sole!!! Indi risaliamo al monte Rushmore ingresso gratuito ma 8$ di parcheggio… che vale per un anno però! L’Avenue che conduce al monumento è fiancheggiata dalle 56 bandiere degli Stati Usa e dei suoi territori; e alla fine di questa passeggiata si giunge alla Grandview Terrace da cui ammirare l’intera opera: da sinistra troviamo le facce di Washington, Jefferson, Roosevelt e Lincoln. Sulla sinistra prendiamo il sentiero che ci permette di osservare più da vicino e da diverse angolazioni le facce… Sempre e comunque dal basso. Il percorso porta anche nello studio dello scultore in cui si può vedere il “modellino” e si vede che l’opera è decisamente incompleta perché mancano tutti i busti con tanto di giacche. Per gli appassionati di fotografia, il monte Rushmore è a Nord e quindi ha sempre una luce ottimale. Pranziamo con un “ottima” pizza al self-service vicino al visitor center.

Ripartiti ci dirigiamo verso Custer seguendo la 16° per raggiungere l’ultima tappa prevista per oggi: il Crazy Horse Memorial. Seguendo la strada sia dal Tunnel 1 che dal Tunnel 3 si può vedere l’intera montagna che ospita il monumento e si riesce ad avere una bella visione di insieme. La particolarità del Tunnel 2 è che la strada non fa un tornante normale ma “passa sopra se stessa”… un po’ dura da spiegare, meglio guardare le foto! Svolta per la 753, riprendiamo l’87 fino a Custer, e raggiungiamo il Crazy Horse…20$ di ingresso… Non so se siano molto giustificati, ma vediamola così.. Abbiamo aiutato la causa! Il monumento si vede già lungo la strada. È veramente imponente, decisamente più grande del monumento ai presidenti, peccato non sia ancora finito. Una volta completata sarà la più grande scultura nella roccia mai costruita, larga 195 metri ed alta 172. Solo per fare un paragone, le teste scolpite sul Monte Rushmore sono alte solamente 18 metri. La costruzione è iniziata nel 1948 e non si sa quando verrà compiuta. Visitiamo il museo dei Lakota, seguiamo i 20 minuti di video che spiega la storia di quest’opera e le motivazioni che hanno portato a questa impresa.

Sul Crazy Horse ci si può salire solo se accompagnati da una guida a circa 100$, per avvicinarcisi invece si deve obbligatoriamente prendere un bus a 4 $ a testa. Nel museo c’è anche il modellino di Cavallo Pazzo. Finita la visita rientriamo in hotel per riposarci un po’.. Il fuso orario si fa ancora sentire. Cena allo Steak & Ribs Place in compagnia di Marco e Laura conosciuti in un raduno di “america on the road”, veramente una piacevole serata finita sotto gli scrosci di un temporale decisamente rumoroso!! (By Francy)

CUSTER-WALL Chilometri tappa: 373 Km E anche oggi i nostri eroi… Riuscirono a svegliarsi prima della sveglia! Colazione con i tanto amati waffles, ma ovviamente senza sciroppo acero, salutiamo il nostro Days Inn e prendiamo la strada verso uno dei posti più attesi della vacanza: il parco nazionale delle Badlands. Sosta al market di Hill City (che di passaggio ci pare pure più carina di Custer), e via verso la interstate . In un paio d’ore raggiungiamo Wall e l’ingresso del parco.

Il primo viewpoint (Pinnacle Overlook) ci anticipa quello che vedremo per tutta la giornata. Una fantastica giornata in uno dei più bei parchi che abbiamo mai visto. Nonostante il forte vento e il cielo completamente bianco, che non fa apprezzare appieno i magnifici colori di queste colline, il colpo d’occhio è notevole! L’occhio non sa dove soffermarsi! Se sulle collinette colorate che si estendono fino quasi all’orizzonte, o sulle guglie molto particolari che si innalzano dalle praterie.

Percorriamo tutta la strada all’interno del parco (una cinquantina di chilometri), facciamo una sosta al Visitor Center, posto praticamente dalla parte opposta del parco rispetto a Wall, percorriamo il Cliff Shelf Nature Trail (non particolarmente bello) e infine raggiungiamo il punto a nostro avviso più bello: il Big Badlands Overlook. Da qui si possono ammirare le colline colorate a righe orizzontali di vari colori! Torniamo indietro di qualche chilometro e ci fermiamo in un ampio parcheggio da cui partono tre brevi trail. La cosa che mi ha stupito in questo parco che non ci sono divieti di allontanarsi dai percorsi segnati come avevamo trovato nel parco di Arches lo scorso anno, ma di prestare molta attenzione ai serpenti.

Il Door Trail è molto bello. Dopo una breve passeggiata lungo la passerella, si può proseguire camminando sul terreno arido delle Badlands seguendo un percorso segnato da dei paletti in legno che si snoda tra formazioni rocciose molto particolari. Ci sembra di camminare sulla luna e ci fa ritornare con la mente alla Death Valley per certi tratti.

Gli altri due trail sono il Window trail (5 minuti sulla passerella che conduce alla vista di un particolare canyon) e il Notch trail, molto molto bello! Ovviamente il cartello che introduce al trail dice che è STRENOUS, e che il tempo di percorrenza èdi 2h… Noi, camminando con molta calma, impieghiamo nemmeno un’ora! Il sentiero prima è pianeggiante e si snoda tra formazioni rocciose piuttosto friabili, poi si affronta una specie di scala a pioli piuttosto ripida e ci ritroviamo completamente da soli in un bellissimo scenario. Percorriamo la “valle” fino in fondo; arrivati poi all’ultimo segnale del sentiero su consiglio di una turista americana proseguiamo dritti anziché girare a destra come indica il segnale successivo. Arriviamo ad una “finestra” da cui si dominano le Badlands che si fondono con la prateria. Peccato per la foschia che non ci fa apprezzare appieno il paesaggio. Sotto di noi il Cliff Shelf Nature Trail. Sulla via del ritorno vediamo pure un bighorn che però scappa via appena sente i nostri passi. Visto il cielo bianco avevamo deciso di ritornare per l’interstate a Wall e dare uno sguardo al Drug Store, ma ecco apparire qualche squarcio di azzurro! Decidiamo quindi di ripercorrere a ritroso la strada del parco, per scattare altre foto, ma soprattutto perché in fondo questo parco ci piace veramente un sacco! Fantastiche al pomeriggio le “yellow mounds”, delle piccole collinette con colori tra il giallo e il rosso.

Percorriamo poi la Sage Creek road, una strada sterrata lunga 10 miglia che passa accanto alla Roberts Prairie Dog Town, dove incontriamo moltissimi prairie dog. Molto bello anche il panorama, un po’ diverso da quello ammirato sulla strada principale del parco, perché qui si vede proprio la prateria che degrada nelle Badlands. Riusciamo pure a scorgere un bisonte che sembra perso tra queste colline! Rientro con panico (siamo completamente senza benzina!) a Wall ma non siamo ancora sazi di questo parco!… Infatti lasciate le valigie al Days Inn prendiamo l’interstate e ci dirigiamo all’ingresso NE del parco per il tramonto.

Il Big Badlands Overlook si presta molto per il tramonto, perché vengono messi in risalto le “striature” orizzontali colorate delle colline. Veramente suggestivo.

Soddisfatti rientriamo a Wall per la cena e per una breve visita al Drug Store ormai in orario di chiusura. Il Drug Store di Wall è pubblicizzato lungo la intestate con tantissimi (e “diversissimi”) cartelloni a chilometri di distanza. Alla fine si tratta solo di qualche negozietto cow boy ma la maggior parte di souvenirs.

Cena al Red Rock, nulla di che e soprattutto aria condizionata fortissima: acqua della brocca imbevibile, sembra saponata.

Stanchi e soddisfatti possiamo tornare al Days Inn dove ci accoglie un ambiente veramente familiare!! … All’ingresso infatti l’anziana proprietaria dell’hotel era intenta a sferruzzare guardando la tv! Veramente simpatica! (By Adri)

WALL-DEADWOOD Chilometri tappa: 327 Km Sveglia ore 6.30… primo sguardo dalla finestra.. Cielo a pecorelle… domanda: diventeranno un velo completamente bianco come ieri o ci permetteranno di fare delle foto “cartolina”? Dopo una rapida colazione a buffet, ci dirigiamo al più vicino ingresso del parco dove anche a quell’ora un ligio ranger controlla la tessera dei parchi con passaporto… Entrati nel parco ecco che il nostro bel cielo a pecorelle ora è diventato un bel cielo… nuvoloso. Il meteorologo scruta il cielo e pare ottimista. Speriamo in bene… Perderci anche oggi le Badlands illuminate dal sole sarebbe veramente grave.

Saltiamo i primi viewpoints e ci fermiamo nel posto preferito di Adri: le Yellow Mounds. Scesi dalla macchina siamo avvolti da un silenzio infinito. Ci fischiano persino le orecchie dal troppo silenzio, quasi irreale… Veramente suggestivo! Noi due soli in cima a questi panettoni dai colori dal giallo al viola al rosa ed ecco pure il cielo diventare un po’ più azzurro così da rendere ancora più spettacolare l’atmosfera.

Finito quello squarcio di azzurro ecco di nuovo il grigio. Decidiamo di riprendere la macchina e arrivare fino al Big Badlands Overlook e poi decidere se sia il caso di salutare il parco e raggiungere Deadwood prima del previsto.

E invece ecco scorgere le prime Badlands illuminate dal sole! Spettacolari! Ogni curva dava uno scorcio sempre più bello e suggestivo! Come si faceva a non fotografarlo!! Ci attenderà un duro lavoro a casa per scegliere le foto! Facciamo l’ultimo trail che ci rimaneva da fare: il Saddle Pass Trail (definito moderate/strenous dalla guida). Beh con le nostre gite in Grigna, Campelli e dintorni ci viene sempre un po’ da ridere su tempi e classificazioni dei trail americani! Comunque merita perché si dominano le colline isolate delle Badlands in mezzo alla prateria.

Finalmente possiamo gustarci i viewpoints! Conata Basin Overlook merita. Ci sono due passerelle che portano ad ammirare dall’alto le Yellow Mounds con la strada che le attraversa (due passi su una “collinetta colorata” a fianco della strada non ce li siamo fatti di certo scappare!).

E per finire, dopo aver salutato i simpaticissimi prairie dogs, un’ultimo saluto alle Badlands da Pinnacles Overlook. Dopo averle percorse in macchina e in piccola parte a piedi penso che questo viewpoint non faccia apprezzare appieno queste bellezze naturali; comunque non spaventatevi: resta comunque un bellissimo viewpoint! Guardando le foto sul pc di casa ci siamo accorti purtroppo che praticamente nessuna foto riesce a rendere la bellezza di questo posto, e nemmeno mette in risalto le diversità di colline che si incontrano lungo il percorso. Forse per via della luce per nulla fotografica, o per nostra inesperienza… o un po’ per entrambe.. È veramente un peccato. Quindi consiglio: andate a vederle e inebriatevi gli occhi! Ritornati a Wall facciamo di nuovo un salto al Wall Drug per verificare se la brutta impressione della scorsa sera rimane invariata… e difatti è così. A dire il vero c’è un bel negozio di articoli western dove ho pure adocchiato un bellissimo cappello che mi sta pure bene… Ma per un semplice ricordo il prezzo non è così tanto accessibile… purtroppo… I restanti negozi sono solo negozi di gifts e nient’altro. Nella parte interna del Drug Store c’è invece una mostra di fotografie d’epoca che non sono per nulla male. Attraverso le foto di indiani e pionieri si può avere un’idea della storia di questi luoghi.

Riprendiamo il nostro viaggio verso Deadwood. Pranzo a Rapid City da Dennys e poi piccola deviazione per vedere il parco di Bear Butte… bello per una foto e nulla più. Il Bear Butte è la montagna sacra dei popoli delle praterie, la Montagna dell’Orso sacra a Lakota, Cheyenne, Mandan e altre tribù indiane delle pianure. Verso le 17.00 arriviamo a Deadwood. Il nostro albergo è a 1 km dalla cittadina. Anche qui troviamo le slot machine come nei principali alberghi di Deadwood. Saliamo a Lead per visitare la miniera d’oro. Purtroppo si può darle uno sguardo solo dall’alto, però è notevole. È un enorme cono scavato nella montagna. Ritorniamo a Deadwood per la cena. La cittadina è abbastanza piccola con la via centrale caratterizzata da case alte e strette in mattoni rossi. In centro i parcheggi sono tutti a pagamento, ma noi lasciamo la macchina in un grande piazzale gratuito sulla strada per il nostro hotel a 10 minuti dal centro. Cena a buffet al Four Aces, giusto per mangiare con un po’ di pseudo-pasta! Cena non particolarmente buona ma poter scegliere ciò che si mangerà ha un grande vantaggio, e poi 12.99$ è un prezzo ragionevole! Serata conclusa con qualche dollaro perso alle slot… non avevamo dubbi… (By Francy) DEADWOOD-SHERIDAN Chilometri tappa: 444 Km Sveglia mattutina con calma: due cereali, un po’ di pane tostato e marmellata ed eccoci pronti a lasciare Deadwood. Passando per Lead ci immergiamo nello Spearfish Canyon. Deviazione per le Roughlock Falls (poco più di un ruscello) e sosta anche alle Bridal Veil Falls (esagerato chiamarle cascate). Il canyon è una stretta valle percorsa da un fiume, circondata da alte rocce ricoperte di pini. Non ci ha fatto una ottima impressione, ma comunque era sulla strada e fa parte sempre della conoscenza! Proseguiamo quindi la nostra giornata dirigendoci verso “il piatto forte” della giornata: la Devils Tower, scenario dov’è stato ambientato il film “Incontri del terzo tipo”. L’impatto da lontano non è particolarmente esaltante, ma avvicinandoci rimaniamo sempre più affascinati da questa montagna, luogo sacro per gli indiani. Entrati nel “parco” percorriamo la breve strada che gira attorno alla torre e porta al Visitor Center. Consiglio: se arrivate in orario di pranzo portatevi del cibo perché non c’è un punto di ristoro al Visitor Center. Da qui parte il sentiero che permette in un paio di km di percorrere l’anello alla base della torre. Mangiamo due panini presi al supermercato con un po’ di costoso affettato e mozzarella, e ci dirigiamo sotto la Tower. Alcuni arrampicatori sono concentrati nella loro ascesa. Niente male come scalata! Giriamo attorno alla tower e incredibilmente mi trovo disorientato. Quando pensavo di essere dalla parte opposta con ancora mezzo sentiero da percorrere, ecco il Visitor Center! Appena il tempo di finire la visita che avanzano nubi minacciose. Poco male! Le nostre foto le abbiamo fatte e la torre ce la siamo veramente gustata! Ci aspettano ora circa 300 km prima di arrivare a Sheridan e osservare le praterie sotto un bell’acquazzone non è poi così male! Peccato i molti lavori in corso che in America durano minimo 5 miglia… Verso le 19 raggiungiamo il Motel più bello della vacanza: il Wingate Inn di Sheridan! Certo non è molto comodo essendo un po’ distante dalla via principale, ma la stanza è veramente bella, oltre che costosa, come del resto tutti i Motel di questa città che è definita la più Western degli USA.

Cena a base di pizza americana e poi nanna.

(By Adri)

SHERIDAN-CODY Chilometri tappa: 358 Km Oggi svegliati finalmente dal suono della sveglia alle 8.00! Colazione da re! Bacon, uova all’occhio di bue, yogurt e cioccolata e per finire frutta fresca a volontà! Prima di “incamminarci” verso Cody facciamo un giretto per la via centrale di Sheridan. Devo dire che tra i paesi western che abbiamo incontrato, questo è il più carino. Adri forse ha finalmente trovato un cappello da cowboy che gli sta bene, ma ahimè è troppo piccolo, indi rimane in quel bel negozio di articoli western… Stamattina ce la prendiamo comoda convinti che questa sia una giornata di trasferimento senza quasi nulla di interessante… ma invece… Fatto il pieno poco fuori Sheridan, fino a Lovell non abbiamo più incontrato benzinai. Alla Burgess Juntion prendiamo la 14A verso Lovell. Il tempo anche oggi non è dei migliori. La strada inizia a salire e si immerge in suggestive pinete tipo Canada; io ne rimango veramente affascinata. A volte si aprivano scorci su conformazioni rocciose fuori dal comune. La strada ci porta fino ad un’altezza di 2900 m e la cosa più impressionante è che non sembra proprio di essere a quell’altitudine! Dinanzi a noi pianori verdissimi, mandrie al pascolo e pinete! Veramente notevole! Decidiamo di fare una deviazione per vedere il Medicine Wheel. La strada è sterrata per circa 3 miglia, ma è tenuta comunque bene. Lasciamo la macchina nel parcheggio davanti alla casetta dei rangers e proseguendo a piedi sulla strada sterrata per oltre 1 miglio raggiungiamo il luogo sacro degli indiani. È un cerchio fatto con pietre da cui partono dei raggi sempre in pietra. Il monumento è circondato da una specie di staccionata su cui sono appesi drappi di stoffa colorata simbolo di preghiera per i nativi del luogo.

Sinceramente non mi ha particolarmente colpita, forse perché non si può avere una visione di insieme del monumento da un punto più in alto. Ritornati alla macchina, e visto l’orario… già le 2, decidiamo che il pranzo si farà… In viaggio con ottimi panini confezionati ma soprattutto con affettati americani che si vantano di nomi italiani! Vabbè sempre meglio di un panino del Mac! La strada scende con una pendenza del 10% per una quindicina di miglia. Lasciamo alle spalle le pinete per immergerci in un paesaggio completamente differente, quasi desertico con le montagne che prendono colori dal giallo al rosso! Tutto ci fa ricordare il nostro viaggio dell’anno scorso! La cosa più bella è che più ci avvicinavamo al “piatto forte” della giornata e più ci sembrava proprio di essere tornati nel southwest! Prima di arrivare a Lovell sulla destra c’è la deviazione per visitare un parco praticamente sconosciuto ma di una bellezza da togliere il fiato: il Bighorn National Recreation Area! Attenzione che bisogna prendere la 37 PRIMA di entrare a Lovell… ovviamente noi vediamo il cartello che indica il parco, giriamo alla prima a destra, percorriamo circa un miglio ma non siamo così convinti di aver preso la strada giusta, torniamo sui nostri passi per andare al Visitor Center a Lovell per vedere la cartina del parco… Per poi scoprire che avevamo preso la strada giusta… Imprevisti del viaggio! A 1 miglio dall’ingresso del parco deviamo per l’Horseshoe Bend (da non confondere col magnifico Horseshoe Bend dell’Arizona). Noi sempre più felici perché davanti a noi abbiamo rocce rossissime con un lago che le lambisce. A 8 miglia del lago ecco la cosa veramente eccezionale! Il Bighorn Canyon. Uno spettacolo! Ah dimenticavo di dire che oltre alle pinete avevamo lasciato alle nostre spalle i nuvoloni e ora il sole ci faceva ammirare nel pieno del suo splendore questo magnifico canyon! Lungo la strada abbiamo poi incontrato le bighorn che tranquillamente brucavano a lato della strada, e anche dei cavalli selvatici. Non riesco a capire come mai questo parco sia così sconosciuto… al parcheggio nei pressi del Canyon c’eravamo solo noi e la nostra Saturn!!! Abbandonato a malincuore il canyon ci dirigiamo verso Cody dove ci attende il rodeo. Sulla strada ci colpisce il contrasto cromatico tra i pascoli verdissimi con le balle di fieno, le montagne stile Badlands e il cielo azzurro come sfondo! In un paio d’ore siamo a Cody. Il nostro Motel da fuori non ci ispira molto, invece si rivela migliore del Days Inn. Camera spaziosa e soprattutto pulita.

Prendiamo nella “hall” un depliant con i ristoranti consigliati, e che scegliamo??!! Adriano’s, ristorate italiano! Non male per essere in America! La cosa che ci ha lasciato un po’ sconcertati è quando la cameriera ci ha chiesto se come condimento preferivamo il condimento italiano oppure olio e aceto… Mah… per fortuna l’abbiamo fatta finire di parlare, altrimenti chissà che condimento italiano ci avrebbero portato…

Prima di cena abbiamo assistito ad una scenetta che fanno tutte le sere dalle 17.00 alle 19.00 nei mesi estivi: una sparatoria in abiti da Far West.

Cody ci è apparsa la cittadina più vitale incontrata fin ora… ok un pò turistica, ma un po’ di vita non guasta per una sera! Ore 20.00 eccoci al rodeo sotto un bell’acquazzone! 17$ a testa di ingresso, però lo consiglio. Non avendo mai visto un rodeo almeno mi sono fatto un’idea pur essendo solo spettacolo per turisti. (By Francy) CODY-GARDINER Chilometri tappa: 273Km Sveglia e colazione al Beartooth Inn di Cody, un po’ fuori dal centro ma comunque più che sufficiente.

Giretto per Cody a cercare un paio di souvenir. Pazzia: ho acquistato un cappello da cowboy made in USA!! Francy invece non trova un cappello che la convinca, indi partiamo nella speranza che possa trovarlo in qualche altra cittadina (o paese…) del Wyoming. Percorriamo la Buffalo Bill scenic byway, costeggiamo una diga e ci immergiamo in una valle con delle formazioni rocciose particolari.

Dopo diversi km con un paesaggio che varia dalla vallata alla prateria, eccoci alla meta principale del nostro viaggio: lo Yellowstone National Park. Foto di rito all’ingresso Est, dove a causa di lavori di asfaltatura stiamo fermi per un po’. Saliamo fin verso i 2500 metri in mezzo a quello che resta di una vastissima pineta a causa di numerosi incendi che purtroppo anche di recente hanno devastato questo bellissimo parco. Arrivati al passo ci si apre un ampio panorama con ai nostri piedi lo Yellowstone Lake. Discendiamo e arriviamo a costeggiare il lago dove incontriamo le prime fumarole proprio sulla sponda a fianco della strada. La giornata è splendida! Nemmeno una nuvola! Sosta per un breve spuntino con i nostri ahimé soliti panini imbottiti e poi via alla scoperta del parco. Lungo la strada che porta al Canyon ci fermiamo al Mud Vulcano, dove un trail (in mezzo ai bisonti beatamente addormentati nella radura) ci porta in alcuni punti in cui si sente il respiro della terra. Da cavità da cui escono getti di vapore, a pozze d’acqua, a zone in cui ribolle il fango. Percorrendo la Haiden Valley, molto bella con il fiume che scorre lentamente creando molte anse, raggiungiamo il Visitor Center del Canyon. Gelato al Canyon village, e iniziamo la visita la canyon. La vista che ci appare già da Inspiration Point è fantastica. Il canyon è un po’ meno bello del Bighorn Canyon visto ieri, ma il colore delle rocce lo esalta a tal punto da farlo sembrare ancora più bello! Proseguiamo lungo la strada a senso unico che costeggia il North Rim e ci fermiamo nei vari viewpoints.

Peccato che il trail che scende per vedere le Lower Falls (Red Rock Trail) è chiuso per manutenzione proprio i quattro giorni che ci fermeremo nel parco. Ci dovremo accontentare di vederle da un po’ più in alto. Decidiamo di tornarci il 27 sperando che lo riaprano con un giorno di anticipo. Poco più avanti scendiamo per un altro trail che ci porta proprio sopra alla cascata. Il rumore è assordante e l’effetto notevole! Consiglio per le fotografie: ottimo il pomeriggio per la vista sul Canyon, ma non per le cascate perché sono dalla parte opposta e quindi sono o contro sole, o in ombra. Ci torneremo anche perché dobbiamo riprendere il viaggio per raggiungere Gardiner e dare un primo sguardo alle Mammoth! Ci dirigiamo quindi verso la zona di Tower Roosevelt, dove ci fermiamo per vedere le Tower Falls (dopo aver visto quelle del Grand Canyon non ci dicono un granchè), e le Undine Falls. La strada passa anche vicino a delle rocce basaltiche molto particolari. Rapidissima visita al Petrified Tree, nulla di che. Si fa sera e verso nord, prima di uscire dal parco in direzione Gardiner, facciamo una tappa alle Mammoth Hot Springs, facendo un breve giro tra le passerelle in legno che ci permettono di ammirare queste magnifiche terrazze di travertino. Stupende quelle su cui scende l’acqua calda! Per le fotografie: il sole tramonta alle spalle delle Mammoth indi se si arriva che il sole è ancora abbastanza alto si può fotografare molto bene l’Orange mound, altrimenti molto bella la parte in basso sulla destra, e la Lower terrace area.

Le Mammoth sono il primo punto in cui abbiamo trovato la prima vera concentrazione di turisti; alle 19.00 c’era ancora parecchia gente sulle passerelle.

Si fa ormai sera è ora di tornare a Gardiner al nostro Super 8. Cena in un posto lì vicino (Outlaw’s Pizza). Due passi in “centro” e la giornata può dirsi conclusa! Domani mattina affronteremo con più calma le Mammoth! (By Adri)

GARDINER-WEST YELLOWSTONE Chilometri tappa: 164 Km Stamattina sveglia all’alba… che fatica ora che avevo ingranato col fuso, ma le Mammoth hanno la priorità! Colazione veloce, per fortuna prima che tutto il motel si svegli perché ci sono solo 2 tavoli. Adri tornato a fare il check-out ha trovato i clienti a fare colazione sul bancone della reception! Percorriamo nuovamente la famosa porta di accesso al parco all’entrata Nord di Yellowstone.

Arrivati alle Mammoth ci dirigiamo subito verso le Canary Spring, perchè sono le uniche da cui sgorga molta acqua. La cosa più suggestiva è stato il vapore di queste terrazze di travertino illuminato dai raggi del sole ancora piuttosto basso. Inoltre eravamo solo noi ed un altro appassionato fotografo e quindi si aveva tutto il tempo e la tranquillità per osservare la natura che vive… Quest’ acqua che sgorga lentamente e continuamente e giorno dopo giorno crea questo travertino che pare irreale.

Ritornando alla macchina sosta obbligata alla Minerva Terrace che anche senza acqua è veramente notevole, di un colore bianco come la neve. Per ultimo percorriamo la strada panoramica one-way. Molto belle le Angel Terrace ma soprattutto l’Orange Spring Mound, questo panettone dai colori dal bianco al giallo all’arancione. Questa visita ci ha portato via un paio d’ore, ma sono toppo belle per dedicargli un solo sguardo di sfuggita.

Dovendo essere a West Yellowstone per le 18.00 circa per il check-in, decidiamo di dirigerci direttamente verso la zona dei geyser all’Old Faithful. Sulla strada ci fermiamo a fare il breve trail dell’Artist Paintpots. In una mezz’oretta abbiamo fatto il trail, dove si possono vedere polle d’acqua e piccole pozze di fango bollente. Dopo una brevissima sosta per osservare le Gibbon Falls, proseguiamo fino al Beryl Spring, una pozza d’acqua caldissima a lato della strada.

Visto l’ora di pranzo andiamo direttamente all’Old Faithful. Nell’attesa del geyser mangiamo al Village e poi decidiamo di fare il piccolo trail di Geyser Hill.

La giornata è sempre fantastica, cielo blu e caldo. Un colpo di fortuna ci fa assistere all’eruzione del Beehive Geyser! È un geyser di cui non si può prevedere l’eruzione perché può avvenire ogni 10 ore o 5 giorni, e noi, proprio lì, appena passati ed ecco lo spettacolo! Un getto veramente potente e molto alto che è durato per 5 minuti. Inoltre il vento trasportava l’acqua creando un velo nel cielo! Che spettacolo! Entusiasti per questo evento torniamo all’Old Faithful pensando di assistere ad un’eruzione ancora più spettacolare… Invece noi e le 300 persone sedute in attesa rimaniamo veramente delusi… un geyser credo più piccolo della norma, forse per colpa dell’eruzione del Behive di pochi minuti prima… Proseguiamo il trail verso il Grand Geyser e osserviamo le pool veramente fantastiche: il sole poi è perfetto per ammirare tutti i colori della Cromatic e della Beauty Pool! Avevamo visto al visitor center gli orari delle eruzioni dei geyser principali, ma ahimè, scopriamo che non sono così attendibili. Infatti ci perdiamo prima il Daisy Geyser e poi il Grand Geyser erutta anch’esso in anticipo…Domani mattina torneremo e speriamo di avere un po’ più di fortuna.

E per finire il gran piatto forte della giornata!! La Grand Prismatic Spring!!! Come suggerito da altri visitatori non andiamo al parcheggio della Grand Prismatic, ma lasciamo la macchina nel parcheggio per le Fairy Falls, circa 1 miglio più avanti in direzione dell’Old Faithful. Dal parcheggio attraversiamo un ponte e iniziamo a seguire una strada sterrata fino quasi all’altezza della Grand Prismatic. Sulla sinistra vediamo un sentierino che si inerpica su una collina, tracciato da tutti quei visitatori che non si sono accontentati della visita della Grand Prismatic dalle passerelle predisposte dai rangers (da cui per altro non si vede praticamente nulla!).

Noi saliamo fino in cima, non ci fermiamo alla prima collinetta da cui la polla è stupenda ma gli alberi bruciacchiati ne guastano la vista, ma saliamo fino in cima alla seconda (sulla sinistra salendo) da cui si ha una visione veramente spettacolare! Il sole del pomeriggio è perfetto alle nostre spalle, contribuendo a rendere ancora più intensi questi colori! Restiamo letteralmente estasiati, sembra irreale! La discesa è un po’ più problematica perché il terreno è scosceso, consiglio scarpe un po’ tecniche. Vale comunque sicuramente la pena faticare (comunque non eccessivamente) per godersi questo spettacolo di rara bellezza.

Riprendiamo la macchina alla volta di West Yellowstone. Sulla strada ci imbattiamo in pacifici elk intenti a brucare! West Yellowstone ci ha piacevolmente colpito! Grandina, con i negozi aperti fino alle 22.00 per offrire una piacevole fine giornata! Cena buona ma decisamente cara al Three Bear, e poi riprendiamo la via del Lazy G. Motel (Davvero non male per l’economia del viaggio. Motel essenziale ma con camere spaziose e prezzo ottimo!). (By Francy)

YELLOWSTONE Chilometri tappa: 206 Km Sveglia per le 6 e solita fatica per far alzare Francesca dal letto… chissà se partendo presto riusciremo a vedere un po’ di wildlife. Lungo la strada che porta nel parco incontriamo soltanto qualche elk e nulla di più. Raggiungiamo l’Old Faithful per una breve colazione e, in netto ritardo rispetto alle previsioni, assistiamo all’eruzione del geyser, questa volta molto bella.

Ci incamminiamo poi per l’Upper Geyser Basin; sosta al Daisy Geyser, dove soli soletti attendiamo quasi mezz’ora prima di assistere all’eruzione (discreta ma non eccezionale). Proseguiamo quindi il trail passando tra le varie pool fino a raggiungere la fantastica Morning Glory Pool. Eccezionale. La pozza viene pulita ogni anno perché qualche vandalo si diverte a riempirla di sassi o legni. Poi per fortuna riacquista sempre una colorazione fantastica. Torniamo a prendere la macchina e ci spostiamo per 2/3 km verso il Black Sand Basin. Piccolo trail ma molto interessante con vista di alcune pool, tra cui l’Emerald Pool e la Rainbow Pool. VIsta poi del Cliff Geyser, piccolo ma molto bello in riva al fiume. Peccato che il vento di oggi non ci fa ammirare appieno la limpidezza e i colori di queste pool.

Verso nord ci fermiamo poi al Biscuit Basin, molto bello anch’esso per la Sapphire Pool, di un azzurro fantastico! Vogliamo fare una scappata verso nord lungo la Firehole Drive (one – way), dato che al Visitor Center avevamo trovato un orario previsto di eruzione tra le 12 e le 14 del Great Fountain Geyser. Qualche centinaio di metri prima del geyser vi è una pozza molto bella che “borbotta”. Lo scenario in cui è immerso questo geyser è fantastico! Attendiamo un’ora e mezza ma non succede nulla: l’orario previsto al Visitor Center non coincide con quello esposto nei pressi del geyser, le 21.00… chi avrà ragione? Mai lo sapremo perché decidiamo di andarcene per puntare tutto sul Grand Geyser. Torniamo all’Old Faithful, panino e patatine per pranzo e armati di tanta pazienza decidiamo di piazzarci davanti a quello che è definito il più alto geyser prevedibile al mondo. Beh un’ora e un quarto di attesa ed ecco finalmente l’esplosione!!! Ne è valsa sicuramente la pena, questo geyser è sicuramente più emozionante dell’Old Faithful! Essere lì a 5 metri dalla “pozza” e sentirne tutta la potenza. Non è stata un’eruzione particolarmente alta anche a causa del forte vento, ma non ci si puo’ di certo lamentare… anzi! E alla fine dei 5/6 minuti di esplosioni ecco che tutto si calma per un attimo quando un presente grida felice: SECOND BURST! SECOND BURST!!! Ed ecco partire un altro getto ancora più forte e più alto dei primi: stupendo!!! Finito lo spettacolo torniamo alla macchina e ci dirigiamo verso sudest per visitare anche la zona di West Thumb. Si tratta di qualche pool vicinissima e a volte proprio sulla riva dello Yellowstone Lake. Breve trail fra le pool, un paio molto belle, anche se dopo la scorpacciata di pool del mattino convincono un po’ meno. Non so se sia un caso, ma al pomeriggio abbiamo sempre trovato vento abbastanza forte. Indi pool purtroppo un po’ guastate. Rientriamo a West Yellowstone con tappa prima alle Kepler Cascades, giusto un photo–stop, poi alla Mirror Pool in zona Biscuit Basin e infine alla Grand Prismatic Spring. Sarà il forte vento che non ci fa vedere bene i colori, ma sicuramente l’impatto dall’alto di ieri è stato tutta un’altra cosa. Molto bello comunque il camminamento che porta alla pool, perché passa sopra un terreno in leggera discesa sui cui scorre l’acqua che fuoriesce dalla Grand Prismatic caratterizzato da tante piccole scaglie molto particolari.

Deviazione per il Firehole lake dove c’è il Great Fountain Geyser per vedere se siamo in tempo per vedere l’eruzione. Nulla da fare. Vicino a questo geyser ce n’è un altro che erutta ogni mezz’ora circa, visto più volte nell’attesa del Great Fountain… Simpatico! All’ora del tramonto comunque sono molto suggestive le piscine del Great in cui si specchia il sole. Domani assolutamente dobbiamo vedere l’eruzione! Ultima tappa alle Fountain Paint Pot. Breve trail fra fango, pool e geyser (uno piccolo è quasi sempre in eruzione).

Wildlife anche oggi neanche l’ombra, solo qualche elk, bisonti e qualche scoiattolino.

Cena discreta a base di pasta (fettuccine Alfredo) da Outpost e per finire Francy ha finalmente trovato il suo cappello da Cowboy che aveva lasciato a malincuore al Drug Store di Wall. Ora è felice per avere anche lei un cappello made in USA! Domani abbiamo in programma la parte del Canyon che non abbiamo fatto, l’Uncle Tom’s trail e i geyser di Norris nel pomeriggio. Anche se il Great Fountain Geyser che erutta ogni 10/14 ore potrebbe farci cambiare un po’ i piani.

(By Adri) YELLOWSTONE Chilometri tappa: 197 Km E infatti.. Arrivati al Great Fountain leggiamo l’orario previsto dai rangers 10.30–14.30 AM. Indi tutti i programmi saltati ma per una giustissima causa!! Comunque andiamo con ordine! Sveglia ore 6.30.. Adri mi ha concesso mezz’ora in più di sonno! Non è che mi dispiaccia vedere l’alba a Yellowstone ma io sono un’inguaribile dormigliona! Colazione dal famoso Running Bear Pancake. Il pancake è buono, assomiglia ad una crèpe un po’ più alta con sopra panna montata e una pallina di burro. A scelta si può mettere sopra della marmellata. Buono si ma decisamente pesante per il mio stomaco alle 7.00 del mattino! La cosa positiva è che poi fino alle 14.00 non ho più avuto fame! Come programmato prima tappa alla Fountain Paint Pot Area. Ah ovviamente sulla strada di accesso al parco niente animali… oramai siamo rassegnati… Ripercorriamo brevemente il breve trail di ieri sera. Come pool preferisco quelle dell’Upper Geyser Basin, belle invece le Fountain Paint Point Pot dove bolle il fango.

Interessante anche il Clepsydra Geyser che erutta praticamente sempre… ma noi preferiamo il pathos dell’attesa di tre ore per poi assistere ad una meraviglia! Finito il trail ci dirigiamo quindi nuovamente al Great Fountain per leggere gli orari, che, come anticipato all’inizio, ci stravolgono il programma del resto della giornata.

La piscina centrale vediamo che è ancora vuota e quindi ci vorranno ancora un paio d’ore prima dell’eruzione. Decidiamo quindi di tornare alla Grand Prismatic Spring per vedere se con meno vento si riesce a fotografare quel poco che si riesce ad intuire della bellissima pool dalla passerella. Purtroppo il vapore ci impedisce di fare la nostra foto. Poco male. Indi armati di cartoline e diario da scrivere ci sediamo di fronte alle bellissime piscine formate dal geyser in trepidante attesa.

L’attesa è stata decisamente allietata ed accorciata da una coppia italo-tedesca veramente simpatica: Ulla e Gino! Scopriamo che “purtroppo” loro sono on the road da 150 giorni!!!! Spettacolo! Sono partiti da Chicago, con il loro camper e hanno spaziato dall’Indiana alla Florida, al Texas, California, Nevada, Arizona, New Mexico, Utah e altri stati! La cosa più bella era che avevano gli occhi che trasmettevano una grande gioia per tutte le cose che avevano visto e conosciuto in questi mesi. Come dice Gino: “siamo veramente piccoli di fronte alle immense bellezze che ci offre il nostro pianeta!” Hanno impiegato due anni per preparare questo viaggio, ma l’anno prossimo torneranno a scoprire un altro pezzo di America e conoscere meglio il popolo americano! Che bello! Sono proprio contenta per loro! Mentre si chiacchierava, ecco che la pozza del geyser inizia sempre più a riempirsi d’acqua e iniziare a ribollire sempre più fino… Ad un getto piccolo, poi uno più grande e poi l’esplosione alta una ventina di metri! Fantastico! A completare l’opera pure il geyser lì vicino eruttava! Spettacolo! Dopo il getto altissimo ecco altri getti più bassi ma comunque molto belli. Poi improvvisa calma e via un’altra serie di esplosioni! Così per tre volte. L’eruzione è durata in totale tre quarti d’ora. A nostro avviso il geyser più bello anche per la posizione in cui è collocato. Notevole!!! Poi pranzo veloce al canyon Village per riprendere il nostro programma! Prima siamo tornati al Lookout Point sul North Rim per vedere se il Red Rock trail era stato riaperto con un giorno di anticipo. Si!! Discesa per il ripido trail fino ad una balconata da cui ammiriamo la Lower Fall. Peccato già in ombra ma comunque molto bella! Poi ultima tappa nel canyon: l’Uncle Tom’s Trail sul South Rim. La strada fino all’Artist View è chiusa fino a novembre.

Vicino al parcheggio c’è il viewpoint per vedere le Upper Falls, più piccole delle Lower Falls. Anche queste in ombra… pace… per il Great Fountain si può rinunciare anche a una foto con la luce giusta di una cascata! L’Uncle Tom’s trail è veramente bello! Ci sono solo 358 scalini per scendere su di una balconata a picco sul canyon. Le Lower falls sono vicinissime e scendendo possiamo pure ammirare due arcobaleni nell’acqua nebulizzata della cascata! Il fragore è notevole! Per chi soffre di vertigini un po’ di attenzione, però merita veramente! Ultima tappa di questa bellissima giornata è Norris. Lungo la strada Adri vede un coyote a fianco della strada! Miracolo un nuovo animale selvatico che riusciamo a vedere! Peccato che io, intenta a fotografarlo con lo zoom, mi perdo il suo salto… mi sto ancora mangiando le mani… La zona di Norris è abbastanza vasta anche se, dopo tutto quello che abbiamo visto, non ci ha particolarmente conquistato. Impieghiamo quasi un’ora a percorrere il trail interamente. Passiamo vicino a pool meno colorate di quelle viste in altri punti del parco, troviamo un po’ di “fango” e qualche piccolo geyser di cui non è possibile prevedere l’eruzione. La cosa che ci interessa di più è vedere l’eruzione dell’Echinus geyser… imprevedibile… Dopo un paio d’ora di attesa desistiamo. Bello anche lo Steamboat Geyser che erutta di frequente. Non sono getti molto alti ma è bello il contesto.

La serata si è conclusa con un tentativo di fotografare due elk, questa volta maschi, che si annusavano… Peccato giusto un attimo dopo il tramonto del sole… E un tentativo rovinosamente fallito di Adri di fotografare le Gibbon Falls creando l’effetto “panning”. Dico rovinosamente perché Adri ha inquinato il fiume Gibbon con il NOSTRO paraluce della macchina fotografica nuova…

Cena ancora base di fettuccine Alfredo da Outpost, e poi nuovo giretto per negozietti per finire la giornata.

(By Francy)

WEST YELLOWSTONE-IDAHO FALLS Chilometri tappa: 473 Km Sveglia alle 7.00 e purtroppo bisogna fare i bagagli e lasciare il parco di Yellowstone. Lasciamo il nostro Lazy G. Bevendo un tè e un caffè gentilmente offerto dalla proprietaria del motel e ci dirigiamo verso sud.

Ultima deviazione per vedere se il nostro amato Great Fountain è vicino ad un’eruzione, ma ahimè ci vogliono ancora un po’ di ore. Sosta all’ Old Faithful per un ultimo gift (l’eruzione era appena avvenuta), e via verso l’uscita sud.

Appena usciti eccoci immediatamente nel parco del Grand Teton. Sosta ai vari view points che incontriamo sul percorso. Lungo la strada ad un certo punto vediamo molte auto ferme. C’erano due alci intente a brucare. Peccato che al nostro arrivo si siano immerse nel sottobosco… Indi niente foto e ancora niente vista delle alci. Verso il Grand Teton prendiamo la strada 191, che scorre parallela a quella del parco e da dove ci sono i migliori punti per fotografare i Tetons che si ergono dalle praterie, compreso la famosa casetta immortalata da numerosi fotografi. (Foto da fare rigorosamente al mattino).

Per raggiungerla provenendo da Nord, poco prima della Moose Junction c’è un’indicazione per la Antelope Flat Road. Proseguendo un paio di minuti lungo la strada si vede la famosa casetta sulla sinistra. Sosta al Visitor Center della Moose Junction, architettonicamente molto bello. Di nuova costruzione con una parete completamente vetrata che permette di ammirare i Tetons. Sosta per un pic nic allo String Lake, proseguiamo verso nord e percorriamo la one-way del Jenny Lake. Giusto una breve sosta.

Verso nord affrontiamo la salita verso le Signal Mountain, dove si dominano le praterie da una parte e si scorge il Jackson Lake con i Tetons dall’altra. Torniamo allo String Lake per una mezz’oretta di riposo, e poi ci dirigiamo verso Jackson.

Il Grand Teton ci appare un pò come una “gita del sabato” vicino a casa. Molto belli i laghetti circondati dalle pinete, ma i molteplici avvisi di stare molto attenti agli orsi fanno desistere Francesca a fare due passi lungo i sentieri che li costeggiano. Insomma 5 ore ci sono bastate e avanzate! All’uscita tentiamo l’ultima strada per poter vedere le alci, prendendo appena fuori dal parco la deviazione sulla destra per il Teton Village (la Moose Wilson Rd, un pezzo è sterrata ma comunque fattibilissima), ma nulla da fare. L’alce con le corna lo vedremo imbalsamato in un negozio di Jackson, a cena al Gun Barrel Steak & Game House e su molte magliette in vendita di Jackson Hole…

Jackson è una bella cittadina: molto turistica, un pò la “Cortina” del Wyoming. Cena gustosa, anche se un pò cara, a base di carne di elk.

Prendiamo poi la strada verso Idaho Falls. Terribile per la mia testa la salita da 1.800 a 2.500 metri di altitudine con praticamente un solo tornante e la relativa discesa. Cedo il volante a Francesca, che non soffre di questi sbalzi di altitudine improvvisi, e nel buio raggiungiamo Idaho Falls. Che strana sensazione essere in una cittadina così grande. Ci sentiamo un pò spaesati, ma in fondo abbiamo giusto il tempo di fare il check-in al Super 8 e buttare la testa sul cuscino! (By Adri) IDAHO FALLS-MOUNTAIN HOME Chilometri tappa: 568 Km Oggi sveglia alle 7 per un’altra giornata intensa. Sole e cielo blu tanto per cambiare!! Da Idaho Falls iniziamo una strada che mi ricorda molto le strade dello Utah. Dritte per 50 km con nemmeno una casetta! Fantastico!! Oggi prima tappa al Crater of the Moon a un paio d’ore di macchina da Idaho Falls. Me lo immaginavo un pò diverso… Comunque mi è piaciuto. E’ una zona vulcanica, terra nerissima e qualche albero che si staglia nel cielo blu! All’ingresso c’è subito il Visitor Center dove è disponibile la mappa del parco con indicati i trails. Primo trail che percorriamo è il North Crater Flow Trail, sentiero rigorosamente in asfalto… Beh qui ha pochissimo impatto ambientale!! Si cammina in mezzo a varie conformazioni rocciose create dal raffreddamento della lava. Molto simile anche il Devils Orchard Nature Trail. La cosa buffa sono i cartelli che descrivono i trails. Tipo su quello del Devils Orchard c’è scritto “12 m di dislivello di salita e 10 m di discesa” Terribile!! Carino invece l’Inferno Cone. Si cammina su di una montagna lavica questa volta calpestando il terreno naturale (niente passerella o sentiero asfaltato). Suggestivo il rumore dei passi sul terreno ancora soffice. Si arriva fino in cima e da lì si domina il parco.

Per ultimo abbiamo percorso una parte del North Crater trail partendo da Snow cone fino al Big Crater. Non male direi! Però avendo visto l’Etna… Non è un brutto parco, anzi… È che ci aspettavamo qualcosa di più.

Seconda tappa della giornata le Shoshone Falls a Twin Falls. Cittadina grandicella. C’è un quartiere vicino al canyon molto grazioso, con le classiche ville americane, curatissime w col giardino all’inglese; peccato che siamo fatte tutte di cartone. (Scusate la deformazione professionale, ma ne stavano costruendo un paio lì vicino e si vedeva proprio tutta la struttura in legno, a cui venivano attaccate le pareti in legno tipo compensato, e poi sopra veniva applicato il finto mattone, o le varie finiture… Ci sono rimasta un po’ male).

Prima di entrare in città si attraversa un ponte, il Perrine Bridge, che supera il canyon scavato dallo Snake River, 486 piedi di altezza, 1550 di lunghezza. Prima di attraversarlo c’è un bell’overlook da cui poter ammirare ponte e canyon.

Pranzo veloce da Taco Bell proprio di fianco al ponte. Raggiungere le cascate è stato un po’ problematico per via di molte strade interrotte per lavori ma il nostro fidato Tom Tom ha risolto ogni problema!! Molto belle e col sole delle 14.00 abbiamo la luce perfetta con tanto di arcobaleno!! Prima di salutare Twin Falls avremmo voluto vedere anche le Pilar Falls, ma per la costruzione di un nuovo quartiere con tanto di mega chiesa ultramoderna hanno bloccato tutte le strade lì attorno… Indi niente visita.

Riprendiamo il nostro viaggio per le Bruneau Sand Dunes. Prendiamo l’uscita dell’autostrada per Hagermam perchè vogliamo percorrere la Thousand Springs byway, una strada che attraversa un canyon molto ben coltivato. L’orologio tiranno ci obbliga a non cercare delle particolari cascate che scendono dalle pareti del canyon formate da numerosissimi e piccoli rigagnoli.

Riprendiamo l’interstate decisamente trafficata verso le tanto da me attese Bruneau Sand Dunes. Dalla strada principale ne rimango delusa… Primo perchè me le immaginavo decisamente più vaste e più numerose, secondo perchè hanno un colore grigiastro.

Entriamo nel parco, 4$ di ingresso al giorno. Il visitor Center è già chiuso… Sono le 17.00. La strada porta al lago su cui si specchiano le due dune più grandi. Per camminarci sopra consiglio di lasciare la macchina all’osservatorio.

Visto che il sole è ancora molto alto e fa decisamente caldo, decidiamo di andare prima a visitare il canyon nei pressi di Bruneau e di tornare poi per il tramonto alle dune sperando di trovarle di un colore migliore!! in pochi minuti arriviamo a Bruneau ma scopriamo che per l’overlook sul canyon ci sono ben 18 miglia.. Decidiamo di andare comunque… Purtroppo scopriamo che dopo 10 miglia la strada diventa sterrata. E’ tenuta bene, niente buche, ma le ultime tre miglia abbiamo dovuto farle molto lentamente perchè la macchina non è propriamente fatta per le strade sterrate con un po’ troppa ghiaia.

La vista del canyon è molto bella comunque! Un canyon diverso da quelli che abbiamo già visto: stretto e con i fianchi di roccia basaltica scura. Peccato che il sole, oramai basso, ne illumini solo una parte del fianco est. Ritorniamo sui nostri passi per goderci il tramonto alle dune. Devo dire che le ho decisamente rivalutate! Saliamo prima sulla prima duna a fianco della strada da cui si possono ammirare le due dune più grandi che si specchiano nel lago. Poi siamo scesi dall’altra parte per raggiungere la riva del lago. Scena bellissima! Non c’è un alito di vento. L’acqua è uno specchio perfetto! Notevole!! Aspettiamo il tramonto sperando che le nuvolette sopra si tingano di rosso, ma nulla da fare. Nell’attesa io mi agito un po’ perchè sentiamo degli ululati di coyote in lontananza… Non mi piaceva l’idea di trovarmeli davanti… Eravamo solo noi due. Il parco era completamente deserto…

Il colore delle dune al tramonto però è veramente bello! Sono proprio soddisfatta! L’unico problema è che siamo vicini al cambio del fuso orario, il tramonto è alle 20.15.. E i ristoranti chiudono al massimo alle 21.00…E difatti… Raggiunto Mountain Home, fatto in fretta e furia il check-in non ci resta che ripiegare in un Wendy’s per la cena… Ma per un tramonto così ne vale la pena! (By Francy)

MOUNTAIN HOME-JOHN DAY Chilometri tappa: 684 Km Eccoci al penultimo giorno di questa seconda avventura americana. Niente colazione al Best Western, quindi coffee in camera con qualche “gustoso” biscotto americano. Partenza per Boise, 118.000 abitanti, dove usciamo dalla trafficata interstate per un breve tour al Lucky Lake, ma rientriamo subito verso l’Oregon.

Appena superato il “confine” ci fermiamo ad un visitor center in un’area di sosta dell’autostrada a prendere qualche brochure in più (come se non avessimo già abbastanza fogli!) e ci dirigiamo dal benzinaio per fare il pieno di benzina. Ci accingiamo come di consueto a inserire la carta di credito nella pompa per poi fare il self-service quando una ragazza corre verso di noi gridando “ehi torna pure in macchina, qua siamo in Oregon, la benzina te la faccio io!” Ma prego! Faccia pure! Proseguiamo fino a John Day percorrendo una tranquillissima strada americana, prima attraversando praterie e poi boschi di conifere. Arrivati a John Day pranzo da Mc Donalds e prendiamo subito possesso della nostra stanza al Best Western.

Torniamo poi in macchina e ci dirigiamo verso il John Day Fossil Bed. Nonostante il nome, questo parco si trova a circa 40 Km da John Day (centro di 2000 anime circa). Prima della deviazione che porta a Visitor center la strada passa in uno stretto canyon molto particolare. Entrati nel parco alla nostra destra molto bella la conformazione rocciosa della Sheep Rock. Vorremmo fare il trail del Blue Basin Overlook (molto bella una foto che avevamo visto prima di partire, con una magnifica vista dall’alto delle rocce verde/blu) ma le nubi nere che incombono proprio sopra la nostra testa ci fanno desistere. Fa molto caldo, circa 35°C e ci viene un’ispirazione… Anticipare ad oggi la visita dell’altra metà del parco, quasi 100 km a Ovest: le Painted Hills! Affrontiamo solitari questa strada e imbocchiamo la deviazione a destra un po’ dopo la cittadina di Mitchell.

Eccoci apparire in gran splendore delle magnifiche colline rosse!! Avanzando poi nel vivo di questo piccolo parco giungiamo all’Overlook da dove si ha una vista ancora più spettacolare di queste stupende colline che sembrano veramente dipinte! Seguiamo il trail fino in cima e ad ogni passo si può dominare sempre meglio questa valle. Tempo di fare due scatti ed ecco sparire il sole dietro le nuvole, rendendo tutto meno magnifico… Il sole al pomeriggio permette di fotografare al meglio queste colline e consiglierei di fare il Carrol Rim trail. Noi non l’abbiamo fatto per via del temporale, ma ci sarebbe piaciuto perchè da lì si ha il sole proprio alle spalle e davanti il quadro di un bravissimo pittore! Non so se la deviazione del percorso del nostro viaggio ne sia valsa la pena, quello che è certo è che in quei 5 minuti di sole abbiamo goduto di uno dei più bei panorami americani! E non è poco! Domattina ripasseremo da qui perchè è proprio sulla strada per Portland e con il sole al contrario (sperando che ci sia il sole almeno domani), e ci lustreremo di nuovo gli occhi!! Con un debole temporale sulla testa riprendiamo la via del ritorno, allungata da lavori in corso e da una sosta a causa della caduta di un cavo sulla strada. Questo lo abbiamo saputo da uno sceriffo che gentilmente andava di macchina in macchina informando le persone del motivo della coda, rassicurandoci dicendo che in pochi minuti sarebbe stato risolto il problema! E così è stato! (Certo, non è che abbiamo poi capito tutto quello che ha detto lo sceriffo, l’abbiamo costretto a mimarci il cavo che si è rotto ed è caduto sulla strada!) Cena all’Outpost (non è che ci sia molto in paese, comunque cena accettabile!), e poi sfiniti da tanti chilometri (250 non erano in programma per oggi) nanna! (By Adri) JOHN DAY-PORTLAND Chilometri tappa: 611 Km Eccomi al solito a scrivere l’ultimo giorno di america sul volo Londra-Milano.

Ma andiamo con ordine… Sveglia tranquilla ore 7 perchè era previsto di sfruttare il pc gentilmente offerto dall’albergo per poter effettuare il check-in online e scegliere due posti “sopportabili”, ma… Troppo presto perchè il primo volo era con l’American Airlines che non prevede il check-in online (ci hanno comunque assegnato sul primo volo Portland-Chicago i posti scelti 4 mesi fa… Peccato non sia stato possibile farlo per il secondo mancando più di 24 ore al volo Chicago Londra…), indi niente da fare e ci “incamminiamo” per l’ultima giornata on the road.

Partenza sotto un cielo grigio e uggioso… Che tristezza… Noi che sognavamo foto super del Blue Basin ma soprattutto delle Painted Hills. Invece, arrivati nei pressi del canyon che porta al John Day Fossil Bed N.M. Ecco una schiarita! Dopo una prima tappa velocissima alla Cathedral Rock (molto bella, a parte un ubriaco che ci seguiva… O almeno questa era l’impressione), torniamo sui nostri passi per fare almeno un pezzettino del Blue Basin Overlook trail. Si avvicina però un nuovo temporale… Ed essendo il loop di oltre 4 km, riteniamo opportuno sacrificarlo (anche in relazione ai km da fare oggi!). Adri si lancia quindi con la macchina foto per rubare gli ultimi raggi di sole percorrendo il vicino Island in time trail, un trail di solo 1 km che porta all’interno di un anfiteatro circondato da queste conformazioni rocciose di colore verde/blu. Molto bello! Fortunatamente la Sheep Rock l’avevamo già potuta ammirare il giorno prima con il sole, perchè oggi con il cielo grigio è tutt’altra cosa.

Sperando che i 50 km che ci separano dalle Painted portino il sole, si riparte. E infatti sole!!! Devo dire che anche in tarda mattinata il sole non è affatto malvagio per ammirare il panorama dall’Overlook. Percorriamo anche altri due trail: Il Painted Cove trail passa in mezzo a due colline coloratissime. Notevole!!! L’altro, il Leaf Hill trail, non ci ha invece colpito, rimanendo piuttosto distante dalle hills.

Salutate le nostre tanto amate Painted, si parte per Portland. Programmando il viaggio di quest’anno, devo ringraziare Adri che ha voluto modificare la prima bozza di itinerario proprio per vedere questo magnifico luogo (certo… I km in più che mi ha fatto fare sono stati un po’ eccessivi…).

Se avessimo avuto un giorno in più, ottima idea sarebbe stata dormire a John Day, mattinata al John Day Fossil Beds nella zona della Sheep Rock e Blue Basin, pomeriggio alle Painted, e pernottamento successivo a Prineville.

Tornando al nostro viaggio, percorriamo una strada immersa in pinete verdissime fino quasi a Prineville. Pranzo veloce a Pizza Hut (molto economico a mezzogiorno… 4 dollari e 99 cent per una piccola pizza, 3 bastoncini di pane e una bibita… In offerta solo per il pranzo), e poi ecco il mio tocco finale alla macchinina…

Avevamo sfruttato il temporale del giorno prima per lavare naturalmente la macchina, (molto impolverata soprattutto grazie a quella “bellissima” strada che porta al Bruneau Canyon), ed ecco che con cielo quasi sereno dopo il passaggio dell’ultimo temporale incontrato, in un bel rettilineo a 60 miglia orarie… Splash!!! Una mega-pozzanghera di fango si riversa totalmente sulla nostra Saturn!!! Non potevo proprio schivarla con un mega-tir che sopraggiungeva… Sob… Dai nostri canonici 1500 metri di altitudine scendiamo fino a 500 (ovviamente senza tornanti), per uno stradone che attraversa una riserva indiana. Prendiamo poi la scenic byway per fotografare il Mt. Hood… Peccato non ci siano punti per fermarsi! Giriamo per il Trillium Lake, da cui si ha proprio una bella vista. Ultima tappa prima di arrivare all’albergo alle Multnomah Falls. Tolto il fatto che sia l’uscita che il rientro da un’autostrada trafficata siano a sinistra con molto traffico, devo dire che non sono niente male!!! Prendiamo possesso della nostra camera allo Staybridge (molto spaziosa, addirittura con la cucina e il microonde!) nelle vicinanze dall’aeroporto, e riprendiamo poi la macchina per un breve giretto in centro… Cena da Huber’s Cafè e poi si torna in albergo per la preparazione dei bagagli… Mentre Adri inutilmente pretende che basti una bottiglia di acqua per far sembrare meno marrone la nostra macchina bordeaux! (By Francy) PORTLAND-MILANO E anche la nostra seconda avventura americana giunge al termine. Sveglia ancor prima dell’orario di colazione, ci dirigiamo verso l’aeroporto per consegnare la nostra Saturn… Eccoci in 10 minuti al “Rental Car Return”… Dollar, National, Avis, Hertz… Ma si dai andiamo da National… Anzi no… Non c’entra niente con la nostra Alamo… Panicoooooooo!!!! Prendiamo in fretta e furia i fogli della prenotazione e vediamo che come riconsegna auto abbiamo un indirizzo… Mmm… Fortuna che c’è il Tom Tom, probabilmente saremmo rimasti a girare a Portland un po’! Messa la via… 10 minuti tempo di percorrenza… Si dai ce la facciamo!!! Mancano meno di due ore al volo! Finalmente raggiungiamo la Alamo, e in un attimo riconsegnamo l’auto e un bus navetta ci porta fino all’aeroporto… Certo bello scoprire che il punto di riconsegna era praticamente dietro al nostro hotel… Vabbè! E’ mattino presto e le code al controllo bagagli non sono eccessive. Saliamo a bordo per questo volo di 3 ore e mezza che ci porta a Chicago. Bello sorvolare la parte Ovest degli Stati Uniti! Prima il Mt.Hood e il Mt. St.Helens, poi le montagne rocciose… Poi un po’ di monotonia sui campi del Minnesota, tutti quadrati con una strada dritta nel mezzo e una casa ogni tanto…

Spendiamo poi gli ultimi dollari per una breve pizza e ci mettiamo in coda per i controlli… Qui si che sono veramente lunghi!!! Vediamo persino sollevare persone anziane dalle loro carrozzine per un controllo veramente minuzioso! Saliti sul volo Chicago-Londra lievi turbolenze con forte vento a favore… Velocità di crociera oltre i 1000 km/h… Bene dato che a Londra abbiamo solo 1 ora e 20 minuti per lo scalo! Atterraggio perfetto, con tanto di sorvolo della City all’alba. Fantastico!!! Peccato avere i posti in mezzo all’aereo e in ultima fila! Solita cortesia British per i propri clienti con “coda riservata”, bus per l’altro terminal e via subito che si parte per il bus navetta Londra-Milano! Ritroviamo le Alpi e possiamo quindi dire di essere tornati a casa. Incredibile ma vero: con tre voli anche ravvicinati, i nostri bagagli sono arrivati tutti! Da non credere!!! E così anche la seconda avventura on the road è giunta al termine! (By Adri e Francy)

Se interessano foto del viaggio: http://www.Meteobarzio.It/speciale%20Stati%20Uniti.Htm



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